Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Bottiglie vetro abbandonate: oltre 60% italiani si indigna ma 1 su 4 lo fa

Bottiglie vetro abbandonate: oltre 60% italiani si indigna ma 1 su 4 lo faMilano, 15 apr. (askanews) – Più di sei italiani su 10 provano indignazione, tre su 10 tristezza, due su 10 impotenza. È così che si sentono i nostri connazionali nei riguardi di chi abbandona bottiglie di vetro nell’ambiente. Lo rivela il Birrificio Ichnusa che ha commissionato ad AstraRicerche un’indagine per fotografare opinioni e contraddizioni degli italiani sull’abbandono delle bottiglie di vetro in occasione del lancio di una campagna di sensibilizzazione dai toni netti: “Se deve finire così, non beveteci nemmeno”.


Stando all’indagine, l’Italia che si interroga sul fenomeno ha due facce. Da una parte, sei italiani su 10 ritengono che la raccolta del vetro venga fatta in alta percentuale, con cura e qualità. Eppure, il 53% percepisce come “diffuso” l’abbandono di rifiuti e materiali di vetro come le bottiglie in strada o negli spazi pubblici nella zona in cui vive, fenomeno che, per due su tre (67%) è “una priorità grave” o “importante”. L’indagine ci restituisce anche un identikit di chi getta via il vetro: circa due italiani su tre concordano nell’affermare che a sporcare sono per lo più i giovani 18-34 anni, principalmente uomini (anche se per il 28% non c’è gender gap in questa mancanza di rispetto), residenti in zona o nel territorio circostante. Mancanza di senso civico, poco rispetto per il decoro e disinteresse per le conseguenze ambientali sono la top tre delle cause percepite di questo comportamento. Dura condanna per chi sporca, ma la situazione cambia quando si chiede se è mai capitato di aver gettato una bottiglia in terra. Dalla ricerca, infatti, si scopre che lo ha fatto circa un italiano su quattro (meno di uno su cinque in Sardegna) e uno su 10 confessa di aver commesso il fatto una o più volte nell’ultimo anno. Ma c’è chi è pronto a prendersi la propria responsabilità. Per esempio, 6 italiani su 10 (7 su 10 in Sardegna) affermano che se vedono una bottiglia di vetro abbandonata nell’ambiente la raccolgono anche se non è la loro e cercano un cestino dove buttarla. Meno del 4% chiama il comune o l’azienda municipale della raccolta dei rifiuti. In altre parole, sono coscienti che serve l’impegno di tutti, a cominciare dal proprio.


Questa sensibilità diffusa ha il suo picco in Sardegna: per il 74% dei sardi si tratta di un problema “grave e importante”, contro il 58% della media nazionale. Al pari dei comportamenti che possono provocare incendi o spreco idrico. Tra i motivi giudicati fondamentali per cui non bisognerebbe mai abbandonare il vetro nell’ambiente, “il rispetto che si deve alla propria terra” (48% in Italia e 56% in Sardegna), il fatto che “è un danno per le generazioni future” (43% in Italia, 48 sull’Isola), “deturpa il paesaggio” (51% per i sardi, 41% nel resto del paese) e “peggiora immagine e reputazione del territorio”, dove la Sardegna supera di 12 punti percentuali (52% a 40%) la media nazionale. Proprio per sensibilizzare su questo tema, Ichnusa si appresta a lanciare in Sardegna in vista dell’estate la campagna di comunicazione “Il nostro Impegno”, che esorta i consumatori a smaltire correttamente le bottiglie di vetro e a non abbandonarle, unita ad azioni di pulizia dei dipendenti del birrificio con Legambiente. “Non possiamo girarci dall’altra parte di fronte all’abbandono del vetro nell’ambiente – ha dichiarato Matteo Borocci, direttore del Birrificio Ichnusa – per contrastare il fenomeno e ridurre il nostro impatto, da anni promuoviamo il vuoto a rendere in Sardegna, che porta le nostre bottiglie ad essere riutilizzabili fino a 100 volte in 20 anni. Ma sentiamo la responsabilità di fare di più, specie con l’arrivo della bella stagione, quando cresce la voglia di stare insieme fuori casa e, purtroppo, aumentano anche i comportamenti sbagliati. A quanti a fine serata abbandonano le nostre bottiglie in piazza, in spiaggia o nella natura, il nostro messaggio è chiaro: se tratti così la nostra birra preferiamo che tu non la beva affatto”.


Oltre all’appello alle comunità locali per una socialità sana e rispettosa del territorio, Ichnusa scenderà in campo in prima persona. I dipendenti del birrificio di Assemini si uniranno ai volontari di Legambiente Sardegna in giornate di pulizia dei luoghi della movida di sette località sarde: Cagliari, Alghero, Quartu S. Elena, Olbia, Oristano, Sassari e Villasimius.

Giornata Terra, Fondazione Barilla regala 100mila copie di 100 Foods Facts

Giornata Terra, Fondazione Barilla regala 100mila copie di 100 Foods FactsMilano, 12 apr. (askanews) – Le nostre scelte quotidiane possono essere decisive per ristabilire una relazione sana tra le persone e il Pianeta. Per questo, in occasione della Giornata mondiale della Terra, Fondazione Barilla lancia una nuova campagna di comunicazione per promuovere conoscenza e accrescere la consapevolezza nelle persone. Al centro dell’iniziativa la donazione gratuita di 100.000 copie del volume “100 Food Facts – Piccola guida per grandi cambiamenti”, ordinabile sul sito della Fondazione.


La guida contiene semplici informazioni a cui associare un piccolo gesto da mettere in pratica mentre si fa la spesa o si mangia, da soli o in compagnia, per pensare al benessere, rispettare le risorse naturali e prevenire lo spreco alimentare. Dalla sua prima pubblicazione ad oggi, più di 70.000 copie sono già state richieste e distribuite in tutta Italia. “In Europa superano i 37 milioni gli individui che non possono permettersi un pasto di qualità ogni due giorni. Un dato impossibile da ignorare, se pensiamo anche agli altissimi livelli di spreco – afferma Riccardo Valentini, professore e Premio Nobel, membro del comitato scientifico di Fondazione Barilla – Campagne come quella della Fondazione sono allora fondamentali per spiegare in modo chiaro come le scelte di ciascuno possano contribuire a generare un impatto positivo sul benessere individuale e globale. Ogni gesto può fare la differenza: che si tratti di riutilizzare gli scarti, controllare le scadenze, educare gli altri sulle questioni ambientali. Ognuno di noi può contribuire al cambiamento”.


Quest’anno, inoltre, “100 Food Facts – Piccola guida per grandi cambiamenti” è stato aggiornato e arricchito con nuovi e interessanti dati. Ad esempio sfogliandolo si scopre che circa 6 italiani su 10 coltivano frutta, verdura o erbe aromatiche nei propri giardini, terrazzi e orti urbani e, questi ultimi, recentemente, sono aumentati oltre il 18%, coinvolgendo anche i più giovani e i neofiti; riporre il cibo in modo appropriato, disponendo gli alimenti a rischio scadenza secondo il cosiddetto metodo Fifi (first-in first-out, primo dentro prima fuori), può aiutare a ridurre gli sprechi domestici. Secondo una recente indagine, circa il 39% delle famiglie italiane cerca di organizzare il frigorifero o la dispensa in modo efficace, distribuendo e consumando i prodotti in base alla scadenza; l’Italia è il Paese europeo con la più estesa rete organizzata di mercati contadini, con 15.000 agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers markets. Nel 2023, si è calcolato che circa 25 milioni di consumatori italiani li abbiano scelti per i loro acquisti.

Filiera sostenibile delle AEE: premio alle idee di giovani designer

Filiera sostenibile delle AEE: premio alle idee di giovani designerMilano, 11 apr. (askanews) – La creazione di una banca dati di pezzi di ricambio provenienti da lavatrici, lavastoviglie e forni (Raggruppamento R2) del progetto Rigeneraee e la sostituzione graduale del materiale plastico usato nelle componenti elettroniche facilmente usurabili con il micelio (l’apparato vegetativo dei funghi formato da un intreccio di filamenti) del progetto MyNd. Queste le due idee innovative che hanno vinto a pari merito l’edizione dedicata alle apparecchiature elettriche ed elettroniche – la terza dopo quelle sugli Imballaggi e sulle Batterie – di “Ecodesign the Future: EEE edition”, il workshop realizzato da EconomiaCircolare.com in collaborazione con Erion WEEE.


Innovazione, coerenza progettuale rispetto ai criteri di circolarità e sostenibilità (riusabilità, attenzione alla prevenzione del rifiuto, sostenibilità dei materiali, riciclabilità), applicabilità dell’idea nel settore e contesto di riferimento, capacità di individuare network e stakeholder (circolarità di sistema), qualità estetica e comunicazione degli elaborati: questi gli elementi che accomunano i due progetti sul podio. Rigeneraee ha vinto per aver ideato un sistema accurato di recupero, archiviazione e catalogazione delle componenti dei RAEE R2, paragonabile a quello usato per i reperti archeologici, con lo scopo di valorizzarle e promuoverne il riuso nei processi produttivi e di remanufacturing. MyNd, invece, si è aggiudicato il podio per aver usato un materiale innovativo come il micelio, già ampiamente sperimentato in altre applicazioni “anomale” con risultati promettenti in termini di performance tecnica ed ecologica. “Aver promosso questo corso di alta formazione ancora una volta testimonia l’impegno del Consorzio nel promuovere un approccio più circolare, fornendo ai giovani professionisti gli strumenti giusti. I ragazzi e le ragazze hanno preso questo programma molto seriamente e hanno sviluppato idee innovative – afferma Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE -. Per questo è stato molto difficile scegliere tra i 10 progetti realizzati dai partecipanti: tra questi abbiamo privilegiato i due che maggiormente hanno risposto alla necessità di progettare prodotti e servizi in modo coerente con le tematiche della circolarità e della sostenibilità ambientale e sociale”.


Il percorso di formazione, iniziato il 13 novembre 2023 e patrocinato da Isia Roma Design – Istituto universitario di design italiano – e Adi – Associazione per il Disegno Industriale – ha visto il coinvolgimento di 22 ragazzi e ragazze provenienti da istituti e università di tutta Italia. A guidare i gruppi di lavoro e a giudicarne i progetti, esperti ed esperte del settore e docenti in prima linea nella transizione verso un modello di economia circolare e provenienti dai principali enti di formazione pubblici e privati, tra cui: Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE, Alessandra De Santis, Presidente di Editrice Circolare Società Cooperativa, Raffaele Lupoli, Direttore Responsabile di EconomiaCircolare.com, Alessandro Maghella, Project Operations Expert di Erion, Carlo Proserpio – LCA expert e docente del Dipartimento di Design del PoliMi, Nicola Saldutti – Caporedattore Economia del Corriere della Sera, Maria Lucia Protopapa – Prima Ricercatrice dell’ ENEA di Brindisi, Dipartimento sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei Sistemi Produttivi e Territoriali. “Per la nostra realtà la formazione è un pilastro fondamentale del cambiamento culturale necessario a ridefinire l’approccio con cui si concepiscono e si realizzano prodotti e servizi. Lo scopo di Ecodesign the Future è coinvolgere menti e competenze trasversali nell’esplorazione di nuove frontiere del design per la sostenibilità – sottolinea Alessandra De Santis, presidente di Editrice Circolare, società editrice di EconomiaCircolare.com -. Anche quest’anno giovani talenti hanno accolto la sfida con entusiasmo, dando vita a concept innovativi e funzionali grazie a una visione sistemica della progettazione”.

Al Salone del Mobile la Sonosfera per sostenere l’ambiente

Al Salone del Mobile la Sonosfera per sostenere l’ambienteRoma, 8 apr. (askanews) – La Sonosfera, l’anfiteatro tecnologico per l’ascolto profondo di ecosistemi e musica, sbarca al Salone del Mobile di Milano. L’opera, progettata da David Monacchi per Pesaro Città Creativa Unesco della Musica e inserita nel programma di Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024 sarà installata, grazie all’impegno profuso da Renco Spa e da INTERNI Cross Vision, dal 15 aprile al Fuorisalone presso il cortile d’onore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.


“Portando la Sonosfera in questa manifestazione di rilevanza internazionale – ha sottolineato il Presidente Renco Giovanni Gasparini – vogliamo inviare un messaggio chiaro e significativo: l’ambiente, la sostenibilità, e la salvaguardia delle risorse e degli ecosistemi devono costituire la nostra principale priorità”. La Sonosfera è un teatro sensoriale che riproduce il suono più prossimo alla realtà mai realizzato: il suono degli ecosistemi di foresta esistente dal Borneo passando per l”Amazzonia fino alle foreste africane, registrati in 3D e riproposti in perifonia sferica.


Gli spettrogrammi del suono sono proiettati in una corona a 360° ad altissima definizione, e generano una potente trasposizione visiva dell’esperienza sensoriale acustica, capovolgendo le gerarchie percettive. L’impianto è composto da uno spazio sferico composto da due semi cavee simili a quelle di un anfiteatro greco, che dona un’esperienza collettiva di suono tridimensionale. “Il messaggio di Renco – ha proseguito Gasparini – è ‘Live the planet better’. Per noi, che da anni progettiamo e realizziamo opere in tutto il mondo, questo significa non solo costruire, ma farlo con la consapevolezza che ogni azione deve preservare il nostro pianeta per le generazioni future. La tutela dell’ambiente e delle comunità coinvolte è un valore imprescindibile che permea ogni aspetto delle nostre attività”.


Renco, multinazionale con sede a Pesaro, è leader nei servizi di ingegneria, consulenza e costruzione nei settori dell’energia e delle infrastrutture civili ed investe nel tessuto sociale ed economico dei territori in cui opera, dove stabilisce relazioni durature con le comunità locali. Alcuni esempi sono i servizi educativi offerti nelle scuole costruite in Mozambico e l’assistenza sanitaria fornita nelle cliniche ospedaliere in Tanzania e Congo. “Abbiamo avviato – ha continuato il Presidente Renco – un percorso che si pone l’obiettivo del 70% del fatturato da iniziative di riconversione ambientale. Emblematico in questo senso il progetto Ja.Ca. Mbè in Congo per la riforestazione in 40mila ettari di savana che assorbirà fino a trenta milioni di tonnellate di anidride carbonica”.


Renco inoltre contribuirà alla riqualificazione dell’area ex Expo di Milano progettando e realizzando la nuova sede UNIMI, applicando i più elevati standard internazionali di sicurezza sul lavoro e di sostenibilità ambientale. L’iniziativa rientra nell’ambito di “Pesaro 2024, Capitale della cultura”, sostenuta da Renco con l’impegno di promuovere il progetto della Sonosfera in contesti internazionali e istituti culturali prestigiosi. La Sonosfera sarà presentata lunedì 15 aprile alle ore 18.00 presso il cortile d’onore Pio VII dell’Università del Sacro Cuore di Milano.

Rebranding di Gympass: cambia nome e diventa Wellhub

Rebranding di Gympass: cambia nome e diventa WellhubMilano, 6 apr. (askanews) – Gympass, piattaforma leader nel benessere aziendale, annuncia il suo rebranding: diventa Wellhub, riflettendo così la sua trasformazione in una soluzione completa per il wellbeing dei dipendenti. Wellhub è molto più di un abbonamento in palestra, è la porta di accesso a una rete ancora più ampia di partner del settore wellbeing, con palestre e soluzioni per la mindfulness, la terapia online, il sonno e la nutrizione. Con questo cambiamento strategico, Wellhub si posiziona come partner di fiducia per le aziende che intendono migliorare il wellbeing dei loro dipendenti, aumentando il loro senso di appartenenza e le prestazioni aziendali. “Il nuovo nome e il nuovo brand riflettono il nostro impegno nel fornire una soluzione olistica per il wellbeing aziendale che va oltre il fitness, per abbracciare il benessere mentale, la nutrizione, il sonno e molto altro”, spiega Cesar Carvalho, cofondatore e CEO di Wellhub. “Con questo nuovo approccio vogliamo rispondere alle esigenze della forza lavoro odierna e consentire alle aziende di creare una cultura del benessere che promuova ogni giorno il wellbeing dei dipendenti. Wellhub si presenta come una piattaforma all-in-one, che copre ogni aspetto del benessere e che è capace di aumentare il senso di appartenenza aziendale, far crescere la produttività e assicurare quel ROI che le aziende si aspettano.”


Secondo l’ultimo report di Wellhub il 93% dei dipendenti considera il benessere importante quanto il proprio stipendio. Nonostante questo, lo stress sul posto di lavoro ha raggiunto livelli mai toccati prima, ponendo nuove sfide per le aziende. Questo cambio di paradigma evidenzia la necessità di assegnare al wellbeing dei dipendenti un ruolo prioritario. Da esso dipendono assunzioni, coinvolgimento e retention, fattori fondamentali per le prestazioni aziendali complessive. Viene spontaneo chiedersi: perché le aziende e i dipendenti fanno così fatica a occuparsi del proprio benessere? Un panorama complesso: con così tante soluzioni disponibili in tema di wellbeing, le aziende non sanno su cosa investire e finiscono con l’offrire dei benefit che non rispondono realmente alle esigenze dei loro dipendenti. Costi elevati: la maggior parte delle persone non può permettersi soluzioni personalizzate per il fitness, la mindfulness, la terapia online, il sonno, la nutrizione o altri servizi, soprattutto contemporaneamente. Mancanza di tempo: circa il 90% delle persone vorrebbe vivere una vita più sana ma non sa come fare, cosa che finisce col logorare la motivazione. Con un eccesso di informazioni è sempre più difficile capire cosa funziona davvero e cosa no. Wellhub consente alle aziende di essere al fianco dei loro dipendenti in qualsiasi fase del percorso, con un approccio personalizzato al coaching, e la social gamification è un altro elemento chiave. Questa visione olistica, che coinvolge il benessere fisico, mentale e sociale dei dipendenti, garantisce il massimo ritorno sull’investimento, in quanto un dipendente sano e coinvolto è anche un dipendente più produttivo e meno propenso a lasciare l’azienda. Con Wellhub, le aziende di tutte le dimensioni possono offrire programmi di wellbeing che i dipendenti useranno e adoreranno. In concomitanza con il rebranding, Wellhub annuncia alcune novità per responsabili HR, responsabili benefit, dipendenti iscritti e partner del suo network di wellbeing.

Welfare di prossimità e reti territoriali per una longevità sana e attiva

Welfare di prossimità e reti territoriali per una longevità sana e attivaMilano, 27 mar. (askanews) – Consentire a quanti hanno concluso la carriera lavorativa di donare competenze, tempo e risorse alla propria comunità; contrastare la solitudine e l’invisibilità sociale di molta parte della popolazione anziana; accelerare la digitalizzazione dei servizi a disposizione dei cittadini; sostenere l’autonomia e la domiciliarità degli anziani. Sono alcune delle proposte e degli obiettivi che diverse realtà del Terzo Settore hanno avanzato e discusso il 26 marzo a Mind-Milano Innovation District nell’ambito del Milan Longevity Summit, l’iniziativa ideata da BrainCircle Italia e che ha visto dal 14 al 27 marzo ricercatori, scienziati ed esperti di fama confrontarsi – grazie ad una fitta agenda di eventi diffusi in spazi diversi della città – sul tema “Riscrivere il Tempo. Scienza e Miti nella corsa alla Longevità” e su come rallentare l’invecchiamento, mantenendo una vita più lunga in buona salute psicofisica.


L’appuntamento con il Terzo Settore è stato promosso da Fondazione Triulza, rete di organizzazioni della società civile e dell’economia civile attiva in progetti di innovazione, insieme ad Anteas Lombardia e Auser Lombardia, due delle associazioni di promozione sociale più diffuse e importanti a livello nazionale, quotidianamente impegnate nel favorire l’invecchiamento attivo e valorizzare il ruolo delle persone anziane nella società. Attività con un impatto sociale molto importante per le persone e per le comunità se pensiamo al numero di volontari coinvolti, dei beneficiari delle attività, e misurabile anche in termini d’impatto economico. Solo le reti di Anteas e Auser a livello nazionale promuovono servizi e attività di cui beneficiano oltre 424.000 persone, coinvolgendo insieme circa 17.600 volontari che erogano gratuitamente oltre 4.573.499 ore di volontariato, con un valore economico stimato in 74.868.178 di euro (considerando l’indicatore di valore simbolico di ogni ora di volontariato della Unione Europea di 16,37 euro). Gli incontri in Mind hanno visto l’intervento introduttivo di Elena Lucchini, assessore alle Politiche Sociali di Regione Lombardia; Massimo Minelli, presidente di Fondazione Triulza; e Viviana Kasam, presidente di Brain Circle Italia. Proposte e obiettivo sono emersi in particolare nella a cui hanno partecipato Lamberto Bertolé, assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano; Fulvia Colombini, presidente di Auser Lombardia; Gloria Bertolotti presidente di Anteas Lombardia; e Filippo Petrolati, direttore di Fondazione di Comunità Milano. tra gli strumenti individuati per raggiungere gli obiettivi indicati sono stati sottolineati la valorizzazione delle reti territoriali del Terzo Settore; l’avvio di percorsi di co-progettazione partecipata tra mondo del sociale, pubblica amministrazione e filantropia, per dar vita ad un welfare di prossimità; la sperimentazione di nuove alleanze con il mondo della ricerca e della cura per prevenire e sostenere le fragilità; la promozione del dialogo e dello scambio intergenerazionale.


Nel corso dell’incontrocon il Terzo Settore il professore Francesco Longo, direttore del Centro di ricerca sulla gestione dell’assistenza sanitaria Cergas – dell’Università Bocconi di Milano, ha approfondito il tema “Platform welfare. Nuove logiche per innovare i servizi sociali”, mentre il ricercatore Davide Lucantoni del Centro Ricerche Economiche Sociali per l’Invecchiamento dell’IRCCS-INRCA di Ancona ha presentato l’impatto e le raccomandazioni del “Progetto di coordinamento nazionale partecipato multilivello delle politiche sull’invecchiamento attivo”. Mind non è stata solo la sede dell’incontro: anche sul tema della longevity, infatti, il distretto si configura come palestra territoriale di co-progettazione attraverso il Progetto Femur, illustrato da Giuseppe Banfi, vice presidente della Rete Agin, direttore scientifico dell’Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, e da Felice Romeo, consigliere di amministrazione di Fondazione Triulza. Si tratta di un progetto per prevenire e supportare le fragilità nelle persone anziane che hanno subito un intervento al femore attraverso l’attivazione dei servizi territoriali e l’assistenza domiciliare. Un modello di cooperazione tra realtà accademiche, scientifiche, sanitarie, sociali e industriali condiviso anche da Christian Lunetta dell’ICS Maugeri, e da Fabio Diana direttore di Fondazione Easycare.

Competività, Intesa SanPaolo: fondamentale anticipare i cambiamenti

Competività, Intesa SanPaolo: fondamentale anticipare i cambiamentiMilano, 21 mar. (askanews) – La capacità di anticipare i grandi cambiamenti portati dalle transizioni digitale e green è uno degli elementi su cui si giocherà la competitività delle imprese e delle economie dei Paesi nei prossimi anni. E’ quanto emerge dalla ricerca “Rethinking Competencies in Twin Transitions”, il nuovo report di Look4ward (l’Osservatorio permanente sulle competenze del futuro che Intesa Sanpaolo conduce in collaborazione con l’Università Luiss Guido Carli in partnership con Siref Fiduciaria, Accenture e Digit’Ed). La sfida è individuare i fabbisogni di nuove competenze e di rigenerazione di figure professionali in ambiti distintivi per il Paese.


Così, lo studio (condotto da Paolo Boccardelli, direttore del Centro di Ricerca in Strategic Change ‘Franco Fontana’ dell’Università Luiss e presentato oggi a Milano), ha analizzato l’approccio strategico di amministratori delegati e responsabili Hr di Pri e grandi imprese in otto settori: ospitalità, agrifood, energia, sociosanitario, bancario, It, silver economy, blue economy. L’obiettivo è fornire una guida alla comprensione delle sfide e delle opportunità delle twin transition dei suoi impatti sui profili professionali a supporto delle decisioni aziendali, nell’individuazione di percorsi formativi e nelle strategie di passaggio generazionale. In cima alla scalletta della priorità da affrontare, l’adattamento a un contesto in rapido cambiamento: più del 70% degli intervistati dichiara importante la capacita di mostrare adattabilità e capacità di cambiare mentalità. Fondamentale anche la ridefinizione delle competenze: le organizzazioni hanno bisogno di figure professionali con competenze digitali, green, relazionali e di adattamento al cambiamento continuo. La twin transition si gioca anche sulla creazione di modelli organizzativi flessibili: le aziende devono adottare modelli più flessibili e collaborativi che integrino e connettano efficacemente unita molto agili. “I risultati della ricerca dell’Osservatorio LookAward, che ha coinvolto un panel di 678 leader tra HR manager, presidenti e ad di aziende di rilevanza globale, confermano che le imprese italiane condividono la consapevolezza circa gli effetti trasformativi che le mega-tendenze del digitale e del green avranno sui settori – spiega Boccardelli -. Si tratta di un’attenzione che è massima tra le Pri: oltre i 2/3 delle medie imprese (68%) e quasi i 3/5 (59%) delle piccole imprese concordano che il loro settore sarà completamente trasformato dalle twin transitions. Le analisi rivelano anche che le twin transitions faranno emergere nelle organizzazioni la necessità di trovare nuovi equilibri nel paradosso, per reagire a spinte di forze tra loro contrastanti. Il superamento dei paradossi richiederà di dotarsi di profili capaci di accogliere il cambiamento come la nuova normalità. Ad essere modificato sarà anche il Dna dei Leader, che dovranno affermarsi come catalizzatori dei migliori talenti di cui le organizzazioni avranno sempre più bisogno. Attraverso l’Osservatorio Luiss e Intesa Sanpaolo dimostrano ancora una volta di essere impegnati sulla formazione della futura classe dirigente e sulle competenze necessarie ad affrontare i trend trasformativi della società.


Le gerarchie rigide, dunque, non sono più adatte a un contesto in continua evoluzione e le nuove competenze devono potersi esprimere in contesti caratterizzati da modelli organizzativi flessibili e collaborativi, che favoriscano l’apprendimento continuo, le capacità relazionali e l’autonomia, anche attrav formazione continua e lo sviluppo di nuove competenze. Fondamentale poi è l’esercizio di una nuova leadership, la capacità del manager di agire come facilitatore, prestando attenzione alla cura delle relazioni, attraverso una leadership basata sul “potere del Noi” piuttosto che sulla centralità del singolo. S approccio di questo tipo permetterà l’accesso a nuovi mercati che la transizione green e digitale apriranno per le aziende capaci di innovare e adattarsi. L aziende che si impegnano nelle twin transition sono più attrattive per i clienti, per gli investitori e per i giovani, grazie a una maggiore efficienza e produttivi processi aziendali. “In un mondo in costante evoluzione, caratterizzato da un’accelerazione dei cambiamenti senza precedenti, ci troviamo di fronte a sfide globali guidate da trasformativi della società – commenta Elisa Zambito Marsala, responsabile Education Ecosystem and Global Value Programs di Intesa Sanpaolo – Look4 si pone l’obiettivo primario di individuare i fabbisogni di nuove competenze e di rigenerazione di skills tradizionali in settori strategici, necessari per adegua alle trasformazioni aziendali in corso e ai nuovi business. L’obiettivo è creare azioni e modelli di intervento formativo di innovazione e sostenibilità che gene al contempo valore per le imprese e la creazione di nuove opportunità per il Paese”.

Parità genere per lo sviluppo sostenibile, progetti di Roma Capitale

Parità genere per lo sviluppo sostenibile, progetti di Roma CapitaleRoma, 8 mar. (askanews) – In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne, l’Assessorato alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale ha organizzato una mattinata di interventi e confronti in Sala della Protomoteca incentrati sulla parità di genere come chiave di successo per uno sviluppo sostenibile del territorio. Il convegno è stato interrotto dalle attiviste del movimento di disobbedienza civile “Bruciamo tutto”: Monica Lucarelli, assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale, si è detta favorevole “ad un incontro partecipativo e costruttivo” al fine di valorizzare il ruolo delle donne.


“La sostenibilità va oltre la mera riduzione dell’impatto ambientale – ha affermato Lucarelli – è un impegno a garantire il benessere sociale ed economico di tutti, promuovendo crescita e inclusione sociale. Sostenibilità significa restituire valore al territorio, ridurre le diseguaglianze e promuovere la parità di genere”. L’evento, dal titolo “SOSTENIBILITA’ sostantivo femminile”, ha fornito un’occasione per riflettere sulle opportunità di una società sostenibile, sulla formazione delle competenze necessarie alla transizione, sugli ostacoli che le donne incontrano durante la loro carriera e sul contributo della leadership femminile alla produttività e al benessere organizzativo.


Durante il convegno è intervenuto Paolo Di Cesare, Co-Fondatore di Nativa che ha dichiarato: “Sul tema delle società benefit Roma lancia la sfida. Questa è una strada da percorrere obbligatoriamente per le imprese e la Capitale fa da apripista e immaginiamo che poi tutte le aziende italiane perseguano questo risultato. Come diceva Olivetti ‘Al di là del ritmo dei profitti dobbiamo vedere quale è la direzione di una fabbrica’”. “La parità di genere – ha sottolineato Lucarelli – non è solo un principio di giustizia sociale, ma una strategia intelligente per garantire la stabilità finanziaria e migliorare la performance delle imprese, contribuendo così all’aumento del PIL pro capite”.


IL PROGETTO “IMPRESA COMUNE” – Nel corso della mattinata, l’assessora Lucarelli ha esposto i progetti che Roma Capitale sta portando avanti con l’obiettivo di rendere la città un punto di riferimento per la sostenibilità in Italia. “Sostenibilità che, come le parole crescita, economia, competenza, società, uguaglianza e democrazia – ha specificato – è sempre sostantivo femminile”. E’ stata anche l’occasione per annunciare il nuovo progetto “Impresa Comune”, che ha lo scopo di promuovere e accelerare la transizione verso un modello di sostenibilità economica, sociale e ambientale per le imprese del territorio, incoraggiando la trasformazione graduale in Società Benefit. “La sostenibilità guida ogni aspetto della nostra vita, anche nel contesto imprenditoriale. Per questo a breve l’Amministrazione Comunale di Roma Capitale, in collaborazione con la Casa delle Tecnologie Emergenti di Roma e NATIVA avvieranno ‘Impresa Comune’, un progetto cruciale per accelerare la transizione delle imprese romane verso modelli più sostenibili – ha spiegato l’assessora Lucarelli – Non possiamo più permetterci un approccio imprenditoriale incentrato solo sul profitto; è necessario considerare con la stessa attenzione gli impatti sociali e ambientali. Molte imprese sono già pronte a sostenere lo sviluppo del territorio, e ‘Impresa Comune’ è il veicolo per facilitare la trasformazione di ogni impresa romana in un’impresa Benefit. Auspichiamo così di creare una catena del valore all’insegna della transizione e dell’inclusività. Questo percorso può diventare anche un vero acceleratore per la parità di genere. Con ‘Impresa Comune’ – ha concluso – Roma può diventare la Capitale del Benefit aprendo la strada a un cambiamento positivo e duraturo, in cui ogni impresa può diventare una forza motrice dello sviluppo sostenibile della città”.

Enea, Claudia Brunori nuova direttrice Dipartimento Sostenibilità

Enea, Claudia Brunori nuova direttrice Dipartimento SostenibilitàRoma, 7 mar. (askanews) – Claudia Brunori, classe 1970, laureata in chimica a Sapienza Università di Roma, è la nuova Direttrice del Dipartimento Enea di Sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei sistemi produttivi e territoriali.


Specializzata in tecnologie e strumenti per l’economia circolare – informa Enea in una nota – Brunori prende il testimone da Roberto Morabito che lascia l’Enea per raggiunti limiti di età dopo aver guidato il Dipartimento negli ultimi 10 anni. Sino ad oggi Brunori è stata responsabile della Divisione Uso efficiente delle risorse e chiusura dei cicli e vicedirettrice del Dipartimento per le tematiche dell’economia circolare. È autrice di diverse pubblicazioni scientifiche ed è membro di organismi, associazioni e tavoli istituzionali. Nel Dipartimento Sostenibilità lavorano 540 ricercatori e tecnici organizzati in sei Divisioni, quattro Sezioni tecnico-scientifiche, due Servizi amministrativi. Con la nomina di Claudia Brunori, in Enea sale a 40 la percentuale di figure femminili nei ruoli apicali e a 75 la percentuale al vertice dei dipartimenti di ricerca (tre su quattro).

Al Politecnico Torino un convegno sulle vetture elettriche

Al Politecnico Torino un convegno sulle vetture elettricheRoma, 6 mar. (askanews) – Un’Aula magna piena fin nelle ultime file ha sancito il successo del convegno “Vetture elettriche, combustibili alternativi e mix energetico: la loro evoluzione” organizzato da CAReGIVER in collaborazione con il Politecnico di Torino.


L’incontro è stato dedicato ad argomenti di grande attualità e ha fornito risposte alle molte domande sul ruolo dei combustibili, delle fonti alternative alle sorgenti fossili e delle vetture elettriche nel nostro futuro. Dopo il saluto istituzionale del Rettore del Politecnico Guido Saracco, il programma ha visto un’introduzione e un saluto di Renzo Porro, fondatore di CAReGIVER, e gli interventi di Federico Brivio, David Chiaramonti, Paolo Massai, Fabio Mingrino, Mario Petronio, Renzo Porro. Ha moderato l’incontro Raffaello Porro. Questo è il terzo incontro organizzato da CAReGIVER insieme al Politecnico di Torino e fa seguito a quello sulle vetture elettriche e ibride di marzo 2023 e quello sull’intelligenza artificiale di novembre 2023, entrambi caratterizzati da una grande affluenza di pubblico.


I relatori, tecnici e docenti, hanno espresso il loro punto di vista sui cambiamenti in atto nella grande transizione verso l’abbandono delle sorgenti fossili, con l’obiettivo di ridurre sia i gas inquinanti, sia i gas clima alteranti, per contenere i danni alla salute e il riscaldamento atmosferico di origine antropica. Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino: “Il settore dell’automotive sta attraversando un periodo delicato, ma anche ricco di opportunità per portare a termine quell’innovazione ormai necessaria, soprattutto per raggiungere gli obiettivi globali di sostenibilità. Il Politecnico di Torino è in prima linea per guidare l’innovazione in questo settore chiave, lavorando per cercare soluzioni concrete e praticabili a supporto delle imprese e della società”.


Renzo Porro, fondatore di CAReGIVER: “A fronte del pensiero unico della trazione elettrica per azzerare le emissioni di CO2 emessa dai trasporti vale la pena ricordare il pensiero di Deng Xiao Ping “non importa il colore del gatto, bianco o nero, importa che prenda il topo”. Temo invece che la UE stia andando contro l’iceberg come il Titanic. Occorre guardare alla realtà con realismo e senso pratico e a questo fine segnalo alcuni punti di attenzione: aumentare il numero delle vetture più piccole in circolazione per ridurre gli sprechi, difendere l’industria europea dell’auto dalla concorrenza cinese, spingere verso la diffusione di combustibili alternativi per i motori attuali, l’utilizzo dell’idrogeno e il ritorno al nucleare oltre all’utilizzo delle sorgenti rinnovabili perché queste sono meno facilmente utilizzabili di quanto non si creda .” Federico Brivio: “Oltre all’elettrificazione, Bosch vede nell’idrogeno un elemento strategico per raggiungere la neutralità climatica a livello globale. Impiegato come mezzo di stoccaggio, l’idrogeno può favorire un uso efficiente dell’energia generata dalle fonti rinnovabili. Per questo, Bosch sta investendo fortemente nella produzione, la compressione, lo stoccaggio e l’uso dell’idrogeno, lungo l’intera catena del valore di questa tecnologia. L’azienda ha già avviato la produzione in serie delle fuel cell mobili, il cuore della propulsione per i veicoli pesanti, e ha già ricevuto i primi ordini dai produttori di autocarri in Europa, USA e Cina. Inoltre, Bosch sta lavorando a componenti per un motore a idrogeno che trasforma il carburante direttamente in energia, senza prima convertirlo in elettricità. Se alimentato a idrogeno, questo motore, che debutterà quest’anno, è praticamente a impatto zero.”


David Chiaramonti: “Defossilizzare i trasporti richiede l’impiego di tutte le soluzioni disponibili, i biocombustibili e gli e-fuel avranno una parte importante di un futuro mix al 2030-2040 e i mercati dell’energia possono offrire opportunità per la transizione all’agricoltura rigenerativa”. Paolo Massai ha esaminato le diverse proposte di vetture sul mercato e sintetizza così: “Al contrario delle BEV, le Hybrid in Italia hanno successo. Tra queste, le Mild sono le più vendute, trascinate dalla Panda, che è solo Mild e garantisce riduzione della CO2 quanto basta e riavviamenti motore molto silenziosi. Le Full Hybrid sono le più consistenti: non richiedono ricarica esterna della batteria, riducono la CO2 emessa in città dal 15% al 50%. Le Plug-in sono ideali per chi percorra non più di 60 km al giorno e poi le possa ricaricare di notte con una wall box. Sono molto valide fuoristrada se con motore elettrico al posteriore, che facilita molto gli spunti sulle forti pendenze.” Fabio Mingrino: “Differenti processi industriali impiegano calore e di questi molti non potranno essere elettrificati, per cui anche le tecnologie dell’idrogeno e del nucleare dovranno trovare spazio e sviluppo e dobbiamo ricordare che dietro ogni cosa, in questo contesto, ci sono sempre strategie di lungo periodo per renderne fruibili i risultati, oltre che il lavoro di moltissime persone. Strategie che vanno declinate in modo profondo e perseguite con convinzione”. Mario Petronio ha analizzato gli sviluppi più recenti nel campo delle vetture BEV, “in particolare quelli relativi ai processi fortemente ecoimpattanti (estrazione del Litio), di grossa rilevanza sociale (estrazione del Cobalto con forte lavoro minorile) o di politica internazionale (dipendenza dalla Cina per le Terre Rare). In campo più specificatamente tecnico ho evidenziato i vantaggi delle nuove Blade Batteries, delle Sodium-ion Batteries e, in prospettiva futura, delle Solid-State Batteries. Infine , degni di nota sono i nuovi processi di ricarica e la possibilità di scendere a tempi di 5 minuti, come per le vetture termiche”.