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Al via progetti Crea su fiori tradizionali Liguria di Ponente

Al via progetti Crea su fiori tradizionali Liguria di PonenteRoma, 23 apr. (askanews) – Fiori tradizionali della Liguria di Ponente: un tesoro di bellezza da riscoprire e tutelare, iscrivendoli magari all’Anagrafe Nazionale dell’agrobiodiversità, anche in un’ottica di miglioramento genetico, per ottenere specie più resilienti ai cambiamenti climatici.


Questi gli obiettivi principali dei 7 progetti di durata biennale, finanziati dal PSR della regione Liguria e coordinati dal CREA Orticoltura e Florovivaismo in collaborazione con l’IRF (Istituto Regionale per la Floricoltura), Coldiretti, CERSAA (Centro di sperimentazione agricola, Camera di Commercio di Savona), Confagricoltura e Florcoop, e di cui si parlerà oggi dalle 14.30 a Villa Ormond, Sanremo, nell’incontro “Agrobiodiversità floricola del Ponente Ligure”. L’evento, organizzato dal CREA Orticoltura e Florovivaismo e dal Distretto Floricolo del Ponente Ligure, con il patrocinio del MASAF, presenta le attività sviluppate nell’ambito di 7 progetti che hanno lo scopo di individuare, geolocalizzare e caratterizzare morfologicamente e geneticamente le specie floricole tradizionali della zona e che costituiscono un serbatoio di caratteri genetici utili a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. La caratterizzazione è anche propedeutica alla richiesta di iscrizione all’Anagrafe Nazionale dell’agrobiodiversità.


Il PSR intende salvaguardare e valorizzazione le produzioni agricole, tipiche e di qualità, con particolare riferimento alle produzioni certificate (DOP, DOC, IGP, biologico) e ai cosiddetti “Prodotti Agroalimentari Tradizionali” (PAT), “ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e coltivazione consolidati nel tempo, secondo regole tradizionali”. Questi progetti puntano a colmare l’assenza nei PAT regionali di prodotti floricoli, al centro, invece, di un’attività economica di rilievo e in grande crescita. Le azioni condotte consistono, soprattutto, nella raccolta di materiale sul territorio, nello studio delle tradizioni colturali, nella caratterizzazione morfologica e genetica, nella definizione dei protocolli di propagazione e colturali e nella conservazione in situ ed ex situ.


Le specie prese in esame sono Garofano, Mimosa, Ginestra, Viburno palla di neve, Margherita da taglio, Lavanda, Tulipa clusiana, Anemone pavonina e coronaria, Agrumi tipici, limone di Sanremo, Rose da essenza, Calla. Il CREA Orticoltura e Florovivaismo è capofila di due dei 7 progetti e partecipa come partner agli altri con attività legate alla propagazione e alla conservazione in situ ed ex situ di colture in vitro, risanamento, marcatori molecolari e definizione di caratteri genetici.

Export agroalimentare italiano in Brasile +10% annuo da 2018

Export agroalimentare italiano in Brasile +10% annuo da 2018Roma, 23 apr. (askanews) – Su oltre 12 miliardi di euro di valore di importazioni agroalimentari del Brasile, 356 milioni di euro hanno riguardato nel 2023 prodotti italiani. L’Italia rappresenta l’ottavo fornitore di questo grande mercato, preceduto dai paesi confinanti (in primis Argentina, Uruguay, Cile, Paraguay) oltre a Portogallo, Stati Uniti e Cina. Nel corso degli ultimi cinque anni, gli acquisti di food and beverage dall’Italia sono cresciuti ad un tasso medio annuo del 10%, contro una media di mercato del 5,7%. E’ quanto emerge dallo studio prodotto da Nomisma e presentato oggi in occasione dell’VIII Forum Agrifood Monitor, organizzato in collaborazione con CRIF, per comprendere opportunità di mercato e supportare le imprese nei loro percorsi di crescita, in cui è contenuto un focus di approfondimento sul Brasile.


Di fatto, in uno scenario globale dominato da incertezze e tensioni geopolitiche, l’export agroalimentare italiano riesce a ritoccare verso l’alto il proprio record, superando i 62 miliardi di euro, con una crescita sui mercati esteri trainata da conserve vegetali (+13%), formaggi (+12%), ortofrutta (+9%) e carni preparate (+8%). Il maggior contributo alla crescita delle nostre esportazioni è derivato dai mercati dell’Unione Europea (+9%), mentre Nord America e Asia hanno fatto segnare rispettivamente un +0,1% e un -1,1%. In deciso aumento l’export verso il Centro-Sud America (+9%), al cui interno si è distinto il Brasile con un eloquente +22%. Sono queste le principali evidenze dello studio prodotto da Nomisma e presentato oggi in occasione dell’ VIII Forum Agrifood Monitor, organizzato in collaborazione con CRIF per comprendere opportunità di mercato e supportare le imprese nei loro percorsi di crescita.E proprio il Brasile rappresenta il focus di approfondimento dell’ VIII edizione del Forum.


“Il Brasile rappresenta il decimo paese al mondo per valore del Pil e il settimo per numero di abitanti con prospettive di crescita per i prossimi anni – ha sottolineato Paolo De Castro, presidente del Comitato Scientifico di Nomisma, che ha aperto i lavori del Forum – Già da queste considerazioni si percepisce l’importanza di meglio regolamentare i rapporti commerciali che potrebbero trovare nella conclusione del negoziato Ue-Mercosur una leva strategica per rafforzare l’interscambio con le imprese europee, sulla base di standard produttivi equivalenti da un punto di vista sociale ed ambientale”. “Per quanto il negoziato sull’accordo di libero scambio si protragga da oltre 20 anni e sia ancora in agenda, occorrerà attendere l’insediamento della nuova Commissione Europea dopo l’estate per capire che direzione prenderà”, ha aggiunto De Castro.

A Cibus la mozzarella di bufala Dop con i migliori vini italiani

A Cibus la mozzarella di bufala Dop con i migliori vini italianiRoma, 23 apr. (askanews) – Al Cibus di Parma, dal 7 al 10 maggio, il Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana Dop chiude il tour alla ricerca dei migliori vini di ogni regione d’Italia in abbinamento alla mozzarella di bufala, realizzato in collaborazione con l’Ais Campania. Un’anteprima dei risultati di questo inedito viaggio in Italia sarà presentata l’8 maggio alle 11.30 proprio a Cibus.


Nel corso dell’evento “Bufala and Wine in Love” saranno svelati i migliori abbinamenti di due regioni, la Campania e l’Emilia, in una speciale degustazione. Parteciperanno il presidente del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, Domenico Raimondo, il presidente Ais Campania, Tommaso Luongo, il presidente Ais Emilia, Luca Manfredi, il delegato Ais di Caserta, Pietro Iadicicco e il direttore del Consorzio Emilia-Romagna, Giacomo Savorini. Nei mesi scorsi, i 22 presidenti regionali dell’Ais si sono riuniti con i loro esperti per una degustazione collettiva e hanno selezionato 5 vini, espressioni dei vari territori, ritenuti “abbinamento top” con la mozzarella di bufala campana Dop. Sono stati individuati, per ogni regione, 3 vini per l’abbinamento alla mozzarella Dop in versione classica e 2 vini per l’abbinamento alla mozzarella Dop in versione affumicata a paglia. Tutti i migliori “pretendenti” per la mozzarella di bufala campana Dop saranno resi noti il 18 maggio nel corso dell’evento finale del format, in programma alla Reggia di Caserta.


A Cibus, oltre all’area esterna, il Consorzio avrà anche un’area espositiva in collaborazione con il Consorzio di Tutela Pasta di Gragnano Igp. Per l’edizione 2024, inoltre, è stata siglata anche la collaborazione con gli studenti dell’istituto alberghiero “Scappi” di Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, che gestiranno le attività di cucina e servizio.

Coldiretti Puglia: su pomodoro servono contratti e prezzi adeguati

Coldiretti Puglia: su pomodoro servono contratti e prezzi adeguatiRoma, 23 apr. (askanews) – Servono contratti e prezzi adeguati quando i trapianti di pomodoro a costi raddoppiati sono in corso e non esistono certezze per i produttori di pomodoro da industria per la campagna 2024. Lo denuncia Coldiretti Puglia, spiegano che quello del pomodoro è un settore economico per cui al momento non ci sono contratti quadro o prezzi di riferimento, ma devono essere stipulati i contratti con un prezzo di riferimento giustamente remunerativo per le imprese agricole, secondo quanto previsto dalla normativa sulle pratiche sleali.


A fronte degli elevati costi di coltivazione, delle incognite climatiche e fitosanitarie, delle incertezze internazionali, tra cui i problemi legati al canale di Suez, “a valutata attentamente la superficie che ogni singola azienda investirà a pomodoro, non essendoci riferimenti rispetto ai prezzi che potranno essere corrisposti dall’industria”, chiede la confederazione agricola. La Puglia detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro all’interno di una filiera del Sud Italia, con 15.527.500 quintali di pomodoro da industria su una superficie di 17.170 ettari prodotti. La provincia di Foggia è leader indiscussa del mercato e rappresenta il maggiore bacino di produzione nazionale con una superficie media annua di 15.000 ettari e con una produzione di pomodoro da industria che si aggira intorno ai 14.250.000 quintali (1,4 milioni di tonnellate).


E in questo scenario “resce l’importazione di concentrato di pomodoro dalla Cina che ha rappresentato soprattutto un problema italiano, con distorsione della concorrenza – insiste Coldiretti Puglia – determinata da un prodotto che è arrivato a pesare, in termini di prodotto fresco, a seconda delle campagne, dal 10 al 25% della produzione nazionale di pomodoro da industria” A livello UE ” pertanto necessario a estendere a tutti i 27 Paesi membri l’obbligo di indicare l’origine del pomodoro utilizzato nei derivati adottare il principio di reciprocità delle regole UE economiche, ambientali, etiche, anche per i prodotti importati, bloccando l’ingresso del prodotto che non le rispetta”, conclude la confederazione agricola.

Lollobrigida: agricoltura mai così a centro economia italiana

Lollobrigida: agricoltura mai così a centro economia italianaRoma, 23 apr. (askanews) – “Abbiamo fatto cose enormi per l’agricoltura, anche grazie al collegamento con i ministri precedenti. Mai come oggi l’agricoltura è centrale nel sistema economico taliano, mai così alti gli stanziamenti. Nessuna associazione si è aggiunta a quelle in protesta a Bruxelles, e tutte, vi diranno che sono soddisfatte del nostro lavoro. Questo conta, per me”. A dirlo in un’intervista al Corriere della Sera, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Copa e Cogeca: accordo imballaggi sia adatto a settore ortofrutta

Copa e Cogeca: accordo imballaggi sia adatto a settore ortofruttaRoma, 22 apr. (askanews) – Il Copa e la Cogeca chiedono ai negoziatori sugli imballaggi di trovare un accordo praticabile per il settore ortofrutticolo. Le prossime settimane, infatti, saranno cruciali per l’avanzamento del regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio (PPWR), poiché si prevede che il voto del Parlamento europeo sull’accordo provvisorio avrà luogo durante la sessione plenaria del 24 aprile, mentre il Consiglio dei ministri dell’Ambiente lo farà in uno dei due incontri che restano prima di giugno.


Con specifico riferimento all’ortofrutta, la bozza in discussione prevede una serie di disposizioni che mettono contro la filiera alimentare, dal produttore al distributore. Da un lato si stabilisce un trattamento discriminatorio per il settore ortofrutticolo: mentre per gli altri settori economici si fissano obiettivi generali e graduali, per l’ortofrutta fresca si prevede un divieto drastico dell’uso di imballaggi in plastica e di bollini non compostabili previsto. Un accordo provvisorio che il settore ha definito sproporzionato e controproducente. La Commissione Europea, il Consiglio e il Parlamento Europeo “hanno finora ignorato – spiegano i sindacati europei – le argomentazioni avanzate ripetutamente e congiuntamente da produttori, commercianti, esportatori e rivenditori contro questa disposizione sul campo”.


D’altro canto, il regolamento in discussione prevede un margine molto ampio di sussidiarietà per i Paesi. Gli Stati membri che hanno già legiferato in materia potranno mantenere le proprie norme nazionali nonostante l’adozione di regolamenti comunitari. Inoltre, nel decidere quali prodotti esentare dal divieto di utilizzo degli imballaggi, è stabilito che sarà ogni Paese a definire le proprie eccezioni e non l’Ue. “In altre parole, se approvata, la PPWR nella sua formulazione attuale – spiegano – consentirà a tante regole quanti sono i paesi di coesistere all’interno dell’Unione per lo stesso prodotto ortofrutticolo, il che contraddice l’approccio integrato del mercato unico dell’UE”. Il Copa e la Cogeca chiedono quindi al Parlamento di modificare il progetto attualmente in discussione per allinearlo alla posizione adottata in plenaria per garantire che la PPWR esenzioni la restrizione per gli imballaggi monouso per frutta e verdura fresca, per non introdurre un ostacolo alla corretto funzionamento e libera circolazione dei prodotti ortofrutticoli nel mercato unico dell’UE.

Direttiva nitrati, Confagri: positiva proposta Commissione Ue

Direttiva nitrati, Confagri: positiva proposta Commissione UeRoma, 22 apr. (askanews) – La Commissione UE ha pubblicato il 19 aprile scorso un provvedimento che va a modificare la direttiva nitrati, in merito all’utilizzo di determinati materiali fertilizzanti derivanti dagli effluenti di allevamento.


In particolare, gli Stati membri potranno autorizzare l’uso di fertilizzanti provenienti da effluenti di allevamento sottoposti a trasformazione con un limite di azoto pari a 270 kg per ettaro all’anno, purché siano soddisfatte alcune condizioni di natura tecnica. Confagricoltura valuta positivamente la decisione della Commissione e ne condivide la ratio di fondo: facilitare l’utilizzo dei Renure (Recovered Nitrogen from Manure Products), con le dovute garanzie e condizioni, al fine di recuperare dai reflui degli allevamenti l’azoto, elemento fondamentale per sostenere la fertilità del suolo.


Per la Confederazione, la proposta avanzata dalla Commissione al Consiglio europeo potrebbe essere la strada giusta per andare incontro sia all’obiettivo europeo di riduzione degli input chimici con fertilizzanti a base organica, sia alle necessità del settore primario di ridurre i costi legati ai processi produttivi delle sue imprese.

Neve sui campi piacentini: grano e fiori imbiancati

Neve sui campi piacentini: grano e fiori imbiancatiRoma, 22 apr. (askanews) – A Pecorara, 750 metri di altitudine nell’alta collina piacentina, la mattina del 22 aprile lo scenario è in invernale, non fosse che nei campi c’è il grano e le altre colture sono in fiore. A renderlo noto è Confagricoltura Piacenza che diffonde le immagini ricevute dalla propria associata Daria Nobile che conduce la sua azienda nella località Moiaccio. È tutto avvolto da una coltre di fresca neve alta almeno una quindicina di centimetri. Difficilmente si fermerà di fronte al caldo sole già previsto nei prossimi giorni.


“È impressionante – rileva Confagricoltura Piacenza – anche più in basso i campi sono imbiancati, la mezza collina è tutta presa dal freddo. Uno sbalzo di temperatura molto repentino, speriamo che le colture non ne risentano”. Il crollo delle temperature e le nevicate registrate in queste ore stanno dando qualche preoccupazione, sarà possibile valutare solo nei prossimi giorni quali saranno state le conseguenze.

Crea: per agricoltura grande criticità perdita sostanza organica

Crea: per agricoltura grande criticità perdita sostanza organicaRoma, 22 apr. (askanews) – E’ la perdita di sostanza organica, la maggiore preoccupazione per gli stakeholder (16%), seguita dall’erosione dei suoli (14%) e, quindi, dal consumo di suolo (13%). Complesso si presenta, invece, individuare le azioni utili a migliorare lo stato generale delle conoscenze sul suolo nel Paese: miglioramento della rete di ricerca e approcci partecipativi per implementare le conoscenze sono le risposte maggiormente riscontrate. E solo il 20% degli intervistati ritiene che ci siano stati significativi cambiamenti nelle politiche europee e nazionali, nel sostegno alla ricerca, nel coordinamento della conoscenza negli ultimi 5 anni. Sono i risultati presentati oggi nel corso dell’evento Giornata Mondiale della Terra, organizzato dal Crea con i suoi Centri Agricoltura e Ambiente e Politiche e Bioeconomia, in occasione della Giornata Mondiale della Terra.


Per approfondire il problema, è stato elaborato e somministrato un questionario, progettato a livello europeo, per definire per ciascun paese una road map di ricerca e innovazione, che rappresenterà gli step per i prossimi 10 anni. Ancora in fase di compilazione, al questionario hanno aderito i rappresentanti di numerosi stakehloders (ricerca, amministrazione, agricoltori, scuole, ONG. Il progetto Soil-Hub, finanziato dal Masaf, punta alla creazione di una rete di eccellenza dedicata alla ricerca sui suoli, superando la frammentazione delle attività e delle istituzioni che se ne occupano e promuovendo sinergie tra esse, per potenziare le conoscenze del suolo, migliorare il suo utilizzo e affrontare le sfide legate ai cambiamenti climatici nei sistemi agricoli.


Il programma di coordinamento di progetti di ricerca ed innovazione europeo ed extra-europeo ha l’obiettivo di costruire un sistema di ricerca europeo integrato per sviluppare e implementare la gestione sostenibile e intelligente dei suoli agricoli in relazione ai cambiamenti climatici.

Agricoltura, danni da gelo al Nord e da siccità al Sud

Agricoltura, danni da gelo al Nord e da siccità al SudRoma, 22 apr. (askanews) – Dal Trentino Alto Adige, dove gli agricoltori accendono fuochi nei frutteti per salvarli dalle gelate, alla Sicilia, piegata dalla siccità, la situazione delle campagne fotografa un’Italia divisa in due dagli effetti dei cambiamenti climatici, sottoline in una nota Coldiretti. Il ritorno improvviso del freddo al Nord, dopo un inizio 2024 che per le regioni settentrionali è stato il più caldo di sempre con +2.20 gradi rispetto alla media storica, espone le coltivazioni al rischio gelate e si segnalano già i primi danni sull’Appennino emiliano, mentre per alcune regioni è scattata l’allerta gialla.


Situazione opposta al Sud dove la siccità sta “bruciando” cereali e foraggi per gli animali, con gli allevatori in difficoltà a sfamare i propri animali. Al Nord la situazione più critica è quella nelle campagne trentine, dove, informa la Coldiretti, sono attivati sia i sistemi antibrina, sia i fuochi nei frutteti viste le temperature che sono già andate sotto lo zero creando molti danni agli agricoltori. Si sono attrezzati anche in Piemonte, con le aziende frutticole che hanno montato reti e sono pronte eventualmente ad accendere i candelotti, mentre piove in Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Veneto dove l’andamento stagionale del meteo sta creando non pochi problemi allo sviluppo dei frutti. Prevista pioggia nel ferrarese per tutta la settimana, con temperature basse che, spiega Coldiretti, rallenteranno lo sviluppo delle orticole, come gli asparagi e la maturazione delle fragole. Problemi che avrà anche chi ha seminato mais o dovrebbe farlo, che causa terreni bagnati dovranno rallentare e posticipare le lavorazioni. Ma sull’Appennino emiliano è arrivata anche la neve, con coltivazioni “allettate” dal peso del manto bianco, mentre le api che si avventurano fuori dagli alveari vengono uccise dal freddo.