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Prezzi latte in Italia e Ue stimati in crescita fino ottobre

Prezzi latte in Italia e Ue stimati in crescita fino ottobreRoma, 4 giu. (askanews) – Prezzo del latte sostenuto e in leggero aumento tra maggio e ottobre in Italia e in Ue grazie a una domanda mondiale vivace, in particolare per quanto riguarda i formaggi, il burro e la panna. Lo prevede l’Osservatorio di Clal.it, punto di riferimento per il comparto lattiero caseario e partner di Fieragricola di Verona.


Sul fronte dei prezzi nel settore lattiero caseario, per l’Italia con valori del latte alla stalla intorno ai 51,50 €/100 kg lo scenario può definirsi mediamente positivo, anche in chiave di remunerazione delle aziende zootecniche. Tutto ciò grazie a costi della razione alimentare in parte in flessione, “con i prezzi della soia e della farina di soia che dovrebbero diminuire nei prossimi mesi, mentre i listini del mais potrebbero segnare una tendenza rialzista”, come ha spiegato Ester Venturelli di Clal e ad un mercato positivo del Grana Padano anche in chiave di export (+22,67% le esportazioni di Grana Padano e Parmigiano Reggiano nei primi due mesi del 2024). Per l’export di formaggi italiani, la crescita delle vendite in volume è stata costante dagli anni Novanta, con un’accelerazione del 67% fra il 2023 e il 2015, anno in cui è stato abolito il regime delle quote latte. Anche in Ue-27 l’export di formaggi vola: +6,6% nei primi due mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2023. “Restano le incognite legate all’andamento energetico, fortemente connesse allo scenario geopolitico, tuttora instabile a causa della guerra in Ucraina, delle tensioni in Medio Oriente e nello stretto di Hormuz e, in proiezione futura, al possibile ricorso ai dazi come misura protezionistica, elemento che potrebbe complicare l’export agroalimentare”, aggiunge Alberto Lancellotti, analista di Clal.


Un altro elemento che potrebbe complicare il quadro concerne i cambiamenti climatici. Secondo le elaborazioni di Clal, le produzioni di latte dei principali Paesi esportatori a livello mondiale “dovrebbero leggermente aumentare dello 0,39% nel periodo compreso fra aprile e settembre 2024, con una crescita superiore in Unione europea, nell’ordine del +0,44%, trascinata nel Vecchio Continente da Francia, Germania, Polonia, ma anche Italia”, prevede Mirco De Vincenzi di Clal. Se si può parlare dunque di segnali positivi per gli oltre 22.600 allevamenti da latte italiani: con una mandria di 2,62 milioni di capi, la nuova geografia delle produzioni che si sta delineando sulla Penisola potrebbe avere effetti in parte destabilizzanti sul mercato del latte spot. Se fra gennaio e febbraio di quest’anno le consegne di latte in Italia sono salite dello 0,7% a 2.193.505 tonnellate, il Nord ha segnato un’accelerazione dell’1,6%, mentre il Centro e il Sud-Isole hanno perso rispettivamente il -4,8% e il -4,7% tendenziale. “In termini concreti significa che al Centro-Sud mancano circa 50 cisterne di latte alla settimana rispetto alla domanda 2023, che vengono acquistate dal Nord Italia, innescando rialzi sul mercato del latte spot”. Lo conferma il balzo (+6,32%) segnato in Borsa merci a Verona dal latte spot lo scorso 20 maggio rispetto alla quotazione della settimana precedente, che ha raggiunto i 50,50 €/100 chilogrammi.

Coldiretti: per cementificazione persi 2 terreni agricoli a giorno

Coldiretti: per cementificazione persi 2 terreni agricoli a giornoRoma, 4 giu. (askanews) – In Italia la cementificazione fa sparire due terreni agricoli al giorno, mettendo in pericolo non solo la produzione alimentare, ma anche la stabilità del territorio, a rischio dissesto e desertificazione e con le coperture artificiali che rendono sempre più devastanti gli effetti dei cambiamenti climatici.


E’ questa la fotografia di Coldiretti, fatta elaborando dati Ispra, alla vigilia della Giornata mondiale dell’ambiente che si celebra il 5 giugno. Secondo il rapporto 2023 dell’Ispra, sono scomparsi nell’ultimo anno 76,8 chilometri quadrati di suolo fertile, alla velocità di 2,4 metri quadri al secondo. La regione con il maggior consumo di suolo è la Lombardia, seguita da Veneto e Campania. La sottrazione di terreni fertili diventa un problema serio anche dal punto di vista alimentare, tanto che si calcola che il consumo di suolo “bruci” cibo per un valore di un miliardo di euro all’anno. Inoltre, si stanno allontanando anche i contadini dai territori, che diventano così sempre più a rischio dissesto. Il risultato è che oltre 9 comuni su 10 in Italia hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane e alluvioni, aggravati dagli effetti del cambiamento climatico, in base all’ultimo rapporto Ispra.


Anche in questa ottica, ricorda Coldiretti, è importante lo stop al fotovoltaico selvaggio venuto dal recente Dl Agricoltura approvato dal Governo. “Negli ultimi anni a livello europeo si è alimentata una visione ideologica e irrealistica – sottolinea Coldiretti in una nota – che metteva in contrapposizione agricoltura e ambiente quando, invece, è proprio la presenza delle aziende agricole a garantire una costante tutela del territorio dai pericoli legati al dissesto come agli incendi”. “E’ essenziale in tale ottica accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da anni in Parlamento e che – conclude Coldiretti – potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia, consentendo ancora una volta al nostro Paese di fare da apripista in Europa, come già accaduto per la carne sintetica e l’etichetta d’origine”.

Mercati all’ingrosso: in Italia sono 137 ma serve riforma sistema

Mercati all’ingrosso: in Italia sono 137 ma serve riforma sistemaRoma, 4 giu. (askanews) – La rete dei mercati all’ingrosso in Italia è un asset strategico per una filiera agroalimentare più efficiente e più equa, ma serve una riforma del sistema che porti ad vere mercati più grandi con maggiore sinergia e visione. E’ quanto emerge dalla indagine “I Mercati all’Ingrosso nella Filiera Agroalimentare” condotta da Ismea presso il network di riferimento di Italmercati, partner dell’iniziativa.


In Italia operano 137 strutture, un numero sei volte superiore a quello di Spagna e Francia, da cui transitano circa il 50% dell’offerta ortofrutticola complessiva, il 33% di quella ittica e il 10% delle carni. Quote che, ad eccezione dell’ortofrutta, risultano significativamente inferiori a quelle di analoghe realtà di altri paesi Ue. Il sistema italiano dei mercati all’ingrosso, come emerge dal Rapporto presentato oggi al Cnel, è una realtà molto composita e frammentata, dove alla maggiore densità di strutture rispetto ai partner europei corrisponde un giro d’affari più contenuto, ma con un potenziale ruolo cruciale nel favorire un riequilibrio nella distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare. “In una congiuntura difficile per le imprese, con ricadute soprattutto sulla tenuta dei redditi, schiacciati dagli alti costi di produzione, – ha commentato il direttore generale di Ismea Maria Chiara Zaganelli – i mercati all’ingrosso possono assumere un importante ruolo di stimolo per favorire un processo virtuoso, indirizzato a una più equa ripartizione del valore lungo la filiera e meno penalizzante per le imprese agricole, l’anello strutturalmente più debole. Su questo fronte la nostra indagine ha messo in evidenza i fattori di criticità che non consentono di garantire la presenza diretta degli agricoltori nei mercati all’ingrosso”


Lo studio di Ismea presso il network di Italmercati, costituito da una rete di 22 strutture, distribuite in 14 regioni italiane, quantifica un giro d’affari di 115 milioni di euro, un valore che raggiunge la ragguardevole cifra di 11 miliardi se si considerano anche le attività delle 4.000 realtà economiche operative nei mercati, tra distributori, aziende agricole, bar, ristoranti, facility provider e servizi accessori, con il coinvolgimento quotidiano di 26 mila addetti.

In Italia spreco alimentare genera 2% emissioni nazionali CO2

In Italia spreco alimentare genera 2% emissioni nazionali CO2Roma, 4 giu. (askanews) – Le emissioni CO2 sono legate anche allo spreco alimentare: un’equazione confermata dai dati dell’Osservatorio Waste Watcher International che, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, diffonde oggi la campagna Spreco Zero. A fronte del peso settimanale medio di cibo sprecato e pari a 566,3 grammi pro capite, vale 2,51 Kg la CO2 equivalente prodotta. Un calcolo che, per lo spreco annuale pro capite di 30 Kg circa porta alla quantità di 130,52 Kg di CO2 equivalente, ovvero la stessa emissione che produce un’auto di media cilindrata per percorrere un tratto di strada di 1100 Km.


Lo spreco domestico italiano produce quindi ogni anno ben 7,8 milioni di tonnellate CO2 equivalente, ovvero circa il 2% delle emissioni nazionali. Alla luce del protocollo di Kyoto, che prevedeva la riduzione del 3% delle emissioni nazionali, è evidente che diminuendo lo spreco alimentare saremmo già a buon punto in questa direzione. Il rapporto “Il caso Italia” dell’Osservatorio Waste Watcher International di Last Minute Market/Spreco Zero, su monitoraggio Ipsos/Università di Bologna, fotografa uno spreco pro capite di circa 30 kg di cibo all’anno, al costo di 290 euro annui a famiglia, quindi oltre 7 miliardi e mezzo a livello nazionale per il cibo gettato nelle case e 13,5 miliardi nell’impatto sull’intera filiera agroalimentare italiana.


L’impronta idrica del solo spreco alimentare domestico in Italia incide per 151,469 miliardi di litri d’acqua, una rappresentazione in bottiglie d’acqua da mezzo litro metterebbe in fila ben 302.938 miliardi di bottiglie, che equivalgono a oltre 4 volte il giro del nostro pianeta.

Sbarca in Sardegna progetto valorizzazione salicoltura di Confagri

Sbarca in Sardegna progetto valorizzazione salicoltura di ConfagriRoma, 4 giu. (askanews) – È stato presentato questa mattina, nelle Antiche officine della Salina Conti Vecchi di Macchiareddu ad Assemini (CA), il progetto di valorizzazione nazionale della salicoltura “L’agricoltura coltiva il sale”, elaborato da Confagricoltura e Saline marine italiane. A fare gli onori di casa il presidente di Confagricoltura Sardegna e neoeletto in Giunta nazionale, Paolo Mele, che ha accolto il direttore generale dell’organizzazione di categoria, Annamaria Barrile, e quindi la presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Alessandra Todde, intervenute a inizio lavori.


Il 27 settembre 2023, a Roma, è nato il coordinamento tra gli imprenditori agricoli e della produzione del sale marino italiani: Confagricoltura e le società di gestione delle Saline di mare dell’Italia hanno formalizzato la loro collaborazione dettata dai molti punti in comune tra l’attività agricola e la coltivazione del sale marino. Primo obiettivo: dimostrare che la coltivazione del sale marino è assimilata all’attività agricola, dando così riconoscimento a un comparto che opera nella salvaguardia del territorio, dell’ambiente e dell’ecosistema producendo un elemento naturale di grande valore nutrizionale. L’obiettivo finale è quello di definire una legge che fissi i criteri normativi per assimilare la salicoltura marina con l’attività agricola. Tra i firmatari del progetto, oltre a Confagricoltura, ci sono le società di gestione delle Saline di mare italiane Atisale Spa (Puglia e Sardegna); Sosalt Spa e Isola Longa in Sicilia; Saline Ing. Luigi Conti Vecchi in Sardegna; Parco della Salina di Cervia in Emilia-Romagna. Come sostenitori partecipano inoltre le saline di Trapani Oro di Sicilia, Ettore e Infersa e Isola di Calcara.


“Le saline di mare costituiscono un forte richiamo turistico. Avvicinando la salicotura marina all’attività agricola si avrebbe una sinergia tra i due comparti che sicuramente porterebbe ad una valorizzazione turistica, aumentando il legame tra territorio e prodotti agroalimentari, a favore dell’economia del Paese”, ha detto il direttore generale di Confagricoltura, Annamaria Barrile. “Su questa linea Confagricoltura – ha aggiunto Barrile – ha recentemente istituito il ‘Gruppo di lavoro Mare’ proprio partendo dalla volontà di voler coinvolgere maggiormente i rappresentanti della salicoltura marina e considerando che la blue economy è un comparto sul quale da diversi anni l’Europa e l’Italia stanno prestando molta attenzione. L’Italia, infatti, si colloca al terzo posto per contributo alla formazione del valore aggiunto del settore in ambito europeo”.

Presidio oltranza agricoltori a porto Bari dopo caso grano turco

Presidio oltranza agricoltori a porto Bari dopo caso grano turcoRoma, 4 giu. (askanews) – Presidio a oltranza degli agricoltori di Coldiretti al porto di Bari, dopo i controlli delle forze dell’ordine sulla nave Alma, battente bandiera maltese e contenente un carico di 26mila tonnellate di grano di origine turca, che secondo le informazioni circolate sin dalla settimana scorsa era stata respinta dalla Tunisia. Lo rende not Coldiretti Puglia, dopo che con l’azione del Governo sono stati effettuati i controlli sulla nave.


“Occorre fermare le importazioni sleali, introducendo con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno”, spiega l’associazione degli agricoltori.

Confagri Toscana: su olio Evo serve uno scatto sulla promozione

Confagri Toscana: su olio Evo serve uno scatto sulla promozioneRoma, 4 giu. (askanews) – “In Toscana si sta investendo molto su innovazione e qualità. Abbiamo una enorme ricchezza nelle Dop e Igp che ci permettono di confermarci come una regione decisamente orientata a sostenere la qualità. Ma non basta saper produrre bene, dobbiamo anche valorizzare quello che produciamo, spiegando ai consumatori quanto il nostro olio sia in grado di raccontare del territorio toscano e delle sue cristalline tradizioni che si perdono nella notte dei tempi”. A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, dopo gli Stati generali dell’olio e la riunione del Comitato consultivo del Consiglio Oleicolo Internazionale che si sono svolti a Siena.


“È un momento rilevante per l’olivicoltura italiana per individuare i principali temi su cui costruire anche il futuro Piano olivicolo nazionale – continua Neri – e il ministero tiene molto a questo provvedimento, come evidenziato dall’intervento del sottosegretario, Senatore Patrizio La Pietra. Il comparto deve incrementare la quantità delle produzioni e un aiuto in questo ci arriverà anche dalla selezione dei nuovi cloni delle tipiche e conosciutissime varietà”. “Per la promozione – conclude Neri – bisogna aumentare la consapevolezza dei consumatori: ad esempio in Toscana hanno un ruolo fondamentale le olivicolture definite eroiche, quelle dell’alta collina, dei terrazzamenti e delle zone marginali, che hanno un ruolo indiscutibile nella gestione del suolo e contro i rischi idrogeologici, ma sono in pochi a saperlo. Serve una costante e continua promozione di questo elegante e spigoloso prodotto, tanto pregiato quanto bisognoso di essere accompagnato verso lidi più sicuri e confortevoli”.

Olio Toscano Igp: la sfida è aumentare la produzione del 20%

Olio Toscano Igp: la sfida è aumentare la produzione del 20%Roma, 4 giu. (askanews) – La sfida è aumentare la produzione al 20%, intendificando i controlli a tutela dei produttori e dei consumatori e stipulando accordi bilaterali con paesi extra Ue per estendere la protezione anche in quei paesi che non tutelano i prodotti a marchio. Sono i progetti del Consorzio Olio Toscano IGP, resi noti dal palco degli stati generali dell’Olio extra vergine a Siena. Il Toscano IGP è l’extravergine a denominazione più venduto al mondo con 41 milioni di euro di fatturato. Un successo internazionale che lo rende, però, anche uno dei prodotti del Made in Tuscany più “colpito” dal fenomeno dell’italian sounding.


“È indispensabile intensificare i controlli sui mercati e sul web allargando contestualmente la platea di accordi bilaterali con i paesi extra UE – ha detto il presidente del Consorzio di Tutela, Fabrizio Filippi – per alzare il livello di protezione anche in quei mercati dove oggi i nostri produttori non sono tutelati come per esempio negli Stati Uniti, che è il principale importatore di Toscano IGP, Cina ed altri. Nel corso dell’evento dedicato agli oli DOP IGP e organizzato da Fondazione Qualivita e Origin Italia si è discusso il caso dell’Indicazione Geografica Protetta Toscano che rappresenta il 95% dell’intera produzione certificata della regione in un contesto olivicolo nazionale dove le produzioni IG (50 tra DOP e IGP) segnano appena il 5% dell’olio prodotto in Italia come emerso durante la giornata.


“L’obiettivo è quello di continuare a lavorare per incrementare la produzione certificata, per assecondare una richiesta in crescita, recuperando gli olivi abbandonati che rappresentano oltre il 30% di tutto il patrimonio regionale e puntando decisi sulle varietà regionali ed in modelli di coltivazione sempre più razionali – ha concluso ilpPresidente del Consorzio Toscano IGP – La sfida è di poter aumentare la produzione anche del 20%”.

Lollobrigida: controlli su grano turco proteggono nostre aziende

Lollobrigida: controlli su grano turco proteggono nostre aziendeRoma, 4 giu. (askanews) – “Sulla nave mercantile ormeggiata a Bari sono prontamente scattate le verifiche delle Forze della Cabina di Regia dei controlli dell’agroalimentare del Masaf, con campionamenti e conseguenti analisi di laboratorio per verificare i corretti parametri sanitari. L’obiettivo è contrastare le pratiche commerciali sleali e sostenere la trasparenza nella filiera agroalimentare. Dobbiamo proteggere le nostre aziende e le remunerazioni degli agricoltori, tutelare le persone che acquistano e tenere alto il nome del made in Italy”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervistato dalla Gazzetta del Mezzogiorno.

Lollobrigida: a G7 Agricoltura cooperazione secondo Piano Mattei

Lollobrigida: a G7 Agricoltura cooperazione secondo Piano MatteiRoma, 4 giu. (askanews) – “Al G7 di Siracusa affronteremo temi cruciali a livello mondiale. Una priorità è la sicurezza alimentare, insieme alla costruzione di un’agricoltura più sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Ci concentreremo sulla cooperazione internazionale anche con le Nazioni africane, in linea con il ‘Piano Mattei’”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervistato dalla Gazzetta del Mezzogiorno.