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Resiste il “made in vetro”: cresce nel 2022 produzione packaging

Resiste il “made in vetro”: cresce nel 2022 produzione packagingRoma, 25 mag. (askanews) – Salute, gusto e sostenibilità sono i tre driver che spingono il “made in vetro”. Nel 2022, nonostante la crisi energetica e l’onda lunga del Covid, la produzione di bottiglie e vasi è aumentata per rispondere ai bisogni di sicurezza e di sostenibilità ambientale richieste dai consumatori, ma anche per accompagnare il successo dei prodotti a marchio Italia che ha visto sempre più bottiglie di vino, e soprattutto spumante, prendere la via dell’estero. La produzione di bottiglie è aumentata dell’1,5% immettendo sul mercato oltre 2 miliardi di “pezzi”, e quella di vasetti del 2,5%. Ma per riportare il settore sulla strada della normalità ci sono ancora alcuni fattori critici: la volatilità dei prezzi energetici e l’aumento del prezzo del rottame a livelli mai raggiunti in precedenza, passando da circa 25 Euro/ton a 200 Euro/ton. Questo aumento, oltre ad incidere sul costo dei contenitori (il rottame rappresenta, nella media circa la metà delle materie prime usate per la produzione di vetro e  1/3 del costo di produzione), pone un rischio in termini di mantenimento degli obiettivi di riciclo e di circolarità del settore: il costo di utilizzo del rottame ha ormai superato, infatti, quello della materia prima.

L’aggiornamento dei dati di produzione del packaging in vetro e il check up sullo stato di salute del settore è stato fornito da Assovetro, l’Associazione nazionale dei produttori di vetro aderente a Confindustria. “Nonostante il perdurare di fattori critici, l’industria del packaging in vetro – ha dichiarato Roberto Cardini, Presidente della sezione contenitori di Assovetro – ha continuato a crescere. Il 2023 dovrebbe essere un anno di assestamento per permetterci di affrontare le sfide del futuro dell’industria del packaging in vetro, come quella della decarbonizzazione con la ricerca di nuovi vettori energetici”. Riciclo e riuso possono convivere per perseguire fino in fondo la circolarità nel settore del packaging alimentare in vetro. La bozza di Regolamento Ue sugli imballaggi si focalizza sul riuso, una sfida, questa, che deve rimodulare le abitudini dei consumatori, la logistica e la creazione di nuovi modelli di business. Nel 2021 il riuso ha interessato 186.000 tonnellate di contenitori in vetro. Proprio le caratteristiche del vetro – sicuro, lavabile e chimicamente resistente – lo rendono un ottimo packaging per il riuso, soprattutto in filiere come quelle dell’ acqua e del latte. Bisogna tener presente che il riutilizzo comunque genera un vantaggio ambientale solo per le distanze limitate (100 chilometri) e si adatta poco alla personalizzazione commerciale. In fatto di riciclo il vetro resta un’eccellenza italiana, il riciclo dei rifiuti di imballaggi in vetro provenienti dalle raccolte differenziate ha raggiunto 2,2 Mt ed ha un tasso di riciclo pari al 76,6%, al di sopra del target europeo del 75% al 2030. L’industria del vetro si è impegnata ad arrivare al 90% nel 2030.

Per le sue caratteristiche di sicurezza alimentare, sostenibilità e riciclabilità, il vetro oggi è un materiale che guarda al futuro per 8 consumatori europei su 10 (Fonte: Indagine InSites 2022). Per questi motivi è stato l’unico materiale da imballaggio ad aver registrato in Europa negli ultimi tre anni una crescita media dell’8% rispetto agli altri materiali da imballaggio, che hanno invece risentito di un calo tra il 24 e il 41%. Tre quarti dei consumatori europei raccomandano di acquistare prodotti confezionati in vetro, addirittura l’85% gli italiani, che sono anche, nel panorama europeo, i più “ricicloni”, con 9 su 10 che dichiarano di fare la raccolta differenziata. Un prodotto confezionato in vetro riscuote più fiducia per il 70% degli italiani. Il risparmio energetico è stato da sempre un obiettivo primario per l’industria del vetro che nel suo complesso consuma ogni anno circa 1,1 miliardi di metri cubi di gas (circa l’1,5 per cento del consumo nazionale). Per questo, anno dopo anno, è diminuito il peso delle bottiglie. Le bottiglie di vino hanno ridotto il loro peso del 12% e quelle di spumante del 18%, così da richiedere minor consumo di materie prime, di energia e, di conseguenza, producendo minori emissioni di CO2. Anche un sempre maggiore utilizzo del rottame di vetro per la produzione di bottiglie, che in molti casi oggi raggiunge il 90%, fa la differenza: ogni 10% di rottame utilizzato in sostituzione delle materie prime permette un risparmio del 2,5% di energia e una riduzione delle emissioni di CO2 del 5%. L’industria dei contenitori in vetro, prima manifattura europea, con 16 aziende e 39 stabilimenti è presente in quasi tutte le regioni d’Italia, da Nord a Sud, con una maggiore concentrazione al Nord. Conta 7.800 addetti, la quasi totalità con contratto a tempo indeterminato. Il fatturato è valutato in 2,5 miliardi di euro l’anno. Nel 2022 l’import di bottiglie e vasi è aumentato dell’11,3% e l’export è diminuito del 4,4%. Per far fronte alla domanda di contenitori è stato previsto un investimento di 400 milioni per 5 nuovi forni di fusione da realizzare entro il 2024 che garantiranno un incremento della capacità produttiva del 12%; tre di questi entreranno in funzione già nelle prossime settimane.

Operazione “Mare Libero”, a Giannutri recuperate maxi-reti fantasma

Operazione “Mare Libero”, a Giannutri recuperate maxi-reti fantasmaIsola Giannutri, 25 mag. (askanews) – Isola di Giannutri, I Grottoni, la punta più a sud dell’intero Arcipelago Toscano. Qui l’area è considerata livello 1, ovvero altamente protetta: interdetta alla navigazione, al bagno e alla pesca. Eppure, proprio in questo meraviglioso specchio di mare, viene abbandonato un numero incalcolabile di reti da pesca, ogni giorno, con enormi rischi per l’ambiente sottomarino e marino. Animali intrappolati, copertura dei fondali, perdita di piante e piccoli organismi. Effetti devastanti dovuti al cosiddetto fenomeno delle reti fantasma.

Per combattere il fenomeno, è partita l’operazione “Mare Libero”, ideata e sostenuta da Agnesi, il marchio della pasta che ha nel suo simbolo un veliero e che ha eliminato tutta la plastica nel suo packaging sostituendola con bioplastica compostabile e carta certificata FSC. Spiega Massimo Crippa, Direttore commerciale Agnesi, ad askanews: “E’ un progetto partito ormai da 2 anni, abbiamo lavorato con il Parco e da questa sinergia è nata la possibilità di recuperare in sette punti qui nell’Isola queste reti fantasma che causano una serie di problematiche alla flora e alla fauna marina”. “Riteniamo che un brand storico italiano possa essere un elemento importante per ricordare a tutta la collettività la problematica del mare e chi meglio di noi se ne può prendere cura”.

Insieme al Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, si è dato avvio a un’operazione di recupero di reti da pesca nell’area protetta. Un gruppo di subacquei e biologi, coordinati dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, dopo aver effettuato un sopralluogo per mappare la presenza di reti intorno all’Isola di Giannutri e averne catalogato lo stato, si è immerso raggiungendo fondali compresi tra i 10 e i 60 metri di profondità per riportare a bordo un carico di reti. Maurizio Burlando, Direttore del Parco Nazionale Arcipelago Toscano: “Questa è una iniziativa molto importante per noi, perché intervenire per migliorare gli habitat marini, riqualificare i fondali, è quella di cercare di migliorare e ripulire da queste reti fantasma”.

Operazione Mare Libero si avvale del coordinamento scientifico del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e del Patrocinio del Comune dell’Isola del Giglio e con il supporto tecnico dello Studio Marea, di Isla Negra e di Underwater Pro Tour APS. Il video su askanews.it

ENEA, l’AI per evitare blackout elettrici da ondate di calore

ENEA, l’AI per evitare blackout elettrici da ondate di caloreRoma, 24 mag. (askanews) – Un gruppo di ricercatori ENEA, Politecnico di Bari e Università Roma Tre ha messo a punto un sistema basato sull’automazione e l’intelligenza artificiale per prevenire possibili blackout elettrici causati da ondate di calore. Sviluppato nell’ambito del progetto RAFAEL finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, questo approccio innovativo basato su tecniche di machine learning è stato testato su una grande rete di distribuzione elettrica nel Sud Italia e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica IEEE Transactions on Industry Applications.

“Le infrastrutture di distribuzione dell’energia sono sistemi particolarmente vulnerabili a disastri naturali e a eventi meteorologici estremi, come le ondate di calore soprattutto nelle grandi aree urbane. Per questo risulta importante individuare nuove soluzioni di monitoraggio e di gestione della rete per la previsione di eventuali guasti, come ad esempio le tecniche di data analysis e di machine learning che utilizziamo nel nostro innovativo approccio”, spiega Maria Valenti, responsabile del Laboratorio ENEA Smart grid e reti energetiche e coautrice dell’articolo insieme a Mauro Atrigna, Amedeo Buonanno, Raffaele Carli, Graziana Cavone, Paolo Scarabaggio, Mariagrazia Dotoli e Giorgio Graditi. “Avere la possibilità di prevedere malfunzionamenti – aggiunge Valenti – consente potenzialmente all’operatore di rete di attuare azioni correttive orientate a minimizzare i disservizi per gli utenti del servizio elettrico”. In una prima fase – si legge nella notizia pubblicata sull’ultimo numero in italiano del settimanale ENEAinform@ – il team di ricerca ha ‘addestrato’ l’algoritmo sui dati relativi ai guasti intercorsi tra il 2015 e il 2020 in una grande rete elettrica del Sud, alle condizioni meteo (temperatura ambientale e umidità) e ai flussi di energia, con l’obiettivo di identificare le possibili correlazioni. Nella successiva fase operativa, i ricercatori hanno provato il sistema così addestrato per l’analisi di una serie di dati di input (non visti in fase di addestramento). Tra gli algoritmi testati, uno in particolare ha dato i risultati più accurati in termini di previsione di futuri guasti alla rete elettrica studiata in funzione sia delle condizioni meteorologiche che del fabbisogno energetico.

“I cambiamenti climatici hanno determinato un aumento delle ondate di calore, con una tendenza destinata a peggiorare nei prossimi anni a causa del riscaldamento globale. L’intensità e la durata di questi fenomeni stanno causando un numero crescente di guasti alla rete di distribuzione elettrica, soprattutto in ambito urbano con un conseguente impatto negativo sui costi di manutenzione, sui servizi e in generale sulla vita delle persone”, sottolinea Valenti. In città la rete è soggetta a maggiori sollecitazioni di carico, dovute all’aumento della domanda di energia elettrica concentrata in particolare nelle ore più calde della giornata, a causa del maggiore utilizzo degli impianti di climatizzazione. Di giorno la temperatura dell’aria supera spesso i 40°C e anche durante le ore notturne rimane al di sopra della media storica. “Dai nostri studi è emerso che la maggior parte dei guasti si è verificato a livello di giunti dei cavi e che, pertanto, tali elementi soffrono maggiormente le problematiche delle ondate di calore. Questo risultato fornisce un elemento utile agli operatori e ai produttori di componentistica elettronica, che potranno condurre così analisi più mirate per ottenere reti più resilienti”, aggiunge Valenti.

Negli ultimi anni è aumentato l’interesse per la sicurezza, l’affidabilità e la resilienza delle infrastrutture critiche, in particolare della rete di distribuzione dell’energia elettrica che è un sistema estremamente complesso, composto di elementi interconnessi, dove l’interruzione di un componente può determinare notevoli criticità sull’intero sistema. Ad esempio, la preparazione a eventi meteo estremi è fatta sia a livello operativo con una manutenzione continua che permette di mantenere la rete in buone condizioni che su un piano più ‘strategico’ attraverso un’analisi post-evento che mira a individuare le aree maggiormente a rischio, ossia quelle con la più alta possibilità di essere danneggiate durante le ondate di calore, ma senza dispiegare una funzione preventiva. “Grazie all’approccio proposto, invece, il gestore della rete potrà usare il nostro modello di previsione guasti adeguatamente ‘addestrato’, per effettuare azioni correttive sulla rete di distribuzione interessata ed evitare danni all’infrastruttura e disservizi per cittadini e imprese, in particolare nel periodo compreso tra maggio e settembre, quando si concentra la maggior parte dei guasti provocati dalle alte temperature e dalle ondate di calore”, conclude Valenti.

Legambiente: da 2010 a oggi 1.674 eventi estremi, 1 ogni 3 giorni

Legambiente: da 2010 a oggi 1.674 eventi estremi, 1 ogni 3 giorniRoma, 23 mag. (askanews) – In Italia, dal 2010 ad oggi (maggio 2023) si sono verificati 1674 eventi estremi, uno ogni tre giorni. Un dato preoccupante visto che l’Italia ad oggi continua a rincorrere le emergenze, pagando anche in termini di vite umane. È quanto denuncia Legambiente che oggi, in occasione del CDM su alluvione in Emilia-Romagna e Marche, diffonde i suoi dati aggiornati dell’Osservatorio CittàClima indicando al Governo Meloni i primi tre interventi più urgenti da mettere in campo: investire in prevenzione, adottare subito il piano di adattamento al Clima, ancora in standby, stanziando le adeguate risorse economiche per attuarlo ad oggi assenti e approvare una legge contro il consumo di suolo. Per l’associazione ambientalista il Governo Meloni deve avere il coraggio di mettere al centro, in primis, questi tre interventi per dare un segnale forte di risposta e di contrasto alla crisi climatica.

Per Legambiente la conferma che le risorse spese fino ad oggi a livello nazionale sono state inefficaci arriva dalla banca dati del Rendis (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo). In Emilia-Romagna, sono stati messi in cantiere 529 progetti e opere dal 1999 al 2022 (il 4,7% delle opere totali a livello nazionale) di cui 368 risultano concluse. L’importo totale dei soldi destinati alla prevenzione sono stati 561 milioni ed i lavori ultimati hanno cubato il 45% dell’importo (258 milioni su 561). In Emilia-Romagna 2,7 milioni di persone sono esposte a rischio alluvione (il 62% della popolazione regionale) e circa 87mila persone a rischio frana. Il 57% del territorio è classificato a rischio alluvione media e alta. Nelle Marche – riporta Legambiente – gli interventi per la mitigazione del dissesto idrogeologico sono stati 476 tra il 1999 e il 2022, di cui 272 ultimati. L’importo totale stanziato per le opere è di 321 milioni di euro, di cui 161 per i lavori che risultano ultimati. A livello regionale sono circa 80mila i cittadini esposti a rischio alluvione e 33mila quelli a rischio frana. Il 7,8% del territorio è classificato a pericolosità da frana elevata e molto elevata mentre il 2,8% a pericolosità alluvionale media ed elevata.

“In questi anni – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – per le opere di prevenzione sono stati spesi oltre 10 miliardi di euro in modo inefficace. Il più delle volte sono state realizzate opere già superate che hanno risposto solo alla logica dell’intervento difensivo, ‘puntuale’, che ha provato a risolvere il problema locale senza considerare ciò che poteva accadere a monte o a valle dell’intervento. Per questo è fondamentale che da ora in poi il Paese non commetta più gli stessi errori e ritardi, deve dotarsi di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici come già hanno fatto quasi tutti i paesi europei e soprattutto deve definire una seria politica del territorio mancata in questi anni, programmando al tempo stesso più politiche territoriali di prevenzione, campagne informative di convivenza con il rischio e una legge nazionale contro il consumo di suolo che il Paese aspetta da undici anni”.

Il 25 maggio al Coni convegno “Energie. Ambiente. Sicurezza”

Il 25 maggio al Coni convegno “Energie. Ambiente. Sicurezza”Roma, 22 mag. (askanews) – Avere una panoramica integrata su temi come energia, ambiente e sicurezza ha un’importanza strategica per il benessere della generazione presenti e future. Infatti, se da una parte abbiamo la consapevolezza della crisi climatica, come vera emergenza planetaria del XXI secolo, che necessita di particolare attenzione, impegno e risorse alla realizzazione di un’ autentica riconversione ecologica integrale della società e dell’economia, dall’altra sono sempre più necessarie l’ottimizzazione, l’efficienza e il giusto mix energetico per far fronte ai costi per imprese, cittadini e famiglie nonché la definizione di regole, di norme, di contratti ed accordi, finalizzati a garantire la sicurezza sotto ogni punto di vista.

In questo contesto, le infrastrutture abilitanti svolgono un ruolo decisivo per lo sviluppo del Paese e le tecnologie emergenti, come il LiFi, hanno il compito di traghettare verso una sovrapposizione di domini dove la luce è energia, è illuminazione, è innovazione scientifica. Allo stesso tempo, le innovazioni dei materiali utilizzati nell’industria delle costruzioni, responsabili del 39% delle emissioni di anidride carbonica disperse nell’ambiente, costituiscono una grande opportunità per la società. Energie rinnovabili, materiali eco-sostenibili, infrastrutture sicure e veloci sono sistemi complessi la cui comprensione richiede di mettere in primo piano la relazione delle singole parti tra loro e con il tutto. Come si evince dall’Enciclica di Papa Francesco “Tutto è in relazione”, “tutto è collegato”, “tutto è connesso”. Promosso dall’Associazione Lex Et Ars con il supporto di To Be Srl e Assimpresa UK e con il patrocinio di Regione Lazio, del CONI, dell’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia, di Fondazione UniVerde, dell’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, della Pontificia Università Antonianum, della Fondazione Ampioraggio, della Città Metropolitana di Roma, l’evento si pone come obiettivo quello di far comprendere l’importanza di adottare un approccio integrato per far fronte alle sfide tecnologiche e digitali che contraddistinguono la società di oggi e interessano tutti i settori.

I saluti istituzionali saranno affidati a Sergio Meucci, Presidente Associazione Lex et Ars, Paolo Pierantozzi, Segretario ANAOAI Sez. Castelli Romani, Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione UniVerde, Paolo Cancelli, Direttore dell’Ufficio Sviluppo della Pontificia Università Antonianum. Interverranno come relatori il Generale Umberto Rapetto, CEO HKAO, Maria Pia Palombi, Avvocato dell’Ordine degli avvocati di Tivoli, Gabriele Ferrieri, Presidente ANGI, Giovanni Ritirossi, Presidente Giovani UCID Lazio, Massimo De Maio, Consulente di comunicazione ambientale, professore universitario e uno dei fondatori del “Movimento per la Decrescita Felice”, Guido Fabbri, Socio di Fondazione Ampioraggio e General Manager di Geosmartcampus, Chiara Cavalieri, Presidente dell’Associazione Italo Egiziana “Eridanus” e giovani imprenditori come Francesco Paolo Russo, CEO & Founder To Be Srl – Direttore Generale ANGI, Desirée Farletti, Co-Founder & COO RECO2, Mario Ceccarelli, Consulente SoliTek, i quali racconteranno le proprie esperienze e il lavoro che si sta facendo per creare un ecosistema solido e collaborativo in cui tradizione ed innovazione, vecchio e nuovo, esigenze e soluzioni sono in dialogo continuo. In conclusione, la consegna dei premi Lex et Ars.La moderazione è affidata al direttore di Askanews Gianni Todini. La partecipazione all’evento è gratuita. È necessario registrarsi al seguente link: bit.ly/EnergieAmbienteSicurezza

Conto alla rovescia per Summit Nazionale su Economia del Mare Blue Forum

Conto alla rovescia per Summit Nazionale su Economia del Mare Blue ForumRoma, 19 mag. (askanews) – Mancano pochi giorni al via del 2° Summit Nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum, che si terrà a Gaeta dal 25 al 27 Maggio 2023. Numerose le presenze istituzionali già confermate, a partire dai Ministri Nello Musumeci, Adolfo Urso, Daniela Santanchè, Francesco Lollobrigida e Matteo Salvini. Ancor di più quest’anno, il Summit del Blue Forum Italia Network, intitolato “Italia Nazione di Mare”, riunirà tutti gli Utenti del Mare italiani Istituzionali, Militari e privati per contribuire insieme alla nuova strategia marittima del nostro Paese. Ormai da due anni, il Blue Forum, partendo dalla comunicazione 240 Final del 17 maggio 2021 della Commissione Europea, opera per mettere insieme tutti gli attori del mare di tutti i settori, nessuno escluso, con l’obiettivo di favorire uno sviluppo comune dell’Italia – sottolineano gli organizzatori in una nota – e cercando di facilitare e agevolare le interconnessioni, anche abbattendo le divisioni tra gli attori coinvolti sull’Economia del Mare. Il sistema Camerale da più di 10 anni sta lavorando per l’Economia del Mare e per raccontare il suo valore con il suo osservatorio privilegiato.

“Siamo onorati, come sistema camerale, di aver riscosso un così largo consenso politico, istituzionale, civile e militare. Questo ci fa capire che la strada che stiamo percorrendo sia quella giusta – ha dichiarato Giovanni Acampora, Presidente di Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di commercio Frosinone Latina -. Solo tutti insieme possiamo riuscire a vincere questa sfida, che vede il Nostro Mare al centro dello sviluppo reale dell’Italia. Sud, Centro e Nord non possono più permettersi di essere singolarmente protagonisti di questo percorso o di opporsi l’uno contro l’altro. Il Mare ci unisce e noi dobbiamo essere orgogliosi di appartenere ad un’Italia Nazione di Mare che, non solo geograficamente, può fare la sua parte nello scenario EuroMediterraneo”.

TEF, il 25 e 26 maggio Taranto al centro dibattito sulla transizione

TEF, il 25 e 26 maggio Taranto al centro dibattito sulla transizioneRoma, 19 mag. (askanews) – È stato presentato il TEF – Taranto Eco Forum 2023, l’evento di riferimento nazionale che si terrà nella “città dei due mari” il 25 e 26 maggio, nella sede della Camera di Commercio.

Organizzato da Eurota ETS, e RemTech Expo, con il sostegno del main partner Edison Next, l’evento offrirà un punto di vista privilegiato su biorisanamento, economia del mare, risorsa acqua, valorizzazione dei rifiuti, energie rinnovabili e mobilità sostenibile, mettendo Taranto a centro del dibattito sulla transizione. TEF – Taranto Eco Forum 2023 consentirà un approfondimento mirato su tutte queste tematiche che, in riva allo Ionio, stanno trovando applicazione attraverso una pianificazione mirata che passa da progetti di ispirazione pubblica e iniziative di natura privata.

“L’impegno riversato nell’organizzazione di questo evento – le parole del presidente di Eurota ETS Patrick Poggi – la ricerca di relatori all’altezza dei temi, il coinvolgimento di soggetti che stanno lavorando in questa direzione, sono tutti ingredienti di una ricetta appassionata: volevamo offrire alla città un’opportunità ulteriore, che potesse qualificare la bontà del lavoro di ricerca e approfondimento che stiamo compiendo qui. Questa iniziativa ha calamitato l’interesse di enti, istituzioni e aziende, fino a Edison Next che ha voluto esserne main partner. Siamo certi che il 25 e il 26 maggio porremo la prima pietra di un edificio destinato a ospitare in maniera duratura buone pratiche e competenze che si riverseranno sullo sviluppo futuro di Taranto”. “L’obiettivo principale di questo primo appuntamento, con evidente respiro internazionale – ha aggiunto Silvia Paparella, amministratore delegato di Ferrara Expo – è quello di supportare lo sviluppo di un nuovo approccio e di una nuova visione che pone al centro delle decisioni, anche politiche, il benessere dei cittadini, il rispetto per l’ambiente e uno sviluppo economico che sia sostenibile ed equo. Abbiamo realizzato un “contenitore” fatto di persone, di idee e di progetti concreti che vogliamo siano messi a disposizione delle istituzioni a qualsiasi livello. Sarà un evento importante con una partecipazione attiva, ampia e qualificata, auspicando che questa sia solo la prima di una serie di attività permanenti che partono dalla città di Taranto a supporto del Paese”.

“Taranto e la Puglia in generale rappresentano un territorio chiave per Edison Next. Qui stiamo sviluppando e mettendo a terra progetti di decarbonizzazione rilevanti a livello locale, ma anche decisivi per il raggiungimento dei target italiani ed europei di neutralità climatica – dichiara Giovanni Brianza, CEO di Edison Next – per riuscire a traguardare questi obiettivi sfidanti è essenziale fare sistema e sviluppare un dialogo efficace con il territorio, facendo leva su un approccio sistemico. In Puglia abbiamo trovato una forte sensibilità da questo punto di vista. Lo conferma anche il TEF – Taranto Eco Forum 2023, appuntamento nato quest’anno e dedicato proprio ai temi della transizione energetica, nonché occasione importante per rafforzare il dialogo tra tutti gli stakeholder del territorio”. TEF – Taranto Eco Forum 2023 si articolerà in una serie di tavole rotonde il 25 e 26 maggio, più una sessione di approfondimento internazionale che si terrà nel pomeriggio del 25 maggio, interamente in inglese. Tra i partner istituzionali dell’evento si segnalano Regione Puglia e Comune di Taranto, quest’ultimo rappresentato in conferenza stampa dall’assessore a Sport e Patrimonio, nonché consigliere nazionale Anci, Gianni Azzaro.

“Questa edizione del TEF – Taranto Eco Forum 2023 è una grande occasione per mettere al centro del dibattito nazionale e internazionale la città di Taranto – la dichiarazione dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico Alessandro Delli Noci – che deve essere ed è già per la Regione Puglia il simbolo della transizione energetica. In questa direzione, si muove la politica industriale della Puglia che punta, proprio grazie alle potenzialità di Taranto, ma anche di Brindisi e Foggia, a diventare una “hydrogen valley” e un punto di riferimento internazionale delle ricerche sull’idrogeno. Non solo, la Regione Puglia con i suoi 865 chilometri di costa ha colto la grande sfida dell’economia del mare, perché il mare è una risorsa importante per l’economia regionale e un fattore di attrazione di investimenti in diversi settori, per via della posizione geografica strategica all’interno del bacino del Mediterraneo e al centro delle rotte commerciali internazionali. Pensare, come stiamo facendo, ad un piano strategico per l’economia blu, non potrà che accelerare e favorire uno sviluppo sostenibile della città di Taranto”. “Recentemente abbiamo ospitato Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea – le parole del sindaco del Comune di Taranto Rinaldo Melucci – responsabile dell’azione per il clima e il “green deal” europeo e, per alcuni versi, padre del modello di transizione che abbiamo riversato nel nostro piano locale e che sta prendendo forma grazie ai nostri sforzi e alle risorse rinvenienti dal Just Transition Fund. È evidente che qui stanno avvenendo cose epocali e il TEF – Taranto Eco Forum 2023 rientra pienamente in questa prospettiva, perché questo evento è in linea con la nostra idea di città resiliente e orientata al cambiamento, alla diversificazione”.

“Scoprire RemTech Expo, lo scorso settembre, è stato illuminante – ha aggiunto Gianni Azzaro – perché oltre a ritirare a nome del sindaco il riconoscimento RemTech4Transition, assegnato ai comuni capaci di investire idee e risorse nell’attuazione delle politiche europee di transizione ecologica, intravidi la possibilità di portare qui, nella mia terra, il dibattito su questa sfida che ci vede così impegnati. Oggi iniziamo un percorso nuovo ed entusiasmante, raffinando quello fatto fino a oggi grazie ai validi relatori che ascolteremo in questi due giorni. Con TEF – Taranto Eco Forum 2023 lanciamo un messaggio al territorio: senza confronto nulla di grande è stato mai fatto”.

Edilizia sostenibile, GBC Italia presenta il primo Impact Report

Edilizia sostenibile, GBC Italia presenta il primo Impact ReportRoma, 19 mag. (askanews) – Il prossimo 13 giugno Green Building Council Italia organizzerà presso la Sala del Refettorio – Biblioteca della Camera dei Deputati, in Palazzo San Macuto a Roma, alla presenza delle Istituzioni e della stampa nazionale, un evento dedicato alla presentazione del primo Impact Report dell’edilizia sostenibile certificata in Italia, in grado di valutare la misura dell’impatto generato dalle costruzioni sostenibili realizzate sul territorio nazionale.

In continuità con gli ambiziosi obiettivi di contrasto al cambiamento climatico contenuti nell’Accordo di Parigi del 2015, il cui raggiungimento richiede la tempestiva attuazione di politiche dedicate, GBC Italia ha curato questo documento in partnership con USGBC (United States Green Building Council), GBCI (Green Business Certification Inc.) e Arc Skoru. “L’impact Report di GBC Italia solleva finalmente un velo e ci rende consapevoli di un “nuovo Made in Italy”, quello dell’edilizia sostenibile, capace di guidarci verso una leadership internazionale già sperimentata in altri settori”. Queste le parole di Marco Mari, Presidente di GBC Italia, che prosegue: “Ne sono particolarmente orgoglioso, perché si tratta di un lavoro unico che ben rappresenta la visione strategica definita nell’ultimo triennio dalla nostra Associazione e che rende evidenti le tante capacità distintive degli attori della filiera edilizia e immobiliare italiana. Oggi più che mai abbiamo strumenti, tecnologie e competenze, ma per raggiungere gli sfidanti obiettivi che il contrasto ai cambiamenti climatici ci impone, dobbiamo tutti fare la nostra parte, affinché l’unica edilizia possibile sia una edilizia sostenibile”.

Qual è il reale impatto generato dalle costruzioni sostenibili in Italia? Con l’intento di rispondere a tale interrogativo, il documento è stato sviluppato attraverso la puntuale analisi di circa 20 milioni di mq di edifici registrati e certificati in Italia dal 2008, con i protocolli LEED-GBC per evidenziare il loro impatto su: localizzazione e sito sostenibile, energia ed emissioni, acqua, materiali ed economia circolare, comfort e salubrità, valenza storica. Possiamo immaginare questo asset immobiliare analizzato come una città di oltre trecentocinquantamila abitanti, costituita da soli edifici sostenibili, un primato che, secondo i dati fornito da US GBC, ci pone tra i primi dieci paesi al mondo e secondi in Europa.

L’analisi condotta è stata supportata dalla presentazione dei dati relativi a oltre 570 edifici certificati in Italia, per oltre 10 milioni di mq; 100 edifici che sono stati analizzati in relazione alla prestazione delle diverse aree tematiche; oltre 15 casi studio che mostrano le eccellenze di prestazione rispetto alle diverse aree tematiche; dati di mercato e scenari, elaborati in collaborazione con The European House – Ambrosetti per valutare la riduzione degli impatti attuali e futuri conseguenti all’adozione di protocolli energetico-ambientali nei processi di riqualificazione del patrimonio edilizio e più in generale dell’ambiente costruito. La presentazione dell’Impact Report, un documento unico nel suo genere, intende qualificarsi pertanto come un’importante occasione di riflessione per Istituzioni, decisori pubblici e privati e tutti gli attori della filiera sulla necessità di un’azione ampia, sinergica e concordata per rendere compiutamente sostenibile l’intero ciclo di vita degli edifici nel nostro Paese.

L’ingresso alla sala avverrà su invito, per tutti sarà possibile partecipare all’evento attraverso via webinar. È possibile registrarsi al seguente link: https://register.gotowebinar.com/register/1974889340622525280

Agricoltura, Lollobrigida: l’ape elemento cardine dell’ecosistema

Agricoltura, Lollobrigida: l’ape elemento cardine dell’ecosistemaRoma, 19 mag. (askanews) – E’ la prima e più elevata installazione di ape italiana in una sede istituzionale nazionale e farà parte del Progetto ApinCittà, ideato e gestito dalla Federazione Apicoltori Italiani. Si tratta del primo apiario della storia del ministero dell’Agricoltura, inaugurato stamani dal ministro Francesco Lollobrigida sulla terrazza del dicastero di via XX Settembre, curato proprio dalla Fai, la più autorevole organizzazione del settore apistico italiano, promossa e collegata a Confagricoltura.

Gli alveari avranno una finalità di impollinazione, biomonitoraggio e mappatura della biodiversità di un ampio quadrante della Capitale: un’iniziativa che vuole celebrare, dandole continuità e concretezza, la Giornata mondiale delle Api, proclamata dall’Onu nel 2018 e che ricorre ogni 20 maggio. Il ministro Francesco Lollobrigida ha spiegato: “Volevamo che in questo ministero fosse inserito un elemento che fa percepire come la natura ci dia l’esempio. L’ape pur vivendo poco, 30 giorni, a parte l’ape regina che vive molto di più, produce miele miele sin dal primo giorno, vive in comunità, produce cera, è operosa e sente il senso della appartenenza. Tutti elementi che caratterizzano questo insetto come un esempio. Dobbiamo valorizzare anche la qualità italiana. C’è una tipicità che dobbiamo difendere e tutelare come anche altre nazioni stanno facendo. Credo che quello inaugurato oggi è il primo impianto di questa natura, in Europa, installato su un ministero. E’ un segnale importante. Sperando che altri ci seguano”.

L’ape mellifera italiana è un fondamentale fattore di produttività del cibo necessario al Pianeta: la presenza di alveari sul territorio genera in Italia 2 miliardi di euro di valore della produzione agroalimentare, cui si deve aggiungere l’apporto ecosistemico che le api garantiscono alla biodiversità, stimato in 150 miliardi di euro. Il ministro lollobrigida ha poi spiegato: “Senza le api probabilmente come spesso ci viene ricordato ci estingueremo tutti. E’ un elemento cardine per l’ecosistema. E’ evidente che qualcuno ogni tanto vuole mettere in correlazione l’esistenza dell’ape con la cancellazione di alcuni prodotti. Ma se sparissero le produzioni agricole probabilmente seguirebbero la stessa sorte. Entro poco tempo”.

Maltempo E-R, Cnr: evento estremo, fino a 200 mm pioggia in 24 ore

Maltempo E-R, Cnr: evento estremo, fino a 200 mm pioggia in 24 oreRoma, 17 mag. (askanews) – L’analisi dei dati di pioggia oraria disponibili dai pluviometri della rete fiduciaria del Dipartimento di Protezione Civile ha evidenziato picchi di pioggia fino a 200 mm nelle ultime 24 ore, le cui massime intensità sono state rilevate nella fascia tra Monghidoro, Civitella di Romagna e Castrocaro Terme. L’indice di rarità degli eventi pluviometrici elaborato dal CNR-IRPI sulla base dei dati di pioggia degli ultimi 20 anni, pone quest’ultimo evento dell’Emilia Romagna tra quelli classificabili come “eventi estremi”. Anche se con valori di pioggia areale tendenzialmente inferiori, ma localmente intensi, tale evento si estende fino alle Marche, testimoniando il suo carattere di eccezionalità anche dal punto di vista della sua estensione spaziale.

É quanto osserva l’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia (Cnr-Irpi) che ha analizzato i dati di pioggia oraria disponibili dai pluviometri della rete fiduciaria del Dipartimento di Protezione Civile, evidenziando un “indice di rarità” sulla base dei dati di pioggia degli ultimi 20 anni che pone quest’ultimo evento tra quelli classificabili come “eventi estremi”. Ancora una volta, sotto una costante pressione meteo-climatica, il nostro territorio ci dimostra la sua fragilità, riportando l’attenzione alle gravi problematiche connesse al dissesto geo-idrologico. L’evento pluviometrico che nelle ultime 48 ore ha scaricato ingenti quantità di pioggia in Emilia Romagna ha causato numerose frane ed esondazioni in diverse località nel tratto appenninico tra Bologna e Cesena, estendendosi fino al settore più settentrionale della regione Marche.

Questo evento estremo segue quello registrato appena due settimane fa nella stessa area dell’Emilia Romagna, già responsabile di fenomeni di franamento diffuso nelle aree collinari e montane e di estese esondazioni e rotture d’argine lungo i principali fiumi dell’area. In questi territori, caratterizzati da un’elevata predisposizione al dissesto in ragione della loro conformazione geologica e geomorfologica, lo scenario di pioggia attuale – evidenzia Cnr-Irpi – è tra quelli più favorevoli all’occorrenza di fenomeni franosi diffusi. Le piogge delle scorse settimane hanno lasciato il suolo in condizioni di saturazione già molto elevata, condizione sfavorevole sulla quale si sono poi impostate le nuove piogge estremamente intense ed arealmente diffuse. In tale contesto, come già peraltro mostrato dai fenomeni franosi già registrati nelle ultime ore, la probabilità di innesco di altre frane – conclude l’Istituto – è estremamente elevata e tenderà ad aumentare se le piogge intense continueranno.