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Lunedì 31 ultima puntata di ‘Chiamata di emergenza’ su Rai 2

Lunedì 31 ultima puntata di ‘Chiamata di emergenza’ su Rai 2Roma, 30 lug. (askanews) – Lunedì 31 luglio andrà in onda la quarta ed ultima puntata di “Chiamata di emergenza”; il nuovo programma di Rai 2 condotto da Filippo Gaudenzi, volto del tg1 di cui è stato vicedirettore con la regia di Marco Petruzzelli, videomaker spesso impegnato in zone di guerra. Quattro appuntamenti di cronaca live, informa una nota, che hanno visto le telecamere di “Chiamata di emergenza” attraversare l’Italia con le donne e gli uomini delle forze dell’ordine che ogni giorno affrontano e si misurano con ogni tipo di emergenza per garantire la nostra sicurezza. “Nel nostro racconto – spiega Gaudenzi – c’è la cronaca live degli aspetti più sconosciuti delle emergenze quotidiane che quasi mai trovano spazio nei tg o sui giornali”.

“E le emergenze quotidiane sono infinite – dice Gaudenzi – e spesso ci sfiorano senza che noi ce ne accorgiamo. Per ogni emergenza è necessario un grande addestramento e un forte spirito di squadra che il programma racconta in tutti suoi passaggi, dalla chiamata alla fase operativa che noi seguiamo a telecamera accesa accanto ai professionisti dell’emergenza. Un esempio è Lampedusa con l’emergenza migranti a cui abbiamo dedicato l’apertura del programma e di cui abbiamo mostrato in presa diretta non solo le delicate operazioni della guardia costiera che giorno e notte portano in salvo centinaia di persone alla deriva ma anche la fase della pianificazione e della organizzazione dei soccorsi. E siamo riusciti a documentare in esclusiva, le nuove strategie degli scafisti che si avvalgono della complicità di alcuni pescherecci, mostrando proprio il rilascio in mare dei migranti con il tentativo di recuperare poi le imbarcazioni di fortuna su cui abbandonano le persone una volta che vengono salvate”. “Chiamata di emergenza” si snoda tra interventi di routine e operazioni che alle spalle hanno indagini complesse: dalle irruzioni di polizia e carabinieri nei locali dove è segnalata la presenza di ladri, a quelle nei covi di pericolosi narcotrafficanti. Dai controlli antidroga della guardia di finanza a bordo degli autobus in arrivo da fuori confine alle indagini dei militari in borghese infiltrati tra spacciatori e consumatori. E nella quotidianità dell’emergenza non mancano inseguimenti in auto al cardiopalma, pedinamenti, perquisizioni, arresti…”Si tratta di situazioni – afferma Gaudenzi – che nel nostro immaginario releghiamo alla finzione cinematografica e che invece ogni giorno, accadono realmente”.

“Ho seguito per anni le forze dell’ordine nelle più disparate situazioni – sottolinea il regista Marco Petruzzelli – per riuscire a filmare e a documentare ogni sfumatura degli interventi – aggiunge – occorre essere una presenza discreta e pronta a tutto: all’alba sali su uno dei loro mezzi e non sai in quali situazioni ti ritroverai “. Ci sono giornate in cui si passa dal soccorso a un anziano che cade solo in casa e non riesce a rialzarsi a quelle contro il tempo per estrarre persone intrappolate nelle auto dopo un incidente. Ho visto vigili del fuoco arrampicarsi ovunque e in qualsiasi situazione; ho visto medici e paramedici del 118 rianimare giovani che sembravano spacciati. Elemento distintivo del format – spiega ancora Petruzzelli – è il racconto live con pochissimi snodi descrittivi delle più disparate emergenze quotidiane”. In scaletta per l’ultima puntata il prossimo lunedì 31 luglio, il programma ci porterà ancora in mare aperto per seguire questa volta le operazioni della guardia costiera di contrasto all’emergenza della pesca di frodo che sta depredando i nostri mari. Non mancheranno operazioni a terra con una pagina dedicata ai baby criminali, corrieri della droga in scooter a soli 15 anni che girano armati e fuggono ai posti di blocco. In pagina anche un inseguimento a folle velocità sul raccordo anulare della capitale dove una banda di criminali tenta di far perdere le proprie tracce. E ancora, soccorrere alle prime luci del giorno gli adolescenti che si riversano sui marciapiedi dopo aver trascorso il sabato sera a sballarsi. Anche questa, purtroppo, è una emergenza.

Ambiente, UniVerde: Puglia apripista dell’indipendenza energetica

Ambiente, UniVerde: Puglia apripista dell’indipendenza energeticaRoma, 28 lug. (askanews) – Sostenibilità significa creare valore condiviso. L’ascolto dei territori, la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, la tutela dei delicati habitat e della biodiversità che li popola vanno nella direzione di una giusta transizione energetica che punta al rispetto delle comunità locali e degli ecosistemi terrestri e marini creando nuova occupazione green. Di questi temi si è parlato al convegno “Agricoltura e rinnovabili insieme per la transizione ecologica della Puglia. Le best practice amiche del paesaggio e del mare”, promosso da Fondazione UniVerde, Società Geografica Italiana, Coldiretti Puglia con la main partnership di Renexia, che si è svolto oggi a Taranto presso il Jonian Dolphin Conservation con media partners: Askanews, Italpress, TeleAmbiente, Opera2030, Sos Terra Onlus.

Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione UniVerde e componente consiglio direttivo della Società Geografica Italiana, ha spiegato: “La sicurezza alimentare e quella energetica devono andare di pari passo. La siccità, le alluvioni e più in generale gli effetti del cambiamento climatico in corso stanno aumentando le vulnerabilità sia del settore agricolo che di quello energetico. Tecnologie come l’eolico offshore e il solare fotovoltaico, in sinergia con il mondo agricolo, possono soddisfare le necessità di resilienza e sostenibilità. Da una parte, l’agrivoltaico, ben integrato e rispettoso delle attività agricole, può essere di supporto all’agricoltura aiutandola nella transizione ecologica e digitale. Dall’altro, l’eolico offshore concilia l’esigenza di costruire impianti a mare, lontano dalle coste e senza consumo di suolo, per la produzione di rinnovabili nel rispetto delle rotte dei migratori e dei mammiferi marini. È importante l’impegno delle Istituzioni, del terzo settore e delle imprese virtuose per una giusta transizione energetica che non può prescindere dalla difesa della biodiversità naturale ma anche delle biodiversità culturali e agroalimentari”. La transizione ecologico-digitale – si sottolinea – è una priorità assoluta per affrontare la crisi climatica, superare i combustibili fossili, promuovere una crescita compatibile con l’ambiente e favorire la democrazia energetica sui territori. Obiettivi che devono essere perseguiti con una visione sistemica sfruttando appieno le potenzialità delle rinnovabili e sostenendo la diffusione attenta e sostenibile dell’eolico offshore – che offre l’opportunità di creare zone protette in prossimità degli impianti a mare, per il ripopolamento e il recupero degli habitat – e dell’agrivoltaico per imprese agricole che sappiano guardare avanti favorendo una sana transizione energetica ed ecologica nel rispetto delle tradizioni e del paesaggio.

Ambiente, Pecoraro Scanio: sì ad area marina protetta di Capri

Ambiente, Pecoraro Scanio: sì ad area marina protetta di CapriRoma, 20 lug. (askanews) – Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della fondazione Univerde e già ministro dell’ambiente incontra il ministro Pichetto Fratin che gli conferma impegno per sbloccare area marina protetta di Capri. “Lo avevo detto durante la riapertura di via Krupp e ho incontrato il ministro che è determinato a istituire finalmente quel parco marino di Capri atteso da decenni – spiega in una nota Pecoraro Scanio – Con Capri si può avviare il percorso per raggiungere il 30 per cento di mare protetto previsto dalla Ue. Spero che il ministro possa riprendere quel mio impegno che mi portò in tempi brevi a sbloccare le aree protette di Ischia e Procida, Bergeggi, Santa Maria di Castellabate, Infreschi”. Poi aggiunge: “Si parte con Capri e poi con Santuario delfini nel golfo di Taranto, area del Piceno, del Conero, di Taormina. Per Capri serve una piccola modifica della legge 394 del ’91 che si può fare in un qualsiasi decreto legge di semplificazione o nella legge di stabilità. Basta rinvii”.

Solidarietà e inclusione con la formazione di nuovi fornai

Solidarietà e inclusione con la formazione di nuovi fornaiRoma, 20 lug. (askanews) – Teoria e pratica per formare i fornai del domani, riconoscendo un futuro migliore a decine di ragazzi. Questo lo scopo del progetto di formazione lavorativa “Inclusione e Tradizione”, portato avanti dall’associazione Meraki – che mira a promuovere la cultura del “pane autentico” con un occhio vigile al consumo responsabile, all’inclusione e alle pari opportunità insieme al leader della panificazione artigianale Grande Impero – in collaborazione con Borgo Ragazzi Don Bosco.

Protagonisti della campagna sono stati ragazzi prossimi alla maggiore età e maggiorenni, che hanno potuto seguire un processo di riscatto per inserirsi nella realtà lavorativa. Tra loro immigrati, minori non accompagnati e ragazzi con difficoltà sociali. Dopo 10 incontri da quattro ore ciascuno, i ragazzi hanno sostenuto gli esami pratici e teorici, ricevendo poi l’attestato del corso e venendo preparati, di fatto, al mondo lavorativo. Per loro, poi, si apriranno nuove possibilità di vita e professionali. Grazie all’impegno di Meraki e Grande Impero, oltre che dello staff di professionisti psicologi ed esperti nel settore, i ragazzi hanno infatti appreso i segreti della panificazione artigianale e di tutte le norme burocratiche e le nozioni che gravitano intorno al settore di cui l’azienda Grande Impero è leader indiscusso.

Antonella Rizzato (CEO di Grande Impero) ha commentato: “Questo progetto è stato un momento di grande partecipazione e integrazione, valori che ci arricchiscono profondamente. Abbiamo sempre creduto che essere socialmente responsabili, condurre un’azienda eticamente, comporta la soddisfazione di entrambi soggetti. Con questo corso ne abbiamo avuto la conferma”. Gaia Fancello, psicologa e membro del comitato scientifico dell’associazione Meraki, ha raccontato: “È stato un percorso, oltre che didattico, fatto anche di emozioni. I ragazzi, giorno dopo giorno, sono sbocciati: all’inizio erano titubanti, preoccupati e molti non sapevano cosa aspettarsi, ma comunque sempre pieni di sogni e speranza negli occhi. Adesso, mi sento di dire, che possono concretizzare un loro inserimento, attraverso il mondo del lavoro, nella comunità. Possono portare la loro storia, accogliendo anche quella del Paese dove ora vivono, per creare una rete di supporto reciproco”.

Grande soddisfazione anche da parte di Nicoletta Goso (‘Rimettere le ali’ – Borgo Ragazzi Don Bosco), che ha coordinato il progetto: “Questa idea nasce dalla collaborazione dell’intera società civile, per poter permettere a tanti ragazzi di aver un futuro e poter realizzare i propri sogni. Il nostro impegno comune è quello di permettergli di accedere ad un inserimento lavorativo, che è uno strumento di inclusione potente con cui i ragazzi possono restituire alla società civile tutto ciò che hanno appreso”. Omar e Yaya, due ragazzi che hanno partecipato al corso, hanno detto: “Siamo molto felici di aver fatto questo corso e aver imparato bene molte tecniche che potranno permetterci di lavorare qui in Italia”.

Milano, inaugurato il nuovo Market Solidale di Progetto Arca

Milano, inaugurato il nuovo Market Solidale di Progetto ArcaMilano, 17 lug. (askanews) – È stato inaugurato a Milano il nuovo Market Solidale della Fondazione Progetto Arca in viale Bodio, una struttura interamente dedicata al sostegno alimentare dei cittadini in difficoltà economica per fare la spesa per se stessi e le proprie famiglie. Un luogo di accoglienza e di solidarietà nei confronti delle persone più fragili nel capoluogo lombardo. “Per noi il sostegno alle persone è la vera missione – ha detto ad askanews Costantina Regazzo, direttrice Servizi della Fondazione Progetto Arca -. In questo momento l’idea di poter sostenere circa 150 famiglie con la possibilità di accedere a questo servizio, con la possibilità di offrire cibi e materiali di diversa natura, ma soprattutto di accogliere le famiglie, di educare le alla salute, è davvero un passaggio importante per il nostro lavoro”.

Il market – nato grazie al sostegno di JTI Italia, Fondazione Fiera Milano e Osama e con la collaborazione del Comune di Milano e della Regione Lombardia – funziona attraverso una card, che contiene dei punti basati sulle persone del nucleo famigliare, utilizzabili poi per fare gratuitamente gli acquisti, Ma chi ne ha diritto? “Le persone che hanno un ISEE inferiore ai 6mila euro – ha aggiunto Regazzo – possano accedere a questo servizio. Collaboriamo con il municipio di Zona e collaboriamo con i servizi sociali del Comune di Milano”. All’inaugurazione ha preso parte anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. “L’iniziativa è molto bella – ha detto – perché mette insieme due cose, il market solidale, quindi la possibilità di servire 150 persone e anche alcuni appartamenti sopra, sempre per persone in difficoltà. È un altro atto di Arca, l’anno prossimo Arca compie 30 anni e lavora sempre con noi e ha questa capacità di essere sempre in linea con i bisogni del tempo. Ecco questo esempio, questo tema di occuparsi della residenzialità è assolutamente importante”.

Tra i sostenitori dell’iniziativa di Progetto Arca c’è anche, come dicevamo, JTI Italia, che da tempo collabora con l’associazione. “Il Market Solidale – ci ha spiegato Alessandra Goretti – Corporate Affair & Communication Manager di JTI Italia – è un esempio concreto di quella che è la visione della sostenibilità per JTI Italia. Abbiamo una visione della sostenibilità a 360 gradi che vuole far cooperare sostenibilità ambientale, economica e sociale. E con Arca mettiamo a terra questa volontà di impegnarci come JTI Italia attivamente nelle comunità in cui operiamo, portando aiuto e sostegno soprattutto dove vi è bisogno”. La spesa verrà fatta su appuntamento, il market sarà aperto tre pomeriggi a settimana esclusivamente per le famiglie selezionate, e i beneficiari potranno scegliere in base alle proprie esigenze fra prodotti freschi e a lunga conservazione, alimenti e beni per l’infanzia, prodotti per la pulizia della casa e l’igiene personale, libri e quaderni.

Writing Solidarity, le Nazionali scrittori per Nawal Soufi

Writing Solidarity, le Nazionali scrittori per Nawal SoufiMilano, 13 lug. (askanews) – Italia, Germania, Svezia e Inghilterra: queste le quattro Nazionali Scrittori che si sfideranno per l’evento charity “Writing Solidarity”, in programma a Roma il 2 e 3 settembre 2023. L’evento – organizzato da ‘Come si scrive una grande storia’, la scuola di scrittura e sceneggiatura di Francesco Trento – è volto a sostenere il progetto di Nawal Soufi, l’attivista italo marocchina che ha dedicato il suo impegno a rifugiati, profughi e richiedenti asilo. Scrittori e scrittrici da tutta Europa, registi e registe, sceneggiatori e sceneggiatrici, ma anche attori e attrici, si alterneranno sul palco del Teatro Garbatella per due giornate di talk e lezioni di scrittura, a cui si potrà partecipare in cambio di una donazione. Da Tobias Jones a Antonella Lattanzi, da Daniel Tatarsky a Nadia Terranova e poi Polly Courtney, Gian Marco Griffi, Fabio Geda, François Morlupi, Giampaolo Simi, Falko Hennig, Marina Pierri e Fabio Bonifacci. E ancora… Sarah Savioli, Daniel Poohl, Måns Gahrton, Francesca Melandri, Maura Gancitano, Andrea Colamedici, Antonio Paolacci, Paola Ronco, Paolo Verri, Valentina Mira e Leonardo Patrignani. Questi sono solo alcuni degli scrittori e delle scrittrici che hanno abbracciato il progetto e saranno protagonisti delle due giornate assieme ad alcune personalità dal mondo del cinema come l’attore Lino Guanciale e il regista e sceneggiatore Stefano Lodovichi.

“Questa vuole essere una call per appassionati e aspiranti scrittori e scrittrici che, con la loro partecipazione alle masterclass, contribuiranno ad aiutare oltre 100 famiglie di profughi e rifugiati’ ha detto Francesco Trento, ideatore dell’evento. La sua scuola di scrittura “Come si scrive una grande storia’ non è nuova a iniziative di beneficenza che vedono unite letteratura e tematiche sociali. Grazie a queste iniziative in questi anni la scuola ha raccolto e devoluto oltre 120.000 € ad organizzazioni non profit e realtà sociali, promuovendo la solidarieta attraverso attività legate alla scrittura e alla sceneggiatura. L’appuntamento del 2 e 3 settembre sarà interamente dedicato al sostegno delle attività di Nawal Soufi, “l’angelo dei profughi” come è stata rinominata per aver salvato decine di migliaia di persone che hanno tentato l’ingresso in Europa tramite la rotta balcanica. Le donazioni sosterranno intere famiglie di rifugiati, assicurando loro beni di prima necessità oltre all’assistenza legale e sanitaria. La raccolta fondi avverrà tramite la piattaforma https://www.retedeldono.it/it/writing-solidarity, il ricavato sarà costantemente aggiornato e visibile sul sito https://writingsolidarity.it/.

Dopo le lezioni, scrittori e scrittrici scenderanno letteralmente in campo nella Writers’ League, il campionato di calcio europeo di categoria, che si disputerà al centro sportivo Tre Fontane. Sabato 2 settembre si giocherà un girone all’italiana e si terranno sei partite di 30 minuti ciascuna, mentre domenica 3 saranno disputate le due finali. Nel rettangolo verde, per la Nazionale Italiana fondata da Alessandro Baricco e capitanata oggi da Giampaolo Simi, ci saranno penne come Fabio Geda, Boris Sollazzo, Raffaele Riba, Carlo D’Amicis. Tra i giocatori svedesi Måns Gahrton, Fredrik Ekelund, Jonas Michanek e Magnus Johansson; per la rosa tedesca Lucas Vogelsang, Jochen Schmidt, Moritz Rinke, Falko Hennig; mentre scenderanno in campo per la nazionale dei tre leoni, tra gli altri, Daniel Tatarsky, Polly Courtney e Tobias Jones.

Mandela Day, Comitato Testamento Solidale: i grandi ci ispirino

Mandela Day, Comitato Testamento Solidale: i grandi ci ispirinoMilano, 13 lug. (askanews) – Il 18 luglio si celebra il “Nelson Mandela International Day”, istituito dalle Nazioni Unite nel 2009 in ricordo di Nelson Mandela, in coincidenza del giorno della sua nascita. Il leader e attivista sudafricano dedicò tutta la sua vita alla lotta contro la violenza e ogni forma di discriminazione, guidando la storica transizione del Sudafrica da un sistema di segregazione razziale – noto come Apartheid – a una democrazia nella quale ogni cittadino potesse godere dei medesimi diritti. La giornata non vuole rappresentare semplicemente la celebrazione del grande impegno per la giustizia sociale del leader sudafricano, ma anche, e soprattutto, un invito a prendere coscienza del potere che ciascuno di noi ha di impattare positivamente nel contesto in cui vive e quindi, in qualche modo, di cambiare il mondo. Il lascito solidale, ricorda il Comitato Testamento Solidale nell’anno del suo decennale, è uno straordinario strumento di generosità che ognuno di noi ha a disposizione per continuare a rendere il mondo un posto migliore, anche quando non ci saremo più.

Lo stesso Mandela, dopo aver dedicato tutta la vita all’impegno per i diritti umani, decise di intraprendere la strada della generosità anche nelle sue ultime volontà: all’interno del suo testamento, il padre della nuova nazione sudafricana scelse di riservare parte della sua eredità alle due scuole da lui frequentate in gioventù e ad altri istituti scolastici perché potessero istituire borse di studio, oltre a ricompensare con lasciti di circa tremila euro tutti suoi collaboratori. “Dal ricordo di Nelson Mandela e di chi, come lui, ha cambiato concretamente la vita di altre persone grazie alla volontà di migliorare le cose, tutti noi possiamo trarre ispirazione. L’obiettivo più importante del “Mandela Day” è proprio questo: spingerci al cambiamento, al coraggio, alla solidarietà nei confronti dell’altro. E questo possiamo farlo tutti, anche nel nostro piccolo – ha spiegato Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro – Ciò che con il Comitato Testamento Solidale raccontiamo ormai da dieci anni è anche questo: per cambiare il mondo non servono necessariamente azioni eclatanti. Un lascito in favore di cause benefiche, piccolo o grande che sia, è un gesto di altruismo capace di generare un impatto sulla società ed è in grado di fare la differenza nella vita di tante persone e di intere comunità.”

Motorola con l’illustratrice Momusso per condividere emozioni

Motorola con l’illustratrice Momusso per condividere emozioniMilano, 12 lug. (askanews) – Basta guardarsi intorno, oggi, su un qualsiasi mezzo di trasporto per scoprire che la quasi totalità dei passeggeri è concentrata sul proprio smartphone. Ora Motorola, in collaborazione con l’illustratrice Momusso, vuole provare a cambiare questa forma di isolamento sociale. Il 1 giugno 2023 è avvenuto il lancio della razr 40 family, con i due smartphone pieghevoli della gamma razr 40 ultra e razr 40. E proprio a partire dal display esterno di razr 40 ultra nasce il progetto di Motorola in collaborazione con Momusso: “Libera le emozioni”.

Momusso, nome d’arte di Martina Lorusso, è una grafica e illustratrice, in grado di rendere tangibili le emozioni attraverso i suoi disegni. “Le emozioni sono ciò che ci rende umani,” afferma Momusso. “Piccole epifanie, ricordi, mancanze: è da lì che nasce la bellezza del mondo. Avere la possibilità di esprimerle persino attraverso lo smartphone, uno strumento fondamentale ma che talvolta isola, è una nuova sfida che Motorola mi ha dato l’opportunità di esplorare e che ho colto con entusiasmo, per dare voce in modo non convenzionale alle nostre emozioni e aiutarci a identificarle ogni giorno,” conclude Momusso. Per Motorola, Momusso ha realizzato 15 illustrazioni che permettono di rendere unico razr 40 ultra, personalizzandolo in ogni dettaglio. Chi possiede il nuovo device pieghevole, potrà far sapere ogni volta che lo desidera il proprio mood, le proprie aspirazioni e i desideri quotidiani: persino sui mezzi di trasporto, basterà dare un’occhiata al display esterno per scoprire lo stato d’animo di qualcuno. Gli smartphone diventano così uno strumento di coesione e di comunità, una nuova dimensione sia per chi ne è fruitore, sia per chi semplicemente osserva.

“Razr 40 ultra ha il grandissimo vantaggio di poter personalizzare qualsiasi aspetto, offrendo agli utenti la piena espressione di sé, da tutti i punti di vista,” dichiara Giorgia Bulgarella, Head of Marketing di Motorola. “Abbiamo voluto sottolineare e valorizzare questa caratteristica del device che lo rende unico nel suo genere, coinvolgendo l’illustratrice Momusso per il suo grande pregio di saper interpretare i sentimenti e convogliarli in disegni che colpiscono tutte le generazioni”. Le opere d’arte realizzate dall’illustratrice Momusso sono disponibili sul sito motorola.it, alla pagina dove è possibile scaricarle gratuitamente.

Milano Cortina 2026, si rafforza partnership con Eprcomunicazione

Milano Cortina 2026, si rafforza partnership con EprcomunicazioneMilano, 11 lug. (askanews) – Prosegue e si rafforza la partnership tra Eprcomunicazione e la Fondazione Milano Cortina 2026 per le attività di stakeholder engagement e media relation sui temi relativi alla sostenibilità ambientale e sociale dei Giochi Olimpici Invernali.

La Fondazione, costituita a dicembre 2019 nel rispetto delle disposizioni contenute nella Carta Olimpica, nel Codice Etico del Comitato Olimpico Internazionale e nell’Accordo firmato a Losanna il 24 giugno 2019, svolge tutte le attività di organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi e culturali relativi allo svolgimento dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali del 2026. Eprcomunicazione, durante tutta l’organizzazione dei Giochi Olimpici, fornirà consulenza strategica per avviare e mantenere un canale stabile di comunicazione tra la Fondazione e i portatori di interesse diffusi in materia ambientale e all’inclusione sociale delle fasce più deboli, sia nazionali sia rappresentativi dei territori che interessano i Giochi. Inoltre sarà di supporto per la definizione di contenuti e della modalità di comunicazione della narrazione del progetto olimpico e paralimpico con particolare riguardo alla materia della sostenibilità ambientale e alla legacy.

“I Giochi di Milano Cortina 2026 fanno della sostenibilità, del contenimento del consumo di suolo e dell’efficienza gestionale ed economica, una sfida che ci vede impegnati da tempo e che troviamo in linea con l’identità di Eprcomunicazione, Società Benefit associata UNA e dal 2022 certificata B-Corp” ha commentato Roberto Della Seta, Direttore Sostenibilità e membro del Consiglio di Amministrazione di Eprcomunicazione.

Amnesty: ogni rapporto sessuale senza consenso sia stupro

Amnesty: ogni rapporto sessuale senza consenso sia stuproMilano, 11 lug. (askanews) – Secondo l’OMS, nel mondo una donna su tre nel corso della sua vita subisce violenze fisiche e/o sessuali, principalmente da parte di un partner intimo. Il report “Donne vittime di violenza”, pubblicato dal dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno lo scorso marzo, ha evidenziato come in Italia si registri un trend in crescita per le violenze sessuali: dal 2020, anno nel quale si è registrato il dato minore (4.497), l’incremento è stato significativo e si è attestato, nel 2022, a 5.991 eventi (+33% dal 2020). Di fronte a un fenomeno così allarmante, per produrre un profondo cambiamento culturale, creare consapevolezza sul concetto di consenso e aumentare l’accesso alla giustizia per le sopravvissute allo stupro in Italia, Amnesty International Italia rilancia la campagna #IoloChiedo e invita ad unirsi, anche attraverso uno strumento di solidarietà concreta come il lascito solidale, intorno alle donne vittime di violenza, affinché non siano più lasciate sole.

Attualmente, il Codice penale italiano, all’articolo 609-bis, prevede che il reato di stupro sia necessariamente collegato agli elementi della violenza, della minaccia, dell’inganno, o dell’abuso di autorità. In nessun modo lo stupro viene definito “un rapporto sessuale senza consenso”. Pertanto, Amnesty International Italia chiede al ministro della Giustizia che la legislazione italiana si adegui alle norme internazionali, modificando l’articolo 609-bis del Codice penale per considerare reato qualsiasi atto sessuale senza consenso. “La Convenzione di Istanbul, il trattato internazionale di più vasta portata sul tema della violenza contro le donne, ha posto in maniera chiara il tema della necessità di passare dalla repressione alla prevenzione dell’abuso. Nonostante l’Italia abbia ratificato la Convenzione oltre dieci anni fa, il nostro Codice penale non è mai stato aggiornato secondo le direttive del documento – spiega Tina Marinari, coordinatrice della campagna #IoloChiedo di Amnesty International Italia – Negli ultimi anni, diversi stati europei hanno allineato la definizione del reato di violenza sessuale alla Convenzione: il 1° giugno la Svizzera e, il 4 luglio, i Paesi Bassi hanno approvato un emendamento alla legge sui reati sessuali, che definisce ora il sesso senza consenso come stupro. Al contrario, la nostra legge è ancora specchio di una cultura basata sulla discriminazione di genere, sullo sbilanciamento di potere nelle relazioni e sulla colpevolizzazione della persona offesa. La paura, la vergogna e la mancanza di fiducia nel sistema giudiziario non devono essere fattori di dissuasione, per donne e ragazze, dal denunciare le aggressioni e maltrattamenti subiti”. Modificare una legge è certamente il punto di partenza, ma, di pari passo, va operato un cambiamento anche nelle percezioni e nella consapevolezza di tutti i cittadini. I dati ISTAT (2019) evidenziano come nel nostro paese è più che mai radicato il pregiudizio che addebita alla donna la responsabilità della violenza sessuale subita per il modo di vestire (23,9% degli intervistati) o se sotto effetto di alcool e droghe (15,1%). Il 39,3% degli intervistati ritiene inoltre che una donna sia perfettamente sempre in grado di sottrarsi ad un rapporto sessuale se davvero non lo desidera. Ancora, secondo un’indagine IPSOS condotta per Amnesty International Italia (2019), il 31% degli Italiani ritiene che il rifiuto di una donna sia un modo per “farsi desiderare”: il famoso luogo comune secondo cui le donne direbbero “no”, intendendo al contrario “sì”.

“Quando si parla di violenza sessuale, è mentalità diffusa ritenere che la vittima sia in qualche modo responsabile dell’aggressione subita: per i vestiti che indossava, per l’atteggiamento mostrato, per la maniera in cui ha parlato – aggiunge Marinari – Se vogliamo vivere in una società dove non siamo costretti a leggere ogni settimana notizie di femminicidi, stupri e violenze, dobbiamo partire con il radicale cambiamento culturale, rafforzando la consapevolezza nelle giovani generazioni sull’importanza del rispetto della reciproca libertà e autonomia, combattendo gli stereotipi di genere e chiarendo il concetto di consenso. Per questo, intendiamo promuovere la campagna #IoloChiedo nelle scuole e nelle piazze e ci impegniamo a coinvolgere le Istituzioni, da cui deve partire la revisione legislativa. Come ci dimostra il recente esempio dei Paesi Bassi, una trasformazione è possibile e siamo convinti che il cambiamento che vogliamo produrrà effetti positivi nella nostra società, nella nostra cultura e, non da ultimo, nelle aule di tribunale. Proseguire questa battaglia è imprescindibile: per questo rilanciamo l’appello ad unirsi, anche attraverso uno strumento di solidarietà concreta come il lascito solidale, intorno alle donne vittime di violenza. Un lascito testamentario in favore di Amnesty International significa combattere per un mondo nel quale i diritti umani siano rispettati e le donne non vengano più lasciate sole, per sempre”.