Milano Cortina 2026, si rafforza partnership con EprcomunicazioneMilano, 11 lug. (askanews) – Prosegue e si rafforza la partnership tra Eprcomunicazione e la Fondazione Milano Cortina 2026 per le attività di stakeholder engagement e media relation sui temi relativi alla sostenibilità ambientale e sociale dei Giochi Olimpici Invernali.
La Fondazione, costituita a dicembre 2019 nel rispetto delle disposizioni contenute nella Carta Olimpica, nel Codice Etico del Comitato Olimpico Internazionale e nell’Accordo firmato a Losanna il 24 giugno 2019, svolge tutte le attività di organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi e culturali relativi allo svolgimento dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali del 2026. Eprcomunicazione, durante tutta l’organizzazione dei Giochi Olimpici, fornirà consulenza strategica per avviare e mantenere un canale stabile di comunicazione tra la Fondazione e i portatori di interesse diffusi in materia ambientale e all’inclusione sociale delle fasce più deboli, sia nazionali sia rappresentativi dei territori che interessano i Giochi. Inoltre sarà di supporto per la definizione di contenuti e della modalità di comunicazione della narrazione del progetto olimpico e paralimpico con particolare riguardo alla materia della sostenibilità ambientale e alla legacy.
“I Giochi di Milano Cortina 2026 fanno della sostenibilità, del contenimento del consumo di suolo e dell’efficienza gestionale ed economica, una sfida che ci vede impegnati da tempo e che troviamo in linea con l’identità di Eprcomunicazione, Società Benefit associata UNA e dal 2022 certificata B-Corp” ha commentato Roberto Della Seta, Direttore Sostenibilità e membro del Consiglio di Amministrazione di Eprcomunicazione.
Amnesty: ogni rapporto sessuale senza consenso sia stuproMilano, 11 lug. (askanews) – Secondo l’OMS, nel mondo una donna su tre nel corso della sua vita subisce violenze fisiche e/o sessuali, principalmente da parte di un partner intimo. Il report “Donne vittime di violenza”, pubblicato dal dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno lo scorso marzo, ha evidenziato come in Italia si registri un trend in crescita per le violenze sessuali: dal 2020, anno nel quale si è registrato il dato minore (4.497), l’incremento è stato significativo e si è attestato, nel 2022, a 5.991 eventi (+33% dal 2020). Di fronte a un fenomeno così allarmante, per produrre un profondo cambiamento culturale, creare consapevolezza sul concetto di consenso e aumentare l’accesso alla giustizia per le sopravvissute allo stupro in Italia, Amnesty International Italia rilancia la campagna #IoloChiedo e invita ad unirsi, anche attraverso uno strumento di solidarietà concreta come il lascito solidale, intorno alle donne vittime di violenza, affinché non siano più lasciate sole.
Attualmente, il Codice penale italiano, all’articolo 609-bis, prevede che il reato di stupro sia necessariamente collegato agli elementi della violenza, della minaccia, dell’inganno, o dell’abuso di autorità. In nessun modo lo stupro viene definito “un rapporto sessuale senza consenso”. Pertanto, Amnesty International Italia chiede al ministro della Giustizia che la legislazione italiana si adegui alle norme internazionali, modificando l’articolo 609-bis del Codice penale per considerare reato qualsiasi atto sessuale senza consenso. “La Convenzione di Istanbul, il trattato internazionale di più vasta portata sul tema della violenza contro le donne, ha posto in maniera chiara il tema della necessità di passare dalla repressione alla prevenzione dell’abuso. Nonostante l’Italia abbia ratificato la Convenzione oltre dieci anni fa, il nostro Codice penale non è mai stato aggiornato secondo le direttive del documento – spiega Tina Marinari, coordinatrice della campagna #IoloChiedo di Amnesty International Italia – Negli ultimi anni, diversi stati europei hanno allineato la definizione del reato di violenza sessuale alla Convenzione: il 1° giugno la Svizzera e, il 4 luglio, i Paesi Bassi hanno approvato un emendamento alla legge sui reati sessuali, che definisce ora il sesso senza consenso come stupro. Al contrario, la nostra legge è ancora specchio di una cultura basata sulla discriminazione di genere, sullo sbilanciamento di potere nelle relazioni e sulla colpevolizzazione della persona offesa. La paura, la vergogna e la mancanza di fiducia nel sistema giudiziario non devono essere fattori di dissuasione, per donne e ragazze, dal denunciare le aggressioni e maltrattamenti subiti”. Modificare una legge è certamente il punto di partenza, ma, di pari passo, va operato un cambiamento anche nelle percezioni e nella consapevolezza di tutti i cittadini. I dati ISTAT (2019) evidenziano come nel nostro paese è più che mai radicato il pregiudizio che addebita alla donna la responsabilità della violenza sessuale subita per il modo di vestire (23,9% degli intervistati) o se sotto effetto di alcool e droghe (15,1%). Il 39,3% degli intervistati ritiene inoltre che una donna sia perfettamente sempre in grado di sottrarsi ad un rapporto sessuale se davvero non lo desidera. Ancora, secondo un’indagine IPSOS condotta per Amnesty International Italia (2019), il 31% degli Italiani ritiene che il rifiuto di una donna sia un modo per “farsi desiderare”: il famoso luogo comune secondo cui le donne direbbero “no”, intendendo al contrario “sì”.
“Quando si parla di violenza sessuale, è mentalità diffusa ritenere che la vittima sia in qualche modo responsabile dell’aggressione subita: per i vestiti che indossava, per l’atteggiamento mostrato, per la maniera in cui ha parlato – aggiunge Marinari – Se vogliamo vivere in una società dove non siamo costretti a leggere ogni settimana notizie di femminicidi, stupri e violenze, dobbiamo partire con il radicale cambiamento culturale, rafforzando la consapevolezza nelle giovani generazioni sull’importanza del rispetto della reciproca libertà e autonomia, combattendo gli stereotipi di genere e chiarendo il concetto di consenso. Per questo, intendiamo promuovere la campagna #IoloChiedo nelle scuole e nelle piazze e ci impegniamo a coinvolgere le Istituzioni, da cui deve partire la revisione legislativa. Come ci dimostra il recente esempio dei Paesi Bassi, una trasformazione è possibile e siamo convinti che il cambiamento che vogliamo produrrà effetti positivi nella nostra società, nella nostra cultura e, non da ultimo, nelle aule di tribunale. Proseguire questa battaglia è imprescindibile: per questo rilanciamo l’appello ad unirsi, anche attraverso uno strumento di solidarietà concreta come il lascito solidale, intorno alle donne vittime di violenza. Un lascito testamentario in favore di Amnesty International significa combattere per un mondo nel quale i diritti umani siano rispettati e le donne non vengano più lasciate sole, per sempre”.
Sanremo, Festival Canzone Cristiana: annunciato regolamento III edizioneRoma, 10 lug. (askanews) – Per la terza volta, in veste di Direttore Artistico e Conduttore, Fabrizio Venturi ha annunciato la pubblicazione del regolamento della terza edizione del Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2024, che si svolgerà a Sanremo, dal 7 al 9 febbraio 2024. Il regolamento sarà disponibile sul sito https://www.sanremofestivaldellacanzonecristiana.it/ , a partire dalle ore 12.00 del 19 luglio 2023. A cambiare saranno molte cose, tra cui l’ordine di esibizione degli artisti, la giuria, il ruolo degli artisti ospiti e della Radio Ufficiale. Nella prima serata – spiega una nota – si esibiranno tutti i 24 cantanti in gara, nella seconda serata si esibiranno di nuovo i primi 12 estratti a sorte, nella terza ed ultima serata i rimanenti 12 e, in tal modo, tutti i 24 artisti in gara si esibiranno due volte. Due degli artisti in gara saranno scelti dalla Radio Ufficiale del Festival, il cui nome sarà comunicato dal Direttore Artistico il 15 di dicembre 2023, data di chiusura delle candidature. Dal 1° settembre 2023, avrà inizio l’inoltro della richiesta di partecipazione al Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2024. Gli artisti ospiti inizieranno ad esibirsi dalla seconda serata ed ognuno di loro, a partire dalla seconda serata farà da padrino ad un numero identico di artisti in gara: ciò significa che, se gli artisti ospiti fossero 6, ogni artista ospite potrà scegliere di fare da padrino a 4 concorrenti.
Per la terza edizione del Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2024 saranno tre le modalità mediante cui sarà effettuata la votazione, che avranno un peso percentuale sul risultato complessivo delle votazione: le votazioni espresse dalla Giuria statica composta dal suo Presidente e da tre giurati, le votazioni ricevute dalla Radio Ufficiale del Festival e le votazioni espresse dalla Sala Stampa. I tre sistemi di votazione avranno un peso percentuale sul risultato complessivo della votazione, così ripartito: 50% dalla Giuria statica, 25% dalla Sala Stampa e 25% dalla Radio Ufficiale del Festival. La canzone/artista con la percentuale di voto complessiva più alta, ottenuta dalle votazioni, verrà proclamata vincitrice del Sanremo Cristian Music Festival, Festival della Canzone Cristiana 2024. “Quello che invece rimane uguale del Festival della Canzone Cristiana – sottolineano gli organizzatori – è la filosofia che lo anima, che è l’intento di trasmettere i valori cristiani mediante la musica, nel luogo che meglio rappresenta l’Italia musicale, ossia Sanremo, la città dei fiori. L’obiettivo è realizzare un connubio creativo tra canzone e fede, tra canzone e lode a Dio. Riteniamo che la musica sia il linguaggio più potente che Dio ha donato all’uomo, grazie al quale si realizza un canto colmo di speranza e di coraggio che eleva il nostro animo. Per tale motivazione si produrrà un afflato molto elevato e sublime, che farà sì che l’animo di chi ascolta ne tragga un profondo beneficio, come avviene quando si prega. Chi canta prega due volte!”.
Everest 70 anni dopo, in edicola il nuovo Internazionale StoriaMilano, 4 lug. (askanews) – “Dopo trent’anni di tentativi la montagna più alta del mondo è stata finalmente domata. Sono molti gli uomini e i fantasmi che hanno diritto a condividere questo trionfo”, si leggeva su The Times il 2 giugno 1953. A 70 anni dalla conquista della cima più alta del mondo, con i suoi 8848 metri, arriva in edicola e libreria il nuovo Internazionale Storia, speciale del settimanale Internazionale, dedicato alla più discussa impresa dell’alpinismo, che ha affascinato tutto il mondo e che è diventata testimone, tra l’altro, di un radicale cambiamento nel rapporto degli esseri umani con l’ambiente e con la storia. Nel nuovo numero di Internazionale Storia, il racconto sulla stampa internazionale delle nove spedizioni organizzate tra il 1921 e il 1952, che hanno aperto la strada per la vetta, la scalata del 1953, con un lungo resoconto sul campo e i ritratti dei protagonisti, e poi la riflessione sulle sue conseguenze ambientali, culturali e politiche.
Il senso del sacro, il pericolo, la scienza e la tecnologia, il delicato equilibrio ambientale: le montagne da sempre solleticano lo spirito d’avventura e la curiosità degli esseri umani. E l’impresa del raggiungimento del picco dell’Himalaya, una sfida d’importanza paragonabile all’atterraggio sulla Luna e in cui si intrecciano suggestioni e questioni anche molto diverse fra loro, ha posto una pietra miliare del XX secolo. Nell’ostinazione con cui per trent’anni si è tentato di raggiungere il traguardo, convergono fenomeni dal respiro globale che hanno cambiato gli equilibri del mondo: la conquista è diventata infatti simbolo del nazionalismo di Nepal, India, Regno Unito e Nuova Zelanda, mentre si entrava nel mondo postcoloniale e si affermavano nuove identità in competizione. Con la chiusura di una fase, quindi, se ne apre un’altra, tra mutamenti sociali e culturali, politica e geopolitica, economia, antropologia, ecologia: la storia dell’Everest riassume in sé i grandi temi del passaggio del secolo – rapporto tra scienza e spiritualità, rispetto dell’ambiente, orientalismo – e si dimostra di grandissima attualità per capire il presente. Oltre che ancora straordinariamente avvincente.
Nel volume compaiono testi in gran parte inediti in Italia: dal grande scrittore di viaggio del Novecento Robert Byron, che nel 1931 raccontava una missione alla scoperta del Tibet, ai dispacci e agli articoli del capo della missione del ’53 John Hunt e di J. Morris, giornalista del Times. Dalla riflessione sull’impatto degli stereotipi degli occidentali, firmata dall’editore e scrittore nepalese Kanak Mani Dixit, alle storie delle prime tre donne – una giapponese, una tibetana e una polacca – che hanno conquistato la cima più alta del mondo, raccontate dalla giornalista e alpinista Alison Osius, e fino alla denuncia di Shrawan Sharma sul sovraffollamento, l’inquinamento e il riscaldamento climatico che minacciano l’Himalaya e le sue vette. I pezzi storici sono accompagnati da una sezione dedicata alla riflessione contemporanea, che esplora l’impatto sul presente degli eventi. Con articoli, commenti, reportage e analisi della stampa estera, lo speciale di Internazionale vuole “fornire un quadro il più possibile ampio dell’impresa del 1953 – scrive nel suo editoriale, a introduzione del volume, Andrea Pipino, editor di Europa di Internazionale e curatore del volume – Ma di certo non basta a spiegare il dilemma più affascinante dell’alpinismo: da dove viene quel fuoco che spinge uomini e donne a rischiare la vita per raggiungere il punto più alto di una montagna e avvicinarsi un po’ di più al cielo”.
Basilicata, al via la XV edizione del “Marateale”Roma, 4 lug. (askanews) – Dal 25 al 29 luglio si terrà a Maratea, la perla del Terreno”, la quindicesima edizione di “Marateale – Premio internazionale Basilicata”, presso il Teatro sul mare dell’Hotel Santavenere. Ieri si è tenuta la conferenza stampa di presentazione sul Frecciarossa Roma- Maratea, a cui hanno partecipato Nicola Timpone, Direttore Artistico Marateale; Luigi Corradi, AD Trenitalia; Daniele Stoppelli, Sindaco di Maratea; Antonella Caramia, Associazione Cinema Mediterraneo; Valentina Trotta, assessore al Turismo del Comune di Maratea, Madalina Ghenea, Roberto Ciufoli, Roberta Giarrusso e Silvia Salemi.
Tra le celebrità annunciate per la XV edizione si annoverano Giancarlo Giannini, Carlo Verdone, Liz Hurley, Barbara d’Urso, Francesca Fagnani, Edoardo Leo, Rocco Papaleo, Paolo Genovese, i ragazzi della fiction “Mare fuori”, Pio & Amedeo, Laura Chiatti, Marco Bocci, Ema Stokholma, Ermal Meta, Enzo Abitabile e i produttori Tarak Ben Ammar e Gianluca Corti. Come riportato da alcuni quotidiani della Basilicata, “Il Cinema contro la guerra” sarà uno dei temi principali che saranno affrontati durante la XIV edizione del Festival Maratale. Il Direttore Nicola Timpone, infatti, è reduce dalla missione di Pace in Ucraina del Festival della Canzone Cristiana, il cui Direttore artistico è Fabrizio Venturi, in occasione della Festa della Repubblica Italiana tenutasi a Kiev, il 2 giugno, organizzata da l’Ambasciata d’Italia.
Timpone, dopo aver incontrato alcuni Sindaci ucraini, ha avuto modo di visitare l’Ospedale Pediatrico Nazionale Kyiv Regional Children’s Hospital. “Grazie al vostro Paese molti bambini ucraini sono stati curati in Italia. Nel nostro Centro Pediatrico lavorano 100 chirurghi e 160 infermieri. Stiamo aprendo diversi reparti, tra cui quello di oncologia e chiediamo sostegno” ha dichiarato il Ceo dell’Ospedale Kateryna Savinova. Erano presenti all’incontro diversi primari di Ospedali, tra cui anche il Direttore di un Ospedale civile devastato dagli attacchi militari dell’esercito russo. Alcuni di essi emozionati hanno raccontato le atrocità subite dalla popolazione a causa della guerra ed il loro straziante dolore.
“La visita in Ucraina, in occasione della Festa della Repubblica italiana, mi ha fatto capire il forte legame esistente tra il nostro Paese e il popolo ucraino. L’Italia riveste un ruolo fondamentale nella missione di Pace, per quanto attiene la diplomazia. L’Ucraina è una nazione che ha voglia di rinascere, di ricostruire, di tornare a vivere. Osservando le atrocità della guerra sono stato profondamente colpito dagli occhi smarriti dei bambini innocenti, i quali sono costretti a subire l’atroce devastazione della guerra, strappati dai magici sogni dell’infanzia, da cui è lontano il male e la sofferenza. Ad essi mi sono sentito molto vicino ed ho voluto esprimere il mio affetto profondo” ha dichiarato NIcola Timpone. Nicola Timpone e il giornalista Biagio Maimone, anch’egli in visita a Kiev, hanno chiesto la candidatura dell’Area Sud della Basilicata a Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ottenendo il sostegno del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e della Regione Basilicata Vito Bardi.
Papa: indignato e disgustato per il rogo del Corano in SveziaRoma, 3 lug. (askanews) – “Mi sento indignato e disgustato da queste azioni”. Dialogando con Hamad Al-Kaabi, direttore del quotidiano degli Emirati Arabi Al-Ittihad, Papa Francesco ha così commentato il rogo delle copie del Corano avvenuto nei giorni scorsi in Svezia: “Qualsiasi libro considerato sacro dai suoi autori deve essere rispettato per rispetto dei suoi credenti, e la libertà di espressione non deve mai essere usata come scusa per disprezzare gli altri, e permettere questo va rifiutato e condannato”, ha detto Francesco, come riporta Vatican News.
Francesco ha parlato del suo stato di salute dopo il recente intervento chirurgico all’addome: “È stato difficile, ma ora, grazie a Dio, sto meglio grazie all’impegno e alla professionalità dei medici e del personale infermieristico che ringrazio molto e prego per loro e le loro famiglie e per tutte le persone che mi hanno scritto e pregato per me in questi giorni”. Ricordando poi la visita ad Abu Dhabi nel 2019, il Papa ha espresso apprezzamento per l’Impegno degli Emirati Arabi e dello sceicco Mohamed bin Zayed per il percorso intrapreso per diffondere la fratellanza, la pace e la tolleranza, e chiede che i giovani non siano lasciati dagli adulti in preda a miraggi e scontri di civiltà: “A mio avviso, l’unico modo per proteggere i giovani dai messaggi negativi e dalle notizie false e inventate, e dalle tentazioni del materialismo, dell’odio e del pregiudizio, è non lasciarli soli in questa battaglia, ma dare loro gli strumenti necessari che sono libertà, discernimento e responsabilità. La libertà è ciò che distingue una persona. Dio ci ha creati liberi anche di rifiutarlo, la libertà di pensiero e di espressione sono essenziali per aiutarli a crescere e imparare. Non dobbiamo mai cadere nell’esperienza di trattare i giovani come ragazzi incapaci di scegliere e prendere decisioni – ha continuato – sono il presente e investire su di loro significa garantire continuità”, seguendo sempre la regola d’oro del fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.
Rispondendo a una domanda sul documento sulla Fratellanza Umana, il Papa ha affermato di donarlo sempre alle delegazioni che riceve in Vaticano “perché credo che sia un testo importante non solo per il dialogo tra le religioni, ma per la convivenza pacifica tra tutti gli esseri umani. Ci sarà la civiltà della fratellanza o quella dell’inimicizia, o costruiamo insieme il futuro o non ci sarà futuro”. Francesco si è detto lieto per l’accettazione da parte della comunità globale del messaggio e degli obiettivi del documento: “La fratellanza umana è l’antidoto di cui il mondo ha bisogno per guarire dal veleno di queste ferite. Il futuro della cooperazione interreligiosa si basa sul principio della reciprocità, del rispetto per l’altro e della verità”. “Il nostro compito – ha aggiunto – è trasformare il senso religioso in cooperazione, in fraternità, in concrete opere di bene. Oggi abbiamo bisogno di costruttori di pace, non di fabbricanti di armi; oggi abbiamo bisogno di costruttori di pace, non di istigatori di conflitti; abbiamo bisogno di vigili del fuoco, non di piromani; abbiamo bisogno di fautori della riconciliazione, non di persone che minacciano distruzione”.
A proposito degli impegni concreti in questa direzione, incoraggiando le iniziative caritatevoli avviate dopo la pubblicazione del documento, il Papa ha detto: “È facile parlare di fratellanza, ma la vera misura della fratellanza è ciò che realmente facciamo in modo concreto per aiutare, sostenere, soccorrere, nutrire e accogliere i miei fratelli e sorelle nell’umanità. Ogni bene per sua natura deve essere rivolto a tutti indistintamente. Se faccio del bene solo a chi la pensa o crede come me, allora il mio bene è ipocrisia, perché il bene non conosce discriminazione ed esclusione”. A proposito dell’aumento delle minacce terroristiche, Francesco ha risposto con le parole del documento, condannando “tutte le pratiche che minacciano la vita come i genocidi, gli atti terroristici, gli spostamenti forzati, il traffico di organi umani, l’aborto e l’eutanasia e le politiche che sostengono tutto questo”. Infine, il Papa ha espresso apprezzamento per la Casa di Abramo ad Abu Dhabi, lo spazio comprendente una Chiesa dedicata a San Francesco, una Moschea e una Sinagoga, nata per realizzare il principio della Fratellanza Umana. E a proposito dell’emergenza climatica e ambientale ha detto: L’unico modo efficace per affrontare questa crisi è trovare soluzioni realistiche ai problemi reali della crisi ecologica. Dobbiamo trasformare le dichiarazioni in azione prima che sia troppo tardi.
Disabilità e sociale, a Roma il Premio “Liberi e Forti”Roma, 1 lug. (askanews) – Si terrà il 14 luglio (alle ore 15.30) a Palazzo Valentini a Roma, la seconda edizione del “Premio Liberi e Forti: con sprint della vita”, un premio che viene riconosciuto a imprenditori, artisti, sportivi, registi, attori, ballerini, musicisti, medici e politici che si sono distinti per il loro impegno nel mondo del sociale e della disabilità.
Affiliato a questo premio, sempre alla sua seconda edizione, si svolgerà il “Premio KYRA”, istituito per quegli animali che sono stati vittime della vivisezione e della crudeltà umana. I Premi vedono coinvolte varie associazioni: Stars for Peace in the World. MTM events, Papa Boys, Think Tank lab, 3B Production Film, il settimanale Pensiero.
Saranno presenti, tra gli altri, l’assessore Fabrizio Santori, Salvatore Cimmino, il designer Massimo Borgia, Roberto Giuliani musicologo e pianista del Conservatorio di Roma, Tonino Boccadamo. “Tutti uniti – si legge in una nota – perchè la disabilità non è un limite ma un modo di esprimersi utilizzando mezzi di comunicazione specifici. Il cuore sorretto dalla volontà non conosce limiti”.
”By-Line. Storie dai fronti”, la nuova serie podcast di AvvenireRoma, 30 giu. (askanews) – Una serie podcast in quattro episodi per raccontare la guerra in Ucraina dal momento in cui è scoppiata fino a questi giorni, guardando soprattutto al futuro. Non solo in Ucraina. Perché quel conflitto è parte della “Terza guerra mondiale a pezzi” denunciata da Papa Francesco.
Testimonianze inedite e toccanti raccontate da Nello Scavo, giornalista e inviato di Avvenire. Una storia appassionata, narrata in prima persona senza filtri e senza copione, da un giornalista sul campo che racconta i rischi di un mestiere pericoloso ma necessario, e il lavoro svolto a stretto contatto con l’intera redazione nello scopo di dare luce a questi terribili scenari. I bambini rubati, i profughi in fuga, i bombardamenti, i massacri, le atrocità, i crimini di guerra, le paure dei civili e anche quelle dei giornalisti, questo è “By-Line. Storie dai fronti”. Ma anche storie di speranza di chi dall’Ucraina, ai Balcani, alla Libia, tende la mano ai respinti e accende la speranza. Dall’ambasciatore italiano a Kiev, che trasforma la sua casa in un rifugio per i civili in fuga, alle donne macedoni che offrono ospitalità alle famiglie di profughi sulla rotta balcanica, all’anonimo “Schindler libico”, che compra i migranti al mercato degli schiavi e poi, a proprie spese, restituisce loro la libertà.
Nei titoli delle puntate già si intuisce un crocevia di drammi, speranze, atrocità, bellezza, che rendono unica la serie: Lo spartito; Ladri di angeli; Valigia di sola andata; Il terzo conflitto mondiale a pezzi. La serie podcast si può ascoltare gratuitamente previa registrazione sul sito www.avvenire.it/podcast oppure sulle principali piattaforme (Spotify, Spreaker, Apple Podcasts, Google Podcasts, Audible). “By-Line. Storie dai fronti” é accompagnata dalle colonne sonore di Paolo Buonvino, il compositore vincitore di un David di Donatello e due Nastri d’Argento.
Ass. Meraki-Borgo Ragazzi Don Bosco, al via progetto per migrantiRoma, 30 giu. (askanews) – L’Associazione Meraki – che mira a promuovere la cultura del “pane autentico” con un occhio vigile al consumo responsabile, all’inclusione e alle pari opportunità insieme al leader della panificazione artigianale Grande Impero – prosegue il suo percorso riguardante le problematiche sociali e dell’inclusione.
In collaborazione con Borgo Ragazzi Don Bosco ha infatti preso il via – al Centro di Formazione Professionale Borgo Ragazzi don Bosco a due passi dal quartiere Quarticciolo di Roma – un progetto di formazione lavorativa “Inclusione e Tradizione”, che mira all’integrazione e all’avviamento della professione relativa alla panificazione artigianale. Protagonisti della campagna sono ragazzi prossimi alla maggiore età, che potranno seguire un processo di riscatto per inserirsi nella realtà lavorativa. Tra loro immigrati, minori non accompagnati e ragazzi con difficoltà sociali. Grazie all’impegno di Meraki e Grande Impero, oltre che dello staff di professionisti psicologi ed esperti nel settore, i ragazzi potranno apprendere i segreti della panificazione artigianale e di tutte le norme e nozioni che gravitano intorno al settore di cui l’azienda Grande Impero è leader indiscusso. Un’occasione di formazione con sbocchi lavorativi che è anche un’esperienza di vita per fare rete tra ragazzi in difficoltà ed esigenze del mondo del lavoro.
“Sono momenti che ci arricchiscono profondamente – sottolinea Antonella Rizzato, CEO di Grande Impero – addirittura credo che il nostro coinvolgimento emotivo sia anche superiore a quello degli stessi partecipanti. Riteniamo che la soddisfazione sia ancora più grande quando riusciamo a finalizzare il percorso di formazione in vere e proprie opportunità di lavoro, integrandoli in Azienda. Abbiamo sempre creduto che essere socialmente responsabili, condurre un’azienda eticamente, comporta la soddisfazione di entrambi soggetti. Chi dona e chi riceve”. “Attraverso questa esperienza – sottolinea Gaia Fancello, psicologa facente parte dell’Associazione Meraki e tra i docenti del progetto – il lavoro diventa un vero e proprio elemento di vita a 360 gradi. Si lavora, infatti, tutti insieme, come un’unica squadra, dove tutti sono inclusi. Attraverso la condivisione del lavoro e delle esperienze, inoltre, si può anche imparare a conoscere la cultura di altri paesi. Mettendole insieme e confrontandoci, raccontiamo e spieghiamo ai ragazzi la cultura italiana del pane. Un’occasione lavorativa, ma anche di confronto e crescita umana”.
Il corso si divide in 10 incontri da 4 ore ciascuno, per un totale di 40 ore tra laboratorio, lavoro diretto con esercitazioni pratiche e visita nell’azienda e negli stabilimenti di Grande Impero. I ragazzi del corso, al termine delle 40 ore, avranno appreso nozioni sulla conoscenza dei materiali e sulle norme igieniche/lavorative, per poi mettersi alla prova in prima persona con la produzione di pane casareccio, pane all’olio, pizza, dolci ed altri prodotti da forno. Non mancherà anche la formazione teorica, che si concentrerà sugli aspetti professionali e burocratici. I partecipanti al corso, infatti, studieranno le leggi in materia di lavoro da tenere presente, i tipi di contratto e verranno preparati ad affrontare difficoltà sul lavoro e relazioni interpersonali con il capo e con i colleghi.
Una vera formazione a 360 gradi, dunque, certificata con un esame teorico e pratico finale. L’ennesimo impegno di Meraki per aprire le porte al concetto di accoglienza, formando eticamente i lavoratori del domani.
Papa: Chiesa deve essere umile e annunciare il Vangelo ovunqueMilano, 29 giu. (askanews) – “La Parola che portiamo agli altri torna a noi, perché nella misura in cui doniamo riceviamo molto di più. Questo è necessario anche alla Chiesa oggi: mettere l’annuncio al centro. Essere una Chiesa che non si stanca di ripetersi: ‘per me il vivere è Cristo’ e ‘guai a me se non annuncio il Vangelo”. Una Chiesa che ha bisogno di annunciare come dell’ossigeno per respirare, che non può vivere senza trasmettere l’abbraccio dell’amore di Dio e la gioia del Vangelo”. Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell’omelia pronunciata in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo.
“È bello crescere come Chiesa della sequela – ha aggiunto il Papa – come Chiesa umile che non dà mai per scontata la ricerca del Signore. È bello se diventiamo una Chiesa al tempo stesso estroversa, che non trova la sua gioia nelle cose del mondo, ma nell’annuncio del Vangelo al mondo, per seminare nei cuori delle persone la domanda su Dio. Portare ovunque, con umiltà e gioia, il Signore Gesù: nella nostra città di Roma, nelle nostre famiglie, nelle relazioni e nei quartieri, nella società civile, nella Chiesa, nella politica, nel mondo intero, specialmente là dove si annidano povertà, degrado, emarginazione”.