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Energia: Enea presenta la “casa” dell’efficienza

Energia: Enea presenta la “casa” dell’efficienzaRoma, 1 mar. (askanews) – Un ambiente virtuale e interattivo per formare e informare sulle migliori tecnologie per l’efficienza energetica: è l’obiettivo di “EnergyMetaSchool” (EMS) di Enea, realizzata nell’ambito della campagna “Italia in Classe A” del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e presentata a Key, la fiera internazionale dell’energia in svolgimento a Rimini, dove sarà possibile sperimentarla di persona fino alle 18 di oggi 1° marzo, presso lo stand Enea (Hall sud – n. 130).


Attraverso l’integrazione di tecnologie avanzate, la creazione di scenari, l’utilizzo della realtà virtuale e del Metaverso, EnergyMetaSchool offre un’esperienza immersiva per esplorare e comprendere in dettaglio le pratiche innovative per la trasformazione sostenibile degli spazi residenziali. “Questo progetto si propone di sfruttare appieno il potenziale della realtà virtuale e del Metaverso per creare un cantiere-scuola all’avanguardia”, afferma Antonio Disi, ricercatore Enea del Dipartimento Efficienza energetica e responsabile del progetto. “Attraverso l’integrazione di esperienze virtuali immersive, simulazioni pratiche e approfondimenti teorici, vogliamo trasformare il modo in cui gli individui apprendono e in cui interagiscono con le sfide e le soluzioni nella riqualificazione energetica residenziale. L’obiettivo non è solo di informare, ma anche di promuovere azioni concrete e consapevoli per uno stile di vita più sostenibile”.


Il cantiere-scuola – informa Enea – è inserito in un edificio di Borgo Pirelli a Milano, reso virtuale per consentire un’immersione coinvolgente e innovativa. Per accedere all’edificio basta collegarsi all’indirizzo energymetaschool.com, registrarsi e navigare sia in modalità desktop sia attraverso un visore VR per un’esperienza ancora più immersiva. La piattaforma consente di organizzare visite in autonomia o di partecipare a eventi guidati o live organizzati dall’Enea. Inoltre, registrandosi alla newsletter, si potrà essere sempre aggiornati sulle innovazioni in tema di risparmio energetico. La struttura è disposta su più piani. Al primo livello c’è uno showroom, pensato per gli studenti, i professionisti e le imprese, dove sono esposte le tecnologie più innovative nel settore della sostenibilità energetica sviluppate dall’Enea in collaborazione con università e imprese leader nel settore. Oltre ai prototipi, questo spazio contiene esempi di tecnologie mature già presenti sul mercato. Ogni tecnologia è corredata da touch-point interattivi che contengono schede informative, materiali illustrativi e videointerviste agli sviluppatori e alle imprese.


Ai piani superiori il visitatore trova ambienti arredati come in una normale abitazione, dove spiccano, però, tecnologie per l’efficienza energetica pensate proprio per illustrare i vantaggi della riqualificazione sostenibile. “In un momento cruciale per l’edilizia sostenibile, educare e stimolare l’interesse diventa fondamentale. A differenza di settori come l’automotive, in quello della riqualificazione energetica mancano luoghi e occasioni in cui le persone possano vivere un’esperienza diretta. Per poter fare una scelta informata, devono avere la possibilità di valutare attentamente i vantaggi rispetto alla situazione attuale e di capire ciò che andranno a scegliere. Per questo motivo, abbiamo voluto mettere a disposizione dei vari attori della filiera uno spazio condiviso che possa servire a suscitare curiosità, promuovere l’apprendimento e stimolare l’interesse verso le pratiche avanzate di riqualificazione energetica”, conclude Disi.

Sostenibilità, GasGas cresce ancora: oltre 280 nuovi punti ricarica

Sostenibilità, GasGas cresce ancora: oltre 280 nuovi punti ricaricaRoma, 26 feb. (askanews) – È il momento di accelerare. Le cronache delle ultime settimane sulla preoccupante qualità dell’aria a Milano e nella pianura Padana in generale ci mettono di fronte al fatto che la transizione ecologica verso una mobilità più sostenibile non sia più un’opzione rimandabile. Il dato positivo è che, fortunatamente, in tutta Europa, seppur a velocità differenti, crescono le immatricolazioni di auto elettriche e aumenta anche il numero di colonnine presenti sul territorio. In Italia, i punti di ricarica a uso pubblico installati a fine 2023 hanno superato quota 50.000. È quanto emerge dalla quinta edizione dello studio “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia” di Motus-E, che rileva nell’anno da poco trascorso la posa di 13.906 nuovi punti di ricarica, di cui 3.450 installati solo nell’ultimo trimestre.


In questo contesto, continua senza sosta la crescita di GasGas che ha appena raggiunto un portafoglio di 188 punti di ricarica in Sicilia (dei quali 80 a Messina e provincia) e 96 in Puglia, andando di fatto a posizionarsi su due aree strategiche del nostro Paese. “Il nostro Meridione è il motore turistico del Paese, soprattutto durante il periodo estivo, e l’aumento di colonnine anche in queste aree rappresenta sicuramente un’ottima notizia. Ad oggi, la concentrazione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici in tutto il Sud Italia e le Isole conta il 23% delle stazioni italiane totali e questo dato ci pone di fronte a una grande opportunità che GASGAS ha deciso di cogliere. Non dimentichiamo, poi, che i benefici portati dalla diffusione di punti di ricarica toccano sempre molteplici aspetti: intanto, incentivano l’uso di auto elettriche che contribuiscono alla salvaguardia dell’ambiente. Inoltre, una nutrita presenza di punti di approvvigionamento offre ai territori la possibilità di accogliere adeguatamente gli ev-driver che arrivano da tutta Europa e spesso rinunciano a determinate mete, proprio per la mancanza di colonnine. Solo per avere un’idea, ricordiamo che nel 2023 in Puglia sono stati superati 16,3 milioni di presenze turistiche, mentre la Sicilia ha oltrepassato i 16,4 milioni”, spiega Alessandro Vigilanti, co-founder e Ceo di GasGas.


Ultimamente, si sente spesso parlare della cosiddetta range anxiety, definizione che descrive proprio l’ansia da autonomia, ovvero la preoccupazione o la paura che la batteria del veicolo si esaurisca prima di raggiungere la destinazione o una stazione di ricarica. Si tratta di un deterrente molto forte all’adozione di auto elettriche che può essere affrontato solo attraverso l’installazione di nuove postazioni. È comunque il caso di sottolineare che tale ansia è ormai del tutto ingiustificata, considerando il notevole aumento di autonomia dei veicoli di nuova generazione e che ormai nell’86% del territorio nazionale si può trovare un punto di ricarica nel raggio di 10 chilometri*. Fin dalla sua nascita, GasGas persegue una strategia molto concreta di espansione che in questi anni le ha permesso di avere a portafoglio circa 1400 punti di ricarica in 17 regioni italiane, con l’obiettivo di raggiungere quota 10mila entro il 2030.


“Siamo convinti che la nostra missione sia non solo una questione di business, ma anche una precisa scelta di campo riguardo a una non più opzionale transizione energetica”, sottolinea Stefania Menguzzato, General Manager di GasGas. “Per favorire questa transizione, GasGas si pone anche come vero e proprio partner offrendo agli enti locali progetti chiavi in mano e coprendo il 100% dell’investimento necessario alla realizzazione dell’infrastruttura. Proponiamo, inoltre, soluzioni di ricarica di varia potenza in base alle esigenze del traffico e della location, tutte alimentate da fonti di energia 100% rinnovabile”. La transizione verso la mobilità elettrica costituisce una straordinaria opportunità di rilancio industriale per il nostro Paese oltre che uno strumento indispensabile al fine di decarbonizzare i trasporti e abbattere i livelli di polveri sottili nell’aria che respiriamo. Va in questa direzione anche la serie di incentivi statali, ancora in attesa del decreto attuativo, che introdurranno nuovi Ecobonus per l’acquisto di veicoli a basse emissioni e che favoriranno in particolare le fasce di reddito medio-basse. “La rottamazione di auto obsolete e altamente inquinanti insieme alla diffusione di veicoli elettrici rappresentano un tassello importante per la transizione ecologica e la salvaguardia dell’ambiente. Per questo, il lavoro di attori come GasGas che lavorano alla diffusione di colonnine di ricarica in maniera strategica e capillare nel Paese sarà un tassello fondamentale per favorire questa trasformazione che porterà benefici a tutti”, conclude Menguzzato.

Orso polare, Wwf: riduzione ghiaccio artico minaccia sopravvivenza

Orso polare, Wwf: riduzione ghiaccio artico minaccia sopravvivenzaRoma, 26 feb. (askanews) – Il ghiaccio marino artico, habitat dell’orso polare, si sta riducendo sia in estensione che in spessore a una velocità senza precedenti, diminuendo così anche l’effetto fondamentale dello “schermo bianco” in grado di riflettere energia termica nello spazio e regolare così il clima del nostro Pianeta. I più recenti rilevamenti confermano che l’aumento della temperatura in Artico è drammaticamente superiore alla media mondiale, con alcune regioni che presentano un aumento fino a 2.7°C ogni dieci anni, corrispondente addirittura a 5-7 volte il tasso di crescita globale della temperatura. A ricordarlo il Wwf in occasione della Giornata Internazionale dedicata all’orso polare, specie iconica e simbolo degli impatti della crisi climatica sulla biodiversità, che ricorre il 27 febbraio.


Con la riduzione dei ghiacci si riducono le tradizionali zone di caccia degli orsi polari, di conseguenza, questi perdono peso fino a rischiare di morire di fame e fino ad avere conseguenze drammatiche sulla loro fertilità. Questo accade nonostante gli orsi stiano provando a trovare nuovi adattamenti, come andare a caccia di uccelli (invece che cacciare foche, le loro prede abituali, sulla banchisa polare) oppure ridurre i consumi di energia, entrando in una sorta di “letargo” estivo e riducendo gli spostamenti. Lo mostra anche il recente studio – prosegue il Wwf – guidato da Anthony Pagano, del Servizio geologico degli Stati Uniti di Anchorage in Alaska, pubblicato sulla rivista “Nature Communication”, che per 3 anni ha monitorato le infruttuose strategie di sopravvivenza al caldo tentate da 20 orsi polari: 19 orsi su 20 hanno mostrato, infatti, drammatiche perdite di peso. La ricerca di cibo porta gli orsi anche ad avvicinarsi ai villaggi, creando così occasioni di conflitto con le comunità locali. L’integrità dell’habitat è ulteriormente minacciata dalle industrie di estrazione di gas e petrolio, sempre più interessate ai giacimenti artici, con il conseguente aumento del rischio di possibili incidenti. Infine, attraverso l’ingestione di prede contaminate dagli inquinanti sempre più diffusi nei mari, gli orsi polari rischiano di accumulare sostanze tossiche (processo noto come “biomagnificazione”), che possono causare danni fisiologici permanenti agli animali e avere drammatici effetti sulle loro capacità riproduttive.


Sul Pianeta restano poco meno di 30.000 orsi polari divisi in 19 sottopopolazioni. Un esempio che testimonia il declino della specie è rappresentato dal caso della popolazione di orso polare della baia di Hudson in Canada che, dal 1987 al 2017 ha subito una riduzione del 30%. Purtroppo, le previsioni per il futuro prossimo sono drammatiche: gli scienziati stimano che, se lo scenario rimanesse invariato, la specie potrebbe vedere la propria popolazione totale ridotta di 1/3 nei prossimi 30 anni, e potrebbe addirittura estinguersi in natura entro la fine del secolo. “L’orso polare, come tutti i grandi predatori, è un animale che sta al vertice delle catene alimentari; quindi, quando viene a mancare si rompono una serie di equilibri molto importanti perché la presenza di questi grandi predatori serve a mantenere in equilibrio e in salute anche le popolazioni di foca. E poi a seguire tutto quello che dipende dalla loro presenza e dal loro ruolo ecologico. Purtroppo, la loro scomparsa è un indicatore di qualcosa di catastrofico che sta succedendo. Il riscaldamento globale rischia di portare all’estinzione l’orso polare e poi tante altre specie, e poi chissà cosa succederà alla nostra”, afferma Isabella Pratesi, direttrice del Programma di Conservazione del Wwf Italia


Da decenni il Wwf agisce per contrastare le principali cause del cambiamento climatico, facendo pressione sull’adattamento delle politiche energetiche affinché si elimini l’utilizzo di fonti fossili e si investa sulle energie da fonti rinnovabili, azzerando le emissioni di CO2, abbassando drasticamente la nostra impronta ecologica sul Pianeta. Tra i progetti più vasti portati avanti dal Wwf per la conservazione dell’Artico c’è “Last Ice Area”, tra il Canada e la Groenlandia, che ha come obiettivo la tutela dell’area per garantire la sopravvivenza degli orsi polari e delle altre specie artiche. Per la conservazione dell’orso polare, il Wwf promuove l’istituzione e la gestione di aree protette ad hoc, come la Riserva dell’Isola di Vaigach, e promuove la ricerca scientifica in zone altamente significative per la specie come le Isole Svalbard. Dal 2015 il Wwf ha organizzato, inoltre, delle pattuglie per sorvegliare e tutelare la sicurezza degli abitanti del centro abitato più a nord della Groenlandia orientale dalle incursioni dell’orso. I risultati sono ottimi: dalla sua istituzione la pattuglia è stata in grado di allontanare già più di 75 orsi.


Il Wwf è impegnato anche per rendere i villaggi meno “attraenti” per gli orsi polari, lavorando sullo sviluppo di tecniche di prevenzione e di dissuasione. Non si fermano le attività di comunicazione ed educazione tra le popolazioni locali sui corretti comportamenti da tenere in caso di incontro con il plantigrado, poiché la coesistenza pacifica è una delle strategie principali per garantire un futuro all’orso polare. (Credit: naturepl.com/Andy Rouse/WWF)

Osservatorio utilizzi idrici, nuove funzioni di governo dell’acqua

Osservatorio utilizzi idrici, nuove funzioni di governo dell’acquaRoma, 23 feb. (askanews) – A distanza di 4 mesi, lunedì prossimo, 26 febbraio si riunirà, presso l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del distretto del fiume Po con sostanziali novità. Infatti, a seguito dell’introduzione dell’art. 63 bis nel D.lgs. 152/06, operata dal Governo attraverso il cosiddetto “Decreto Siccità” (come da DL 39/2023 convertito in legge 68/2023) l’Osservatorio, da struttura operativa di tipo volontario diventa, a tutti gli effetti, un organo costituente della stessa Autorità a cui viene attribuito un ruolo decisionale e non più consultivo.


In tal senso, i membri ufficiali con diritto di voto saranno soltanto i rappresentanti delle Amministrazioni partecipanti alla Conferenza Istituzionale Permanente dell’Autorità di bacino distrettuale, Ministeri, Regioni e Dipartimento della Protezione Civile, mentre gli altri soggetti, rappresentanti delle diverse Agenzie nazionali e regionali, rappresentanti dei portatori d’interesse, etc., parteciperanno esclusivamente con il ruolo di consulenti tecnici (esperti) senza diritto di voto. Questi ultimi, a differenza dei primi che sono individuati direttamente dalla legge, saranno nominati con un decreto del MASE. In ragione del nuovo ruolo previsto per gli Osservatori per gli utilizzi idrici, l’incontro del 26 febbraio prossimo sancirà l’insediamento del nuovo Osservatorio e la cessazione dell’efficacia del Protocollo d’intesa sottoscritto nel luglio del 2016 che aveva istituito l’Osservatorio di tipo volontario presso l’Autorità di bacino distrettuale dei fiume Po. Inoltre, la riunione sarà anche il momento per definire le modalità di costituzione dei Gruppi di Lavoro che dovranno supportare le attività dell’Osservatorio e per fare il punto con Regioni e Ministeri sullo stato delle risorse idriche nel Distretto.


Partecipano all’Osservatorio, come membri ufficiali con diritto di voto o come membri consultivi: Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po; Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste; Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Dipartimento della Protezione Civile; Regione Emilia-Romagna; Regione Liguria; Regione Lombardia; Regione Piemonte; Regione Toscana; Regione Valle d’Aosta; Regione Veneto; Provincia Autonoma di Trento; Regione Marche; ISTAT; ISPRA; CREA; AIPo-Agenzia Interregionale per il Po; Terna Rete Italia; Consorzio del Ticino; Consorzio dell’Adda; Consorzio dell’Oglio; ANBI; UTILITALIA; ANEA; ELETTRICITÀ FUTURA.

Ambiente: in Italia trend positivo per rinnovabili e differenziata

Ambiente: in Italia trend positivo per rinnovabili e differenziataMilano, 21 feb. (askanews) – L’Italia è un Paese in linea con gli obiettivi europei di sviluppo sostenibile per la produzione di energia da fonti rinnovabili, raggiunge buoni livelli di raccolta differenziata dei rifiuti e diminuisce lo smaltimento in discarica. Continua il lento miglioramento della qualità dell’aria, soprattutto del particolato Pm2,5, buoni risultati con l’agricoltura biologica, aumentano i controlli agli impianti produttivi. Meno bene la situazione delle emissioni di gas serra, l’incidenza del turismo sui rifiuti urbani, la produzione di rifiuti speciali e il consumo di suolo. Stabile la situazione dei piani di adattamento ai cambiamenti climatici, della gestione delle aree protette e del rumore. È questo il quadro nazionale che emerge dal quarto “Rapporto Ambiente” di Snpa, presentato oggi alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin: un’analisi in 21 punti sullo stato dell’ambiente in Italia, per capire quali trend stanno andando nella direzione giusta e quali no, cosa risulta stabile, quali elementi andrebbero maggiormente indagati e migliorati. Un quadro complessivo buono, ma che richiede attenzione e impegno costanti.


Trend positivo sulle rinnovabili: dall’analisi del trend 2004-2020 emerge che l’uso è aumentato e la quota è quasi triplicata nel periodo considerato: dal 6,3% del 2004 si è passati al 20,4% nel 2020 con un valore superiore all’obiettivo del 17% assegnato all’Italia. Si registra, tuttavia, un calo al 19% nel 2021. Bene anche l’agricoltura biologica: obiettivo del Piano strategico nazionale politica agricola comune 2023 – 2027 è destinare il 25% dei terreni agricoli all’agricoltura biologica entro il 2027, più ambizioso rispetto all’analogo obiettivo definito dalla Strategia Farm to Fork, fissato al 2030. Nel 2022 l’agricoltura biologica interessa il 18,7% della superficie agricola utilizzata (Sau) e il 7,3% del numero di aziende agricole. Negli ultimi 32 anni l’andamento è stato crescente sia in termini di operatori sia di superficie coltivata, in controtendenza rispetto allo storico declino della superficie agricola. Sulla raccolta differenziata, si conferma il trend di crescita anche nel 2022 con l’aumento di un punto percentuale a livello nazionale rispetto al 2021; che raggiunge così il 65%. Tra i rifiuti differenziati, l’organico si conferma la frazione più raccolta in Italia pari al 38,3% del totale, al secondo posto carta e cartone (19,3% del totale), e il vetro con (12,3% del totale). In costante discesa la quantità di rifiuti smaltiti in discarica: dal 63,1% del 2002 si è passati al 17,8% del 2022. Il numero delle discariche operative è pari a 117 impianti: Nord 50, Centro 25 e Sud 42 impianti.


Sul fronte della qualità dell’aria, si conferma l’andamento decrescente del PM2,5 negli ultimi 10 anni: risultato della riduzione congiunta delle emissioni di particolato primario e dei principali precursori del secondario (ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca e composti organici volatili). Risulta tuttavia superato, nella quasi totalità delle stazioni di monitoraggio, il valore di riferimento annuale dell’Oms (99,7% dei casi) che nelle nuove linee guida è stato ridotto a 5 µg/m³. Le emissioni gas serra si riducono rispetto al 1990 (-20%), ma la diminuzione non è sufficiente: pur superando l’obiettivo europeo fissato per il 2020, sono necessari ulteriori sforzi per raggiungere i nuovi obiettivi al 2030. Dopo la battuta d’arresto dovuta al periodo pandemico, nel 2021 i gas serra hanno visto un un incremento dell’8,5% rispetto all’anno precedente.


Negativo il trend sul consumo di suolo: dal 2006 al 2022 è aumentato in Italia di oltre 120 mila ettari. Nell’ultimo anno, il consumo di suolo netto registrato in Italia è stato in media, oltre 21 ettari al giorno pari a 2,4 m2 al secondo. Male anche l’incidenza del turismo sui rifiuti urbani: dal 2006 al 2021, in Italia, la quota attribuibile al settore turistico mostra un andamento altalenante: in decremento fino al 2009, poi una crescita, seppur lieve, nel 2010 e nel 2011, per diminuire fino al 2013, e successivamente tornare ad aumentare.

Acqua, da Enea e Seko nuovo sistema dissalazione più efficiente

Acqua, da Enea e Seko nuovo sistema dissalazione più efficienteRoma, 19 feb. (askanews) – Enea e l’azienda italiana Seko hanno sviluppato un innovativo sistema di pompaggio ad alta pressione per impianti di dissalazione dell’acqua a osmosi inversa con recupero energetico integrato.


Il prototipo, realizzato grazie a un finanziamento POC, ha costi contenuti, è di facile sviluppo industriale ed è pensato per piccole comunità, isole e PMI. La tecnologia fin qui realizzata sarà ulteriormente messa a punto e testata presso lo stabilimento di Rieti dell’azienda partner e, grazie alla sua facile scalabilità, potrà essere offerta nelle diverse dimensioni richieste dal mercato. “Attualmente il nostro sistema è allineato a quelli che sono gli standard di mercato con un consumo energetico per metro cubo di acqua depurata che varia da 2,5 a 4,5 kWh/mc. Siamo convinti che in una futura implementazione potremmo ottimizzarlo per abbassare ulteriormente il consumo energetico. Ma il grande vantaggio che offre la nostra tecnologia consiste nell’utilizzare componentistica di ampia diffusione, a basso costo e integrabile anche in impianti di piccola e media taglia (50-600 litri/ora) a differenza degli impianti disponibili sul mercato che sono solo con dimensioni medio-grandi (superiori a 2.000 litri/h) e soprattutto molto costosi”, spiega il team di ricerca composto da Daniele Pizzichini, Claudio Russo e Gian Paolo Leone del Laboratorio ENEA di Bioprodotti e bioprocessi, Divisione Biotecnologie e agroindustria, in collaborazione con Giuseppe Corallo e Aldo Franchi che sono gli inventori del brevetto su cui si basa l’innovativo sistema.


Il processo di osmosi inversa rappresenta attualmente l’approccio più diffuso a livello globale per la potabilizzazione dell’acqua di mare e consente di rimuovere le principali componenti ioniche presenti, applicando una pressione sulla soluzione da trattare e spingendola su un filtro semipermeabile costituito dalla membrana. In questo modo, tali elementi vengono trattenuti sul lato pressurizzato della membrana e si concentrano in una frazione liquida (chiamata retentato), mentre l’acqua privata di sali e impurezze può passare all’altro lato della membrana. Questo processo richiede molta energia e viene realizzato tramite pompe che forzano la soluzione attraverso una membrana. “Il 90% del dispendio energetico totale di tali processi è imputabile proprio ai sistemi di pompaggio e la maggior parte dell’energia fornita al fluido (in termini di pressione e portata) rimane proprio nel retentato, ossia nello scarto del processo. Da qui la necessità di integrare gli impianti di dissalazione a osmosi inversa con dispositivi come quello di ENEA-SEKO, in grado di recuperare l’energia dal retentato, per riutilizzarla nello stesso processo con conseguenti risparmi sui costi energetici”, sottolineano i ricercatori del team di progetto. “L’insieme di costi contenuti, efficienza, facile scalabilità e durata in esercizio permetterà di soddisfare la domanda di nuovi utenti, in un’ottica di sostenibilità ambientale e di uso efficiente delle risorse energetiche e idriche”, concludono.


“Negli ultimi 25 anni la SEKO è diventata leader mondiale in un settore strategico per il futuro del nostro pianeta quale il trattamento delle acque. E, in questo ambito, la dissalazione e il risparmio energetico ad esso associato risultano fondamentali per la nostra azienda e possono aprire notevoli sviluppi di mercato. È per questo che ci siamo dimostrati da subito entusiasti nell’affiancare ENEA in questo progetto di innovazione, che sposa in pieno la mission dell’azienda, volta da sempre a esplorare nuove prospettive di crescita; questa collaborazione ci consente infatti di partecipare alle competenze di ENEA e al contempo di condividere la nostra esperienza tecnico-commerciale in questo ambito”, conclude Maurizio J. Bruno, Technical Marketing Manager di SEKO. L’acqua dolce rappresenta circa il 2,5% del totale, la maggior parte inglobata in ghiacciai, calotte polari e acque sotterranee, di cui solo lo 0,008% è accessibile. La crescita della popolazione, l’agricoltura e l’industrializzazione hanno aggravato il problema della penuria d’acqua: un terzo della popolazione mondiale è attualmente sottoposto a uno stress idrico

ECOMED Green Expo del Mediterraneo aderisce a “M’illumino di meno”

ECOMED Green Expo del Mediterraneo aderisce a “M’illumino di meno”Roma, 15 feb. (askanews) – Il tema della sensibilizzazione al risparmio energetico, alla riduzione dei rifiuti e alla mobilità sostenibile è al primo posto nelle agende politiche degli Stati e delle Organizzazioni internazionali. Non fa eccezione la Sicilia dove, anche in ragione della sua posizione strategica, si intrecciano alcune delle sfide più rilevanti sul fronte dell’uso delle fonti rinnovabili, in un contesto nel quale la maggioranza dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo sta adottando soluzioni in chiave green. A riconoscere l’impegno della Sicilia lo testimonia la recente visita di Adolfo Urso, ministro della Repubblica italiana del neonato mimit o meglio ‘Ministero delle imprese e del made in Italy’, in visita ufficiale a Catania per elogiare la realizzazione di 3Sun; la più moderna e all’avanguardia fabbrica di pannelli solari di Italia é a Catania ed è tra le prime d’Europa. Un giusto gradito riconoscimento all’impegno della Sicilia e di quel distretto che viene definito Etna Valley, per la presenza oltre alla 3Sun di aziende specializzate in elettronica e semiconduttori, come STMicroelectronics, eccellenza indiscussa del settore in ambito continentale e mondiale


“La Sicilia è proiettata – dichiara Salvo Peci, direttore della Manifestazione Ecomed che si svolgerà dal 17 al 19 aprile 2024, nel complesso fieristico di Misterbianco, in provincia di Catania – in una transizione ecologica orientata verso uno sviluppo sempre più sostenibile e a basso impatto ambientale. I temi che vengono affrontati nel nostro appuntamento annuale (www.eco-med.it), anno dopo anno, sono: acqua e clima, rifiuti e risorse, energia e mobilità e ecoarchitettura e rigenerazione”. Sul tema dell’edizione 2024 della campagna nazionale “M’illumino di meno” del 16 febbraio 2024 che punta l’attenzione all’importanza delle alleanze internazionali di enti pubblici e cittadini, Salvo Peci evidenzia come “Ecomed nel corso della tre giorni permette proprio l’incontro tra diversi soggetti pubblici e privati, i cittadini, e coinvolge i ragazzi delle scuole. Tra i modi attraverso i quali è possibile razionalizzare e ottimizzare i consumi, il vecchio detto l’unione fa la forza rappresenta bene una delle chiavi di volta per trovare la soluzione alle sfide poste dalla sostenibilità ambientale”.

Progetti risanamento ambientale Sogesid-Università Campus Bio-Medico Roma

Progetti risanamento ambientale Sogesid-Università Campus Bio-Medico RomaRoma, 12 feb. (askanews) – Avviare una collaborazione sinergica in materia di tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile per agire in modo efficace contro gli effetti dei cambiamenti climatici. Questo l’obiettivo dell’accordo siglato da Sogesid, società di ingegneria “in house providing” del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT), e l’Università Campus Bio-Medico di Roma. L’intesa – spiega una nota – mira a coniugare, in una logica di sistema, la competenza tecnica di Sogesid e l’esperienza dell’Ateneo nella ricerca scientifica per lo sviluppo di progetti legati alla gestione integrata della risorsa idrica, la bonifica e il risanamento ambientale anche attraverso lo svolgimento di indagini epidemiologiche sui siti caratterizzati da fattori di pressione ambientale.


Al centro dell’accordo anche la collaborazione in ambito internazionale. In quest’ottica, a partire dal Word Water Forum 2027, Sogesid e l’Università potranno presentare iniziative di natura post-emergenziale connesse con i cambiamenti climatici oltre a collaborare alla gestione e attuazione di progetti pilota nel comparto idro-energetico. La partnership riguarderà, inoltre, l’organizzazione di conferenze e seminari di approfondimento e l’attivazione di tirocini curriculari ed extracurriculari a favore degli studenti iscritti ai corsi universitari, master e dottorati di ricerca promossi dall’Università, individuati sulla base delle competenze professionali strettamente connessi alle iniziative messe in campo nell’arco della collaborazione. “Come Sogesid, far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici per mitigarne l’impatto sul territorio rappresenta il cuore della nostra missione”, ha dichiarato Errico Stravato Amministratore Delegato di Sogesid S.p.A. “In quest’ottica, la partnership con attori chiave come l’Università Campus Bio-Medico rappresenta uno strumento fondamentale per la tutela e la riqualificazione ambientale del nostro Paese”.


“Siamo molto contenti di avviare questa collaborazione di alto profilo istituzionale con Sogesid nel segno dell’impegno per l’ambiente e a favore della collettività”, ha dichiarato Andrea Rossi, Amministratore Delegato e Direttore generale dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. “Il nostro compito come università attiva in numerosi settori innovativi e specializzata nelle scienze ingegneristiche, e sempre più impegnata sui temi della sostenibilità ambientale, è da sempre quello di mettere i risultati della scienza al servizio delle persone. In questo senso sono certo che la collaborazione tra i nostri due enti sarà in grado di portare stimoli e strumenti utili alle scelte di progettazione, studio e prevenzione che devono fare la differenza nelle azioni a favore della sostenibilità ambientale”.

Via a network tra principali stakeholder settore costruzioni legno

Via a network tra principali stakeholder settore costruzioni legnoRoma, 8 feb. (askanews) – È stato presentato oggi, negli spazi di MIND – Milano Innovation District, il progetto Timber Forward Italia rivolto ai principali stakeholder all’interno del settore delle costruzioni in legno, al fine di facilitare la collaborazione, la condivisione delle conoscenze e il reciproco sostegno tra tutti gli attori della filiera. Il progetto, che sta realizzando la sua seconda fase, vede il coinvolgimento di Green Building Council Italia, in collaborazione con il Socio Lendlease – leader globale nel Real Estate e specializzato in progetti di riqualifica urbana su larga scala – e altri autorevoli partner a livello internazionale.


La prima fase “Perception of Timber – Accelerating Change at MIND”, conclusasi a febbraio 2023, ha avuto come obiettivo lo sviluppo di azioni che coinvolgessero diversi attori per superare le barriere percepite all’uso del legno nelle costruzioni. Il Milano Innovation District (MIND) di Lendlease è stata la piattaforma ideale per coinvolgere i principali decision-maker attivi nel contesto milanese, italiano ed europeo, in attività di co-creazione, al fine di dimostrare che le barriere possono essere superate attraverso un’azione collettiva e coordinata. “Il progetto Timber Forward rappresenta un’opportunità straordinaria, promossa convintamente dal Green Building Council Italia, insieme a Lendlease. Una conferma dell’impegno dell’Associazione a promuovere strumenti concreti e iniziative di networking. Intendiamo orientare la società e il settore delle costruzioni verso pratiche e strategie in grado di riscoprire sempre di più l’utilizzo di materiali bio-based, come il legno, per edifici inclusivi e orientati al benessere delle persone e del pianeta” conferma Fabrizio Capaccioli – Presidente GBC Italia.


L’iniziativa – nel suo complesso – si inserisce all’interno dell’azione definita da Built by Nature, un network sostenuto dalla Laudes Foundation, con la mission di finanziare azioni dedicate ad accelerare l’adozione di materiali bio-based, ed in particolare il legno, nel settore delle costruzioni e a livello europeo. Durante quest’anno, il progetto Timber Forward Italia perseguirà i seguenti obiettivi: Creazione di una piattaforma di aggregazione che riunisca i principali stakeholder competenti, così da rispondere alle necessità di scambio di conoscenze e collaborazione. Riconoscimento di un ruolo attivo a tutti gli operatori della filiera. Promozione della crescita delle industrie locali del legno. Elaborazione di proposte condivise di disposizioni legislative e regolatorie. Sostegno all’attuazione di strategie circolari relative ai materiali bio-based. Attraverso eventi, conferenze e iniziative di vario livello, il progetto ha lo scopo di sensibilizzare le aziende private, i professionisti del settore, i decisori pubblici creando una cultura del legno. Questa maggiore visibilità consentirà di attrarre investimenti e talenti verso il settore delle costruzioni in legno, favorendone ulteriormente la crescita e l’innovazione.

Energia: ricerca sulla fusione, nuovo record del tokamak europeo JET

Energia: ricerca sulla fusione, nuovo record del tokamak europeo JETRoma, 8 feb. (askanews) – Il Joint European Torus (JET), il più grande esperimento di fusione nucleare al mondo, ha ottenuto un nuovo record di energia prodotta durante l’ultima e conclusiva campagna sperimentale, dimostrando la capacità di generare in modo affidabile energia da fusione. Il consorzio europeo EUROfusion, a seguito della verifica e validazione dei dati scientifici ottenuti negli esperimenti in deuterio e trizio (DT3) a fine 2023, ha, infatti, annunciato oggi che il 3 ottobre 2023 si sono ottenuti 69 megajoule (MJ) di energia con 0,2 milligrammi di combustibile nell’arco di 5 secondi, superando il precedente record mondiale di 59 MJ del 2022. La campagna sperimentale DT3 ha confermato la capacità di replicare e migliorare i risultati degli esperimenti di fusione ad alta energia già ottenuti e ha dimostrato l’affidabilità delle metodologie operative di JET, essenziali per il successo del reattore sperimentale internazionale ITER in via di realizzazione. Agli esperimenti, svolti sull’impianto europeo sito presso l’UKAEA (Regno Unito), hanno partecipato più di 300 scienziati provenienti da tutti i laboratori di fusione europei, con una forte partecipazione italiana in ruoli chiave di leadership scientifica e organizzativa. Al successo degli esperimenti hanno contribuito i principali laboratori europei coordinati da EUROfusion. L’Italia è partner con ENEA, Consiglio nazionale delle ricerche (principalmente tramite l’Istituto per la scienza e tecnologia dei plasmi, Cnr-Istp), Consorzio RFX e alcuni atenei. Il Joint European Torus (JET) ha così concluso la sua vita sperimentale. È stato il più grande impianto a fusione europeo, l’unico in grado di operare con una miscela di combustibile composto da deuterio e trizio, la stessa miscela ad alte prestazioni che verrà utilizzata nelle future centrali a fusione.