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Sanremo, Festival Canzone Cristiana: annunciato regolamento III edizione

Sanremo, Festival Canzone Cristiana: annunciato regolamento III edizioneRoma, 10 lug. (askanews) – Per la terza volta, in veste di Direttore Artistico e Conduttore, Fabrizio Venturi ha annunciato la pubblicazione del regolamento della terza edizione del Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2024, che si svolgerà a Sanremo, dal 7 al 9 febbraio 2024. Il regolamento sarà disponibile sul sito https://www.sanremofestivaldellacanzonecristiana.it/ , a partire dalle ore 12.00 del 19 luglio 2023. A cambiare saranno molte cose, tra cui l’ordine di esibizione degli artisti, la giuria, il ruolo degli artisti ospiti e della Radio Ufficiale. Nella prima serata – spiega una nota – si esibiranno tutti i 24 cantanti in gara, nella seconda serata si esibiranno di nuovo i primi 12 estratti a sorte, nella terza ed ultima serata i rimanenti 12 e, in tal modo, tutti i 24 artisti in gara si esibiranno due volte. Due degli artisti in gara saranno scelti dalla Radio Ufficiale del Festival, il cui nome sarà comunicato dal Direttore Artistico il 15 di dicembre 2023, data di chiusura delle candidature. Dal 1° settembre 2023, avrà inizio l’inoltro della richiesta di partecipazione al Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2024. Gli artisti ospiti inizieranno ad esibirsi dalla seconda serata ed ognuno di loro, a partire dalla seconda serata farà da padrino ad un numero identico di artisti in gara: ciò significa che, se gli artisti ospiti fossero 6, ogni artista ospite potrà scegliere di fare da padrino a 4 concorrenti.

Per la terza edizione del Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2024 saranno tre le modalità mediante cui sarà effettuata la votazione, che avranno un peso percentuale sul risultato complessivo delle votazione: le votazioni espresse dalla Giuria statica composta dal suo Presidente e da tre giurati, le votazioni ricevute dalla Radio Ufficiale del Festival e le votazioni espresse dalla Sala Stampa. I tre sistemi di votazione avranno un peso percentuale sul risultato complessivo della votazione, così ripartito: 50% dalla Giuria statica, 25% dalla Sala Stampa e 25% dalla Radio Ufficiale del Festival. La canzone/artista con la percentuale di voto complessiva più alta, ottenuta dalle votazioni, verrà proclamata vincitrice del Sanremo Cristian Music Festival, Festival della Canzone Cristiana 2024. “Quello che invece rimane uguale del Festival della Canzone Cristiana – sottolineano gli organizzatori – è la filosofia che lo anima, che è l’intento di trasmettere i valori cristiani mediante la musica, nel luogo che meglio rappresenta l’Italia musicale, ossia Sanremo, la città dei fiori. L’obiettivo è realizzare un connubio creativo tra canzone e fede, tra canzone e lode a Dio. Riteniamo che la musica sia il linguaggio più potente che Dio ha donato all’uomo, grazie al quale si realizza un canto colmo di speranza e di coraggio che eleva il nostro animo. Per tale motivazione si produrrà un afflato molto elevato e sublime, che farà sì che l’animo di chi ascolta ne tragga un profondo beneficio, come avviene quando si prega. Chi canta prega due volte!”.

Everest 70 anni dopo, in edicola il nuovo Internazionale Storia

Everest 70 anni dopo, in edicola il nuovo Internazionale StoriaMilano, 4 lug. (askanews) – “Dopo trent’anni di tentativi la montagna più alta del mondo è stata finalmente domata. Sono molti gli uomini e i fantasmi che hanno diritto a condividere questo trionfo”, si leggeva su The Times il 2 giugno 1953. A 70 anni dalla conquista della cima più alta del mondo, con i suoi 8848 metri, arriva in edicola e libreria il nuovo Internazionale Storia, speciale del settimanale Internazionale, dedicato alla più discussa impresa dell’alpinismo, che ha affascinato tutto il mondo e che è diventata testimone, tra l’altro, di un radicale cambiamento nel rapporto degli esseri umani con l’ambiente e con la storia. Nel nuovo numero di Internazionale Storia, il racconto sulla stampa internazionale delle nove spedizioni organizzate tra il 1921 e il 1952, che hanno aperto la strada per la vetta, la scalata del 1953, con un lungo resoconto sul campo e i ritratti dei protagonisti, e poi la riflessione sulle sue conseguenze ambientali, culturali e politiche.

Il senso del sacro, il pericolo, la scienza e la tecnologia, il delicato equilibrio ambientale: le montagne da sempre solleticano lo spirito d’avventura e la curiosità degli esseri umani. E l’impresa del raggiungimento del picco dell’Himalaya, una sfida d’importanza paragonabile all’atterraggio sulla Luna e in cui si intrecciano suggestioni e questioni anche molto diverse fra loro, ha posto una pietra miliare del XX secolo. Nell’ostinazione con cui per trent’anni si è tentato di raggiungere il traguardo, convergono fenomeni dal respiro globale che hanno cambiato gli equilibri del mondo: la conquista è diventata infatti simbolo del nazionalismo di Nepal, India, Regno Unito e Nuova Zelanda, mentre si entrava nel mondo postcoloniale e si affermavano nuove identità in competizione. Con la chiusura di una fase, quindi, se ne apre un’altra, tra mutamenti sociali e culturali, politica e geopolitica, economia, antropologia, ecologia: la storia dell’Everest riassume in sé i grandi temi del passaggio del secolo – rapporto tra scienza e spiritualità, rispetto dell’ambiente, orientalismo – e si dimostra di grandissima attualità per capire il presente. Oltre che ancora straordinariamente avvincente.

Nel volume compaiono testi in gran parte inediti in Italia: dal grande scrittore di viaggio del Novecento Robert Byron, che nel 1931 raccontava una missione alla scoperta del Tibet, ai dispacci e agli articoli del capo della missione del ’53 John Hunt e di J. Morris, giornalista del Times. Dalla riflessione sull’impatto degli stereotipi degli occidentali, firmata dall’editore e scrittore nepalese Kanak Mani Dixit, alle storie delle prime tre donne – una giapponese, una tibetana e una polacca – che hanno conquistato la cima più alta del mondo, raccontate dalla giornalista e alpinista Alison Osius, e fino alla denuncia di Shrawan Sharma sul sovraffollamento, l’inquinamento e il riscaldamento climatico che minacciano l’Himalaya e le sue vette. I pezzi storici sono accompagnati da una sezione dedicata alla riflessione contemporanea, che esplora l’impatto sul presente degli eventi. Con articoli, commenti, reportage e analisi della stampa estera, lo speciale di Internazionale vuole “fornire un quadro il più possibile ampio dell’impresa del 1953 – scrive nel suo editoriale, a introduzione del volume, Andrea Pipino, editor di Europa di Internazionale e curatore del volume – Ma di certo non basta a spiegare il dilemma più affascinante dell’alpinismo: da dove viene quel fuoco che spinge uomini e donne a rischiare la vita per raggiungere il punto più alto di una montagna e avvicinarsi un po’ di più al cielo”.

Basilicata, al via la XV edizione del “Marateale”

Basilicata, al via la XV edizione del “Marateale”Roma, 4 lug. (askanews) – Dal 25 al 29 luglio si terrà a Maratea, la perla del Terreno”, la quindicesima edizione di “Marateale – Premio internazionale Basilicata”, presso il Teatro sul mare dell’Hotel Santavenere. Ieri si è tenuta la conferenza stampa di presentazione sul Frecciarossa Roma- Maratea, a cui hanno partecipato Nicola Timpone, Direttore Artistico Marateale; Luigi Corradi, AD Trenitalia; Daniele Stoppelli, Sindaco di Maratea; Antonella Caramia, Associazione Cinema Mediterraneo; Valentina Trotta, assessore al Turismo del Comune di Maratea, Madalina Ghenea, Roberto Ciufoli, Roberta Giarrusso e Silvia Salemi.

Tra le celebrità annunciate per la XV edizione si annoverano Giancarlo Giannini, Carlo Verdone, Liz Hurley, Barbara d’Urso, Francesca Fagnani, Edoardo Leo, Rocco Papaleo, Paolo Genovese, i ragazzi della fiction “Mare fuori”, Pio & Amedeo, Laura Chiatti, Marco Bocci, Ema Stokholma, Ermal Meta, Enzo Abitabile e i produttori Tarak Ben Ammar e Gianluca Corti. Come riportato da alcuni quotidiani della Basilicata, “Il Cinema contro la guerra” sarà uno dei temi principali che saranno affrontati durante la XIV edizione del Festival Maratale. Il Direttore Nicola Timpone, infatti, è reduce dalla missione di Pace in Ucraina del Festival della Canzone Cristiana, il cui Direttore artistico è Fabrizio Venturi, in occasione della Festa della Repubblica Italiana tenutasi a Kiev, il 2 giugno, organizzata da l’Ambasciata d’Italia.

Timpone, dopo aver incontrato alcuni Sindaci ucraini, ha avuto modo di visitare l’Ospedale Pediatrico Nazionale Kyiv Regional Children’s Hospital. “Grazie al vostro Paese molti bambini ucraini sono stati curati in Italia. Nel nostro Centro Pediatrico lavorano 100 chirurghi e 160 infermieri. Stiamo aprendo diversi reparti, tra cui quello di oncologia e chiediamo sostegno” ha dichiarato il Ceo dell’Ospedale Kateryna Savinova. Erano presenti all’incontro diversi primari di Ospedali, tra cui anche il Direttore di un Ospedale civile devastato dagli attacchi militari dell’esercito russo. Alcuni di essi emozionati hanno raccontato le atrocità subite dalla popolazione a causa della guerra ed il loro straziante dolore.

“La visita in Ucraina, in occasione della Festa della Repubblica italiana, mi ha fatto capire il forte legame esistente tra il nostro Paese e il popolo ucraino. L’Italia riveste un ruolo fondamentale nella missione di Pace, per quanto attiene la diplomazia. L’Ucraina è una nazione che ha voglia di rinascere, di ricostruire, di tornare a vivere. Osservando le atrocità della guerra sono stato profondamente colpito dagli occhi smarriti dei bambini innocenti, i quali sono costretti a subire l’atroce devastazione della guerra, strappati dai magici sogni dell’infanzia, da cui è lontano il male e la sofferenza. Ad essi mi sono sentito molto vicino ed ho voluto esprimere il mio affetto profondo” ha dichiarato NIcola Timpone. Nicola Timpone e il giornalista Biagio Maimone, anch’egli in visita a Kiev, hanno chiesto la candidatura dell’Area Sud della Basilicata a Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ottenendo il sostegno del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e della Regione Basilicata Vito Bardi.

Papa: indignato e disgustato per il rogo del Corano in Svezia

Papa: indignato e disgustato per il rogo del Corano in SveziaRoma, 3 lug. (askanews) – “Mi sento indignato e disgustato da queste azioni”. Dialogando con Hamad Al-Kaabi, direttore del quotidiano degli Emirati Arabi Al-Ittihad, Papa Francesco ha così commentato il rogo delle copie del Corano avvenuto nei giorni scorsi in Svezia: “Qualsiasi libro considerato sacro dai suoi autori deve essere rispettato per rispetto dei suoi credenti, e la libertà di espressione non deve mai essere usata come scusa per disprezzare gli altri, e permettere questo va rifiutato e condannato”, ha detto Francesco, come riporta Vatican News.

Francesco ha parlato del suo stato di salute dopo il recente intervento chirurgico all’addome: “È stato difficile, ma ora, grazie a Dio, sto meglio grazie all’impegno e alla professionalità dei medici e del personale infermieristico che ringrazio molto e prego per loro e le loro famiglie e per tutte le persone che mi hanno scritto e pregato per me in questi giorni”. Ricordando poi la visita ad Abu Dhabi nel 2019, il Papa ha espresso apprezzamento per l’Impegno degli Emirati Arabi e dello sceicco Mohamed bin Zayed per il percorso intrapreso per diffondere la fratellanza, la pace e la tolleranza, e chiede che i giovani non siano lasciati dagli adulti in preda a miraggi e scontri di civiltà: “A mio avviso, l’unico modo per proteggere i giovani dai messaggi negativi e dalle notizie false e inventate, e dalle tentazioni del materialismo, dell’odio e del pregiudizio, è non lasciarli soli in questa battaglia, ma dare loro gli strumenti necessari che sono libertà, discernimento e responsabilità. La libertà è ciò che distingue una persona. Dio ci ha creati liberi anche di rifiutarlo, la libertà di pensiero e di espressione sono essenziali per aiutarli a crescere e imparare. Non dobbiamo mai cadere nell’esperienza di trattare i giovani come ragazzi incapaci di scegliere e prendere decisioni – ha continuato – sono il presente e investire su di loro significa garantire continuità”, seguendo sempre la regola d’oro del fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.

Rispondendo a una domanda sul documento sulla Fratellanza Umana, il Papa ha affermato di donarlo sempre alle delegazioni che riceve in Vaticano “perché credo che sia un testo importante non solo per il dialogo tra le religioni, ma per la convivenza pacifica tra tutti gli esseri umani. Ci sarà la civiltà della fratellanza o quella dell’inimicizia, o costruiamo insieme il futuro o non ci sarà futuro”. Francesco si è detto lieto per l’accettazione da parte della comunità globale del messaggio e degli obiettivi del documento: “La fratellanza umana è l’antidoto di cui il mondo ha bisogno per guarire dal veleno di queste ferite. Il futuro della cooperazione interreligiosa si basa sul principio della reciprocità, del rispetto per l’altro e della verità”. “Il nostro compito – ha aggiunto – è trasformare il senso religioso in cooperazione, in fraternità, in concrete opere di bene. Oggi abbiamo bisogno di costruttori di pace, non di fabbricanti di armi; oggi abbiamo bisogno di costruttori di pace, non di istigatori di conflitti; abbiamo bisogno di vigili del fuoco, non di piromani; abbiamo bisogno di fautori della riconciliazione, non di persone che minacciano distruzione”.

A proposito degli impegni concreti in questa direzione, incoraggiando le iniziative caritatevoli avviate dopo la pubblicazione del documento, il Papa ha detto: “È facile parlare di fratellanza, ma la vera misura della fratellanza è ciò che realmente facciamo in modo concreto per aiutare, sostenere, soccorrere, nutrire e accogliere i miei fratelli e sorelle nell’umanità. Ogni bene per sua natura deve essere rivolto a tutti indistintamente. Se faccio del bene solo a chi la pensa o crede come me, allora il mio bene è ipocrisia, perché il bene non conosce discriminazione ed esclusione”. A proposito dell’aumento delle minacce terroristiche, Francesco ha risposto con le parole del documento, condannando “tutte le pratiche che minacciano la vita come i genocidi, gli atti terroristici, gli spostamenti forzati, il traffico di organi umani, l’aborto e l’eutanasia e le politiche che sostengono tutto questo”. Infine, il Papa ha espresso apprezzamento per la Casa di Abramo ad Abu Dhabi, lo spazio comprendente una Chiesa dedicata a San Francesco, una Moschea e una Sinagoga, nata per realizzare il principio della Fratellanza Umana. E a proposito dell’emergenza climatica e ambientale ha detto: L’unico modo efficace per affrontare questa crisi è trovare soluzioni realistiche ai problemi reali della crisi ecologica. Dobbiamo trasformare le dichiarazioni in azione prima che sia troppo tardi.

Disabilità e sociale, a Roma il Premio “Liberi e Forti”

Disabilità e sociale, a Roma il Premio “Liberi e Forti”Roma, 1 lug. (askanews) – Si terrà il 14 luglio (alle ore 15.30) a Palazzo Valentini a Roma, la seconda edizione del “Premio Liberi e Forti: con sprint della vita”, un premio che viene riconosciuto a imprenditori, artisti, sportivi, registi, attori, ballerini, musicisti, medici e politici che si sono distinti per il loro impegno nel mondo del sociale e della disabilità.

Affiliato a questo premio, sempre alla sua seconda edizione, si svolgerà il “Premio KYRA”, istituito per quegli animali che sono stati vittime della vivisezione e della crudeltà umana. I Premi vedono coinvolte varie associazioni: Stars for Peace in the World. MTM events, Papa Boys, Think Tank lab, 3B Production Film, il settimanale Pensiero.

Saranno presenti, tra gli altri, l’assessore Fabrizio Santori, Salvatore Cimmino, il designer Massimo Borgia, Roberto Giuliani musicologo e pianista del Conservatorio di Roma, Tonino Boccadamo. “Tutti uniti – si legge in una nota – perchè la disabilità non è un limite ma un modo di esprimersi utilizzando mezzi di comunicazione specifici. Il cuore sorretto dalla volontà non conosce limiti”.

”By-Line. Storie dai fronti”, la nuova serie podcast di Avvenire

”By-Line. Storie dai fronti”, la nuova serie podcast di AvvenireRoma, 30 giu. (askanews) – Una serie podcast in quattro episodi per raccontare la guerra in Ucraina dal momento in cui è scoppiata fino a questi giorni, guardando soprattutto al futuro. Non solo in Ucraina. Perché quel conflitto è parte della “Terza guerra mondiale a pezzi” denunciata da Papa Francesco.

Testimonianze inedite e toccanti raccontate da Nello Scavo, giornalista e inviato di Avvenire. Una storia appassionata, narrata in prima persona senza filtri e senza copione, da un giornalista sul campo che racconta i rischi di un mestiere pericoloso ma necessario, e il lavoro svolto a stretto contatto con l’intera redazione nello scopo di dare luce a questi terribili scenari. I bambini rubati, i profughi in fuga, i bombardamenti, i massacri, le atrocità, i crimini di guerra, le paure dei civili e anche quelle dei giornalisti, questo è “By-Line. Storie dai fronti”. Ma anche storie di speranza di chi dall’Ucraina, ai Balcani, alla Libia, tende la mano ai respinti e accende la speranza. Dall’ambasciatore italiano a Kiev, che trasforma la sua casa in un rifugio per i civili in fuga, alle donne macedoni che offrono ospitalità alle famiglie di profughi sulla rotta balcanica, all’anonimo “Schindler libico”, che compra i migranti al mercato degli schiavi e poi, a proprie spese, restituisce loro la libertà.

Nei titoli delle puntate già si intuisce un crocevia di drammi, speranze, atrocità, bellezza, che rendono unica la serie: Lo spartito; Ladri di angeli; Valigia di sola andata; Il terzo conflitto mondiale a pezzi. La serie podcast si può ascoltare gratuitamente previa registrazione sul sito www.avvenire.it/podcast oppure sulle principali piattaforme (Spotify, Spreaker, Apple Podcasts, Google Podcasts, Audible). “By-Line. Storie dai fronti” é accompagnata dalle colonne sonore di Paolo Buonvino, il compositore vincitore di un David di Donatello e due Nastri d’Argento.

Ass. Meraki-Borgo Ragazzi Don Bosco, al via progetto per migranti

Ass. Meraki-Borgo Ragazzi Don Bosco, al via progetto per migrantiRoma, 30 giu. (askanews) – L’Associazione Meraki – che mira a promuovere la cultura del “pane autentico” con un occhio vigile al consumo responsabile, all’inclusione e alle pari opportunità insieme al leader della panificazione artigianale Grande Impero – prosegue il suo percorso riguardante le problematiche sociali e dell’inclusione.

In collaborazione con Borgo Ragazzi Don Bosco ha infatti preso il via – al Centro di Formazione Professionale Borgo Ragazzi don Bosco a due passi dal quartiere Quarticciolo di Roma – un progetto di formazione lavorativa “Inclusione e Tradizione”, che mira all’integrazione e all’avviamento della professione relativa alla panificazione artigianale. Protagonisti della campagna sono ragazzi prossimi alla maggiore età, che potranno seguire un processo di riscatto per inserirsi nella realtà lavorativa. Tra loro immigrati, minori non accompagnati e ragazzi con difficoltà sociali. Grazie all’impegno di Meraki e Grande Impero, oltre che dello staff di professionisti psicologi ed esperti nel settore, i ragazzi potranno apprendere i segreti della panificazione artigianale e di tutte le norme e nozioni che gravitano intorno al settore di cui l’azienda Grande Impero è leader indiscusso. Un’occasione di formazione con sbocchi lavorativi che è anche un’esperienza di vita per fare rete tra ragazzi in difficoltà ed esigenze del mondo del lavoro.

“Sono momenti che ci arricchiscono profondamente – sottolinea Antonella Rizzato, CEO di Grande Impero – addirittura credo che il nostro coinvolgimento emotivo sia anche superiore a quello degli stessi partecipanti. Riteniamo che la soddisfazione sia ancora più grande quando riusciamo a finalizzare il percorso di formazione in vere e proprie opportunità di lavoro, integrandoli in Azienda. Abbiamo sempre creduto che essere socialmente responsabili, condurre un’azienda eticamente, comporta la soddisfazione di entrambi soggetti. Chi dona e chi riceve”. “Attraverso questa esperienza – sottolinea Gaia Fancello, psicologa facente parte dell’Associazione Meraki e tra i docenti del progetto – il lavoro diventa un vero e proprio elemento di vita a 360 gradi. Si lavora, infatti, tutti insieme, come un’unica squadra, dove tutti sono inclusi. Attraverso la condivisione del lavoro e delle esperienze, inoltre, si può anche imparare a conoscere la cultura di altri paesi. Mettendole insieme e confrontandoci, raccontiamo e spieghiamo ai ragazzi la cultura italiana del pane. Un’occasione lavorativa, ma anche di confronto e crescita umana”.

Il corso si divide in 10 incontri da 4 ore ciascuno, per un totale di 40 ore tra laboratorio, lavoro diretto con esercitazioni pratiche e visita nell’azienda e negli stabilimenti di Grande Impero. I ragazzi del corso, al termine delle 40 ore, avranno appreso nozioni sulla conoscenza dei materiali e sulle norme igieniche/lavorative, per poi mettersi alla prova in prima persona con la produzione di pane casareccio, pane all’olio, pizza, dolci ed altri prodotti da forno. Non mancherà anche la formazione teorica, che si concentrerà sugli aspetti professionali e burocratici. I partecipanti al corso, infatti, studieranno le leggi in materia di lavoro da tenere presente, i tipi di contratto e verranno preparati ad affrontare difficoltà sul lavoro e relazioni interpersonali con il capo e con i colleghi.

Una vera formazione a 360 gradi, dunque, certificata con un esame teorico e pratico finale. L’ennesimo impegno di Meraki per aprire le porte al concetto di accoglienza, formando eticamente i lavoratori del domani.

Papa: Chiesa deve essere umile e annunciare il Vangelo ovunque

Papa: Chiesa deve essere umile e annunciare il Vangelo ovunqueMilano, 29 giu. (askanews) – “La Parola che portiamo agli altri torna a noi, perché nella misura in cui doniamo riceviamo molto di più. Questo è necessario anche alla Chiesa oggi: mettere l’annuncio al centro. Essere una Chiesa che non si stanca di ripetersi: ‘per me il vivere è Cristo’ e ‘guai a me se non annuncio il Vangelo”. Una Chiesa che ha bisogno di annunciare come dell’ossigeno per respirare, che non può vivere senza trasmettere l’abbraccio dell’amore di Dio e la gioia del Vangelo”. Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell’omelia pronunciata in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo.

“È bello crescere come Chiesa della sequela – ha aggiunto il Papa – come Chiesa umile che non dà mai per scontata la ricerca del Signore. È bello se diventiamo una Chiesa al tempo stesso estroversa, che non trova la sua gioia nelle cose del mondo, ma nell’annuncio del Vangelo al mondo, per seminare nei cuori delle persone la domanda su Dio. Portare ovunque, con umiltà e gioia, il Signore Gesù: nella nostra città di Roma, nelle nostre famiglie, nelle relazioni e nei quartieri, nella società civile, nella Chiesa, nella politica, nel mondo intero, specialmente là dove si annidano povertà, degrado, emarginazione”.

Rifugiati, suore UISG: un dramma che governi non possono ignorare

Rifugiati, suore UISG: un dramma che governi non possono ignorareRoma, 28 giu. (askanews) – Analizzare i motivi più profondi dei fenomeni migratori così da comprendere dove e come allocare le risorse per favorire soluzioni inclusive e sostenibili. Questo l’obiettivo del “Sister-led dialogue on migration”, l’incontro promosso dall’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG), l’organizzazione che riunisce più di 1.900 Superiore Generali in 97 Paesi, in rappresentanza di oltre 600.000 suore nel mondo.

Questo nuovo appuntamento, dopo quello sulle tematiche ambientali, si terrà il 3 luglio prossimo a Roma nella sede della UISG (Lungotevere Tor di Nona 7) e vedranno la patecipazione di rappresentanti governativi, organizzazioni internazionali, istituzioni vaticane, società civile, esperti del mondo accademico. “Il fenomeno migratorio è certamente uno dei più grandi temi del nostro tempo: migranti e rifugiati sono, spesso per tragiche situazioni di attualità, al centro dell’attenzione mondiale e delle discussioni politiche. – dichiara suor Carmen Elisa Bandeo, coordinatrice della Rete Internazionale Migranti e Rifugiati della UISG – Come UISG, crediamo che la comunità internazionale abbia la responsabilità di fornire assistenza a tutti i migranti e rifugiati, garantire il pieno rispetto dei loro diritti e facilitarne l’integrazione nei Paesi ospitanti. Attraverso il Sister-led dialogue vogliamo mettere a sistema le esperienze e le competenze di partner provenienti da una varietà di contesti differenti, per capire dove e in che maniera investire le risorse per promuovere soluzioni inclusive a una delle questioni più urgenti del nostro tempo”.

Si ricorda come nell’ultimo decennio vi è stato un incremento delle migrazioni in tutte le aree del mondo con numeri che parlano ormai del 3,6% della popolazione globale che ha vissuto al di fuori del proprio Paese di nascita. In questo momento sono circa 35 milioni i rifugiati. “Come ci ha ricordato Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno scorso, l’accoglienza è una questione a cui bisogna far fronte, senza scuse o indugi. Ed è una tematica che va affrontata insieme, perché le sue conseguenze si ripercuotono su tutti – aggiunge suor Patricia Murray, segretaria esecutiva della UISG – Conosciamo bene lo sfruttamento, la discriminazione e i pericoli che molte rotte migratorie possono comportare, nonché le enormi sfide per garantire il rispetto dei diritti umani a livello globale. Anche in quest’ottica, noi suore ci impegniamo in prima linea per favorire conversazioni globali attorno ai bisogni delle comunità, mantenendo sempre uno sguardo attento per la salvaguardia di chi vive ai margini e nelle periferie sociali. Riunirci in occasione dei Sister-led dialogues significa anche questo: in un mondo in cui si innalzano muri e costruiscono barriere, è nostro compito costruire ponti tra popoli e comunità per favorire il dialogo e percorrere il cammino della fraternità”.

red

Dati sui bambini in conflitti armati, parte il progetto UNETCHAC

Dati sui bambini in conflitti armati, parte il progetto UNETCHACRoma, 27 giu. (askanews) – Da Myanmar a Rd Congo, dall’Afghanistan a Mali e Sudan: l’Universities Network for Children in Armed Conflict (UNETCHAC), con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in Italia, lavorerà su queste e altre zone di conflitto e post conflitto con l’obiettivo di sviluppare dati sensibili e analizzare abusi e violenze contro i bambini. Oggetto di analisi saranno anche i processi di reintegrazione sociali a favore di questi minori. E’ il primo lavoro di ricerca su scala globale svolto da un Network universitario specializzato sui bambini in conflitto armato.

Il “Piano Nazionale sulla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni 1325 e l’impatto dei conflitti su bambini e bambine” è il Progetto della Universities Network for Children in Armed Conflict (UNETCHAC) realizzato in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici S. Pio V: ricercatori accademici da Africa, Asia, Sud America, Europa dell’Est saranno i motori di questa analisi quantitativa e qualitativa in cui lo studio diventa l’arma per rendere visibili le guerre invisibili, per analizzare le condizioni legali e sociali che contribuiscono alla perpetrazione della violenza sui bambini anche considerando gli obiettivi del IV Piano di Azione Italiano per l’attuazione della Risoluzione 1325 su “Donne, Pace e Sicurezza”. “La ricerca intrapresa dall’Universities Network for Children in Armed Conflict riveste una importanza particolare. Intesa a documentare non soltanto la dimensione quantitativa delle gravi violazioni a cui sono esposti bambini e bambine nei conflitti armati in varie aree del mondo, ma soprattutto a mettere in luce le criticità di tali violazioni da un punto di vista qualitativo, i suoi risultati sono destinati a costituire un indispensabile punto di riferimento per l’adozione di misure effettive per risolvere tali criticità nel quadro di una cooperazione internazionale che ci auguriamo sempre più attenta ed efficace su un tema che interessa direttamente i diritti delle generazioni future”, sottolinea Fausto Pocar, Presidente UNETCHAC e Presidente dell’Istituto di Diritto Internazionale Umanitario IIHL – Sanremo.

“Due aspetti occorre evidenziare sulla ricerca che il Network sta conducendo in 4 continenti e sulla ricerca che sta per essere ultima in Medio Oriente e, in particolare, in Siria, Yemen e Iraq. Il primo aspetto innovativo risiede nel fatto che si tratta di una ricerca svolta da un Network di oltre 50 università con il coinvolgimento dunque di professori e ricercatori provenienti da diverse realtà geografiche e scambio quindi di esperienze – dichiara Laura Guercio, Segretario Generale di UNETCHAC. Un secondo aspetto d’innovazione risiede nel fatto che tale analisi è svolta in relazione e nell’ambito del IV Piano Nazionale italiano sulla Risoluzione UNSCR 1325 su Donne Pace e Sicurezza, in merito al quale l’Italia è sempre stata in prima linea per la promozione e attuazione. Ci auguriamo che questo sia solo l’inizio di un percorso di analisi e ricerca che possa durare negli anni”. “La ricerca portata avanti dal Network svela senza infingimenti il nocciolo duro e tragico sovente trascurato dalla comunicazione e dall’informazione mainstream: il turpe e differenziato fenomeno delle violazioni a cui sono soggetti bambine e bambini nei vari teatri di guerre, esse stesse sovente dimenticate e trascurate da parte dell’attenzione di osservatori ufficiali più concentrati su altre vicende che trovano posto nelle prime pagine delle agende ufficiali”, commenta Paolo De Nardis, Vice Presidente UNETCHAC, Presidente dell’Istituto di Studi Politici S.Pio V.

Da giugno a novembre 2023, con il lavoro di gruppi di ricerca regionali e il supporto di un Comitato di Ricerca Scientifico, saranno prodotti dati empirici anche sulle gravi violazioni di diritto umanitario internazionale in Ucraina e laddove le violazioni nei confronti dei bambini persistono. Il Progetto darà vita anche alla prima Mappa Virtuale dedicata a Bambini in Conflitto Armato, uno strumento digitale che verrà divulgato come patrimonio didattico interattivo nelle scuole ed università italiane e internazionali.