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”Premio De Sanctis Sostenibilità” al cardinale Gianfranco Ravasi

”Premio De Sanctis Sostenibilità” al cardinale Gianfranco RavasiMilano, 19 nov. (askanews) – La divulgazione appropriata di una cultura della sostenibilità, le buone pratiche in tema ambientale affermate nella prassi, attraverso esperienze imprenditoriali e “start up” di successo. Gianfranco Ravasi, Roberto Sancinelli, Alessandro Lanza e il Comitato nazionale del volontariato di protezione civile: prestigiose carriere che si sono distinte nell’ambito della salvaguardia ambientale. Tutti nomi di grande prestigio, i vincitori della Prima edizione del Premio De Sanctis Sostenibilità, i cui riconoscimenti verranno assegnati nel corso di una cerimonia che avrà luogo a Roma il 26 novembre 2024, presso la Camera dei Deputati, nella Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari.


Organizzata in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e la Camera dei Deputati, con la partecipazione di Aci, Snam, Eni, Erion, Gewiss, Bcode, Ecomed, con il patrocinio Rai e la Media partnership del Gruppo Editoriale Athesis, la cerimonia della consegna delle medaglie ai vincitori si terrà alla presenza del presidente della Fondazione De Sanctis, Francesco De Sanctis; del presidente del Premio De Sanctis, Gianni Letta; dell’on. Paolo Barelli. L’incontro, moderato da Maria Antonietta Spadorcia, vicedirettore Tg2, sarà concluso da un intervento di saluto del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, presidente della Giuria. In un anno particolarmente segnato dall’emergenza climatica, nasce il Premio Sostenibilità, con l’intento di individuare personalità, enti e associazioni che si sono distinte nella promozione e nella salvaguardia ambientale e delle esperienze sostenibili. Organizzato in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il riconoscimento è indirizzato a figure autorevoli che si sono distinte per l’eco-innovazione ed efficacia degli esiti ambientali conseguiti, nonché del loro potenziale di diffusione e che sono riuscite a rinnovarsi contribuendo in maniera rilevante alla crescita economica, ambientale e sociale del Paese, attestando nuove capacità di trasformazione, innovazione e impegno verso la sostenibilità.


La giuria è costituita da Gianni Letta, presidente del Premio De Sanctis; presidente della Giuria: Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; vicepresidente della Giuria: Alessandra Gallone, ex senatrice, consulente in materia ambientale del MASE; Giuseppe Zafarana, Presidente Eni; Paolo Scaroni, Presidente Enel; Monica de Virgiliis, Presidente di Snam; Angelo Sticchi Damiani, Presidente ACI; Edo Ronchi, ex ministro, presidente Fondazione Sviluppo Sostenibile; Stefano Ciafani, Presidente Legambiente; Luciano Di Tizio, Presidente WWF; Carlo Doglioni, Presidente Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia; Fabio Ciciliano, Capo Dipartimento Protezione Civile; Donatella Bianchi, giornalista conduttrice “Mare Blu”; Nicola Carlone, Comandante Generale Capitanerie di Porto – Guardia Costiera; Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore Marina Militare; Antonio Montani, presidente Comunità Alpina Italiana; Danilo Bonato, Direttore Generale Erion; Fabrizio Curcio, già Capo Dipartimento Protezione Civile. Obiettivo della Fondazione De Sanctis e, di conseguenza, del Premio, è quello di rendere l’eredità di Francesco De Sanctis, letterato, filosofo, senatore del Regno e ministro della Pubblica istruzione, base di partenza per un progetto culturale che intende attualizzare l’opera e il pensiero del grande studioso rendendoli così materia viva e contemporanea, non solo a livello nazionale ma anche europeo. Con questa prospettiva la Fondazione fa della diffusione internazionale dell’identità letteraria, filosofica e artistica italiana la propria principale missione, con un’attenzione particolare alle radici meridionali e uno sguardo attento sul presente e sulle realtà culturali europee che da quelle stesse radici si sono sviluppate.

Edilizia, sfida sostenibilità anche per gli edifici produttivi

Edilizia, sfida sostenibilità anche per gli edifici produttiviMilano, 14 nov. (askanews) – Ripensare al processo di riqualificazione di un’azienda in un’ottica più sostenibile e integrata nel territorio che la ospita si presenta come una realtà sempre più possibile. Questo è quanto emerso da “La Fabbrica del Futuro. L’evoluzione dell’architettura industriale e l’impiego delle energie rinnovabili per promuovere l’efficienza delle sedi e il benessere delle persone”, evento organizzato da Elmec Solar, l’azienda del gruppo Elmec che si occupa di installare e manutenere impianti fotovoltaici residenziali e industriali, in collaborazione con MC Prefabbricati e con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Varese. A moderare i diversi interventi con entusiasmo e profonda conoscenza delle tematiche affrontate, la giornalista e divulgatrice Nicoletta Boldrini.


Ospite dell’evento l’architetto e urbanista Stefano Boeri, che nel suo intervento dal titolo “Green Obsession: ripensare gli spazi produttivi tra energia e natura”, ha messo in evidenza il valore aggiunto portato dal rispetto per la dimensione ambientale negli spazi di lavoro e di quelli produttivi. I numerosi progetti curati dal suo studio Stefano Boeri Architetti sono caratterizzati da un forte legame con il territorio, sia per l’approvvigionamento di materie prime, sia per il dialogo sempre aperto con la comunità. In questo scenario, anche l’approvvigionamento energetico di un’azienda consente di avvantaggiare la comunità che la circonda: le fabbriche possono diventare veri e propri centri di produzione dell’energia, ad esempio attraverso la creazione di impianti fotovoltaici sui tetti o lo sfruttamento del calore dei data center per il supporto di altre attività. “La sfida dell’intelligenza artificiale è gigantesca, con potenziali vantaggi enormi ma a costo di un consumo energetico insostenibile. Da un lato, oggi ci sono insediamenti produttivi che hanno saputo lavorare sul territorio – costruendo edifici con funzioni diverse, in una sorta di campus o “fabbrica arcipelago” – rilanciando le esperienze migliori della Storia industriale e produttiva del nostro Paese, come Crespi d’Adda e lo straordinario caso di Olivetti a Ivrea. Dall’altro, dobbiamo fare grande attenzione a quei paesaggi legati alla velocissima costruzione di data center come grandi contenitori specializzati, spesso realizzati senza una logica di pianificazione urbana e di riduzione dell’impatto ambientale, che rischiano di diventare strutture altamente energivore se non affiancate, ad esempio, a strategie di recupero del calore emesso”, spiega Stefano Boeri.


Nel corso dell’evento, imprenditori e progettisti hanno messo in evidenza una nuova concezione di azienda intesa non solo come luogo produttivo, ma come un contesto che si integra nel tessuto urbano e che mira a diventare un punto di riferimento per la comunità. Nel Campus tecnologico dell’azienda varesina i presenti hanno potuto assistere a testimonianze dirette di aziende che hanno già affrontato con successo il processo di espansione e innovazione. Tra gli intervenuti, Stefano Romanó, CEO di Tor.Met, Massimiliano Di Caro, General Manager di Raviolificio lo Scoiattolo e Barbara Cimmino Head of CSR & Innovation Yamamay, che hanno raccontato di come le loro aziende si siano sviluppate in armonia con i territori che le ospitano, porgendo sempre un occhio di riguardo ai propri dipendenti, attraverso progetti di welfare aziendale, e anche alle comunità locali.

Fondazione UniVerde: 88% italiani preoccupati da cambiamento clima

Fondazione UniVerde: 88% italiani preoccupati da cambiamento climaMilano, 8 nov. (askanews) – Gli italiani sono preoccupati per gli effetti del cambiamento climatico (88%) e ritengono che il percorso di indipendenza energetica dell’Italia passi dalle rinnovabili (80%). É quanto emerge dal 22° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy”, presentato al convegno “Amministrazioni locali, transizione energetica ed ecodigital: best practice e opportunità”, promosso da Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi, con la main partnership del player internazionale Renexia, event partner New Energy e trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale dallo stand di Almaviva nell’ambito della fiera Ecomondo in corso a Rimini.


Resta alto il favore per l’energia solare (79%) e si dichiarano contrari al nucleare da fissione (74%); favorevoli alla fusione nucleare, per ottenere energia pulita in modo sicuro (73%), ritenendo utili maggiori investimenti in ricerca e sviluppo. Alto il gradimento per l’eolico offshore che dovrebbe essere incentivato (72%) perché ritenuto asset strategico per la transizione energetica del Paese (65%). La stragrande maggioranza degli italiani (74%) è contraria a investire sul nucleare da fissione poiché produce scorie pericolose, che restano tali per secoli, ed è giudicato troppo rischioso. In particolare, il timore è che si crei dipendenza da Paesi instabili per l’approvvigionamento dell’uranio da impiegare come combustibile nei reattori. Al contrario, sono favorevoli alla fusione nucleare, indicata come più sicura (73%), con minore impatto ambientale (55%) e non produce scorie che restano radioattive a lungo termine (54%). A questa tecnologia viene inoltre riconosciuto il vantaggio che non si rischiano gravi incidenti, non si emettono gas serra e si utilizzano combustibili più abbondanti e sicuri, dato che si basa sulla fusione di isotopi di idrogeno ricavabili dall’acqua.


Più in generale, per portare ad effetto il percorso di decarbonizzazione dell’Italia, l’80% è sicuro che il mercato dell’energia del futuro andrà verso le rinnovabili e, in qualità di asset strategico per la decarbonizzazione nazionale e la transizione energetica, ampio consenso (65%) riceve l’eolico a mare (offshore), che non consuma suolo, rispetta il paesaggio, la biodiversità e le comunità locali. Una tecnologia da incentivare per il 72% degli italiani.

Torna l’appuntamento “Mi Curo di Te” per educare i più piccoli

Torna l’appuntamento “Mi Curo di Te” per educare i più piccoliMilano, 24 ott. (askanews) – Per educare le bambine e i bambini a prendersi cura e rispettare la natura, divertendosi e soddisfacendo la loro curiosità, torna l’appuntamento con “Mi Curo di Te – Agire secondo natura”, il percorso didattico gratuito di WWF e Regina (Gruppo Sofidel) al quale è possibile aderire fino al 28 aprile 2025.


Filo conduttore dell’undicesima edizione di “Mi Curo di Te” è la biomimesi. Obiettivo: insegnare come sia la natura stessa a offrire spunti preziosi per costruire un futuro più sostenibile. L’attività vuole essere un invito a scoprire questo incredibile potenziale, e a trarre ispirazione dai processi naturali per trovare soluzioni innovative e sostenibili; attraverso la domanda chiave “Cosa possiamo apprendere dalla natura?” anziché “Cosa possiamo prendere dalla natura”, il progetto di educazione ambientale stimolerà un cambio di prospettiva, mettendo al centro il rispetto verso piante, animali ed ecosistemi. “Attraverso questa iniziativa, Sofidel e Regina, insieme a WWF Italia, si impegnano concretamente per sensibilizzare le nuove generazioni sulle sfide ambientali del nostro tempo. Il successo che il progetto riscuote anno dopo anno testimonia la crescente attenzione di bambini, ragazzi, insegnanti e famiglie verso i temi della sostenibilità e della tutela del pianeta” afferma Ambra Taccola, Group Communication Manager di Sofidel.


Il percorso, articolato in cinque moduli, si avvale di schede di approfondimento, attività pratiche e coinvolgenti web game per stimolare l’apprendimento anche attraverso la tecnologia. Alunne e alunni saranno guidati a scoprire come semplici gesti quotidiani, ispirati al comportamento di piante e animali, possano contribuire a ridurre l’impatto dell’uomo sull’ambiente. Qualche esempio? Come il lombrico trasforma le foglie in fertile compost, così anche noi possiamo dare nuova vita agli oggetti che non utilizziamo più. Coltivando una pianta, che sia in giardino o sul balcone, possiamo dare il nostro contributo per produrre ossigeno e migliorare così la qualità dell’aria. E ancora, prendendo spunto dalla folta pelliccia invernale del gatto, possiamo imparare a ridurre gli sprechi energetici indossando abiti più pesanti durante la stagione fredda e tenendo più bassa la temperatura del riscaldamento. Alcuni esempi di come si possa fare la differenza con semplici azioni quotidiane sono presentati anche nel cartoon che accompagna la nuova edizione del progetto.


“Mi Curo di Te – Agire secondo natura” si focalizza in particolare sull’Obiettivo 12 dell’Agenda ONU 2030, dedicato al consumo e alla produzione responsabili, offrendo spunti concreti per applicare i principi della biomimesi nella vita di tutti i giorni. Dal 2014, ‘Mi Curo di Te’ ha visto la partecipazione di oltre 880.000 bambini e ragazzi in Italia. Tutte le informazioni sono disponibili su: www.micurodite.it Martina Alemanno, Responsabile Ufficio Educazione del WWF Italia, aggiunge: “Mi Curo di Te è il programma didattico che offre a giovani e insegnanti il primo strumento di cambiamento culturale e di formazione per un futuro sostenibile. Non solo educazione ambientale ed ecologica, ma anche educazione alla solidarietà, al rispetto della vita e di tutte le diversità, all’uso consapevole e responsabile delle risorse”.

Giornata del Pane, Grande Impero punta su sostenibilità e inclusione

Giornata del Pane, Grande Impero punta su sostenibilità e inclusioneMilano, 17 ott. (askanews) – “Il pane è il prodotto più sostenibile che esista, soprattutto se è Made in Italy”. Così Antonella Rizzato, amministratore delegato del panificio Grande Impero, ha illustrato la filosofia dell’azienda alla stampa in visita allo stabilimento del gruppo in occasione della della Giornata Mondiale del Pane.


Nella sede centrale di Roma e negli altri quattro siti produttivi (due a Roma, uno in Toscana e uno in Abruzzo) lavorano oltre 200 dipendenti di 27 nazionalità diverse che producono 22 mila tonnellate di pane all’anno: “Utilizziamo farina di grano di produzione locale, soprattutto da Umbria, Puglia ed Emilia Romagna – ha sottolineato la manager -. Il pane è fatto con lavorazione a mano solo con farina, acqua e sale; senza lievito ma con la pasta madre la cui base è conservata a Saint Vith, in Belgio dove sono raccolte la paste madri da tutto il mondo”. “Grande Impero pone attenzione anche all’aspetto etico sociale e ambientale”, ha evidenziato ancora Rizzato ricordando che l’azienda collabora con le iniziative di volontariato di diverse associazioni per l’alfabetizzazione e l’avviamento al lavoro. Inoltre la modernizzazione degli impianti dei cinque siti produttivi consentono un risparmio energetico del 27%. E ancora, per evitare gli sprechi alimentari, il pane invenduto non viene eliminato ma, in parte distribuito a enti di carità, in parte utilizzato per produrre biogas per un totale di circa 70 mila kw/anno e un residuo per l’alimentazione animale.


Viene data una particolare importanza all’aspetto tecnologico e umano. Nel corso della visita allo stabilimento, Teodoro Fiumare, responsabile della qualità di Grande Impero, ha mostrato il sistema automatizzato per la produzione dell’impasto, grazie al quale si possono ottimizzare quantità, qualità, tempi di lievitazione, umidità e tutti gli altri parametri: “Stiamo allestendo nel centro di produzione principale di Roma un nuovo impianto di climatizzazione, è un investimento importante per migliorare le condizioni di lavoro che prevedono forti temperature e alti livelli di umidità. Grande Impero è un’azienda 4.0 ad alta tecnologia – spiega – con un suo centro di ricerca e di formazione per i nostri ragazzi che hanno un’età media di 33 anni”.

Sostenibilità, Italia leader in Ue su economia circolare

Sostenibilità, Italia leader in Ue su economia circolareMilano, 16 ott. (askanews) – Con un tasso di riciclo complessivo al 72%, ben superiore alla media europea del 58%, e un utilizzo circolare di materie del 18,7%, rispetto all’11,5% della media Ue, l’Italia si conferma leader nell’economia circolare. Questo risultato riflette l’impegno delle imprese italiane, che grazie alla loro innovazione e capacità di adattamento, continuano a essere protagoniste nella green economy globale, contribuendo alla competitività del Paese sui mercati internazionali. E’ quanto emerso dalla conferenza stampa di presentazione della 27esima edizione di Ecomondo, organizzata da Italian Exhibition Group (Ieg) alla Fiera di Rimini dal 5 all’8 novembre 2024: un evento strategico e punto di riferimento internazionale per promuovere modelli virtuosi di sviluppo sostenibile, mettendo a sistema gli elementi chiave delle strategie di sviluppo dell’Unione Europea per contrastare il cambiamento climatico e la crisi delle risorse.


“Ecomondo – afferma il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto – è la somma di tante conoscenze, di start up, innovazione, buone pratiche che servono al salto di qualità del Paese. Abbiamo modelli vincenti, come quello del riciclo, con intelligenze e competenze per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Ecomondo – conclude Pichetto – è un evento immancabile per chi crede nei fatti in una transizione giusta e sostenibile”. Internazionalità e innovazione saranno al centro della manifestazione, con delegazioni da oltre 100 paesi, 73 associazioni di settore e la partecipazione al progetto Africa Green Growth, in collaborazione con il Piano Mattei della Presidenza del Consiglio dei Ministri insieme al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), per promuovere la sostenibilità e lo sviluppo socioeconomico in Africa ed a cui hanno già aderito 108 delegati, provenienti da 8 paesi chiave quali Marocco, Tunisia, Egitto, Etiopia, Kenia, Costa D’avorio. Tra i momenti chiave della manifestazione, gli Stati Generali della Green Economy, organizzati dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) e la Commissione Europea.


“Ecomondo rappresenta un appuntamento internazionale imperdibile per le imprese europee che vogliono affermarsi nei mercati globali della green economy – sottolinea Corrado Peraboni, Amministratore Delegato di Ieg -. L’ampliamento della manifestazione, con l’apertura di due nuovi padiglioni, sottolinea l’importanza crescente di questo evento, che continua ad attrarre eccellenze da tutto il mondo, valorizzando l’industria e l’export italiano su scala internazionale”. Oltre 1.600 espositori presenteranno soluzioni per la mitigazione climatica, la valorizzazione dei rifiuti, la rigenerazione dei suoli e degli ecosistemi, l’utilizzo dei rifiuti come materie prime seconde, le Bionergie, la Blue Economy e la gestione sostenibile delle risorse idriche. Saranno esposti anche sistemi di monitoraggio ambientale basati su intelligenza artificiale, Big Data e osservazione satellitare, capaci di monitorare in tempo reale lo stato di salute del pianeta e prevedere eventi climatici estremi.

Torna a Milano il Repair Day Contes: evitare gli sprechi

Torna a Milano il Repair Day Contes: evitare gli sprechiMilano, 14 ott. (askanews) – Giunge alla sua terza edizione il Repair Day Contest, la sfida tra appassionati per riparare gli oggetti elettrici ed elettronici non più funzionanti portati in redazione dai lettori di GreenPlanner Oggetti elettronici, stampanti, lettori di cd, radioline, macchine fotografiche, asciugacapelli o qualsiasi altro piccolo elettrodomestico che magari avete dimenticato nascosto in qualche armadietto o lasciato in cantina perché non funziona: prima di buttarlo proviamo insieme a ripararlo.


L’occasione è domenica 20 ottobre, dalle 10 alle 15.30 quando a Milano torna la terza edizione del Repair Day Contest, organizzato da Edizioni Green Planner (casa editrice che pubblica l’omonima testata giornalistica ambientale con il pallino della riduzione dei rifiuti). L’evento si tiene in GreenParlor (via Privata della Braida 5, Milano). Gli oggetti da riparare possono essere portati anche nei giorni prima e venirli a ritirare la domenica stessa (prendete appuntamento scrivendo a redazione@greenplanner.it). Riparare gli oggetti (ma anche i vestiti e in genere ogni cosa che ci circonda) è un aiuto anche per l’ambiente perché si evita lo spreco di risorse per fabbricare nuovi oggetti laddove, invece, i vecchi possono tornare a funzionare egregiamente: ecco perché invitiamo tutti coloro che ci seguono a portare i propri oggetti elettrici ed elettronici non più funzionati presso il GreenParlor per alimentare la sfida tra riparatori italiani che si affronteranno a colpi di inventiva, conoscenza tecnica e di tenacia. E imparare anche ad aggiustare.


L’evento, in occasione della Giornata Internazionale della Riparazione (che quest’anno si festeggia sabato 19 ottobre), vedrà concorrere squadre di riparatori che si sfideranno a riparare più dispositivi possibili in 150 minuti.Nel pomeriggio si svolgerà un talk sulle 3 R dell’economia circolare, accompagnati da Certideal e Rekeep, nel quale prenderà la parola anche l’associazione no-profit Smonting. A seguire la premiazione delle squadre partecipanti al contest. Sarà una sfida molto particolare, nel più puro spirito della riparazione comunitaria: le squadre, infatti, lavoreranno in modo collaborativo, sbirciando quello che fanno i vicini, commentando, scambiandosi attrezzi, suggerimenti e pezzi di ricambio. E non saranno solo premiate l’efficacia e l’efficienza nella riparazione, ma anche la creatività, l’eleganza e la caparbietà. Obiettivo della manifestazione è quello di promuovere e di condividere il significato della riparazione come base per un’economia circolare attenta allo spreco di risorse così che, la prossima volta che qualcosa si rompe, il riflesso non sia più quello di buttarlo via o di abbandonarlo in un ripostiglio, ma di provare ad aggiustarlo. Temi che stanno molto a cuore anche a Certideal e a Rekeep, capofila del principale gruppo italiano attivo nell’integrated facility management, che hanno aderito all’iniziativa.


“Repair Day Contest è un’iniziativa che riflette perfettamente i valori di Rekeep: occupandoci di manutenzione e riqualificazione degli edifici, ci prendiamo cura degli immobili, prolungandone la vita e riducendone l’impatto ambientale. ‘Re’ nel nostro nome rappresenta, infatti, l’impegno di dare costantemente nuova vita agli spazi che ci vengono affidati, un valore intrinseco ai servizi che offriamo – ha dichiarato Eleonora Santoro, head of Innovation & Esg di Rekeep – Allo stesso modo, il contest punta a dare una seconda chance agli oggetti, evitando sprechi e promuovendo la sostenibilità. In entrambi i casi, l’obiettivo è lo stesso: ridurre il consumo di risorse, valorizzare ciò che esiste già e contribuire ad un futuro più sostenibile. È per questo che sosteniamo con entusiasmo questa manifestazione, condividendo pienamente lo spirito della riparazione come base di un’economia circolare”. “Siamo davvero entusiasti di prendere parte a questo Contest che celebra il talento dei riparatori e la “rinascita” dei dispositivi elettronici – ha commentato Salvatore Macrì, marketing manager di CertiDeal – Per noi di CertiDeal, promuovere l’economia circolare attraverso il ricondizionamento non è solo una missione, ma un impegno concreto per un futuro tecnologico più sostenibile. Questo evento incarna perfettamente i nostri valori, dimostrando come innovazione e responsabilità possano andare di pari passo a beneficio del pianeta e dei consumatori”.


Invitiamo quindi tutti coloro che hanno un proprio oggetto da riparare a passare nei giorni precedenti il 20 ottobre dal GreenParlor – via privata della Braida 5 a Milano (M3 Porta Romana) – e affidarlo alla redazione di GreenPlanner che lo metterà tra i prodotti per la gara. Gli oggetti che verranno riparati potranno essere riportati a casa lasciando una donazione a partire da 5 euro che verrà devoluta alle associazioni con le quali Edizioni Green Planner collabora da tempo. La terza edizione de Repair Day Contest si terrà a Milano, domenica 20 ottobre tra le 10:00 e le 15:30, presso il GreenParlor

Sostenibilità: per 1 italiano su 2 tra 20 anni il mondo sarà migliore

Sostenibilità: per 1 italiano su 2 tra 20 anni il mondo sarà miglioreMilano, 9 ott. (askanews) – Il Salone della Csr 2024 regala un importante segnale di fiducia: per quasi un italiano su 2 (il 49% della popolazione) e il 77% delle imprese, tra vent’anni il mondo sarà molto più sostenibile di oggi, ossia in grado di svilupparsi rispettando l’ambiente e le persone. E’ quanto emerge dalla nuova ricerca realizzata da Ipsos per il Salone e presentata questa mattina in apertura della manifestazione.


Secondo il sondaggio, la volontà più diffusa è quella di “scendere a patti” con le contraddizioni pur di accelerare il cambiamento: le contraddizioni sono viste come inevitabili dal 24% della popolazione e dal 52% delle aziende partecipanti al Salone. Anche la popolazione più attenta è ormai disposta ad accettare (31%) che le incongruenze facciano parte di qualsiasi processo di sviluppo volto a trasformare la società. Meglio un’azione che porta con sé delle contraddizioni che nessuna azione. “Le contraddizioni sono inevitabili in un processo evolutivo, che modifica equilibri, prassi ed interessi che si sono definiti nel tempo – commenta Andrea Alemanno, Service Line Head di Ipsos – È bene riconoscerlo e comprendere come gestirle, e come gestire tutti i costi e le esternalità negative che si generano in un processo trasformativo. Non devono preoccuparci. Deve invece preoccuparci il lasciarle decantare, l’ignorarle, o l’affrontarle con un approccio non dialettico. Così rischiamo di generare scetticismo e contrapposizione, che rischia di rallentare, quando non minare, il percorso verso un mondo più sostenibile, responsabile, migliore”.


Tra le preoccupazioni evidenziate dall’indagine, invece, c’è ancora ilrischio che si generino delle zone d’ombra dove soggetti poco eticitentino di prosperare e dove non tutti facciano la propria parte: a ritenerlo è il 39% della popolazione, mentre il 32% pensa che le contraddizioni siano indice di scarso impegno da parte di tutti. Altro aspetto rilevante riguarda il giudizio sull’impegno del Governo, ritenuto scarso per mancanza di volontà dal 29% delle persone, mentre i singoli individui si auto-giudicano carenti in fatto di attenzione alla sostenibilità “solo” nel 25% dei casi. La stessa “colpa”, la mancanza di volontà, se la attribuisce il 22% degli imprenditori e dei manager delle aziende con oltre 10 dipendenti. Scendendo nel dettaglio, la ricerca Ipsos ha messo nero su bianco le contraddizioni ritenute più rilevanti, condivise da popolazione e aziende. Nell’elenco troviamo la spinta all’uso dell’auto elettricasenza che ci sia reale chiarezza su come questa energia vengaprodotta e sull’impatto ambientale complessivo dell’auto elettrica, ma anche la troppa enfasi sulla sostenibilità, ritenuta contradditoria in un momento di crisi economica e di aumento dei prezzi.


Destano perplessità anche la spinta ai consumi attraverso i prezzi bassi, collegati allo sfruttamento dei lavoratori e ai bassi prezzi per l’acquisto delle materie prime; la tendenza al lancio di prodotti nuovi e di design sempre innovativi anziché a promuovere il riuso; le dichiarazioni di impegno per l’energia rinnovabile mentre si continuano a usare combustibili fossili. Pesa ancora, poi, la poca concretezza sulle politiche di inclusione, sulla riduzione del gender gap e la parità salariale. In generale si registra una forte critica all’individualismo e alla personalizzazione a scapito del bene comune.

Sostenibilità e imprese, al via a Milano il Salone della Csr

Sostenibilità e imprese, al via a Milano il Salone della CsrMilano, 9 ott. (askanews) – Tre giorni di tempo per sfidare le contraddizioni. Da oggi fino a venerdì 11 ottobre, Milano torna a essere la capitale italiana della sostenibilità con la dodicesima edizione del Salone della Csr e dell’innovazione sociale. L’atteso appuntamento, che coinvolge quest’anno più di 500 relatori e oltre 270 organizzazioni tra aziende, istituzioni e realtà non profit, è da sempre l’occasione per una riflessione collettiva da cui possano scaturire idee concrete per il futuro della sostenibilità, in Italia e non solo. Il tema scelto per questa edizione, Sfidare le contraddizioni, farà da sfondo a tutti i 106 incontri in programma, ma anche alla nuova ricerca Ipsos realizzata per il Salone e presentata questa mattina in apertura della manifestazione.


“Questa edizione del Salone evidenzia che siamo in una fase di maggior maturità e chi ha creduto che il percorso verso lo sviluppo sostenibile sarebbe stato facile, veloce, senza contraddizioni si rende conto che non è così – commenta Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone -. La transizione richiede un profondo cambiamento nel modo di pensare, agire, comunicare. In particolare, le imprese realmente sostenibili hanno capito che è necessario avere una visione chiara degli obiettivi da raggiungere e migliorare la capacità di progettazione: bisogna darsi scadenze e tempi certi, ingaggiare in modo nuovo gli stakeholder, decidere come saranno misurati e valutati gli impatti generati”.

Turismo: agroalimentare fattore di crescita per 9 italiani su 10

Turismo: agroalimentare fattore di crescita per 9 italiani su 10Milano, 27 set. (askanews) – Il cibo, i prodotti agroalimentari locali, i piatti tipici si confermano i vettori privilegiati per far crescere il turismo in Italia per 9 italiani su 10. Gli italiani, inoltre, conoscono sempre più (88%, ben +13% negli ultimi dieci anni) e hanno una buona considerazione (71%) del turismo sostenibile, poiché eticamente corretto e vicino alla natura. Anche per questo, alle strutture ricettive chiedono standard di sostenibilità sempre più elevati e, alle Istituzioni, maggiore impegno nel disciplinare le attività extra-alberghiere oltre a una più efficace promozione e tutela del cibo e dei prodotti made in Italy, indiscutibili attrattori turistici. Otto italiani su 10 ritengono utile, per ristoratori e produttori italiani, certificare l’autenticità di servizi e prodotti Made in Italy, soprattutto all’estero, a garanzia della tradizione agroalimentare e dell’origine veramente italiana. È questa la principale fotografia che emerge dal 14esimo Rapporto “Italiani, turismo sostenibile l’ecoturismo”, con focus sul Turismo delle radici, realizzato dalla Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi, con report partner ITA0039 | 100% Italian Taste Certification by Asacert – Assessment & Certification, presentato questa mattina in occasione dell’evento “Piemonte EcoDigital” organizzato dalla stessa Fondazione insieme alla Rete EcoDigital in occasione della 45esima Giornata Mondiale del Turismo


“Le istituzioni devono concentrarsi sugli impatti che il fenomeno demografico dello spopolamento sta avendo nei piccoli borghi, nelle aree interne, rurali e di montagna. Dal Rapporto emerge infatti un sentimento diffuso a contrastare lo spopolamento dei luoghi delle radici familiari, a recuperare il legame emotivo e le tradizioni dove sono vissuti i propri antenati – commenta Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione UniVerde, professore di turismo sostenibile ed ecoturismo presso le Università Milano-Bicocca, Roma-Tor Vergata e Napoli-Federico II -. Sono però necessarie misure di sostegno per i nuclei familiari residenti, per chi decide tornare e formare una famiglia, per lo sviluppo di attività imprenditoriali e di opportunità per i giovani, soprattutto in termini di sostenibilità. Non sorprende che la fascia d’età più interessata a frenare l’emigrazione e a valorizzare il patrimonio culturale identitario delle radici sia quella compresa tra i 18 e i 34 anni (67%) ma a patto che si prevedano misure come agevolazioni ed incentivi, una necessità avvertita maggiormente al Sud (70%) e sulle Isole (67%). Innovazione digitale e transizione ecologica (EcoDigital) sono tra i principali pilastri per potenziare nuove forme di residenzialità, anche tramite il volano dello smart working, per la rivitalizzazione dei piccoli centri”.