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Inflazione Coldiretti: consumi stagnanti, italiani ripiegano su discount

Inflazione Coldiretti: consumi stagnanti, italiani ripiegano su discountMilano, 2 mag. (askanews) – I prezzi degli alimentari rallentano la loro crescita che è pari in media al 12,3% con i prezzi dei vegetali freschi o refrigerati che decelerano al +7,6%. E’ quanto emerso dalle stime su aprile dell’Istat a proposito delle quali Coldiretti sottolinea che la stagnazione dei consumi con il taglio delle quantità acquistate nel carrello si riflette sull’intera filiera con situazioni di difficoltà nei campi dove i ricavi spesso non coprono i costi di produzione. I prezzi al dettaglio degli alimentari lavorati passano da +15,3% di marzo a +14,7% di aprile mentre quelli non lavorati da +9,1% a +8,4%.

Per difendersi dagli aumenti otto italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa. Il 72% degli italiani si reca e fa acquisti low cost nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione. “Per salvare la spesa degli italiani e difendere la sovranità alimentare del Paese è necessario – conclude Coldiretti – aumentare i fondi destinati ai contratti di filiera per soddisfare gli investimenti proposti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura nell’ambito del Pnrr”.

Eridania: con trasporto su rotaia nel 2022 evitata emissione di 320 ton Co2

Eridania: con trasporto su rotaia nel 2022 evitata emissione di 320 ton Co2Milano, 2 mag. (askanews) – Eridania, azienda del comparto saccarifero parte del gruppo francese Cristal Union, nel 2022 ha fatto viaggiare su ferrovia l’equivalente di 531 camion1, evitando che questi si spostassero su strada. Il ‘risparmio’ per l’ambiente è stato di oltre 320 tonnellate di Co2, comportando una riduzione di oltre l’80% di emissioni di anidride carbonica.

Eridania infatti continua a consolidare il sistema di trasporto su rotaia supportata da Mercitalia Rail, parte del gruppo Fs. La rilevazione, che mette a confronto l’impatto dei trasporti merci ferroviari con l’equivalente modalità stradale, riguarda il 2022 e in particolare il tragitto tra Russi, nel Ravennate, sede del terminal di Eridania dedicato al trasporto su rotaia, e il deposito di Maddaloni, in provincia di Caserta. Il trasporto via treno continua anche lungo la tratta Francia – Italia: dal 2017 è stato sostituito il trasporto su strada dai terminal intermodali di Segrate e Lugo con un percorso diretto su rotaia verso lo stabilimento di Russi, sfruttando le potenzialità di stoccaggio e riducendo sia l’impatto ambientale sia i costi logistici.

“Da anni ormai abbiamo avviato il percorso green di Eridania in un crescendo di investimenti che vanno dalla riduzione dei consumi energetici, alla logistica, fino al packaging – dichiara Alessio Bruschetta, amministratore delegato Eridania Italia – I numeri di Mercitalia Rail confermano che il nostro impegno per ridurre l’impatto ambientale dei trasporti sta dando i risultati auspicati. Continuiamo quindi a muoverci in questa direzione, rinnovando il nostro impegno affinché il nostro impatto positivo in materia di sostenibilità ambientale, sociale e di attenzione alla salute delle persone sia sempre più evidente e condiviso”.

Fabio Di Giammarco nuovo amministratore delegato di Bauli

Fabio Di Giammarco nuovo amministratore delegato di BauliMilano, 2 mag. (askanews) – Fabio Di Giammarco è il nuovo amministratore delegato del gruppo Bauli. Il nuovo ad, si legge nella nota, guiderà il gruppo “nella nuova importante fase di rafforzamento del percorso di crescita, sia in Italia che sui mercati esteri”.

Di Giammarco vanta una esperienza nel settore food & beverage maturata a livello internazionale. Italiano e cresciuto in America, il nuovo amministratore delegato ha ricoperto diverse posizioni di crescente responsabilità all’interno delle divisioni commerciali di aziende del largo consumo, quali Mondelez, Danone e SABMiller, lavorando anche in Italia per Saiwa. Dal 2005 al 2010 Di Giammarco ha gestito l’area di brand communication globale per Royal Philips con base ad Amsterdam, per poi approdare nel 2012 in Bacardi. Infine dal 2017 ha svolto il ruolo di president, Latin America, in Puratos, azienda di primo piano a livello mondiale negli ingredienti utilizzati in pasticceria e panetteria.

L’Aceto balsamico di Modena sposa la Cipolla bianca di Margherita

L’Aceto balsamico di Modena sposa la Cipolla bianca di MargheritaBologna, 29 apr. (askanews) – Una è bianca, nasce in piccoli appezzamenti di terreno sabbioso tra il Mare Adriatico e le saline di Margherita di Savoia a sud del Gargano ed è coltivata rigorosamente a mano. L’altro è nero, ha bisogno del freddo pungente d’inverno per decantare e del caldo umido e torrido d’estate per fermentare e non esistono macchine che lo possano produrre.

La prima si chiama Cipolla bianca di Margherita, viene trapiantata tra novembre e febbraio e raccolta da aprile a luglio da 150 piccoli produttori che coltivano ogni anno circa 180 ettari per un volume d’affari intorno ai 6 milioni di euro. Il secondo è l’Aceto balsamico di Modena, prodotto con mosti d’uva a cui vengono aggiunti aceto di vino, affinato in tini di legno per almeno 60 giorni e invecchiato anche per tre anni in 79 acetaie che hanno assicurato nel 2021 oltre 100 milioni di litri per un valore di circa 1 miliardo di euro al consumo. Queste due “eccellenze” del Made in Italy, insignite del marchio Igp, si sono incontrate a Bologna e hanno sancito un “matrimonio” tra Puglia ed Emilia-Romagna, con l’obiettivo di “sperimentare nuove forme per valorizzare e promuovere i due prodotti” come ha detto il presidente del Consorzio di tutela e valorizzazione della Cipolla bianca di Margherita, Giuseppe Castiglione. Il “rito” è stato celebrato a Fico Eataly World, dove per l’occasione l’executive chef del Canneto Beach 2, Salvatore Riontino, e il presidente del Consorzio Modena a tavola, Stefano Corghi, hanno portato a tavola alcune ricette, realizzate dosando i due ingredienti base che solitamente non vengono utilizzati insieme in cucina, la cipolla e l’aceto balsamico appunto.

“Dietro a tanto sacrificio e artigianalità ci sono delle persone, degli imprenditori – ha ricorda Massimo Malpighi, consigliere del Consorzio tutela Aceto balsamico di Modena – ed è importante che tutto gli operatori comprendano l’importanza di ‘fare rete’ per valorizzare al meglio questo patrimonio immenso”. Un percorso culturale per sensibilizzare ancora di più il consumatore e metterlo in guardia dalle imitazioni in circolazione all’estero. “I nostri prodotti sono la nostra storia – ha aggiunto Castiglione – perché raccontano come eravamo, ma sono anche il nostro futuro se sapremo, assieme, valorizzarli coniugando tradizione e innovazione. Questo è l’inizio di una sinergia che ci auguriamo duri in futuro”.

Consorzio Grana Padano: ristorazione è 10% consumi nazionali della Dop

Consorzio Grana Padano: ristorazione è 10% consumi nazionali della DopMilano, 28 apr. (askanews) – “Quando si tratta di ristorazione, Grana Padano è sempre presente. Se poi un evento dedicato al settore diventa l’occasione per celebrare la cultura dell’ospitalità del nostro Paese, la partecipazione della Dop più consumata in Italia e nel mondo diventa ancora più forte e sentita”. Con queste parole il direttore generale del Consorzio Grana Padano, Stefano Berni, ha espresso la soddisfazione del Consorzio per la partecipazione, in qualità di partner, alla prima edizione della “Giornata della Ristorazione”, la manifestazione promossa dalla Federazione italiana dei pubblici esercizi (FIPE-Confcommercio) con il patrocinio anche dei ministeri del turismo, dell’agricoltura e degli esteri.

Con una produzione di forme pari a 5.212.103 nel 2022 e un’esportazione di prodotto che ha raggiunto il 47%, il formaggio Dop più consumato al mondo è anche protagonista tra i formaggi per la ristorazione. Il settore horeca, solo in Italia, utilizza circa 300.000 forme l’anno, che equivalgono ad oltre il 10% dei consumi nazionali. La Giornata della Ristorazione si è svolta oggi in tutta Italia e all’estero attraverso decine di iniziative i cui protagonisti sono ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie e taverne, intese come imprese capaci di riabituare l’uomo a vivere assieme costruendo una grande rete di valori e di solidarietà.

“Non sono solo i numeri, in questo caso, a darci la responsabilità e l’onore di essere oggi al fianco delle Fipe e delle istituzioni presenti, ma sono anche i valori che l’evento vuole trasmettere, volti al ripristino di una coscienza sociale che si fonda sul valore dell’ospitalità – ha detto il presidente del Consorzio, Renato Zaghini – Per il Grana Padano la Giornata della Ristorazione è l’occasione per affermare la qualità del nostro prodotto che rappresenta un’emozione italiana e che ogni giorno promuove valori come l’educazione alimentare, la solidarietà e la sostenibilità, i medesimi che ispirano questa bellissima iniziativa”.

Salvini alla Fao: collaborazione su crisi idrica e sicurezza alimentare

Salvini alla Fao: collaborazione su crisi idrica e sicurezza alimentareMilano, 28 apr. (askanews) – Una sempre più stringente collaborazione tra il governo e la Fao per alcuni dossier di interesse comune come la gestione della crisi idrica e la sicurezza alimentare. Sono questi i temi emersi durante la visita del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, alla sede della Fao a Roma in occasione del completamento degli interventi di restauro della facciata dell’edificio. La struttura appartiene al Demanio e i lavori sono stati effettuati dal Mit dal 2016 con intervento complessivo da 2,58 milioni di euro.

Ad accogliere il vicepremier Salvini il direttore generale della Fao, Qu Dongyu. Nell’occasione il ministro ha espresso anche soddisfazione per il contributo del Mit nella ristrutturazione della facciata.

Lavazza: rinnovato il cda, Giuseppe presidente

Lavazza: rinnovato il cda, Giuseppe presidenteMilano, 28 apr. (askanews) – Cambio al vertice di Lavazza, l’azienda del caffè torinese. L’assemblea nel pomeriggio di giovedì ha nominato il nuovo consiglio d’amministrazione che resterà in carica per il prossimo triennio e che vede Giuseppe Lavazza nella carica di presidente, mentre Alberto Lavazza ha assunto la carica di presidente onorario. Confermato nella carica di vicepresidente Marco Lavazza, nominato nel 2011, e i consiglieri Francesca, Antonella e Manuela Lavazza. Antonio Baravalle ed Enrico Cavatorta restano nel ruolo rispettivamente di amministratore delegato e chief financial & corporate officer.

Completano il nuovo board, composto da 13 membri di cui cinque amministratori indipendenti, i riconfermati Robert Kunze-Concewitz, chief executive officer di Campari, Nunzio Pulvirenti, membro dell’advisory board di Ferrero e Roberto Spada, managing partner di Spada & Partners. Accanto a loro fanno il loro ingresso nel cda come nuovi membri indipendenti Silvia Candiani, vice president telecommunication Microsoft, e Daniel Winteler, consigliere delegato operazioni straordinarie e business development di The European House Ambrosetti. Lasciano Pietro Boroli, vicepresidente di De Agostini, Gabriele Galateri di Genola e di Suniglia, presidente dell’Istituto italiano di tecnologia, Antonio Marcegaglia, presidente di Marcegaglia Steel e Leonardo Ferragamo, presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda di famiglia.

Ismea: in 10 anni l’export agroalimentare aumentato dell’81%

Ismea: in 10 anni l’export agroalimentare aumentato dell’81%Milano, 27 apr. (askanews) – Negli ultimi dieci anni il valore delle esportazioni di cibi e bevande è quasi raddoppiato (+81%), passando dai 33,5 miliardi del 2013 a 60,7 miliardi del 2022. In pratica, come si evince dall’analisi di Ismea presentata nell’evento on line “Le sfide globali del made in Italy agroalimentare” le spedizioni di prodotti agroalimentari sono aumentate in valore al ritmo di quasi il 7% all’anno, a fronte di un incremento più contenuto delle esportazioni complessive (+5,4%).

Il settore non solo si è rivelato più dinamico, ma anche più resiliente quando, nel 2020, con lo scoppio della pandemia, le relative restrizioni sanitarie e l’interruzione delle catene di fornitura globali, è riuscito comunque a mettere a segno una crescita (+3,2%), in controtendenza rispetto al resto dell’economia (-9,1% la contrazione dei flussi in uscita complessivi). Dei 24 comparti merceologici che compongono i flussi di scambio complessivi, appena sei (bevande, derivati dei cereali, latte e derivati, preparazioni di ortaggi e frutta, frutta, e altre preparazioni alimentari) catturano più di due terzi del valore complessivo e pesano singolarmente più del 5% sulle esportazioni totali. A crescere di più nel periodo 2017-21 sono stati: altre preparazioni alimentari, che comprendono salse, sughi, minestre e gelati (+9,1% medio annuo); derivati dei cereali (+7,8%); latte e derivati (+8,2%). Inferiore alla media è stata invece la crescita di frutta (+1,2%), ortaggi (+4,1%) derivati ortofrutticoli (+4,9%) e carni (+2,5%).

A un livello più disaggregato, nel Rapporto si analizza un gruppo di venti prodotti distintivi del made in Italy, che con quasi 28 miliardi di euro, rappresenta il 53% del valore totale dell’export agroalimentare nel 2021. I primi cinque in termini di valore sono vini in bottiglia, paste alimentari secche, tabacco lavorato, formaggi stagionati e prodotti della panetteria e pasticceria (specificamente rappresentati soprattutto dai dolci da ricorrenza e dalle pizze). Nel quinquennio si distinguono per i maggiori tassi di crescita, oltre al tabacco lavorato (+30%) – la cui forte crescita si deve a un accordo commerciale del 2016 tra il governo italiano e una multinazionale giapponese – cialde e cialdine (+16%) e paste alimentari farcite (+11%); ma anche formaggi grattugiati, formaggi freschi e latticini e prodotti della pasticceria e panetteria, con aumenti superiori al 9%. I dati dell’ultimo biennio forniscono indicazioni interessanti e in parte inattese. Nel 2020, nonostante la chiusura quasi completa dei canali Horeca in tutto il mondo, le esportazioni di alcuni prodotti agroalimentari nazionali sono cresciute moltissimo rispetto all’anno precedente: le variazioni della pasta, del riso, delle passate di pomodoro e delle polpe, ma anche dell’olio e dei formaggi freschi, dimostrano che il consumo all’estero del cibo made in Italy non è solo legato alle occasioni speciali e ai pasti fuori casa, ma ormai fa parte delle abitudini quotidiane in molte aree del mondo. Più legate alle sorti dell’Horeca e alle occasioni conviviali, e quindi penalizzate nel 2020, sono state le esportazioni di vini in bottiglia, spumanti, formaggi stagionati, acque minerali, caffè e in misura minore i prodotti della panetteria e pasticceria, ma tutte nel 2021 hanno recuperato la perdita dell’anno precedente.

Anche nel 2022, pasta, formaggi freschi e grattugiati, pomodori pelati, polpe e passate, riso, caffè, acque minerali e spumanti sono tra i prodotti che registrano i maggiori aumenti delle esportazioni, con variazioni in valore comprese tra il +19,4% degli spumanti e il +38,4% della pasta, e variazioni positive anche delle quantità esportate.

Spezie e aromi: una passione in cucina che vale 157 mln di euro

Spezie e aromi: una passione in cucina che vale 157 mln di euroMilano, 27 apr. (askanews) – Due italiani su tre non rinunciano a spezie e aromi in cucina. Nel 2022 i consumi in Italia sono cresciuti fino a tornare ai livelli pre-Covid, con vendite a volume pari a quasi 97 milioni di confezioni per un mercato che vale oltre 157 milioni di euro. In media gli italiani acquistano 5,7 confezioni all’anno tra spezie e aromi, in linea con il 2020, che era stato un anno particolarmente positivo per il settore. Ma quali sono le spezie e le erbe aromatiche preferite dagli italiani? A tavola il rosmarino e il pepe nero la fanno da padroni e battono il prezzemolo e il peperoncino, ma si fa sempre più strada la voglia di sapori esotici, con ingredienti come lemongrass e cardamomo pronti a entrare nei nostri piatti, spinti anche dal successo di tanti programmi televisivi (il 21,5% degli italiani dichiara di usare più spezie e aromi di prima perché ispirato dai programmi di cucina). Insomma, spezie e aromi piacciono a tutti, soprattutto alla Gen Z (il 64% dei più giovani dichiara di usarli abbastanza spesso e il 16% sempre). Sono questi alcuni dei dati dell’indagine “Gli italiani, le spezie e le erbe aromatiche”, condotta da AstraRicerche per Cannamela, brand di gruppo Montenegro. Uno studio realizzato in occasione della 40esima edizione di MacFrut, fiera internazionale dell’ortofrutta in programma dal 3 al 5 maggio 2023 al Rimini Expo Centre.

Negli ultimi cinque anni l’uso di spezie ed erbe aromatiche è cresciuto molto tra gli italiani (il 65,5% degli intervistati dichiara di usarle più di prima). E se nei primi tre posti delle spezie più usate troviamo pepe nero, peperoncino e zafferano, nella classifica delle erbe aromatiche vince un trittico tipico della nostra cultura mediterranea: rosmarino, prezzemolo e basilico. Ma cresce, in parallelo, la voglia di sapori esotici: cardamomo, paprika affumicata, curry, pepe rosa e curcuma per quel che riguarda le spezie; lemongrass, coriandolo, dragoncello, ginepro e cumino per quel che riguarda le erbe aromatiche sono i rispettivi cinque trend del futuro. “Dato significativo è quello sui driver di acquisto di spezie e aromi – sottolinea Fausta Fiumi, marketing & new business director di Cannamela – Rispetto al passato notiamo infatti una maggiore sensibilità per qualità e certificazione delle materie prime. A guidare le scelte di acquisto sono in primo luogo prezzo (40,2%) e provenienza delle materie prime (38,7%). Ma quasi un intervistato su tre tiene conto anche della qualità e della certificazione delle materie prime (31,4%) e metodo di produzione (30,5%)”.

Tra quelli che non rinunciano all’utilizzo di spezie e di erbe aromatiche, il 23,7% del campione intervistato, in particolare donne (29%) e 25-34enni (32%), afferma di utilizzarle sempre, ogni giorno. A questi si aggiunge il 58,1% che se ne serve abbastanza spesso, quasi ogni giorno. In questo caso, i più interessanti sono i 18-24enni, quindi la Gen Z, con il 64%, e i singles (63%), rispettivamente user che scelgono i prodotti in base alla qualità e alle materie prime (64%). Ma perché portiamo così tante spezie e aromi a tavola? Il primo motivo in assoluto è “dare più sapore, più carattere al piatto”, secondo il 67,6% degli intervistati (in particolare donne, 73%). A seguire, per oltre un intervistato su tre, questi ingredienti danno la possibilità di sperimentare creando nuovi abbinamenti. Conta poi anche il fattore salute. Questi ingredienti, infatti, aiutano a realizzare una cucina più sana, che impiega meno sale (30% del campione, soprattutto donne, che arrivano al 34%). Quando si parla di spezie e aromi sono due i concetti principali che emergono dalla ricerca: tradizione e sperimentazione. Se da una parte la spezia più usata in assoluto resta il “classico” pepe nero (79,6% del campione), l’interesse degli italiani è anche per le altre tipologie di questa spezia, come il pepe rosa, oggi scelto da uno su quattro e con un 22,4% del campione che si dice intenzionato a provarlo. Stesso discorso per la paprika affumicata: usata oggi dal 16,9% degli intervistati e con un 24,1% intenzionato a impiegarla nelle proprie ricette.

Nella metà alta della classifica di utilizzo spicca, inoltre, la curcuma: ne fanno uso in cucina circa due italiani su cinque (41,6%). C’è poi il curry nella versione “classica” che viene impiegato nelle ricette del 40,2% del campione. Fanalino di coda è il cardamomo.

Just Eat prevede di assumere 2mila nuovi rider nei prossimi 12 mesi

Just Eat prevede di assumere 2mila nuovi rider nei prossimi 12 mesiMilano, 26 apr. (askanews) – Just Eat prevede di assumere 2mila nuovi rider nei prossimi 12 mesi. Il nuovo piano di assunzioni, “in coerenza con il piano di sviluppo in Italia”, si va ad aggiungere a quelli annunciati nel corso del 2021 e del 2022. Risale a due anni fa infatti, in concomitanza con l’accordo sindacale per il primo contratto collettivo aziendale nel settore food delivery, l’assunzione di 6mila rider. L’anno scorso poi ne fu annunciata un’altra tornata da 4mila assunzioni entro fine anno. In tutto, numeri alla mano, 10mila fattorini in due anni. Attualmente, tuttavia, in Italia, come comunica la stessa Just Eat, lavorano 2.500 rider assunti con contratto di lavoro subordinato in 27 città, per effetto di un elevato turnover. “L’oscillazione del numero di rider, a seguito di diversi fattori come la flessibilità tipica di questa professione – fa sapere l’azienda – è stata bilanciata dall’impegno di Just Eat per stabilizzare il lavoro dei rider dipendenti il più possibile e lo hanno fatto aumentando le ore di contratto a oltre 1.500 dipendenti nell’ultimo anno”. 

“Oggi sono 2.500 i rider assunti dall’azienda e l’ obiettivo è quello di continuare ad aumentare il numero di ore dei contratti part-time, per rispondere al meglio alle esigenze sia dei dipendenti, che dei clienti e dei ristoranti partner” prosegue l’azienda che, in una nota con cui ricorda i due anni dalla sigla del primo contratto in occasione del Primo Maggio, sottolinea la costituzione di una nuova entità sociale, parte di Just Eat Takeaway.com, che si occupa della gestione operativa delle assunzioni dei rider con uno staff di oltre 100 figure. “Siamo orgogliosi di poter celebrare i due anni del contratto durante un appuntamento importante come il Primo Maggio. Siamo particolarmente legati a questa giornata perché l’impegno di Just Eat per far sì che i nostri collaboratori abbiano una paga garantita, siano assicurati e tutelati è quotidiano e costante nel tempo – afferma Daniele Contini, Country Manager di Just Eat Italia – Abbiamo deciso di implementare un modello responsabile perché crediamo che sia un vantaggio per i lavoratori, ma anche per i ristoranti partner e i clienti che possono usufruire di un servizio più qualitativo, efficiente e completo. Ci auguriamo al più presto che il settore del food delivery possa essere regolamentato in modo più puntuale con formule lavorative più tutelanti e regole condivise da tutte le aziende del comparto, per operare in modo efficiente e competitivo nel nostro Paese”.