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Sella Sgr: con Fondazione Veronesi per due progetti di ricerca

Sella Sgr: con Fondazione Veronesi per due progetti di ricercaMilano, 27 giu. (askanews) – Sostenere la ricerca scientifica attraverso un fondo di investimento socialmente responsabile che promuove la salute sotto ogni aspetto, dalla prevenzione alla cura fino ai corretti stili di vita. È questo l’obiettivo di iCARE, il fondo lanciato da Sella Sgr nel 2020 allo scopo di coniugare finanza e ricerca scientifica e che in quattro anni ha già destinato oltre un milione di euro a 7 progetti promossi da Fondazione Veronesi per la cura e la prevenzione di malattie oncologiche.


Attraverso la sottoscrizione di iCARE, infatti, viene devoluto un contributo annuo pari allo 0,2% del suo patrimonio complessivo. Per il 2024 Sella Sgr ha deciso di finanziare la nuova piattaforma di ricerca e cura sul tumore al polmone e ha confermato il sostegno alla piattaforma PALM Research Project, la rete internazionale che mira allo sviluppo di nuove metodiche diagnostiche per la leucemia mieloide acuta che colpisce i bambini. In particolare, la neonata piattaforma di ricerca sul tumore al polmone ideata da Fondazione Veronesi e sviluppata in collaborazione con l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano (centro coordinatore) e la University of Chicago, prevede una durata di cinque anni. Il primo progetto attivato ha come obiettivo lo studio della memoria immunologica e di alcune formazioni linfoidi (cellule, tessuti e organi che formano il sistema immunitario) nei pazienti con tumore al polmone. Si tratta infatti della neoplasia più frequente dopo quella al seno e al colon-retto, che conta in Italia, nel 2023, 44mila nuovi casi diagnosticati.


Prosegue inoltre il sostegno a PALM (Pediatric Acute Leukaemia of Myeloid origin) Research Project, avviato e finanziato già a partire dal 2023, che supporta invece la creazione e lo sviluppo di una piattaforma di ricerca e cura dedicata alla leucemia mieloide acuta pediatrica (LMA): si tratta di un tumore del sangue piuttosto raro ma molto aggressivo che colpisce i bambini e rappresenta il 20% dei casi di leucemia acuta con circa 70 nuovi casi registrati ogni anno. Il progetto si pone l’obiettivo di creare una rete italiana e internazionale di istituti specializzati in campo oncoematologico. L’attività della rete sta già contribuendo alla messa a punto di nuovi trattamenti dei bambini italiani con diagnosi di LMA e dei pazienti pediatrici dei Paesi Europei che adottano il protocollo internazionale per la cura di questa malattia ematologica rara, tramite cellule immunitarie ingegnerizzate per riconoscere il tumore (CAR-NK). Dopo l’avvio della piattaforma, attualmente si sta ottimizzando il processo di produzione di cellule immunitarie modificate. “Siamo orgogliosi di continuare a sostenere anche quest’anno Fondazione Veronesi – ha dichiarato Mario Romano, Amministratore Delegato di Sella Sgr -. Le due piattaforme di ricerca internazionali sono state selezionate per le caratteristiche di interdisciplinarità, l’impiego delle migliori tecnologie disponibili, la collaborazione tra diversi istituti di eccellenza in Italia e all’estero, oltre che per la particolarità delle patologie trattate. Il nostro sostegno a progetti all’avanguardia nella ricerca oncologica riflette profondamente i valori e la missione della nostra società e di tutto il Gruppo Sella – ha proseguito Romano -. Crediamo fermamente che investire nella ricerca scientifica sia fondamentale per costruire un futuro migliore e più sano per tutti. La collaborazione con Fondazione Veronesi, che ringraziamo per il suo instancabile lavoro, ci permette di essere parte attiva di questo importante percorso verso l’innovazione e la cura. Siamo davvero entusiasti di continuare a fornire il nostro supporto a iniziative che fanno la differenza nella lotta contro il cancro”.


“Fondazione Veronesi da anni sostiene una ricerca scientifica sempre più innovativa, che vede la ricerca di laboratorio affiancata e proiettata alla prevenzione e alla cura dei tumori. Vengono selezionati e finanziati i migliori progetti di ricerca caratterizzati da una alta innovazione scientifica, capaci di portare ad un rapido trasferimento dei risultati ottenuti in laboratorio alla pratica clinica. Grazie al prezioso e rinnovato contributo di Sella SGR potremo continuare il nostro impegno e nello specifico contribuire significativamente a migliorare gli approcci diagnostici e terapeutici nell’ambito della leucemia mieloide acuta pediatrica e trovare soluzioni di cura sempre più innovative e personalizzate per i pazienti colpiti da tumore al polmone” – ha affermato Paolo Veronesi, Presidente di Fondazione Umberto Veronesi ETS. L’impegno sociale di iCARE, oltre alla devoluzione a progetti di ricerca, si riflette anche sugli investimenti stessi del fondo. Il portafoglio, infatti, è composto da fondi tematici accuratamente selezionati dal team di gestione di Sella Sgr fra i principali player sul mercato, che promuovano soluzioni per l’innovazione nella cura, l’ambiente, la ricerca e l’etica (da cui l’acronimo “iCARE”).

AccessiWay: versione italiana European Accessibility Act è inaccessibile

AccessiWay: versione italiana European Accessibility Act è inaccessibileRoma, 27 giu. (askanews) – Parte da domani il countdown di un anno per la piena applicazione della direttiva dello European Accessibility act, ovvero la legge europea sull’accessibilità che punta a fornire gli strumenti normativi per una società più inclusiva, garantendo alle persone con disabilità un migliore accesso a prodotti e servizi. Il documento tradotto e recepito in Italia è tuttavia privo dei principali requisiti tecnici per l’accessibilità. A segnalarlo è il nuovo report di AccessiWay Italy, start up under 30 impegnata a promuovere l’accessibilità digitale.


Le barriere digitali, apparentemente meno visibili, sono al pari di quelle fisiche il vero ostacolo che impedisce ad oltre 87 milioni di cittadini europei (13 milioni in Italia) che vivono una forma di disabilità di poter accedere alle informazioni e ai servizi contenuti nei siti istituzionali dell’Ue. Un dato sconfortante se si tiene conto che lo European Accessibility Act era stato annunciato come una vera e propria rivoluzione inclusiva ma ad oggi si è trasformato in un clamoroso flop a danno di chi vive quotidianamente una condizione di disabilità. Assicurare che i contenuti online siano accessibili a tutte le persone, indipendentemente dalle loro capacità fisiche o cognitive, non è solo una questione di conformità alle normative, ma anche di giustizia sociale e inclusione. Dall’audit di AccessiWay della versione italiana del European Accessibility Act, emerge che il primo file sulla normativa che regola l’accessibilità in Europa non è accessibile. Il report PDF/UA allegato evidenzia diversi errori rilevati nel documento PDF che non rispetta le linee guida di accessibilità; testi che non sono leggibili da software di lettura dello schermo, immagini senza descrizioni alternative, o altri elementi non accessibili. Queste sono solo alcune delle criticità emerse, in generale, vengono disattese gran parte di quegli accorgimenti tecnici fondamentali nella progettazione e sviluppo di siti web realmente inclusivi.


Per Edoardo Arnello, Ceo di AccessiWay Italy, “è sorprendente che proprio il sito contiene le linee guida europee tradotte per l’Italia per l’accessibilità digitale sia inaccessibile per chi ha una disabilità. Questo dimostra quanto quella dell’accessibilità digitale sia una sfida complessa che va gestita a 360 gradi vista la delicatezza dei temi e l’impatto che alcuni errori o sviste possono avere sulla fruibilità dei contenuti e quindi dei diritti che debbono essere uguali per tutti i cittadini. Con la nostra attività stiamo cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che l’accessibilità web è un elemento essenziale per garantire che tutte le persone, indipendentemente dalle loro capacità fisiche o cognitive, possano accedere e utilizzare le risorse online in modo efficace. Migliorare l’accessibilità non solo rende il sito web conforme alle normative, ma promuove anche inclusività e uguaglianza”.

Corno d’Africa, Unhcr lancia la campagna “Torniamo a sentire”

Corno d’Africa, Unhcr lancia la campagna “Torniamo a sentire”Roma, 27 giu. (askanews) – “Questa è la peggiore siccità che abbia mai visto. Abbiamo camminato per otto giorni per arrivare qui. Non avevo nulla da mangiare per i miei figli. Piangevano e piangevano. Ho pensato di togliermi la vita piuttosto che vederli morire di fame davanti a me”. Le parole di Shamsa Amin Ali, 38 anni, rifugiata somala in Kenya, sono emblematiche della sofferenza vissuta da 31,7 milioni di persone strette nella morsa dell’insicurezza alimentare acuta. Un problema gravissimo e che colpisce in modo sproporzionato le comunità più vulnerabili, ovvero rifugiati e sfollati che vivono in Paesi fragili come il Kenya e dove sono in corso conflitti e violenze come Etiopia e Somalia. Per accendere i riflettori sul dramma in corso e per raccogliere fondi necessari a salvare milioni di persone, UNHCR lancia la campagna “Torniamo a sentire” con la quale chiede a tutti di donare per contribuire a garantire aiuti essenziali per la sopravvivenza, cibo, alloggi di emergenza, acqua potabile e cure mediche a milioni di rifugiati e sfollati nel Corno d’Africa.


L’Etiopia ospita una delle più grandi popolazioni di rifugiati e sfollati interni a livello globale. Attualmente accoglie quasi 1 milione di rifugiati mentre si stima che siano circa 3,5 milioni gli sfollati interni. Con 19,7 milioni di persone colpite da insicurezza alimentare acuta, il Paese si conferma come una delle più gravi crisi alimentari a causa dell’impatto della crisi climatica, delle sfide economiche che deve affrontare e del conflitto interno. Anche in Somalia la situazione si presenta estremamente complessa e caratterizzata da insicurezza e tensioni politiche oltre agli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. Gruppi armati non statali sono responsabili di molteplici attacchi indiscriminati, che spesso hanno causato danni ai civili. Nel Paese 6,6 milioni di persone si trovano in condizioni di grave insicurezza alimentare, fra essi sono particolarmente colpiti i quasi 4 milioni di sfollati interni.


Drammatica anche la situazione in Kenya, dove 5,4 milioni di persone affrontano alti livelli di insicurezza alimentare e dove sono presenti oltre 770 mila tra e rifugiati e richiedenti asilo, la maggior parte dei quali vive nei campi di Dadaab e Kakuma. Inoltre, preoccupa molto l’aggravarsi della crisi in Sudan, divenuta ormai tra le principali crisi umanitarie al mondo. Dall’inizio del conflitto nell’aprile del 2023, 9,2 milioni persone sono state costrette a fuggire. Migliaia di persone ogni giorno si riversano ai confini del Paese, esiste il rischio di destabilizzazione dell’intera regione. La maggioranza dei Paesi limitrofi – tra cui Ciad, Etiopia, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan – ha tenuto le frontiere aperte per accoglierli ma per poter continuare a farlo necessitano di maggiore sostegno. In questo Paese, oltre 20 milioni di persone ovvero il 42% della popolazione soffre di alti livelli di grave insicurezza alimentare. Le Regioni maggiormente colpite sono il Darfur, Khartoum e Kordofan, teatri di continui conflitti e gravi violazioni dei diritti umani.


“La maggior parte delle persone costrette a fuggire dai loro Paesi alla ricerca di sicurezza vive oggi in contesti fragili, altamente vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici, carenti di beni alimentari e insicuri per via di conflitti e violenze – commenta Laura Iucci, direttrice della raccolta fondi di UNHCR Italia. “Bambini, donne e uomini già fortemente provati dalla fuga forzata e senza mezzi di sussistenza vengono quindi investiti in pieno dall’insicurezza alimentare acuta e rischiano di non sopravvivere alla fame. Per provare a contrastarla sono costretti a esporsi a gravi pericoli: per le donne rifugiate aumenta l’esposizione alla violenza sessuale e di genere, mentre tra i bambini, crescono i casi di abuso, abbandono scolastico e matrimoni infantili”. L’appello di Unhcr Italia: “Torniamo a sentire” l’urlo silenzioso della fame.


Raccogliere fondi per contrastare la grave insicurezza alimentare che colpisce milioni di persone in Etiopia, Kenya e Somalia è l’obiettivo della campagna di UNHCR Italia dal titolo “Torniamo a sentire”. I fondi raccolti serviranno a finanziare la risposta umanitaria dell’UNHCR a beneficio dei rifugiati e degli sfollati in questi Paesi, in particolare per garantire aiuti essenziali per la sopravvivenza, cibo, alloggi di emergenza, acqua potabile e cure mediche. “Con questa campagna vogliamo accendere i riflettori sulle condizioni di milioni di persone la cui sofferenza fatica a guadagnare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Il nostro appello è di tornare tutti a sentire l’urlo silenzioso della fame con il cuore, e di farlo con empatia e con generosità. Invitiamo tutti a donare per garantire alle famiglie in fuga un sostegno, anche piccolo, ma che fa la differenza – continua Laura Iucci. In un momento come questo, dove le emergenze umanitarie aumentano mentre diminuiscono le risorse per gli aiuti, ogni singolo contributo è essenziale e imprescindibile”. Per saperne di più: https://www.unhcr.org/it/cosa-facciamo/emergenze/emergenza-corno-dafrica/

Testamento solidale, non è solo affare da ricchi

Testamento solidale, non è solo affare da ricchiRoma, 24 giu. (askanews) – È un trend costante quello di inserire un lascito solidale nelle ultime volontà: nonostante le grandi crisi che la nostra epoca sta attraversando, gli italiani non sembrano essersi scoraggiati dallo scegliere la strada della generosità post mortem. Lo certifica la ricerca promossa dal Comitato Testamento Solidale in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato su un campione di oltre 500 notai, con l’obiettivo di indagare quale sia il percepito dei custodi per eccellenza delle ultime volontà rispetto al trend dei lasciti solidali in Italia.


Dal 2016 ad oggi, dunque, la predisposizione degli italiani verso un lascito solidale non ha subìto alterazioni e il numero di italiani propensi è rimasto sostanzialmente invariato secondo quanto afferma il 73,8% dei notai, mentre la tendenza è in aumento per il 19,5% del campione che dichiara di aver notato una crescita costante negli anni (11,3%) o dopo la pandemia (8,2%). Solo il 6,7% del campione rileva una diminuzione della propensione. Quanto alla somma destinata, i dati che emergono dalla survey confermano come un lascito solidale non sia appannaggio esclusivo di persone particolarmente abbienti: sebbene per il 45% dei notai intervistati chi predispone un lascito solidale sia detentore di un patrimonio piuttosto consistente, per la maggioranza – il 46,1% del campione – coloro che decidono di lasciare parte della propria eredità ad una causa benefica dispongono di un patrimonio nella media, frutto di una normale vita lavorativa. A riprova che non si tratta di una “faccenda” solo per milionari, il fatto che il valore del lascito medio spesso si aggiri attorno a cifre inferiori ai 20 mila euro (per il 31,8% degli intervistati). Per il 36,8% si tratta di donazioni tra i 21 e i 50 mila euro, per il 21,3% tra i 51 e i 100 mila. Il valore del lascito medio è di oltre 100 mila euro solo per il 10% del campione, a conferma che i lasciti di sostanziose entità restano l’eccezione, e non la regola.


“L’indagine che abbiamo promosso insieme al Consiglio Nazionale del Notariato ci racconta il punto di vista dei notai, custodi per eccellenza delle ultime volontà – commenta Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro – I dati emersi ci parlano di un fenomeno che resta costante o in leggero aumento e testimoniano come l’opera di informazione e sensibilizzazione che da oltre 10 anni portiamo avanti con il Comitato Testamento Solidale stia dando i risultati sperati, nonostante il lavoro da compiere sia ancora tanto”. L’età di chi pensa e si informa sul lascito solidale resta alta e lo confermano anche i notai: per l’87,6% a chiedere informazioni sul tema sono perlopiù gli over 60. Ma su questo fronte sembrerebbe delinearsi un primo cambiamento: anche sulla spinta degli 11 anni di campagne di comunicazione del Comitato Testamento Solidale, per il 12,3% degli intervistati comincia a crescere l’interesse fra le persone sotto i 60 anni o ancora più giovani.


Rispetto alla tipologia di beni donati, per la maggioranza assoluta del campione – il 74% dei notai intervistati – si tratta di somme di denaro, seguite dai beni immobili, oggetto prevalente dei lasciti testamentari per il 24,7% degli intervistati. Se si pensa poi alle donazioni di beni mobili diversi dal denaro, per il 26,4% si tratta di pezzi d’arte; a seguire i gioielli (per il 24% del campione) e i mobili di pregio (13%). Infine, dalla survey emerge in maniera sostanziale la volontà e l’interesse dei donatori di tutelare gli eredi legittimi: secondo il 60,8% degli intervistati, infatti, l’informazione più frequente richiesta da chi sta pensando al lascito solidale riguarda proprio i diritti dei familiari. Seguono le informazioni sui soggetti destinatari della donazione (per il 22,9% degli intervistati) e sull’oggetto della donazione (per il 13,9%).


“Questi numeri dimostrano che la partecipazione degli italiani alle cause sociali è in costante aumento, ma soprattutto che non è ad esclusivo appannaggio delle persone più abbienti – ha dichiarato Flavia Fiocchi, Consigliere Nazionale del Notariato con delega al Notariato per il sociale. In questo contesto il ruolo del notaio resta di fondamentale importanza, nell’orientare quei cittadini che decidono di donare, tramite lasciti testamentari, anche solo una piccola parte della propria eredità, assicurando loro, con l’adeguata assistenza e informazione, di poterlo fare nel rispetto della legge, senza ledere i diritti dei propri familiari”. Del Comitato Testamento Solidale fanno attualmente parte 27 organizzazioni non profit: AIL, AISM, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Fondazione Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Airalzh – Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, Aiuto alla Chiesa che Soffre, Amref, Associazione Luca Coscioni, Centro Benedetta d’Intino, Comitato Italiano per l’UNICEF Fondazione ETS, Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, Fondazione Humanitas per la Ricerca, Fondazione L’Albero della Vita ETS, Fondazione Mission Bambini ETS, Fondazione Operation Smile Italia ETS, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Fondazione Progetto Arca, Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica ETS, Fondazione Telethon ETS, Fondazione Umberto Veronesi, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Smile House Fondazione ETS, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS-APS, VIDAS. Foto: Danilo Garcia Di Meo per il Comitato Testamento Solidale.

Croce Rossa compie 160 anni, “Siamo pronti a nuove sfide”

Croce Rossa compie 160 anni, “Siamo pronti a nuove sfide”Milano, 15 giu. (askanews) – Oggi la Croce Rossa Italiana compie 160 anni. Era il 15 giugno 1864, infatti, quando l’Associazione venne fondata a Milano. “Quello di oggi è un compleanno molto speciale, in cui celebriamo la storia di questa nobile associazione e, con essa, le storie di milioni di Volontarie, volontari e Dipendenti che da oltre 160 anni la animano, prendendosi cura, in Italia e all’estero, delle persone più vulnerabili, forti di quella umanità che, in oltre un secolo e mezzo, ha saputo adattarsi a nuove sfide, a trasformazioni culturali, al progresso scientifico, ai cambiamenti climatici e, di conseguenza, ha saputo trovare risposte sempre nuove”, ha dichiarato Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana.


“Da qualche anno, la Croce Rossa Italiana ha scoperto il gusto di riscoprire la sua storia, di conoscere le cose fantastiche fatte in passato, di esserne orgogliosa. In 160 anni di storia, donne e uomini, ragazze e ragazzi, hanno deciso di arricchire l’associazione e il nostro Paese donando il loro tempo, le loro competenze e la loro empatia. Prendiamo esempio dalla loro costanza e dedizione, impariamo a leggere sempre meglio la realtà, tiriamo fuori le idee più innovative e vicine ai bisogni dei più vulnerabili. Non smettiamo di pensare che ogni pazza idea si può realizzare e né di impegnarci per fare diventare le nostre idee azioni concrete. Crediamoci! Dopo 160 anni, le nostre sedi rappresentano ancora, ed ancor di più, un presidio per le comunità in cui operano: forniscono servizi fondamentali nel campo della salute, del sociale e delle emergenze. Sono protezione per chi è discriminato, sono certezza per le persone e per le Istituzioni. Davanti alle sfide presenti e future, la Croce Rossa Italiana deve saper offrire soluzioni capillari adeguate a bisogni in continua evoluzione; ecco perché ha necessità di personale motivato e competente, ha bisogno di moltiplicatori di umanità! In questi giorni abbiamo acceso i riflettori su Lampedusa, baluardo dell’Umanità, e – per essa – su tutti i centri che gestiamo, su tutti i porti di sbarco o i luoghi di confine, come Susa o Ventimiglia, dove svolgiamo assistenza umanitaria alle persone migranti. Abbiamo visto come, alla capacità di risposta ai disastri ed all’impiego nella seconda emergenza, abbiamo unito anche l’impegno nella ricostruzione nei territori del Centro Italia e, nel prossimo futuro, della Romagna. Stiamo portando in tanti Comuni d’Italia lo Scudo Blu, con l’impegno di apporlo su altri beni culturali oltre quelli già raggiunti. Abbiamo ancora una volta teso la mano verso le popolazioni martoriate dai conflitti, aiutando le Consorelle – Ucraina e Palestinese, tra le tante – e fornendo servizi ausiliari ai poteri pubblici. Abbiamo rinnovato l’impegno a formarci e formare per prevenire le malattie e per aumentare la donazione del sangue. Insomma, tocca a noi, a ciascuno di noi, singolarmente ed in gruppo, proseguire in questo percorso, e trasmettere sempre, con le idee e con le azioni, il messaggio di Umanità, nella profonda convinzione che la dignità umana non può conoscere eccezione alcuna e che, laddove vi è una persona che soffre o che chiede aiuto, vi è una Croce Rossa in grado di alleviare la sofferenza umana e di prendersi cura delle vulnerabilità. Guardiamo con fiducia e con determinazione al futuro, ed ogni tanto voltiamoci a vedere il passato per constatare se il nostro cammino è ancora tracciato sul medesimo percorso di umanità battuto dalle prime soccorritrici e dai primi soccorritori sui campi di battaglia e per le strade che collegano Solferino a Castiglione delle Stiviere, e per confermare che la nostra motivazione continua anche oggi a farci rispondere ‘Tutti fratelli!’”, ha concluso Valastro. Nella giornata di oggi si susseguiranno numerose iniziative in tutta Italia, e sarà lanciata la campagna celebrativa della Croce Rossa Italiana incentrata su alcune immagini che testimoniano l’impegno delle Volontarie e dei Volontari dell’Associazione nel recente passato, in emergenze e sfide che hanno visto la CRI impegnata ovunque per chiunque, nei più svariati contesti, sempre a supporto dei più vulnerabili, senza alcuna distinzione, proprio come l’aveva immaginata Henry Dunant, a seguito della battaglia di Solferino.

Precari AIFA: sopportazione al limite, convocare subito tavolo

Precari AIFA: sopportazione al limite, convocare subito tavoloMilano, 14 giu. (askanews) – “Sono passati 6 mesi e 14 giorni; c’è stato il cambio di organizzazione dei vertici dell’Agenzia Italiana del Farmaco; c’è stata la modifica della CTS dopo che la vecchia ha avuto un rinnovo di quasi 900 giorni; 10 giorni dopo la nomina il Presidente Palù si è dimesso; è stato nominato il professor Nisticò a presidente; la lotta politica in conferenza Stato-Regioni per continuare ad avere potere decisionale, in seno alle nomine, è stata pressante; è stato nominato il dottor Pavesi a direttore amministrativo; alcuni genitori di ragazzi con disforia di genere si sono incatenati sotto la sede dell’Agenzia per protesta; è stato nominato il dottor Russo a direttore sanitario; si è insediato il nuovo CdA; lo stesso è composto da soli uomini; è stata organizzata una conferenza di presentazione della nuova governance AIFA; l’evento è stato annullato dopo lo scoop de La Repubblica; sono stati approvati alla Camera due Odg sui precari; i precari sono disoccupati”. Lo scrivono in una nota i precari di AIFA.


“Questa, brevemente – si legge ancora – è la storia recente dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Storia che, come spesso accade nelle italiche menti, tende ad esser velocemente dimenticata. E purtroppo noi precari siamo stati dimenticati. Anzi, dovremmo smettere di definirci precari, il Governo Meloni e l’Amministrazione AIFA ci hanno ormai reso disoccupati. Nonostante le insistenti richieste di procedere ai rinnovi e alla stabilizzazione – come più volte accaduto in altre amministrazioni centrali – mai smesse nel corso di questi ultimi 5 anni; nonostante le innumerevoli mail e lettere inviate al Ministro della Salute Schillaci e al Sottosegretario Gemmato (ricordiamo sempre il suo zelo e attenzione nei nostri confronti quando occupava gli scranni dell’opposizione) affinché fossimo ricevuti per discutere della nostra incivile, squallida e forse anche incostituzionale situazione; nonostante le lettere scritte alla Presidente del Consiglio Meloni e al Presidente della Repubblica Mattarella; nonostante l’AIFA sia sotto organico e poco performante rispetto alle pari agenzie europee; nonostante siano stati approvati due Odg che impegnano il Governo a rinnovare i contratti e a procedere alla stabilizzazione nel primo provvedimento utile; nonostante tutto questo: noi siamo sempre disoccupati ed inascoltati”. “Purtroppo – conclude la nota dai precari di AIFA – siamo solo 30 lavoratori iper specializzati nella complessa filiera autorizzativa del farmaco che, da anni, vengono bistrattati ed umiliati. Siamo 30 persone, con 30 famiglie e 30 vite, che da anni non hanno una stabilità emotiva, sociale e una prospettiva futura certa. Siamo 30 persone di cui non si interessa nessuno. Ed ora, siamo arrivati al limite della sopportazione e della comprensione. Abbiamo sempre manifestato con toni ed atteggiamenti civili, non ottenendo nulla. Ci state costringendo a cambiare atteggiamento. Rinnoviamo la richiesta all’istituzione di un tavolo tecnico che risolva immediatamente la situazione, che si proceda al rinnovo contrattuale e che venga posta fine a questa triste pagina”.

Giornata mondiale del rifugiato, dibattito a The Human Safety Net

Giornata mondiale del rifugiato, dibattito a The Human Safety NetMilano, 14 giu. (askanews) – Giovedì 20 giugno alle 17.30 la Casa di The Human Safety Net celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato con “Migrazioni forzate tra sfide e buone pratiche: protagonisti di innovazione in dialogo”, un dibattito in formato talk che ha l’obiettivo di rafforzare l’incontro tra la comunità e i soggetti promotori di progetti innovativi e buone pratiche sul territorio nazionale, come l’accoglienza in famiglia e i corridoi umanitari. L’appuntamento inaugura il “Festival delle Migrazioni – In Movimento” organizzato da Refugee Welcome Italia a Venezia e Mestre con lo scopo il restituire la voce ai soggetti primi della migrazione, proponendo attività in cui i migranti e rifugiati siano protagonisti attivi.


Il talk, condotto e moderato da Alan Barbieri, rappresentante della sezione Programmi per Rifugiati di The Human Safety Net, e Parvin Yavari, Community manager A2030 OdV – Social Innovation Designers, Diplomata Ready for IT e Team leader di ENACTUS per l’Università di Padova, prende avvio da alcuni passaggi significativi del libro “Egmat non deve morire” di Angela De Lorenzo. Il libro è ispirato alla storia di Jahfar Safi Zada, da cui emergono tutti i temi chiave per comprendere le migrazioni forzate e le sfide che esse pongono a chi si occupa di accoglienza: dalla fuga improvvisa e non voluta seppur progettata, al dolore della separazione, al senso d’esilio; poi lo spaesamento, la detenzione negli Hub, la strada, la conquista di un posto nel sistema ordinario, le dinamiche relazionali in contesti locali periferici ed isolati, il bisogno di nuova socialità, la rinascita e poi ancora la discriminazione, che tiene il rifugiato imprigionato in un limbo che rende difficile l’emancipazione, mentale innanzitutto. L’evento è composto da due panel consecutivi, il primo dedicato alle “Buone pratiche” vede confrontarsi sul palco insieme ad Angela De Lorenzo e Jahfar Sali Zada, Giorgio Baracco di Refugees Welcome Italia, affiancato da Ayatullah Haidari del Centro Ricerche EtnoAntropologiche CREA, Mirko Sossai della Comunità di Sant’Egidio, affiancato da Amena Rezaei e Giulia Menegatti, Protection Specialist Italia di Intersos, affiancata da Mahdia Sharifi, A2030Next Leader, atleta del Refugee Olimpic Team e volontaria dei progetti PartecipAzione e VOC Volontari nelle Comunità con Intersos.


Il secondo panel si concentra invece sul focus “Innovazione” e coinvolge come speaker: Federico Mento di Ashoka Italia con Mustafa Nikzad, membro del team vincitore della UNDP Generali Challenge “Shaping the Next Human Development Report”; Marta Bertolai di ENACTUS Italia con Aghele Mohammadi, team member di ENACTUS UNIPD e rappresentante dei “Next Leaders A2030”; Federica Muzzi di Randstad Italia per il progetto Randstad Without Borders con Michel Gazzola, AD Silca SpA e membro del Consiglio Generale di Confindustria Veneto Est. Nel corso del week-end altri due appuntamenti proposti dalla Casa di The Human Safety Net danno visibilità al tema mettendo al centro la condizione dei rifugiati e i loro racconti. Sabato 22 giugno, in occasione di Art Night Venezia, oltre a poter fare l’esperienza della mostra interattiva A World of Potential e visitare l’installazione “About Us” di Tracey Snelling nell’Art Studio nel corso dell’apertura straordinaria serale gratuita, dalle ore 18.00 fino alle ore 22.00, è infatti possibile scoprire le storie di coraggio, resilienza e inclusione dei Libri viventi. Storie di rifugiati a tu per tu. Fakhre e Hoda, rifugiati siriani cofondatori della OdV A2030, racconteranno la guerra siriana vista da Yarmouk; Ayatullah Haidari porterà la sua esperienza di studio e lavoro in Italia, dove si è laureato al Global Campus for Human Rights, mentre Roberta condividerà la sua personale avventura di accoglienza in famiglia con Refugee Welcome.


Dalle 22 fino a mezzanotte, il Bookstore di The Human Safety Net propone nello spazio di Corte Maruzzi un reading performativo, in italiano e persiano, dell’opera omnia di Forugh Farrokhzad Io parlo dai confini della notte, a cura di Domenico Ingenito. L’evento è realizzato, sotto la direzione artistica di Simonetta Nardi, da The Human Safety Net, Libreria la Toletta e l’associazione Voci di carta, con i rifugiati di A2030 Social Innovation Designers. Infine, è previsto per domenica 23 giugno l’ultimo appuntamento prima della pausa estiva con i volontari di Nati per Leggere e le loro letture a bassa voce per bambini da 0 a 7 anni. Per questo appuntamento speciale che si lega alla Giornata mondiale del Rifugiato, è confermata la presenza di due lettrici in lingua madre dalla Siria e dall’Afghanistan.


La Casa di The Human Safety Net è aperta tutti i giorni tranne il martedì dalle ore 10.00 alle 19.00. Il giovedì, il sabato e la domenica l’ingresso è libero per i residenti a Venezia e Città Metropolitana, studenti delle università cittadine fino a 26 anni con tessera in corso di validità e possessori di Carta Venezia Unica. L’ultima domenica del mese l’ingresso è libero con donazione volontaria per tutti. Terrazze aperte tutte le domeniche. Per i gruppi scolastici e universitari l’ingresso è sempre libero.

Paolo Boccardelli nuovo Rettore dell’Università Luiss Guido Carli

Paolo Boccardelli nuovo Rettore dell’Università Luiss Guido CarliRoma, 13 giu. (askanews) – Il Consiglio di Amministrazione dell’Università Luiss Guido Carli, su proposta del Presidente Luigi Gubitosi, ha nominato il prof. Paolo Boccardelli nuovo Rettore dell’Ateneo a decorrere dal 26 giugno 2024. Paolo Boccardelli succede ad Andrea Prencipe, giunto alla scadenza del suo secondo mandato. Il nuovo Rettore guiderà la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali per il triennio 2024/2027.


Boccardelli, 52 anni, romano e Alumnus dell’Ateneo, vanta una importante esperienza di insegnamento e ricerca accademica. Attualmente, è Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese e Strategie di Impresa e dirige il Centro di Ricerca in Strategic Change “Franco Fontana” alla Luiss. In precedenza, è stato Direttore della Luiss Business School. “Con la nomina del Prof. Paolo Boccardelli, la Luiss Guido Carli rinnova il proprio impegno verso l’eccellenza accademica, preparandosi ad affrontare le sfide future che attendono il mondo dell’alta formazione”, ha dichiarato il Presidente Luigi Gubitosi, che ha poi ringraziato il Rettore uscente per i prestigiosi risultati conseguiti: “Il Prof. Andrea Prencipe lascia un’eredità preziosa alla nostra Università, con significativi progressi nell’internazionalizzazione e nella ricerca. Durante il suo mandato, l’Ateneo è diventato un punto di riferimento a livello globale, capace di attrarre un numero sempre crescente di docenti e studenti internazionali, siglando accordi con 360 istituzioni accademiche tra le più importanti al mondo e lanciando 69 programmi di doppia e tripla laurea. Una strategia che intendiamo rafforzare nei prossimi anni anche grazie allo stretto rapporto con il nostro azionista”.


Negli ultimi sei anni, la didattica e la ricerca hanno continuato a essere pilastri fondamentali per la Luiss, con un costante focus sull’innovazione e l’interdisciplinarità dell’offerta formativa e un’intensa attività di osservatori e centri di ricerca, cresciuti in numero e rilievo accademico. L’Università ha, infatti, scalato le più importanti classifiche internazionali dell’alta formazione, confermandosi tra le migliori 20 al mondo e prima in Italia per gli Studi Politici e Internazionali secondo l’indagine QS World University Ranking by Subject 2024 e conquistando il 30° posto globale per la Laurea Magistrale in “Management” nell’ultimo ranking del Financial Times (era al 90° nel 2019). L’Ateneo, promosso da Confindustria, ha consolidato, inoltre, il rapporto con il proprio ecosistema di riferimento, a partire dai partner istituzionali, dal mondo delle imprese e dal network degli Alumni. La rilevanza e l’influenza della Faculty è arricchita dal contributo e dall’esperienza di manager e professionisti provenienti da aziende, multinazionali, studi legali e pubblica amministrazione. Un legame diretto con il mercato del lavoro, dove il 96% dei laureati Luiss trova un’occupazione entro i primi dodici mesi dal conseguimento del titolo. “Sono molto contento e pienamente soddisfatto dei risultati raggiunti dalla Luiss in termini di internazionalizzazione, interdisciplinarità ed innovazione. Auguro un buon lavoro al professor Paolo Boccardelli. Sono certo che, insieme alla nuova squadra dell’Università, saprà guidare l’Ateneo con continuità con l’obiettivo di consolidare i risultati raggiunti”, ha affermato il Prof. Andrea Prencipe, nell’esprimere gratitudine ai Vertici e all’Accademia.


Il nuovo Rettore, Prof. Paolo Boccardelli, ha commentato: “È per me un grande onore accettare questo incarico, per il quale ringrazio il Presidente e l’intero Consiglio di Amministrazione. Luiss è stata ed è un pezzo importante della mia vita e raccolgo con profondo senso di responsabilità ed emozione questo incarico. Ringrazio Andrea Prencipe per la passione e determinazione profuse in questi anni nello sviluppo del nostro Ateneo, confermato dalla crescita nei ranking internazionali. Nel raccogliere il testimone mi impegnerò a rafforzare ulteriormente il ruolo e il prestigio della Luiss in Italia e all’estero, in stretta collaborazione con i miei colleghi, i vertici dell’Ateneo e di Confindustria, ben consapevole del grande ruolo che la Luiss svolge come istituzione di questo Paese nella selezione e sviluppo della classe dirigente”.

La carta di Fabriano compie 760 anni: storia e qualità

La carta di Fabriano compie 760 anni: storia e qualitàMilano, 10 giu. (askanews) – La carta Fabriano compie 760 anni, tra tradizione, creatività e innovazione, valori che hanno segnato la sua storia pluricentenaria. A Fabriano dal 1264 la carta si fa con una passione che fino a oggi nel 2024 ha ispirato e continua a ispirare artisti, scrittori, musicisti, stilisti, architetti, illustratori fino a milioni di studenti di tutte le età.


Una lunga storia fatta di acqua, quella del fiume Giano dove tutto ha avuto inizio, di sapienza artigianale e di ingegno, quello dei fabrianesi del XIII secolo che hanno dato vita a tre fondamentali innovazioni tecniche grazie alle quali è possibile la produzione della carta come la conosciamo. E ancora oggi Fabriano, con 6 stabilimenti italiani, è l’unica cartiera al mondo che produce utilizzando tutti e tre i procedimenti tradizionali, a mano, a macchina in tondo e su tavola piana, con un impegno costante a favore dell’ambiente, rispettando con rigore le leggi di tutela ambientale italiane ed europee. Come partner di FSC, Forest Stewardship Council, l’organizzazione internazionale indipendente creata per promuovere la protezione del patrimonio forestale mondiale, Fabriano garantisce inoltre la provenienza della cellulosa da foreste gestite nel pieno rispetto dei bisogni sociali, economici e ambientali.


Durevole, pregiata ed ecologica perché riciclabile e compostabile, la carta Fabriano è da sempre a fianco della creatività, custode di idee, progetti e ogni espressione di sé. Con la disponibilità di tutte le grammature, le tonalità di bianco e le sfumature di colore, naturale, vergata, liscia, ruvida, è la migliore carta per ogni esigenza, per dipingere, colorare, scrivere o stampare. Per disegno, schizzo, pastello, acquerello, acrilico e olio, tecniche miste, stampa d’arte. Dalla scrivania alla tavolozza, dal mitico album F4, che dagli anni ’70 accompagna generazioni di studenti, alla pregiata carta Medioevalis: biglietti, taccuini, carte artistiche, quaderni, ideali per la scuola, il lavoro, per il divertimento e il tempo libero di professionisti, principianti, amanti della cartoleria e studenti.

Disturbi comportamento alimentare, laboratorio creativo ideato da Ambra Angiolini

Disturbi comportamento alimentare, laboratorio creativo ideato da Ambra AngioliniRoma, 10 giu. (askanews) – In Italia sono oltre 3 milioni le persone che soffrono di Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), pari al 5% della popolazione. Un’epidemia sociale silenziosa, che rappresenta un problema di sanità pubblica di crescente importanza e oggetto di attenzione sanitaria e sociale sul piano scientifico e mediatico per la sua diffusione, per l’esordio sempre più precoce tra le fasce più giovani della popolazione e per l’eziologia multifattoriale complessa. Si tratta di gravi patologie mentali riconducibili a una richiesta d’aiuto non verbalizzata, il problema non è quindi il cibo o il corpo di per sé, ma il valore che assumono per chi vive un Disturbo Alimentare che è l’espressione di un dolore profondo, di una sofferenza complessa.


Ecco perché Danone Nutricia, la cui missione è ‘portare la salute attraverso l’alimentazione al maggior numero di persone possibile’ con il suo brand Fortini e l’Associazione non profit Animenta hanno scelto di collaborare per dar vita a 25 laboratori creativi ospitati all’interno della sede di Danone Italia di Milano, dedicati a offrire un supporto concreto a chi vive un DCA e contrastare lo stigma e gli stereotipi che ancora oggi caratterizzano queste malattie. Avviati in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla (15 marzo 2024), questi appuntamenti continueranno anche nel corso del 2025, coinvolgendo 15 tra ragazze e ragazzi in occasione di ogni incontro. Il laboratorio del 6 giugno, pensato per permettere ai partecipanti di liberare le proprie emozioni e raccontare le proprie storie, è stato curato da Ambra Angiolini, da tempo impegnata sul fronte dei DCA, che commenta: ‘Accompagnare i ragazzi alla riscoperta di sé, tirando fuori quel mondo nascosto che hanno dentro, facendo vivere le loro emozioni senza vergogna. Questi laboratori sono dei momenti in cui si comprende quanto un Disturbo Alimentare, in qualsiasi forma si manifesti, racconti una storia di dolore e sofferenza. Un Disturbo Alimentare racconta quanto ogni persona si sia sentita sbagliata per tanto, troppo, tempo; racconta il non sentirsi mai abbastanza, il non riuscire a percepire il proprio posto nel mondo; racconta il sentirsi troppo o troppo poco. Queste attività permettono di comprendere che i DCA non riguardano il corpo o il cibo, quello è il sintomo più o meno visibile, ma sono, come dicono spesso: un cancro dell’anima. E la cosa più importante è che noi non siamo una malattia ma una storia da raccontare e vorremmo che molti riuscissero ad ascoltare.’


I prossimi laboratori in programma si terranno il 10 luglio e il 18 luglio con due appuntamenti dedicati rispettivamente a scrittura e creatività; nelle date del 03 e 14 settembre due appuntamenti con il laboratorio di scrittura e, nelle giornate del 14 settembre, il 19 ottobre e il 14 dicembre con tre appuntamenti dedicati ai genitori e a chiunque viva accanto a chi soffre di DCA per fornire loro strumenti utili per essere accanto ai propri figli che vivono un disturbo alimentare. L’iniziativa nasce dal desiderio di Danone Italia che, in linea con il suo modello di business virtuoso basato sul ‘Megafono Sociale’, desidera fornire un aiuto concreto a problematiche sociali rilevanti. Con il Megafono Sociale, infatti, Danone Italia intende amplificare con l’impegno dei brand – in questo caso Fortini, alimento a fini medici speciali utilizzato anche in caso di malnutrizione per difetto correlata a DCA – una causa di rilevanza sociale, generando in tal modo un impatto positivo sulla società, grazie ad azioni tangibili promosse da partner esperti, quale l’associazione Animenta.


‘I laboratori realizzati da Animenta e ospitati nella sede di Danone Nutricia in Italia sono sicuramente il primo passo di un percorso che stiamo costruendo e che risponde proprio al modello del ‘Megafono Sociale’: partiamo dalla causa per arrivare alle persone, ai media e all’intera opinione pubblica. Nell’ambito del progetto, oltre ai laboratori creativi promossi da Animenta, saranno organizzati due laboratori informativi dedicati alla nutrizione, per la cui realizzazione Danone Nutricia con Fortini metterà a disposizione esperti – dietisti e nutrizionisti – che terranno le lezioni, oltre ad incontri destinati ai genitori. Nella convinzione che affrontare i DCA richiede un approccio olistico che coinvolga la mente, il corpo e lo spirito. In questo contesto, i corsi di creatività, di teatro e di scrittura risultano come strumenti potenti nel percorso verso la guarigione e il benessere per le persone affette da DCA. I laboratori offrono, infatti, un ambiente sicuro e inclusivo, dove gli individui possono esplorare liberamente le proprie emozioni, migliorare l’autostima e sviluppare un senso di autoconsapevolezza.’ – commenta Fabrizio Gavelli, Presidente e Amministratore Delegato di Danone Italia & Grecia. L’importanza dei laboratori creativi per la riscoperta di sé.


I disturbi alimentari non riguardano solo il corpo e il cibo (due elementi certamente cardine della malattia) ma spesso è un dolore più profondo, intimo, che non si riesce a esprimere a parole e che non sempre è possibile vedere. Sono malattie mentali che, attraverso il corpo, rivelano un disagio psicologico o psichico e colpiscono individui di tutte le età e contesti socio-economici: l’8-10% delle ragazze e l’0,5-1% dei ragazzi soffrono di anoressia-bulimia. Il 95% sono donne, anche se sempre più numerosi sono gli uomini che si rivolgono a strutture specializzate. Queste patologie si manifestano prevalentemente tra i 12 e i 25 anni, ma negli ultimi tempi è emerso un preoccupante allargamento delle fasce d’età che riguarda in particolare le bambine prepuberi e le donne in età di menopausa . ‘Per chi soffre di DNA (disturbi della nutrizione e dell’alimentazione) la vita si trasforma in un quotidiano e ben presto doloroso appuntamento con la necessità di corrispondere alle richieste malate della patologia. Affiancate alle necessarie terapie riabilitative psiconutrizionali, le tecniche espressive (terapie creative, arteterapia, musicoterapia, danzaterapia, riabilitazione psicosociale in generale) sono il complemento utile per far riemergere la parte di sé per troppo tempo rimasta soffocata dalla malattia. A questo proposito, meritano una citazione le parole di Laura Tonani, compianta docente del corso di Terapeutica Artistica all’Accademia di Brera: ‘L’energia liberatrice e rivoluzionaria dell’arte agisce sempre su un piano concreto nel processo del farsi opera, dove l’azione è invenzione, incontro tra corpo e materia, ma agisce anche su un piano culturale di una comunicazione simbolica’ – commenta il Dott. Mauro Consolati, Responsabile Centro Pilota Regionale per i DCA ASST Spedali Civili di Brescia. Infatti, anche le ragazze che seguono il percorso terapeutico presso Centro Pilota Regionale per i DCA ASST Spedali Civili di Brescia, sono state protagoniste del laboratorio realizzato con Ambra Angiolini. Tra i partecipanti al laboratorio anche persone come Laura, che racconta così l’esperienza: ‘Partecipare ai laboratori è un grande dono che ogni volta faccio a me stessa. Ogni lab è stato per me un momento unico in cui la condivisione con il gruppo è stata una grande opportunità di arricchimento e di scoperta sia dell’altro sia di me stessa’ – commenta ‘Anche in momenti difficili in cui per me era difficile sentire e comprendere le mie emozioni, i lab sono stati un’occasione di riscoperta, di riflessione e di connessione con la mia anima, con la mia storia e con il mio presente. Ciò che rende questi momenti magici è la totale assenza di giudizio, insieme all’ascolto e all’apertura alle esigenze di ciascuno che sono parte fondamentale di ogni attività. Mi sono sempre sentita voluta bene, circondata da persone belle e buone con cui si riesce a creare una connessione profondissima anche senza conoscersi. E questo è bellissimo, ti fa sentire a casa’. Inoltre, per Animenta, i laboratori sono spazi sicuri e accoglienti, progettati per favorire l’espressione personale e il benessere emotivo attraverso l’arte e la riscoperta delle proprie emozioni. In questi laboratori, come afferma Ambra Angiolini, si allena l’anima per creare quella che viene definita ‘L’anima Tonica’. ‘L’anima tonica è scegliere di prendersi cura di sé, della propria anima, attraverso piccole azioni che ci fanno sentire bene; che ci fanno provare soddisfazione non appena concluse; che ci arricchiscono. Ognuno può scegliere quello che vuole e metterle in pratica con frequenza. Attraverso l’uso di materiali creativi come le tempere, cartoncini, colori e bottoni, i laboratori permettono ai partecipanti di esprimere la propria storia e chi sono loro senza la malattia, permettono di raccontare le proprie emozioni e il dolore che spesso si cela dietro un disturbo del Comportamento alimentare’ – commenta Aurora Caporossi, Presidente e Founder di Animenta.