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A Roma apre The Forum, dove si coniugano cibo e affari

A Roma apre The Forum, dove si coniugano cibo e affariRoma, 11 gen. (askanews) – Coniugare cibo e affari. Apre a Roma The Forum, progetto nato da un’idea di Antonio Proietti, fondatore della Quadrifoglio Immobiliare, che alcuni anni fa pensò di fondere la sua agenzia con un bar, per dar vita a un luogo nel quale poter sviluppare accordi commerciali in convivialità. Un pensiero ripreso da suo figlio Gabriele Proietti, attuale presidente della società, e da Francesco Crocé, amministratore unico della stessa, che hanno modernizzato l’idea trovando il locale adatto al Pigneto, quartiere nel quale vivono da anni, creando un bistrot con al suo interno una agenzia immobiliare.

Dietro il design del locale c’è Giuseppe Maria Genco, architetto con studi a Milano e Valencia, che ha trovato assonanze tra il foro romano e l’atmosfera del Pigneto grazie a elementi quali l’Acquedotto Felice, il Mercato Rionale e la ‘movida’, caratteristiche del quartiere che si sposano con idea del commercio, la convivialità e le discussioni tra persone nel comfort di un moderno bistrot. “Il nostro obiettivo è quello di eliminare gli stereotipi legati alla nostra professione, dando vita a un bistrot coworking nel quale clienti, residenti e appassionati di cibo e vino possano vivere un’atmosfera accogliente e rilassante, uno spazio che all’occorrenza permette anche di finalizzare opportunità professionali” sottolinea Gabriele Proietti. Il locale ha oltre 100 coperti nello spazio esterno e 50 in quello interno. Qui è possibile finalizzare una trattativa immobiliare ma anche, semplicemente, incontrare gli amici, bere un drink e scoprire la proposta gastronomica che va dalla colazione in caffetteria fino ai cocktail serali passando per pausa pranzo e aperitivo.

Bovini da carne, da Regione Sardegna aiuti alle aziende

Bovini da carne, da Regione Sardegna aiuti alle aziendeRoma, 11 gen. (askanews) – La Regione Sardegna completa l’istruttoria per pagare il 90% delle domande di aiuto per gli allevatori dei bovini da carne. Ad un mese dalla presentazione delle istanze, infatti, l’esecutivo regionale attraverso l’agenzia Laore ha messo in pagamento oltre 2.800 richieste di sostegno da parte degli allevatori per circa 6,6 milioni di euro. Lo rende noto Coldiretti Sardegna spiegando che questi aiuti si sommano alle ultime novità legate alle azioni di contrasto alla lingua blu, che hanno portato a un allentamento delle restrizioni sulle movimentazioni, in particolare nelle zone dove insistono la maggior parte delle aziende bovine dell’isola.

“Questo risultato dimostra che si possono mettere in pagamento, in tempi brevi, le domande presentate dalle nostre aziende sui bandi regionali – commentano in una nota il presidente e il direttore di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu e Luca Saba – accorciare i tempi di definizione e presentazione dei bandi, così come quelli di erogazione dei fondi stanziati per gli aiuti, permette alle nostre aziende di poter portare avanti le loro attività”. Il pagamento delle oltre 2.800 domande riguarda gli aiuti finalizzati al sostegno delle aziende che avevano subito pesanti perdite di reddito a seguito della guerra Russia-Ucraina. I beneficiari sono le piccole medie imprese che al 31 dicembre 2021 allevavano oltre 15 capi bovini (tutte le categorie incluse) e che sono tutt’ora in attività e non abbiano già usufruito degli aiuti per i bovini da latte.

Confagri Toscana: vicini a protesta agricoltori tedeschi

Confagri Toscana: vicini a protesta agricoltori tedeschiRoma, 11 gen. (askanews) – “Confagricoltura Toscana esprime vicinanza ai lavoratori agricoli tedeschi che dal mese di dicembre stanno organizzando una serie di scioperi per protestare contro i tagli alle agevolazioni per il gasolio agricolo decisi dal governo. In Italia e in Europa fare l’agricoltore ormai equivale ad una corsa ad ostacoli”. A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, dopo gli ultimi scioperi degli agricoltori tedeschi.

“Anche in Toscana – dice Neri – il settore è da tempo in grande sofferenza: sono aumentati i costi delle materie prime e dell’energia, la burocrazia che ci attanaglia non è diminuita. A pagarne le conseguenze sono prima di tutto gli agricoltori ma anche i comuni cittadini, che vedono crescere il prezzo del prodotto agricolo”. “L’agricoltura è un pilastro dell’economia mondiale e dovrebbe essere protetta e sostenuta per garantire la sua produttività – ha concluso Neri – purtroppo negli ultimi anni ha subito una riduzione degli aiuti dello Stato, mentre i prezzi continuano a lievitare”.

Cia-Turismo verde: agriturismi +2% in 2022, serve legge nazionale

Cia-Turismo verde: agriturismi +2% in 2022, serve legge nazionaleRoma, 11 gen. (askanews) – Da Bruxelles alle aree interne d’Italia servono politiche, strumenti e risorse che consentano davvero di mettere a terra interventi concreti e mirati a valorizzare il ruolo chiave degli agriturismi in ambito sociale, ambientale ed economico, soprattutto nelle zone rurali del Paese. Così Cia-Agricoltori Italiani e Turismo Verde, la sua associazione per la promozione agrituristica che ieri, a Roma, si è riunita in Assemblea nazionale.

Per Cia e Turismo Verde, è necessario che l’Europa in primis, con la nuova programmazione 2023-2027, e poi, a livello nazionale, governo e regioni credano di più negli agriturismi, tanto più vista la crescita costante del settore con ora all’attivo 25.849 aziende, quasi il 2% in più rispetto al 2021, e il valore della produzione salito a 1,5 miliardi di euro in un anno. Nel metodo come nelle risorse, però, la Pac secondo Cia e Turismo Verde presenta ancora limiti evidenti per il comparto, frenato da troppa burocrazia e poca chiarezza. Servono incentivi Ue agli investimenti, sottolineano Cia e Turismo Verde: quelle risorse adeguate a rafforzare l’offerta agrituristica nella programmazione di sviluppo rurale e avviando progetti integrati alla promozione locale. In particolare, occorre portare all’80% gli aiuti del Psr che per gli agriturismi sono fermi al 50% in conto capitale. Strategica la misura per la diversificazione, cui vanno 286 milioni del Piano Strategico della Pac, ma non sufficiente nello stanziamento a incoraggiare le aziende agricole all’attività turistico-ricreativa.

Infine, anche per gli agriturismi, c’è un Pnrr su cui insistere. Il 2024 “Anno delle radici italiane” vede l’Organizzazione coinvolta nel progetto correlato di promozione turistica, rivolto ai discendenti di persone emigrate. L’iniziativa trova nelle strutture agrituristiche delle aree interne, il contesto ideale per riscoprire i luoghi d’origine, tra storia e tradizioni che la cucina contadina regionale esalta.

Uncai a Regioni: bene apertura bandi meccanizzazione agricola

Uncai a Regioni: bene apertura bandi meccanizzazione agricolaRoma, 11 gen. (askanews) – Fra pochi giorni si apriranno i bandi regionali che, nell’ambito del Pnrr, metteranno a disposizione delle aziende agricole e agromeccaniche contributi a fondo perduto per l’ammodernamento del parco macchine e attrezzature, con l’obiettivo di diffondere le migliori tecnologie disponibili. Il presidente Uncai Aproniano Tassinari, sottolinea in una nota la propria soddisfazione per il fatto che i bandi siano stati struttura dagli assessori all’agricoltura di tutta Italia riservando in alcuni casi una parte dell’importo specificatamente alle imprese agromeccaniche. Uncai è l’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali e rappresenta solo chi svolge l’attività agromeccanica in forma autonoma e professionale. È presente in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Basilicata.

“Questi bandi non solo incentivano l’efficienza operativa dei contoterzisti, ma promuovono anche lo sviluppo del comparto agromeccanico. Da sempre il peso e la responsabilità dell’ammodernamento in agricoltura è sulle spalle dei contoterzisti: finalmente arrivano misure che li vedono tra i principali beneficiari”, spiega in una nota. I bandi di meccanizzazione hanno l’obiettivo di potenziare la dotazione tecnologica in particolare dei contoterzisti, consentendo loro di fornire servizi sempre più qualificati e tempestivi agli agricoltori. “Si va dagli 1,6 milioni di euro destinati alla Valle d’Aosta ai 47,6 per la Puglia, per un totale di 400 milioni ripartiti fra tutte le regioni. Queste risorse contribuiscono all’acquisto di attrezzature all’avanguardia, promuovendo l’innovazione e migliorando l’efficienza delle operazioni sul campo”.

La concessione di aiuti è pari al 65 % dell’importo dei costi di investimento ammissibili, e nel caso di giovani agricoltori arriva all’80%. “La spesa massima ammissibile di 35mila euro per le attrezzature e di 70mila per trattori elettrici o a biometano faciliterà la digitalizzazione dei processi e un radicale ammodernamento, in particolare delle attrezzature di precisione, fondamentali per una una maggiore e più efficiente produttività e una migliore sostenibilità ambientale”.

Fedagripesca Toscana: serve piena operatività porto di Viareggio

Fedagripesca Toscana: serve piena operatività porto di ViareggioRoma, 11 gen. (askanews) – Serve che il porto di Viareggio sia pienamente operativo e la Regione deve trovare “soluzioni concrete perché qui ci sono in ballo molti posti di lavoro, il futuro di molte famiglie”. Così Alessandra Malfatti, presidente della Cittadella della Pesca e consigliera di Confcooperative Fedagripesca Toscana, dopo la protesta dei pescatori andata in scena ieri a Viareggio. “Chiediamo alla Regione di inserire la nostra categoria tra quelle che ricevono ristori per le calamità naturali”, spiega.

“Abbiamo fatto vedere la situazione all’Autorità portuale, perché è giusto che tocchino con mano qual è il problema – ha aggiunto – C’è un problema di sicurezza, in queste condizioni il porto è inagibile. Basta pensare che stamani è uscito un rimorchiatore ed è rimasto incagliato. Viareggio ha un porto importante, centrale per la Toscana”. “Chiediamo aiuto e sostegno alla Regione confidando nell’abituale disponibilità al dialogo dell’amministrazione toscana – fa eco Andrea Bartoli, vicepresidente di Fedagripesca Toscana – per poter tornare a lavorare in sicurezza e tranquillità”.

Il 20 gennaio Cia e Unionbirrai lanciano Stati generali birra

Il 20 gennaio Cia e Unionbirrai lanciano Stati generali birraRoma, 11 gen. (askanews) – Arrivano gli Stati Generali della Birra. Sabato 20 gennaio si terrà il primo evento promosso da Cia-Agricoltori Italiani, in collaborazione con Unionbirrai, per avviare il percorso programmatico dedicato alla filiera della birra Made in Italy insieme a tutti i protagonisti. L’appuntamento è all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in provincia di Cuneo.

Dopo i saluti introduttivi, ci sarà una tavola rotonda con i rappresentanti istituzionali e della filiera alla quale parteciperanno Vittorio Ferraris (Unionbirrai), Alfredo Pratolongo (Assobirra), Teo Musso (Consorzio Birra Italiana), Stefano Fancelli (Luppolo Made in Italy), Fabio Giangiacomi (Consorzio Italiano Produttori dell’Orzo e della Birra), Katya Carbone (CREA), Monica Ciaburro (segretaria Commissione Agricoltura). Parteciperanno anche Marco Protopapa (assessore Agricoltura Regione Piemonte), Cristiano Fini (presidente nazionale Cia) e Patrizio Giacomo La Pietra (sottosegretario Masaf). Al centro dei lavori la tassazione del prodotto birra, tema di forte attualità, le politiche agricole di supporto alla produzione delle materie prime nazionali e la crescita del movimento dei birrifici artigianali e agricoli, la nuova eccellenza del Made in Italy birrario.

Nel 2023 marca del distributore tocca 25,4 mld ma Italia ultima in Ue

Nel 2023 marca del distributore tocca 25,4 mld ma Italia ultima in UeMilano, 10 gen. (askanews) – Con un fatturato complessivo di 25,4 miliardi di euro nel 2023, i prodotti a marca del distributore, vale a dire i prodotti alimentari e non venduti con il marchio del supermercato, oggi valgono il 31,5% dell’intero giro d’affari del mercato della distribuzione moderna in Italia, compresi i discount. Parliamo di un aumento pari 332 milioni di euro nell’ultimo anno (contro i 526 del 2022) che tuttavia non è sufficiente a porci nella parte alta della classifica degli altri Paesi europei. Siamo “l’ultimo carro d’Europa” ha detto Valerio De Molli, managing partner e ceo The European House Ambrosetti, all’anteprima dei dati che verranno presentati al convegno inaugurale di Marca by BolognaFiere 2024 in programma il prossimo 16 gennaio a Bologna.

Il 2023 per tutti i canali della distribuzione moderna, inclusi per la prima volta i discount, ha segnato una riduzione dei volumi che complessivamente ha superato il miliardo di euro. In questo contesto la marca del distributore ha sostenuto i volumi della gdo con una crescita che ha riguardato soprattutto il primo prezzo (+0,6%) a fronte di un lieve decremento della fascia premium (-0,1%). “Riteniamo che la gdo stia interpretando un ruolo non solo economico ma anche sociale in modo più impegnativo che in passato – ha detto Mauro Lusetti, presidente dell’Associazione distribuzione moderna – L’anno scorso siamo riusciti a contenere gli aumenti inflattivi e per noi è stato possibile farlo anche grazie ai prodotti a marchio del distributore”. Certo, ha fatto notare Lusetti a più riprese, “le possibilità di sviluppo della marca del distributore sono enormi: nei Paesi europei le percentuali superano il 50%, il margine per crescere c’è”.

(segue)

Fipe: bene Doggy bag ma bisogna convincere consumatori

Fipe: bene Doggy bag ma bisogna convincere consumatoriRoma, 10 gen. (askanews) – Apprezzamento per un’iniziativa che accende un faro su un tema, quello della lotta contro gli sprechi alimentari, ma bisogna anche “sensibilizzare i clienti per convincerli ad abbattere le resistenze culturali, come la vergogna o l’imbarazzo”. Così FIPE-Confcommercio, la Federazione italiana Pubblici Esercizi, in merito alla proposta di legge dal titolo “Obbligatorietà della Doggy Bag”, presentata oggi presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati da Giandiego Gatta e Paolo Barelli (Forza Italia).

Lottare contro lo spreco alimentare, riconosce Fipe, è “importante per garantire la sostenibilità delle abitudini dei consumatori” e ribadisce “con fermezza che è proprio sulla capacità di responsabilizzare questi ultimi che si gioca la partita più importante”. Secondo FIPE, però, introdurre l’obbligo in capo ai ristoranti “non è la soluzione al problema dello spreco alimentare, perché la resistenza a chiedere di portarsi a casa il cibo non consumato viene proprio dai clienti, che già oggi, in realtà, possono usufruire di questa possibilità in qualsiasi ristorante del Paese”.

Per l’associazione quindi la proposta “dovrebbe includere iniziative capaci di sensibilizzare i clienti per convincerli ad abbattere le resistenze culturali, come la vergogna o l’imbarazzo, che spesso li scoraggiano dall’avanzare richieste al personale del locale. Proprio su quest’ultimo aspetto spiega Fipe – bisogna intervenire con determinazione al fine di diffondere una vera e propria cultura della sostenibilità alimentare basata sui concetti della conservazione, della rielaborazione e della valorizzazione di ogni parte del cibo, distintivi della cultura italiana”. Su questi temi la Federazione ricorda di essere impegnata attivamente da anni con iniziative concrete e progettualità condivise con numerosi soggetti. Tra queste, c’è quella del “Rimpiattino”, la versione italiana della famosa “Doggy Bag” che FIPE ha lanciato nell’ottobre 2019. Il progetto, al quale hanno aderito migliaia di ristoranti italiani, ha visto l’introduzione di uno speciale contenitore di carta riciclata, per conservare e portare a casa il cibo e le bevande non consumati a tavola.

Uila Pesca: su sicurezza no differenza tra piccola e grande pesca

Uila Pesca: su sicurezza no differenza tra piccola e grande pescaRoma, 10 gen. (askanews) – “In materia di sicurezza e protezione sociale non si può fare differenza tra piccola e grande pesca, perché tutti i lavoratori devono avere stessi diritti e tutele sociali e che occorre respingere e contrastare una visione “mediatica” che dipinge la pesca industriale come nemica della piccola pesca e, più in generale, i pescatori come predatori del mare e unici responsabili dell’impoverimento delle risorse e dell’inquinamento marino”. Lo ha detto il segretario nazionale della Uila Pesca, Fabrizio De Pascale, che è intervenuto oggi ai lavori della sesta conferenza internazionale su salute e sicurezza nell’industria della pesca (Ifish6), in corso di svolgimento alla Fao a Roma, nell’ambito della sessione dedicata alla protezione sociale nella piccola pesca.

Sul tema dello “status” giuridico della piccola pesca, la Uila Pesca ha presentato uno studio, realizzato nell’ambito del piano triennale pesca, finanziato dal Masaf. “È universalmente riconosciuto – ha spiegato De Pascale – come non esista una definizione univoca di piccola pesca, in quanto in questa categoria, a seconda delle leggi nazionali e delle convenzioni internazionali considerate, rientrano sia le canoe a remi che le imbarcazioni a motore fino a 24 metri di lunghezza, considerate come piccole barche”. “Per poter assicurare un adeguato sistema di protezione sociale a tutti i lavoratori del settore – ha concluso De Pascale – occorre partire dai contenuti della Convenzione OIL C 188 sul lavoro nella pesca e da misure innovative che possono essere decise dalle Organizzazioni regionali per la pesca, come la CGPM”.