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”Non regali, ma formelle”: solidarietà per bambini orfani Egitto

”Non regali, ma formelle”: solidarietà per bambini orfani EgittoRoma, 20 nov. (askanews) – L’Associazione “Bambino Gesù del Cairo Onlus” per il prossimo Natale propone l’iniziativa solidale “Non regali, ma formelle!”, che consiste nell’acquistare una formella da regalare o regalarsi, che fa parte del mosaico del logo dell’Associazione, che raffigura la copia autentica della Statua della Pietà di Michelangelo.

L’Associazione, fondata e presieduta da Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, già Segretario di Papa Francesco, si prefigge l’obiettivo di ultimare i lavori inerenti la costruzione dell’Orfanotrofio “Oasi della Pietà” in Egitto, la cui denominazione fa riferimento al prezioso dono che Sua Santità Papa Francesco ha benevolmente voluto destinare a questo progetto, che è una copia della Pietà di Michelangelo. Il progetto è stato avviato in seguito alla sottoscrizione del Documento “Sulla Fratellanza Umana per la Pace e la Convivenza Comune” da Sua Santità Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyib, nella città di Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019. Le altre iniziative in essere dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus sono: l’Ospedale pediatrico e materno Bambino Gesù del Cairo; i convogli sanitari per offrire gratuitamente cure, medicine, accertamenti ai bambini disagiati; la catena di ristoranti “Fratello” per offrire gratuitamente cibo alle famiglie povere.

Per dare corso ai lavori dell’Orfanotrofio e per le altre iniziative suesposte, l’Associazione ha dato vita, nel corso degli anni, ad una serie di iniziative di raccolta fondi, tra le quali, appunto, “Non regali, ma formelle”. Le formelle da regalare, che si possono acquistare sul sito https://bambinogesu-eg.com/initiatives/stones_it.php?folder=initiatives&index=stones&lang=it sono di tre colori, bianco, blu e oro, su cui verrà inciso il nome di chi l’ha acquistata per regalarsela o del destinatario del regalo.

Il mosaico, una volta completato, verrà collocato nell’ingresso dell’Orfanotrofio, alla destra della copia autentica della Statua della Pietà di Michelangelo, che Sua Santità Papa Francesco ha voluto donare, nel 2019, a questo progetto. Il nome “Oasi della Pietà” è il logo dell’Associazione che richiama questo prezioso dono. Ogni formella contribuirà a cambiare la vita di un orfano e gli regalerà una dimora. La formella resterà per sempre come una testimonianza, come un testamento d’amore perché, grazie alla generosità di tanti sostenitori, si potrà dare speranza alla storia di tante bambine e bambini, accogliendoli nella nuova casa, in cui potranno crescere in modo sano e ricevere educazione, istruzione, cura e protezione. In segno di gratitudine chi aderirà all’iniziativa riceverà un attestato con un opuscolo, insieme ad una formella con l’incisione del logo.

Papa: in tema di abusi silenzi e occultamenti sono inaccettabili

Papa: in tema di abusi silenzi e occultamenti sono inaccettabiliMilano, 18 nov. (askanews) – “Chi custodisce, chi custodisce il proprio cuore, sa che ‘nessun silenzio o occultamento può essere accettato in tema di abusi’, questa non è materia negoziabile, e sa anche che è importante ‘perseguire l’accertamento della verità e il ristabilimento della giustizia all’interno della comunità ecclesiale, anche in quei casi in cui determinati comportamenti non siano considerati reati per la legge dello Stato, ma lo sono per la normativa canonica’”. Lo ha detto questa mattina Papa Francesco nel corso dell’udienza ai partecipanti al I incontro nazionale dei Servizi e dei Centri di ascolto territoriali per la tutela dei minori e dei più vulnerabili promosso dalla Cei.

“Custodire vuol dire anche prevenire le occasioni di male, e questo è possibile soltanto attraverso una costante attività di formazione, volta a diffondere sensibilità e attenzione alla tutela dei più fragili” ha proseguito il Pontefice, spiegando che “l’ascolto delle vittime è il passo necessario per far crescere una cultura della prevenzione, che si concretizza nella formazione di tutta la comunità, nell’attuazione di procedure e buone prassi, nella vigilanza e in quella limpidezza dell’agire che costruisce e rinnova la fiducia”. “Solo l’ascolto del dolore delle persone che hanno sofferto questi terribili crimini apre alla solidarietà e spinge a fare tutto il possibile perché l’abuso non si ripeta” ha proseguito il Santo Padre, evidenziando che “questa è l’unica via per condividere realmente ciò che è accaduto nella vita di una vittima, così da sentirsi interpellati a un rinnovamento personale e comunitario. Siamo chiamati a una reazione morale, a promuovere e a testimoniare la vicinanza”. “La ‘cura’ delle ferite è anche opera di giustizia. Proprio per questo è importante perseguire coloro che commettono tali crimini, ancor più se in contesti ecclesiali” ha continuato il Papa, concludendo che “loro stessi hanno il dovere morale di una profonda conversione personale, che conduca al riconoscimento della propria infedeltà vocazionale, alla ripresa della vita spirituale e all’umile richiesta di perdono alle vittime per le proprie azioni”.

Cesvi apre a Siracusa una Casa del Sorriso. E’ la quinta in Italia

Cesvi apre a Siracusa una Casa del Sorriso. E’ la quinta in ItaliaRoma, 17 nov. (askanews) – Le diseguaglianze regionali pesano sulle prospettive di chi nasce al Sud, dove sono concentrate le Regioni con i dati peggiori su povertà, maltrattamenti, opportunità scolastiche. In occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – 20 novembre, Fondazione CESVI ha inaugurato in Sicilia la quinta Casa del Sorriso italiana, situata in Zona Zecchino vicino al difficile quartiere di Mazzarona. Amadeus invia un messaggio speciale rivolto ai bambini “Volevo fare i complimenti a voi e a CESVI: grande obiettivo raggiunto con l’apertura della Terza Casa del Sorriso (nel sud Italia) a Siracusa, dopo quelle di Bari e Napoli, con il contributo de I Soliti Ignoti dell’anno scorso che è andato a buon fine. Sono felicissimo, evviva La Casa del Sorriso, evviva CESVI. Un bacione grande a tutta Siracusa!” Madrina di questa inaugurazione Alexia, da molti anni vicina alla ONG. La struttura rientra nel Programma Case del Sorriso, che mira a promuovere i diritti dei bambini e delle bambine e a prevenire povertà educativa e trascuratezza, aiutando minori e familiari. In Italia CESVI ha sostenuto attraverso i suoi interventi e progetti a favore dell’infanzia più di 2.470 beneficiari, di cui 1.660 minori nel 2022, mentre nei primi 6 mesi del 2023 sono già 1392 le persone supportate e di queste 968 sono minori. Il Programma Case del Sorriso è una realtà attiva da oltre 20 anni in diverse aree del mondo, in Africa, America Latina e Centrale, Asia, spingendosi negli ultimi anni anche nei teatri delle più gravi emergenze umanitarie.

«A pochi giorni della giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è bene ricordare le tante situazioni che non permettono ancora oggi, a migliaia di bambini nel mondo, di veder garantiti i propri diritti. Una di queste, in tema di maltrattamento, è quella che riguarda le Regioni del Sud, dove la situazione è caratterizzate da un’alta concentrazione di fattori di rischio. Con le Case del Sorriso vogliamo dare ai bambini un luogo sicuro dove possano sentirsi accolti, vedere rispettati i loro diritti fondamentali, creare opportunità per il futuro loro e dei loro genitori Dopo l’apertura delle nostre strutture a Bari e Napoli, siamo felici di poter dare il nostro contributo anche in Sicilia a Siracusa con una Casa del Sorriso che desidera aprire le porte di un futuro ricco di possibilità per tutti i minori e le famiglie bisognose del territorio», ha detto Roberto Vignola, vicedirettore generale di CESVI. Il cronico divario territoriale continua a soffocare il futuro di migliaia di bambine e bambini del Mezzogiorno. Le aree dove essere bambino è più rischioso sono in Meridione: secondo il più recente Indice Regionale sul maltrattamento all’infanzia di CESVI, all’ultimo e penultimo posto dell’elenco delle Regioni per fattori di rischio e disponibilità di servizi di prevenzione e cura sono Campania (20°) e Sicilia (19°), precedute da Calabria e Puglia. La povertà assoluta colpisce nel Paese quasi 1,4 milioni di bambini (14,2%), in quasi 762mila famiglie. Al Sud si trovano le Regioni con la maggior percentuale di famiglie povere, salite al 23,2% dal 18,3% del 2020 (18,6% al Nord; media nazionale 11%). Fanalini di coda Puglia (27,5%), Campania (22,8%), Calabria (20,3%), Sicilia (18,3%)

Campagna del Monza e di Motorola contro la violenza sulle donne

Campagna del Monza e di Motorola contro la violenza sulle donneMilano, 13 nov. (askanews) – Con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e accrescere la consapevolezza nei confronti del fenomeno della violenza contro le donne, Motorola, sponsor ufficiale dell’AC Monza, ha messo a disposizione il proprio spazio sul petto delle maglie dei biancorossi, per ospitare testimonianze rappresentative di vittime di violenza che si sono rivolte a Telefono Rosa.

“In un’epoca in cui le attività dei brand hanno un impatto sulla percezione della collettività, le aziende hanno l’opportunità di contribuire a sostenere responsabilmente le cause sociali del Paese in cui operano, facendo leva sui propri valori e asset – ha affermato Carlo Barlocco, amministratore delegato di Motorola -. Per questo abbiamo deciso di amplificare l’impegno di un’organizzazione che, con estrema determinazione da decenni combatte uno dei principali fenomeni che sta ferendo la nostra società, la violenza contro le donne” In quest’ottica, Motorola ha scelto di contribuire a sostenere l’attività di Telefono Rosa, la prima associazione italiana al fianco delle donne che dal 1988 offre supporto alle vittime di violenza. Insieme, hanno sviluppato una campagna di comunicazione rivolta agli uomini per sensibilizzarli sulle conseguenze della violenza contro le donne, scegliendo uno dei mezzi di comunicazioni più visibile al target maschile, le magliette di calcio. La campagna prevede che la parte frontale delle magliette di AC Monza sia dedicata – al posto del logo del brand Motorola – a “dare voce” a donne vittime di violenza, attraverso i messaggi raccolti da Telefono Rosa nel corso della loro attività quotidiana a supporto delle donne. Così, in occasione della partita Monza-Torino dell’11 novembre, i giocatori di AC Monza sono scesi in campo con una maglietta speciale, con un messaggio che rappresenta l’intera campagna di sensibilizzazione: “Era l’uomo dei miei sogni, oggi è il mio incubo”.

A supporto della campagna, sono state sviluppate diverse magliette ed ognuna ospita un messaggio differente raccolto da Telefono Rosa, per testimonia le diverse storie di violenza. Il fiocco bianco inserito sulle maglie, inoltre, rappresenta l’impegno degli uomini a manifestare la propria opposizione contro la violenza sulle donne. Al termine della partita, le maglie sono state messe all’asta su LiveOnlus fino al 25 novembre e il ricavato sarà devoluto a Telefono Rosa per contribuire a sostenere l’importante attività a tutela delle donne.

“Abbiamo voluto dare voce a tutte quelle donne vittima di violenza, mettendo a disposizione il mezzo di comunicazione più rilevante a nostra disposizione, le magliette di una squadra di calcio, con l’obiettivo di sensibilizzare gli uomini e far comprendere la gravità del fenomeno” ha dichiarato Giorgia Bulgarella, Marketing Manager di Motorola Italia. “Si pensa sempre che solo noi donne dobbiamo occuparci di violenza. Purtroppo, la violenza di genere è un fenomeno culturale e sociale che colpisce tutti e tutte. Per questo siamo contente di rivolgerci agli uomini, per sensibilizzarli e sperare che siano al nostro fianco nella lotta. Non c’è modo migliore per farlo che quello di utilizzare il gioco del calci”, ha commentato la presidente di Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli. “Siamo davvero grate di partecipare ad un progetto così importante. Attraverso le magliette i giocatori faranno sentire in campo la voce di tante donne che purtroppo subiscono in silenzio. Da sempre crediamo che lo sport sia uno strumento essenziale per veicolare messaggi fondamentali.” “Siamo orgogliosi di avere al nostro fianco un Official Sponsor come Motorola – ha concluso Adriano Galliani, amministratore delegato AC Monza – con il quale condividiamo valori sociali e grande senso di responsabilità. Questa iniziativa, unica nel suo genere, è di grande impatto perché la maglia da gara è da sempre lo strumento più visibile nel mondo del calcio. Auspichiamo di sensibilizzare il pubblico verso questo grave problema sociale e al tempo stesso di dare un aiuto concreto all’associazione Telefono Rosa nella sua attività a tutela delle donne”.

Nuovi Orizzonti, a un mese di distanza la Missione di Roma continua

Nuovi Orizzonti, a un mese di distanza la Missione di Roma continuaRoma, 11 nov. (askanews) – ‘È passato quasi un mese dalla Missione di Roma, quando più di 400 missionari sono andati per le strade, nelle piazze, nelle scuole, in università, ospedali, carceri, centri commerciali… in tanti luoghi di aggregazione per proporre l’esperienza di Dio attraverso incontri, ascolto, testimonianze o momenti di preghiera e di festa. È stato forte, anche i più esperti sono rimasti sorpresi da come il Signore ha operato e dalla sete grande delle persone incontrate. Si è innescato qualcosa che non vuole finire: i sacerdoti delle parrocchie di Roma vedono tornare le persone incontrate, che li cercano; persone lontanissime dalla Chiesa hanno ripreso a frequentare la Messa e si sono messe a disposizione per attività di volontariato. La Missione continua’.

Un articolo per il sito di Nuovi Orizzonti, la comunità fondata da Chiara Amirante, racconta il bilancio della missione di strada a Roma e, a distanza di un mese, la sua continuità. ‘Pochi giorni fa – spiega Don Davide Banzato che ha curato con la redazione del sito di Nuovi Orizzonti questo articolo – ero connesso con un gruppo in cui c’era Catalina, che è venuta apposta dal nord della Germania per vivere qualche giorno di Missione. All’inizio della connessione, ho notato che aveva al polso il braccialetto rosso dei missionari, col QR Code che rimanda alle informazioni sulle nostre attività. Le ho chiesto perché portava ancora il braccialetto e mi ha risposto che così la gente lo notava, le chiedeva e lei poteva spiegare… E nella stessa connessione era presente una statunitense incontrata in Piazza del Popolo, che ora dagli Stati Uniti segue la SpiriTherapy: la Missione continua. E ogni sabato la gente di Nuovi Orizzonti torna in piazza, in strada, là dove siamo nati, là dove è nato il Vangelo’.

Ecco alcuni racconti dei missionari: Mi ha colpito soprattutto un ragazzo che camminava insieme a noi, come me alla sua prima esperienza di missione: i primi giorni non sorrideva, non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti. Ma poi pian piano già dal secondo giorno tutti vedevamo in lui una luce diversa. Ha iniziato a raccontare di se stesso e delle sue ferite, ha trovato in noialtri missionari dei fratelli a cui affidare il suo dolore. Alla fine della missione sembrava un ragazzo nuovo.

A volte penso che ‘gli ultimi’ siano quelli senza una lira, e invece ho visto sguardi spenti e tristi, tanto tra gli studenti all’università la Sapienza, tra i lavoratori in giacca e cravatta, tra i ‘trasgressivi’ dell’ultimo banco a scuola, tra i commessi sorridenti di Dior e in strada sui cartoni… ma ho visto quegli sguardi duri cambiare e sciogliersi quando capivano che non eravamo in giro per vendere qualcosa o per pubblicizzare… eravamo lì solo per ascoltarli, per chinarci sulle loro sofferenze, perché potevano gettare via per un attimo ogni meccanismo di difesa e mostrarsi così come erano. Mi porto il desiderio di eternità che ho visto impresso nei loro cuori. Davanti all’ ‘Amore per sempre’ si scioglievano. Siamo fatti per quello. Un’altra esperienza con due ‘invisibili’ l’ho vissuta alla stazione Termini. Qui Anton e Florian in principio erano arrabbiati, non tanto con noi che ascoltavamo la loro storia, quanto nei confronti di Dio, dal quale si sentivano abbandonati. Quando una missionaria ha testimoniato come Gesù ha cambiato la sua vita, il loro sguardo è cambiato, e quando uno di noi ha abbracciato Anton, senza chiederglielo, con un gesto spontaneo d’amore, quest’ultimo ha sentito l’abbraccio di Gesù, come ci ha detto lui stesso.

I primi giorni sono stati difficili, mi sentivo fuori luogo. I giorni successivi sono riuscita a uscire dai miei limiti, fermavo qualsiasi persona e non sentivo stanchezza. Giorno dopo giorno avevo il desiderio di dare sempre di più, di trasmettere l’amore che avevo in quel momento dentro di me. Più persone evangelizzavo e più quest’amore aumentava. Sentivo Gesù vicino a me. Persone incontrate al carcere di Rebibbia mi hanno consegnato vissuti importanti in una combinazione di ferite e speranze. Hanno toccato il mio cuore, commuovendolo e attivandolo in una profonda preghiera perché le loro vite rifioriscano al più presto. Insieme abbiamo consegnato al Signore tutto il peso che continua a segnare il loro presente. Ed Egli ha immediatamente consolato e trasformato il volto di questi fratelli, rendendoli contagiosi di una luce che prima mancava. Insieme agli altri detenuti e agli amici missionari, infatti, siamo stati spettatori e allo stesso tempo protagonisti della presenza e dell’azione dello Spirito Santo in quella cappellina tra i padiglioni di Rebibbia, in quel preciso gruppo che con noi ad un certo punto ha iniziato a cantare e ballare, a condividere abbracci e una forte vicinanza fraterna. Incredibile… eppur vero! All’università La Sapienza con tre ragazze indonesiane, una cattolica, una protestante e l’altra islamica: abbiamo pregato insieme a loro ed è stato bello! Al centro commerciale avevamo il cartello degli ‘abbracci gratis’ e una signora dopo aver letto il cartello mi dice: ‘Da quanto tempo lo aspettavo!’. Quanto c’è bisogno di abbracci! E poi c’è stata la festa, c’è stata la preghiera, c’è stato il momento finale che ha fatto esplodere quella gioia incontenibile che mi portavo nel cuore. Mi sono rimaste nel cuore le ragazze dell’istituto professionale che hanno paura di essere felici, perché la felicità a volte fa veramente paura: in particolare Alessia e la sua solitudine, quella solitudine dove chiedere aiuto è più difficile della paura stessa del lasciarsi amare. Grazie a voi ragazzi, perché mi ricordate che per raggiugere la felicità dobbiamo essere noi per primi a rincorrerla e soprattutto c’è Qualcuno che prima di noi vuole donarcela. L’ultimo grazie va a te, Chiara, perché, nonostante le tue quattro sindromi, sei stata in prima linea a testimoniare nelle piazze e nelle strade che Dio è amore e che senza di Lui siamo nulla. Grazie perché ancora una volta ci hai dimostrato la forza da Lui donata, una forza e una fede che sposta le montagne, che spazza via ogni nuvola, che fa gridare al mondo che siamo amati da un Amore pazzo e incondizionato. Tra le corsie di neurochirurgia insieme ad un sacerdote ho potuto tenere la mano ad una donna che aveva appena subito un delicato intervento alla testa. L’incontro con quegli occhi di moglie, di madre di due figli, di una donna giovane con una strada così in salita mi ha spalancato il cuore e mi sono sentita privilegiata a poter custodire le sue lacrime; anche quelle di un uomo molto coraggioso e tenace che non poteva alzarsi dal letto senza un aiuto per riprendere piano piano a camminare e si è lasciato accompagnare da noi, riprendendo improvvisamente fiducia nel poterci riprovare da solo, sostenuto da una fede rinnovata e così come le lacrime di un altro uomo che ci ha raccontato che dopo un incidente gravissimo, in un’esperienza di premorte ha visto Gesù e ha lasciato una vita di truffe e criminalità in favore di una vita onesta, alla ricerca della vera ricchezza che non si perde. Porto nel cuore la semplicità dell’accoglienza che abbiamo ricevuto da un gruppo di giovani: alcuni stavano fumando degli spinelli quando siamo arrivati e ci siamo trovati a festeggiare i 15 anni di una ragazza davvero tenerissima. Loro ci hanno tenuto che stessimo lì con loro a festeggiare e accettando di pregare insieme e chiedendoci di pregare ancora. Uno di loro, Alessandro, residente di un quartiere malfamato di Roma, è venuto al concerto finale ed è rimasto a pregare e cantare con noi e ci ha condiviso che ‘una cosa così bella non l’aveva mai vissuta’. Ho sperimentato la vertigine di un amore capace di miracoli. La missione di Roma è stata forse la settimana più emozionante della mia vita. Un giorno siamo andati a San Pietro, mi sono messo a chiedere lo Spirito Santo e poi, voltandomi, mi è venuto incontro un ragazzo. Ci siamo fermati e l’ho subito abbracciato e nel parlare mi ha raccontato che vive per strada, che è stato in galera, che fuma cocaina e ha cominciato a parlare e a raccontare. Intorno a questo ragazzo si è formato un gruppo di missionari e, nel ricevere un abbraccio da uno di noi, mi ha stupito vedere il suo volto cambiare, rilassarsi, e ho visto nascere nei suoi occhi un po’ di pace e speranza. Alla fine L’abbraccio di Chiara che mi ha ringraziato della testimonianza che ho fatto e trovarmi lì con lei che ringrazia me è stato troppo emozionante: vorrei ringraziarla di cuore per questa realtà che ha creato visto che in quel momento sono rimasto senza parole e non sono riuscito a dirglielo. La cosa che mi porto dietro di questa missione è che ho capito che, se stai all’amore e credi veramente che Dio c’è, si può aprire un mondo che per me prima era solo fantasia; da questa missione ho capito che vorrei donare l’amore che mi è stato donato e poter aiutare, o almeno provare a spiegare a chi è come ero io nella solitudine, che insieme a Dio e alle persone si può uscire dagli inferi. Se tra il caos di Roma perdevo le persone di riferimento, appena vedevo un altro gruppetto con la mia stessa maglietta rossa mi sentivo già al sicuro, perché anche se non le avevo mai viste in vita mia, sapevo che erano persone squisite! Nella chiesa San Giuseppe Cottolengo eravamo sempre indaffarati: chi partiva e chi tornava, sembrava un alveare di api produttrici d’amore! Quando penso a tutto ciò mi si riempie il cuore d’amore. Sicuramente non dimenticherò l’incontro fatto con Sofia durante la ‘Luce nella notte’ al centro commerciale Aura: sugli scalini c’era una ragazzetta intenta a guardare il suo telefonino: anfibi ai piedi, pantaloni neri e giacchetto in pelle nero. Ho guardato il mio fratello Jimmy, appena conosciuto, facendogli cenno di sedersi con me sugli scalini inferiori e così abbiamo conosciuto la studentessa punk: le parlavo ma lei, guardando il cellulare, mi ha detto che il suo ragazzo stava arrivando a prenderla e non aveva tempo per ascoltarmi. Mentre temporeggiava, io le parlavo e appena le ho parlato del mio incontro con l’amore, ha alzato lo sguardo e mi ha ascoltato incuriosita. Le ho proposto di entrare in chiesa e non avrei mai pensato che avrebbe accettato. Non esistono parole per descrivere cosa ho provato portandola di fronte a Gesù e pregare con lei in ginocchio, una ragazzina così piccola. Terminato tutto, fuori dalla chiesa, con le lacrime sul viso, mi ha ringraziato per averle fatto conoscere il nostro Gesù. Ripenso agli occhi dei ragazzi e delle ragazze delle scuole che da vacui e spenti diventano vivi e assetati, perché il nostro cuore riconosce l’Amore, il nostro cuore riconosce Dio. ‘Ringrazio Gian Michele, Giulia, Glauco, Chiara, Davide, Rita, Carmen, Francesca, Francesca, Riccardo, Salvatore e Sara per le loro condivisioni – conclude Don Davide Banzato -. Il titolo della Missione era Vivi per qualcosa di grande. Ecco: è successo qualcosa di così grande che non ci stanchiamo di raccontarcelo. Così grande che la Missione continua! ‘.

WomenX Impact Summit 2023, le donne per un futuro inclusivo

WomenX Impact Summit 2023, le donne per un futuro inclusivoRoma, 5 nov. (askanews) – Il WomenX Impact Summit 2023 è sempre più vicino: il 23, 24 e 25 novembre presso il FICO Eataly World di Bologna e Online andrà in scena la terza edizione dell’evento internazionale che ha come obiettivo la crescita personale e professionale delle donne attraverso testimonianze e casi studio che forniranno spunti interessanti a tutto il pubblico: in un unico appuntamento di tre giorni le migliori rappresentanti di una rete globale di donne ambiziose, leader del settore, imprenditrici e professioniste determinate a plasmare il futuro.

Si tratta dell’evento annuale in cui l’omonima community – che oggi conta oltre 30.000 persone – dedicata a ispirare, connettere e creare opportunità di carriera per le donne di tutto il mondo si incontra dal vivo. Con focus su innovazione, leadership ed empowerment, la Community di WomenX Impact offre durante tutto l’anno un’ampia gamma di risorse, eventi ed opportunità per aiutare le donne a raggiungere il loro pieno potenziale. Il WomenX Impact Summit 2023 promette di essere un’esperienza unica, con un programma straordinario che include tanti argomenti volti ad aprire vere e proprie finestre di ispirazione, formazione e dialogo su tematiche importanti e attuali quali Lavoro, Carriera, Digital Marketing, Diversità, Inclusione, Gender Gap, Educazione Finanziaria, Salute Mentale, Sostenibilità e molto altro ancora.

Giornata mondiale dono il 28 novembre, settima edizione GivingTuesday

Giornata mondiale dono il 28 novembre, settima edizione GivingTuesdayRoma, 3 nov. (askanews) – Un invito a “donare” per sensibilizzare sull’importanza di un gesto di generosità e promuovere la cultura della solidarietà: è questo l’obiettivo del GivingTuesday – la Giornata Mondiale del dono – che quest’anno si celebra in tutto il mondo il 28 novembre. Perché donare, in tutte le sue forme, significa poter fare la differenza e contribuire, in modo concreto, alla costruzione di un mondo più giusto e solidale.

Da queste premesse nasceva nel 2012, a New York, il più grande evento internazionale orientato a diffondere la nobile attitudine ad essere altruisti, per favorire una vera e propria controcultura solidale al consumismo massivo dei nostri tempi, incarnato dal Black Friday e dal Cyber Monday. Quell’invito a donare e ad attivarsi per la cura del prossimo e dell’ambiente oggi, dopo oltre 10 anni, è diventato un movimento globale di solidarietà che incoraggia la cooperazione tra le persone e la pratica del dono, coinvolgendo oltre 90 paesi nel mondo e milioni di cittadini. In Italia il GivingTuesady è organizzato e promosso, dal 2017, dalla Fondazione AIFR, che sin dall’inizio ha voluto mettere in luce l’impegno del Terzo Settore, invitando inoltre le persone a sostenere l’impatto che ogni singola azione può generare sulla comunità. L’iniziativa ha il patrocinio di ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, Assifero, ASSIF – Associazione Italiana Fundraiser e CSVNet.

“GivingTuesday è un movimento di sensibilizzazione sulla solidarietà e vuole diffondere la cultura del Dono come gesto quotidiano. – spiega Marco Cecchini, Presidente di Fondazione AIFR – Il mondo della solidarietà sta cambiando: c’è una presa di coscienza del donatore che vuole essere promotore di cambiamento e di sviluppo. In questo contesto è importante informare e sensibilizzare sull’importanza del Dono come cultura. Una solidarietà che si esprima tutto l’anno, e non solo in occasione di eventi di alta emotività, per poter essere davvero cambiamento e avere un impatto per tutta la società”. La Fondazione AIFR opera, dunque, con un duplice obiettivo: da un lato vuole fare emergere l’importante ruolo del Terzo Settore e dall’altro intende incentivare e spronare le persone ad attivarsi, contribuendo così alla costruzione di una cultura del dono più partecipativa e meglio riconosciuta. Lo fa attraverso numerose iniziative in programma per la settima edizione del GivingTuesday Italia, con un’attenzione particolare rivolta anche alle giovani generazioni.

Tutte le iniziative promosse da aifr per partecipare al GivingTuesday Italia. Sono numerose le attività proposte nel nostro Paese dalla Fondazione AIFR per partecipare attivamente alla settima edizione del GivingTuesday Italia e quindi alla promozione della cultura del dono.

28 novembre: i monumenti italiani si illuminano di rosso. Dal David di Michelangelo a Firenze, alla Fortezza Malatestiana di Rimini, dal Palazzo delle Logge a Pisa e Piazza del Campo a Siena alla Mole Antonelliana di Torino, dalla Val d’Aosta alla Sicilia, il 28 novembre l’Italia si illumina di rosso per celebrare la Generosità. Anche in Italia, dunque, si consoliderà quella che ormai, in occasione del GivingTuesday, è diventata una tradizione: illuminare i monumenti più simbolici del pianeta come il Cristo Redentore a Rio de Janeiro o le cascate del Niagara in Canada. Nel nostro Paese le comunità, dalle più grandi alle più piccole, sono state coinvolte su tutto il territorio nazionale grazie alla collaborazione di ANCI, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. La lista dei comuni aderenti è in continuo aggiornamento. StreamingTuesday: 24 ore di solidarietà in live-streaming su twitch. In occasione del GivingTuesday – la Giornata Mondiale del Dono, Fondazione AIFR lancia una nuova iniziativa: StreamingTuesday. Martedì 28 novembre oltre 20 gamer e content creator si alterneranno dalla mattina a notte fonda sulla piattaforma twitch.tv per dare vita a 24 ore di maratona streaming, con l’obiettivo di coinvolgere attivamente e sensibilizzare al dono gli spettatori. Tra sessioni di gaming per sostenere una raccolta fondi a favore di una ONP e “Quattro Chiacchiere” per dialogare con la propria community, lo scopo è promuovere l’importanza di un gesto di generosità e solidarietà anche fra le giovani generazioni. Già da tempo Fondazione AIFR collabora con gamer e content creator per sensibilizzare il Terzo Settore sull’importanza della diretta streaming come opportunità di raccolta fondi e lo scorso aprile ha infatti organizzato il convegno Gaming for Good proprio su questo nuovo e utile strumento. Partner dell’iniziativa è il network 2WATCH la community più grande di casual gamer in Italia. Per conoscere meglio gli streamer e il palinsesto delle live: https://givingtuesday.it/streamingtuesday Vota la fotografia più bella del contest “Scatta la generosità”. Con “Scatta la generosità – il contest fotografico di GivingTuesday 2023”, scuole e organizzazioni non profit possono raccontare il dono e la generosità sfruttando il linguaggio universale della fotografia. Partecipare è facile: sarà sufficiente condividere, entro il 21 novembre 2023, un proprio scatto originale che evochi i valori diffusi nella Giornata Mondiale del dono. La votazione è aperta a tutti: basterà andare sul sito givingtuesday.it nella sezione dedicata alla “galleria del dono”, scegliere la propria fotografia preferita e ricondividerla sui propri canali Facebook e X (Twitter). La foto più condivisa si aggiudicherà una donazione di € 3.000 che verrà devoluta all’Associazione vincitrice. I partner dell’iniziativa, inoltre, selezioneranno alcune foto a cui assegnare delle menzioni speciali. Per saperne di più: https://givingtuesday.it/contest-fotografico/ L’altruismo si impara a scuola. Si rinnova, inoltre, l’appuntamento con “A scuola di generosità”, il progetto rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado ideato e messo gratuitamente a disposizione da Fondazione AIFR per informarli e sensibilizzarli a una cittadinanza attiva a partecipativa. Esperti e organizzazioni non Profit hanno realizzato 10 schede didattiche che gli insegnanti possono scegliere in base alle tematiche di interesse (tra i temi trattati c’è la tutela dell’ambiente, la difesa dei diritti umani, il contrasto all’odio in rete e molto altro), per poi strutturare l’intervento in classe. Come seguire il GivingTuesday sui social. Sui social, ciascuno può infine contribuire a “rendere virale la generosità” condividendo la propria iniziativa e partecipazione alla Giornata con l’hashtag #GivingTuesday.

Appello associazioni a governo: restituire subito i fondi alle disabilità

Appello associazioni a governo: restituire subito i fondi alle disabilitàRoma, 3 nov. (askanews) – “Esprimiamo forte preoccupazione e contrarietà verso quanto emerge in questi giorni dal Governo in materia di servizi e sostegni alle persone con disabilità e alle loro famiglie”. È quanto si legge in un comunicato stampa congiunto, sottoscritto dalle associazioni Comitato 16 novembre, Confad (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità) , CoorDown (Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down), Favo (Federazione Italiana Associazioni Volontari in Oncologia), Fida (Coordinamento Italiano Diritti Autismo) FightTheStroke Foundation (Persone con disabilità di paralisi cerebrale) e Uniamo (Federazione Italiana Malattie Rare).

“Al fine di una diffusa consapevolezza – si sottolinea nella nota – premettiamo i fatti: 1. il cosiddetto decreto legge “anticipi” al fine di garantire copertura alle misure in esso previste ricorre al Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità azzerandone l’assegnazione per il 2023 (350 milioni);

2. la motivazione addotta è che quel Fondo sarebbe destinato all’attuazione della legge delega sulla disabilità (legge 227/2021) di cui mancano ancora i decreti attuativi, motivo che non spiega perché non possa essere comunque usato per fronteggiare le numerose emergenze delle persone con disabilità e dei loro familiari; 3. il Governo nel frattempo licenzia il testo del disegno di legge di bilancio; vi prevede l’istituzione di un Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità con una dotazione di 232 milioni, che non comprende il Fondo di cui sopra;

4. per costituire il Fondo unico il Governo ne sopprime quattro: Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità (erano 100 milioni nel 2023); Fondo per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità (erano 200 milioni nel 2023); il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare (erano 30 milioni nel 2023); il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia (erano 6 milioni nel 2023). Totale 336 milioni, nel 2023; 5. al Fondo unico nel 2024 il Governo destina una cifra inferiore di 104 milioni rispetto al 2023 quando sussistevano ed erano finanziati tutti e quattro i fondi che si intende sopprimere;

6. per il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità e per il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare non sono ancora previsti rifinanziamenti a valere sul 2024. Per il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia non è prevista copertura per il 2025; 7. dunque nel 2024 ci saranno il Fondo “per la legge delega” (già previsto da anni; 350 milioni) e il Fondo unico con una dotazione di soli 232 milioni”. “Questi i fatti verificabili. Accantonando per ora istanze molto più di dettaglio e di sistema circa le politiche e i servizi per le persone con disabilità, vista l’emergenza che preclude e condiziona ogni futura riflessione – proseguono le associazioni nel comunicato – chiediamo nel modo più chiaro e netto al Governo e al Parlamento di: 1. restituire quella somma (350 milioni) alla disabilità, alle sue emergenze, ai suoi diritti che sono di ieri, di oggi e di domani e che non attendono certo l’applicazione della legge delega. Il decreto “anticipi” all’esame delle Camere va emendato in questo senso: i 350 milioni “non usati” nel 2023 e destinati ad altri fini devono tornare alla disabilità. 2. usare tutti quei 350 milioni per rifinanziare – prima che confluiscano nel Fondo unico – il Fondo per i caregiver familiari, il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità per i quali non è prevista copertura per il 2024/25 e per il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia che non ha copertura nel 2025. Nella discussione del decreto “anticipi” c’è lo spazio per farlo se ci sono le volontà. “Solo così il Fondo unico previsto nella prossima legge di bilancio non sembrerà una grave dimenticanza nei confronti dei più fragili. Le persone con disabilità e i loro familiari chiedono subito questo segnale non certo solo per il suo significato ma per la concretezza che ne deve derivare”, concludono Comitato 16 novembre, Confad, CoorDown, Favo, Fida, Fight the stroke e Uniamo.

Appello urgente UNHCR: milioni di rifugiati nella morsa del freddo

Appello urgente UNHCR: milioni di rifugiati nella morsa del freddoRoma, 2 nov. (askanews) – Per milioni di rifugiati e sfollati nel mondo sta per iniziare il periodo più difficile dell’anno. La stagione invernale comporta infatti rischi concreti per la sopravvivenza di moltissime famiglie vulnerabili, già provate da cambiamenti climatici sempre più estremi, dall’impatto a lungo termine della pandemia di COVID-19 e dalla mancanza di soluzioni pacifiche a conflitti ed emergenze.

Secondo le ultime stime contenute nel recente rapporto Mid-Year Trends di UNHCR (Agenzia ONU per i Rifugiati), il numero di persone in fuga da guerre, persecuzioni, violenze e violazioni di diritti umani nel mondo, ha con tutta probabilità superato i 114 milioni. Per almeno 4,7 milioni di loro, quello alle porte si preannuncia come uno dei peggiori inverni di sempre, soprattutto per chi vive in Paesi come l’Ucraina, la Siria e l’Afghanistan. Parliamo di centinaia di migliaia di famiglie in fuga che faticano enormemente a proteggersi dal gelo invernale, a trovare un riparo e abiti adatti all’inverno, ma anche ad acquistare cibo e medicine anche a causa dell’impennata dei prezzi globali dell’energia e delle materie prime. Raccogliere fondi per fornire subito ai rifugiati e agli sfollati assistenza salvavita nella stagione più fredda e difficile dell’anno è l’obiettivo della campagna che UNHCR lancia oggi, dal titolo: “Fai sentire il tuo calore”.

“Purtroppo, stiamo vivendo una fase nella quale i conflitti continuano a proliferare e si intensificano quelli esistenti, mentre mancano soluzioni pacifiche. Il risultato è che troppe vite vengono spezzate e troppe persone vengono sradicate dalla propria casa. – spiega Laura Iucci, direttrice della raccolta fondi UNHCR Italia – L’inverno moltiplica le sofferenze dei rifugiati e degli sfollati, fino a minacciare la sopravvivenza dei più vulnerabili. Il nostro piano mira a raggiungere quasi 5 milioni di persone con aiuti salvavita, che vanno dalla riparazione delle abitazioni danneggiate dai bombardamenti alla fornitura di coperte e abiti invernali. Come accaduto lo scorso inverno, anche quest’anno esiste il rischio concreto che non siano disponibili i fondi sufficienti per aiutare tutte le persone che ne hanno bisogno, per questo facciamo un appello alla generosità di tutti: basta un piccolo aiuto per fare la differenza, anche una coperta può salvare una vita”. Ucraina, affrontare il gelo in case danneggiate, senza calore e senza elettricità.

Con oltre 6,2 milioni di rifugiati e più di 5 milioni di sfollati interni, il Paese si appresta a vivere il suo secondo inverno in guerra. In Ucraina le temperature invernali possono scendere parecchi gradi sotto le zero. Moltissime case sono state danneggiate o distrutte dai bombardamenti. Non tutti i danni causati alle infrastrutture energetiche e di riscaldamento lo scorso inverno sono stati riparati e c’è un alto rischio che vengano attaccate di nuovo. UNHCR è al lavoro per dare sostegno a 900 mila persone che hanno bisogno di assistenza urgente per l’inverno. Gli interventi sul campo mirano ad assicurare assistenza abitativa alla popolazione sfollata, compreso il sostegno ai costi di affitto, l’isolamento termico degli alloggi danneggiati e la fornitura di stufe e kit termici; aiuti in denaro per il fabbisogno energetico invernale, tra cui combustibile o generatori elettrici, per le persone più vulnerabili; consegna di kit invernali con coperte termiche, termosifoni, trapunte e lanterne solari, che saranno distribuiti alle persone che vivono lungo la linea del fronte o che hanno esigenze e vulnerabilità specifiche. Afghanistan, dove le temperature possono scendere fino a quasi -25.

In Afghanistan vivono 3,2 milioni di sfollati interni; oltre 3,4 milioni di rifugiati afghani si trovano attualmente in Iran e 2,1 milioni in Pakistan. UNHCR ha identificato in totale 1 milione e 890 mila persone per le quali l’inverno rappresenta un immediato e grave pericolo per la sopravvivenza. Ad aggravare il quadro, il 7 e il 15 ottobre scorsi l’Afghanistan è stato sconvolto da forti terremoti nella provincia di Herat che hanno causato migliaia tra vittime e feriti, 12 villaggi sono stati completamente distrutti e più di 440 colpiti e 2.500 case crollate. In un vasto territorio nel quale le temperature invernali possono scendere fino a -25, l’inverno rappresenta una grave minaccia per le famiglie sfollate, soprattutto per quelle che vivono sotto le tende, in rifugi danneggiati o in alloggi senza protezioni e quindi più esposti al freddo gelido. Siria, il gelo in arrivo sul tredicesimo inverno di crisi. Questo sarà il 13° inverno consecutivo lontano da casa per molti rifugiati siriani: sono 6,7 milioni quelli sfollati in Siria, 5,2 milioni di rifugiati siriani si trovano in Libano, Turchia, Giordania, Iraq ed Egitto (paese che ospita anche 310 mila rifugiati sudanesi arrivati di recente). Il freddo intenso in gran parte del Medio Oriente, combinato con frequenti tempeste invernali, crea condizioni molto pericolose per la sopravvivenza. Inoltre, in Siria il terremoto dello scorso febbraio ha causato la distruzione di rifugi e dei mezzi di sussistenza della popolazione sfollata a causa del conflitto, aggravando ulteriormente le loro difficoltà. La campagna: “Fai sentire il tuo calore” a sostegno del piano in 8 Paesi. Con la campagna “Fai sentire il tuo calore” UNHCR intende sensibilizzare l’opinione pubblica sulla grave minaccia dell’inverno alla sopravvivenza di centinaia di migliaia di famiglie e raccogliere fondi a sostegno del piano per l’inverno 2023-2024. In particolare, UNHCR intende fornire assistenza urgente a 4.745.860 persone in 8 Paesi: Afghanistan, Egitto, Giordania, Iran, Libano, Pakistan, Siria e Ucraina. La prima emergenza è quella abitativa: poter assicurare un alloggio dignitoso, sicuro e caldo è vitale, soprattutto per bambini e anziani. Lo staff dell’UNHCR è già operativo e una serie di interventi preventivi sono in atto tra cui: riparazione e isolamento termico delle abitazioni danneggiate da bombardamenti; l’ampliamento e il miglioramento di strutture di accoglienza, in modo che siano attrezzate per affrontare la stagione invernale; rafforzamento delle infrastrutture nei campi rifugiati, compresi i sistemi di drenaggio per evitare inondazioni. Il Piano invernale prevede poi la distribuzione di beni di prima necessità come coperte termiche, sacchi a pelo e utensili da cucina, nonché forme di assistenza economica diretta per le necessità di base, come il combustibile per il riscaldamento, cibo o medicine. Per assicurare questa assistenza salvavita sono necessari 267 milioni di dollari. L’appello di UNHCR è accorato: con il gelo ormai in agguato, non c’è più tempo. Per salvare milioni di vite di bambini, anziani, donne e uomini che hanno perduto tutto, il momento di agire è adesso. Per donare: https://bit.ly/aiuti-inverno.

Poste Italiane ottiene la certificazione per la parità di genere

Poste Italiane ottiene la certificazione per la parità di genereRoma, 2 nov. (askanews) – Poste Italiane ottiene la certificazione UNI/PdR 125:2022 per la sua capacità di garantire la parità di genere nell’ambiente di lavoro. L’attestato, previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è stata rilasciato dall’IMQ, organismo internazionale di certificazione, riconoscendo la capacità di Poste Italiane di garantire concrete condizioni di parità nelle attività di progettazione, indirizzo, controllo, coordinamento ed erogazione di Servizi Postali, Logistici, Finanziari, Assicurativi e Digitali. Poste Italiane ha ottenuto il punteggio complessivo del 96% (rispetto al minimo richiesto di 60%), raggiungendo eccellenti risultati nelle sei macroaree oggetto di valutazione: cultura e strategia, governance, processi del personale (HR), opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

“Siamo orgogliosi di aver tagliato questo nuovo traguardo – ha commentato l’Amministratore Delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante – La certificazione ufficializza l’importanza dei risultati raggiunti nel nostro percorso con l’obiettivo di costruire un ambiente di lavoro più equo e inclusivo. La diversità di genere è un valore che arricchisce la nostra organizzazione e contribuisce al nostro successo e alla crescita sostenibile”. “La certificazione rappresenta un altro importante riconoscimento lungo il percorso di serietà, concretezza e misurabilità dei risultati che l’Azienda sta perseguendo – ha affermato Giuseppe Lasco, Condirettore Generale di Poste Italiane – è importante che ci sia consapevolezza del ruolo di leadership di Poste Italiane e che essa deriva in maniera esclusiva dalla qualità delle donne e degli uomini che ogni giorno svolgono la loro attività con professionalità e dedizione”.

“Le norme e le Prassi di Riferimento UNI servono a creare un mondo migliore anche e soprattutto in un’ottica di sostenibilità e responsabilità sociale. Sebbene siano presenti in quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana – lavorativa in primis ma anche quella strettamente personale – non è facile percepirle. Alcuni “grandi esempi” della loro applicazione da parte di organizzazioni sistematicamente in contatto con i cittadini – come quello di Poste Italiane per la gestione della parità di genere – possono aiutare a diffondere la cultura della normazione e farne percepire i benefici nella società”, ha dichiarato Ruggero Lensi, Direttore Generale UNI. L’organizzazione inclusiva e il rispetto della parità di genere creano valore sociale condiviso e favoriscono l’elevazione del livello di engagement rispetto agli obiettivi aziendali, generando un vantaggio competitivo per l’intero Gruppo. La certificazione ottenuta rappresenta infatti un ulteriore merito dell’Azienda, che va ad aggiungersi ad altri importanti riconoscimenti ottenuti da Poste Italiane nell’ambito dell’inclusività, tra cui la leadership globale nell’uguaglianza di genere secondo il Gender-Equality Index di Bloomberg e la certificazione Equal Salary.

La certificazione UNI/PDR 125:2022 si aggiunge alle altre numerose certificazioni ottenute dal Gruppo Poste Italiane: UNI ISO 30415:2021 (Diversity and Inclusion), UNI ISO 37301:2021 (sistema di gestione per la compliance), UNI EN ISO 9001:2015 (qualità), UNI ISO 37001:2016 (prevenzione della corruzione), UNI ISO 45001:2018 (Salute e Sicurezza sul lavoro), UNI EN ISO 14001:2015 (Ambiente), UNI CEI ISO/IEC 20000-1:2018 (Gestione dei Servizi ICT), UNI CEI EN ISO/IEC 27001:2013 (Sicurezza delle Informazioni), UNI CEI EN ISO/IEC 27701:2019 (protezione dei dati personali), UNI ISO 20400:2017 (Acquisti Sostenibili), IMQ IMS:2021 (integrazione dei sistemi di gestione), UNI ISO 29993 (formazione), UNI ISO 22222 (Consulenti finanziari in materia di investimenti) e UNI TS 11348 (servizio di consulenza in materia di investimenti) nonché la UNI 11402:2020 (educazione finanziaria) e la UNI ISO 37002:2021 (sistema di gestione whistleblowing).