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Carloni: serve equilibrio tra gestione fauna e tutela aziende

Carloni: serve equilibrio tra gestione fauna e tutela aziendeRoma, 24 apr. (askanews) – “La fauna selvatica rappresenta un patrimonio incredibile, ma la gestione della popolazione è diventata una questione complessa, che richiede equilibrio tra la necessità di conservazione delle specie e la gestione del territorio e delle aziende agricole”. Lo ha detto il deputato della Lega e presidente della Commissione Agricoltura Mirco Carloni, a margine della presentazione del libro “Stima dei danni provocati da fauna selvatica alle coltivazioni agricole e al patrimonio ittico e zootecnico” di Massimo Moncelli, a cui hanno anche partecipato il presidente del Consiglio nazionale dei Periti Agrari Mario Braga e il segretario generale della Confael Domenico Marrella.


“Sentire gli agricoltori esasperati dalla presenza di esemplari come il lupo, costretti poi a chiudere le proprie attività, credo sia una sconfitta sopra ogni altra cosa – ha sottolineato Carloni – Perché quando un’azienda con una famiglia alle spalle chiude, lascia sguarnito un territorio in cui difficilmente potranno nascere realtà simili. Serve un approccio tecnico-scientifico, non ideologico, ed è per questo che il libro di Massimo Moncelli, che oggi presentiamo alla Camera dei deputati, può davvero essere un riferimento importante per la stima dei danni provocati dalla fauna selvatica e per le attività di controllo stesse, oltre che per le amministrazioni locali spesso in difficoltà”, ha concluso.

Psa, Ciriani: confronto con Ue per revisione norme su export

Psa, Ciriani: confronto con Ue per revisione norme su exportRoma, 24 apr. (askanews) – “In queste ore si è attivato un confronto con la Comm Europea in cui vogliamo proporre una revisione della normativa finalizzata a inibire l’export solo per quelle aziende che non hanno attuato misure di biosicurezza, superando così l’attuale indirizzo che impone misure di contenimento generalizzate senza tenere conto dei rischi reali”. Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, rispondendo al question time alla Camera a una interrogazione rivolta al ministro dell’Agricoltura sulle misure a salvaguardia della filiera suinicola, gravemente minacciata dal diffondersi della Psa.


“L’Italia – ha ricordato Ciriani – si è attivata anche perchè siano rispettati i pricipi delle safe commodities, ovvero prodotti sicuri quando non in grado di diffondere la malattia. E’ il caso del negoziato con il Giappone – ha detto – e altri negoziati sono in corso con altri paesi che hanno adottato bandi sanitari nei confronti di prodotti della salumeria italiana”. Inoltre, ha ricordato il ministro, in sede di Agrifish il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida “ha sollevato il problema pandemico della Psa, che oggi è presente in varie aree del continente europeo e dell’Asia ed è stato istituito un tavolo di coordinamento con la Francia per lo scambio di informazioni utili”.

Psa, Ciriani: presto nuove misure sostegno ad attenzione Cdm

Psa, Ciriani: presto nuove misure sostegno ad attenzione CdmRoma, 24 apr. (askanews) – “Sono allo studio ulteriori misure di sostegno che saranno a breve portate all’attenzione del Consiglio dei ministri”. Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, rispondendo al question time alla Camera a una interrogazione rivolta al ministro dell’Agricoltura sulle misure a salvaguardia della filiera suinicola, gravemente minacciata dal diffondersi della Psa.


Ciriani ha sottolineato che “si deve intervenire anche in ambito europeo ed internazionale favorendo l’adozione di una normativa per differenziare in modo netto le misure di gestione della fauna selvatica rispetto a quelle finalizzate alla sicurezza degli allevamenti”. Il ministro ha ricordato che il governo “è intervenuto aumentando subito le misure di depopolamento della fauna selvatica e nominando un commissario. La struttura commissariale – ha aggiunto – è stata recentemente rafforzata con la nomina di 3 subcommissari e nuovi fondi. C’è un piano di abbattimento dei cinghiali tra il 60 e l’80% della popolazione presente in un arco di 3-5 anni e – ha detto ancora – l’attuazione dei piani di abbattimento è delegata alle Regioni e c’è anche una collaborazione con l’esercito attiva da diverse settimane”.


Ancora, il Masaf ha ripartito 15 milioni di euro tra le regioni interessate per interventi di biosicurezza e altri 25 milioni per le aziende danneggiate per salvaguardare il sistema allevatoriale e le industrie di trasformazione.

Sindacati: preoccupazione per dipendenti Italian wine brands

Sindacati: preoccupazione per dipendenti Italian wine brandsRoma, 24 apr. (askanews) – “Forte disappunto” l’avvio del trasferimento delle produzioni e il conseguente trasferimento collettivo dei lavoratori di IWB Italia (Italian Wine Brands) dalla sede di Diano D’Alba (Cuneo) a quella di Calmasino di Bardolino (Verona), e per l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo degli addetti alle attività di teleselling di Giordano Vini. E’ quanto scrivono le segreterie nazionali di FAI, FLAI e UILA in una nota congiunta spiegano che le procedure vedono coinvolte complessivamente 44 persone, “che si ritroveranno senza occupazione, visto che il trasferimento da Cuneo a Verona sarà difficilmente realizzabile; in aggiunta alle conseguenze negative per i lavoratori e le lavoratrici ancora in forza a Giordano Vini nonché per tutto l’indotto”.


Solo pochi mesi fa la procedura di acquisizione totale o parziale di diverse realtà vinicole presenti su tutto il territorio nazionale da parte di IWB Italia S.p.a. “si era chiusa con un mancato accordo dettato sia da una non trasparenza degli assetti occupazionali che si sarebbero delineati, sia da una totale assenza di volontà da parte della società di assumere impegni nei confronti della forza lavoro e di reticenza rispetto al piano industriale della nuova realtà”, ricordano i sindacati. Nonostante nella fase di espletamento delle procedure, durate quasi due mesi, l’azienda non avesse mai manifestato criticità, già nei primi giorni dell’anno Fai, Flai e Uila avevano espresso sconcerto e preoccupazione “che si concretizzano oggi nel peggiore dei modi a pochi mesi di distanza con un impatto sociale gravissimo sul territorio di Cuneo”.


Le segreterie nazionali di FAI, FLAI e UILA, quindi, “valuteranno le più idonee azioni a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici di IWB Italia S.p.a. e Giordano Vini”, conclude la nota.

Cia: su imballaggi resta nodo ortofrutta, Ue rimedi

Cia: su imballaggi resta nodo ortofrutta, Ue rimediRoma, 24 apr. (askanews) – Il voto della plenaria del Parlamento Ue sul Regolamento Imballaggi “conferma i miglioramenti raggiunti nell’accordo provvisorio”, convalidando l’introduzione del principio di reciprocità anche per l’import dai Paesi extra-europei e cancellando una volta per tutte proposte inaccettabili per il settore agricolo, come l’obbligo di riuso delle bottiglie di vino e il divieto dei vasi di plastica per i florovivaisti. Restano, invece, in piedi “norme ancora penalizzanti per l’ortofrutta fresca”, per cui Cia-Agricoltori Italiani auspica un nuovo e tempestivo intervento con l’apertura della prossima legislatura.


“Sulla direttiva c’è stato un grande lavoro di tutto il sistema Italia – spiega in una nota il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – Ma rimane critico per noi il divieto di utilizzo degli imballaggi monouso in plastica per frutta e verdura sotto 1,5 kg, che non supporta il settore né sul fronte delle spese né sulla garanzia di una migliore conservazione del prodotto, oltre che rispetto all’obiettivo del contrasto allo spreco alimentare”. Inoltre, aggiunge Fini, “preoccupa il margine ampio di sussidiarietà lasciato ai singoli Stati membri, che rischia di tradursi in un proliferare di disposizioni nazionali eterogenee che contraddicono e minano il mercato unico dell’Ue, creando problemi di competitività e aumenti di costi per le imprese, soprattutto quelle orientate all’export”.


Tutte questioni, conclude il presidente di Cia, “sulle quali confidiamo che il nuovo Parlamento, post elezioni, trovi una soluzione più equa”.

Imballaggi, via libera del Parlamento Ue a nuove norme

Imballaggi, via libera del Parlamento Ue a nuove normeRoma, 24 apr. (askanews) – Via libera del Parlamento europeo a nuove misure sugli imballaggi per renderli più sostenibili e ridurre i rifiuti nell’Ue. Il regolamento, approvato in via definitiva con 476 voti favorevoli, 129 contrari e 24 astensioni, intende affrontare – si spiega in una nota – il crescente problema dei rifiuti da imballaggi, uniformare le leggi del mercato interno e promuovere l’economia circolare. Prima di essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale UE e entrare in vigore, l’accordo dovrà essere approvato formalmente anche dal Consiglio.


“Per la prima volta in una legge ambientale, l’UE sta fissando obiettivi per ridurre gli imballaggi, indipendentemente dal materiale utilizzato – ha commentato la relatrice Frédérique Ries (Renew, BE) – Le nuove norme promuovono l’innovazione e prevedono esenzioni per le microimprese. Il divieto di sostanze inquinanti eterne negli imballaggi alimentari è una grande vittoria per la salute dei consumatori europei. Chiediamo ora a tutti i settori industriali, ai paesi dell’UE e ai consumatori di fare la loro parte nella lotta contro gli imballaggi in eccesso”. Le norme, frutto di un accordo provvisorio con il Consiglio, comprendono obiettivi di riduzione degli imballaggi (del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040) e impongono ai Paesi UE di ridurre in particolare i rifiuti di imballaggio in plastica. Per limitare gli sprechi, è stata stabilita una proporzione massima di spazio vuoto del 50% che si applicherà agli imballaggi multipli e a quelli per il trasporto e per il commercio elettronico. In aggiunta, fabbricanti e importatori dovranno garantire che il peso e il volume degli imballaggi siano ridotti al minimo.


Determinati tipi di imballaggi di plastica monouso saranno vietati a partire dal 1° gennaio 2030. Tra questi figurano gli imballaggi per frutta e verdura fresche non trasformate e per i cibi e le bevande consumati in bar e ristoranti, le monoporzioni (ad esempio condimenti, salse, panna da caffè e zucchero), i piccoli imballaggi monouso utilizzati negli alberghi e le borse di plastica in materiale ultraleggero al di sotto dei 15 micron.

Suinicoltori nord Italia incontrano comm. Straordinario a Psa

Suinicoltori nord Italia incontrano comm. Straordinario a PsaRoma, 24 apr. (askanews) – Un incontro tra i suinicoltori del nord Italia e il commissario straordinario alla Psa Vincenzo Caputo. A organizzarlo è stata Confagricoltira e sul tavolo dei relatori, a fianco del commissario, c’erano Rudy Milani presidente della federazione nazionale di prodotto Suinicola di Confagricoltura, Giovanna Parmigiani componente di Giunta nazionale e presidente della sezione suinicola di Confagricoltura Piacenza ed Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte.


Il commissario ha indicato la via dei distretti suinicoli: aree in cui la presenza del cinghiale deve essere portata a zero. Ha ribadito l’utilità della biosicurezza rafforzata, si è impegnato a farsi carico di chiedere conto delle speculazioni commerciali in corso, soprattutto, ha dialogato e ascoltato gli allevatori che vedono la loro carne deprezzata, da un momento all’altro, in base al ritrovamento di cinghiali positivi alla Psa anche a chilometri dal loro allevamento, pur avendo attuato tutte le misure di difesa necessarie e pur avendo maiali sani. Il commissario ha quindi annunciato l’imminente uscita della nuova determina che dovrebbe intervenire indirettamente sulle pratiche commerciali sleali e che permetterà ai cacciatori che abbattono cinghiali sani in zona di restrizione di consumarne le carni senza uscire dalla zona di restrizione stessa. Il passaggio, spiega in una nota Confagricoltura, più interessante sembra essere quello di coinvolgere attivamente i cacciatori degli Atc chiedendone un distacco per 90 giorni al servizio dello Stato per effettuare i piani di depopolamento.

Granchio blu, Coldiretti a Masaf: serve commissario straordinario

Granchio blu, Coldiretti a Masaf: serve commissario straordinarioRoma, 24 apr. (askanews) – Per far fronte all’emergenza granchio blu serve la nomina di un Commissario straordinario per avviare campagne intensive di cattura, incentivando i pescatori, ripristinando gli habitat lagunari nel delta del Po e riavviando le attività di allevamento con una campagna di semina. E’ la richiesta avanzata dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini in una lettera al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. “Nonostante gli importanti interventi intrapresi dal ministero – si legge nella missiva – la situazione continua a destare forte preoccupazione e malessere tra gli operatori del settore”.


Una situazione che tiene in apprensione solo nel Delta del Po oltre 2.000 tra molluschicoltori e pescatori, con una gran parte dei dipendenti delle cooperative e dei consorzi che si trovano in cassa integrazione e con una difficoltà per gli addetti delle ditte individuali che non possono beneficiarne. L’impatto, riassume Coldiretti Impresa Pesca, si riscontra solo nell’Alto Adriatico interessando le regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-Romagna, il centro e sud Adriatico sono al momento solo lambiti dal problema. Le aree di produzione ittica maggiormente danneggiate, con produzioni ridotte fino all’80%, sono quelle delle lagune, sacche, e fascia costiera dove sono presenti i più grandi allevamenti di molluschi bivalvi (vongole e mitili) d’Europa.


“Il ministero ha già stanziato prima 2,9 milioni di euro per la cattura e smaltimento del granchio blu – si legge nella lettera – e successivamente 10 milioni per l’acquisto di seme e messa in protezione degli allevamenti, risorse utili ma non risolutive”, calcolando che il danno, come sottolinea Coldiretti Impresa Pesca, si ipotizza possa aggirarsi intorno ai 200milioni, ma la valutazione non è ancora definitiva visto che il fenomeno è tutt’ora in corso.

Copagri: piano Mattei, attenzione a rispetto principio reciprocità

Copagri: piano Mattei, attenzione a rispetto principio reciprocitàRoma, 24 apr. (askanews) – “Puntare su un continente in netta e continua crescita dal punto di vista demografico, con una popolazione che nel 2050 sfiorerà i 2 miliardi di abitanti, e soprattutto sotto il profilo economico, con un aumento del PIL che nel 2024 sta viaggiando su una media del 5,5%, è fondamentale per diversificare e ampliare i mercati del nostro interscambio commerciale, andando al contempo a promuovere la cooperazione allo sviluppo e l’eccellenza e l’unicità del nostro know how”. Lo ha detto il presidente della Copagri Tommaso Battista in occasione della seconda riunione della Cabina di Regia del Piano Mattei per l’Africa, svoltasi oggi a Palazzo Chigi e presieduta dal vicepremier Antonio Tajani.


“Nel condividere pienamente i contenuti e gli intenti del Piano e le opportunità che potrà generare per le imprese italiane e i partner africani, non possiamo mancare di segnalare come, con specifico riferimento all’agricoltura, nascano alcune preoccupazioni circa gli obiettivi esplicitati nella nota di sintesi diffusa nella scorsa riunione e legati, in particolare, al principio di reciprocità, il cui mancato o parziale rispetto potrebbe rappresentare un serio pericolo per i produttori agricoli e i consumatori”, fa notare Battista. “Puntare sulla valorizzazione delle produzioni alimentari africane anche per incrementarne il valore in un’ottica di commercializzazione nei mercati occidentali, infatti, rischia di portare a una commercializzazione tout court dei beni agroalimentari là prodotti”, continua Battista, osservando che “gli elevati standard precauzionali vigenti in Europa non sono necessariamente validi nei paesi africani”.


“Basti pensare al rischio legato all’utilizzo di prodotti chimici banditi dai territori dell’Unione Europea, ma ampiamente utilizzati in agricoltura in paesi terzi; senza contare, poi, il rispetto degli elevati standard in materia di tutela dei lavoratori e dell’ambiente”, conclude il presidente della Copagri, ad avviso del quale “tutti questi fattori, sommati al maggior costo del lavoro e dell’energia nel continente comunitario, rischiano di incidere sulla competitività dei nostri produttori agricoli, i quali si troverebbero a competere con merci prodotte a prezzi nettamente inferiori”.

Fatturato in crescita in 2023 per gruppo Mutti: +18% a 665 mln

Fatturato in crescita in 2023 per gruppo Mutti: +18% a 665 mlnRoma, 24 apr. (askanews) – Fatturato in crescita nel 2023 per il Gruppo Mutti, azienda di Parma leader in Europa nel mercato dei derivati del pomodoro, che ha chiuso l’anno con un fatturato complessivo di 665 milioni di euro, registrando una crescita del 18% rispetto all’anno precedente. L’export ha raggiunto la quota del 53% delle vendite complessive a valore. L’azienda ha anche annunciato anche un nuovo programma di investimenti industriali per il quinquennio 2024-2028, pari a 100 milioni di euro.


L’aumento del fatturato, si spiega in una nota, è legato strettamente all’aumento dei volumi di vendita, che nel 2023 hanno raggiunto quota 350mila tonnellate. L’ampliamento dell’offerta infatti ha comportato un aumento di volume produttivo importante. In miglioramento rispetto allo scorso anno anche l’Ebidta cresciuto, anno su anno, del 17% attestandosi a 52,2 milioni di euro e la Posizione Finanziaria Netta, da -123 milioni di euro a -120. All’aumento dei volumi e del fatturato si lega anche la maggiore spinta verso l’internazionalizzazione. Per il secondo anno consecutivo, la quota di fatturato registrato all’estero supera quella ottenuta in Italia. Dal 51% osservato nel 2022, nel 2023 il peso percentuale dell’export si attesta al 53% a valore, pari a 353 milioni, contro i 312 milioni del fatturato Italia. Anche la quota a volume segue e consolida il trend: 196mila tonnellate vendute all’estero, pari al 56% del totale.


“Gli ultimi anni sono stati complessi – commenta Francesco Mutti, amministratore delegato dell’azienda – con l’inflazione in costante aumento e condizioni climatiche senza precedenti. Il nostro progetto ci vedrà accelerare sempre di più sull’estero con un piano di investimenti ambizioso nel lustro 2024-2028, con il chiaro obiettivo di generare valore per le nostre persone, la nostra comunità, il nostro territorio”.