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Asacert premia Carlo Conti allo Stenterello Film Festival di Firenze

Asacert premia Carlo Conti allo Stenterello Film Festival di FirenzeRoma, 11 set. (askanews) – “Sostenibilità ed eccellenza nell’intrattenimento televisivo”: è, il premio che ASACERT, ha conferito al conduttore TV Carlo Conti. Una calda serata fiorentina al Forte Belvedere è stata la suggestiva location della sesta edizione dello Stenterello Film Festival dedicato alla commedia d’autore italiana.

Conduttore e produttore televisivo di moltissimi programmi di intrattenimento di grande successo, tra cui tre edizioni del Festival di Sanremo, Carlo Conti, si è anche distinto per la sua sensibilità ed impegno nei confronti di temi come la sostenibilità e la salvaguardia dell’ambiente. “Un professionista che ha fatto della sua carriera una continua ricerca dell’eccellenza, cimentandosi in differenti modalità di show e di intrattenimento, dando sempre prova di professionalità e passione per il suo lavoro. Un modus operandi che rispecchia la filosofia di ASACERT, che da vent’anni ha fatto dell’eccellenza una strategia di approccio al lavoro e di soddisfazione delle esigenze del mercato, con la massima attenzione alle tematiche della sostenibilità e del benessere delle persone.” Le motivazioni del riconoscimento conferito al conduttore dall’ente di certificazione, ispezione e valutazione. “Ringrazio Asacert per avermi tributato questo riconoscimento -le parole del conduttore a margine della premiazione- Credo fermamente che la sostenibilità sia un impegno collettivo che inizia dalle piccole azioni quotidiane. Se ognuno di noi si impegna a compiere una piccola azione in favore della sostenibilità, come risparmiare energia, ridurre gli sprechi o scegliere prodotti eco-friendly, possiamo creare un effetto a cascata. Goccia a goccia, queste azioni si sommano e formano un oceano di cambiamenti positivi per il nostro pianeta e le future generazioni.”

Marelibera, tutti in barca, nessuno escluso: il mare è senza barriere

Marelibera, tutti in barca, nessuno escluso: il mare è senza barriereMilano, 5 set. (askanews) – Tre giorni di veleggiate, incontri, mostre, scienza, concerti per un mare inclusivo e senza barriere: è “Marelibera, festival della vela solidale” che dal 29 settembre al primo ottobre, alla Spezia, chiama a raccolta le associazioni che navigano insieme a persone con disabilità, giovani a rischio, persone fragili o con disagio sociale per includere, educare e riabilitare.

Promosso dall’Unione Italiana Vela Solidale, organizzato dall’associazione spezzina La Nave di Carta, Marelibera, che giunge quest’anno alla sua decima edizione, è una festa di mare inclusivo e senza barriere con un intenso programma di attività e soprattutto di veleggiate sulle barche messe a disposizione da sezioni della Lega Navale, da associazioni sportive, da circoli velici e da armatori privati, chiamati a partecipare a questa gara di solidarietà per dare a tutti, nessuno escluso, la possibilità di provare l’emozione di navigare a vela. La parola d’ordine è Tutti a bordo! Il link per iscriversi alla veleggiata del 30 settembre e alla parata del 1° ottobre (aperta anche alle barche a motore) è sul sito de La Nave di Carta ( www.navedicarta.it )

Novità di questa edizione di Marelibera, concomitante con “La Notte Europea dei Ricercatori” (29 settembre), è lo spazio dedicato alle scienze del mare curato dall’INGV, Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in collaborazione con CNR-ISMAR, CNR-ICMATE, ENEA, UNIPI, UNIPV e CMRE e una rete di associazioni impegnate in progetti di Citizen Science sul mare. “La scienza include, includi la scienza” sarà il filo conduttore delle attività rivolte alle scuole, associazioni del Terzo settore e alla cittadinanza. L’edizione 2023 di Marelibera festeggia anche il ventennale dell’Unione Italiana Vela Solidale (UVS) che riunisce le principali associazioni che operano nel sociale attraverso la navigazione a vela. Fondata nel 2003 da La Nave di Carta, Fondazione Exodus, Non Solo Vela e Mal di Mare, l’UVS conta attualmente 20 associazioni aderenti, presenti su tutto il territorio nazionale. In due decenni di attività le associazioni UVS hanno fatto navigare più di 120 mila persone. Le associazioni UVS sono: I Tetragonauti, Milano; NonSolo Vela, Genova; Fondazione Tender To-Nave Italia, Genova; La Nave di Carta, La Spezia; Fondazione Exodus, Elba; Amici della Darsena Romana, Civitavecchia; Mal di Mare, Roma; Arcobaleno Cooperativa Sociale Tuscolana di Solidarietà, Frascati; Un Ponte nel Vento, Ischia; Associazione Life, Napoli; Gv3 a gonfie e vele verso la vita, Brindisi; Velaki, Monopoli; Sportinsieme Sud, Barletta;Marinando, Rimini; Marinando Ravenna; Vela 21, Cervia; Centro Koros, Catania; Associazione GPS, Porto Torres; New Sardinia Sail, Cagliari.

Marelibera è realizzato con il contributo di Fondazione Carispezia nell’ambito del Bando Aperto 2023 nel settore Cultura, il supporto dell’ Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, Marina Militare, Guardia Costiera, CLSA- Aeronautica, CNeS-Polizia di Stato, Ufficio scolastico Regionale Liguria, Tarros Group, Registro Italiano Navale, INGV. Ha il patrocinio della Regione Liguria e dei Comuni della Spezia, Lerici e Portovenere.

Ambiente: con “cappotto verde” su edifici 1 grado in meno in città

Ambiente: con “cappotto verde” su edifici 1 grado in meno in cittàMilano, 27 lug. (askanews) – D’estate il “cappotto verde” sugli edifici riduce di oltre 1 grado la temperatura dell’aria in città. È quanto emerge dal nuovo studio Enea, pubblicato su Energy and Buildings, che ha valutato l’efficacia di un impiego diffuso di tetti e muri esterni ricoperti di vegetazione contro le isole di calore in zone urbane densamente abitate a Roma e Torino, prendendo in considerazione principalmente una tipica giornata estiva.

I ricercatori Enea del Dipartimento di Efficienza energetica hanno simulato tre scenari di mitigazione caratterizzati da varie combinazioni di soluzioni green. A Roma, lo scenario più favorevole all’abbattimento delle temperature prevede 12mila m2 di tetti verdi in combinazione con 60mila m2 di facciate verdi, con cui è stata calcolata una riduzione media della temperatura di 0,33 °C, con punte fino a 1,17 °C alle ore 15. “Il merito di questo abbattimento della temperatura deve essere attribuito soprattutto alle pareti verdi che aumentano la loro efficacia in modo proporzionale all’altezza dell’edificio; i tetti verdi estensivi, invece, risultano inefficaci nel mitigare direttamente il riscaldamento urbano quando sono installati su edifici alti dai 20 metri in poi, ma sono molto utili per ridurre la temperatura interna dell’abitazione e, di conseguenza, l’uso della climatizzazione”, spiega la ricercatrice Enea Tiziana Susca, che ha lavorato allo studio insieme ai colleghi Fabio Zanghirella e Vincenzo Del Fatto.

A Torino si è registrata una riduzione della temperatura esterna dell’aria di circa 0,5 gradi in due scenari che prevedevano rispettivamente 6mila m2 di living wall e altrettanti di facciate verdi sugli edifici. In entrambi i casi le abitazioni si trovavano lungo un canyon urbano, parallelo alla direzione principale del vento, condizione in grado di dissipare il calore accumulato. “Quando le stesse soluzioni green vengono impiegate in canyon urbani orientati perpendicolarmente alla direzione principale del vento, la loro efficacia si riduce sensibilmente. Infatti, l’entità della mitigazione dell’isola di calore dipende da tanti fattori come clima, meteo, geometria urbana, scala di applicazione, tecnologie e specie vegetali utilizzate”, spiega Fabio Zanghirella. “A proposito di specie vegetali, in questo studio abbiamo considerato per i tetti verdi il sedum, che raggruppa varie piante perenni in grado di crescere senza problemi in ambienti caldi, aridi e rocciosi, l’edera per le facciate e la felce comune per i living wall”, aggiunge Vincenzo Del Fatto.

La ricerca Enea ha evidenziato che durante le ondate di calore, le diverse forme di cappotto green abbiano un’efficacia leggermente inferiore a quella registrata durante una tipica giornata estiva, in quanto questo fenomeno climatico estremo riduce il potenziale di raffrescamento delle piante a causa della chiusura degli stomi, le piccole ‘bocche’ presenti sulle foglie che consentono lo scambio gassoso fra interno ed esterno del vegetale, favorendo in particolare l’entrata di anidride carbonica utilizzata per la fotosintesi e la fuoriuscita di ossigeno e vapore acqueo. Nel 2016 le aree urbane coprivano quasi 60 milioni di ettari (l’1,29% della superficie terrestre occupata per aree edificate, pascoli e terreni coltivati) e la popolazione urbana era il 54,4% rispetto a quella globale. Ma secondo le stime Onu questa percentuale raggiungerà il 68,36% entro il 2050, comportando ulteriore urbanizzazione che modificherà l’equilibrio termico naturale dando luogo a un ulteriore aumento delle temperature urbane superficiali. Previsioni relative agli scenari di espansione urbana rivelano che, nell’ambito dell’attuale percorso di sviluppo basato sull’utilizzo di combustibili fossili, l’Europa sarà interessata da un ulteriore riscaldamento superficiale medio pari a 0,12 gradi in estate entro il 2100.

Transizione ecologica e digitale: protagonisti giovani e imprese

Transizione ecologica e digitale: protagonisti giovani e impreseMilano, 18 lug. (askanews) – La transizione ecologica e digitale è l’elemento fondamentale su cui l’Italia deve investire per una vera strategia nazionale di ripresa e resilienza, per una vera indipendenza energetica e per l’adattamento agli effetti avversi del cambiamento climatico, con benefici per l’economia e nuova occupazione. L’innovazione tecnologica è per definizione il settore più dinamico e favorevole a tale scopo e mai come in questo momento storico deve essere considerata con tutte le sue potenzialità. Parlamento e Governo sono chiamati a un deciso e urgente cambio di passo su questioni cruciali come innovazione tecnologica green, ambiente e clima nell’interesse del Paese e dei cittadini. Una svolta equa e inclusiva che dovrà mettere al centro soprattutto i giovani nativi eco-digitali che con le loro competenze, capacità e attitudini sono chiamati al ruolo di protagonisti.

Sono questi i principali temi affrontati all’incontro nazionale della rete EcoDigital “La rivoluzione EcoDigital. Best practice per la transizione ecologica e digitale”, promosso insieme a Fondazione Homo Ex Machina con il patrocinio della Fondazione UniVerde. L’evento, che si è svolto ieri a Roma al Palazzo Theodoli-Bianchelli, ha rappresentato l’occasione per rilanciare le adesioni e le proposte di attivisti, giovani innovatori, imprenditori, amministratori locali e Istituzioni per la costruzione di una rete di realtà virtuose capaci di essere da stimolo alla politica. L’obiettivo è quello di aggregare e valorizzare le buone pratiche e le migliori esperienze diffuse su tutto il territorio nazionale per favorire la vera transizione EcoDigital, mettendo a circuito quegli esempi positivi fondamentali per la trasformazione ecologica e digitale della società e dell’economia, secondo i principi della giustizia sociale e climatica. Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde e Promotore della Rete EcoDigital, ha proposto di istituire un Tavolo tecnico di lavoro per la presentazione di proposte emendative, in tema EcoDigital, alla prossima Legge di Stabilità, incassando il sostegno dell’ex premier Giuseppe Conte. “L’Italia ha bisogno di una risposta politica all’altezza dei tempi – ha detto il presidente della Fondazione Univerde -. La pandemia ha accelerato la necessità di trasformazione dai vecchi modelli economici, dipendenti dalle lobby tradizionali, in una nuova società che investa con convinzione nella transizione ecologica e digitale, nel contrasto al cambiamento climatico e verso la coesione sociale. Una visione che si ispira al Green Deal europeo verso cui sono orientate le ingenti risorse del Pnrr che devono essere ben spese, se non vogliamo un Paese più arretrato e indebitato”. Per Pecoraro Scanio non ci sono dubbi: “L’Italia deve puntare subito sulle rinnovabili senza barriere ideologiche e burocrazia in eccesso, accelerare la transizione che deve essere vera e veloce. Non c’è più tempo. Migliaia di attivisti, imprenditori e amministratori, in gran parte giovani, stanno già costruendo un’Italia più ecologica, digitale, civica, solidale e noi li stiamo aiutando a realizzarla”.

Per l’ex premier e presidente del M5S, Giuseppe Conte, la transizione digitale ed energetica sono di strategica importanza per l’Italia e devono essere portate avanti “dal basso, alla portata di tutti, un obiettivo da realizzare capillarmente”. Quanto al Pnrr, secondo Conte “il governo mostra di essere su un’altra linea. Non ha compreso l’importanza del massimo impegno delle risorse per spingere il Paese nel futuro, e non per farlo ripiombare nel passato. La prospettiva è che si manifesta la conservazione, la difesa di un modello produttivo ed economico diventato dannoso, insostenibile. Le risorse ci sono, le abbiamo portate, stiamo ancora aspettando i decreti attuativi per le comunità energetiche”. Il numero uno del M5s ha poi difeso il superbonus, introdotto dal Governo Conte II, la misura di incentivazione che “ha coniugato produzione, crescita economica, sviluppo sociale, tutela ambientale, che ci ha fatto volare nella crescita e che adesso iniziamo a toccare con mano”, senza dimenticare il tema della rigenerazione urbana sul quale si è così espresso: “Deve diventare luogo comune la realizzazione dell’efficientamento energetico”. Presente anche Loredana De Petris, ex senatrice della Repubblica, promotrice Rete EcoDigital e componente del Polo Progressista: “Oggi chi blocca la transizione ecologica e digitale è la destra al governo. Sono negazionisti nei fatti oltre che spesso anche nelle parole. Non riconoscono l’emergenza climatica e ormai dicono apertamente che la transizione è troppo costosa. Non ci vuole molto, purtroppo, a prevedere che i progetti del Pnrr sacrificati saranno proprio quelli relativi alla transizione ecologica e il danno per il Paese sarà enorme. Lo sarà soprattutto, all’opposto di quanto Meloni e Giorgetti raccontano, per le fasce più povere – ha aggiunto De Petris -. È questo lo scontro principale che si combatte oggi non solo in Italia ma in tutta Europa e che connoterà più di ogni altra cosa la campagna elettorale per le prossime elezioni europee”.

Nasce il più grande network di economia circolare in Italia

Nasce il più grande network di economia circolare in ItaliaRoma, 28 giu. (askanews) – Circularity, PMI innovativa dell’economia circolare, presenta la nuova versione della piattaforma dedicata al recupero e alla valorizzazione dei materiali di scarto industriali lungo tutta la filiera. Nata nel 2018, Circularity è tra le prime aziende tecnologiche ad aver ottenuto lo status di Società Benefit: tra i suoi obiettivi di business, infatti, uno dei principali consiste nel creare condizioni che favoriscano la prosperità sociale e ambientale del contesto nel quale opera.

“Lo sforzo e l’impegno profuso da Circularity – commenta Camilla Colucci, CEO di Circularity – è stato quello di studiare e implementare uno strumento allineato con la normativa ambientale che dia un valore aggiunto alle imprese affinché possano valutare il partner più efficiente per gestire i propri rifiuti dal punto di vista ambientale e tracciare i propri scarti per rendicontare il dato reale del proprio livello di circolarità” – . Già nel 2018, la prima versione della Circularity Platform si collocava in questo scenario con l’obiettivo di ampliare il raggio di collaborazione tra aziende in ottica di simbiosi industriale e favorire così lo scambio di informazioni utili allo sviluppo di filiere produttive più circolari. Ai fini della promozione dell’economia circolare, infatti, lo sviluppo di piattaforme digitali assume un ruolo fondamentale, consentendo ai diversi attori coinvolti di collaborare per estendere il ciclo di vita dei prodotti.

Rispetto alla versione precedente della piattaforma, l’innovazione digitale rappresenta uno dei principali punti di forza della nuova versione della Circularity Platform, grazie all’applicazione di modelli di calcolo avanzati di elaborazione di dati che classificano gli operatori in base a parametri ambientali, e sistemi di geolocalizzazione che consentono la tracciabilità dell’intera filiera dei rifiuti, dei sottoprodotti e dei materiali end of waste, per i quali fin ad oggi non esisteva un sistema dedicato. I dati più recenti indicano un peggioramento dell’indice globale di circolarità dell’economia mondiale che misura la quota di materiali provenienti dal riciclo sul totale dei materiali consumati: scende dal 9,1% nel 2018 al 7,3% nel 2022 (Circularity Gap Report 2023).

Nel 2022 l’Italia ha pubblicato il documento che riassume la Strategia Nazionale di Economia Circolare, evidenziando come la digitalizzazione (Internet Of Things, blockchain, piattaforme di tracciabilità e product passport) assuma un ruolo strategico per consentire l’adozione di nuovi modelli di business che massimizzino la circolarità dei prodotti, la tracciabilità dei flussi di materia e dei rifiuti per comprendere il vero valore economico dei rifiuti trattati e il loro reale impatto ambientale. La piattaforma georeferenziata di Circularity si rivolge a produttori, trasportatori, utilizzatori e start up, permettendogli di: – Gestire secondo un modello circolare i propri scarti, generando materie prime seconde per nuovi cicli produttivi e aumentando le percentuali di recupero dei propri scarti – Individuare i partner più virtuosi sul territorio e definire accordi commerciali per la gestione circolare della materia in tutte le fasi – Tracciare e monitorare il percorso dei materiali di scarto per acquisire maggiore conoscenza circa le destinazioni e le performance ambientali dei propri fornitori – Quantificare la CO2 equivalente della gestione ambientale dei materiali consentendo alle imprese di effettuare una scelta consapevole dal punto di vista di impatto ambientale, condividendo nell’ecosistema il valore aggiunto dato dalle emissioni evitate – Ridurre il costo del trattamento dei rifiuti e individuare soluzioni economiche migliorative sui volumi prodotti

La piattaforma consente alle imprese di trovare nuove fonti di approvvigionamento di materiali riciclati, creare una vera e propria rete di partner con la quale dialogare e ideare soluzioni direttamente in piattaforma, ma anche di utilizzare tool digitali per misurare le proprie performance ESG e quelle della propria supply chain. E poiché l’informazione e la consapevolezza delle proprie azioni è condizione essenziale per poter cambiare lo status quo attuale dei processi industriali, la piattaforma offre anche la possibilità di seguire corsi di formazione sulla sostenibilità e l’economia circolare e di essere informati su quanto avviene nel settore, grazie alle notizie selezionate giornalmente da Renewable Matter, rivista di eccellenza del settore. Un portale adatto ad ogni impresa, di ogni dimensione, dalle microaziende fino alle multinazionali più grandi player del tessuto industriale. Perché l’economia circolare è un patrimonio comune che ha bisogno del contributo di tutti. Ad oggi l’utilizzo della Circularity Platform è disponibile sia in modalità gratuita (Freemium) che in modalità premium: tutte le aziende possono entrare gratuitamente nel network dell’economia circolare creato da Circularity.

Save the Children Italia diventa Ente del Terzo Settore

Save the Children Italia diventa Ente del Terzo Settore


Save the Children Italia diventa Ente del Terzo Settore


Save the Children Italia diventa Ente del Terzo Settore




























1686053762 Save the Children Italia diventa Ente del Terzo Settore

Milano, 6 giu. (askanews) – Save the Children Italia cambia denominazione sociale e diventa “Ente del Terzo Settore”. Il cambio di denominazione coincide anche con una revisione dello statuto con l’obiettivo – si legge in una nota dell’associazione – di “dare maggiore spazio al protagonismo giovanile”. “L”Organizzazione – prosegue la nota – mira a partecipare a pieno titolo al processo di riforma del Terzo Settore, volto a valorizzare il contributo che lo stesso e le singole componenti possono dare alla programmazione e alla progettazione delle politiche pubbliche”. Save the Children Italia – componente italiana dell’organizzazione globale Save the Children – è stata costituita nel nostro Paese a nel 1998 come Onlus e dal 2006 aveva assunto anche la qualifica di ONG (organizzazione non governativa). Con la modifica statutaria ha assunto la qualifica di Ente del Terzo Settore con inscrizione registrata il 9 maggio 2023 nel RUNTS (Registro Unico del Terzo Settore). “Questa trasformazione fa sì che Save the Children, già riconosciuta come organizzazione non governativa per il suo impegno in tutto il mondo, possa ancor di più radicarsi nell’esperienza dell’associazionismo nazionale e partecipare a pieno titolo al processo di riforma del Terzo Settore – ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children – In particolare, intendiamo dare il nostro contributo a concretizzare uno degli aspetti più significativi del Codice del Terzo Settore, quello che valorizza la co-programmazione e la co-progettazione delle politiche pubbliche, in attuazione del principio di sussidiarietà. Riteniamo infatti che solo da una combinazione più avanzata di responsabilità istituzionali e responsabilità civiche possano generarsi politiche più avanzate in campo sociale, educativo e ambientale, a partire dall’ascolto e dalle risorse dei territori”. Al Registro unico nazionale del Terzo Settore sono iscritte le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le società di mutuo soccorso, oltre alle associazioni, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.

“Nello statuto, Save the Children ha voluto inserire un nuovo articolo dedicato alla valorizzazione del protagonismo giovanile – ha aggiunto Raffaela Milano – per promuovere la partecipazione dei bambini, delle bambine e degli adolescenti e il loro coinvolgimento attivo anche all’interno delle decisioni associative. Questa modifica statutaria riconosce un lungo percorso che ha portato alla nascita e allo sviluppo del Movimento Giovani per Save the Children, oggi una rete attiva su tutto il territorio nazionale che negli anni ha coinvolto stabilmente più di 3000 ragazzi e ragazze”. “Tra i nuovi articoli dello Statuto ve n’è anche uno che sottolinea l’importanza, per l’organizzazione, di tutelare i minorenni da ogni rischio di abuso e maltrattamento. In tutti i suoi programmi sul campo, Save the Children con i suoi partner territoriali adotta un sistema di tutela interno, comprensivo di un Codice di Condotta e di una Procedura per le segnalazioni, che mira a rafforzare la protezione dagli abusi a partire dai propri ambiti di intervento – ha concluso la direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children -Troppo spesso le cronache ci consegnano casi di violenza ai danni di minorenni consumati nei luoghi che dovrebbero essere per loro i più sicuri come asili nido, scuole, centri ricreativi e sportivi. Il nostro auspicio è che tutte le organizzazioni che a qualsiasi titolo entrano a contatto con bambini e adolescenti si dotino di sistemi di tutela e di regole deontologiche che assicurino ai bambini di crescere in spazi sicuri e protetti”.

Nasce una nuova alleanza per lo sviluppo sostenibile delle città

Nasce una nuova alleanza per lo sviluppo sostenibile delle cittàMilano, 31 mag. (askanews) – Una riflessione congiunta sulla centralità che le città ricoprono nel percorso di sviluppo sostenibile del nostro Paese: questo il significato dell’incontro tra Marco Mari, Presidente del Green Building Council Italia, e Rossella Muroni , Presidente di Nuove Ri-Generazioni. Al termine dell’incontro le due Associazioni hanno formalizzato l’accordo di collaborazione volto a promuovere la trasformazione sostenibile dell’ambiente costruito, migliorando non solo il rapporto tra ambiente costruito e naturale, ma soprattutto le condizioni generali, la qualità della vita, la salute e sicurezza di tutti i cittadini. L’accordo prevede di avviare e implementare attività congiunte finalizzate a sostenere aziende, istituzioni e tutti gli attori del mercato nel percorso di transizione, al fine di promuovere la rigenerazione di città più giuste socialmente e che, partendo dai bisogni locali e attraverso il lavoro di qualità, assumano come coordinate del proprio sviluppo il welfare delle persone e dei territori.

L’Italia, anche grazie a una sempre più diffusa applicazione e promozione dei protocolli energetico-ambientali, vanta oggi una posizione di leadership all’interno del panorama europeo in materia di progettazione, riqualificazione e gestione in chiave sostenibile del comparto del costruito, in tutte le sue declinazioni. Gli obiettivi da raggiungere e le azioni trasformative da attuare verso gli obiettivi al 2030 e al 2050, per un ambiente costruito resiliente sostenibile e salubre, sono sfidanti, così come indicato nel “Manifesto Gbc Italia per COP26” e nel position paper di Gbc Italia sulla “Sostenibilità Urbana”, in coerenza e in continuità con quanto intrapreso e sostenuto anche da Nuove Ri-Generazioni. “Serve ripensare l’ambiente costruito, riconoscendo una nuova centralità della persona all’interno delle politiche di sviluppo sostenibile di edifici, città e territori”, osserva il presidente di Green Building Council Italia, Marco Mari, che prosegue: “Il percorso che ci riproponiamo di avviare oggi assieme alla Presidente Moroni è volto a diffondere e radicare una nuova cultura del costruire e dell’abitare sostenibile. Abbiamo bisogno di processi rigenerativi come strumenti di equità intergenerazionale che partano dalle tante competenze distintive del Paese e dalla grande cultura del progetto e che ha radici profonde in Italia”.

“È necessario far crescere una cultura della sostenibilità concreta che tenga insieme ecologia, economia e benessere sociale. Abbiamo bisogno di politiche orientate al green building, alla rigenerazione urbana, al recupero delle periferie urbane quanto delle aree interne. Una sfida che parla di qualità dell’abitare ma anche di nuovo lavoro di qualità. Per farlo – evidenzia Rossella Muroni, presidente di Nuove Ri-Generazioni – occorrono dialogo e confronto e per questo la nostra associazione, costituita su iniziativa della Fillea Cgil (Federazione Italiana dei Lavoratori del Legno, dell’Edilizia, delle industrie Affini ed estrattive) con l’adesione di Spi Cgil (sindacato dei pensionati) è particolarmente orgogliosa di collaborare con Gbc”.

Futuro sostenibile, a Vercelli concluso “Road to ESG”

Futuro sostenibile, a Vercelli concluso “Road to ESG”Roma, 31 mag. (askanews) – Si concluso “ROAD TO ESG, strategie e politiche per un futuro sostenibile”, l’iniziativa voluta da ASCOM Confcommercio Vercelli, Biver Banca, COMTUR, in collaborazione con ASACERT Assessment & Certification, con il patrocinio di Green Building Council Italia, Città di Vercelli e Provincia di Vercelli. Hanno partecipato all’evento relatori di primo piano istituzionale nazionale ed europeo, del mondo delle Associazioni e delle Imprese, dell’Università e della cultura. Agire per rendere i princìpi di sostenibilità efficaci in tutti gli ambiti di vita è stato il focus dell’evento: la complessità e l’urgenza dei temi trattati sono stati inseriti in un contesto di consapevolezza del territorio, nell’ambito dell’inaugurazione di “Fattoria in cittá”. La manifestazione da 17 anni rappresenta il più importante e partecipato momento di animazione economica dell’intera provincia.

La salvaguardia dell’ecosistema, il benessere dei cittadini, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e di tutela del Pianeta, sono stati i temi che hanno coinvolto una platea gremita nel Salone Dugentesco del capoluogo piemontese. Angelo Santarella, Presidente Ascom Confcommercio Vercelli ha espresso grande soddisfazione per l’evento: ‘Abbiamo pensato, insieme alla banca del territorio, di organizzare proprio nel contesto de La Fattoria in Città questo evento, che vuole essere un primo appuntamento di approfondimento e riflessione per supportare le nostre imprese in questo cambio culturale che dovrà aver luogo negli anni a venire, ma che è già di stringente attualità’.

“Come banca abbiamo il compito di sensibilizzare le imprese verso un cambiamento culturale che possa facilitare la transizione in chiave green e consentire loro di progredire nella propria attività. È necessario che le aziende abbiamo un approccio consapevole per poter cogliere tutte le opportunità che questo percorso di sostenibilità farà emergere”, ha detto Carlo Demartini, Direttore Generale e AD Banca di Asti. “Un evento in cui ASACERT ha potuto esprimere a pieno la sua vocazione nei confronti di temi che quotidianamente accompagnano le nostre attività di risk management della sostenibilità. Sappiamo che dal 2008 il sistema bancario ha deciso di incrementare dei nuovi sistemi utili che sono a garanzia degli utenti, per i cittadini e per le imprese stesse’, è il commento di Fabrizio Capaccioli AD di ASACERT e Vicepresidente del Green Building Council Italia: ‘Il tema ESG è un tema di assoluta attualità, un tema di cui le imprese purtroppo ancora sanno poco, un tema su cui bisogna lavorare per trasferire conoscenze e competenze, proprio per eludere il fenomeno di greenwashing. Anche il tema del sociale è ancora poco trattato, dove le fonti rinnovabili, per esempio, impattano positivamente sulle comunità locali e sui cittadini e il focus per noi è riuscire a diffonderlo nelle città italiane in modo estremamente positivo’.

Un incontro concreto e, allo stesso tempo di alto profilo, che ha visto la partecipazione del Ministro dell’Agricoltura della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha posto l’accento sul ruolo strategico del mondo agroalimentare nel percorso verso la Sostenibilità: “Il Governo è vicino agli imprenditori e al futuro della Nazione, che passa anche per la Sostenibilità. La sensibilità verso l’ambiente deve essere coniugata con una prospettiva economica solida ed è per questo motivo che abbiamo assunto il concetto di Sovranità Alimentare a sostegno dell’intera filiera agroalimentare e delle eccellenze nazionali. Il mondo agricolo italiano è un modello virtuoso di sostenibilità ambientale. Nell’ultima legge di bilancio abbiamo dedicato 225 milioni di euro alla innovazione tecnologica in agricoltura. Contrastiamo le produzioni e la distribuzione di prodotti alimentari sintetici, perché crediamo nella qualità dei prodotti e nel nostro modello agricolo. Abbiamo il dovere di garantire cibo di qualità per tutti’, ha concluso. La sottosegretaria alle Finanze, Lucia Albano, è intervenuta sottolineando il lavoro che il Ministero sta facendo sui temi della sostenibilità: “Grazie alla delega conferitami dal Ministro Giorgetti sulla valorizzazione del patrimonio pubblico e sciolti i vincoli dettati dalla pandemia, c’è un bisogno di socialità che richiama la necessità di ripensare gli spazi e modalità di gestione per garantire un nuovo benessere. Stiamo lavorando al MEF con una serie di attori che possono valorizzare il patrimonio pubblico, per rilanciare l’economia ma soprattutto per creare valore aggiunto per l’ambiente. Lavoriamo per rendere gli immobili pubblici green e per razionalizzare le funzioni dei cespiti. Ci sta a cuore la parte Social, ritengo in questo contesto sia imperante agire secondo criteri ESG per fornire possibilità abitative diverse, creando la possibilità che benessere e qualità di vita possano coesistere per un numero sempre maggiore di persone. Sono certa che i risultati di questo importante convegno saranno in passo avanti su questa strada.”

Il tema della sostenibilità, in merito agli interventi del Governo è stato oggetto della riflessione di Alessandro Morelli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Dobbiamo ripartire dal nostro territorio. Tuttavia, per portare avanti il tema della transizione dobbiamo essere all’interno di un grande gioco globale, in cui dobbiamo far valere i nostri valori: il tema della sovranità alimentare e della tutela e delle nostre aziende. Questo è uno dei territori colpiti dalla crisi siccitosa, oggi il Governo si occupa concretamente di sostenibilità, attraverso la cabina di regia per il controllo prima della siccità e poi delle acque, visti gli ultimi tragici eventi climatici.” L’Europa è particolarmente vicina ai temi della Sostenibilità, come ha avuto modo di confermare Angelo Ciocca, membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale della Comunità Europea: “Applicare le politiche ESG può trasformarsi in una grande leva di sviluppo, una vera forza. Sappiamo tutti che se l’Italia non sarà in grado di trasformare le proprie produzioni secondo le direttive europee, rischieremo di perdere le produzioni che saranno geolocalizzate in continenti dove si inquina di più. Mi rivolgo soprattutto ai giovani presenti: dobbiamo trasformare quello che può essere una minaccia per il nostro territorio in opportunità per una ripartenza nella salvaguardia di un territorio che ha tutte le conoscenze per integrare i temi ESG nelle politiche produttive e sociali locali e di una Governance al passo coi tempi’.

Anche il presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, Marco Osnato, ha portato la sua testimonianza sulla necessità che i temi economici siano permeati dal concetto di innovazione e sostenibilità: “Il tema che oggi si affronta è un tema molto presente nel dibattito politico-economico e sociale di questi ultimi tempi. Addirittura, con la modifica dell’articolo 9 della costituzione, si inserisce l’ambiente nella legge più importante che il nostro ordinamento prevede. Si parla di sostenibilità ambientale, ma anche economica: le banche considerano lo sviluppo sostenibile come prerogativa per erogare finanziamenti. Credo che tutto debba essere fatto in un’ottica di transizione, come sostenere le aziende innovative che abbracciano questi temi: ci sono molte realtà italiane che su questi temi stanno lavorando bene ed è giusto che il credito venga erogato nel modo più mirato possibile. Attività formative e informative come queste sono molto importanti per far conoscere le opportunità che le ESG offrono a imprese e artigiani’.

La Commissione Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici e innovazione tecnologica del Senato della Repubblica, è stata rappresentata da Nicola Irto, secondo il quale “siamo tutti convinti che dobbiamo puntare sulla sostenibilità ambientale. Serve da parte del Paese una programmazione attenta. Approveremo il Decreto siccità, anche se superato a causa del disastro climatico avvenuto in Emilia-Romagna, e attraverso questo decreto programmeremo e svilupperemo una strategia per un futuro sostenibile.”

L’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha ricordato infine che “i Goals delle Nazioni Unite sono essenziali per evitare che il cambiamento climatico porti con sé conseguenze catastrofiche. Alluvioni e siccità sono temi della crisi climatica che ho lanciato con la conferenza sul clima già dal 2007. Ora è il momento di coinvolgere imprenditori, istituzioni locali e cittadini ai quali va data una sana informazione’.

Barilla e Davines insieme per un progetto di agricultura rigenerativa

Barilla e Davines insieme per un progetto di agricultura rigenerativaMilano, 30 mag. (askanews) – Davines group, realtà impegnata nel settore della cosmetica professionale, e Barilla hanno dato vita a “Bello e Buono”, un progetto triennale dedicato all’agricoltura rigenerativa, con l’obiettivo di sviluppare sistemi e pratiche agricole che favoriscano la “rigenerazione” dei suoli, sia dal punto di vista ambientale che sociale.

L’accordo nasce dal bisogno di curare aree agricole che negli ultimi anni sono state sottoposte a coltivazioni intensive e uso non responsabile di fitofarmaci. A pochi chilometri da Parma, presso le sedi di Barilla e di Davines, sono state predisposti 10.000 metri quadrati di terreno in cui i team di ricerca agronomica delle due aziende hanno avviato la sperimentazione della coltivazione in rotazione di cereali e piante destinate al buon cibo, come il grano tenero, il grano duro e il cece, e alla produzione di essenze utilizzate dall’industria cosmetica, come la melissa, la calendula e la lavanda. Una pratica, quella della rotazione, che consiste nell’alternare anno dopo anno le colture sullo stesso terreno, seguendo uno schema preciso che permetta alle diverse coltivazioni di avvantaggiarsi l’una dell’altra. “L’approccio di Barilla è basato sulla ricerca, lo studio e la misurazione, al fine di porre delle solide basi scientifiche per migliorare l’ambiente in cui viviamo attraverso le nostre filiere ed i nostri prodotti – ha dichiarato Elena Bertè, agronomy Research Manager del gruppo Barilla – Il termine rigenerativo esprime di per sé il concetto di ‘ripristino’ dell’equilibrio della terra e della conservazione della biodiversità; la transizione verso questo sistema di coltivazione è un processo che richiede tempo e in cui il coinvolgimento e la valorizzazione del ruolo dell’agricoltore saranno fondamentali ed imprescindibili”. “Il 60-70% di tutti i suoli europei è definito non in salute o in condizioni di degrado a causa di pratiche agricole non adatte, dell’inquinamento, urbanizzazione e per l’effetto dei cambiamenti climatici – ha ricordato Dario Fornara, research director di Eroc (European regenerative organic center) del gruppo Davines – La perdita significativa di sostanza organica e di biodiversità nei terreni agricoli rispecchia pienamente questo degrado. La soluzione sta nella riscoperta di pratiche agricole che favoriscono (e non impediscono) i processi biogeochimici naturali che avvengono nell’ecosistema suolo. Pratiche agricole biologiche rigenerative hanno questa capacità di favorire l’accumulo di carbonio organico nel suolo, di aumentare la diversità biologica dei terreni e di creare agro-ecosistemi più resilienti ai cambiamenti climatici”. Attraverso il programma “Bello e buono” Barilla e Davines metteranno a confronto tecniche di agricoltura sostenibile con quelle di agricoltura rigenerativa. Il progetto, a livello scientifico, vuole misurare l’impatto di pratiche agricole diverse sull’aumento della sostanza organica del suolo, primo indicatore della sua fertilità, e della biodiversità e vuole valutare l’impatto della coltivazione di colture appartenenti a filiere diverse sull’economia di un’azienda agricola.

A Cremona un murale antismog che riduce i gas nocivi nell’aria

A Cremona un murale antismog che riduce i gas nocivi nell’ariaMilano, 30 mag. (askanews) – Un murale antismog per un duplice obiettivo: da un lato, lanciare un forte messaggio di sensibilizzazione sull’importanza della qualità dell’aria, e dall’altro contribuire attivamente alla riduzione dell’inquinamento grazie all’uso di una particolare pittura fotocatalitica in grado di trasformare fino al 65% dei gas nocivi presenti nell’aria in sostanze a basso o nullo impatto ambientale.

E’ un progetto artistico dall’alto valore per la comunità locale quello inaugurato oggi oggi a Cremona nella sede del principale stabilimento al nord di Liquigas, primo player italiano nella distribuzione di GPL e GNL che ha promosso la realizzazione del murale nell’ambito del contest creativo del progetto educational “1, 2, 3…Respira!”, l’iniziativa nata 5 anni fa per favorire una maggiore conoscenza tra gli studenti delle scuole medie dei temi dell’inquinamento atmosferico e delle fonti energetiche disponibili, coinvolgendo sino ad oggi 150 mila ragazzi e 25 mila istituti in tutta Italia. L’opera, realizzato dal giovane street artist Marco Cerioli, si ispira all’elaborato della classe 2 D dell’Istituto Comprensivo di Bruino, in provincia di Torino, dal titolo “Per continuare ad esistere”, che si è aggiudicato il riconoscimento speciale dell’edizione dell’anno scolastico 2021-22 del progetto didattico ed esprime in maniera artistica l’idea di futuro degli studenti, libero dalle sostanze inquinanti. L’opera, caratterizzata da colori tenui in armonia cromatica con l’ambiente antistante dei prati e dei campi agricoli che si affacciano su una delle arterie stradali principali di Cremona, si estende lungo tutta la recinzione esterna dello stabilimento e rappresenta un mondo iconico fatto prettamente da elementi botanici in cui l’uomo, con le sue scelte energetiche sostenibili, e la natura convivono in perfetta simbiosi. Il murale è stato realizzato con il supporto di Boero, azienda che ha messo a disposizione Solarya 65, un innovativo rivestimento silossanico per esterni autopulente che riduce l’inquinamento outdoor e conserva le cromie nella loro vividezza originale. Sempre a Cremona Liquigas ha già contribuito ad un progetto di riqualificazione urbana collaborando con l’Amministrazione Comunale per la realizzazione di una pista ciclabile che corre lungo lo stabilimento.

“In Liquigas da anni ci impegniamo a mantenere alta l’attenzione sull’inquinamento dell’aria e sulla necessità di mettere in atto scelte responsabili in grado di impattare positivamente su questo problema che mette a rischio la salute e l’ambiente – commenta sottolinea Andrea Arzà, Amministratore Delegato di Liquigas, presente alla cerimonia di inaugurazione -. Con il progetto didattico ‘1,2,3…Respira!’ ogni anno coinvolgiamo migliaia di studenti in tutta Italia accompagnandoli alla scoperta delle fonti energetiche e delle loro diverse proprietà, insegnando loro a sviluppare consapevolezza su quali siano le più e le meno sostenibili, di modo che possano diventare adulti consapevoli in un periodo come questo, in cui la transizione ecologica richiede spesso di operare scelte non sempre immediatamente comprensibili, se non ad una lettura strutturata e secondo una visione di lungo termine”. “Questo progetto si inserisce all’interno di un percorso di responsabilità sociale e ambientale che Boero sta portando avanti da diversi anni e che tende ad un modello di sviluppo in armonia con gli equilibri naturali, sia dell’ambiente sia delle persone. La ricerca e lo sviluppo dei nostri prodotti tiene da sempre in considerazione l’impatto ambientale da questi generato, e lavora quindi per garantire elevate performance tecniche e qualitative”, evidenzia Riccardo Carpanese, Group Marketing Director, Gruppo Boero.

Sono 15 le scuole di Cremona e Provincia, per un totale di oltre 1800 studenti, che hanno partecipato dal 2018 ad oggi al progetto didattico “1,2,3…Respira”. Gli Istituti comprensivi 5 Cremona – Scuola Secondaria di I grado di Sesto Cremonese e dell’Istituto Comprensivo – Scuola Secondaria di I grado di Vescovato si sono aggiudicate il secondo posto a pari merito nel contest relativo all’edizione dell’anno scolastico 2021/22 con un progetto Instagram in cui dei Visual forniscono informazioni sulla sostenibilità e sulle fonti energetiche a basse emissioni. Nel 2022 Liquigas, in collaborazione con Boero, ha realizzato un primo murale antismog dal titolo “Cyberpunk Parrot” a Milano nell’area giochi Cesare Pagani a Dergano, un quartiere già oggetto di rinnovo dell’arredo urbano da parte dell’Amministrazione cittadina. Il murale rappresenta la volontà di portare la voce e le necessità dei giovani italiani all’attenzione del mondo, invitando a riflettere sulla minaccia che l’inquinamento rappresenta per il futuro del pianeta.