Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Dal 18 maggio torna il Francigena Fidenza Festival

Dal 18 maggio torna il Francigena Fidenza FestivalRoma, 3 mag. (askanews) – Quattro giorni di storia, incontri, visite guidate, approfondimenti con ospiti, camminate. Per il terzo anno consecutivo, dal 18 al 21 maggio torna il Francigena Fidenza Festival, con il claim ‘La bella Via dell’Europa’, che vuole rappresentare l’itinerario culturale del Consiglio d’Europa. Il Festival è organizzato dal Comune di Fidenza, con la direzione artistica di Pirene Comunicazione e il patrocinio dell’Università di Parma e della Diocesi di Fidenza, e in collaborazione con AEVF – Associazione Europea delle vie Francigene; Destinazione Turistica Emilia; Terre di Verdi.

Sono oltre 50 gli appuntamenti previsti per l’edizione 2023 e comprendono il divertimento formato famiglia, le passeggiate, i momenti culturali, i dibattiti con la presenza di esponenti di livello nazionale e internazionale, l’intrattenimento per i bambini con le performance dei giocolieri e gli immancabili assaggi dei sapori del territorio. ‘Con questa nuova edizione, il Francigena Fidenza Festival spegne tre candeline; quindi, oggi possiamo dire che si tratta di una realtà consolidata’, commenta il sindaco di Fidenza, Andrea Massari. ‘Non era scontato riuscire a dar vita a un evento dedicato a una realtà che attraversa l’Europa e che solo in Italia tocca ben sette Regioni, ma qui ha sede l’Associazione europea Vie Francigene; da qui, dal 2015, è partita la candidatura Unesco della Via Francigena a Patrimonio Mondiale dell’Umanità e sempre qui conserviamo sulla facciata del nostro Duomo le più significative rappresentazioni dei pellegrini che percorrono il cammino che conduce a Roma’. Con la sua posizione strategica, al centro dell’itinerario che parte da Canterbury e arriva a Santa Maria di Leuca, Fidenza è il luogo perfetto per valorizzare la Via Francigena.

‘A partire da giovedì 18 maggio, Fidenza si aprirà ancora una volta a una miriade di eventi, occasioni di approfondimento e camminate incentrate su un nuovo modo di viaggiare alla scoperta o riscoperta di territori inesplorati, assaporando ritmi diversi da quelli a cui siamo abituati. Francigena Fidenza Festival è anche questo: un viaggio nella storia e in noi stessi, alla ricerca di un contatto diverso con la natura che ci circonda’, afferma Maria Pia Bariggi, assessore alla Cultura del Comune di Fidenza.? UN PROGRAMMA DI OLTRE 50 APPUNTAMENTI

Francigena Fidenza Festival avrà inizio giovedì 18 maggio alle ore 18.00 in piazza Duomo, a Fidenza, con i saluti istituzionali. Fino a domenica 21 maggio, sarà un susseguirsi di incontri, camminate, progetti per le scuole, approfondimenti, visite guidate, concerti, mostre, animazione. Oltre 50 appuntamenti ai quali potranno partecipare tutti gratuitamente. MOSTRE La prima mostra a essere inaugurata sarà ‘Cammini in Europa’, abbinata al concorso fotografico ‘Condividi il tuo cammino’, giovedì’ 18 maggio alle 19.00 nella Chiesa sconsacrata di S. Giorgio a Fidenza. Proiezione ed esposizione – accompagnata da sottofondo musicale – delle foto selezionate e di quelle vincitrici del concorso 2022 ‘Progetto rurAllure’, a cura di AEVF, Associazione Europea Vie Francigene.

Venerdì 19 maggio, alle ore 16.30, nel cortile del Municipio, si inaugurerà la mostra ‘Cattedrali e Abbazie’, arredo urbano. Grazie ad un suggestivo allestimento sarà ricreato – all’interno del cortile della sede municipale – un percorso spirituale ‘immersivo’. Tutto il perimetro sarà delimitato dalla riproduzione di immagini importanti cattedrali e abbazie che sorgono lungo la Via Francigena. Sabato 20 maggio, alle ore 17.30, presso lo Spazio Espositivo di via Andrea Costa, 8, a Fidenza, si inaugura la mostra ‘La strada maestra’, viaggio artistico fra le opere di Rino Sgavetta, un apprezzato artista-pellegrino, vissuto a Fidenza.

EVENTI PER LE SCUOLE TRA BELLEZZE ARCHITETTONICHE E SCAMBI CULTURALI

Un’attenzione particolare è riservata dal Festival alle scuole di ogni ordine e grado, con numerosi eventi: per la scuola primaria, ‘Siamo nati per camminare’, progetto gioco sul tema della mobilità sostenibile; per la scuola secondaria di primo grado con il progetto ‘Ciceroni si diventa’ – gli studenti illustrano ai visitatori le significanze architettoniche e culturali di Fidenza. Agli studenti del biennio della scuola secondaria di secondo grado è dedicato il progetto ‘Walking & Learning’, alla scoperta della Pieve di Cabriolo lungo la Via Francigena. Infine, agli studenti del triennio è riservato ‘Mercati di conoscenza’ per favorire lo scambio culturale tra istituti scolastici sulla Via Francigena.

LE PERSONALITÀ DEL FRANCIGENA FIDENZA FESTIVAL Al Festival prenderanno parte numerose personalità dall’alto valore culturale, imprenditoriale, sportivo e sociale; eccoli evento per evento.

VISITE GUIDATE ALLA SCOPERTA DI PERSONAGGI DELLA STORIA

Alessandra Mordacci, direttrice del Museo del Duomo di Fidenza, accompagnerà i visitatori alla scoperta della Cattedrale con quattro visite dal titolo ‘Ad ecclesiam cathedralem’: Vita, morte e miracoli di San Donnino’ (18 maggio ore 17.30); ‘Figure e simboli del pellegrinaggio’ (19 maggio ore 17.30); ‘Personaggi e fatti salienti della storia di San Donnino’ (20 maggio ore 17.00) e infine ‘Echi dalle Chansons de geste’ (21 maggio ore 17.00). ?

CONCERTI

Giovedì 18 maggio (ore 21.00), al Parco Olmi suoneranno la banda di Fidenza e il corpo bandistico ‘Giuseppe Verdi’ di Parma. Sabato 20 maggio (ore 18.00), al Ridotto del Teatro Magnani, si terrà il concerto ‘Europa, un sogno di pace’, diretto dal Maestro Leonardo Benazzi. Evento promosso dal Movimento Federalista Europeo di Parma e della Regione Emilia-Romagna.

APPROFONDIMENTI CON ACCADEMICI E SPORTIVI

Molte le occasioni di approfondimento in compagnia di accademici e sportivi: Carlo Mambriani, dell’Università di Parma, narrerà i luoghi francigeni di Fidenza e del Territorio ‘La bella Europa delle Cattedrali e dei Santuari’ (18 maggio ore 18.00); Beatrice Saletti, Università di Ferrara, interverrà sul tema ‘Verso Gerusalemme: pellegrini tardo medioevali in cammino’ (20 maggio ore 18.00); Franco Franceschi, Università di Siena, racconterà gli antichi cammini ‘Dalle Fiere medioevali alla scoperta dei cammini’ (20 maggio ore 19.00); Giulia Ghiretti, atleta paralimpica ed Elio Volta, coordinatore di ‘Giocampus’, si confronteranno sul tema ‘Sono sempre io’ (21 maggio ore 18.00).

INCONTRI TRA GIORNALISMO, SPORT, IMPRENDITORIA, CLIMA E GEOPOLITICA

Numerosi gli incontri in cartellone che prevedono la partecipazione di giornalisti, imprenditori, sportivi e divulgatori. Da Andrea Devicenzi – atleta paralimpico (‘La valorizzazione delle diversità’ – 19 maggio ore 11.00); a Luca Mercalli, meteorologo, climatologo e divulgatore scientifico (‘Tra buone pratiche e il cambiamento climatico: una prospettiva europea’ – 19 maggio ore 19.00); a Dario Fabbri, analista geopolitico e giornalista (‘Sull’Europa che cambia’ – 19 maggio ore 21.00); a Oscar Farinetti, imprenditore, fondatore di Eataly (’10 mosse per il futuro’ 20 maggio ore 18.00).

Inoltre interverranno Mauro Rosati, direttore Fondazione Qualivita; Carla Cogliati, direttrice Museo Vasca votiva di Noceto; Monica Valeri, APT Servizi Emilia-Romagna, ‘Camminare in Emilia-Romagna 2023. Proposte ed esperienze lungo i Cammini e Vie di pellegrinaggio del circuito regionale’; Stefano Alinovi e Flora Bonomini cittadini di Fidenza che racconteranno la loro esperienza in bici sulla Francigena con i consigli tecnici sul cicloturismo Decathlon; Ilaria Sabbatini, storica medievalista, ricercatrice Università di Palermo – Fondazione per le Scienze Religiose di Bologna; Marco Furmenti e Filippo Fontana per i Musei del cibo della Provincia di Parma; Ambrogio Ponzi, divulgatore storico; Roberto Montella, autore e viaggiatore; Paolo Martignon, product manager di Garmont International; Luca Faravelli, Sviluppo progetti, AEVF; Angelo Ghiretti, Presidente della Deputazione di Storia Patria per le province parmensi; Agata Cleri, Associazione Donne di Torrechiara; Simone Pacini, autore.

Francigena Fidenza Festival si concluderà, domenica 21 maggio, con l’incontro, in piazza Duomo a Fidenza, con il giornalista e conduttore televisivo Gad Lerner, sul tema ‘L’Europa del futuro’.

Mobilità sostenibile per disabili: chiesto tavolo nazionale

Mobilità sostenibile per disabili: chiesto tavolo nazionaleMilano, 2 mag. (askanews) – Un tavolo nazionale, da unire ad altri regionali, su mobilità sostenibile, patenti speciali e fiscalità dell’auto per le persone con disabilità, trattando anche temi medici e sulla digitalizzazione delle pratiche: questa la proposta scaturita in Friuli Venezia Giulia dove per la prima volta si è tenuto un convegno sulla tematica. I lavori hanno evidenziato come sia fondamentale mantenere in contatto i vari soggetti interessati, rispondere alle sfide del settore e alleggerire il peso della burocrazia a favore di una facilitazione della mobilità sostenibile e inclusiva.

Il convegno si è tenuto a San Giovanni di Casarsa della Delizia. Ad organizzarlo l’associazione Laluna insieme a Unasca (Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica) e Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), presenti con i loro massimi esponenti. Si è partiti dai dati, che vedono 160mila le patenti B speciali attive in Italia (nel corso del 2022 ne sono state concesse 2.400 in tutta italia e 56 in Friuli Venezia Giulia) per poi analizzare lo stato dell’arte del settore e le sue normative, anche le più recenti. Il tutto con un approccio globale, che coinvolge esperti dei trasporti, della fiscalità e medici. “Da sempre queste realtà – ha spiegato Francesco Osquino, presidente de Laluna e Vice Segretario Nazionale Unasca coordinatore progetto Unascabile – lavorano per sensibilizzare e aumentare l’autonomia delle persone con disabilità e il tema di agevolare la mobilità di chi ha disabilità motorie, aumentandone così il grado di autonomia. Siamo orgogliosi così di poter dire che, con questo convegno, per la prima volta in regione e probabilmente in Italia, siamo riusciti a coinvolgere personalità di spicco di diversi settori: quello medico, quello dei trasporti, della formazione e delle pratiche amministrative oltre che chi si occupa della fiscalità. È stata l’occasione per fare un quadro aggiornato sul tema della mobilità sostenibile e delle patenti speciali, tappa fondamentale per l’integrazione sociale. Auspichiamo un tavolo nazionale e pure uno regionale che possa poi proseguire nel lavoro di confronto e collaborazione tra i vari soggetti”.

Oltre a Osquino, tra modalità in presenza e online sono intervenuti Vincenzo Falabella, presidente nazionale Fish, Antonio Ridolfi, agevolazioni fiscali e patenti di guida, Emanuele Biasutti direttore IMFR Gervasutta, Laura Cecotti e Paolo Lindaver rispettivamente Neurologa IMFR Gervasutta e psicologo Gervasutta, Clara Zuch medico legale, Mauro Pipan posizione organizzativa patenti della Motorizzazione del Friuli Venezia Giulia, Giuseppe Guarino segretario nazionale studi di consulenza automobilistica Unasca e Salvatore Moretto direttore direzione sviluppo e gestione Pra, fiscalità automobilistica e servizi agli enti territoriali presso Automobile Club d’Italia. Presenti ai lavori anche l’eurodeputata Elena Lizzi, il consigliere regionale Fvg Roberto Novelli e il vicesindaco di Casarsa della Delizia Ermes Spagnol nonché Alberto Volpe segretario Fish Fvg. Vincenzo Falabella, presidente nazionale Fish ha auspicato come si possa favorire una semplificazione di alcune procedure per permettere ad un numero maggiore – quando è possibile – di persone con disabilità di guidare in sicurezza e quindi essere maggiormente autonome, anche in considerazione del fatto che spesso i mezzi pubblici non sono attrezzati per le persone con disabilità e che spesso i posti di lavoro non sono sempre ben collegati dai mezzi pubblici. Infatti, ha sottolineato, spesso avere la patente significa poter lavorare. Per Antonio Ridolfi per quanto riguarda agevolazioni fiscali e patenti di guida è necessario fare maggiore chiarezza sulle norme per applicare l’esenzione dell’IPT ovvero l’imposta provinciale di trascrizione. Dal punto di vista di Salvatore Moretto diventa ora fondamentale creare un’interoperabilità tra le banche dati della pubblica amministrazione per agevolare la presentazione dei documenti necessari all’ottenimento delle agevolazioni previste. Non solo: è necessario lavorare ad una migliore digitalizzazione delle procedure a favore delle tutele delle persone con disabilità.

La necessità di creare un tavolo nazionale su queste tematiche è stata evidenziata anche da Giuseppe Guarino il quale ha ricordato i progetti promossi da Unasca sui temi dell’inclusività delle persone con disabilità, con corsi di formazione per le autoscuole e studi di consulenza e, grazie al sito unascabile.it, un elenco di tutte le autoscuole attrezzate con macchine speciali per persone con disabilità. Per la parte medica, hanno parlato i dottori Emanuele Biasutti, Laura Cecotti e Paolo Lindaver spiegando il modello Vienna test System che viene applicato all’Istituto Gervasutta, eccellenza sanitaria del territorio: si tratta di un modello specifico e accurato per definire la capacità di guida. La dottoressa Zuch nel suo intervento ha sottolineato come le persone con disabilità non dovrebbero avere maggiori spese per ottenere la patente, come invece, spesso accade. Di Mauro Pipan la spiegazione circa il funzionamento della motorizzazione e il sottolineare come a volte ci possano essere delle difficoltà nel capire il tipo di adattamenti necessari indicati dalle commissioni per allestire le vetture. “Il tema dell’inclusività tocca il tema delle patenti sotto diversi punti di vista – ha concluso Osquino -: è stata rilevata da parte del pubblico, oltre a delle criticità sui criteri di selettività applicati al Gervasutta con il modello Vienna anche sulla leggibilità dei quiz per la patente (partendo dal tipo di font fino all’eliminazione di domande con doppia negazione). Da parte dell’Unasca abbiamo già provveduto ad una rilettura in chiave di leggibilità di tutti i test per la patente del ciclomotore ma andrebbe fatta per tutte le patenti, non solo per le persone con disabilità ma anche per chi ha DSA (disturbi specifici dell’apprendimento), ad esempio. Per questo auspichiamo davvero la realizzazione di un tavolo nazionale ma uno anche regionale, dove confrontarsi sulle norme per fare chiarezza in modo che la burocrazia pesi di meno e venga davvero garantita la mobilità sostenibile che è una via all’inclusione e all’autonomia imprescindibile”.

Volo salvavita di una neonata da Alghero a Genova

Volo salvavita di una neonata da Alghero a GenovaRoma, 29 apr. (askanews) – Trasporto sanitario d’urgenza da Alghero a Genova di una neonata di appena 15 giorni, in imminente pericolo di vita. La missione è stata effettuata con un aereo Falcon 50 del 31° Stormo dell’Aeronautica Militare.

Il velivolo, uno degli assetti della Forza Armata pronti 24 ore su 24 per questo genere di necessità, su ordine della Sala Situazioni di Vertice del Comando Squadra Aerea dell’Aeronautica Militare, è decollato dall’aeroporto di Alghero dopo aver imbarcato la piccola paziente, in culla termica, ed una equipe medica per l’assistenza sanitaria in volo. Il trasporto d’urgenza, era stato richiesto dalla Prefettura di Sassari, attivata dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari a causa delle critiche condizioni di salute della neonata. Dopo che il velivolo militare è atterrato nell’aeroporto di Ciampino, intorno alle ore 13.15, la bimba è stata direttamente trasferita in ambulanza all’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova.

Equipaggi e velivoli da trasporto dell’Aeronautica Militare sono pronti giorno e notte, 365 giorni all’anno, 24 ore su 24 per assicurare, laddove richiesto e ritenuto necessario per motivi di urgenza, il trasporto sanitario di persone in imminente pericolo di vita, trasporto organi o equipe mediche. Sono centinaia ogni anno le ore di volo effettuate per questo genere di interventi dagli aerei del 31° Stormo di Ciampino, del 14° Stormo di Pratica di Mare e della 46ª Brigata Aerea di Pisa e dagli elicotteri del 15° Stormo di Cervia.

I braccialetti anti smarrimento Bluon sostengono Operation Smile

I braccialetti anti smarrimento Bluon sostengono Operation SmileMilano, 28 apr. (askanews) – Bluon, l’azienda italiana che ha ideato il braccialetto intelligente Semiperdo – pensato per aiutare i bambini in caso di smarrimento – ha lanciato la collezione speciale “Semiperdo Emoji” per sostenere i programmi medici di Operation Smile per la cura delle malformazioni del volto. Una collaborazione che nasce nel segno di una comunanza di valori e sensibilità verso la tutela del benessere dei più piccoli e che è indirizzata al raggiungimento di importanti obiettivi. Dal 1982, infatti, Operation Smile fa la differenza nella vita di tanti bambini offrendo cure chirurgiche gratuite in oltre 40 Paesi nel mondo. Un impegno che per tanti pazienti – più di 340mila in oltre quarant’anni di attività – significa ritornare alla vita e poter fare cose “normali”, come andare a scuola, mangiare o parlare senza difficoltà. Bluon, impegnata nella ricerca di nuovi ecosistemi tecnologici integrati per migliorare la vita quotidiana, ha deciso di farsi portavoce della causa di Operation Smile scegliendo di donare 1,50 € per ogni braccialetto venduto, con l’obiettivo di supportare programmi medici nei Paesi a basso e medio reddito.

Anla: “No al lavoro nero e precario, sì al lavoro dignitoso”

Anla: “No al lavoro nero e precario, sì al lavoro dignitoso”Roma, 27 apr. (askanews) – “È tradizione che ANLA consegni il suo messaggio pubblico nel giorno della festa del Primo maggio: da decenni è l’occasione per mettere a fuoco le sfide che attraversano il mondo del lavoro. Per farlo quest’anno facciamo nostro il tema del discorso che Papa Francesco ha rivolto ai dirigenti dell’Inps agli inizi di aprile: no al lavoro nero e precario, sì al lavoro dignitoso”: lo afferma il presidente dell’Associazione Nazionale Lavoratori Anziani (ANLA) Edoardo Patriarca, alla vigilia della Festa del Lavoro.

Il presidente Patriarca si sofferma sulla situazione attuale: “Il mondo del lavoro è attraversato da una fase storica complessa, coinvolto in cambiamenti strutturali assai profondi come l’invecchiamento della popolazione, l’accelerazione tecnologica, la delocalizzazione produttiva avvenuta nei decenni scorsi, il disinvestimento formativo sulle nuove generazioni. Non solo, il lavoro è coinvolto in un vero e proprio smottamento culturale determinato dal riposizionamento del valore-lavoro rispetto alle altre dimensioni della vita. La profezia di Fourastié forse si è avverata: ‘i problemi del lavoro dovranno essere pensati daccapo nella prospettiva stessa della vita. Daccapo l’uomo chiederà al suo lavoro un modo di essere, un modo di esistere’. Di fronte a questa transizione le risposte non sono state sempre all’altezza del dettato costituzionale: il lavoro nero, il lavoro precario e povero dilagano nel nostro paese colpendo soprattutto giovani e donne sempre più esposti a forme di sfruttamento, e immersi in una precarietà permanente che impedisce scelte di vita durature e fiduciose nel futuro. La tanto evocata ripresa post pandemia in realtà è avvenuta attraverso forme atipiche di contratti e con periodi di occupazione inferiori a un anno, alternati a momenti di inattività o disoccupazione”. Ferma la presa di posizione: “Lo diciamo con chiarezza, il lavoro povero è una condizione indegna per un paese civile: vanno garantiti un salario legale decente, la riforma sugli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, la sicurezza sul lavoro, l’ampliamento del metodo concertativo a livello territoriale, lo studio di nuove forme di partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa come prevede l’art.46 della Costituzione”.

Il presidente Patriarca e l’ANLA si pongono in ascolto delle esigenze e delle richieste delle giovani generazioni: “Nonostante un tempo presente fragile e confuso, i giovani non sono così ingenui e sprovveduti: chiedono al lavoro un contenuto motivazionale e relazionale più profondo, domandano pressantemente l’armonizzazione dei tempi di lavoro e di famiglia, più lavoro in gruppo e la condivisione dei progetti di sviluppo aziendali, una retribuzione che permetta una vita personale e familiare decorosa, una buona reputazione aziendale sociale e ambientale, la formazione continua e l’imparare facendo e, non ultimo, relazioni interne fondate su responsabilità condivise e fiducia reciproca. Un vero e proprio manifesto sul lavoro dignitoso che trova nel fenomeno della big quit, vale a dire il dilagare delle dimissioni volontarie tra le nuove generazioni alla ricerca di una occupazione più aderente ai propri valori, la manifestazione più clamorosa. Il significato di una vita lavorativa dignitosa è enunciato con chiarezza anche negli articoli della nostra Costituzione: se vengono a mancare questi capisaldi di umanità l’impresa da bene-comune si fa luogo nel quale la fanno da padroni lo sfruttamento, il profitto ottenuto-non- importa -come, il lavoro da estrarre senza remore e rispetto della dignità delle persone”. Da tutto ciò, il presidente Patriarca avanza una proposta: “Si parla spesso di industria 4.0. Noi rilanciamo con Impresa -5.0.-bene-comune, una azienda che ha come focus non solo il “cosa fare” (i prodotti/servizi, i mercati, le tecnologie, etc…un aspetto certo importante), ma anche il “perché lo fa” (fare impresa è un’arte, una vocazione, non è solo un mestiere), e “come lo fa ” (il benvivere, i rapporti con i dipendenti e tra le generazioni, i clienti e i consumatori, i fornitori, la comunità). Per riprendere Fourastié, il lavoro è una esperienza innanzi tutto valoriale, prima ancora che economica: “l’uomo vive mentre lavora, ed è vano sperare in una umanità che sopravviva come tale se la ricerca degli obiettivi economici a breve o medio termine mutilano l’uomo nel lavoro, nella sua dignità e nella sua fede nella finalità del mondo. Buon primo maggio”.

Una racchetta da padel firmata dal Papa all’asta per solidarietà

Una racchetta da padel firmata dal Papa all’asta per solidarietàRoma, 26 apr. (askanews) – C’è la firma di Papa Francesco sulla racchetta da padel che sarà messa all’asta in favore del Dispensario pediatrico vaticano “Santa Marta” per sostenere il servizio di accoglienza a 500 famiglie povere con bambini piccoli.

Il Papa ha ricevuto e incoraggiato – proprio oggi mercoledì 26 aprile – i promotori di questa concreta iniziativa solidale attraverso lo sport: l’International Padel Federation e Athletica Vaticana, l’associazione polisportiva ufficiale della Santa Sede. All’incontro con il Papa erano presenti Luigi Carraro, presidente dell’International Padel Federation, e Alessandra Turco, direttore di Vatican Padel. Con loro un’emozionatissima Delfina Brea, 23enne vicecampionessa del mondo con la nazionale argentina, Alfredo Peñalver, presidente del prestigioso marchio spagnolo Bullpadel e l’artista romana Barbara Salvucci, che ha disegnato la racchetta: insieme hanno risposto all’appello per questa iniziativa solidale attraverso lo sport.

Tra i presenti anche Diego Miller, Presidente dell’American Padel Federation in rappresentanza delle federazioni del continente americano. Da parte vaticana, il giocatore più giovane: il 21enne Davide De Santis. La racchetta da padel con la firma di Papa Francesco sarà messa in vendita sui canali di Bullpadel. L’intero ricavato dalla vendita della racchetta sarà consegnato al Dispensario “Santa Marta”: i “vicini di casa” di Papa Francesco. Da 101 anni questa concreta rete solidale – affidata alle suore vincenziane – accoglie famiglie povere, con bambini piccoli, di diverse nazionalità, culture e religioni garantendo – oltre a viveri e pannolini – soprattutto la possibilità di visite specialistiche gratuite grazie alla disponibilità di tanti medici. Ed è proprio con le 500 famiglie assistite dal Dispensario Santa Marta che Papa Francesco ha scelto di festeggiare, “in famiglia”, il suo compleanno.

Il progetto ha il sostegno del cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero vaticano per la cultura e l’educazione al quale il Papa ha affidato lo sport nella Costituzione apostolica Praedicate Evangelium.

Progetto “Io leggo per gli altri”: 1.800 ore di lettura in 4 regioni

Progetto “Io leggo per gli altri”: 1.800 ore di lettura in 4 regioniRoma, 26 apr. (askanews) – Più di 180 realtà tra comuni, scuole, biblioteche, associazioni culturali e di volontariato, librerie e aziende di Piemonte, Veneto, Toscana e Puglia, dove si è appena concluso, sono state coinvolte nel progetto nazionale di Nausika e ‘LaAV – Letture ad alta voce’ finanziato dal Cepell per espandere e radicare la lettura ad alta voce in tutti gli ambiti della vita personale, educativo-formativa, professionale e civile.

Sono cresciuti i “nodi” della rete moltiplicando le ore di lettura, disseminando sempre di più le storie racchiuse nei libri che continueranno a diffondersi attraverso la voce di altre lettrici e lettori. Si è appena concluso in Puglia il primo anno del progetto “Io leggo per gli altri – dalla Puglia al Piemonte: l’onda lunga dei lettori volontari ad alta voce”, il nuovo progetto nazionale dell’associazione Nausika e del movimento ‘LaAV – Letture ad alta voce’ finanziato dal Centro per il Libro e la Lettura con il bando “Ad Alta Voce 2020”, con l’obiettivo di espandere e radicare la pratica della lettura ad alta voce in tutti gli ambiti della vita personale, educativa-formativa, professionale e civile, con particolare attenzione su quella donata da lettori e lettrici volontari a sostegno degli altri. Ma l’Onda Lunga dei Lettori non si arresta qui. Il progetto si è avviato a maggio 2022 coinvolgendo fin dall’inizio oltre 130 realtà dislocate sul territorio nazionale con le azioni di lettura ad alta voce che nei mesi sono cresciute sino a un totale di 180 tra amministrazioni comunali, scuole, biblioteche, associazioni, cooperative, fondazioni, festival, librerie, case editrici, con l’adesione anche di alcune aziende. E proseguirà grazie alla cooperazione tra i soggetti della rete che hanno dato vita a servizi e convenzioni, superando gli obiettivi del progetto stesso. Alcuni esempi: un istituto della provincia di Siena sta progettando un podcast, i Comuni toscani di Chiusi, Sinalunga e Rapolano cercano nuove forme per proseguire alcune esperienze avviate con il progetto come trasmissioni radiofoniche, eventi di lettura, presentazioni di libri; in Puglia la rete che si è creata grazie al progetto ha dato vita a molti servizi ed eventi e ad una convenzione attivata nell’ambito del PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) tra l’Istituto Tecnico G. Deledda di Lecce e la biblioteca comunale G. Rizzo di Cavallino (Lecce) che continuerà dopo la fine del progetto. In Veneto proseguiranno nei prossimi mesi le convenzioni stipulate, nell’ambito dell’azione progettuale PCTO, tra gradi scolastici diversi per permettere ai ragazzi e alle ragazze che hanno svolto la formazione “leggere per gli altri” di portare a termine il proprio tirocinio formativo scolastico.

Anche in Piemonte la rete continua a promuovere la lettura e la lettura ad alta voce. Il progetto torinese “Ad Alta Voce Porta Palazzo”, tutti i protagonisti di Onda Lunga e tutti i progetti che in Italia aderiscono al metodo della lettura ad alta voce condivisa animeranno una “Festa delle Classi e della Lettura ad Alta Voce Condivisa” il 18 maggio 2023 alle 12.15 presso il Salone Internazionale del Libro di Torino. Durante l’anno nelle quattro Regioni guidate dalle referenti Elisa Forte (Piemonte), Paola Cortiana (Veneto), Sara Di Crescenzio (Toscana) ed Emanuela Fiorentino (Puglia) sono stati organizzati 175 eventi per un totale di 378 ore di lettura negli eventi pubblici che hanno raggiunto 7.779 persone.

Le ore di lettura totali del progetto Onda Lunga sono 1.800 divise tra: eventi di lettura ad alta voce, ore di lettura nelle classi che hanno partecipato ai training intensivi, ore di lettura durante e per il contest radiofonico, ore di lettura nei servizi (in particolare RSA), ore di lettura ad alta voce durante le formazioni PCTO, le formazioni in presenza e online. Molto partecipata è stata infatti anche la formazione a cura di Federico Batini e Martina Evangelista, con una presenza di circa 3.500 partecipanti agli eventi formativi, sia in presenza che online, coinvolgendo complessivamente più di 11.000 persone nel progetto. “Onda lunga” ha portato la lettura ad alta voce in posti insoliti sperimentando nuove modalità e approcci, come ad esempio le “letture al buio” durante le quali si ascolta con la luce spenta. Dal mercato del paese al museo, si è letto anche a “bordo campo” nei centri sportivi, “in cammino” nei centri storici, sui sentieri e sulle antiche vie e durante i trekking.

La lettura ad alta voce ha conquistato soprattutto i ragazzi e le ragazze. Con “Onda lunga”, sono nati nuovi circoli Teen LaAV animati da adolescenti. Dopo i training di lettura nelle scuole gli alunni hanno organizzato spontaneamente momenti di lettura ad alta voce nei gradi scolastici inferiori: i bambini della primaria hanno letto per i piccoli dell’infanzia, i ragazzi della secondaria di primo grado hanno letto per la primaria. Molto partecipato anche il contest radiofonico, un momento ludico e di protagonismo dei ragazzi e delle ragazze delle scuole secondarie di primo e secondo grado che hanno ideato e realizzato una serie di puntate radiofoniche trasmesse su Radio LaAV sfidandosi poi a “colpi di lettura ad alta voce” che hanno previsto votazioni successive sui social collegati. Oltre 390 ragazzi e ragazze sono stati coinvolti in questo contest che ha visto l’assegnazione di 90 libri come premi ai vincitori dei vari round fino alle regioni vincitrici assolute del contest, ovvero Puglia e Piemonte che hanno condiviso a pari merito il primo posto.

Fondi raccolti a PAC, San Vittore avvia percorso riqualificazione

Fondi raccolti a PAC, San Vittore avvia percorso riqualificazioneMilano, 25 apr. (askanews) – La somma di 30.174,30 euro, raccolta durante l’ottava edizione della mostra fotografica RI-SCATTI realizzata con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, verrà interamente erogata a favore di “CARE – Un progetto per il recupero e la riattivazione del settore C.A.R. (Celle Alto Rischio)” all’interno della Casa Circondariale “Francesco di Cataldo” (Carcere di San Vittore).

L’associazione Ri-Scatti ODV, da anni impegnata nel riscatto di soggetti socialmente fragili attraverso la fotografia, e Forme Tentative ETS, l’associazione senza scopo di lucro che in collaborazione con il Politecnico di Milano sperimenta progetti di trasformazione dello spazio in contesti di margine, hanno siglato un accordo per la realizzazione dell’intervento, con l’obiettivo di riqualificare il reparto C.A.R. al fine di migliorare le condizioni dei detenuti a rischio di suicidio, fornendo un adeguato supporto clinico a fini preventivi. Il progetto è inserito all’interno di un più ampio processo di ricerca sui luoghi di detenzione del gruppo “Laboratorio Carcere”, appartenente al Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, operativo con un proprio ufficio Off-Campus all’interno del carcere di San Vittore da ottobre 2022. Il progetto CARE prevede nello specifico il recupero del settore C.A.R. (Celle Alto Rischio) e l’individuazione di uno spazio da destinare al presidio ‘sanitario-psichiatrico’. Inoltre, verranno studiate le attrezzature e le finiture di una camera dedicata alla tipologia specifica di utente e l’adeguamento, se necessario, della postazione di monitoraggio, in coerenza con le necessità degli operatori di polizia penitenziaria.

Il progetto CARE verrà elaborato in due fasi: la prima prevede lo studio preliminare dell’intervento e la produzione di un report atto a delineare le opere realizzabili e le future strategie di implementazione dell’intervento; la seconda prevede quindi l’assegnazione e realizzazione dei lavori, da completarsi entro un anno. I fondi destinati all’intervento provengono interamente dalla raccolta effettuata durante l’ottava edizione del progetto RI-SCATTI, grazie alla generosità dei circa 15.000 visitatori della mostra “RI-SCATTI. PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE – Il carcere fotografato dai detenuti e dalla polizia penitenziaria”. Tenutasi dal 9 ottobre a 6 novembre 2022, l’esposizione fotografica è stata ideata e organizzata da Ri-scatti ODV e dal PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e promossa dal Comune di Milano con il sostegno di Tod’s e il partenariato del Politecnico di Milano. Le circa 800 foto esposte sono il risultato di corsi di fotografia durati undici mesi, realizzati da Ri-scatti e dal PAC all’interno dei quattro istituti di detenzione milanesi con il coinvolgimento di 100 partecipanti, 60 dei quali erano detenuti e 40 agenti di polizia. Durante i laboratori sono state realizzate oltre 50.000 fotografie, fra le quali sono quindi state selezionate le 800 esposte.

“Il progetto CARE è importante per riqualificare l’ambiente del carcere, rendendo più sostenibili le condizioni di vita delle persone detenute e contribuendo alla loro riabilitazione”, ha dichiarato Stefano Corso, presidente di Ri-Scatti ODV. “Siamo soddisfatti di aver siglato questa partnership con Forme Tentative ETS e di poter investire utilmente i fondi raccolti attraverso la nostra attività di volontariato, in questo caso dedicata al sostegno di iniziative volte al miglioramento della vita in carcere”.

Padre Occhetta: ancora troppe guerre e diritti violati

Padre Occhetta: ancora troppe guerre e diritti violatiMilano, 23 apr. (askanews) – Padre Francesco Occhetta, gesuita, fondatore e direttore di Comunità di Connessioni e segrtario generale della Fondazione Fratelli Tutti, è intervenuto con un editoriale sui 75 anni dall’approvazione della Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo, datata 1948. “Dopo 75 anni dalla sua approvazione – scrive Occhetta – è utile interrogarsi sull’attualità dei diritti e degli impliciti doveri sanciti dalla Dichiarazione, sul loro fondamento e sull’efficacia della loro tutela, per poterci porre un’ulteriore domanda: perché i diritti umani ‘regnano ma non governano’ e perché si compiono le più feroci crudeltà nel loro nome? Nel Rapporto 2022 di Amnesty International emerge uno scenario inquietante: sono circa 160 le guerre in corso, aumenta la violenza sessuale in diverse regioni del mondo. I conflitti hanno causato, inoltre, grandi flussi di rifugiati e sfollamenti interni come in Ucraina, in Repubblica Democratica del Congo e nella regione del Corno d’Africa. Una forte limitazione alla libertà d’espressione, di associazione e di riunione si registra in Afghanistan, in Myanmar, in Mali e in India. Il governo cinese ha invece imposto una censura sempre più pervasiva e sofisticata contro gli uiguri e altri gruppi etnici di minoranza nello Xinjiang. In Turchia e Messico sono stati perseguitati decine di giornalisti, difensori dei diritti umani”.

“Oltre ai diritti di prima e seconda generazione, si parla anche di una terza generazione di diritti, in relazione alla pace, allo sviluppo e all’ambiente. Sono i diritti propri dell’era dell’interdipendenza mondiale, la cui realizzazione deve fondarsi sulla solidarietà e la cooperazione multilaterale. Per poter far questo, però, è utile che le popolazioni e le culture si pongano una domanda radicale: ‘Chi è la persona titolare di diritti?’. La risposta a questa domanda risiede nelle soluzioni pratiche del modo nel quale uno Stato rispetta gli immigrati, i carcerati, i poveri, le famiglie bisognose, i bambini abbandonati, le donne violentate, gli anziani, i rifugiati e gli sfollati che sono circa 45 milioni. L’Italia può dirsi rispettosa di questa nuova etica? Per la Chiesa cattolica la difesa dei diritti umani è parte integrante dell’azione evangelizzatrice: il Concilio Vaticano II ha accolto la Dichiarazione soprattutto in materia di libertà di religione; l’enciclica Pacem in terris definisce la Dichiarazione come ‘segno dei tempi’; mentre i numerosi pronunciamenti magisteriali e i viaggi apostolici di Giovanni Paolo II hanno più volte ribadito che per la Chiesa la difesa della dignità della persona è legata al rispetto dei diritti. Certo, fu necessaria un’evoluzione: si temeva che le libertà della Dichiarazione relegassero la fede ai margini della società e che i diritti individuali minacciassero l’impegno a favore del bene comune. Nella prima metà del secolo scorso, i principali sforzi della Chiesa in campo internazionale si sono concentrati per creare «un’autorità mondiale» che garantisse il reale rispetto dei diritti umani e la pace nel mondo”. “Questo momento storico ricopre di un’ombra le parole scritte nella Dichiarazione, e quindi occorre vigilare sull’uso delle espressioni e delle dichiarazioni impiegate nel mondo politico, sulla difesa della verità storica e sul clima sociale che rimane il termometro dell’applicazione dei diritti. È per questo che il 21 aprile il Presidente Mattarella ha voluto ribadire che per un rinascimento europeo occorre ripartire dalla Cultura che genera prossimità e vince le diffidenze e le paure: «La fraternità europea, se derivato della triade illuminista — insieme con uguaglianza e libertà —, va intesa come consapevolezza di comune destino e va oltre la solidarietà. Se i valori espressi dalle singole comunità erettesi in Stato sono comuni, è naturale e soprattutto autentico parlare di fraternità europea”.

Comportamenti scorretti causa 90% incidenti, crescono “bulli alla guida”

Comportamenti scorretti causa 90% incidenti, crescono “bulli alla guida”Roma, 21 apr. (askanews) – In Italia fino a 9 incidenti su 10 sono provocati da comportamenti scorretti dei protagonisti e cresce il fenomeno dei “bulldrivers”, i “bulli” alla guida. Aumentano gli episodi di condotta “aggressiva” al volante: comportamenti maleducati, scorretti o addirittura violenti che mettono a repentaglio la sicurezza – e spesso anche la vita – degli altri utenti della strada. E ai quali è altamente sconsigliato reagire, nonostante il senso di frustrazione che si prova, per non rischiare di trovarsi coinvolti in situazioni ancor più pericolose per la propria incolumità.

Il dato – allarmante – emerge dall’analisi di Flavio Lucio Rossio, criminologo, docente e vice presidente dell’Unione Italiana Polizia Locale, nel suo libro “Bulldriver. Conducenti che aggrediscono” (Ed. Franco Angeli 2022 per la collana Laboratorio Sociologico), presentato a Perugia nell’ambito di un incontro di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale tenutosi nella sede della Provincia, realizzato con il patrocinio della Provincia di Perugia e della Regione Umbria nonché delle associazioni impegnate in prima linea per la difesa degli utenti e delle vittime della strada e per la promozione della cultura della legalità. Il libro “Bulldriver. Conducenti che aggrediscono” contiene uno studio del fenomeno, con riferimenti statistici, e una serie di proposte per cercare di correggere e prevenire queste condotte antisociali. Un focus in particolare è dedicato al progetto “On the road”, format educativo unico in Italia, nato a Bergamo nel 2007 e attualmente in fase di espansione in altre città della Penisola. L’iniziativa, con la collaborazione delle forze dell’ordine e delle istituzioni e polizie locali, coinvolge ragazzi e ragazze tra i 16 e i 20 anni facendo conoscere e sperimentare loro le attività svolte da forze di polizia e soccorritori, direttamente “on the road”, affiancando le pattuglie sul campo, anche “nei panni” degli operatori del numero unico d’emergenza 112 di cui i giovani dell’associazione sono testimonial. Ma quali sono i comportamenti dei “bulli” al volante? Non rispettare la precedenza, passare con il semaforo rosso, effettuare sorpassi azzardati, guidare distratti dal cellulare, ma anche ignorare le distanze di sicurezza o eccedere nella velocità: sono solo alcuni degli atteggiamenti di prepotenza e arroganza che le vittime dei “bulldrivers” – neologismo mutuato dal bullismo per identificare i conducenti aggressivi – sono costrette a subire quotidianamente. Individualismo, mancanza di senso civico, crescita dell’aggressività e assenza di empatia sono le cause profonde del fenomeno.

Scrive Flavio Lucio Rossio: “Sulle strade non si corre solo il rischio di essere vittime, spesso incolpevoli, di questi episodi gravi (sicurezza reale). Si assiste infatti a un aumento di quelle condotte di guida frutto di una maleducazione stradale che non sempre costituiscono illecito amministrativo, tantomeno penale, ma che hanno ripercussioni, più o meno pesanti, sulla percezione di sicurezza. Alcune di queste condotte costituiscono una vera e propria manifestazione di aggressività che trae forza anche dalla mancanza di reazione delle vittime, che per quieto vivere o per paura preferiscono sopportare queste piccole grandi angherie. Anche perché riprendere questi bulldriver può scatenare reazioni difficilmente prevedibili”. La prima causa di incidenti stradali è la “distrazione”, seguita dal mancato rispetto della precedenza e dalla velocità troppo elevata (Rapporto Aci-Istat 2020). Questi tre gruppi – ricorda Flavio Lucio Rossio nel suo libro – costituiscono complessivamente il 40,2% dei casi. Fra le altre cause ci sono la mancanza della distanza di sicurezza, manovre irregolari, mancata precedenza ai pedoni. In realtà considerando un’accezione estensiva dell’aggressive driving che include la mancanza del rispetto dei semafori o dei segnali di stop e precedenza, la guida sotto l’effetto dell’alcol o di stupefacenti, e la guida distratta (es. l’uso del cellulare) la percentuale arriva alla quasi totalità dei casi, comprendendo anche il mancato uso dei sistemi di ritenuta obbligatori. Anche secondo l’ultimo report dell’Istat, nel 2021 il 92,2% delle cause di incidente (182.294 su un totale di 197.744), praticamente 9 su 10, ha alla base un comportamento scorretto del conducente o del pedone: la distrazione è ancora la prima causa (15,4%), seguita dal mancato rispetto della precedenza o del semaforo (14,3%), e dalla velocità elevata (10%). A peggiorare la situazione sono comportamenti ancor più pericolosi e devianti come la guida sotto l’effetto dell’alcol o di sostanze stupefacenti. Sempre secondo report dell’Istat nel 2021 il 9,7% e il 3,2% degli incidenti rilevati da Carabinieri e Polizia Stradale è correlato ad alcol e droga, proporzioni in aumento rispetto al 2020, per lo stato di ebbrezza alla guida, e in lieve diminuzione per la droga (9,2% e 3,5%).