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Ddl ricostruzione, Musumeci: darà certezza, stabilità e velocità

Ddl ricostruzione, Musumeci: darà certezza, stabilità e velocitàMilano, 11 feb. (askanews) – Il disegno di legge in materia di ricostruzione post-calamità, l’esame del quale è cominciato l’11 dicembre 2024 in Senato dopo l’approvazione della Camera, è “il risultato di un proficuo e approfondito confronto tra tutte le forze parlamentari” e introduce un “modello unico” per evitare “disparità” tra territori e garantire “certezza, stabilità e velocità”. Lo ha detto il ministro per la protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, nella sua audizione in commissione ambiente del Senato nell’ambito dell’esame del provvedimento.


“L’auspicio – ha proseguito il ministro – è che l’esame in commissione possa procedere speditamente visto che a monte” c’è già stata una “ampia condivisione” tra le forze politiche, con dimostrazioni di “apertura” da parte della maggioranza e di “disponibilità” da parte dell’opposizione. “L’Italia ha un territorio particolarmente soggetto” a calamità naturali di natura diversa, ha osservato Musumeci, e oggi questo ddl “pone fine a una normativa disomogenea” dando vita a un “modello generale” di ricostruzione senza differenze territoriali come invece “è accaduto in passato perché mancava una normativa” unica. Con questo provvedimento, ha continuato Musumeci, la ricostruzione passerà dal dipartiento Protezione civile al dipartimento Casa Italia, sempre presso la Presudenza del Consiglio.


“L’auspicio – ha ribadito – è che si possa pervenire nel più breve tempo possibile all’approvazione” definitiva del ddl al fine di dotare il Paese di questo “strumento essenziale” per eventi calamitosi che “non si possono affrontare solo con la Protezione civile”. In questo modo l’Italia, ha aggiunto il ministro, sarebbe uno dei primi Paesi dell’Ue a essersi dotato di uno strumento di ricostruzione. “Com’era e dov’era non si può più ricostruire, la delocalizzazione oggi è una realtà, per quanto amara” ha concluso sottolineando che al ddl “abbiamo dedicato passione, amore, interesse e dedizione perché legato a una attualità drammatica che talvolta si tinge di rosso”.

Med Wind modello per la giusta transizione energetica

Med Wind modello per la giusta transizione energeticaRoma, 4 feb. (askanews) – Come utilizzare al meglio le potenzialità delle rinnovabili rispettando, allo stesso tempo, in maniera concreta ed eticamente sostenibile, gli ecosistemi terrestri, marini e le comunità locali interessate dai progetti? Med Wind, il più grande progetto di parco eolico offshore flottante nel Mediterraneo, che sorgerà a oltre 80 km dalla costa siciliana, a largo di Trapani, è già un modello nelle strategie di sviluppo di una giusta transizione energetica per l’Italia. Un obiettivo che deve essere perseguito con una visione sistemica, promuovendo una crescita compatibile con l’ambiente e favorendo la democrazia energetica sui territori.


Grazie alle preliminari indagini ambientali, condotte con il supporto della Marina Militare e con il coinvolgimento della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli, unitamente alle indagini geofisiche, geotecniche e archeologiche, è stato possibile individuare l’area idonea ad ospitare l’impianto galleggiante Med Wind progettato da Renexia. La mappa tridimensionale, elaborata dalle indagini batimetriche, ha reso possibile pianificare, con la massima cura, il posizionamento delle turbine e garantire così la salvaguardia dell’ambiente circostante. Inoltre, grazie all’innovativa tecnologia “floating”, l’installazione delle strutture eoliche non comportano trivellazioni del fondale marino ma impiegano un sistema di ormeggi. I dati dello Studio di Impatto Ambientale, realizzato dal RINA, sono stati presentati all’evento “Med Wind: sostenibilità ambientale, comunità locali e governance partecipativa”, promosso da Fondazione UniVerde, Stazione Zoologica “Anton Dohrn” e Renexia, che si è svolto oggi a Roma presso la Sala delle Colonne dell’Università Luiss Guido Carli e in diretta streaming su Radio Radicale, con l’event partnership di Seas Geosciences. Media partners: Askanews, Italpress, TeleAmbiente, Opera2030, Canale Energia, Next Gen.


Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde): “Le transizioni ecologica e digitale sono una priorità assoluta per affrontare la crisi climatica, superare i combustibili fossili e percorrere l’obiettivo dell’indipendenza energetica per l’Italia. Proprio la diffusione, attenta e sostenibile, dell’eolico offshore può conciliare l’esigenza di costruire impianti a mare, lontano dalle coste, cogliendo l’opportunità di creare in quelle zone aree protette che favoriscano il ripopolamento e il recupero degli habitat, la conservazione delle risorse biologiche marine, mirando al rispetto della biodiversità che li popolano, a partire dai cetacei e dall’avifauna che li sorvola lungo le rotte migratorie. È importante che la realizzazione di questo impianto eolico offshore galleggiante sia stato preceduto da un’accurata validazione scientifica, assicurata dai ricercatori dell’Anton Dohrn. Le scelte virtuose rappresentano il tassello fondamentale per percorrere la giusta transizione energetica, capace di soddisfare le necessità di resilienza e sostenibilità. Occorre dimostrare che le rinnovabili possono essere realizzate in modo da garantire sostenibilità ambientale e sociale oltre che economica”. Riccardo Toto (Direttore Generale di Renexia): “Siamo veramente orgogliosi di aver illustrato lo Studio di Impatto Ambientale del nostro progetto Med Wind. Per Renexia è stato un investimento complessivo di circa 42 milioni di euro, uno dei più rilevanti in assoluto in questo ambito. È fondamentale porre delle basi solide per concretizzare un parco da 3 GW come Med Wind che assicurerà il 3% del fabbisogno energetico nazionale, evitando milioni di tonnellate di emissioni climalteranti. Oltre che su ambiente e transizione energetica, le ricadute positive si inquadrano anche dal punto di vista industriale, siamo di fronte alla possibilità di dare il via a una filiera nazionale industriale specializzata nell’eolico, rivolta anche ai mercati internazionali. La fabbrica di turbine a cui stiamo lavorando va proprio in tale direzione: creare una grande industria eolica italiana e far crescere l’occupazione”.


Gilberto Pichetto Fratin (Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica): “L’eolico off-shore è uno dei grandi filoni di produzione, anche di elevate quantità di energia, per un Paese immerso nel Mediterraneo con aree a forte ventosità. La nostra programmazione di scenario al 2040 affida a questa tecnologia un ruolo fondamentale per rispondere alla crescente domanda di energia. Dobbiamo accompagnare il percorso di queste grandi tecnologie in evoluzione, che possono anche creare le condizioni per la piena tutela delle aree marine e della biodiversità del nostro Paese. Dobbiamo coniugare innovazione e sostenibilità, unendo la tutela della biodiversità con lo sviluppo delle rinnovabili”. Tatjana Hema (Coordinatrice UNEP / MAP, Piano d’azione per il Mediterraneo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) ha sottolineato: “La regione del Mediterraneo si sta avviando verso una nuova era di energie rinnovabili per combattere il cambiamento climatico. Le energie rinnovabili marine e eoliche offshore possono avere un grande potenziale nel contribuire a questo impegno. L’UNEP/MAP sta esplorando da vicino le opportunità future per garantire che i possibili impatti negativi sull’ambiente marino e costiero siano meglio conosciuti e che le misure siano adottate in modo tempestivo per minimizzarli. Il successo dipende da politiche forti, collaborazione regionale e pratiche sostenibili. Abbracciando l’innovazione e lavorando insieme, possiamo creare un futuro energetico più pulito e resiliente, che salvaguardi i nostri mari, stimoli la crescita economica e garantisca un futuro migliore per le generazioni a venire”.


Roberto Danovaro (Professore all’Università Politecnica delle Marche e Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione UniVerde) ha ricordato che “l’eolico offshore galleggiante rappresenta un’opportunità unica per il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza energetica per il nostro Paese. Questa tecnologia è in grado di coniugare la produzione di energia pulita a basso costo con la protezione dell’ambiente”. La relazione sulle indagini per l’elaborazione dello Studio di Impatto Ambientale, relativo all’installazione dei generatori eolici galleggianti dell’impianto Med Wind, è stata presentata da Silvio Greco (Vicepresidente della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli) che ha illustrato le evidenze scaturite dalla campagna di ricerca, durata circa 18 mesi, condotta nello Stretto di Sicilia. Il tratto di mare esplorato ha mostrato ai ricercatori ambienti unici per l’abbondanza e la ricchezza di coralli, spugne e pesci, difficilmente osservabile in altri tratti del Mediterraneo. Le particolari condizioni oceanografiche dell’area permettono la crescita rigogliosa di magnifiche foreste sottomarine. In particolare, le indagini batimetriche, eseguite con un sofisticato ecoscandaglio multifascio, hanno permesso di elaborare una dettagliata mappa tridimensionale del fondale, eseguendo le esplorazioni con un veicolo robotico subacqueo dotato di telecamere ad altissima definizione. Dalle ricerche è emerso un biota in larga parte mai osservato prima e alcune varietà di flora e fauna marine potrebbero rivelarsi nuove specie. Tuttavia, in alcuni tratti di mare sono molto evidenti i segni lasciati nel corso degli anni da attività di pesca illegale che hanno aperto profonde ferite sul fondale, distruggendo e spazzando via moltissimi coralli che avevano impiegato migliaia di anni per crescere. Oltre la campagna di ricerca, quella oceanografica, durata circa due mesi, e ulteriori 12 mesi di ricerche relative all’avifauna, ai cetacei e ai rettili marini. Sono state inoltre eseguite campagne di pesca sperimentale e studi mirati sul marine litter dell’area. Le indagini condotte hanno visto impegnati i ricercatori e i tecnici della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli insieme ai colleghi delle Università di Messina, Palermo, Genova e del CNR di Capo Granitola, con il coordinamento scientifico del prof. Greco Identificando il posizionamento ideale dei generatori galleggianti, le turbine di Med Wind potranno essere installate in mare aperto, evitando impatti paesaggistici, in siti marini che non minacciano gli habitat e le rotte migratorie, ad ampio sfruttamento delle risorse eoliche per massimizzare le prestazioni del parco offshore che assicurerà una produzione annua di energia pulita di circa 8-9 TWh, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 3,4 milioni di famiglie, contribuendo a ridurre le emissioni di CO2 di circa 2,7 milioni di tonnellate all’anno. Paolo Casciotti (Presidente di Seas Geosciences e General Manager di Marine Services Sealaska) ha spiegato: “Seas Geosciences condivide i valori e le priorità di Renexia ed è lieta di collaborare al progetto Med Wind che, peraltro, benefici alle comunità locali. Il team di esperti di geoscienze e ingegneria sottomarina di Seas è specializzato nel lavorare in modo efficiente e sicuro in acque profonde, per acquisire informazioni geotecniche. I nostri metodi di campionamento innovativi, con sistemi unici e gestiti da remoto, per studiare l’ambiente sottomarino, oltre alla capacità di lavorare in acque con profondità superiori a 900 metri, consentiranno a Renexia di definire e progettare i sistemi di ancoraggio più appropriati per le turbine e garantire la massima attenzione all’ecosistema circostante”. Inoltre, come parte di Woocheen, Seas trae ispirazione dall’eredità condivisa dei 26.000 azionisti nativi dell’Alaska di Sealaska, la cui gente ha vissuto in relazione con la terra e l’oceano per 10.000 anni: “Questa connessione, nel corso dei millenni, informa l’attenzione dell’azienda sulla salute degli oceani. Inoltre, i profitti di Seas sostengono direttamente le comunità native dell’Alaska con borse di studio, opportunità economiche, rivitalizzazione della cultura e della lingua indigena e molto altro”. Lo Studio di Impatto Ambientale (SIA), depositato presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è stato presentato da Andrea Giovanetti (Health, Safety and Environment Project Management RINA). L’evento è stato aperto dal saluto di benvenuto di Gianfranco Pellegrino (Professore di Filosofia Politica presso l’Università Luiss Guido Carli) che ha dichiarato: “La sostenibilità è un ecosistema che necessita di un equilibrio tra diversi fattori e dimensioni. Gli studi di impatto ambientale, come quello presentato oggi, sono importanti per preservare tale bilanciamento. Nell’ospitare questo evento, la Luiss conferma, ancora una volta, il proprio impegno concreto per la sostenibilità, ponendo l’attenzione sulla necessità di sviluppare nuovi modelli per affrontare le sfide della transizione energetica ed ecologica”. Alla tavola rotonda, moderata da Donatella Bianchi (Giornalista e conduttrice televisiva), sono inoltre intervenuti: Roberto Bardari (Commissario Referente del Gruppo Istruttori eolici offshore presso la Commissione tecnica PNRR-PNIEC, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) ha descritto “lo stato dell’arte sulle istanze in Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) e in scoping di impianti eolici offshore in trattazione ed esitatati dalla Commissione Tecnica PNRR-PNIEC del MASE”. Gaetano Armao (Presidente della Commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali della Regione Siciliana) ha ribadito l’importanza di “puntare sull’eolico marino galleggiante quale opportunità per alleggerire la pressione sulla terraferma, risparmiare sulle bollette energetiche a beneficio dei cittadini e per consentire alla Sicilia di diventare sempre più l’hub energetico rinnovabile del Mediterraneo”. Giuseppe Onufrio (Direttore di Greenpeace Italia): “L’eolico galleggiante rappresenta una delle pochissime nuove tecnologie che possono dare un contributo rilevante per contrastare la crisi del clima globale. È una importante opportunità di sviluppo industriale che, con opportuna pianificazione, può essere associata alla riduzione degli impatti sull’ecosistema marino. Il progetto in discussione dà la possibilità di far partire con il piede giusto questa tecnologia così promettente”. Nella realizzazione del pionieristico progetto, che prevede un investimento complessivo di circa 9,3 miliardi di euro con la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro, molti dei quali ad alta specializzazione, nell’arco di vita dell’impianto, Renexia ha adottato fin da subito un modello basato sull’inclusione e il dialogo con le comunità locali. Fin dalle prime fasi, è stato sviluppato con un approccio partecipativo, coinvolgendo istituzioni, associazioni e stakeholder locali per garantire la massima trasparenza e compatibilità con il territorio. Tra le principali iniziative promosse, l’importante collaborazione con il settore della pesca: il player ha infatti attivato un tavolo tecnico con pescatori e associazioni di categoria per mitigare l’impatto delle attività offshore e sviluppare programmi a lungo termine di supporto al comparto. Attraverso protocolli d’intesa con autorità locali e organizzazioni sindacali, Med Wind promuove altresì la crescita economica e la creazione di filiere produttive regionali, garantendo opportunità lavorative qualificate, non solo nella fase realizzativa ma anche per le attività di manutenzione nei 25 anni previsti dalla concessione.

Parco eolico “Med Wind” tra sostenibilità e territori: evento a Roma

Parco eolico “Med Wind” tra sostenibilità e territori: evento a RomaRoma, 29 gen. (askanews) – L’ascolto dei territori, la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, la tutela dei delicati habitat e della biodiversità che li popola, sono elementi imprescindibili per una giusta transizione energetica che rispetti le comunità locali e gli ecosistemi terrestri e marini, creando nuova occupazione green. È il valore aggiunto di Med Wind, il più grande progetto di parco eolico offshore flottante nel Mediterraneo, promosso da Renexia, che sorgerà a oltre 80 km dalla costa siciliana, a largo di Trapani. Un investimento complessivo di circa 9,3 miliardi di euro che prevede la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro, molti dei quali ad alta specializzazione, nell’arco di vita dell’impianto, rafforzando la filiera nazionale delle energie rinnovabili.


Il progetto, sviluppato con il supporto delle associazioni ambientaliste, si distingue per la sua attenzione alla sostenibilità: concilia l’esigenza di costruire impianti a mare, lontano dalla costa, quindi senza impatto visivo, nel rispetto delle rotte dei migratori e dei mammiferi marini. Inoltre, grazie all’innovativa tecnologia “floating”, le strutture saranno galleggianti e non infisse nei fondali marini. Le preliminari indagini ambientali, condotte con il supporto della Marina Militare e con il coinvolgimento della Stazione Zoologica Anton Dohrn, unitamente alle indagini geofisiche, geotecniche e archeologiche, hanno permesso di identificare aree di interesse conservativo, escluse dalla realizzazione di infrastrutture. Lo Studio di Impatto Ambientale di Med Wind, che assicurerà una produzione annua di energia pulita di circa 8-9 TWh, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 3,4 milioni di famiglie, sarà presentato all’evento “Med Wind: sostenibilità ambientale, comunità locali e governance partecipativa”, promosso da Fondazione UniVerde, Stazione Zoologica Anton Dohrn e Renexia, che si terrà a Roma, martedì 4 febbraio 2025, ore 9:00, alla Sala delle Colonne dell’Università Luiss Guido Carli (Viale Pola, 12) e in diretta streaming su Radio Radicale. Event partner: Seas Geosciences. Media partners: Askanews, Italpress, TeleAmbiente, Opera2030, Canale Energia, Next Gen.


PROGRAMMA – L’evento sarà aperto dal saluto di benvenuto di Gianfranco Pellegrino (Professore di Filosofia Politica, Università Luiss Guido Carli) cui farà seguito il saluto di indirizzo di Tatjana Hema (Coordinatrice UNEP / MAP, Piano d’azione per il Mediterraneo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente). Ad introdurre i lavori sarà Roberto Danovaro (Professore all’Università Politecnica delle Marche e Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione UniVerde). La presentazione dello Studio di Impatto Ambientale di Med Wind sarà a cura di Silvio Greco (Vicepresidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli). Seguirà il keynote speech di Gilberto Pichetto Fratin (Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica). Si proseguirà con la tavola rotonda cui interverranno Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde), Riccardo Toto (Direttore Generale Renexia); Roberto Bardari (Commissario Referente del Gruppo Istruttori eolici offshore presso la Commissione tecnica PNRR-PNIEC, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica); Paolo Casciotti (Presidente di Seas Geosciences e General Manager di Marine Services Sealaska); Gaetano Armao (Presidente della Commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali della Regione Siciliana); Giuseppe Onufrio (Direttore di Greenpeace Italia). Modera: Donatella Bianchi (Giornalista e conduttrice televisiva).


Il progetto del parco eolico offshore prevede fino a 190 turbine flottanti, che non comportano trivellazioni del fondale marino ma impiegano un sistema di ormeggi, per una potenza complessiva di 2,8 GW. A differenza delle strutture installate su fondamenta fisse, il beneficio delle turbine galleggianti, oltre che ambientale, risiede anche nella capacità di sfruttare risorse eoliche in aree marine più lontane dalla costa, massimizzando le prestazioni del parco e, al contempo, evitando impatti paesaggistici. La fornitura energetica rinnovabile di Med Wind contribuirà a ridurre le emissioni di CO2 di circa 2,7 milioni di tonnellate all’anno. Nella realizzazione del pionieristico progetto, che solo in Sicilia prevede un investimento pari a oltre 3 miliardi di euro e 7 miliardi di euro di ricadute economiche a livello nazionale, Renexia ha adottato un modello basato sull’inclusione e il dialogo con le comunità locali. Fin dalle prime fasi, è stato sviluppato con un approccio partecipativo, coinvolgendo istituzioni, associazioni e stakeholder locali per garantire la massima trasparenza e compatibilità con il territorio. Tra le principali iniziative promosse, l’importante collaborazione con il settore della pesca: il player ha infatti attivato un tavolo tecnico con pescatori e associazioni di categoria per mitigare l’impatto delle attività offshore e sviluppare programmi a lungo termine di supporto al comparto. Attraverso protocolli d’intesa con autorità locali e organizzazioni sindacali, Med Wind promuove altresì la crescita economica e la creazione di filiere produttive regionali, garantendo opportunità lavorative qualificate, non solo nella fase realizzativa ma anche per le attività di manutenzione nei 25 anni previsti dalla concessione.

Aperte iscrizioni a concorso di fotografia “Obiettivo Terra”

Aperte iscrizioni a concorso di fotografia “Obiettivo Terra”Milano, 23 gen. (askanews) – Sono aperte le iscrizioni a “Obiettivo Terra” 2025, la nuova edizione del concorso di fotografia geografico-ambientale promosso da Fondazione UniVerde e Società Geografica Italiana, dedicato alla difesa, alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio ambientale italiano e, con esso, dei paesaggi, degli ecosistemi, dei borghi, delle peculiarità e delle tradizioni enogastronomiche, agricole, artigianali, storico-culturali e sociali custoditi dai Parchi nazionali, regionali, interregionali, dalle Aree marine protette, dalle Riserve statali e regionali. Un omaggio all’Italia, Paese leader in Europa per la biodiversità di flora e fauna e a Madre Terra, sempre più martoriata da inquinamenti e cementificazioni.


Obiettivo del contest è quello di promuovere la diffusione di un modello di turismo consapevole ed ecosostenibile e la trasmissione dei principi dell’economia circolare. La cerimonia di premiazione della 16ª edizione del concorso si terrà a Roma, il 22 aprile 2025,in occasione della 56ª Giornata internazionale della Madre Terra. Obiettivo Terra 2025 è promosso con la main partnership di Haiki+, azienda quotata all’Euronext Growth Milan tra i leader nel settore dell’economia circolare in Italia, l’event partner Comset, del gruppo Sphere S.p.A., da 40 anni una delle maggiori realtà nel mercato degli avvolgenti alimentari e dei prodotti per uso domestico, e con la digital partnership di Bluarancio. Il concorso è aperto a tutti i cittadini, italiani e stranieri, residenti o domiciliati in Italia che abbiano compiuto i 18 anni di età entro il 16 marzo 2025 (data di chiusura del concorso). Fino al 16 marzo 2025, i partecipanti al concorso possono inviare un’immagine scattata in un Parco nazionale, regionale, interregionale, in un’Area marina protetta o in una Riserva, statale o regionale. La partecipazione è totalmente gratuita, basterà registrarsi sul portale www.obiettivoterra.eue caricare una fotografia a colori, secondo le caratteristiche tecniche previste dal Regolamento del concorso. È ammessa la candidatura di una sola foto per partecipante.


Allo scatto vincente di “Obiettivo Terra” 2025 andrà il primo premio di 1.000 euro, l’onore di essere esposto al pubblico in gigantografia in una delle piazze di Roma, la copertina del volume “Obiettivo Terra 2025: l’Italia amata dagli italiani” e una targa. Oltre al primo premio saranno conferite, tra le foto ammesse, 11 tra Menzioni e Menzioni speciali, la cui decretazione è affidata direttamente ai partners di ogni categoria. Per l’edizione 2025 sono istituite le seguenti Menzioni: Alberi e foreste (in collaborazione con il Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri); Animali (in collaborazione con Federparchi); Area costiera (in collaborazione con il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera); Fiumi e laghi (in collaborazione con la Federazione Italiana Canoa e Kayak); Paesaggio agricolo (in collaborazione con la Fondazione Campagna Amica); Patrimonio geologico e geodiversità (in collaborazione con la Società Italiana di Geologia Ambientale- SIGEA); Turismo sostenibile (in collaborazione con il Touring Club Italiano); e le seguenti Menzioni speciali: Borghi (Premio alla più bella foto di un borgo situato all’interno di un’Area Protetta italiana, in collaborazione con “I Borghi più belli d’Italia”); Obiettivo mare (Premio alla migliore foto subacquea scattata in un’area marina protetta italiana, in collaborazione con Marevivo); Parchi dall’alto (Premio alla più bella foto di un’Area Protetta italiana scattata da un punto panoramico, dal cielo o anche con droni autorizzati, in collaborazione con Haiki+); Stories (Premio alla più bella foto verticale di un’Area Protetta italiana, in collaborazione con InflueXpert). Sarà inoltre attribuito il Premio “Parco Inclusivo” 2025, in collaborazione con Fiaba e Federparchi, all’Area Protetta italiana che si è maggiormente distinta attraverso iniziative concrete a favore dell’accessibilità e fruibilità per le persone con disabilità e a ridotta mobilità. Con oltre 17.000 scatti candidati in questi anni, “Obiettivo Terra” costituisce anche il più grande archivio fotografico nazionale sulle Aree Protette d’Italia e ogni anno coinvolge centinaia di giovani da tutta Italia. Il concorso, che non ha fini di lucro, ha ricevuto negli anni prestigiosi riconoscimenti istituzionali quali: Medaglie e Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei Ministeri degli affari esteri, dell’agricoltura, dell’ambiente, del turismo, della cultura, dello sport e i giovani, di tutti i Parchi Nazionali italiani e di numerose altre Istituzioni. Selezioni tematiche di foto dal concorso sono state oggetto di mostre nazionali ed internazionali: tra le più prestigiose, quelle presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite in New York (2015, 2016 e 2017) e presso la FAO a Roma (2020).

Torna corso per cura e valorizzazione parchi e giardini storici

Torna corso per cura e valorizzazione parchi e giardini storiciMilano, 20 gen. (askanews) – Torna Oltre il Giardino. Maturare competenze, corso di formazione continua e aggiornamento professionale per la cura e la valorizzazione di parchi e giardini storici, finanziato dall’ Unione europea – NextGenerationEU nell’ambito del Pnrr Cultura 4.0, Misura M1C3 Investimento 2.3 “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici”. Dopo il successo di partecipazione dello scorso anno, con un nuovo bando pubblico il Ministero della Cultura e la Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali lanciano la seconda edizione del corso, destinato a 100 professionisti che lavorano con diversi ruoli e livelli di responsabilità nell’ambito della cura e gestione di parchi e giardini storici nel settore pubblico o privato, profit e non profit. E rinnovano così l’impegno a valorizzare e tutelare il patrimonio culturale e naturale del nostro Paese, investendo nella formazione dei professionisti che operano nel settore.


Il bando sarà aperto fino al 14 febbraio 2025. Da aprile a luglio 2025, il programma del corso prevede 70 ore di formazione tra sessioni online e incontri in presenza all’Orto Botanico di Palermo e al Parco Paternò del Toscano di Sant’Agata li Battiati (Catania), entrambi partner di questa edizione. Due importanti parchi storici italiani, dove le conoscenze acquisite durante le attività online si sostanzieranno anche attraverso pratiche laboratoriali. Il corso sarà inaugurato mercoledì 9 aprile 2025 a Roma con una conferenza pubblica. Ospite d’eccezione nella prestigiosa sede di Villa Farnesina, Hérvé Brunon, storico del giardino e del paesaggio e direttore di ricerca al CNRS (Centro André-Chastel, Parigi) terrà una lectio magistralis su Il giardino come dialogo tra arte e natura .


Il corso si inserisce nell’offerta del programma gratuito di formazione continua e aggiornamento professionale Oltre il Giardino, iniziativa del Ministero della Cultura promossa dal Servizio VIII dell’ ex Segretariato generale nell’ambito del Dipartimento per l’amministrazione generale in collaborazione con il Servizio I della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali nell’ambito del Dipartimento per le attività culturali, curata e realizzata dalla Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali. Il programma ha il supporto di APGI Associazione Parchi e Giardini d’Italia ed è finanziato dall’ Unione europea – NextGenerationEU nell’ambito del PNRR Cultura 4.0. L’offerta formativa di Oltre il giardino comprende anche il corso Seminari conoscenze, che per l’occasione torna fruibile on-line sulla piattaforma di formazione a distanza della Scuola ( www.fad.fondazionescuolapatrimonio.it ). Ideato per avvicinare e sensibilizzare il pubblico ai temi del giardino storico, per diffondere conoscenze teoriche di base e introdurre ai contenuti e agli strumenti di valorizzazione e comunicazione del patrimonio culturale, il corso Oltre il giardino. Il seminario di conoscenze è aperto ad una più ampia platea di destinatari. La fruizione è libera e gratuita e sarà disponibile fino al 9 giugno 2025.


Anche per questa seconda edizione, i partecipanti alla formazione di Oltre il giardino – sia del corso Maturare competenze , sia del corso Seminari conoscenze – otterranno un Open badge , lo standard di certificazione digitale delle conoscenze e delle competenze acquisite utilizzato a livello europeo e spendibile in tutte le sedi europee e nazionali.

Tap Air Portugal ottiene certificazione ambientale IATA

Tap Air Portugal ottiene certificazione ambientale IATARoma, 7 gen. (askanews) – TAP Air Portugal e Portugália Airlines celebrano un traguardo storico nel loro percorso verso la sostenibilità ambientale, ottenendo la certificazione IATA Environmental Assessment (IEnvA). Si tratta della prima certificazione ambientale di questo tipo per entrambe le compagnie aeree, a conferma del loro impegno nell’adottare pratiche sostenibili e responsabili nel settore dell’aviazione.


La certificazione IEnvA, basata sullo standard ISO 14001, riflette l’implementazione di un solido sistema di gestione ambientale, progettato per garantire l’efficace applicazione di buone pratiche volte a minimizzare gli impatti ambientali. Questo processo ha incluso la definizione e l’adozione di una Politica Ambientale completa per entrambe le compagnie. In questa prima fase, la certificazione IEnvA ha interessato le attività con impatti ambientali significativi associate alle operazioni globali di volo e agli edifici aziendali situati in Portogallo. “Questa certificazione rappresenta un passo importante nel nostro continuo percorso di sostenibilità. Siamo impegnati a dare l’esempio, riducendo l’impatto ambientale delle nostre operazioni e promuovendo un’aviazione più responsabile”, ha dichiarato Luís Rodrigues, CEO di TAP Air Portugal. “È il riconoscimento del lavoro congiunto dei nostri team e del costante impegno di TAP per il futuro del pianeta”.


La certificazione IEnvA è solo una delle numerose iniziative intraprese da TAP per consolidare il proprio impegno verso la sostenibilità. Nel corso del 2024 la compagnia ha portato avanti il programma di rinnovo e modernizzazione della flotta, sostituendo aeromobili più vecchi con modelli più moderni, efficienti in termini di consumi di carburante e di emissioni di carbonio. TAP ha inoltre sostituito progressivamente la propria flotta di veicoli operativi e aziendali con modelli elettrici o ibridi, investendo nell’installazione di stazioni di ricarica elettrica nel Campus TAP, disponibili anche per i dipendenti. Un’altra importante iniziativa è il progetto Cabina Sostenibile: in collaborazione con Cateringpor TAP ha avviato un progetto per il riciclo dei rifiuti generati a bordo dei voli in arrivo a Lisbona. Questo progetto si basa sulla partecipazione attiva degli assistenti di volo, che svolgono un ruolo cruciale per il successo dell’iniziativa. TAP ha inoltre introdotto utensili riutilizzabili e riciclabili nella classe economica dei voli a lungo raggio. A partire da quest’anno TAP utilizzerà un livello di carburante SAF (Sustainable Aviation Fuel) in linea con le pratiche definite dall’Unione Europea per il rifornimento negli aeroporti di Unione Europea, Regno Unito e Svizzera. Il livello previsto per quest’anno è del 2% e questo carburante alternativo, sebbene più costoso, costituisce un passo importante verso un’aviazione dal minore impatto ambientale. Per compensare parzialmente i costi aggiuntivi TAP introdurrà una sovrattassa SAF da applicarsi in partenza dagli aeroporti europei (ad eccezione dei voli nazionali). Questa sovrattassa varia da due euro in classe Economy sui voli europei a 24 euro in classe Business per i voli intercontinentali.

Rifiuti urbani, Ispra: nel 2023 raccolta differenziata al 66,6%

Rifiuti urbani, Ispra: nel 2023 raccolta differenziata al 66,6%Milano, 19 dic. (askanews) – Nello scenario economico dello scorso anno, con il Prodotto Interno Lordo in aumento dello 0,7%, la produzione nazionale di rifiuti urbani, dopo il calo del precedente biennio, si attesta a quasi 29,3 milioni di tonnellate con un incremento dello 0,7%. Nei 14 comuni con popolazione residente al di sopra dei 200 mila abitanti, tra 2022 e 2023 si registra una sostanziale stabilità della produzione. E’ quanto emerge dall’ultima edizione del Rapporto Rifiuti Urbani dell’Ispra, presentato oggi alla presenza del Vice Ministro per l’Ambiente e per la Sicurezza Energetica Vannia Gava.


Sul fronte della raccolta differenziata, si registra un valore complessivo nazionale del 66,6%, con percentuali del 73,4% al Nord, del 62,3% al Centro e del 58,9% al Sud. E’ la città di Bologna a far registrare una crescita della percentuale di raccolta differenziata di quasi 10 punti, passando dal 63,2% del 2022 al 72,9% del 2023, ed è la prima città con popolazione superiore ai 200.000 abitanti a superare l’obiettivo del 65% di raccolta attestandosi non solo oltre la percentuale media nazionale, ma ben al di sopra del 70%. Nel complesso, quasi il 71% dei comuni italiani ha conseguito una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%. Nell’ultimo anno, l’88,3% dei comuni intercetta oltre la metà dei propri rifiuti urbani in modo differenziato. Superano il 55% o si avvicinano a tale percentuale Torino, Firenze, Messina e Verona i cui tassi si attestano, rispettivamente, al 57,1%, 55,6%, 55,4% e 53,4%. Segue Roma, in leggera crescita rispetto al 2022, si colloca al 46,6%, Genova si attesta al 46,1% (+3% rispetto al 2022) mentre Bari e Napoli superano il 40%, rispettivamente con il 43,2% e il 41,9%. Per quanto riguarda le città della Sicilia, Catania passa dal 22% al 34,7%, facendo rilevare una crescita di quasi 13 punti percentuali(+26,5% in termini di aumento dei quantitativi intercettati) e Palermo si attesta al 16,9% con un leggero incremento rispetto al 15,2% del 2022. A dimostrazione che le regioni del Mezzogiorno sono quelle che hanno mostrato negli ultimi anni la crescita maggiore della raccolta differenziata, analizzando gli andamenti delle percentuali di raccolta nel periodo 2019-2023, lo scostamento tra Nord e Sud si è ridotto di 4,5 punti e tra Centro e Sud di 3,8.


Le percentuali più alte si registrano in Veneto (77,7%) e in Emilia-Romagna (77,1%). Seguono Sardegna (76,3%), Trentino-Alto Adige (75,3%), Lombardia (73,9%) e Friuli-Venezia Giulia (72,5%). Il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna, che nell’ultimo anno supera la Sardegna e il Trentino Alto Adige avvicinandosi alla percentuale del Veneto, sono quelle che fanno registrare la maggiore progressione della percentuale di raccolta, con incrementi rispettivamente pari a 5 e 3,1 punti rispetto ai valori del 2022. Superano l’obiettivo del 65% anche Marche (72,1%), Valle d’Aosta (69,4%), Umbria (68,3%), Piemonte (67,9%), e Toscana (66,6%); prossime all’obiettivo la Basilicata (64,9%) e l’Abruzzo (64,6%). A livello provinciale tutte le province/città metropolitane raggiungono percentuali di raccolta differenziata superiore al 30%. I livelli più elevati di raccolta differenziata si confermano per Treviso che nel 2023 raggiunge l’89,1%, seguita da Mantova (87%), Belluno (85,8%) e Pordenone (85,4%). Superiori o prossimi all’80% sono anche i tassi delle province di Reggio Emilia (83,3%), Forlì-Cesena (81,7%), Oristano (81,3%), Trento (81,2%), Bergamo (80,5%), Novara (80,4%), Monza e della Brianza (79,9%) e Parma (79,7%).

Energia, prototipo Enea per accumulo solare tramite zolfo green

Energia, prototipo Enea per accumulo solare tramite zolfo greenMilano, 10 dic. (askanews) – L’Enea ha realizzato un prototipo sperimentale con l’obiettivo di accumulare energia solare utilizzando lo zolfo. L’attività fa parte del progetto Sulphurreal, finanziato con quasi 4 milioni di euro dall’Unione europea, svolta dall’agenzia nei laboratori del Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili del Centro Ricerche Casaccia (Roma). L’idea di base del progetto è di utilizzare l’energia prodotta dal solare a concentrazione per attivare ciclicamente una serie di reazioni chimiche basate su acido solforico e zolfo e/o materie prime a base di zolfo, che possono provenire anche da processi industriali su larga scala.


“Il progetto nasce dall’esigenza di accumulare energia, termica o elettrica, attraverso i cosiddetti solar fuel, di cui un esempio è l’idrogeno. L’idrogeno offre molti vantaggi se utilizzato come vettore per la decarbonizzazione, ma presenta qualche criticità per il suo trasporto e stoccaggio”, ha commentato Salvatore Sau, ricercatore del Laboratorio energia e accumulo termico. “Lo zolfo, invece, è solido e non presenta difficoltà di trasporto e conservazione. Tuttavia, la sua combustione produce un gas tossico e inquinante, il biossido di zolfo”, ha aggiunto. Nel prototipo realizzato, l’acido solforico viene fatto evaporare per poi decomporlo in sequenza in anidride solforosa e ossigeno, grazie al calore di una fonte di irradiazione solare a concentrazione. L’anidride solforosa ricavata, che non è emessa nell’atmosfera, reagisce quindi con l’acqua per produrre acido solforico e zolfo elementare. Lo zolfo, a sua volta, immagazzina una parte significativa dell’energia solare utilizzata per decomporre l’acido solforico. Lo zolfo così ottenuto potrà essere bruciato successivamente per rilasciare l’energia solare immagazzinata.


“Il progetto Sulphurreal prevede la realizzazione di un bruciatore per contenere l’acido solforico e decomporlo in zolfo e ossigeno. Enea sta studiando proprio questo elemento. La soluzione che presenta i vantaggi maggiori – prosegue – sembra sia l’uso di un elettrolizzatore all’interno del quale, con un voltaggio inferiore a 1 volt per produrre zolfo al catodo e una soluzione di acido solforico all’anodo, lo zolfo può essere separato per filtrazione”, ha concluso Sau. A questo primo prototipo sperimentale seguirà la realizzazione di un impianto su scala di laboratorio, che permetterà di rendere l’intero processo sviluppato nell’ambito del progetto Sulphurreal un metodo per accumulo di energia termica da fonti rinnovabili discontinue.

Legambiente: con dissuasori acustici -50% Interazioni delfini-pesca

Legambiente: con dissuasori acustici -50% Interazioni delfini-pescaRoma, 9 dic. (askanews) – Ridurre le interazioni tra delfini e pescatori con l’obiettivo di giungere a una convivenza possibile. Da troppo tempo questi splendidi mammiferi marini e la pesca professionale sono entrati in competizione nelle stesse aree e per lo stesso motivo: il pescato. E con conseguenze gravi in termini di conservazione della biodiversità ed economiche per il settore della pesca professionale. Le indagini parlano chiaro: una media di circa 200 cetacei spiaggiati ogni anno. Di questi, molti mostrano segni di interazione con le attività di pesca (ingestione di pezzi di rete o bycatch), come testimoniano i risultati delle decine di necroscopie condotte dall’Università di Padova. Ma queste interazioni fra pesca e delfini determinano anche perdite economiche, stimate dal progetto dai mille ai diecimila euro ogni anno per ciascuna imbarcazione, in alcune aree. La pesca con le reti dette volanti (usate in Adriatico per la cattura di acciuga e sardina) è risultata essere la pratica più rischiosa per i delfini, in termini di possibile bycatch, insieme alle reti da posta (soprattutto nel periodo primavera-estate) usate in tante aree in Italia. È per questo che il team del progetto europeo Life Delfi – cofinanziato dal Programma LIFE dell’UE, coordinato da CNR-IRBIM insieme ai partner tra cui Legambiente- ha lavorato negli ultimi 5 anni mettendo in campo ricerca scientifica, monitoraggio, formazione e sensibilizzazione di diversi stakeholders, attività di citizen science, fornendo un grande contributo alla comunità scientifica internazionale e ai policy makers italiani ed europei.


Dissuasori acustici e Intelligenza artificiale. Il progetto ha avuto come protagonisti i pescatori delle coste del mar Tirreno, Adriatico, compresa la sponda croata, Sardegna e Sicilia: più di 500 i pescatori coinvolti nelle diverse attività, oltre mille giorni di uscite in mare a bordo di 200 imbarcazioni per testare 180 dissuasori acustici interattivi detti pinger. Il risultato è stato incoraggiante: il fenomeno delle interazioni si è dimezzato (- 50%) con l’uso dei dispositivi durante la pesca con reti da posta, il tutto senza impattare negativamente i tassi di cattura del pescato. Ma il progetto, con una ricerca innovativa, è riuscito a sviluppare, primo nel mondo, smart pinger basati sull’intelligenza artificiale, per ovviare al potenziale rischio di assuefazione dei delfini al suono emesso dai dispositivi tradizionali (con conseguente ridotta efficacia) e per ridurre l’inquinamento acustico in mare. Nel corso di Life Delfi il CNR-IRBIM di Ancona, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, ha predisposto nuovi e più efficaci dispositivi in grado di percepire la presenza di delfini in ambiente marino attraverso l’analisi delle loro emissioni acustiche, analizzate per mezzo di intelligenza artificiale. I nuovi pinger sono quindi capaci di attivarsi solo in caso di reale presenza dei delfini, riducendo così minimo l’impatto acustico per l’ambiente marino. I primi prototipi sono già stati testati e a breve si procederà alla fase di diffusione ai pescatori. Deterrenti visivi (- 42% di interazioni con le reti da posta) e nasse alternative (interazioni azzerate durante il loro utilizzo). Le soluzioni proposte da Life Delfi non si sono fermate alla distribuzione di dissuasori acustici. Sono stati consegnati ai pescatori anche 400 deterrenti visivi, come le lampade a LED UV e altri tipi di luci, utilizzate per rendere le reti da pesca più visibili ai delfini, riducendo così la probabilità di interazione. Il progetto ha infatti dimostrato che le relazioni fra delfini e reti da traino non si limitano al tentativo di alimentazione su pesci già catturati (depredazione) ma hanno anche una componente ludica (i delfini sembrano letteralmente giocare con le reti). Inoltre, nel mar Adriatico e in Sicilia le lampade sono risultate efficaci anche per migliorare il pescato di gamberi bianchi e mazzancolle. Nel corso delle attività sono state testate e proposte ai pescatori attrezzature alternative, più selettive e a basso impatto ambientale, come nuovi tipi di nasse (900 attualmente in dotazione in varie parti d’Italia), grazie alle quali il tasso di interazione è stato azzerato oltre che impedire la depredazione del pescato.


Cetacei spiaggiati: rescue team e nuovo protocollo diagnostico. Life Delfi, grazie al supporto del partner Università di Padova, ha ottenuto due importanti risultati: dal punto di vista operativo, una rete di rescue team, 8 squadre di salvataggio da 90 operatori – tra cui anche personale della Guardia Costiera – in grado di intervenire in caso di cetacei spiaggiati o in difficoltà in mare; dal punto di vista scientifico, un nuovo protocollo diagnostico per definire le interazioni con la pesca, uno strumento creato in collaborazione con gli istituti zooprofilattici italiani e croati e il C.re.di.ma. adottato a livello nazionale e internazionale. Inoltre, l’attività di foto-identificazione, svolta da tutti i partner nelle aree pilota, ha permesso di catalogare e studiare le abitudini di comportamento di oltre 1300 cetacei. Dolphin watching. Nel percorso di engagement e sensibilizzazione i pescatori sono stati coinvolti – nell’ambito delle azioni coordinate dall’Università degli studi di Siena insieme alle Aree Marine Protette e associazioni ambientaliste partner del progetto – in 18 Corsi di formazione per diffondere la pratica eco-friendly del dolphin watching, ovvero l’osservazione dei delfini in mare, che nelle aree a maggior affluenza turistica può diventare una fonte di reddito reale. Il dolphin watching sostenibile è stata illustrato e adottato da 74 pescatori mentre, in totale, sono stati 500 i partecipanti ai corsi a cui hanno preso parte anche altri operatori marittimi. Il Codice di condotta firmato e adottato da 160 pescatori. Il documento, propedeutico all’avvio della realizzazione di un marchio “Dolphin Safe” per il pescato, delinea le migliori pratiche per la conservazione della biodiversità dei mari e il mantenimento della redditività a lungo termine delle imprese del settore pesca. Il Codice elenca le misure alternative che possono essere messe in campo, come le nasse o il dolphin watchig, e i modelli di gestione sostenibile sperimentati dal progetto, ad esempio le procedure in caso di catture accidentali per minimizzare il danno agli animali e rilasciarli in modo sicuro.


Linee guida sulle misure di compensazione nell’ambito del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, per la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA). Il documento, presentato al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) si propone di suggerire all’Autorità di Gestione una serie di interventi, basati sulle migliori conoscenze scientifiche acquisite durante il progetto, che favoriscano la riduzione delle interazioni, come le misure di mitigazione e diversificazione. Le Linee Guida potranno – anche dopo la fine del progetto -supportare l’attività delle autorità regionali e nazionali nel promuovere e sostenere la protezione di alcune specie sensibili, e fornire gli elementi per identificare nuove aree protette, in linea anche con quanto richiesto dalla Strategia Europea per la biodiversità. Sensibilizzazione: App Marine Ranger e il documentario. L’attività di citizen science ha coinvolto centinaia di studenti e studentesse e turisti nelle diverse aree pilota del progetto che sono stati impegnati in 14 bioblitz con l’uso dell’APP Marine Ranger (sviluppata dall’istituto croato Blue World Institute): più di mille avvistamenti sono stati segnalati all’applicazione contribuendo al monitoraggio e alla ricerca scientifica. Oltre 250 eventi sono stati dedicati alla sensibilizzazione del grande pubblico, mentre 70 sono stati i meeting tra nazionali e internazionali dedicati alla comunità scientifica. Più di 100 i laboratori di educazione ambientale organizzati da Legambiente nelle scuole italiane con il percorso “Dolphin as a friend” e a bordo della Goletta Verde (che nel 2022 è stata ribattezzata la “Goletta dei delfini”), mentre, il documentario “Life DELFI, un conflitto da risolvere”, realizzato dal regista Roberto Lo Monaco e raccontato dal divulgatore scientifico Barbascura X, è stato presentato e proiettato in molti contesti internazionali (FAO-Fish Forum) vincendo diversi concorsi cinematografici. Nel 2024 è stato proiettato anche durante “AntropoCine”, un festival sulla sostenibilità con il patrocinio della Festa del Cinema di Roma.


“Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti dalle azioni del progetto Life Delfi, nonostante le difficoltà incontrate durante questi 5 anni di lavoro, non ultimi il covid e il caro gasolio generato degli eventi bellici, che ovviamente hanno generato altre emergenze per i pescatori. Nonostante queste difficoltà siamo riusciti a portare soluzioni concrete al mondo della pesca professionale per ridurre il fenomeno delle interazioni con i delfini. Chiudiamo il progetto con una grande notizia: con Life Delfi e la collaborazione dell’Universita Politecnica delle Marche diffonderemo gli smart pinger, i dissuasori acustici basati sull’intelligenza artificiale, cercando di abbassare sempre più la frequenza di interazione tra delfini e reti da pesca. Si tratta di una soluzione nuovissima e pionieristica tanto che siamo già stati contattati da diverse realtà da tutto il mondo. Un grande ringraziamento va ai partner e a quanti hanno preso parte alle attività di Life Delfi dando il loro fondamentale contributo”, dichiara Alessandro Lucchetti di CNR-IRBIM coordinatore di Life Delfi. “Life Delfi è stato un progetto molto importante, non solo perchè è stato di mettere in campo attività innovative anche da punto di vista tecnologico, ma perchè ha contribuito a raggiungere obiettivi di conservazione concreti per le specie sensibili, collaborando con mondo della pesca nella promozione di pratiche sostenibili; ha aumentato la consapevolezza degli operatori economici, delle istituzioni e dei cittadini; ed ha proposto misure alle amministrazioni regionali e nazionali per una transizione blu e per il raggiungimento delle politiche europee, come quello di avere il 30% di territorio protetto a terra e a mare entro il 2030 e favorire il conseguimento e mantenimento del buono stato ambientale dell’ecosistema marino secondo quanto previsto dalla Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino 2008/56/CE”, dichiara Federica Barbera dell’ufficio biodiversità di Legambiente.

Acqua, Mascolo (MM): “Servono misure per consumatori e gestori”

Acqua, Mascolo (MM): “Servono misure per consumatori e gestori”Roma, 9 dic. (askanews) – “L’acqua è una risorsa fondamentale per la vita e deve essere gestita in modo socialmente responsabile per garantirne la conservazione a beneficio delle generazioni future”. Così l’amministratore delegato di MM spa e vicepresidente di APE (www.aquapublica.eu), l’associazione europea dei gestori pubblici dell’acqua, Francesco Mascolo, ha aperto il proprio intervento oggi a Bruxelles allo European Consumer Day 2024, promosso dal Comitato economico e sociale europeo (CESE), organismo dell’Ue che formula pareri per la Commissione europea, il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo.


La giornata di confronto è stata incentrata sulle misure necessarie a promuovere un consumo sostenibile e una gestione efficiente della risorsa idrica a livello europeo. Si è trattato di un nuovo appuntamento nell’ambito del percorso verso un Blue Deal sull’acqua a cui sta lavorando CESE in un continuo confronto con le istituzioni comunitarie.


Tanti i temi trattati durante la giornata: la trasparenza sulle tariffe idriche, l’aiuto economico alle fasce deboli di utenza per pagare le bollette, l’individuazione di formule efficaci per finanziare tali sostegni, le tecnologie per tracciare i consumi e ridurre gli sprechi, l’informazione e la formazione per incoraggiare un consumo attento e consapevole da parte dei cittadini. “In Italia abbiamo uno scenario complesso – ha aggiunto Mascolo -. L’accesso alla risorsa idrica è oggi garantito con difficoltà in alcune aree del Paese; parimenti abbiamo tariffe molto diversificate nelle varie regioni. Misure di fiscalità generale, redistributive o compensative, di tutela delle fasce deboli: le ipotesi in discussione sono tante. Se l’obiettivo, come credo, deve essere quello di garantire un pieno riconoscimento di diritti fondamentali come l’accesso a una risorsa vitale, i decisori a tutti i livelli debbono interrogarsi su misure globali capaci di garantire sia il diritto degli utenti ad avere acqua buona e sempre disponibile, sia come supportare i gestori per rendere pienamente efficace e sostenibile un servizio essenziale”.


Nel confronto odierno Mascolo ha raccontato anche l’esperienza di Milano, dove MM riesce ad assicurare ai cittadini un’acqua di qualità, sicura e accessibile, con una delle tariffe più basse d’Europa. Lo fa a partire dall’utilizzo di tecnologie per una gestione efficiente del servizio – per esempio grazie agli smart meters o alla fibra ottica nell’acquedotto – e garantendo concrete pratiche di sostenibilità come la restituzione della totalità delle acque reflue depurate per l’uso agricolo. MM è una società del Comune di Milano, a cui sono state affidate numerose aree di intervento, tra cui la mobilità, la viabilità, l’acqua, l’edilizia, le scuole e il verde.