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AccessiWay: entro 2025 Italia garantisca diritto accessibilità digitale

AccessiWay: entro 2025 Italia garantisca diritto accessibilità digitaleRoma, 19 mar. (askanews) – A distanza di 20 anni dall’approvazione della Legge Stanca sull’accessibilità dei siti internet delle Pubbliche Amministrazioni, la strada da fare è ancora lunga. In Italia l’accesso al mondo digitale per le persone con disabilità resta un diritto negato per oltre 13 milioni di cittadini che hanno esigenze specifiche per usufruire del web e documentazione elettronica. A lanciare l’allarme è Edoardo Arnello, Ceo di AccessiWay, giovane azienda torinese che a novembre scorso ha promosso il workshop ‘2025 Accessibilità e cittadinanza’ a cui hanno partecipato Associazioni, Istituzioni e mondo dell’impresa e dal quale è partito un grande dibattito. Attorno a quell’evento si sono riconosciuti diversi parlamentari che hanno dato vita ad un intergruppo sull’Accessibilità Digitale che stamattina, in conferenza stampa, ha annunciato gli obiettivi e le prossime azioni da intraprendere per allineare l’Italia agli standard richiesti dall’Ue per il 2025.


“Secondo i nostri dati attualmente in Italia nessun sito web sostanzialmente soddisfa al 100% i criteri di accessibilità. Per questo – afferma il Ceo di AccessiWay – abbiamo lanciato a fine 2023 un’iniziativa sull’accessibilità digitale e oggi, con grande spirito di collaborazione, abbiamo accolto la proposta dell’intergruppo parlamentare di far parte del Tavolo Tecnico che supporterà le iniziative istituzionali destinate al superamento del gap italiano in materia di inclusione digitale. Due super-tecnici tra i migliori esperti in materia – prosegue Arnello – faranno parte del Tavolo Tecnico dell’intergruppo: Paolo Berro, Chief Accessibility Officer AccessiWay, e Jacopo Deyla, Head of Consulting AccessiWay”. I numeri in Italia. L’accessibilità digitale è un diritto essenziale spesso negato ad oltre un miliardo di persone, nel mondo, con disabilità e bisogni specifici. Appena il 3% circa del web è realmente accessibile, mentre circa il 90% dei siti internet non sono adeguati alle tecnologie assistive. Sono alcuni numeri che fotografano un disagio, prima di tutto la negazione di un diritto, che in Italia danneggia oltre 13 milioni di cittadini ai quali quotidianamente viene impedito di accedere al mondo digitale. Secondo i dati più recenti, nel nostro Paese ci sono 2 milioni di persone con disabilità visiva, oltre 3 milioni di persone con limitazioni funzionali importanti, 2,5 milioni di persone con daltonismo, 500mila persone con epilessia, 3 milioni di persone con Dsa, mentre fra gli adolescenti circa il 7% ha una diagnosi di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività). In Italia, secondo uno studio condotto da AccessiWay, sono pochissimi i siti, le applicazioni mobili e i documenti digitali in grado di rispondere al 100% ai requisiti richiesti per l’accesso completo delle persone con disabilità.

Il 15 giugno prima spedizione femminile italiana e pakistana sul K2

Il 15 giugno prima spedizione femminile italiana e pakistana sul K2Milano, 17 mar. (askanews) – Nove donne, quattro atlete italiane, quattro pakistane e una dottoressa, partiranno a giugno per la prima spedizione femminile italiana e pakistana sulla seconda vetta più alta della terra dopo l’Everest. Si tratta di K2-70, il progetto del Club alpino italiano (Cai) patrocinato dai ministeri del Turismo e degli Esteri per celebrare il 70esimo anniversario della celebre ascensione del 1954 guidata da Ardito Desio che, prima al mondo, raggiunse la vetta del gigante del Karakorum. La partenza per il Pakistan è prevista per il 15 giugno, con arrivo al campo base il 29 giugno dove cominceranno le attività alpinistiche e l’acclimatamento, per poi tentare di raggiungere la vetta a 8.611 metri nella seconda metà di luglio.


Le protagoniste di questa avventura sono Federica Mingolla, Silvia Loreggian, Anna Torretta, Cristina Piolini, Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar, Samana Rahim, e dottoressa Lorenza Pratali. Lungo lo Sperone degli Abruzzi, seguendo la via aperta dalla spedizione guidata da Desio, la salita delle atlete non rappresenta soltanto un’impresa alpinistica ma “un’opportunità di formazione, ricerca e promozione di valori culturali e sociali”. L’obiettivo è infatti quello di raccontare il punto di vista femminile nel contesto di una spedizione himalayana che vede scalare insieme alpiniste che provengono da mondi e culture differenti. A coordinare le alpiniste, sarà Agostino Da Polenza, professionista di grandissima esperienza e profondo conoscitore di quelle montagne. Il progetto partirà con delle giornate di training sul Monte Bianco (15-18 marzo)e a seguire all’Eurac Research di Bolzano (20-24 marzo), centro di ricerca nel campo della medicina di montagna, dove le atlete si sottoporranno a delle prove medico-scientifiche per valutare l’impatto che il loro organismo subirà durante l’ascensione.


“Il Club Alpino Italiano torna ad organizzare una spedizione alpinistica e lo fa guardando non solo alla prestazione, ma anche all’impatto sociale e scientifico” ha spiegato il presidente del Cai, Antonio Montani, sottolineando l’importanza di tornare ad investire sulla pratica alpinistica “che è la vera anima dell’associazione” La spedizione si lega anche al progetto internazionale “Ice Memory” dell’Istituto di scienze polari del Cnr e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia assieme a EvK2CNR, che ha l’obiettivo di studiare per la prima volta la neve e il ghiaccio in una regione così cruciale per gli equilibri del subcontinente indiano. Nel solco della cooperazione internazionale Italia-Pakistan, è invece il progetto del Cristina Castagna Center, struttura che lavora per generare un impatto socio-economico per le popolazioni locali e promuovere attraverso corsi di formazione l’avvicinamento delle popolazioni locali alle attività professionali legate all’alpinismo.


Il progetto K2-70 sarà anche oggetto di un documentario dal titolo “Sulle orme del K2”, nato da un’idea di Massimiliano Ossini e Gian Luca Gasca e realizzato in collaborazione con Rai Documentari.

Londra, serata benefica dell’Associazione “Bambino Gesù del Cairo”

Londra, serata benefica dell’Associazione “Bambino Gesù del Cairo”Roma, 15 mar. (askanews) – Una serata per la raccolta fondi destinata alla realizzazione della “Cucina Scuola Francesco Mazzei” dell’Orfanotrofio “Oasi della Pietà”, con sede a Il Cairo, è stata organizzata ieri dall’Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, il cui Presidente è Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, già Segretario personale di Papa Francesco, presso l’Ambasciata d’Italia a Londra, con la partecipazione e il sostegno di Inigo Lambertini, Ambasciatore d’Italia presso il Regno Unito, alla quale hanno partecipato più di cento illustri personaggi.


La notizia è stata diffusa in Italia dal Direttore della Comunicazione dell’Associazione Biagio Maimone. La “Cucina Scuola Francesco Mazzei” è il risultato dell’accordo sottoscritto tra l’Associazione “Bambino Gesù del Cairo” e lo Chef Francesco Mazzei, che si qualifica come iniziativa finalizzata a trasformare la cucina dell’ “Oasi della Pietà” in scuola cucina per garantire il futuro professionale degli ospiti della Casa di Accoglienza, la cui denominazione fa riferimento al prezioso dono che Sua Santità Papa Francesco ha benevolmente voluto destinare a questo progetto, che è una copia della Pietà di Michelangelo. Le altre iniziative in essere dell’Associazione “Bambino Gesù del Cairo” sono l’Ospedale pediatrico e materno “Bambino Gesù del Cairo”, la catena di ristoranti “Fratello”, volta a offrire gratuitamente cibo alle famiglie povere e la Scuola della Fratellanza Umana. L’organizzatore dell’evento, lo Chef Francesco Mazzei,ha incoraggiato i partecipanti a sostenere l’iniziativa, ringraziando nel suo intervento gli sponsor che hanno contributo alla realizzazione dell’evento benefico. L’Ambasciatore Lambertini ha dato il benvenuto a tutti i presenti sottolineando l’importanza di questo genere di iniziative, che dimostrano il volto umano della nostra società. Monsignor Yoannis Lahzi Gaid ha ringraziato per l’opportunità ricevuta di poter parlare dell’Orfanotrofio “Oasi della Pietà”, che l’Associazione, insieme a tanti benefattori, sta portando avanti: “È una Casa di Accoglienza in cui saranno accolti tanti bambini orfani o abbandonati dalle proprie famiglie per diversi motivi. È una “Casa” ed è una “Famiglia” in cui i bambini vivranno in famiglia. Ogni gruppo sarà di sei bambini e verrà affidato a una coppia di giovani volontari. In tal modo essi potranno vivere insieme in un appartamento. Studieranno insieme, giocheranno insieme e così sperimenteranno l’abbraccio di una vera famiglia. La casa offrirà ai suoi piccoli ospiti tutto ciò che vogliamo dare ai nostri bambini”. Monsignor Gaid ha sottolineato altresì: “L’Oasi della Pietà è un progetto completo, studiato bene per poter dare a questi bambini tutto ciò che la vita ha tolto loro. La Casa di Accoglienza “Oasi della Pietà” è stata concepita per dare la possibilità a questi bambini di avere una casa in cui poter crescere serenamente e ricevere educazione, formazione, cure mediche, opportunità di crescita e imparare un lavoro. Ogni bambino, pertanto, che entrerà nella casa sarà accolto, accompagnato sia durante il tempo di permanenza, sia successivamente quando raggiungerà l’età della maturità. L’iniziativa ‘Cucina, Suola Francesco Mazzei’ risponde all’intento di trasformare la cucina in scuola per insegnare ai giovani e a tutte le persone interessate l’arte della cucina e poter lavorare negli alberghi e nei ristoranti”.

Terzo settore, da Fondazione Baroni 306mila euro a 11 progetti inclusione

Terzo settore, da Fondazione Baroni 306mila euro a 11 progetti inclusioneRoma, 15 mar. (askanews) – Undici progetti finanziati nel campo della disabilità per un totale di 306mila euro messi a disposizione, attraverso tre bandi, dalla Fondazione Giovan Battista Baroni Ets.


Ieri sera, al Circolo Canottieri Aniene di Roma, si è svolta la cerimonia di premiazione degli enti che, dopo un’attenta valutazione del Consiglio direttivo della Fondazione, si sono visti sovvenzionare le iniziative nell’ambito degli avvisi che riguardavano l’inserimento sociale e lavorativo, l’inclusione attraverso lo sport e la ricerca scientifica per il miglioramento della salute e della qualità della vita.La serata, dopo i saluti del presidente del circolo, Massimo Fabbricini, è stata animata da un momento di dibattito sui temi della solidarietà e della partecipazione attiva, condotto dalla giornalista Greta Mauro, cui hanno partecipato Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Matilde Bernabei, produttrice televisiva, Giovanni Malagò, presidente del Coni, Massimo Martinelli, direttore del Messaggero, Federico Palmaroli (in arte Osho), autore satirico, Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico, Edoardo Giordan, schermidore paralimpico e testimonial della Fondazione Baroni, e Giuseppe Signoriello, presidente della Fondazione Baroni. I 101mila euro previsti dal bando ‘Assistenza e solidarietà’ sono andati a quattro iniziative. L’associazione ‘La Sonda su Marte Aps’ è stata selezionata per la quarta fase del progetto ‘Casa Nostra’, avviato nel 2016, che punta a migliorare le autonomie, le abilità relazionali, lavorative e domestiche di quattro ragazzi con Disturbo dello spettro autistico (Dsa). L’associazione ‘La Casa di Cristina’ è stata premiata per il progetto ‘Le vie dell’Abruzzo sono infinite’, mirato a garantire ai giovani disabili l’accesso libero e gratuito ad attività socio-educative per la crescita personale e relazionale, in un percorso laboratoriale di tipo culturale e artistico che riscopre e valorizza le risorse naturali dell’Abruzzo. L’associazione ‘La Maison Aps’ ha visto finanziato il progetto ‘Cosmesi inclusiva’. Il diritto alla bellezza’ che punta a migliorare la condizione delle persone disabili e delle loro famiglie attraverso azioni di qualificazione lavorativa e inclusione sociale. Mentre la cooperativa ‘Parsec Agri Cultura’ è stata scelta per il progetto ‘PartecipAzione’ che punta all’integrazione e alla formazione personale attraverso le competenze legate all’agricoltura sociale.


Altre quattro iniziative sono state scelte per il bando ‘Sport’ che assegnava ulteriori 100mila euro. L’associazione sportiva dilettantistica Scuola judo Tomita ha vinto con ‘Judo per tutti’: corsi di judo per le persone con disabilità cognitive che quindi si allenano, fanno amicizia, crescono e migliorano insieme a ragazzi normodotati. La cooperativa sociale onlus ‘Mio fratello è figlio unico’ è stata premiata per il progetto pilota ‘Attiva-mente’ che nei Municipi XII e XIII di Roma punta su un percorso multidimensionale di crescita basato sulla pratica di attività motorie per ragazzi con disabilità intellettiva, a partire da quelli affetti da Dsa. L’associazione sportiva dilettantistica ‘Romanes Wheelchair Rugby’ è stata, invece, scelta per l’iniziativa ‘Spin the wheel’, che si dipana tra workshop e attività educative nelle scuole sui temi della diversità e inclusione attraverso la pratica del rugby in carrozzina. Infine, la Fondazione Hopen si è aggiudicata il bando per i corsi di karate e danza. La prima disciplina è molto adatta alle esigenze di concentrazione e controllo dell’iperattività, la seconda contribuisce in modo efficace alla costruzione dell’esperienza creativa. Il bando ‘Ricerca scientifica’ ha assegnato infine 105mila euro a tre progetti. L’Aieop (Associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica) ha promosso l’implementazione digitale della piattaforma Cineca per la centralizzazione dei tumori pediatrici del Sistema nervoso centrale, ai fini di una migliore classificazione e una più precisa definizione terapeutica. La Fondazione David Chiossone è stata invece scelta per un nuovo processo di presa in carico che ottimizza la tempistica della gestione di tutte le disabilità conseguenti un episodio cerebrovascolare acuto. Infine l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù è stato finanziato con ‘Sport per tutti’ che riguarda 20 soggetti di età’ compresa tra 4 e 17 anni, con disabilità neuro-motoria: si effettueranno valutazioni cliniche e strumentali volte a documentarne il profilo funzionale e gli ausili e protesi adattati necessari per la pratica sportiva.


Il presidente di Fondazione Baroni, Giuseppe Signoriello, ha affermato: “Quest’anno abbiamo premiato 11 progetti, ma ben 70 domande sono pervenute in risposta ai bandi. Se da un lato siamo più che soddisfatti della risposta ricevuta, che conferma la nostra presenza in aree dove il disagio è forte e quindi con il nostro contributo è stato possibile migliorare delle future aspettative, d’altro canto sottolinea la carenza di adeguati supporti quando si parla di ricerca, sport inclusivo ed ancora di più assistenza. Singole entità, per quanto dotate di buona volontà, possono fare poco, sono convinto che l’aggregazione di realtà come la nostra, il coinvolgimento di aziende, ora che il bilancio solidale è finalmente entrato nelle corde degli imprenditori, potrebbe realizzare grandi progetti coinvolgendo sempre più persone. Spesso le mission sono diverse, ma il fine è sempre il miglioramento della vita degli altri. Noi continueremo la nostra attività cercando di coinvolgere sempre più realtà e cercheremo, forti della nostra storia, di raccogliere risorse necessarie per grandi progetti come la casa del dopo di noi o lo sportello di ascolto ed intervento per disabili fisici o psichiatrici che sono ancora più esposti alla violenza”.

High School Game: domani il Live Quiz sulla sicurezza stradale

High School Game: domani il Live Quiz sulla sicurezza stradaleRoma, 14 mar. (askanews) – High School Game, il concorso didattico gratuito per gli studenti degli Istituti Superiori di tutta Italia, lancia il contest dedicato alla sicurezza stradale, realizzato in collaborazione con la Polizia Stradale di Milano.


Alle ore 17 di domani, infatti, sull’app Wicontest (www.wicontest.com/it) e sul profilo YouTube di High School Game, si svolgerà il Live quiz sulla sicurezza stradale, con gli interventi di Andrea Taverna (Polizia Stradale di Milano) e di Renato Leporelli (Div. Guida Sicura Aci Vallelunga). Il live quiz chiuderà il percorso di sfide dirette tra studenti o tra classi/istituti diversi, basate sui consigli di sicurezza e sulle pillole video realizzate per l’occasione dalla Polizia Stradale di Milano. Grazie alla media partnership con Rai Cinema Channel, inoltre, ogni settimana verranno inviati agli studenti anche degli speciali Global Quiz, introdotti da cortometraggi sulle diverse tematiche sociali oggetto dei contest, per unire la potenza visiva del cinema al meccanismo coinvolgente del gioco, che diventa così strumento per imparare divertendosi.


Tutti i contest del Concorso, incentrati – oltre che sull’educazione stradale – su tematiche quali educazione ambientale, educazione alimentare, lotta alla violenza sulle donne e lotta al bullismo – si concluderanno con la Finale Nazionale in programma il 19 e 20 maggio a Civitavecchia, al termine della quale gli istituti vincitori si aggiudicheranno un viaggio di 3 giorni in hotel on board sulla nave Cruise Grimaldi Lines con destinazione Barcellona, riservato a tutta la classe e a un docente accompagnatore. Partner della XII edizione di High School Game sono: Grimaldi Lines (Main Partner), le Università Vanvitelli della Campania, LUMSA di Roma e LABA di Firenze (Educational Partner), Logica Test (Official Partner), Fondazione Univerde, Onlus Plastic Free e FARE X BENE, oltre alla Polizia Stradale di Milano.

”AltriCorpi”, evento di Alimenta sui disturbi dell’alimentazione

”AltriCorpi”, evento di Alimenta sui disturbi dell’alimentazioneMilano, 14 mar. (askanews) – “AltriCorpi: dialoghi per nuove narrazioni dai Disturbi Alimentari ai corpi non conformi” è un evento aperto al pubblico in programma a Roma sabato 16 marzo presso gli spazi di Monk, in via Giuseppe Mirri 32, dalle 15:30 alle 20:00. A organizzarlo è Animenta insieme al Dottor. Edoardo Mocini e Giulia Paganalli, non profit con una community online di 44mila persone fondata da Aurora Caporossi, 26 anni, romana, con alle spalle un passato di anoressia nervosa. È un’iniziativa connessa alla ricorrenza annuale della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, per la lotta ai disturbi alimentari, DCA.


“Altri Corpi” nasce con l’obiettivo di creare un momento informativo e di accoglienza per il pubblico dal vivo, per promuovere una corretta cultura sui disturbi del comportamento alimentare, invitando a non ragionare per stereotipi e a considerare la complessità psichica, sociale e culturale del problema. L’evento si articola in quattro panel, durante i quali specialisti di diversi settori forniranno approfondimenti su differenti aspetti, fondamentali da considerare quando si parla di DCA. I macro temi trattati sono: corpo, la sua percezione da parte di chi soffre; salute, i sussidi sanitari e le soluzioni che esistono e che il più delle volte non funzionano; social media, per riflettere sui linguaggi utilizzati sui social per discutere di disturbi alimentari a partire dai rischi connessi alla creazione di malintesi da parte dei fruitori e alla diffusione di messaggi pericolosi; e storie, le testimonianze di ragazzi della community di Animenta che hanno affrontato la malattia e sono riusciti a gestirla. In occasione della giornata saranno presentati gli abiti-manifesto ideati e realizzati dai giovani designer di Accademia Italiana, scuola di alta formazione dall’approccio internazionale con sedi a Roma e Firenze. Con il coordinamento dei docenti Ilenia Alesse, Patrizia Valentini, Gianluca Santangelo, gli studenti del secondo e terzo anno del triennio in Fashion Design hanno lavorato sul concetto di rinascita e di equilibrio che si avvertono quando si sconfigge un disturbo dell’alimentazione e sull’idea di bellezza per tutti i corpi. Gli outfit sono stati inoltre protagonisti di uno shooting che ha coinvolto gli studenti del corso triennale in Fotografia, coordinati dalla docente Tania Alineri. L’editorial sarà presentato durante l’iniziativa e diffuso online, con lo scopo di decostruire lo stigma che circonda questo tipo di malattie. L’iniziativa ha l’obiettivo di costruire nuove narrazioni intorno al corpo, al cibo e alla salute al fine di comprendere che non esiste mai un’unica storia con cui possiamo raccontare la realtà. Al momento dell’iscrizione, è richiesta una donazione libera per supportare il progetto. (Informazioni e prenotazioni https://animenta.org/altri-corpi/).


Secondo i dati rilasciati nel 2023 da un Osservatorio ABA e ISTAT, sono circa 3 milioni gli italiani che soffrono di disturbi alimentari e in seguito alla pandemia l’incidenza è salita del 30%, interessando soprattutto i più giovani a causa dell’isolamento prolungato e delle ridotte occasioni sociali. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, rispetto alle diagnosi più frequenti, tra questi disturbi non rientrano solo i più comunemente noti anoressia (che colpisce circa il 42,3% dei casi) e bulimia nervosa (18,2%), ma anche il binge eating disorder (abbuffate incontrollate, che incide per il 14,6%). Si aggiungono anche innumerevoli altre varianti che Animenta registra quotidianamente, tra cui per esempio la drunkoressia, l’ortoressia, il disturbo evitante-restrittivo e altri che rendono difficile definire i confini di queste malattie e riconoscerle. Questi dati evidenziano la necessità urgente di cambiare e innovare i canali di comunicazione per aprire un vero dialogo con una generazione sempre più giovane colpita dai DCA e indicano l’urgenza di modificare la narrazione connessa a queste tematiche complesse e variegate, evitando stereotipi e definendole per ciò che realmente sono: disturbi di natura psichica.

”Un sorriso per le donne”, 30mila euro raccolti per Progetto Agata

”Un sorriso per le donne”, 30mila euro raccolti per Progetto AgataRoma, 11 mar. (askanews) – Trecento ospiti hanno partecipato a La Lanterna Rome alla Charity Dinner “Un sorriso per le donne”, ideato e organizzato dalla Fondazione Puzzilli di Daniele Puzzilli e Giorgia Alese che per la speciale occasione ha raccolto 30.770 euro devoluti a fine serata al Progetto Agata di Gessica Notaro.


“Le donne – ha detto Notaro – potranno con il nostro aiuto difendersi concretamente nelle more del giudizio, non tenendo una condotta meramente passiva, con grave limitazione della libertà personale, ma diventando parte attiva a tutela della loro integrità e dignità, aggredendo una situazione di netto svantaggio, andando letteralmente loro stesse a caccia dello stalker, ribaltando un destino che le vuole vittime per forza e senza capacità di difesa”. Lo speciale happening, realizzato interamente da solo donne, è stato presentato da Flora Canto affiancata sul palco da Silvia Salis (vice presidente del Coni), Elena Santarelli (conduttrice), Gessica Notaro (attivista), Gloria Peritore (campionessa mondiale di kickboxing), Alessia Lautone (direttrice LaPresse), Giorgia Venturini (conduttrice televisiva), Arianna Mihajlovic (showgirl), Rosella Santoro (dirigente generale dell’amministrazione penitenziaria), Manuela Nicolosi (arbitro Lega Francese) e Monica Marangoni (conduttrice televisiva). Nei loro interventi si sono affrontate diverse tematiche tra cui parità di genere, aiuti per le neo mamme, carceri, sport e lavoro.


“Da sole siamo una goccia, ma Insieme, siamo un oceano – ha dichiarato a fine serata una emozionata Giorgia Alese – È con queste parole di un antico detto giapponese che voglio partire per ringraziare tutte le persone straordinarie che hanno reso possibile non solo questa serata, ma i tantissimi progetti che la Fondazione Puzzilli porta avanti a testa alta. Persone straordinarie, ma soprattutto donne straordinarie. Ho la fortuna e l’onore di avere al mio fianco, ogni giorno, una squadra incredibile composta da donne coraggiose. Donne che sanno cosa vuol dire il lavoro di squadra, il sacrificio, l’impegno. Donne che guardo negli occhi, nei quali vedo la voglia di lottare per un futuro migliore”. All’evento, accompagnato dall’esibizione live painting del fumettista Antonino Federico, da danza aerea, quartetto d’archi e dj set, hanno partecipato inoltre il comico Enrico Brignano, il regista Fausto Brizzi, le showgirl Pamela Camassa e Benedetta Mazza, il conduttore Filippo Bisciglia, gli attori Luca Melucci e Anna Safroncik.


“Abbiamo voluto celebrare oggi – ha concluso Daniele Puzzilli – la forza, determinazione, il talento, l’energia e la positività delle donne. Sono loro che generano amore.”

8 marzo, un “casco rosso” in viaggio da nord a sud Italia

8 marzo, un “casco rosso” in viaggio da nord a sud ItaliaRoma, 8 mar. (askanews) – E’ stato consegnato, al presidente del VII Municipio di Roma, un casco rosso, simbolo della lotta alla violenza sulle donne. E’ partita cosi, dalla Capitale, una motostaffetta nazionale per lanciare il progetto “Caschi Rossi” dell’Associazione nazionale Angeli in Moto, in concomitanza con la presentazione del libro “Donne sotto lo stesso cielo”, promosso dalla Soprintendente Speciale di Roma, Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Daniela Porro.


Presente anche il presidente del Vespa club di Roma Nunzio Bonanno, la presidente di Angeli in Moto Maria Sara Feliciangeli e Cromillla che porterà il casco a Pompei. L’Associazione di volontariato Angeli in moto, attiva dal 2015 con diversi progetti di inclusione sociale e diffusa sul territorio con circa 800 iscritti in tutta Italia, ha deciso di strutturare una campagna di sensibilizzazione nel contrasto alla violenza di genere attraverso la realizzazione del progetto “Caschi Rossi”. L’iniziativa è volta a supportare le donne vittime di violenza in collaborazione con la rete di associazioni del territorio, con le forze dell’ordine, i servizi sociali e i centri anti-violenza territoriali attraverso un percorso di consapevolezza indirizzato all’indipendenza. Nello specifico, il progetto si sviluppa attraverso alcune tappe fondamentali: dall’accompagnamento e assistenza nel corso delle udienze processuali in caso di denuncia, fino al supporto all’autonomia lavorativa attraverso l’attivazione di Borse Lavoro (gratuite per le donne che ne faranno richiesta).


Simbolo del progetto, che coniuga lo spirito dell’Associazione con il colore emblema nella lotta alla violenza di genere, è un casco rosso donato dalla ditta GI.VI. S.p.A. di Brescia, che viaggerà dall’8 marzo per tutta Italia insieme ad un libro bianco che prenderà forma grazie ai pensieri dei protagonisti che Angeli in moto incontrerà durante il viaggio.

Mamme lavoratrici, Emilia Romagna guida classifica regioni virtuose

Mamme lavoratrici, Emilia Romagna guida classifica regioni virtuoseRoma, 8 mar. (askanews) – Coniugare lavoro e maternità è uno dei temi più sentiti in questo periodo storico. I dati in tal senso non sono incoraggianti: l’ultimo rilevamento dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, relativo al 2022, ha evidenziato un aumento del 17,1 per cento delle dimissioni volontarie presentate nei primi tre anni di vita dei figli, il 63 per cento dei casi riguarda neomamme che giustificano il ricorso alle dimissioni con la incompatibilità tra lavoro e maternità.


La fotografia di quanto è difficile essere una mamma lavoratrice in Italia – quanto mai attuale in occasione del giorno della Festa della donna – la dà lo studio condotto da CVapp, piattaforma di editor online per la creazione di curriculum vitae. Prendendo in considerazione dati demografici, dati relativi alla conciliazione tra lavoro e famiglia e dati economici, ha elaborato il CVapp Maternity Leave Index, classifica regionale che indica in quali aree del Paese è più semplice coniugare l’impegno lavorativo e quello genitoriale, analizzando fattori come i posti disponibili negli asili nido, la spesa pro-capite sostenuta dai comuni per i servizi educativi, i redditi medi delle famiglie con figli, il costo degli asili nido e le tariffe regionali per baby-sitting.


Emerge dunque come la regione che fa registrare il punteggio più alto all’interno di questa speciale classifica sia l’Emilia Romagna, davanti a Toscana e Lazio, mentre le aree in maggiore difficoltà risultano essere Campania, Sicilia e Calabria, sul cui risultato pesa una spesa pro-capite bassa sostenuta dai comuni per i servizi educativi per la prima infanzia e una drammatica carenza per quel che riguarda i posti disponibili negli asili nido ogni 100 bambini nella fascia 0-2 anni (rispettivamente 11, 10 e 12), cifre ben lontane da quelle di chi domina questo ambito preciso del CVapp Maternity Leave Index, vale a dire Umbria (44), Emilia Romagna (41) e Valle d’Aosta (40). A ogni variabile presa in esame da CVapp, la cui analisi parte da dati ufficiali Istat e del Ministero della Salute, è stato attribuito un punteggio, con l’obiettivo – spiega una nota – di fornire una fotografia che fosse il più possibile fedele.


I dati mostrano un’Italia che viaggia a due velocità, con le regioni del Sud alle prese con redditi medi delle famiglie con figli più bassi rispetto al resto del Paese (Sicilia, Sardegna, Campania, Calabria, Molise e Puglia occupano le ultime sei posizioni, al di sotto dei 30.000 euro medi) e, di conseguenza, anche con il costo medio più basso per quanto riguarda gli asili comunali (il minimo lo si tocca in Molise, con 169 euro medi a fronte dei 472 del Trentino-Alto Adige). Discorso analogo per le tariffe del baby-sitting, con Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia che dominano la classifica e la Basilicata che può vantare i prezzi più bassi, sotto gli 8 euro all’ora di media. Il CVapp Maternity Leave Index attribuisce un punteggio medio finale espresso in decimi, che vede la seguente classifica: Emilia Romagna 6,85; Toscana 6,65; Lazio 6,4; Umbria 6,2; Lombardia e Valle d’Aosta 5,9; Molise 5,75; Veneto 5,6; Marche 5,5; Sardegna 5,35; Trentino-Alto Adige 5,25; Piemonte e Friuli-Venezia Giulia 4,95; Liguria 4,7; Abruzzo 4,45; Basilicata 3,85; Puglia 3,6; Calabria 2,95; Sicilia 2,7; Campania 2,3.

Parità genere, Johnson e Johnson MedTech Italia ottiene certificazione

Parità genere, Johnson e Johnson MedTech Italia ottiene certificazioneRoma, 7 mar. (askanews) – Garantire il progresso della salute per tutta l’umanità richiede non solo una leadership coraggiosa, ma anche una cultura costruita su fondamenta di integrità, responsabilità ed etica. Caratteristiche queste che da sempre sono parte del dna di Johnson & Johnson MedTech Italia, azienda operante nel settore delle tecnologie MedTech, che oggi conferma il proprio impegno per la diversità, l’equità e l’inclusione superando l’audit gestito da Bureau Veritas e certificandosi per la parità di genere.


Un risultato questo che si aggiunge alle iniziative e ai numeri che raccontano già l’approccio dell’azienda in cui già nel 1886, anno della fondazione del gruppo, su 14 dipendenti 8 erano donne: oggi su circa settecento persone che lavorano in Johnson & Johnson MedTech Italia il 60% è donna, il 59% ricopre ruoli manageriali, mentre le dirigenti donna rappresentano il 50% del personale dirigente. La certificazione per la parità di genere è stata rilasciata sulla base dell’analisi effettuata su sei aree di interesse: cultura e strategia, governance, processi HR, opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.


Negli anni, l’impegno sui temi della diversità, equità e inclusione, in linea con i principi del Credo J&J – la carta dei valori che guida l’operato dell’azienda verso le proprie persone, i clienti e le comunità di riferimento -, ha portato l’azienda a raggiungere importanti traguardi sia nelle politiche interne che nei riconoscimenti esterni, anche grazie all’impegno dei dipendenti catalizzato negli Employee Resource Groups (ERGs), gruppi di dipendenti auto organizzati che hanno come obiettivo quello di sensibilizzare e impegnare l’organizzazione su alcuni temi sociali inerenti al mondo DE&I. Tra questi il gruppo “Women Leadership & Inclusion” (WLI), nato oltre 25 anni fa con l’obiettivo di favorire l’inclusione, lo sviluppo professionale e il networking per le donne in azienda. “Il nostro Credo ci guida ogni giorno nella necessità di garantire un ambiente lavorativo inclusivo in cui ogni persona deve essere considerata e valorizzata nel rispetto della diversità e della dignità di tutti – ha dichiarato il Presidente e Amministratore delegato di Johnson & Johnson MedTech Italia Gabriele Fischetto – L’ottenimento della certificazione per la parità di genere è un attestato del lavoro che da sempre la nostra azienda ha fatto per garantire che i principi dell’equità e dell’inclusione siano parte integrante di ogni ambito della nostra organizzazione e della nostra cultura. Siamo consapevoli che gli schemi e modelli del passato non funzionano più e che per costruire un futuro resiliente e sostenibile per tutti e soprattutto per le giovani generazioni, le aziende e i leader di oggi hanno il compito di trasformare le sfide in opportunità, abbracciando il progresso culturale offerto dalla valorizzazione della diversità e dalla promozione di una cultura inclusiva all’interno delle proprie organizzazioni. Nella nostra azienda stiamo già assistendo all’impatto positivo che tutto questo è in grado di generare e vogliamo continuare a progredire, sperando di essere un esempio virtuoso per il nostro Paese, in cui ancora molto c’è da fare”.