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Ucraina, Fabrizio Venturi visita l’Ospedale pediatrico Ohmatdyt

Ucraina, Fabrizio Venturi visita l’Ospedale pediatrico OhmatdytMilano, 3 giu. (askanews) – Dopo aver visitato la città di Irpin e dopo aver partecipato alla Festa della Repubblica italiana, che si è tenuta ieri sera a Kiev, il direttore artistico del Festival della Canzone Cristiana, Fabrizio Venturi, ha incontrato alcuni sindaci ucraini, con i quali ha visitato l’Ospedale pediatrico nazionale Ohmatdyt, il cui presidente è Volodymyr Zhovnyr, rappresentante di 48 ospedali pediatrici ucraini.

“Grazie al vostro Paese molti bambini ucraini sono stati curati in Italia” ha detto la Ceo dell’ospedale Kateryna Savinova, spiegando che “nel nostro centro pediatrico lavorano 100 chirurghi e 160 infermieri e stiamo aprendo diversi reparti, tra cui quello di oncologia e chiediamo sostegno”. Presenti all’incontro i direttori di diversi ospedali pediatrici, i quali hanno portato la loro esperienza e le loro richieste di aiuto e sostegno. Tra loro c’era anche il direttore di un ospedale civile devastato dagli attacchi militari dell’esercito russo. Alcuni hanno raccontato le atrocità subite dalla popolazione a causa della guerra ed il dolore per i danni fisici e la morte di molti innocenti.

Venturi ha voluto esprimere la propria solidarietà attraverso la canzone cristiana ai bambini ricoverati ed ha cantato la canzone “Caro Padre”, un inno alla fede, una preghiera cantata nello stile pop rock. “È importante rinforzare il ponte umanitario tra l’Italia e l’Ucraina: ho ascoltato e assistito in prima persona alla devastazione della guerra e le sue drammatiche conseguenze e intendo prodigarmi per aiutare la popolazione ucraina” ha affermato Venturi, aggiungendo “sono rimasto commosso nel vedere i bambini ricoverati nell’ospedale pediatrico ed ho voluto regalare loro un sorriso cantando”. “Ad un bambino colpito dalle schegge di una bomba sganciata due giorni fa, ho regalato il mio disco e ho giocato con lui” ha precisato, concludendo “i bambini sono coloro che maggiormente hanno subito la guerra”.

2 giugno: a Kiev giornata celebrativa organizzata da Ambasciata Italia

2 giugno: a Kiev giornata celebrativa organizzata da Ambasciata ItaliaRoma, 3 giu. (askanews) – Si è tenuta a Kiev alla presenza delle Istituzioni ucraine e italiane, organizzata dall’Ambasciata d’Italia a Kiev, si è tenuta la giornata celebrativa per ricordare la nascita della Repubblica Italiana, a cui ha partecipato il Direttore artistico del Festival della Canzone Cristiana – la missione cristiana per la Pace in Ucraina – Fabrizio Venturi. L’ Ambasciatore Pier Francesco Zazo, nel corso del suo intervento, ha sottolineato il forte legame che lega il nostro Paese all’Ucraina. E ha voluto esprimere la propria solidarietà al popolo ucraino: “Siamo qui ad attestare la vicinanza del popolo italiano al popolo ucraino martoriato dalla guerra, ma anche per offrire un contributo, con il messaggio cristiano del nostro Festival, affinché si arresti definitivamente il genocidio di infinite persone innocenti, appartenenti all’una e all’altra sponda. Un pensiero e una preghiera va alle vittime che muoiono negli scontri, siano essi soldati russi e siano essi soldati ucraini. Ucraini e russi innocenti muoiono a causa della guerra. La guerra – non vi è dubbio alcuno – semina morte per tutti. La parola di Gesù può portare la pace”. Hanno partecipato anche Nicola Timpone, Direttore del Festival del Cinema “Marateale”, il giornalista Biagio Maimone ed il giornalista Andrea Di Consoli.

Servizio Civile, al via i progetti della Fondazione Amesci

Servizio Civile, al via i progetti della Fondazione AmesciRoma, 31 mag. (askanews) – Hanno preso il via i progetti di Servizio Civile Universale ideati e attuati dalla Fondazione Amesci, nell’ambito del bando ordinario 2022, finanziato dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.

L’iniziativa vede il coinvolgimento di 3.254 giovani tra i 18 e 28 anni in 19 regioni italiane e 12 paesi esteri, attivando così fondi per oltre 17 milioni di euro. 179 i progetti realizzati in collaborazione con 356 partner: 167 sono organizzazioni di terzo settore, 182 enti pubblici (169 comuni, 2 Comunità Montane, 4 RSA, 3 IPAB, l’Azienda Ospedaliera “Gaetano Martino” di Messina e l’IRCCS “Centro Neurolesi Bonino Pulejo”) e 7 Università (‘Campus Bio-Medico di Roma’, ‘Federico II di Napoli’, ‘Luigi Vanvitelli di Caserta’, ‘l’Università Parthenope di Napoli’ e l’Orientale di Napoli, l’Università di Brescia e l’Università del Sannio di Benevento). In particolare, il Servizio Civile all’estero di Amesci si sviluppa attraverso 16 progetti che verranno realizzati da 76 volontari. Diversi i settori in cui si sviluppa l’intervento della Fondazione Amesci a favore delle comunità locali. Primo fra tutti il settore dell’educazione e promozione culturale con il coinvolgimento di 1624 giovani in 83 progetti. La protezione civile coinvolge 277 volontari in 10 progetti, mentre l’assistenza alle fasce più deboli della popolazione, attiverà 883 giovani in 42 progetti. Il patrimonio artistico e culturale vedrà in campo 277 giovani impegnati in 20 progetti, mentre la tutela del patrimonio ambientale verrà rafforzata sul territorio nazionale attraverso 6 progetti con la partecipazione di 107 volontari. Altri progetti green scelti da 10 giovani sono quelli nell’ambito sperimentale dell’agricoltura sociale (2). “Il Servizio Civile Universale è uno strumento fondamentale per la partecipazione giovanile, essenziale per colmare il divario tra giovani e istituzioni, ed utile a raggiungere gran parte degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Questi progetti offriranno ai giovani la possibilità non solo di vivere un’esperienza di grande valore civico e sociale, ma anche di acquisire esperienza e competenze spendibili nel mondo del lavoro, contribuendo così ad arricchire la loro formazione. In questa sfida di portata nazionale e internazionale, i giovani volontari rappresentano una risorsa inestimabile”, dichiara Enrico Maria Borrelli, fondatore e presidente della Fondazione Amesci.

L’impegno di Amesci nella promozione e sviluppo del Servizio Civile Universale testimonia un investimento significativo nei giovani e nelle loro competenze. “Crediamo fermamente nell’importanza della formazione che i giovani acquisiscono facendo Servizio Civile, sia dal punto di vista della crescita personale che delle conoscenze e competenze che acquisiscono” spiega Borrelli. “Il Servizio Civile – conclude il Presidente – educa i giovani ad una maggiore partecipazione nella società e potenzia, nel contempo, la loro occupabilità futura. La nostra aspirazione è che attraverso il Servizio Civile Universale i giovani possano sentirsi parte attiva della società in cui vivono e offrire il proprio contributo, di impegno e di visione, per conseguire quei cambiamenti che desiderano. In questo modo il Servizio Civile contribuisce a formare la futura classe dirigente del Paese, allenando i giovani all’innovazione sociale ed educandoli ai valori della solidarietà e della sostenibilità.

Compiti@Casa, università e scuole medie tra studio e relazione

Compiti@Casa, università e scuole medie tra studio e relazioneTorino, 31 mag. (askanews) – Studenti delle scuole medie arrivati da tutta Italia per festeggiare un progetto che li ha messi in relazione con studenti universitari che li hanno aiutati nello studio, ma anche accompagnati più in generale nel processo di crescita. Nel Campus Einaudi dell’Università di Torino si è tenuto l’atto conclusivo dell’edizione 2023 del progetto Compiti@Casa, nato dalla collaborazione tra la Fondazione De Agostini e l’ateneo e sostenuto anche da IGT e Fondazione Alberto e Franca Riva. “Oggi – ha detto ad askanews Marina Marchisio, docente e referente del progetto – è un momento di festa per tutti noi, perché rappresenta la conclusione della terza edizione di Compiti@Casa che ha visto coinvolti 300 studenti della scuola secondaria di primo grado di tutta Italia, oltre 105 tutor dell’Università di Torino, dell’Università del Piemonte Orientale e del Politecnico di Torino, 31 docenti referenti e molte altre persone che hanno collaborato”.

Le attività di sostegno all’apprendimento delle materie umanistiche, della matematica e delle discipline scientifiche si sono svolte a distanza utilizzando un ambiente digitale di apprendimento che consente attività formative in sincrono e la condivisione di contenuti interattivi. Ma l’esperienza è andata oltre il semplice livello didattico. “I tutor – ha aggiunto Marcella Drago, segretario generale della Fondazione De Agostini – sono diventati, nell’arco delle 12 settimane del progetto, un po’ come dei fratelli e delle sorelle maggiori per questi ragazzi. E Compiti@Casa non è soltanto un momento nel quale si fanno i compiti, ma anche, come hanno raccontato i ragazzi, si chiacchiera, si condivide, ci si ascolta, ci si racconta. Ecco: Compiti@Casa è questo, è apprendimento, ma anche e soprattutto relazione e condivisione”. Alla terza edizione hanno preso parte scuole di Novara, Torino, Milano, ma anche di Roma, Napoli e Palermo. “La parte principale di questo progetto – ci ha detto Andrea Polesel, uno dei tutor che hanno affiancato gli studenti – riguarda proprio la relazione che si vene a creare con i ragazzi, il fatto che in tanti momenti ci sia l’occasione per confrontarsi, per raccontarsi. Hanno avuto modo di raccontare i problemi che affrontano a scuola e nella vita privata, e questo crea un clima positivo per loro a livello relazionale, che poi ha tutta una serie di ripercussioni sia sul rendimento scolastico, ma soprattutto sulla persona”.

“Lavorare con loro significa investire sul futuro – ha concluso la professoressa Marchisio – a maggior ragione perché saranno loro le generazioni del futuro. E prima si parte, meglio è”. E in una società che tende purtroppo a favorire l’isolamento delle persone, soprattutto dei più giovani, un progetto di condivisione anche umana come questo, oltre che combattere la povertà educativa e la dispersione scolastica, sembra rispondere a bisogni sociali nel senso più largo del termine.

Autismo, il Centro Mafalda Luce a Milano apre nuovi spazi di cura

Autismo, il Centro Mafalda Luce a Milano apre nuovi spazi di curaMilano, 29 mag. (askanews) – Nuovi spazi a Milano per la cura dei bambini affetti da autismo. La Fondazione Renato Piatti ha presentato l’ampliamento del Centro Mafalda Luce, uno dei tre luoghi nei quali la fondazione si prende cura di 400 piccoli in strutture riabilitative semiresidenziali. Un modo per ampliare le opportunità di cura per una patologia in continua crescita che vede mediamente tempi di attesa per accedere ai percorsi terapeutici di circa due anni. “Abbiamo praticamente tanti bambini in carico quanti quelli che stanno aspettando un nostro intervento – ha detto ad askanews Paolo Meucci, responsabile del Centro Mafalda Luce -. I dati possono essere riassunti con un trend che negli ultimi anni ha sempre visto crescere il numero dei bambini diagnosticati con autismo con un tasso del 5-6% annuo”.

Numeri che derivano da una maggiore attenzione alla patologia, certo, ma fotografano anche un oggettivo aumento del bisogno di aiuto, che la Fondazione e il Centro continuano a fornire a bambini e famiglie. “Siamo partiti, parlando di questo Centro e utilizzando come parametro quello dell’ampiezza – ha aggiunto Meucci – con un ambiente di 700 mq e oggi ne stiamo inaugurando uno di 2.000 mq, il che ovviamente significa più spazio a disposizione di bambini e famiglie. Abbiamo più che raddoppiato il numero di bambini dei quali ci prendiamo cura ogni anno, migliorando anche la qualità. Abbiamo cercato costantemente, anche grazie al neonato Dipartimento di neuropsichiatria infantile che abbiamo creato e abbiamo voluto con il coordinamento scientifico del dottor Seragni, di migliorare anche la qualità dell’intervento, quindi non solo maggiore quantità, ma anche maggiore qualità”. Nel Centro Mafalda Luce dal 2021 al 2023, i bambini seguiti sono passati da 115 a 230, e si stima che dal 2024 le prese in carico per disturbi dello spettro autistico e altri disturbi del neurosviluppo potranno arrivare fino a 300 all’anno. Tra chi frequenta il Centro milanese c’è anche Giulia, che oggi ha 10 anni. “Noi veniamo al Centro con Giulia da più di sette anni – ci ha detto Roberta Salvaderi, mamma della bambina -. Giulia ha iniziato qui che aveva tre anni e c’è stata una grandissima trasformazione in questi sette anni: ricordo i primi giorni quando Giulia non voleva entrare dalla porta blu, che era quella che divideva la sala d’aspetto da dove avvenivano le terapie ed erano i terapisti a uscire e a fare le terapie con Giulia proprio in sala d’aspetto. Oggi Giulia non vede l’ora di venire qui, ha trovato degli amici, ha trovato la sua dimensione e noi abbiamo trovato una seconda casa sostanzialmente”.

Dal centro Mafalda Luce ha inoltre preso il via il progetto del Fondo di Solidarietà, che permette a famiglie in stato di fragilità economica e sociale, di avere accesso a percorsi di cura e riabilitativi per i propri bambini, a cui altrimenti difficilmente potrebbero avere accesso. In poco più di un anno il Fondo ha permesso di attivare più di 120 percorsi di cura per circa 90 famiglie.

Il 2 giugno a Kiev messaggio del Festival della Canzone Cristiana

Il 2 giugno a Kiev messaggio del Festival della Canzone CristianaMilano, 27 mag. (askanews) – A Kiev, il 2 giugno, il messaggio di Pace del Festival della Canzone Cristiana. Al presidente Zelensky porteremo le armi della Fede e dell’Amore di Dio” Il 2 Giugno, a Kiev, alle ore 17, nel rifugio dell’Hotel Intercontinental, in occasione della Festa della Repubblica italiana, il messaggio di pace del Festival della Canzone Cristiana.

“La Speranza, come è rimarcato dal titolo del Festival, guida la visione cristiana della vita ed è la Speranza che costituisce la forza che ci guida nell’intraprendere la nostra missione a favore della Pace. Non vi è Speranza che sia tradita per noi cristiani e, certamente, non sarà tradita la Speranza di veicolare un messaggio che possa essere concretamente realizzato. Saranno presenti artisti italiani e artisti ucraini, i quali inneggeranno alla Pace, con voce alta e fede profonda, a tal punto da catturare, con il loro messaggio di amore, il cuore di Putin. Al Presidente Zelensky porteremo le armi della Fede e dell’Amore di Dio, le uniche armi in nostro possesso. Sotto le bombe porteremo la lode a Dio e il desiderio della Pace si diffonderà non solo in Ucraina, ma anche nel cuore dei suoi avversari”. “È un’ iniziativa di Pace che, nel contempo, commemora la nascita della Repubblica Italiana, che ha reso l’Italia una nazione democratica, foriera di Pace e di Democrazia.

Sarà l’occasione per creare un ponte tra due nazioni amiche, legate dal desiderio di far vivere un mondo libero dall’oppressione e dalla crudeltà della guerra, in cui regni il dialogo” ha dichiarato Biagio Maimone, direttore della comunicazione del Sanremo Cristian Music Festival.

Al Campus bio-medico di Roma due nuove Summer School con 150 posti

Al Campus bio-medico di Roma due nuove Summer School con 150 postiRoma, 26 mag. (askanews) – Dal 12 al 16 giugno l’Università Campus Bio-Medico di Roma (UCBM) organizza in due distinti percorsi una proposta inedita nel panorama delle Summer School universitarie per aiutare i giovani a scoprire la loro passione professionale e compiere consapevolmente la scelta del loro percorso universitario. Per decidere il giusto corso di laurea preparatorio alla futura professione UCBM apre due nuove Summer School per l’orientamento induttivo: la prima Summer School italiana dedicata alla Medicina insieme alla nuova Summer School dedicata alle discipline STEM (Scienze, Tecnologie, Ingegneria con focus nei settori Biomedico, Sistemi Intelligenti, Alimenti e Nutrizione, Sviluppo Sostenibile e OneHealth).

Grazie a un insieme di didattica frontale, attività esperienziali e laboratoriali, simulazioni di prove di ammissione e sessioni di orientamento ai percorsi di studio universitari, 150 studenti del terzo e quarto anno delle scuole superiori potranno, in un’unica settimana, approfondire alcuni ambiti scientifici attraverso attività immersive; seguire lezioni universitarie; scoprire il mondo della ricerca scientifica vivendo i laboratori dell’Università Campus Bio-Medico di Roma; conoscere la vita degli studenti del Campus universitario; capire attraverso i test gli ambiti di miglioramento della preparazione. Per i partecipanti alla Summer School di Medicina sarà possibile anche simulare i test di ammissione validi per l’iscrizione ai relativi tre corsi di Laurea disponibili ad UCBM (“Medicina e Chirurgia”e i due corsi in inglese di “Medicine and Surgery” e di “MedTech”, che consente anche la doppia laurea in Medicine and Surgery e Biomedical Engineering) ed entrare in contatto con le metodologie e i corsi di formazione di Cordua Srl, leader nazionale nella preparazione ai test di ingresso di Medicina.

Agli studenti del penultimo anno della scuola superiore, la Summer School STEM offre la possibilità di sostenere, in anticipo, il test valido per l’ammissione anticipata ai tre Corsi di Laurea di primo livello in Ingegneria Industriale, in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana e in Biomedical Engineering che aprono le porte alle cinque lauree magistrali attive ad UCBM (https://www.unicampus.it/it/info/corsi-laurea-magistrale) in “Ingegneria Biomedica”, “Ingegneria dei Sistemi Intelligenti”, “Ingegneria Chimica per lo Sviluppo Sostenibile”, “Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana”, “Scienze e Tecnologie Alimentari e Gestione di Filiera”. Gli studenti del terzultimo anno della scuola superiore potranno invece simulare le prove di ammissione prendendo coscienza degli ambiti di miglioramento della propria preparazione. I giovani trascorreranno le giornate interagendo con docenti e ricercatori dell’Università e della Fondazione Policlinico Universitario, ubicato nelle immediate vicinanze delle aule universitarie. Il tutto nell’ambiente incontaminato della Riserva Naturale di Decima Malafede, dove il verde dona naturalmente armonia e benessere. E la sera, per gli iscritti con formula residenziale, spazio per momenti di aggregazione e relax organizzati dall’Università.

“Nei giorni scorsi con l’evento Romecup2023 “Advancing Technology for Humanity” migliaia di studenti, attratti dalla possibilità di utilizzo della robotica e dell’intelligenza artificiale quali strumenti per l’orientamento induttivo ai percorsi formativi di vari atenei nazionali, hanno già popolato le aule e i laboratori della nostra università – ha sottolineato il prof. Eugenio Guglielmelli, Rettore UCBM – Grazie alle UCBM Summer School quest’anno diamo continuità alla nostra idea di orientamento offrendo un appuntamento dove l’approccio esperienziale e la possibilità di immergersi nella vita universitaria sono le chiavi decisive per una scelta consapevole e di successo”. “Crediamo che il modo più efficace affinché i giovani facciano una scelta consapevole sul loro futuro sia farli immergere nella vita universitaria e professionale, aiutandoli a scoprire le loro passioni. Ognuno dei nostri 14 corsi di laurea ha elementi di grande stimolo e attrattiva, vanno vissuti e colti dal vivo per capirli – ha aggiunto Andrea Rossi, AD e DG UCBM – Anche per questo abbiamo voluto fondare per primi in Italia una Summer School in Medicina ed una nelle STEM. A tutti i ragazzi mando lo stesso messaggio: prendetevi del tempo per immaginare il vostro futuro e poi investite su voi stessi per costruirlo, sognando in grande, perché oggi avete opportunità professionali di grande valore”.

Presentato il bilancio sociale della Fondazione Museo della Shoah

Presentato il bilancio sociale della Fondazione Museo della ShoahRoma, 25 mag. (askanews) – La Fondazione Museo della Shoah, in collaborazione con l’attivista per i diritti umani Claudia Conte, ha presentato “Tra Memoria e Impegno: La Fondazione Museo della Shoah si racconta”

Presso la Casina dei Vallati, si è svolta l’iniziativa ideata e organizzata in collaborazione con Claudia Conte, conduttrice e attivista per i diritti umani. L’evento, ha visto la partecipazione di diverse personalità del mondo delle istituzioni, della cultura e del sociale, ed è stata l’occasione per presentare il Bilancio Sociale 2022 della Fondazione Museo della Shoah.

Dopo la visita alla mostra “L’inferno nazista. I campi della morte di Belzec, Sobibor e Treblinka”, guidata dal curatore Marcello Pezzetti, una interessante e commovente tavola rotonda, moderata dalla stessa Claudia Conte e in diretta su Radio Radicale, cui hanno preso parte: il Presidente Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, il Ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi, la Presidente dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, la Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, il Sindaco di Firenze Dario Nardella e la regista e sceneggiatrice Silvia Scola. Con questa seconda edizione del bilancio sociale, la Fondazione Museo della Shoah intende porre in evidenza le attività organizzate durante lo scorso anno, quali la didattica, le mostre, i convegni, le presentazioni di libri, il Cineforum, la produzione di documentari e soprattutto come queste ricoprano un ruolo primario per i propri stakeholder.

“Mi sono avvicinata con grande rispetto, umiltà e profondo senso di responsabilità al tema della Shoah attraverso le attività e i progetti della Fondazione che permette di mantenere viva e presente la memoria, lo sterminio di 6.000.000 di ebrei e le dinamiche che l’hanno generato, trasformando in attività formative il monito della Shoah per l’umanità intera.” Queste le parole di Claudia Conte che ha accolto il gremitissimo pubblico tra cui si riconoscevano Lamberto Dini, Giuseppe De Rita, l’Ambasciatrice d’Israele presso la FAO Yael Rubinstein, l’Ambasciatrice di Polonia in italia Anna Maria Anders, l’Ambasciatore del Sud Sudan Dhanojak Obongo, Stefano Parisi, Beniamino Quintieri, Lodovico Mazzolin, Francesco Maiolini, il Presidente del Canova Stefano Balsamo, Laura Mazza. Saluti conclusivi da parte di Mario Venezia: “La nostra sfida quotidiana è quella di mantenere alti livelli di servizio, migliorando la qualità formativa dei nostri utenti e promuovendo una strategia di condivisione, attenta allo sviluppo di collaborazioni sostenibili, sia da un punto di vista economico che sociale. Lo scopo principale trasmettere il patrimonio storico-culturale per il cui accrescimento e cura lavoriamo sodo ogni giorno.”

Come si evince dal bilancio sociale, nel 2022 sono stati riscontrati importanti segnali, in relazione sia all’incremento delle attività condotte sia dell’interesse intercettato: dall’esponenziale aumento dei visitatori delle mostre in corso alla Casina dei Vallati, sede museale della Fondazione, che ha raggiunto quota 55.000 presenze, fino al numero di studenti che hanno partecipato online all’incontro con Sami Modiano che ha sfiorato i 150.000 collegamenti.

Convegno I modi di governo del papa. Il tempo della Sede vacante

Convegno I modi di governo del papa. Il tempo della Sede vacanteRoma, 25 mag. (askanews) – Il convegno “I modi di governo del papa. Il tempo della Sede vacante”, organizzato presso la Pontificia Università Gregoriana, si concentra sui modi del governo del papa, quando il papa non c’è. Nella sua introduzione ai lavori, il Rev. Prof. Roberto Regoli, Direttore Dipartimento di Storia della Chiesa dell’Ateneo Pontificio e Direttore rivista “Archivum Historiae Pontificiae”, ha illustrato come il seminario si ponga in continuità con quello dello scorso anno, I modi di governo del papa. Sinodi romani, concistori e congregazioni cardinalizie. Le prospettive dei due convegni, ha argomentato il prof. Regoli, si integrano e completano. “A livello storiografico in questi ultimi vent’anni si è molto scritto sul governo del papa in relazione alla Chiesa universale e allo Stato Pontificio, soprattutto sono apparsi studi specifici, a livello cronologico, spesso di singoli pontificati o comunque di periodi storici ben delimitati. Mancano ancora le grandi sintesi e per questa ragione nel convegno dello scorso anno si volle volgere uno sguardo millenario sulle grandi linee del governo papale”. Aggiungendo che “è più che mai opportuno sostenere una prospettiva di lungo periodo, che funziona sia in termini comparativi sia come indizio (e conferma) di dinamiche ecclesiali che mal si comprendono se si adotta un taglio troppo cronologicamente circoscritto. Una prospettiva plurisecolare può aiutare a capire gli sviluppi, che spesso allo stesso tempo e a volte con contraddizione corrispondono ad esigenze ecclesiologiche e a capacità di adattamento ai processi di razionalizzazione dell’amministrazione degli Stati e delle società”. In particolare, “quest’anno lo sguardo del convegno riguarda il governo del papa, quando questi non solo non c’è o è malato o impedito, ma propriamente quando è defunto”. Con un’attenzione specifica al conclave, “luogo di valutazione della politica ecclesiale passata e della ricomposizione degli equilibri per il nuovo periodo a seguire. Studiando tutte le componenti in gioco (desideri e progetti dei cardinali, aspettative del popolo, interessi delle corti e dei governi, capacità degli ambasciatori ed esigenze dei tempi), si può giungere ad una valutazione non lontana dalla realtà delle cose. Gli indirizzi di un pontificato rispondono alle preoccupazioni del conclave che l’ha generato. Almeno nei primi anni di regno. E nel caso specifico è un tempo chiaro e ben delimitato per osservare e valutare le dinamiche di governo, a volte ridotte (ma non banalizzate) alle azioni di fazioni cardinalizie con addentellati politici nei gabinetti dei governi civili”. Sempre nell’introduzione è stato sottolineato che “ci sono non poche pubblicazioni sui conclavi, meno sul tempo lungo della sede vacante, che nel suo insieme include il conclave ma anche tutto ciò che lo precede. In questi due giorni, si vuole riflettere sui conclavi, intesi in una accezione cronologica ampia, tra norme e simboli, tra ragioni di Stato e ragioni di Chiesa. È il “tra” l’angolatura della osservazione” di questi giorni di studio, che “toccheranno le linee di ricerca care alle istituzioni coinvolte, quali le norme dei conclavi (dalla loro invenzione alla loro reiterazione fino al dettaglio dei dispositivi interni), i simboli (dal cerimoniale al significato degli spazi del Palazzo Apostolico Vaticano) e le ragioni di Stato e Chiesa tra politiche internazionali, ecclesiastiche, dichiaratamente religiose e a volte strettamente locali. Un programma ben denso”.

Sport equestri, amore e voglia di superare ogni limite

Sport equestri, amore e voglia di superare ogni limiteRoma, 25 mag. (askanews) – Enea Ferroni, 32 anni, è un parareiner e domani sarà l’ospite speciale dello storico ovale di piazza di Siena, a Roma. Per l’occasione sarà presentata la sella da lui ideata, in collaborazione con FISE e Centro Protesi Inail e grazie al supporto della FISE Toscana. “Un progetto innovativo il cui auspicio, viste le speciali caratteristiche di questa sella, sono quelle di poter consentire a persone con disabilità motoria di valutare la possibilità di montare a cavallo”. Presenzieranno all’evento il ministro per la disabilità Alessandra Locatelli, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli e il presidente dell’Inail Francesco Bettoni.

La “sella” speciale, realizzata dal Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio, per Enea Ferroni, giovane con grave disabilità motoria, che ha raggiunto, insieme al suo cavallo Apache, il sogno di concretizzare la sua passione per gli Sport Equestri. “L’attività sportiva costituisce per le persone con disabilità uno strumento formidabile di riabilitazione e di recupero dell’autonomia ai fini del reinserimento sociale” afferma Angelo Andretta direttore del Centro Inail, “Per questo motivo il Centro Protesi è da sempre attento a rilevare le esigenze dei propri assistiti, cercando soluzioni tecniche che possano agevolare la pratica delle varie discipline sportive. In tale contesto è nata la collaborazione con la Federazione italiana Sport Equestri. La convergenza tra la nostra competenza nel campo dell’ortopedia tecnica e l’esperienza di Fise nel campo dell’equitazione, praticata anche da persone con disabilità, consentirà di sviluppare la conoscenza di nuovi dispositivi e nuove tecniche. Confidiamo che quello sviluppato con Enea sia solo il primo di una serie di progetti di successo”.

Un messaggio di speranza e di forza, oltre che di inclusione e integrazione, per lanciare concretamente il “cuore oltre ogni ostacolo”. “La scienza e la tecnologia ancora una volta ci aiutano a garantire l’accesso a un diritto fondamentale come quello alla pratica sportiva. La storia di Enea è la chiara dimostrazione di come attraverso la volontà, la cooperazione e l’innovazione tecnologica è possibile aprire prospettive impensabili sino a qualche tempo fa. Un progetto straordinario nato dall’iniziativa della FISE e grazie a Inail e al Centro Protesi di Budrio, un’eccellenza a livello internazionale di cui siamo tutti orgogliosi”, è quanto dichiara il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli.

Una partecipazione importante è stata quella del ministro per la disabilità Alessandra Locatelli che con grande entusiasmo ha detto: “E’ veramente bellissimo essere qui insieme in questa occasione straordinaria, e avere qui tante persone che provengono da mondi apparentemente molto distanti tra loro, ma uniti dallo stesso obiettivo di migliorare la vita degli altri, e garantire un percorso di autonomia sia nella vita quotidiana che nella dimensione sportiva. E tu Enea sei veramente un campione, e tante persone credono in te!”. “Per me – ha spiegato Enea Ferroni – rinascita significa il manifestarsi di una nuova forma di vita o di attività. Io con i cavalli ho trovato un nuovo me stesso e non intendo fermarmi ma, al contrario, sfidare pregiudizi e stereotipi per permettere a me stesso e a chi vive nella disabilità di poter vivere le proprie aspirazioni e realizzarsi professionalmente”.

Con questa premessa, Ferroni traccia le basi di un percorso condiviso con il presidente federale Marco Di Paola e con il presidente FISE Toscana Stefano Serni. L’obiettivo di questa edizione del 90° CSIO di Roma Piazza di Siena è anche quello di proseguire, aggiunge il presidente della Fise Marco Di Paola, “un percorso di sperimentazione e l’innovazione della cultura equestre attraverso la relazione con il cavallo che, sempre più, rappresenta una vera ed effettiva “inclusione” per le persone con disabilità. Questo è il secolo del “cavallo terapeuta” e questa iniziativa vuole evidenziare un altro piccolo passo, un altro tassello che, da parte della Federazione Italiana Sport Equestri,a rappresentare forte volontà e sensibilità nel comprendere ed esaudire esigenze e sogni di persone con fragilità”.

Enea Ferroni ha trentadue anni, vive a Reggio Emilia ed è laureato in Scienze Zootecniche e Tecnologie delle Riproduzioni A nimali con curriculum in Scienze Equine presso l’Università di Parma. È salito in sella all’età di 18 anni, nonostante il parere contrario degli esperti. Prima sul somaro e poi a cavallo, ha intrapreso gli studi della Doma Parelli per raggiungere una maggiore sintonia con il cavallo. Forte del suo percorso di studi universitari e della sua passione per il cavallo, il suo sogno è poter realizzare il progetto sviluppato nella tesi di laurea di un maneggio tutto automatizzato da mettere a disposizione di persone disabili affinché quella che oggi rappresenta una nemica – la disabilità – si trasformi in amica.