Milano Design Week, c’è anche un panchina contro il femminicidioMilano, 18 apr. (askanews) – Si chiama “Frammento”, è una panchina rossa, già donata ad alcune rappresentative città italiane (Monza e Seregno per il loro legame con il mondo del mobile e dell’arredo) e verrà esposta alla Milano Design Week, al fine di ricordare quotidianamente i tanti episodi di femminicidio.
La panca sarà vicino all’Università Statale di Milano, in via Festa del Perdono, e sarà parte di ID-Exe, il primo distretto diffuso del design che, per il 2023, presenta il tema “Design After” per indagare, con installazioni ed eventi, la progettazione del futuro. L’iniziativa porta la firma dell’architetto Pietro Cipolletta di Arcworks e di Cemento Line, azienda toscana situata a Cerreto Guidi (FI), guidata da Giulio Pucci e specializzata nella lavorazione del cemento per la realizzazione di prodotti personalizzati di design.
La panchina, che pesa 400 chilogrammi, è un prodotto di arredo urbano realizzato in cemento grigio GFRC. Si tratta di una lavorazione che prevede la miscela di cemento, sabbia, polvere di marmo, additivi e fibra di vetro. La colorazione rossa, simbolo del rifiuto degli atti di violenza, è stata realizzata con piastrelle di ceramica di diverse sfumature, prodotte artigianalmente e posate a mano una ad una, che donano un effetto cromatico unico e variegato. “Attraverso le colorazioni, le forme e le dimensioni mai uguali, l’intento è rappresentare la varietà, ma soprattutto l’unicità del mondo femminile dove ogni donna è un tassello unico e insostituibile della nostra società”, ha spiegato Pucci. Una delle piastrelle è rotta e ricomposta con la tecnica orientale del kintsugi, che significa letteralmente “riparare con l’oro”. Il filamento dorato è stato utilizzato per saldare il frammento rotto e da qui è nato il nome del progetto. “Vi è un messaggio positivo di speranza che questa creazione di design porta con sé: la forza della collettività ricuce le ferite e restituisce l’unicità di ogni donna. Questo messaggio è rafforzato dal disegno geometrico nel quale vanno a collocarsi le piastrelle”, ha aggiunto l’architetto Cipolletta.
Frammento, progetto per il quale esiste già una pagina instagram, viene promosso dall’azienda e dal designer per diventare virale e raggiungere il maggior numero di persone e di piazze, al fine di sensibilizzare sul delicato tema della violenza contro le donne. Grazie al lavoro di D.O.S. (Design Open Spaces), startup innovativa che partecipa alla Milano Design Week per il terzo anno organizzatrice del distretto ID-Exe e i suoi progetti diffusi, durante il Salone del Mobile sarà possibile vivere con Frammento un’esperienza digitale: inquadrando un QRcode, posizionato su un grande cubo nei pressi della panchina, sarà possibile giocare con i filtri di Instagram e posizionare Frammento virtualmente in qualsiasi spazio si desideri.
Roma, Rapporto: nelle periferie oltre 6.300 realtà di mutualismoRoma, 17 apr. (askanews) – Rispondendo all’appello costante del suo vescovo, Papa Francesco, la Diocesi di Roma accende un faro sulle “periferie”, così care al pontefice argentino e rilancia esperienze virtuose come le reti di mutualismo e i poli civici cittadini, un capitolo corposo di quella realtà che nella Capitale resta molto viva: l’impegno e la mobilitazione della società civile che si traduce in una serie di iniziative nei diversi quartieri e Municipi. E lo fa partendo da una indagine presentata questo pomeriggio presso la “sala Poletti” del Vicariato al Laterano. Una iniziativa promossa dall’Ufficio della “Pastorale sociale, del lavoro e della custodia del creato” della Diocesi di Roma con a tema proprio le “Reti di mutualismo e poli civici a Roma”. L’indagine sulle reti di mutualismo diffuse nella città, é stato mappato, a Roma conta ormai oltre 6.300 realtà radicate soprattutto nelle periferie. “Una riqualificazione che parte dai terrotori che, in alcuni casi, riesce anche a fare rete”, ha riferito Carlo Cellamare, ingegnere ed esperto di urbanistica dell’Università La Sapienza di Roma. L’obiettivo di questa indagine, ha spiegato il direttore dell’Ufficio della Pastorale sociale del Vicariato, mons. Francesco Pesce “è quello di proporre percorsi di sviluppo locale integrale che rendano protagonisti della trasformazione socio-economica, le reti di mutualismo territoriale e le economie trasformative e solidali presenti sul territorio” .
Lo studio, dopo un dettagliato lavoro di mappatura di gran parte del tessuto sociale romano, ha tracciato proposte possibili per la creazione di ‘poli civici orientati allo sviluppo urbano integrale’. Partendo da questa proposta che fa riferimento anche a diverse esperienze italiane e internazionali come le “case di quartiere” o le “neighbourhood houses”, “case di vicinato” fino agli “ateneos cooperativos” ai “Les tiers-lieux”, sono stati analizzati qualitativamente ventuno contesti territoriali romani dove si stanno sperimentato con intensità diverse, percorsi generativi che praticano un nuovo modello di welfare di comunità e la cura dei beni comuni. Una ricerca che è frutto di una intensa collaborazione tra realtà come il LabSU (Laboratorio di Studi Urbani “Territori dell’abitare”), DICEA (Università di Roma La Sapienza) e Fairwatch ed è a disposizione tramite un libro ebook edito da Comune-info. Curatori della ricerca, lo stesso Carlo Cellamare e gli economisti Monica Di Sisto e Riccardo Troisi, dell’associazione Fairwatch e Stefania Mancini della Fondazione Charlemagne. “Quello che abbiamo scoperto è stata una realtà di welfare locale e territoriale spesso misconosciuta”. “Una realtà ricca ma ancora frammenata e poco interagente con la politica pubblica locale. Anche il Comune, quindi, deve fare la sua parte e non intendo solo dal punto di vista economico”. “Uno dei temi che emerge dalla ricerca – ha affermato Monica Di Sisto – è l’errore di pensare che sociale sui territori a Roma é legata solo al sociale o al socio-sanitario. Abbiamo scoperto, invece, una realtà ricca che va dal culturale all’artigianato, all’agricoltura al manifatturiero. Si tratta, quindi, di una potenziale risposta importante per la costruzione di un reddito e di una economia locale”. “Una Chiesa in uscita è chiamata a vivere la pazienza dell’ascolto e la fiducia dell’incontro. Le esperienze che intercettano la vita, soprattutto la dove è più difficile scoprirle, sono quei ‘segni dei tempi’ che richiedono una presenza che sia testimonianza e che alimenti la speranza. – ha spiegato mons. Pesce – Per questo motivo riteniamo doveroso aprirci al dialogo con tutti coloro che hanno a cuore il bene comune. L’invito di Papa Francesco ad avviare processi con costanza, pazienza e coraggio prende forma proprio attraverso queste connessioni e matura in esse la profonda e consapevole convinzione che non ‘potremo salvarci da soli’”.
Earth Day 2023, oltre 600 eventi dedicati a clima e ambienteRoma, 12 apr. (askanews) – Presentata nella sede dello United Nations Development Programme (UNDP), a Roma, l’Earth Day 2023, la 53a Giornata Mondiale della Terra, la più importante manifestazione ambientale delle Nazioni Unite, che si celebra il 22 aprile in tutto il mondo con oltre un miliardo di cittadini coinvolti attraverso l’opera di 75mila organizzazioni in 193 Paesi. Decine le manifestazioni in programma, nelle diverse aree del Paese, che Earth Day Italia patrocina e promuove da anni attraverso un’intensa opera di collaborazioni costruttive che rendono la rete nazionale per l’Earth Day una eccellenza riconosciuta in tutto il mondo. L’evento italiano, organizzato da Earth Day Italia e Movimento dei Focolari, è stato infatti definito dall’Earth Day Network di Washington come una delle più importanti manifestazioni a livello mondiale per la tutela del Pianeta e lo sviluppo di una forte coscienza ecologica.
Per la prima volta le celebrazioni ufficiali dell’Earth Day si svolgeranno sia in presenza, con il Villaggio per la Terra di Villa Borghese a Roma, inaugurato nel 2016 da Papa Francesco, e con quello di Torino, alla sua prima edizione, sia in forma digitale, con #OnePeopleOnePlanet, The Multimedia Marathon, 16 ore di contenuti live dalla Nuvola di Fuksas trasmessi in diretta su RaiPlay e in differita su Vaticannews.va. RDS 100% Grandi Successi sarà la radio ufficiale. IL VILLAGGIO PER LA TERRA – Torna finalmente in presenza, dopo la pausa imposta dalla pandemia, il Villaggio per la Terra al Galoppatoio di Villa Borghese e sulla splendida Terrazza del Pincio a Roma, che dal 21 al 25 aprile ospiterà oltre 600 eventi. Fulcro del villaggio sono i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, approfonditi attraverso 17 piazze multimediali guidate da giovani universitari di diversi atenei, tutti coordinati dall’Università Cattolica del Sacro Cuore. Ogni giorno nel palco allestito sulla Terrazza del Pincio si svolgerà un denso programma di Talk Show guidati da giornalisti televisivi e della carta stampata e, in contemporanea, si esibiranno in live degli street artist di fama internazionale che realizzeranno delle opere sul tema ambientale.
Ad animare il Villaggio numerosissime attività tra le quali: Il Parco Biodiversità dei Carabinieri Forestali; il Villaggio Sportivo con oltre 30 discipline sportive curate da Federazioni, Associazioni e Gruppi Sportivi, Villaggio della Scienza con ESA, CNR, INAF, CREA, ISPRA, INGV, ENEA, ARPA. Tutte le attività presenti al Villaggio potranno essere fruite gratuitamente. Grazie al prezioso contributo delle Misericordie il Villaggio per la Terra sarà ancora più accessibile, inclusivo e sicuro per tutti i visitatori. IL VILLAGGIO BAMBINI – Scuole di ogni ordine e grado, provenienti da tutta Italia con migliaia di studenti, avranno l’occasione di prendere parte attivamente alle celebrazioni. Per i più piccoli è stato preparato un fantastico Villaggio Bambini, in collaborazione con UNICEF, e numerose altre associazioni, ricco di divertenti laboratori tra i quali non si possono non citare: la Pompieropoli dei Vigili del Fuoco, il Planetario Gonfiabile dell’INAF, la spettacolare parete per arrampicata offerta dal Centro Sportivo Educativo Nazionale (CSEN, il più grande ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI) e i percorsi di Biodiversità allestiti dai Carabinieri Forestali, dove si assisterà ogni giorno al Battesimo della sella con i cavallini di Monterufoli.
Ad animare il Villaggio Bambini ci sarà il personaggio di SpongeBob, la spugna gialla più amata e protagonista dell’omonima serie tv ambientata a Bikini Bottom, una cittadina sul fondo dell’Oceano, in onda sui canali Nickelodeon, il brand di Paramount per bambini e ragazzi. Da sempre SpongeBob è legato alla salvaguardia degli Oceani, al riciclo e alla sostenibilità e grazie al suo linguaggio universale riesce a comunicare a tutte le fasce di età. Tra le novità anche l’App EcoGive dell’Associazione ‘Nuove Vie per un Mondo Unito’ che insegna come prendersi cura del pianeta e delle comunità ferite dai cambiamenti climatici. Mentre per il mondo sottomarino, ‘Mare Vivo’ farà scoprire le curiosità animali e vegetali che vivono sott’acqua. COINVOLGIMENTO DELLE SCUOLE – Il coinvolgimento di scuole da tutta Italia è inserito nel quadro del Festival dell’educazione alla sostenibilità, ideato e realizzato nel 2016 dagli organizzatori insieme al Ministero dell’Istruzione, e animato dal contest #IoCiTengo volto a valorizzare l’impegno degli studenti sui temi della sostenibilità con l’obiettivo di mettere in luce, progetti, lavori artistici e reportage in linea con l’Agenda 2030 dalle Nazioni del mondo.
#ONEPEOPLEONEPLANET – THE MULTIMEDIA MARATHON – Giunta quest’anno alla quarta edizione la Maratona Multimediale #OnePeopleOnePlanet (#OPOP) sarà prodotta dalla Nuvola di Fuksas – gioiello architettonico di prestigio internazionale del quartiere EUR di Roma – messo a disposizione dell’evento dall’Assessorato all’Ambiente di Roma Capitale. Dalle ore 8.00 alle ore 24.00, 16 ore di contenuti live saranno trasmessi in diretta su RaiPlay e in differita su Vatican News, media-partner dell’iniziativa. Talk Show, collegamenti internazionali, testimonianze artistiche, scientifiche ed istituzionali, andranno ad animare la ‘staffetta di voci e di cuori per far tornare a battere il cuore per la Terra’. Evento centrale della manifestazione l’incontro dei giovani collegati dai 5 Continenti con gli organizzatori della Youth4Climate: il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – rappresentato dal Ministro Gilberto Pichetto – UNDP – rappresentato da Agostino Inguscio, Coordinatore Centro UNDP Roma e Rappresentante UNDP per l’Italia – Ministero degli Esteri – rappresentato dal Direttore Generale Ambasciatore Pasquale Ferrara. Tra i tanti giovani si segnala la presenza di Vanessa Nakate (nota rappresentante africana dei Friday for Future), Ridhima Pandey (giovane protagonista indiana del film ‘The Letter’ con papa Francesco), Alessandra De Canio (attivista italiana attiva sia in YOUNICEF che nella Consulta giovanile della Santa Sede). Clou della manifestazione la grande serata evento a partire dalle 19.30, quando l’Auditorium della Nuvola si trasformerà da studio televisivo a grande teatro, nel quale si esibiranno artisti di altissimo profilo. Si inizierà con ‘Futura Live Show – Il futuro è uno spettacolo straordinario’, spettacolo condotto da Chiara Giallonardo e Carolina Rey che sarà aperto dalla Madrina della serata evento Arisa. Un mix straordinario di arte, emozioni, storie e riflessioni insieme a musicisti, disegnatori, giornalisti e innovatori. Alle ore 21.00 prenderà vita poi lo storico ‘Concerto per la terra’ che sempre caratterizza le celebrazioni di Earth Day Italia. Un concerto totalmente acustico di grandi artisti come: Leo Gassmann, Ermal Meta e Tommaso Paradiso. La serata evento sarà resa ad impatto zero grazie al contributo di Climate Partner. Per Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ‘l’evento Youth4Climate di quest’anno, a Roma, mira ad offrire ai giovani un’esperienza stimolante, finanziando i loro progetti innovativi, potenziando le loro capacità e coinvolgendoli attivamente nel trovare soluzioni per affrontare la crisi climatica’. Secondo Kathleen Rogers, presidente mondiale di Earth Day Network, ‘l’Earth Day in Italia è la dimostrazione tangibile di come l’impegno della società civile possa fare la differenza. In questo momento tutte le forze del nostro network globale stanno lavorando perché l’educazione climatica venga garantita ad ogni livello e in ogni luogo sulla terra, come chiave per una società più giusta e prospera. E ancora una volta l’Italia rappresenta una buona pratica con i suoi passi avanti in campo educativo. La nostra richiesta è di avere l’alfabetizzazione climatica come priorità della prossima COP28 di Dubai, con il supporto del vostro splendido Paese’. Antonia Testa, Movimento dei Focolari, ha sottolineato che ‘al Villaggio per la Terra abbiamo l’opportunità di considerare il mondo da una prospettiva locale e globale. Questo ci consente di guardare in faccia le grandi come le piccole sfide dei nostri tempi. Talvolta anche noi siamo toccati dall’indignazione che proviamo di fronte all’inerzia, nostra o altrui… Ma c’è un popolo che vive, lavora, costruisce, collabora per cucire e ricucire il tessuto sociale. Questo popolo è il protagonista del Villaggio per la Terra, il vero protagonista dell’umanità di oggi, che non ha smesso di sperare e di sognare’. Per Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia, ‘le celebrazioni italiane dell’Earth Day hanno caratteristiche uniche perché nascono da una storia unica. Storia d’incontro e di dialogo con centinaia di organizzazioni, che negli anni, insieme al Movimento dei Focolari, abbiamo imparato ad accogliere e valorizzare. Crediamo che il nostro vero lavoro sia proprio questo: creare ponti tra persone, tra organizzazioni, tra Paesi, che hanno davvero tanto da dire e da dare ma che a volte solo nel nostro evento trovano l’occasione giusta per iniziare a lavorare insieme. Penso che non esista antidoto migliore contro un’economia predatoria che rischia ogni giorno di più di mortificare, a volte irreparabilmente, uno sviluppo umano e civile davvero pieno e orientato alla felicità di tutti’. ‘Siamo davvero molto grati ed orgogliosi di collaborare con Earth Day Italia e affiancare le celebrazioni di Roma che da anni coinvolgono i cittadini, le associazioni e le istituzioni ad una sensibilizzazione fondamentale per salvare il nostro Pianeta’, ha concluso Alessandro Armillotta, CEO di AWorld, organizzatore degli eventi di Torino: ‘AWorld, scelta da Nazioni Unite per supportare la campagna Act Now contro il cambiamento climatico attraverso gamification ed edutainment, ha già coinvolto cittadini di tutto il mondo e celebrities come Leonardo Di Caprio ed Elisa nel raggiungimento di oltre 10 milioni di azioni per il Pianeta e le Persone. Dopo Roma, anche Torino diventerà protagonista, con la creazione di una grande festa gratuita aperta a tutti. Nel cuore della città, ai Giardini Reali e alla Cavallerizza, porteremo talks, workshop, performance, giochi, attività immersive e food sostenibile con il Villaggio per la Terra ed un evento serale dedicato alla musica, il Concerto per la Terra. Il lavoro richiesto per raggiungere gli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 di Nazioni Unite è ancora molto. Ma crediamo fortemente che il coinvolgimento di tutti noi, cittadini, istituzioni, settore pubblico e privato, possa realmente innescare un cambiamento positivo nelle persone e fare la differenza’.
Milano, 8 apr. (askanews) – “Perché in casa mia non ci sono appesi miei dipinti? È perché non posso permettermeli”. Recita così un celebre aforisma attribuito a Pablo Picasso. Ma nel 1976 venne stimato che il patrimonio totale del pittore si aggirasse attorno ai 3,75 miliardi di franchi francesi. L’8 aprile 2023 ricorre il cinquantesimo anniversario della morte di Picasso, scomparso nel 1973 a Mougins, all’età di 91 anni, senza scrivere alcun testamento, lasciando oltre 40mila opere d’arte ancora invendute. La morte di Picasso diede vita a lunghe pratiche per la sistemazione e suddivisione del patrimonio che negli anni fu oggetto di importanti donazioni. In particolare, spiccano i lasciti allo Stato francese promossi dalla figlia Maya Ruiz-Picasso. L’ultimo lascito promosso dalla figlia del pittore, morta all’età di 87 anni lo scorso dicembre, fu la donazione al museo Picasso di Parigi di sei dipinti, un album di schizzi, una statua e un’opera etnografica. Per Maya Picasso, la promozione dell’arte del padre era una missione, per far sì che le opere del grande artista fossero un lascito a beneficio di tutta la collettività.
Il “Caso Maya” non è un episodio di generosità isolato. Sono decine gli artisti e le personalità note che, negli anni, hanno deciso di donare i loro beni per cause sociali, culturali o umanitarie. Tuttavia, la scelta di lasciare tutti o parte dei propri beni a uno o più enti benefici, impegnati in favore di chi ha più bisogno, non è appannaggio soltanto di filantropi o personalità celebri ma è sempre più diffusa anche tra i comuni cittadini. “L’anniversario della morte di Picasso ci ricorda quanto sia importante lasciare a chi resta una traccia dei propri valori, quando non ci saremo più. Non dobbiamo però credere che un lascito solidale sia appannaggio solo di persone note o particolarmente abbienti. – spiega Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d’Oro – Sicuramente atti di generosità come quelli di Maya Picasso non passano inosservati e sono un dono prezioso per l’intera umanità, sono di esempio per tutti, ma non dimentichiamoci che chiunque ha la possibilità di fare un lascito in favore di una causa benefica. Quello che con il Comitato Testamento Solidale raccontiamo e spieghiamo ormai da 10 anni è proprio questo: basta anche un piccolo gesto per fare una grande differenza nella vita di tante persone e di intere comunità”. Nel 2023 il Comitato Testamento Solidale, con la sua opera di sensibilizzazione e informazione, compie infatti i suoi primi dieci anni. Il Comitato nacque nel 2013 con lo scopo di diffondere la cultura dei lasciti solidali in Italia e offrire informazioni chiare e autorevoli a quanti decidono di intraprendere la strada della generosità post mortem, per lasciare una duratura traccia di sé e dei propri valori. E in 10 anni, l’azione del Comitato e delle Organizzazioni ha effettivamente inciso nella consapevolezza e nell’attitudine degli italiani verso il lascito solidale. Da una ricerca condotta nel 2022 da Walden Lab per il Comitato Testamento Solidale, emerge che, in Italia, sono quasi 800 mila le persone over 50 che hanno già predisposto un lascito solidale, 1 milione quelli che certamente lo farebbero e quasi 5 milioni quelli che lo considerano una possibilità concreta. In totale, 1 italiano su 4, fra gli over 50, dice di aver già fatto un testamento solidale o di essere ben disposto a farlo: si tratta di oltre 6 milioni 800 mila persone in tutto.
“Con il Comitato Testamento Solidale e le organizzazioni che ne fanno parte ci impegniamo per far sì che il lascito per sostenere una causa benefica sia sempre più conosciuto e scelto dagli italiani. – spiega Bartoli – Quest’anno il Comitato compie dieci anni: in questo decennio abbiamo visto la cultura della solidarietà cambiare ed evolversi, in risposta ai profondi mutamenti sociali, economici e culturali del nostro Paese, accentuatisi soprattutto dopo due anni di pandemia e con lo scoppio di una guerra a noi vicina. Il lascito solidale è una realtà sempre più nota e prescelta, ma abbiamo di fronte ancora tanta strada affinché sia uno strumento sempre più diffuso e conosciuto”.
Milano, 6 apr. (askanews) – “Penso che mai, come in questo particolare momento storico, il tema in questione sia più azzeccato. Lo sport rappresenta tanto di più, un prezioso strumento di inclusione sociale, uno strumento educativo perché prepara i ragazzi nel comprendere che nulla è regalato, che è grazie al sacrificio, all’impegno, al rispetto per gli altri e per le regole che si possono raggiungere obiettivi importanti”. Così la senatrice del Terzo Polo Giusy Versace ha illustratoo ieri a Palazzo Madama l’iniziativa “Più Sport più Pace” organizzata per commemorare la “Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace” di oggi 6 aprile.
All’incontro è intervenuto anche il Presidente della FISE Marco Di Paola, che ha sottolineato anche in qualità di membro della Giunta del CONI, portando i saluti del Presidente Giovanni Malagò, l’importante contributo dello sport, quale essenziale percorso nella formazione dei campioni di domani. “Lo sport crea e racconta delle storie bellissime e significative fatte di passione – osserva Di Paola – il nostro mondo condiviso con il compagno Cavallo, partner sia di avventure sportive, accompagnando amazzoni e cavalieri che competono allo stesso livello nelle nostre gare, sia nella quotidianità come stile di vita, accanto alle famiglie e ai tanti giovani offrendo un percorso di crescita, formazione, sino ad arrivare all’impegno per il sociale sul quale la federazione ripone, ogni giorno, una particolare attenzione implementando la figura del cavallo-terapeuta come protagonista per tutti i nostri appassionati”.
Importante intervento anche dei partner all’iniziativa, come il Presidente dell’Osservatorio contro il bullismo e i disagi giovanili Luca Massaccesi; il Presidente della N.I.C.O (Nazionale Italiana Calciatori Olimpionici Italo Lapenna e il Presidente Opes Italia, Juri Morico, insieme ai tanti campioni sportivi, ambasciatori del progetto “Campioni di vita” finalizzato alle scuole e alle tante federazioni sportive coinvolte.
Milano, 6 apr. (askanews) – E’ scientificamente provato che pesticidi usati in agricoltura, anche a dosi minimali, possono risultare estremamente nocivi per la salute umana e rappresentare quindi un vero e proprio problema di salute pubblica. Nonostante ciò, l’impiego di pesticidi a livello globale è quasi raddoppiato dal 1990 e l’Italia è il secondo maggiore mercato di pesticidi nell’UE secondo i dati Eurostat. Una economia di veleni legalizzati, la definisce il WWF che, in occasione della Giornata mondiale della Salute, rilancia l’”Atlante dei pesticidi”, da poco pubblicato con la Coalizione Cambiamo Agricoltura.
Oltre a fornire informazioni riguardo il ruolo significativo che queste sostanze hanno nel determinare il declino della biodiversità, in particolare per gli insetti impollinatori come le api, il Report conferma la pervasività di queste sostanze in tutte le matrici ambientali, acqua, aria e suolo e i conseguenti effetti negativi sulla salute delle persone. Tesi confermata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che stima oltre 385 milioni di casi di avvelenamento da pesticidi e 258 mila decessi ogni anno in tutto il mondo. Oltre alla perdita di biodiversità (in primis di insetti impollinatori), l’uso di pesticidi determina la perdita di fertilità dei suoli e il progressivo inquinamento delle falde acquifere, costituendo una contaminazione planetaria che interessa ormai tutti gli ecosistemi e le persone. Infatti, queste sostanze o i loro metaboliti si ritrovano moltissimi alimenti e organismi, compreso l’uomo ed è ormai scientificamente provato che, non solo l’avvelenamento acuto, ma anche l’esposizione cronica a basse dosi di pesticidi (per esempio attraverso il consumo di alimenti, acqua, aria che ne contengono i residui), comporta un incremento del rischio di patologie cronico-degenerative quali cancro, diabete, disfunzioni respiratorie, neurologiche, cardiovascolari, immunitarie, riproduttive e metaboliche. Ancora più nociva per la nostra salute è la presenza del multiresiduo, più sostanze chimiche che prese singolarmente, rientrano nei parametri di Legge, ma insieme determinano un “effetto cocktail” ancora largamente sconosciuto, ma potenzialmente molto più pericoloso.
Donne e bambini sono i soggetti più sensibili e più a rischio. In genere, infatti, le donne hanno una percentuale di grasso corporeo più alta e sono quindi più inclini ad immagazzinare agenti inquinanti che possono bioaccumularsi nel tessuto adiposo. Nelle donne sono inoltre più numerosi i tessuti sensibili agli ormoni che le rendono più vulnerabili ai pesticidi, specie quelli che agiscono a livello ormonale o interferiscono con il sistema endocrino. C’è poi un legame evidente fra il cancro della mammella e l’esposizione ad alcune tipologie di pesticidi, che sono agenti iniziatori e promotori di tale malattia. I pesticidi sono legati anche all’endometriosi, una condizione dolorosa che può causare l’infertilità e può rappresentare un rischio significativo per la salute riproduttiva delle donne e per il feto. I pesticidi possono anche passare dalla madre al feto e ai neonati durante l’allattamento, compromettendo la salute del nascituro non solo nell’infanzia, ma anche nella vita adulta e comportando un aumento, in particolare, del rischio di tumori cerebrali e di alterazioni neurologiche e di sviluppo, che possono causare deficit cognitivi, comportamentali e di crescita. Anche gli studi nel campo dell’epigenetica mostrano che l’esposizione ai pesticidi può influire sull’attività dei geni, sui caratteri fisiologici ereditari e sullo sviluppo di malformazioni congenite. “L’attuale agricoltura industriale ha un’elevata dipendenza dalle sostanze chimiche di sintesi, pesticidi, fertilizzanti e antibiotici. Oggi nel mondo si utilizzano 4 milioni di tonnellate di pesticidi. Tuttavia, il volume di vendite di per sé dice ben poco sui rischi per esseri umani, animali e ambiente. Vi sono anche altri fattori che hanno un ruolo importante, fra cui: la tossicità delle sostanze, le metodiche di impiego, il tasso di utilizzo o la frequenza di applicazione – afferma Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del WWF Italia-. I singoli pesticidi vengono spesso diffusi nell’ambiente contemporaneamente a tanti altri e ad altre sostanze, creando di fatto dei cocktail chimici che possono amplificare esponenzialmente gli effetti sulla nostra salute (e su quella delle altre specie). Ad oggi la comunità scientifica non è ancora a conoscenza dei possibili effetti sinergici causati dalle combinazioni di pesticidi utilizzati nei campi coltivati. Il WWF lavora da anni per l’obiettivo ‘One Health’ per garantire cioè salute a tutti gli esseri viventi nel Pianeta, unica chiave per un futuro di benessere”.
Milano, 6 apr. (askanews) – Il contest “Obiettivo Terra” ha avuto ancora una volta un riscontro eccezionale per numero di partecipanti e qualità delle immagini candidate. Sono 849 gli scatti pervenuti dai fotoamatori italiani alla XIV edizione del concorso fotografico nazionale promosso ogni anno da Fondazione UniVerde e Società Geografica Italiana per celebrare la Giornata Mondiale della Terra (22 aprile). Straordinarie istantanee che restituiscono le meraviglie dei contesti naturali e della ricca biodiversità ambientale della nostra Penisola. Altrettanto identitarie sono le componenti geologiche dei paesaggi, oltre a quelle storiche, sociali e culinarie espressione di territori e comunità locali, unite alle peculiarità dei borghi ricchi di tradizioni. Un mosaico che riflette la bellezza italiana e stimola le forme virtuose di ecoturismo esperienziale e di turismo responsabile.
Per selezionare le 20 finaliste della 14a edizione del contest, ampiamente rappresentative dei patrimoni custoditi dalle Aree Protette d’Italia, il Comitato promotore ha esaminato 849 foto, di cui oltre la metà (57%) pervenute da fotoamatori compresi nella fascia di età tra 35 e 64 anni, mentre il 35% candidate da under 35. Di queste, ben 836 (99%) sono risultate conformi al regolamento e dunque ammesse (le non ammesse sono 13 pari all’1%). Ogni partecipante ha avuto la possibilità di presentare al contest una sola foto a colori di cui: Parchi nazionali (250 foto, pari al 30% delle foto ammesse), Parchi regionali (399 foto, pari al 47%), Aree marine protette (57 foto, pari al 7%), Riserve statali (31 foto, pari al 4%) e Riserve regionali (99 foto, pari al 12%). La cerimonia di premiazione del concorso si terrà a Roma il 21 aprile 2023 in occasione della vigilia della 54a Giornata Mondiale della Terra (22 aprile). “Obiettivo Terra” 2023 è promosso con la Main partnership di Cobat, la grande piattaforma italiana dell’economia circolare, e con la Digital partnership di Bluarancio. Allo scatto che risulterà vincitore di “Obiettivo Terra” 2023, oltre al primo premio di mile euro e all’onore di veder esposta al pubblico la gigantografia della propria foto a Roma, sarà donata una targa ricordo dai soggetti promotori e dedicata la copertina del volume “Obiettivo Terra 2023: l’Italia amata dagli italiani”.
Per il 2023 sono state anche istituite 7 Menzioni e 4 Menzioni speciali. Inoltre la Fondazione UniVerde e la Società Geografica Italiana hanno previsto un premio extra dedicato al “Foliage” col quale sarà conferito un premio di 100 euro alla foto più rappresentativa della variazione autunnale del colore delle foglie degli alberi (candidata nel mese di novembre 2022). È già stato decretato e sarà conferito il 21 aprile il Premio “Parco Inclusivo 2023”, in collaborazione con FIABA Onlus e Federparchi, all’Area Protetta italiana che si è maggiormente distinta attraverso iniziative concrete a favore dell’accessibilità e fruibilità per le persone con disabilità e a ridotta mobilità. La Giuria di esperti 2023 è composta dai presidenti dei soggetti promotori: Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente Fondazione UniVerde) e Claudio Cerreti (Presidente Società Geografica Italiana) e da: Luca Santini (Presidente Federparchi), Emanuele Coppola (Fotografo e naturalista), Rosalba Giugni (Presidente Marevivo), Oliviero Montanaro (Direttore Generale per il Patrimonio naturalistico e mare, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), Fulco Pratesi (Presidente onorario WWF Italia), Letizia Palmisano (Eco-blogger), Elena dell’Agnese (Presidente Associazione dei Geografi Italiani), Pierluigi Sassi (Presidente Earth Day Italia), Antonio Cianciullo (Giornalista e scrittore), Alessandro Magrini (Presidente Associazione fotografi naturalisti italiani), Zeina Ayache (Giornalista), Andrea Zagato (CEO Influgramer).
Infine, grazie alla rinnovata partnership con Pianeta Foresty, anche quest’anno i partecipanti alla cerimonia avranno l’occasione di contribuire al rimboschimento di alcune aree italiane attraverso i kit Foresty. L’edizione 2023 di “Obiettivo Terra” ha finora ricevuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale; della Città Metropolitana di Roma Capitale; del Comune di Roma e di quasi tutti i Parchi nazionali italiani.
Roma, 3 apr. (askanews) – Le 6 gravi violazioni dei diritti dei bambini in contesto di guerre e conflitti armati sono aggravate dalla mancanza di accesso all’aiuto umanitario, con 3.945 gli episodi di negazione dell’accesso all’aiuto umanitario e 1.600 le gravi e molteplici violazioni che questi bambini hanno subito, secondo quanto pubblicato nell’ultimo rapporto dello Speciale Rappresentante del Segretario Generale delle Nazioni Unite sui Bambini e Conflitti Armato presentato il 16 marzo alla 52esima Sessione del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite di Ginevra. Per rispondere a questa allarmante realtà, l’Universities Network for Children in Armed Conflict – UNETCHAC, già operante di facto da novembre 2020, si è costituita come Prima Associazione Interuniversitaria Internazionale il 31 marzo a Roma nel corso di una cerimonia che ha coinvolto i principali costituenti, tra cui Istituto di Studi Politici “San Pio V”, Istituto di Diritto Internazionale Umanitario IIHL – Sanremo e Università di Genova.
“Il Network è una realtà esistente da due anni e mezzo e, grazie al contributo del gruppo di lavoro, dei professori e degli studenti coinvolti delle 50 università afferenti ha realizzato importanti attività volte a contribuire alla protezione dei diritti dei minori in conflitto armato – sottolinea Laura Guercio, Segretario Generale UNETCHAC. Il passaggio alla formalizzazione della personalità giuridica del Network, che ora lavorerà non più come realtà de facto ma come realtà giuridica, è un momento importante che dimostra l’importanza e il valore del progetto”. Per Fausto Pocar, presidente UNETCHAC, Presidente dell’Istituto di Diritto Internazionale Umanitario IIHL – Sanremo, “la costituzione formale del Network è molto importante anche per il riconoscimento di tutta l’attività che è stata svolta sino ad ora e che viene accreditata attraverso una entità formalizzata”.
“L’importanza della fondazione del Network risiede proprio nel recupero della tematica dei bambini nei conflitti armati, troppo spesso trascurata e disarticolata, a volte, persino negata. La sfida dei fondatori riposa proprio su questo: nel riproporre in primo piano il protagonismo di questa fenomenologia, una tragedia che si consuma sotto i nostri occhi e che fingiamo di non vedere solamente perché lontano dalle nostre latitudini”, dichiara Paolo de Nardis, vice presidente UNETCHAC, presidente dell’Istituto di Studi Politici ‘San Pio V’. “Per l’Università di Genova questa è un’occasione molto bella, da un lato, di confermare la vocazione internazionale dell’Università, l’attenzione al quadro in cui il pianeta vive e si evolve, e quella di mettere in atto un’azione che non sia solo di riflessione e conoscenza ma che sia anche portatrice di frutti positivi per il cambiamento e il miglioramento della vita di tanti bambini che soffrono per i conflitti bellici che sono in corso”, afferma in rappresentanza dell’Università di Genova Aristide Canepa, consigliere UNETCHAC.
In qualità di Rete di oltre 50 Università e Istituti di Ricerca Internazionali, UNETCHAC ha continuato a svolgere la sua attività di impegno accademico sul tema dei minori in conflitto anche grazie all’importante dialogo con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Italiano (MAECI), l’Ufficio dello Speciale Rappresentante del Segretario Generale delle Nazioni Unite sui Bambini e Conflitti Armati e NGos del settore. Tra gli obiettivi del Consorzio: attività di ricerca accademica, formazione, trainings condotti con il coinvolgimento di studenti internazionali e per rendere loro protagonisti, pubblicazioni, conferenze, webinars, cicli di studio, settimane accademiche, master e corsi di alta formazione, nonché l’organizzazione di eventi culturali, rassegne e festival dedicati.
Roma, 31 mar. (askanews) – Il rispetto per gli esseri umani, l’ambiente, la parità di genere, l’inclusione, sono alcuni dei temi affrontati con una serie di iniziative e campagne solidali da “Zoomarine per il sociale”, da sempre in prima linea nella diffusione di messaggi educativi. Con lo stesso scopo sta per partire una nuova iniziativa che per tutto il 2023 consentirà l’accesso gratuito alle Case Famiglia presenti nel territorio della regione Lazio.
La campagna, promossa da Zoomarine e patrocinata dall’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale e dal Comune di Pomezia, intende riservare l’ingresso omaggio per tutto l’anno ai bambini da 0 a 16 anni compiuti, ospitati nelle Case Famiglia del Lazio. Gli accompagnatori che lavorano nelle Case Famiglia, e i ragazzi dai 17 ai 21 anni, ospitati presso le stesse strutture, avranno accesso con un ticket simbolico di euro 5,00. Ad inaugurare la partenza di questa nuova mission sarà l’arrivo al Parco di una nuova mascotte: Topo Gigio. Per la gioia dei bambini, e anche per gli adulti che lo sono stati e lo hanno amato fin dal suo esordio in tv nel 1959, il dolcissimo pupazzo entrato nel cuore dei piccoli di varie generazioni, sta per sbarcare al Parco Zoomarine, per uno show live del buonumore. Tra le tante novità anche l’inaugurazione di un Bistrot, nel quale i bambini potranno gustare una super deliziosa “Gigio merenda” nello speciale box gadget, e quella di una “Dolceria” con una favolosa valanga di fresco yogurt da guarnire con tantissimi topping golosi e colorati. Sarà presente all’inaugurazione di domenica 2 aprile anche l’Assessora alle Politiche Sociali e alla salute di Roma Capitale Barbara Funari. La Casa Famiglia che vorrà fare visita al Parco dovrà prenotare la visita inviando una comunicazione, scritta su carta intestata, all’indirizzo email prenotazioni@zoomarine.it, indicando il numero dei bambini/ragazzi e degli accompagnatori che presenzieranno al Parco durante la data scelta. Il numero massimo di Case Famiglia che Zoomarine potrà ospitare giornalmente è 3. Se il Parco non dovesse avere disponibilità nella data scelta dalla Casa Famiglia, la stessa potrà individuare un’altra data. Il biglietto omaggio per i bambini e il biglietto scontato per gli accompagnatori e i ragazzi potranno essere ritirati solo presso le casse del Parco nel giorno della visita. Parola di Topo Gigio!
Roma, 31 mar. (askanews) – Temperature estreme, cicloni, allagamenti, frane, incendi. E quindi morte, fame e mancanza d’acqua, povertà, epidemie e migrazioni. Il Myanmar è il secondo Paese al mondo più soggetto a eventi meteorologici estremi legati ai cambiamenti climatici, mentre gli effetti di questi ultimi si sommano alle conseguenze di instabilità politica e scontri armati, alla crisi economica, agli effetti della pandemia di COVID-19. Nel mondo negli ultimi 20 anni si sono susseguiti 11mila disastri climatici che hanno provocato la morte di oltre 475mila persone e a pagarne le conseguenze più gravi sono tuttora i Paesi poveri e più vulnerabili, ancora oggi impreparati ad affrontare e reagire a tali catastrofi.
L’impatto del cambiamento climatico sull’ambiente e sulla popolazione del Myanmar è raccontato dalla mostra fotografica ‘semi di speranza. Voci e volti dal Myanmar’ di Gianfranco Ferraro, con la curatela di Sandro Iovine, inaugurata venerdì 31 marzo e visitabile sino al 1° maggio al Palazzo Ex Ateneo, in piazza Giuliano, a Bergamo. L’esposizione rientra nel calendario delle iniziative Bergamo-Brescia Capitale italiana della cultura e ha ottenuto il patrocinio dell’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. All’inaugurazione, oltre al fotografo Gianfranco Ferraro, il curatore Sandro Iovine, la presidente di CESVI Gloria Zavatta, Massimo Pasquali per AICS, Sylvie Wabbes Candotti Resilience Advisor, Strategic Advocacy team, Emergency and Resilience Office di FAO, il sindaco Giorgio Gori per il Comune di Bergamo. La mostra non racconta un problema “lontano”, ma un allarme che riguarda tutto il pianeta. ‘Negli ultimi anni anche il nostro lato del mondo ha sofferto gli effetti reali dell’emergenza climatica: i fiumi si sono prosciugati, i ghiacciai si sono sciolti, gli incendi hanno distrutto boschi e campi, mentre trombe d’aria, piogge e grandinate hanno causato danni a strutture e ambienti. Di fronte alla consapevolezza che il pianeta sia ‘un’unica casa da preservare’, va ricordato che sono sempre i più poveri a subire le conseguenze più devastanti’, ha dichiarato Gloria Zavatta presidente di Fondazione CESVI.
In Italia nel solo 2022 gli eventi climatici estremi sono stati 310, il 55% in più in un anno, con un bilancio di almeno 29 morti. L’aumento più significativo ha riguardato siccità, grandinate, trombe d’aria e alluvioni. ‘Da quasi 40 anni ci occupiamo di emergenza climatica in tutto il mondo, in questo momento abbiamo attivi progetti di sostegno alle popolazioni colpite dagli effetti del cambiamento climatico in diversi Paesi, tra cui il Myanmar. Nell’area del Corno d’Africa, in Etiopia, Somalia e Kenya, colpite da estrema siccità e forte insicurezza alimentare, supportiamo mamme e bambini con programmi nutrizionali, agricoltori e allevatori attraverso formazione su pratiche sostenibili ed efficienti di agricoltura e allevamento. In Zimbabwe interveniamo con progetti agricoli innovativi e sostenibili per garantire un corretto ed efficiente sfruttamento del terreno e offrire alle popolazioni autosufficienza e guadagno dalle proprie colture. In Pakistan, vessato dalle alluvioni, siamo presenti con interventi di preparazione alle calamità e di emergenza legati a igiene e salute’, ha aggiunto Zavatta. ‘Il cambiamento climatico, con i suoi effetti di breve e lungo termine che si stanno manifestando con una potente accelerazione nel corso degli anni, si è imposto prepotentemente alla riflessione internazionale, concretizzatasi nel programma d’azione dell’Agenda 2030. L’azione dell’AICS è tesa a sostenere i Paesi partner nella riduzione della vulnerabilità dei loro sistemi umani e naturali agli impatti del cambiamento climatico, migliorandone la capacità di adattamento e riducendo la loro esposizione ai rischi derivanti dai fattori climatici’, ha dichiarato Massimo Pasquali, referente AICS per i progetti promossi in Myanmar.
‘In relazione a questo quadro di riferimento generale, l’Agenzia realizza iniziative di cooperazione allo sviluppo in partenariato con le Organizzazioni della Società Civile secondo il principio di sussidiarietà sancito nella legge istitutiva. ‘S.A.F.E. C.R.O.P.S.’, promosso da CESVI con il contributo dell’AICS, Bando 2018, interviene in un’area, la Dry Zone, dove si manifestano gli effetti dei cambiamenti climatici e dove si vuole rafforzare e migliorare la produzione agricola delle filiere di sesamo, arachide e fagiolo attraverso tecniche di produzione certificata (GAP), per favorire la commercializzazione dei prodotti sui mercati, facilitando anche l’accesso al credito agevolato degli operatori dell’intera filiera’, ha aggiunto Pasquali. ‘La crisi climatica colpisce e minaccia tutti, ovunque e in tutti i settori, e ancora di più i piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS) e i Paesi meno sviluppati (LDC) e i sistemi agroalimentari che dipendono dal clima. I piccoli agricoltori, i pastori, i pescatori, gli abitanti delle foreste, i lavoratori del settore alimentare e le loro famiglie, oltre 2,5 miliardi di persone, sono fondamentali per raggiungere uno sviluppo sostenibile», ha dichiarato Sylvie Wabbes Candotti per FAO. «I sistemi agroalimentari devono urgentemente trasformarsi per passare dall’essere un problema che guida i cambiamenti climatici a diventare una delle principali soluzioni per il clima, garantendo al contempo sicurezza alimentare e benessere per tutti. E oggi il progetto di CESVI in Myanmar è un esempio dimostrativo di azione per il clima che richiede maggiori investimenti in catene del valore agroalimentari resilienti al clima guidate da attori locali e che generano molteplici benefici in termini di cibo, reddito, lavoro e mezzi di sussistenza’, ha concluso Wabbes Candotti.
‘È importante che la fotografia affianchi gli interventi di realtà come CESVI, perché grazie ad essa si offre la possibilità non solo di venire a conoscenza di cosa accade in certe aree del mondo, ma soprattutto si permette alle persone di soffermare lo sguardo per il tempo necessario a elaborare una riflessione su quanto stanno osservando, cosa che con i media più diffusi non sempre è facile o possibile’, ha dichiarato Sandro Iovine, curatore della mostra. Il Myanmar è stato colpito nel 2008 dal ciclone Nargis, responsabile della morte di 140mila persone e della perdita o del danneggiamento delle proprietà di circa 2,4 milioni di abitanti. Numeri ancora più impressionanti se si considera che la condizione di sofferenza in cui versa ancora oggi il Paese è dovuta per il 95% proprio alle conseguenze del ciclone