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Roncadin chiude 2023 con 175 mln fatturato; volumi in flessione

Roncadin chiude 2023 con 175 mln fatturato; volumi in flessioneRoma, 22 apr. (askanews) – 175 milioni di euro di fatturato nel 2023, nonostante una flessione dei volumi di produzione causata dalle dinamiche inflazionistiche che hanno portato i consumatori a essere particolarmente attenti al prezzo. E’ il bilancio del gruppo Roncadin, che comprende la capofila Roncadin SpA SB di Meduno specializzata nella produzione di pizze surgelate, la Zero srl di Sommacampagna (VR) produttrice di pinsa e prodotti freschi da banco frigo e la Roncadin INC con sede a Chicago.


L’amministratore delegato Dario Roncadin spiega in una nota che l’azienda ha l’obiettivo di crescere e svilupparsi con diversi progetti e investimenti. In particolare, per la sostenibilità ambientale Roncadin investe 1,6 milioni di euro all’anno, pari al 34% degli investimenti complessivi annui. Inoltre, pur nello scenario economico complicato, Roncadin continua a investire sulle persone e a consolidare l’occupazione. Nel principale polo produttivo, quello di Meduno (PN), il 90% del personale è assuno in pianta stabile e, prosegue l’amministratore delegato, “l’obiettivo è garantire alle nostre persone sicurezza, benessere e possibilità di crescita nella nostra realtà”.

Salvi (Fruitimprese): anche noi sognamo agricoltura a impatto 0

Salvi (Fruitimprese): anche noi sognamo agricoltura a impatto 0Roma, 18 apr. (askanews) – “Anche noi – ha concluso il presidente Salvi – sogniamo un’agricoltura ad impatto zero, ma, per favore, dateci il tempo, le tecnologie ed i giusti incentivi per ottenerla”.  lo ha detto il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi, intervenendo a Roma alla 75esima Assemblea annuale, sul tema “Uno sguardo al passato per costruire il futuro”. 


Salvi ha spiegato che, per quanto riguarda il comparto produttivo all’orizzonte ci sono delle innovazioni molto interessanti che promettono di rivoluzionare il settore. In primo luogo, le Tecniche di Evoluzione Assistita, conosciute anche come NBT o NGT che hanno le potenzialità per migliorare notevolmente l’aspetto produttivo, consentendo di accelerare i processi di evoluzione che in natura richiedono decenni. Le sperimentazioni in campo, che l’Italia da pioniera ha recentemente consentito, promettono di migliorare le prestazioni delle piante, renderle più resistenti ai cambiamenti climatici e meno dipendenti dai trattamenti chimici. Salvi in proposito ha detto che “anche in questo ambito l’Unione Europea deve battere un colpo, le discussioni sul nuovo regolamento si stanno incagliando sulla questione delle royalties, non vorremmo che le grandi compagnie della chimica impedissero a queste tecniche di essere a disposizione di tutti. Ben vengano quindi le iniziative del CREA che è già molto avanti nella sperimentazione”. 


Altro pilastro importante su cui puntare per il futuro dell’ortofrutta è la tecnologia: a Ravenna, in un convegno organizzato da UNITEC, “è stato presentato un modello di agrivoltaico che si adegua alle esigenze delle piante da frutto e lavora in sinergia con la natura, ma si è discusso anche di digitalizzazione e di utilizzo della robotica. Nel futuro dei nostri frutteti ci saranno sempre più  sensori e attrezzature che autoproducono l’energia necessaria grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale”.

Salvi (Fruitimprese): da Governo molti interventi ben fatti

Salvi (Fruitimprese): da Governo molti interventi ben fattiRoma, 18 apr. (askanews) – “In attesa dell’esito delle elezioni europee, che, auspichiamo, possano segnare una svolta nell’approccio con cui Bruxelles ha finora trattato il rapporto tra agricoltura e tutela dell’ambiente, ci troviamo a valutare i primi 18 mesi del Governo Meloni che sta rappresentando, indubbiamente, una novità nel nostro panorama politico”: lo ha detto il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi, intervenendo a Roma alla 75esima Assemblea annuale, sul tema “Uno sguardo al passato per costruire il futuro”. 


Il governo Meloni, ha aggiunto, rappresenta una novità “sia per la compagine dei partiti che lo compongono, sia per l’attenzione posta all’agricoltura, la cui gestione è stata affidata ad un esponente di spicco del partito di maggioranza. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, gli interventi per il nostro settore sono stati molti e ben strutturati – ha riconosciuto – Ci riferiamo all’ingente ammontare di risorse destinate ai contratti di filiera, ma anche agli aiuti per i comparti in crisi, come quello delle pere e del kiwi, che sono serviti a dare fiducia alla produzione in un momento di grande sconforto”. Ancora, i fondi per la cosiddetta “cambiale ortofrutta” sono andati esauriti in poche ore, “a dimostrazione che il settore è ricettivo e apprezza l’approccio pragmatico con cui Ministero ed ISMEA stanno gestendo le risorse disponibili. Abbiamo infine apprezzato – ha aggiunto Salvi – la presenza del ministro Lollobrigida tra gli stand delle principali fiere di settore all’estero, qualcosa a cui non eravamo più abituati e che avvicina le istituzioni agli operatori e si accompagna al consueto ottimo lavoro dell’ICE per la tutela del nostro export”.


“Per il futuro auspichiamo, che si possa dare seguito al lavoro finora svolto e che si possano programmare interventi che consentano uno sviluppo a medio-lungo termine di questo importante settore dell’economia nazionale”, ha concluso Salvi.

Fruitimprese: in 2023 per ortofrutta fresca record export, +9,1%

Fruitimprese: in 2023 per ortofrutta fresca record export, +9,1%Roma, 18 apr. (askanews) – Il 2023 si è chiuso con il record del valore delle esportazioni italiane di ortofrutta fresca che è in crescita del 9,1% rispetto al risultato dell’anno precedente. I dati Istat hanno evidenziato un valore esportato di 5,780 miliardi di euro contro poco meno di 5,3 miliardi del 2022, in controtendenza le quantità esportate che calano di poco meno di un punto percentuale, a 3,483 milioni di tonnellate. Si è tenuta oggi a Roma la 75esima Assemblea annuale di Fruitimprese, sul tema “Uno sguardo al passato per costruire il futuro”. 


“Oggi siamo una vera  e propria associazione di filiera: dal lato produttivo aderiscono a noi alcune importanti organizzazioni di produttori e fanno riferimento ai nostri associati circa 20.000 aziende agricole”, ha detto il presidente Marco Salvi inaugurando l’assemblea. Il comparto, nonostante la crescita, sta facendo i conti con i problemi nazionali e internazionali che incidono sul settore. Le guerre in Ucraina e Medio Oriente, il blocco di Suez prospettano un quadro molto preoccupante, mettendo a rischio, nel solo caso di Suez, “centinaia di milioni di euro di export italiano di mele e kiwi che non si possono permettere di passare per il Capo di Buona Speranza, a causa dei maggiori costi e della perdita di freschezza del prodotto che i tempi di viaggio più lunghi richiedono”, con ripercussioni pesanti anche sul mercato interno.


Un riferimento particolare Salvi ha fatto alla crisi delle pere, “la cui discesa continua inesorabile”. L’interrogativo è quanto resisteranno i produttori di pere, i quali, seppur destinatari di alcuni aiuti straordinari, per i quali Salvi ha ringraziato il ministro Lollobrigida, sono ormai 4 anni che non hanno un ritorno economico sufficiente; si sta tentando di correre ai ripari con il progetto di aggregazione Unapera, ma senza il prodotto tutti gli sforzi potrebbero diventare inutili”. “Per quanto riguarda il futuro – ha poi puntualizzato il presidente di Fruitimprese – apprezziamo lo sforzo del Masaf e dell’Ismea che hanno costituito una commissione dedicata all’apertura dei nuovi mercati. Oggi risultano aperti 28 dossier fitosanitari per esportare in 14 Paesi. Fruitimprese sta facendo la sua parte nel cercare di indirizzare al meglio le risorse disponibili e ci auguriamo che il lavoro di squadra possa portare buoni risultati nel breve-medio termine”.


Nel corso del 2023 il problema dell’aumento dei prezzi è stato l’argomento principale di tante discussioni che hanno coinvolto, ovviamente, anche il settore ortofrutticolo, “sempre il primo ad essere messo alla berlina quando l’Istat certifica un aumento del tasso di inflazione”. Ma la spesa media per frutta e verdura fresca rappresenta solo il 3,7% del budget delle famiglie. Eppure, anche quest’anno si registra una riduzione dei consumi di ortofrutta fresca in Italia. I dati elaborati da CSO Italy riportano un calo del 6% dei volumi acquistati ed un aumento del 4% del valore acquistato, rispecchiando quasi perfettamente l’incidenza dell’inflazione (+10% il prezzo medio) che quest’anno è stato il leitmotiv predominante, oltre che una delle cause dello stesso calo delle vendite. “Il dato è molto preoccupante – commenta Salvi – dal 2019 abbiamo perso 1 milione di tonnellate di prodotto consumato, scendendo da 6,1 a 5,1 milioni. I dati europei non sono migliori”.

Confagricoltura: bene Urso su decreto crediti imposta 4.0

Confagricoltura: bene Urso su decreto crediti imposta 4.0Roma, 18 apr. (askanews) – Il decreto attuativo per il riutilizzo del credito d’imposta per gli investimenti della misura Transizione 4.0 arriverà entro la prossima settimana. Lo ha annunciato oggi il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso del Question time alla Camera dei Deputati rispondendo ad un’interrogazione sull’argomento dell’onorevole Luigi Marattin.


Confagricoltura accoglie la notizia “molto positivamente” ed esprime “apprezzamento” per l’attenzione che il ministro ha dimostrato nell’attivarsi immediatamente per la definizione delle procedure necessarie a sostenere il processo di transizione tecnologica intrapreso dalle aziende del settore primario. Le rassicurazioni di Urso arrivano a breve distanza dalla richiesta fatta da Confagricoltura di un intervento da parte del suo ministero che desse seguito alla Faq con cui l’Agenzia delle Entrate ha informato di aver modificato la precedente applicazione restrittiva delle disposizioni, contenute nel decreto-legge sulle Misure urgenti in materia di compensazione d’imposta 4.0 (dl n. 39 del 2024).


Il ministro Adolfo Urso ha chiarito che il decreto conterrà le regole che permetteranno l’accesso delle imprese agricole ai crediti d’imposta maturati tra il 2023 e il 2024, a compensazione degli investimenti in nuovi beni strumentali.

Assitol racconta l’olio extravergine e l’industria olearia

Assitol racconta l’olio extravergine e l’industria oleariaRoma, 18 apr. (askanews) – Raccontare l’industria olearia e il valore dell’extra vergine d’oliva, capace di rappresentare come pochi altri prodotti il Made in Italy, vale a dire il “saper fare italiano” apprezzato in tutto il mondo. E’ con questo intento che Assitol, l’associazione italiana dell’industria olearia, organizza a Roma il convegno “Olio d’oliva: l’Italia che fa bene”, martedì 23 aprile alle 10.30, presso la Sala degli Arazzi di Palazzo Piacentini.


L’evento si lega alla Giornata Nazionale del Made in Italy, promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’incontro vuole sottolineare l’importanza dell’industria olearia nell’economia italiana e la sua capacità di creare benessere e occupazione. I marchi, grandi e piccoli, dell’industria olearia hanno saputo costruire un modello nazionale, basato su aspetti, diversi ma integrati: la selezione delle materie prime, gli alti standard qualitativi, il blending, la sostenibilità, le tecnologie utilizzate, l’attenzione al consumatore e ai lavoratori stessi, la sicurezza alimentare. E’ grazie a questo impegno costante che l’Italia mantiene la leadership nell’export di olio confezionato. Oggi l’extra vergine è, a tutti gli effetti, ambasciatore dell’Italia nel mondo, tanto da rafforzare all’estero l’attrattività degli altri prodotti della Dieta mediterranea. All’elemento economico, deve poi aggungersi il valore salutistico e nutrizionale dell’alimento, ampiamente riconosciuto dalla scienza e irrinunciabile anche in un periodo di inflazione e rincari. Al contrario è necessario promuovere la conoscenza ed i benefici di questo prodotto straordinario, tutelando così la salute degli italiani e, al tempo stesso, un pezzo importante della nostra economia.

Cia: prossimo mandato Ue garantisca centralità agricoltura

Cia: prossimo mandato Ue garantisca centralità agricolturaRoma, 18 apr. (askanews) – A Bruxelles per sostenere il Manifesto del Copa-Cogeca in vista delle elezioni europee di giugno. Così Cia-Agricoltori Italiani rinnova il suo impegno nel Comitato delle organizzazioni professionali agricole Ue con l’obiettivo di rimettere l’agricoltura al centro, riconoscendola a pieno titolo risorsa strategica in Europa.


Alla presentazione di questa mattina, in assemblea generale con i deputati Ue, l’intervento del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, accompagnato dal vicepresidente Matteo Bartolini. “È arrivato il momento di stringere i ranghi e richiamare l’attenzione della politica sui veri pilastri della transizione green e digitale -ha detto Fini-. Ci aspettiamo di trovare l’agricoltura nell’agenda elettorale di tutte le forze in campo e che la nostra voce abbia piena rappresentanza e sostegno unanime”. Alla base dell’intervento di Fini, la tabella di marcia segnata dal Copa-Cogeca con il Manifesto e le 7 priorità indicate per il prossimo mandato della Commissione Ue: dall’urgenza di riconciliare la mitigazione dei cambiamenti climatici, la conservazione della natura e la produzione agroalimentare all’importanza di rafforzare la competitività e la redditività dell’agricoltura europea, tutelando al contempo il potenziale produttivo.

Fipe: lavoriamo con Afidop per promuovere formaggi italiani

Fipe: lavoriamo con Afidop per promuovere formaggi italianiRoma, 18 apr. (askanews) – Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, sta lavorando a un protocollo con Afidop, l’associazione italiana dei formaggi DOP e IGP, “per promuovere, in Italia e all’estero, due settori che sono il volano del Made in Italy: i formaggi certificati, primo comparto del cibo DOP italiano, con un valore al consumo di 8,6 miliardi di euro, e la ristorazione che, con i suoi 92 miliardi di euro di consumi, è un punto di riferimento fondamentale delle produzioni agroalimentari di qualità”. Così in una nota Fipe-Confcommercio conferma il proprio impegno per valorizzare i formaggi DOP e IGP italiani, “favorendone la conoscenza e l’utilizzo nei ristoranti associati, tracciando linee guida per valorizzare le produzioni certificate nei menù”.


Oggi il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, aveva smentito di stare lavorando a un “obbligo” per i ristoranti di inserire in carta un piatto di formaggi, ma aveva confermato di avere in corso un confronto con i ristoratori su come valorizzare questo comparto all’interno della ristorazione. “Quale simbolo della ricchezza e dell’unicità del patrimonio agroalimentare del Paese e delle sue tante espressioni regionali, i formaggi italiani rappresentano un formidabile veicolo di promozione territoriale che può e deve essere ancora valorizzato”, spiega ancora Fipe in una nota.

Lollobrigida: garantire agricoltura più moderna e sostenibile

Lollobrigida: garantire agricoltura più moderna e sostenibileRoma, 18 apr. (askanews) – “Garantire un’agricoltura sempre più moderna e sostenibile”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenuto nel corso del talk “Agricoltori Custodi dell’Ambiente”, in occasione della prima edizione del Festival dell’Innovability “Impatta Disrupt”, che si svolge sulla Terrazza del Pincio e alla Casa del Cinema di Roma, organizzato da Earth Day Italia, Next4 e Impatta4Equity.


“L’obiettivo del Governo Meloni è proteggere il nostro modello di sviluppo, prima culturale poi economico. Quello che bisogna fare è riuscire a ragionare di innovazione e nuove tecnologie. Garantire un’agricoltura sempre più moderna e sostenibile, ma che non metta in discussione il reddito dell’agricoltore – ha spiegato Lollobrigida – Se non c’è l’agricoltore non c’è manutenzione dell’ambiente e se non c’è manutenzione dell’ambiente entra in crisi il sistema della sostenibilità ambientale. Ma se non c’è la sostenibilità economica per l’agricoltore, cioè se l’agricoltore non guadagna, l’agricoltura rischia di scomparire”, ha concluso.

Psa, Coldiretti: intervenire per salvare patrimonio da 20 mld

Psa, Coldiretti: intervenire per salvare patrimonio da 20 mldRoma, 18 apr. (askanews) – “Occorre un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina e tutelare un settore che è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy a tavola, con un valore tra produzione e indotto di circa 20 miliardi di euro e centomila posti di lavoro”. E’ l’appello lanciato dalla Coldiretti, che chiede un cambio di passo sulla gestione di una presenza di cinghiali ormai fuori controllo che sta facilitando la diffusione della malattie e minaccia gli allevamenti, dopo l’ultimo caso registrato nella Food valley parmense. Proprio la fauna selvatica è praticamente l’unico vettore di diffusione della peste suina.


Eppure, secondo le attuali regole, basta un cinghiale malato rinvenuto a chilometri di distanza da una stalla per far scattare la decisione di abbattere migliaia di maiali perfettamente sani. “Bene ha fatto il ministro Lollobrigida – rileva Coldiretti – a chiedere dunque alla Commissione europea un approccio diverso, che tuteli le imprese e i consumatori. L’unica soluzione per fermare la diffusione della peste suina è, infatti, mettere in campo tutte le azioni possibili per contenere l’invasione di fauna selvatica che ruba reddito e futuro alle imprese agricole”. Il rischio immediato è che il propagarsi della peste suina faccia scattare le restrizioni all’export, con un danno potenziale da 2,32 miliardi di euro. Ma a rischio c’è una filiera come quella suinicola italiana che è una delle più performanti dell’intero sistema agroalimentare nazionale.