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Una reliquia del saio di san Francesco sarà custodita ad Anghiari

Una reliquia del saio di san Francesco sarà custodita ad AnghiariRoma, 4 ott. (askanews) – L’unità pastorale di Anghiari sarà custode di una reliquia del saio di san Francesco. Lo ha annunciato il vescovo di Arezzo monsignor Andrea Migliavacca a conclusione della Messa celebrata nella basilica del santuario di La Verna in occasione della solennità di san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. La reliquia verrà collocata all’inizio del 2024, in data ancora da definire, nella chiesa di Santa Croce in Anghiari.

“Sono molto contento che questa reliquia così preziosa giunga ad Anghiari perché è un’occasione di particolare ricchezza spirituale e di possibile devozione a san Francesco – dice il vescovo Andrea Migliavacca -. È un grande arricchimento per la comunità e la parrocchia di Anghiari. La nuova collocazione consentirà sia la custodia che la preghiera e l’incontro con la testimonianza di san Francesco. Ringrazio a questo riguardo don Alessandro Bivignani, la parrocchia, la famiglia Barbolani e la congregazione delle Suore del Cenacolo, che con le loro diverse responsabilità hanno reso possibile questa presenza. Inoltre, l’arrivo delle reliquie avviene nell’anno in cui ci apprestiamo a vivere gli 800 anni delle stimmate di san Francesco, quindi una ricchezza ancora più grande”. Nel suo peregrinare verso La Verna, san Francesco era solito sostare presso il castello di Montauto, nei pressi di Anghiari, ospite del conte e amico Alberto Barbolani. Anche nel 1224, dopo aver ricevuto le stimmate, vi sostò per alcuni giorni. Qui il conte Alberto gli donò un nuovo saio ricevendo in cambio il vecchio e logoro abito. La famiglia Barbolani custodì la reliquia fino al 1502 quando il saio fu preso con le armi dalla Repubblica fiorentina e trasferito prima nel convento del Monte alle Croci presso Firenze e poi nella chiesa di Ognissanti. Soltanto nel 2001 fu trasferito alla Verna.

La reliquia del saio di san Francesco che verrà custodita in Anghiari è un lembo di questo saio oggi collocato a La Verna e ha una dimensione di circa 5 centimetri per 10. Fino ad oggi si trovava nel convento di Montauto, edificato con forme cinquecentesche da Federigo Barbolani nei pressi del castello, per ribadire la vicinanza della famiglia a san Francesco. La reliquia verrà adesso sistemata all’interno della chiesa di Santa Croce, nel centro storico in Anghiari, dove la tradizione vuole che san Francesco, di ritorno ad Assisi dalla Verna, abbia piantato una croce di legno a terra per benedire il paese. Fra il 1499 e il 1534 fu poi edificata la chiesa con l’annesso convento francescano dal beato Bartolomeo Magi. “La comunità di Anghiari è estremamente felice per questo storico avvenimento. Nella chiesa che il beato Bartolomeo volle a perenne monumento del passaggio di san Francesco in paese, dimorerà, assieme alla reliquia del beato, anche il saio del Poverello di Assisi. Grazie al vescovo Andrea per la sensibilità dimostrata verso la comunità di Anghiari; grazie anche alla famiglia Barbolani e alla congregazione delle Suore del Cenacolo con le quali abbiamo dialogato molto in questi anni per giungere a questo felice esito. L’augurio è che Anghiari possa essere un luogo di spiritualità francescana e attorno alla reliquia di san Francesco possa esserci un rinnovamento della fede delle nostre comunità parrocchiali”.

Valdichiana, a Lucignano rinvenute porzioni dell’Albero d’oro

Valdichiana, a Lucignano rinvenute porzioni dell’Albero d’oroRoma, 1 ott. (askanews) – A Lucignano, Arezzo, sono state recentemente rinvenute, grazie alla collaborazione del Nucleo Carabinieri per la Tutela dei Beni Culturali (TPC) di Firenze, alcune importanti porzioni del cosiddetto Albero d’oro di Lucignano, il fiabesco, colossale reliquiario considerato tra i capolavori assoluti dell’arte orafa italiana. A oltre cento anni dal furto del 1914, il recupero di alcuni elementi dati per perduti costituisce un evento di grande importanza.

L’annuncio del rinvenimento è stato dato, nel corso di una conferenza stampa accolta dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, dal Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze Cap. Claudio Mauti intervenuto anche in rappresentanza del Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale Generale di Brigata Vincenzo Molinese, dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dalla Sindaca del Comune di Lucignano Roberta Casini, dal Soprintendente ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo Gabriele Nannetti e dalla Soprintendente dell’Opificio Emanuela Daffra. “Ad essere rinvenute sono state – ha dichiarato il Comandante Mauti – quattro placche in rame dorato e argento smaltato, 16 ex voto in argento, un tempo collocati sulla base, una miniatura su pergamena e un cristallo di rocca molato”.

“Il ritrovamento ha i caratteri dell’eccezionalità perché avvenuto ad oltre un secolo dal clamoroso furto dell’opera, avvenuto nel 1914. Come testimoniano immagini d’epoca, solo piccole porzioni dei rami e il pesante basamento furono all’epoca risparmiati, seppure depauperati degli elementi più preziosi”. “Tra il 1927 e il 1929 molti frammenti dell’Albero, fatto a pezzi dai ladri per facilitarne il trasporto, vennero ritrovati – a ricordalo è il Soprintendente Gabriele Nannetti – nelle campagne del comune di Sarteano, in provincia di Siena, dove erano stati nascosti dagli autori del furto. Non furono recuperati invece elementi di grande importanza come il crocifisso terminale, il pellicano, uno dei rami, quattro dei medaglioni circolari, cinque placche d’argento, almeno tre miniature e la parte superiore del nodo a tempietto. Andarono perduti anche quei pochi rametti di corallo che il reliquiario ancora presentava al momento del furto”.

“Su incarico dell’allora Regia Soprintendenza di Firenze il restauro dell’opera fu affidato all’Opificio delle Pietre Dure – ricorda l’attuale Soprintendente dell’Opificio Emanuela Daffra – Si trattò di un intervento complesso e delicato, che vide la partecipazione di diverse figure professionali impegnate nella ricomposizione di oltre cento frammenti e nella reintegrazione di tutte le parti mancanti, crocifisso e pellicano compresi, mediante copie realizzate sulla base delle fotografie risalenti alla fine dell’Ottocento. Per ovviare alla perdita quasi totale dei coralli presso la ditta Ascione di Torre del Greco furono acquistate e messe in opera piccole branche, simili per colore ai frammenti dei rametti originali rinvenuti nei castoni. Per sostituire le miniature sottratte all’interno dei medaglioni circolari rimasti vuoti furono inseriti dischi di carta pecora dipinti per armonizzarsi con gli esemplari superstiti”. Dopo tre anni di intenso lavoro, il restauro fu concluso il 9 settembre 1933. Riprese così forma un manufatto orafo unico al mondo.

Rappresenta il mistico Lignum Vitae, soggetto tipicamente francescano ispirato ad uno scritto di san Bonaventura, in dimensioni monumentali: misura 2 metri e 70 centimetri di altezza. Destinata alla chiesa di san Francesco a Lucignano l’opera venne iniziata nel 1350 e portata a termine nel 1471, grazie al generoso lascito di una Madonna Giacoma. Ignoto il maestro trecentesco che ideò e diede inizio all’opera, mentre è documentato che a completarla fu l’orafo senese Gabriello d’Antonio. Davanti ad esso, per antichissima tradizione, gli abitanti di Lucignano continuano a scambiarsi le promesse di matrimonio. Il rinvenimento attuale obbliga ad una revisione della ricomposizione realizzata negli anni Trenta e sarà occasione di un restauro complessivo. “Non è soltanto uno straordinario frutto dell’arte orafa italiana, l’Albero della vita di Lucignano è molto di più: è una di quelle opere la cui esistenza si intreccia in modo intimo e profondo con la vita e i sentimenti della comunità che la custodisce, contribuendo a definirne gli stessi tratti di identità. Anche per questo la Regione Toscana ha deciso di finanziare il lavoro di restauro di questo capolavoro, che, affidato all’Opificio delle Pietre Dure, autentica eccellenza toscana e nazionale, ne esalterà ancor più la preziosa unicità”. A sottolinearlo è Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana. “L’intervento, annuncia la Sindaca di Lucignano Roberta Casini, sarà integralmente finanziato dalla Regione Toscana”. Nell’annunciare il determinante appoggio regionale, la Sindaca ha anche auspicato che possano riemergere le parti ancora mancanti dell’Albero d’oro, e “in particolare il Cristo che domina il reliquario”. Il Presidente della Giunta Regionale Eugenio Giani e la Soprintendente dell’Opificio Emanuela Daffra hanno brevemente descritto gli interventi che saranno condotti sul capolavoro affidato ai restauratori del Settore Oreficerie dell’Opificio, diretto da Riccardo Gennaioli. L’Albero attualmente composto da una sessantina di parti sarà smontato a lotti, per non privare del tutto il Museo di Lucignano di un’opera identitaria, ricollocando di volta in volta le parti restaurate così da garantire ai visitatori una visione almeno parziale dell’opera. L’intervento non sarà semplice, in primo luogo per la pluralità dei materiali costitutivi, metalli (rame dorato e argento), pergamene miniate, cristallo di rocca, corallo, smalti e legno, in secondo luogo perché presenta necessità, se non uniche, certo molto rare. “Il momento culminante del restauro sarà rappresentato – evidenzia Emanuela Daffra – dalla ricollocazione degli elementi recuperati. Lo studio della documentazione fotografica storica sarà di fondamentale aiuto nell’individuare l’originaria posizione di tali elementi. Ciò comporterà, chiaramente, la riformulazione del sistema di montaggio di alcune parti, la rimozione delle corrispondenti integrazioni eseguite dall’Opificio, una attenta verifica della statica e degli equilibri complessivi”. “Il restauro di un’opera eccezionale del nostro patrimonio culturale è, ancora una volta, affidato alla cura dell’Opificio delle pietre dure, istituto d’eccellenza del Ministero della cultura, afferente alla Direzione da me presieduta, nei settori della conservazione, del restauro e della ricerca. Mi auguro che si possano al più presto recuperare anche le parti non ancora rinvenute dell’Albero d’oro per restituire finalmente alla collettività quest’opera, unica nel suo genere, nella sua interezza”, ha ribadito il dottor Andrea Di Pasquale, Direttore generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura. Tempi? “Quando si tratta di interventi tanto complessi indicare tempi di conclusione certi è poco attendibile. Sulla carta ipotizziamo che l’Albero possa tornare, in tutte le sue parti, a Lucignano alla fine della prossima primavera. Salvo sorprese. Con l’auspicio che, a lavori in corso, si possa rinvenire anche il Cristo mancante: questa sarebbe una sorpresa magnifica”.

Valdichiana, a Lucignano il Festival dei Borghi più belli d’Italia

Valdichiana, a Lucignano il Festival dei Borghi più belli d’ItaliaRoma, 30 ago. (askanews) – Si terrà in Toscana il XV Festival dei Borghi più belli d’Italia, l’iniziativa più importante dell’associazione nazionale in programma da venerdì 8 settembre a domenica 10 settembre nel Borgo di Lucignano, nel cuore della Valdichiana aretina. Saranno tre giorni di eventi con dibattiti, promozione, riflessioni sulla qualità della vita nei piccoli borghi, vera e propria miniera di vivibilità e sostenibilità per il presente e il futuro.

Il programma, tra intrattenimento e approfondimenti, è stato presentato in Sala Pegaso alla presenza del presidente Eugenio Giani. Con Giani il sindaco di Lucignano, Roberta Casini, con l’assessore Stefano Cresti; il direttore nazionale dell’associazione “I Borghi più belli d’Italia”, Umberto Forte, la vicepresidente Rosalba Cardinale e la coordinatrice dell’associazione in Toscana, Elisabetta Giudrinetti. “L’associazione sta acquisendo un ruolo di assoluta autorevolezza nel promuovere il lato bello del nostro Paese, la bellezza che richiama turismo, che stimola cultura, che offre un senso di identità – dichiara Giani – Trecentocinquantaquattro Borghi associati in Italia, ventinove nella nostra Toscana: il fatto che il momento clou a livello nazionale si svolga nella nostra regione è un grande onore. La città di Lucignano si presenta esattamente come era il 3 agosto del 1554, quando le chiavi della Fortezza furono consegnate ai fiorentini: è dunque il borgo ideale per vivere questo momento a livello nazionale”.

“Lucignano, con le sue eccellenze e la sua proverbiale capacità di accoglienza, è pronta a dare il benvenuto ai delegati de I Borghi più belli provenienti da tutta Italia”, così Roberta Casini – sindaco della cittadina in provincia di Arezzo, famosa per la sua singolare forma ellittica che ne contraddistingue il centro abitato, per l’Albero d’Oro e per la Maggiolata – annuncia orgogliosamente l’appuntamento settembrino del Festival Nazionale de I Borghi più belli d’Italia, giunto alla quindicesima edizione. Un week end full immersion, da venerdì 8 a domenica 10 settembre, in cui il Borgo toscano – nel cuore della Valdichiana aretina – sarà sede del Festival nazionale dell’associazione presieduta da Fiorello Primi: “Lucignano è un luogo splendido, capace, come tanti piccoli centri italiani, di svolgere un ruolo importante per rimettere in gioco le giuste economie atte a valorizzare il territorio e la qualità della vita”.

Un programma convegnistico articolato su temi variegati, le intense quanto suggestive esibizioni di alcuni tra i Gruppi Storici più rappresentativi dei Borghi toscani, costituiscono una cornice di grande eccellenza ai grandi protagonisti del Festival: gli oltre 350 Borghi che fanno parte dell’Associazione. Suddivisi in aree regionali, si presentano all’appuntamento lucignanese con le loro specificità identitarie, permettendo al visitatore di cogliere una straordinaria visione d’insieme della Bellezza italiana, rappresentata dai suo(I) Borghi più belli. Nel pomeriggio di venerdì 8 settembre, l’apertura del Festival, a cura del sindaco di Lucignano Roberta Casini e del presidente nazionale dell’associazione Fiorello Primi, dà il via alla kermesse. A seguire, la trattazione di un tema di grande attualità, che costituisce una sorta di leit motiv dell’intero Festival, ovvero, la sostenibilità. Tema assai caro ai 29 Borghi toscani aderenti all’associazione che, lo scorso 31 maggio, proprio a Lucignano, hanno firmato il Manifesto sulla sostenibilità, ormai conosciuto come Manifesto di Lucignano, fermamente impegnati a “promuovere una sostenibilità a tutto campo, affrontando temi fondamentali per i Borghi, da quelli sociali agli economici, non trascurando il dissesto idrogeologico, la questione sismica e lo spopolamento dei piccoli centri”, come sottolineò lo stesso presidente Primi alla firma del documento, impegnandosi anche ad estenderne la partecipazione a tutti i Borghi italiani ed europei appartenenti alla Federazione Internazionale Les Plus Beaux Villages de la Terre. Il convegno, moderato dalla coordinatrice toscana dell’associazione Elisabetta Giudrinetti, si articola con gli interventi di Mauro Guerra, esperto di comunità energetiche rinnovabili, del sindaco di Loro Ciuffenna, Moreno Botti, ispiratore del Manifesto stesso e di Giorgio Santini, responsabile delle relazioni con i Comuni e Regioni in Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), presente al Festival anche con il proprio patrocinio.

Due vanti locali, il Gruppo Storico e quello Folcloristico di Lucignano, alla presenza delle Autorità presenti, sono la cornice folkloristica attorno alla quale si apre ufficialmente il Festival, sabato 9 settembre. Spazio poi a vari momenti convegnistici e di riflessione, anche in collaborazione con Toscana Promozione: Gli italiani nel mondo, partenza e ritorno nei borghi d’origine, alla presenza di Angelo Sollazzo, presidente Confederazione Italiani nel Mondo. Riccardo Cuomo, direttore Borsa Merci Telematica Italiana, fa il focus sul Progetto M.I.B. per la tutela delle produzioni e del paesaggio culturale delle aree interne. L’esperienza di Vetrina Toscana è al centro del convegno con Mauro Carbone, esperto di turismo enogastronomico, che ci suggerisce che è il “gusto che motiva il viaggio nei piccoli centri”. Il post covid, la riscoperta e la rinascita dei piccoli borghi da dove è possibile lavorare in smart working, sono l’argomento della presentazione dei libri di Francesco Spanò e Antonio Luna, mentre Serena Pellegrino tratta della Bellezza in Costituzione. Dopo il contributo di Massimo Bray, già ministro per i Beni culturali e attuale direttore editoriale dell’Enciclopedia Treccani, il giornalista Osvaldo Bevilacqua assieme ad Alessandro Pappalardo, consigliere ENIT, incontrano gli Ambassador de I Borghi più belli d’Italia. Infine, il ruolo della governance a livello territoriale per politiche di promozione di tutta la filiera è il tema trattato da Magda Antonioli (consigliere ENIT) e da Confagricoltura, conclude la seconda giornata del Festival. Il filone ambientale è l’abbrivio domenicale con Alessandra Bonfanti di Legambiente e la sua riflessione su Mobilità dolce per un turismo sostenibile. Grande attesa per l’intervento del presidente nazionale della Coldiretti, Ettore Prandini (Combattere lo spopolamento con lo sviluppo e la valorizzazione delle produzioni agricole), uno degli interventi clou per il futuro dei Borghi. Prima della cerimonia finale della tre giorni lucignanese – che si conclude con la consegna della bandiera dei Borghi ai rappresentanti della Calabria, Regione che ospiterà la prossima edizione del Festival dei Borghi più belli d’Italia, nei comuni di Oriolo e di Rocca Imperiale – i Borghi partecipanti al Festival consegnano al Comune di Lucignano un arbusto, proveniente dal loro territorio, per la realizzazione del Parco della biodiversità dei Borghi più belli d’Italia in Lucignano. Presenti al Festival non solo i Borghi – suddivisi per provenienza regionale – ma anche artigiani e produttori enogastronomici dai quali è possibile degustare la variegata offerta e migliore tipicità enogastronomica borghigiana, nella suggestiva atmosfera dei vicoli lucignanesi, animata da musica live e da gruppi folkloristici storici. “Il Festival Nazionale che quest’anno è ospitato in questa meravigliosa terra, che è la Toscana – dichiara il Presidente de I Borghi più belli d’Italia, Fiorello Primi – è una tra le numerose occasioni che l’Associazione offre ai Comuni aderenti per raccontarsi e raccontare insieme la Bellezza dell’Italia dei Borghi e delle loro comunità”. Il Festival nazionale de I Borghi più belli d’Italia è organizzato dall’omonima associazione nazionale e dal comune di Lucignano. Gode del patrocinio della Regione Toscana, di Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), enciclopedia Treccani e della Camera di Commercio Arezzo-Siena.

Archeotrekking e non solo, torna a Murlo il Festival BluEtrusco

Archeotrekking e non solo, torna a Murlo il Festival BluEtruscoMilano, 25 ago. (askanews) – Conferenze, escursioni di archeotrekking, archeologia sperimentale, cucina tradizionale, laboratori e ricostruzioni didattiche. Sono alcune delle attività previste per la due giorni del festival internazionale BluEtrusco, la manifestazione, giunta all’VIII edizione, nata per promuovere e far conoscere la cultura etrusca. Il tema di quest’anno è “Signori d’Etruria”, una linea narrativa che collegherà tutte le attività presenti. La manifestazione, sotto il patrocinio del ministero del Turismo, si svolgerà il 26 e il 27 agosto nell’ambito dei festeggiamenti regionali della Giornata degli Etruschi.

Per due giorni sarà coinvolto l’intero castello di Murlo, in Provincia di Siena. Le sale del museo prenderanno vita come fossero le stanze private dei signori etruschi che nel VI secolo a.C. vivevano nel principesco palazzo di Poggio Civitate, sui tre piani del museo sarà possibile approfondire ed esplorare tematiche specifiche attraverso la ricostruzione di differenti ambientazioni rievocative; nella piazza del castello, invece, sarà idealmente rievocato un giorno di mercato, con i banchi degli artigiani all’opera, la scuola militare e la scuola scrittoria. Le attività di archeologia sperimentale, operata da archeologi specializzati accompagneranno nella bottega di un fabbro di VI secolo e mostreranno come venissero realizzati alcuni monili e utensili in bronzo, artigiani della ceramica sveleranno i segreti sulla come fossero prodotte alcune delle ricche decorazioni architettoniche che abbellivano i palazzi dei signori etruschi e oggi conservate all’interno del museo archeologico. Altre sezioni sperimentali saranno dedicate alla realizzazione di profumi e unguenti da corpo, uguali a quelli prodotti nell’ambito del Mediterraneo antico.

All’interno del museo, distribuiti sui piani, sarà possibile scoprire le installazioni didattiche delle associazioni Suodales ed Herentas che racconteranno alcuni aspetti della vita dei signori etruschi all’interno del Palazzo di Poggio Civitate. Fuori dal museo, nella piazza delle Carceri e negli spazi contigui sarà proposta una ideale rievocazione di della vita attorno al palazzo, in particolare si tenterà di ricostruire un giorno di mercato all’interno del grande cortile della residenza di Poggio Civitate, sovrapponendo idealmente il perimetro del cortile antico con l’attuale area della piazzetta. Da sabato pomeriggio a tutta la giornata di domenica, mattina inclusa, saranno organizzate varie aree tematiche dedicate ai molteplici aspetti della vita quotidiana del mondo antico. Sarà possibile vedere all’opera un fabbro specializzato nella lavorazione dei metalli, con la sua forgia per le armi e il suo tavolo con tutti gli strumenti (Herentas). Si potranno osservare tutti gli allestimenti didattici presenti di varia tipologia: da quello dedicato alla guerra e al combattimento nel mondo etrusco (Suodales), alle dimostrazioni e didattiche sul tiro con l’arco – dove sarà possibile tirare! – degli Avxilia legionis.

Per il programma dettagliato della due giorni: https://www.visitmurlo.it/it/bluetrusco https://www.facebook.com/BluEtruscoMurlo

Livorno, fino al 27 agosto il IV Festival Mascagni 2023

Livorno, fino al 27 agosto il IV Festival Mascagni 2023Milano, 24 ago. (askanews) – E’ partito il rush finale della IV edizione del Mascagni Festival a Livorno con l’opera Silvano, il dramma marinaresco di Mascagni che ebbe la sua première alla Scala di Milano nel marzo 1895 su versi di Giovanni Targioni Tozzetti, il fedele librettista coautore della più fortunata e celebre Cavalleria rusticana di soli 5 anni precedente. “Si tratta di un titolo mascagnano poco frequentato anche nella sua città natale” – ha spiegato il direttore artistico del Festival Marco Voleri – Un’opera dagli ampi pregi musicali che ha, sicuramente, meritato di essere riascoltata e riscoperta poiché inserita in quella dimensione verista che il nostro Festival vuole mantenere, come campo di studio e di analisi, all’interno della Mascagni Academy”. Il Festival gode del patrocinio del Comitato Promotore Maestro Pietro Mascagni.

Questa sera il secondo appuntamento su Terrazza Mascagni con il reading musicale in prima assoluta “Mascagni incontra D’Annunzio”, con Alessandro Haber e Giampiero Ingrassia. Prodotto dal Mascagni Festival, con il patrocinio del Comitato Promotore Pietro Mascagni, lo spettacolo si avvarrà della mise en scene di Marco Voleri, direttore artistico del Festival, con la partecipazione del soprano giapponese Yuko Tsuchiya e Massimo Salotti al pianoforte: “Già nella passata edizione del Festival – sottolinea Voleri – affrontammo il racconto, non senza punte ironiche, delle personalità di due dei più grandi mostri sacri del panorama culturale italiano di tutti i tempi: Giovanni Verga e Pietro Mascagni, legati dalle vicende di Cavalleria rusticana. Dicemmo, allora, come lo spettacolo intendesse aprire un percorso teso all’approfondimento della vita di Mascagni e dei suoi rapporti con alcuni illustri profili culturali del suo tempo, con il preciso scopo di aprire il festival ad una serie di contaminazioni tra lirica, musica e prosa. È il caso delle vicende legate alla nascita dell’opera Parisina e della ricchezza di rapporti umani ed artistici (e spesso di scontri) con Gabriele D’Annunzio, ancora una volta grazie alla brillante drammaturgia di Alessandro Rossi”.

Arezzo, dal 22 al 26 agosto il Concorso Polifonico Internazionale

Arezzo, dal 22 al 26 agosto il Concorso Polifonico InternazionaleRoma, 12 ago. (askanews) – Una settimana di concerti, concorsi, convegni e masterclass con approfondimenti sul mondo della coralità, che si svolgeranno in diversi luoghi di Arezzo: Caurum Hall – Auditorium Guido d’Arezzo; Basilica di San Domenico; Chiesa dei Santi Michele e Adriano; Teatro Pietro Aretino; Fortezza Medicea; Fondazione Guido d’Arezzo.

Dal 22 al 26 agosto torna ad Arezzo la settimana del Concorso Polifonico Internazionale Guido d’Arezzo giunto alla sua 71esima edizione: sei giorni di concerti, concorsi, workshop e approfondimento sul mondo della coralità a livello internazionale. Anche quest’anno un rinnovato interesse internazionale nei confronti della manifestazione attestato dalla presenza di ben 13 cori in concorso: Hots Abesbatza, Paesi Baschi – Spagna; The Archipelago Singers, Tangerang Selatan – Indonesia; VU-Kamerkoor, Amsterdam – Paesi Bassi; Coro da Camera di Torino; Coro Musicanova, Roma; Palawan State University Singers (PSUS), Puerto Princesa City – Filippine; Coro de Dones de la Universidad de Ia Islas Baleares (UIB), Palma – Spagna; Coro Feminino do Conservatório do Vale Suousa (CVS), Lousada – Portogallo; Rondo Vocal Ensemble, Wroclaw – Polonia; Evoke, Londra – Regno Unito; Lund Academic Choir, Lund – Svezia; New Dublin Voices, Dunboyne, Meath – Irlanda; Madrid Youth Choir, Madrid – Spagna. 

“Nel ‘cammino’ di Arezzo verso l’affermazione di ‘Città della Musica’, il Polifonico occupa un posto privilegiato per storia, tradizione, vocazione primaria, caratterizzando ormai da oltre sette decenni il nostro panorama musicale e artistico con le voci più belle, capaci di offrire un ventaglio incomparabile di repertori, stili, autori, ispirato ad una rigorosa ricerca interpretativa – dichiara il sindaco e presidente della Fondazione Guido d’Arezzo Alessandro Ghinelli -. La prossima si annuncia ancora una edizione di altissima qualità, a conferma di una manifestazione che si distingue per unicità in Italia e nel mondo”. “Il Polifonico di quest’anno, arrivato alla sua 71ª edizione, si apre all’insegna di una interessantissima novità – dichiara il direttore delle attività polifoniche Luigi Marzola – la maggior parte delle sezioni del concorso si svolgerà all’interno della Caurum Hall – Auditorium Guido d’Arezzo, in cui, dopo anni di completo inutilizzo e grazie alla Fondazione Guido d’Arezzo in collaborazione col Politecnico di Milano, è stato rimesso in funzione il sistema di riverberazione computerizzato progettato specificamente per quella sala nello stesso momento della sua edificazione. Naturalmente le giornate del Polifonico non si dimenticano della storia e della bellezza di alcuni luoghi del centro storico di Arezzo in cui si svolgeranno convegni, concerti, masterclass e festival dedicati alla musica corale. Non mancheranno inoltre i concerti in provincia ospitati quest’anno dai comuni di Sansepolcro, Castiglion Fibocchi e Castel Focognano. Vi aspettiamo quindi per condividere la bellezza della cultura della diversità, dell’integrazione, dell’interferenza e dell’incontro che i cori presenti sapranno regalarvi attraverso un magico caleidoscopio sonoro”.

Come sempre la giuria del Concorso Polifonico Internazionale Guido d’Arezzo sarà formata da illustri professionisti provenienti da tutto il mondo: Brady Allred (Stati Uniti), Toh Ban Sheng (Singapore), Ambrož Copi (Slovenia), Petra Grassi (Italia), Ko Matsushita (Giappone), Piero Monti (Italia), Mats Nilsson (Svezia).  Info e programma: www.fondazioneguidodarezzo.com; www.polifonico.org

Gabriele Ametrano nominato direttore artistico di Giunti Odeon

Gabriele Ametrano nominato direttore artistico di Giunti OdeonMilano, 26 lug. (askanews) – Gabriele Ametrano è stato nominato direttore artistico di Giunti Odeon, il nuovo concept di libreria che avrà un marchio tutto nuovo, GO, definito strategico dal Gruppo Giunti e che aprirà i battenti a Firenze in autunno. Si tratta di una libreria ibrida che sorgerà nei locali dello storico cinema fiorentino – dove non verrà meno la programmazione cinematografica – e che pure vedrà nascere, nel centro di Firenze, un vero e proprio spazio multi culturale, grande, aperto alla partecipazione della comunità e destinato a diventare un centro d’incontro per le arti nelle sue diverse espressioni – dal libro alla musica, fino alle mostre, ai laboratori teatrali per bambini e agli eventi.

La nascita di GO – Giunti Odeon è possibile grazie al progetto culturale innovativo pensato da Giunti editore e dalla famiglia Germani che ha gestito per 86 anni la prestigiosa sala fiorentina. L’inaugurazione di GO, (il Cinema-Teatro fu realizzato nel rinascimentale Palazzo dello Strozzino ad opera di nomi celebri dell’architettura italiana: Coppedé e Piacentini) avverrà, nel prossimo autunno, dopo i lavori di ristrutturazione che sono in corso. Gabriele Ametrano è stato di recente insignito del Fiorino d’oro, il premio che la Città di Firenze riserva alle personalità che si sono distinte per un’opera al servizio della comunità. Dal 2018 dirige “La Città dei Lettori”, manifestazione che ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nel contesto delle rassegne culturali del Paese. Altro riconoscimento gli è stato dato nel 2022, quando la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci lo ha nominato “Amico della Domenica”.

“Ringrazio il gruppo editoriale Giunti e l’Amministratore Delegato Martino Montanarini per aver riposto fiducia nella mia professionalità e avermi proposto di condurre il percorso culturale di GO – Giunti Odeon – spiega Ametrano -. Il mio ruolo di direttore artistico di GO – Giunti Odeon si affiancherà alla visione che questo progetto ha da sempre incarnato: restituire a Firenze gli spazi della cultura. In sinergia con le istituzioni e le realtà culturali della città, GO – Giunti Odeon sarà una ‘casa della cultura’, aperta a visioni artistiche nazionali e internazionali, che permetteranno al pubblico di vivere e interagire con gli spazi, con le attività teatrali e musicali, con le proiezioni cinematografiche e con gli ospiti che verranno chiamati a testimoniare il nostro contemporaneo e le eccellenze del passato. Siamo di fronte ad un nuovo capitolo nella storia culturale di Firenze, un nuovo ed emozionante percorso collettivo che porterà nuova luce sulla città”. Il benvenuto di Giunti editore ad Ametrano è nelle parole dell’Amministratore Delegato Martino Montanarini: “Sono molto soddisfatto che Gabriele Ametrano abbia accettato il ruolo di direttore artistico del nuovo corso del cinema Odeon, insieme vorremmo trasformare questo luogo, così caro ai fiorentini, in uno spazio aperto alla città e alla cultura in tutte le sue forme. Ritengo che Gabriele sia la persona giusta per realizzare questo obiettivo, visto l’eccellente risultato del progetto “La Città dei Lettori”.

Prima edizione del Premio Letterario “Leopoldo II di Lorena”

Prima edizione del Premio Letterario “Leopoldo II di Lorena”Milano, 14 giu. (askanews) – Il Cassero Senese di Grosseto ha accolto sabato scorso la prima edizione del Premio Letterario “Leopoldo II di Lorena”, organizzato dalla neocostituita Incipit Associazione ETS, in collaborazione con il portale culturale “PuntoZip – La cultura in un piccolo spazio” con 65 finalisti.

La serata è stata condotta da Gabriele Baldanzi e da Laura Sbrana Adorni. Sono stati premiati 18 lavori nelle sei categorie e assegnate complessivamente 14 menzioni d’onore. I tre premiati della sezione “libri inediti” hanno vinto la pubblicazione del loro lavoro rispettivamente con le case editrici SEM, Arkadia e Altre Voci. In tutte le altre categorie, il vincitore ha ricevuto un premio in denaro, il secondo classificato un’opera d’arte e il terzo un trofeo. E’ stato inoltre assegnato un premio in denaro ad una Associazione attiva nel mondo della solidarietà.

L’evento ha preso il via con una degustazione di vini della Cantina Biologica Basile a cura dello stesso Giovan Battista Basile e di sua moglie Ilaria Ventre, coadiuvati dai sommelier della Scuola Europea Sommelier. La Cerimonia di Premiazione a cura della stessa Laura Sbrana Adorni con la collaborazione dell’artista Anastasia Marano, ha visto la partecipazione di ballerine e musicisti, allievi del Polo Bianciardi di Grosseto, coordinati dalla prof.ssa Patrizia Porti e dal prof. Andrea Coppini, alla presenza della dirigente Barbara Rosini. Insieme a loro si sono esibiti, alternandosi, i pianisti Davide Curci e Roberto Foschi, nonchè gli attori di Confine Zero Eleonora Guelfi e Francesco Tozzi. Hanno letto stralci delle opere vincitrici Laura Ormezzano e Andrea Strati del Laboratorio Teatrale Ridi Pagliaccio. A fare gli onori di casa il Presidente dell’Associazione Incipit ETS Carlo Legaluppi e il direttore di PuntoZip Luca Ceccarelli. Presenti, in rappresentanza della Giuria, Maria Teresa Casella, Ilaria Guidantoni, Nicola Vacca e Paolo Zagari.

Firenze, il 2022 di Palazzo Strozzi: 340mila visitatori e indotto

Firenze, il 2022 di Palazzo Strozzi: 340mila visitatori e indottoMilano, 6 giu. (askanews) – Il 2022 della Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze ha visto la partecipazione di oltre 340mila visitatori a mostre dato vita a dibattito culturale a livello internazionale. Nel corso dell’anno, che dalla Fondazione viene definito di “straordinario successo”, si sono succeduti tre progetti espositivi: la grande esposizione dedicata a Donatello, uno dei padri del Rinascimento, il progetto Let’s Get Digital! dedicato alla rivoluzione dell’arte degli NFT e la mostra “Nel tuo tempo”, che ha proposto una visione totalmente unica del Palazzo da parte del celebre artista contemporaneo Olafur Eliasson. Nel corso dell’anno sono state inoltre 80.000 le persone che hanno partecipato ad attività didattiche, eventi e iniziative collegate alle mostre. Questi successi confermano la natura di Palazzo Strozzi come laboratorio unico per l’arte e la cultura nel segno della ricerca scientifica e dell’accessibilità.

Dalla sua nascita, la Fondazione Palazzo Strozzi ha prodotto e organizzato oltre sessanta mostre che spaziano dall’arte antica a quella contemporanea – afferma Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi – Il 2022 ha segnato una conferma e un rilancio del nostro approccio a creare un dialogo reale ed efficace fra tradizione e innovazione. Ogni progetto è il risultato dell’incontro tra il nostro Palazzo e gli artisti, o di ricerche e studi che restituiamo attraverso una mostra, che non si limita mai a essere un mero display ma una piattaforma per la creazione e la diffusione della cultura. La grande mostra Donatello, il Rinascimento promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dai Musei del Bargello ha rappresentato la più completa retrospettiva mai realizzata dedicata uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. L’esposizione ha raggiunto il risultato di circa 150.000 visitatori a Palazzo Strozzi e circa 117.000 al Museo Nazionale del Bargello, diventando una delle mostre di arte antica più visitate della storia della Fondazione. Evento culturale di punta del 2022, l’esposizione è stata premiata come migliore esposizione dell’anno 2022, dalla rivista internazionale Apollo Magazine e dalla prestigiosa classifica del Giornale dell’Arte.

In concomitanza con questa importante mostra, l’esposizione “Let’s Get Digital!” ha proseguito la programmazione del progetto Palazzo Strozzi Future Art, sviluppato con la Fondazione Hillary Merkus Recordati. Il progetto ha portato negli spazi della Strozzina e del cortile di Palazzo Strozzi la rivoluzione degli NFT e delle nuove frontiere dell’arte digitale attraverso la monumentale installazione in cortile di Refik Anadol e le opere di Anyma, Daniel Arsham, Beeple, Krista Kim e Andrés Reisinger. In solo due mesi e mezzo di apertura Let’s Get Digital! è stata visitata da oltre 26.000 persone diventando un caso nazionale e testimoniando il grande interesse per il fenomeno NFT, che la mostra ha affrontato con un approccio volto ad avvicinare il grande pubblico. Nella seconda parte dell’anno la mostra “Nel tuo tempo” ha permesso al pubblico di entrare nel mondo di Olafur Eliasson, uno degli artisti più originali e visionari della nostra epoca. Attraverso installazioni immersive che mettono al centro il visitatore, la mostra ha proposto un percorso di coinvolgimento e partecipazione per oltre 163.000 persone: un risultato straordinario che premia il lavoro della Fondazione e del suo modo di “fare mostre”, sempre ricercando un dialogo con i propri pubblici e stimolando un confronto diretto con il nostro palazzo.

Il bilancio della Fondazione Palazzo Strozzi ha chiuso l’anno in positivo, superando in termini di volumi, grazie al successo delle mostre organizzate e a una efficace gestione finanziaria, anche i risultati d’esercizio precedenti alla crisi pandemica da Covid-19. Complessivamente i proventi sono stati pari a circa 10,6M€, di cui il 39% (4,2M€) derivante da ricavi propri (biglietteria, merchandising, etc.), il 38% (4,0M€) da risorse private (sponsor, donazioni, contributi dei sostenitori privati, etc.), il 14% (1,4M€) da contributi erogati dai sostenitori pubblici della Fondazione e il 9% (1,0M€) da contributi straordinari ministeriali. A fronte di questi proventi, la Fondazione ha sostenuto costi pari a 10,0M€, così suddivisi: 69% (6,9M€) costi diretti di produzione delle esposizioni e degli eventi a esse correlati, 1,6M€ (16%) costi di struttura diretti e 1,5M€ di ammortamenti e spese generali, conseguendo una variazione positiva del fondo di dotazione pari a oltre 0,5M€. Rispetto al 2021 si registra un incremento dei ricavi, pari a 3,4M€, che va attribuito principalmente all’aumento degli introiti da biglietteria (+78% rispetto all’anno precedente) e delle sponsorizzazioni private (+39% rispetto all’anno precedente). Tale risultato nasce dal notevole successo delle mostre organizzate, capaci di attrarre un pubblico vasto e diversificato, e dalla capacità di attrarre finanziatori privati attraverso attività di fundraising efficaci.

A Firenze la collettiva Unici di Leonarda Zappulla

A Firenze la collettiva Unici di Leonarda ZappullaRoma, 22 mag. (askanews) – Verrà presentato a Palazzo Ximenes Panciatichi a Firenze, il 9 giugno (dalle ore 10.30 alle ore 18.00), il progetto “UNICI” ideato e curato dal critico d’arte Leonarda Zappulla con lo scopo di approfondire degli studi sulle personalità, le origini e le vite dei 41 artisti contemporanei che ha selezionato e coinvolto al fine di esaltarne, appunto, l’unicità creativa.

“L’individualità artistica, in maniera conscia o inconscia, rende singolare una creazione”, afferma Zappulla, che presenterà le opere a partire dalle 15.30. Una mostra d’arte collettiva, che sarà allestita in occasione della presentazione dell’Annuario Artisti ’23, volume d’arte edito da Sandro Serradifalco e distribuito da Mondadori, che giunto quest’anno alla sua quinta edizione, costituisce un fondamentale punto di riferimento per il collezionismo contemporaneo. L’editore Serradifalco: “Il nostro Annuario si pone l’obiettivo di rappresentare un confronto ragionato tra i grandi lasciti artistici del passato e le più attuali tendenze espressive”. Internamente ci sono dei dossier critici curati da Leonarda Zappulla, relativi al progetto UNICI dedicato a 41 artisti, e ad oltre 500 opere di artisti contemporanei commentate dal critico di chiara fama Vittorio Sgarbi in una speciale sezione dal titolo “Porto Franco”.