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Con Autogrill debutta in Italia catena britannica Costa Coffee

Con Autogrill debutta in Italia catena britannica Costa CoffeeRoma, 18 apr. (askanews) – Autogrill, leader nella ristorazione per chi viaggia e parte di Avolta, ha inaugurato oggi a Fiumicino il primo locale Costa Coffee, catena di caffè britannica fondata nel 1971 dai fratelli italiani Bruno e Sergio Costa. Una collaborazione che porta un partner internazionale, presente in oltre 50 Paesi, anche in Italia.


“Siamo molto soddisfatti della partnership con un player di alto livello e dal respiro internazionale come Costa Coffee, a testimonianza di un’offerta in costante rinnovamento e di un continuo potenziamento delle nostre collaborazioni, per offrire ai viaggiatori un’esperienza senza eguali”, ha commentato Massimiliano Santoro, CEO Italy F&B di Avolta. “Grazie alla collaborazione con Costa Coffee, continuiamo a guardare al futuro, sperimentando e creando nuove soluzioni per soddisfare le esigenze dei viaggiatori”, ha detto Luca D’Alba, General Manager Italy F&B di Avolta. Il nuovo Costa Coffee ha una offerta food dolce e salata studiata in stretta collaborazione e pensata specificamente per rispondere alle esigenze dei viaggiatori in transito a Fiumicino. Il caffè è l’elemento centrale del nuovo locale, senza tralasciare offerte plant-based.

Lollobrigida: obbligo formaggi in ristoranti? Notizia falsa

Lollobrigida: obbligo formaggi in ristoranti? Notizia falsaRoma, 18 apr. (askanews) – “La notizia sulla imposizione dei formaggi nei ristoranti è priva di fondamento e dispiace che un giornale che ha l’ambizione di essere riferimento del mondo della Qualità la dia in questo modo”. Così in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, smentisce quanto pubblicato in una conversazione riportata dal Gambero Rosso in cui il ministro avrebbe detto “vorrei imporre un piatto dedicato al formaggio nei menu degli esercizi di ristorazione”.


“Non c’è alcuna imposizione intesa come obbligo di legge, ma sollecitazione a valorizzare i nostri eccellenti formaggi – precisa Lollbrigida – Il confronto con le associazioni di categoria dei ristoratori è su questo tema e in piena sintonia lavoriamo alla valorizzazione dei nostri prodotti. Sono convinto che valorizzando e promuovendo il nostro formaggio come piatto specifico, sarà il mercato a convincere i nostri ristoratori a utilizzarlo di più nei loro menu. L’aumento di valore produrrebbe, ovviamente, un effetto positivo su tutta la filiera”, conclude il ministro.

Grana Padano, in 2023 produzione cresce del 4,84%

Grana Padano, in 2023 produzione cresce del 4,84%Roma, 18 apr. (askanews) – “In questi quattro anni abbiamo continuato a crescere le produzioni, abbiamo performato ottimamente all’estero e in Italia e siamo stati la destinazione più remunerativa al mondo per il latte da silomais. Terminiamo quindi un quadriennio davvero oltre le aspettative, con alcune scelte difficili, coraggiose, ma altrettanto vincenti”. Renato Zaghini ha aperto l’assemblea generale del Consorzio di Tutela, che si è svolta al Centro Fiere di Montichiari (BS), con una sintesi della presidenza che lo ha visto alla guida del Consorzio Tutela Grana Padano. Un mandato, iniziato durante il lockdown, che per statuto non può essere rinnovato e certamente tra i piu difficili nei 70 anni del consorzio.


L’Assemblea ha approvato all’unanimità la relazione del Cda ed il bilancio consuntivo con il 100% dei voti da parte degli aventi diritto. I consorziati oggi hanno proceduto alle elezioni dei 27 membri del nuovo Consiglio di amministrazione, che alla sua prima convocazione eleggerà il presidente e dieci componenti del comitato di gestione, in carica sino alla primavera 2028. Votati inoltre i cinque componenti del collegio sindacale. “Nel 2023 abbiamo gettato solide basi, perché nel 2024 i volumi esteri superino quelli italiani – ha sottolineato il presidente uscente – visto che il fatturato al consumo estero ha già superato quello italiano: quasi un miliardo e 950 milioni di euro contro il miliardo e 650 milioni di euro in Italia. Quest’anno quindi i consumatori mondiali hanno speso quasi 3,7 miliardi di euro per acquistare Grana Padano, una cifra da capogiro, con un + 16% rispetto al 2022”.


L’incremento della produzione nel 2023 è stato del 4,84% rispetto al 2022. Ripartita su base territoriale e comprendendo tutte le strutture produttive, la provincia di Mantova con 27 caseifici risulta il territorio più produttivo con 1.656.325 forme pari al 30,36% della produzione (29,8% nel 2022). Seguita da Brescia, con 1.255.020 forme lavorate in 29 aziende, e Cremona, con 946.156 forme uscite dai suoi 9 caseifici, che hanno quindi la media produttiva più alta nel consorzio con più di 105mila forme lavorate. Il latte delle stalle venete lavorato a Grana Padano, anche fuori regione, contribuisce al 14,89% della produzione.


Nell’anno 2023 la categoria “Formaggi duri tipici italiani” ha sviluppato in Italia un trend a volume positivo pari al +4,8% rispetto al 2022. Con una quota di 45,2% a Volume, il Grana Padano si conferma leader della categoria insieme al Trentingrana, mostrando una performance stabile a Volume (+0,4%) a fronte di una crescita a valore del +8,8% legata al protrarsi della fase inflattiva nel corso dell’anno. Se poi si esclude il Trentingrana in forte calo con volumi a -9,6%, la performance del Grana Padano risulta ancora migliore, con un +0,7% a volume. Il prezzo medio del Grana Padano DOP ha inoltre registrato una crescita del +8,9%, arrivando ad un prezzo medio di 14,68 €/kg. Su base annua il valore raggiunto dall’intera categoria dei formaggi duri si è attestato a 15,76 €/kg, registrando una crescita del +6,8% rispetto al 2022, quindi inferiore a quella del Grana Padano DOP e del Trentingrana, salito del 7,7% sino a 15,40 €/kg.


Il Grana Padano DOP si conferma inoltre leader in tutte le aree geografiche Nielsen, pur con trend diversi, e con quote di mercato nel comparto tra il 43,7% nel Nord est ed il 46,8 di Sud e Isole. Tendenze analoghe per le vendite nei vari canali distributivi. Grana Padano e Trentingrana detengono la quota di mercato più alta tra i formaggi duri tipici, tra il 41,5% dei discount e il 46,7% dei supermercati. Tre le tipologie volumi di Grana Padano e Trentingrana in crescita del +6,0% tra le forme, che valgono il 56% del mercato, miglioramento dello 0,7% tra i pezzi preconfezionati a peso imposto dell’1,6% nei grattugiati e dell’1% sul segmento scaglie. In calo solo i bocconcini, dello 0,3% su un decremento complessivo dei duri del 2,3%.

Grana Padano, vola export: in 2023 +6,55% e crescono i prezzi

Grana Padano, vola export: in 2023 +6,55% e crescono i prezziRoma, 18 apr. (askanews) – Vola l’export del Grana Padano Dop e crescono anche i prezzi al dettaglio. Nel 2023 le esportazioni di Grana Padano Dop hanno raggiunto complessivamente 2.482.891 forme, in crescita del 6,55%. “Ciò significa che nel 2023 il 48,4% della produzione marchiata è stata destinata ai mercati esteri. Considerando, inoltre, un incremento dei prezzi al dettaglio di Grana Padano superiore al trend dell’inflazione, l’incremento della spesa mondiale di Grana Padano sfiora il 15%”, ha spiegato il direttore generale del Consorzio di Tutela, Stefano Berni, nel corso dell’Assemblea generale che ha fatto un bilancio dello scorso anno.


Un risultato in controtendenza, quindi, con quello di altri settori del food che hanno visto crescere i volumi solo a fronte di crescita dei prezzi al consumo al di sotto il trend dell’inflazione, a valori inferiori. L’Europa, con 2.060.484 forme, assorbe l’83% delle esportazioni di Grana Padano DOP, con un incremento del 6,9% rispetto al 2022. E la Germania, con una crescita del 5,53%, consolida sempre di più il primato di principale destinatario per le esportazioni di Grana Padano DOP, per un totale di 599.448 forme.


Nel complesso, anche i mercati extra UE28, dopo l’espansione registrata nel 2022, consolidano un incremento del 5,14%, per un volume complessivo di 607.530 forme. “E’ anche l’effetto del buon andamento del mercato statunitense, tradizionalmente uno dei principali mercati di sbocco per il Grana Padano – aggiunge Berni -, che ha reso possibile, nonostante la debolezza del mercato canadese, un risultato così significativo per le esportazioni di Grana Padano nei paesi Extra UE”. “Per continuare questo trend sappiamo che lo spazio di crescita è l’export senza perdere di vista l’Italia che comunque consuma oltre 2,5 milioni di forme – ha commentato il presidente Zaghini – Sappiamo anche che dobbiamo assecondare le tendenze e gli orientamenti dei consumatori con la sostenibilità di processo, con il benessere animale e con la salubrità di prodotto”.

Lollobrigida: obiettivo Governo in Ue proteggere nostro modello

Lollobrigida: obiettivo Governo in Ue proteggere nostro modelloRoma, 18 apr. (askanews) – “L’obiettivo del Governo Meloni è proteggere il nostro modello di sviluppo, prima culturale poi economico. Lo stiamo facendo in Unione europea con un attivismo che negli ultimi 18 mesi vede l’Italia protagonista e che ricollega in maniera corretta il rapporto tra agricoltore, primo ambientalista del pianeta, e l’ambiente”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenendo alla Masterclass “Agricoltori custodi dell’Ambiente”, organizzato da Earth Day Italia, Next4 e Impatta4Equity, in occasione delle celebrazioni della Giornata Mondiale della Terra.


“Abbiamo contrastato l’idea che il cibo potesse essere realizzato in laboratorio. L’Italia è la prima Nazione al mondo che ha proibito la cosiddetta carne coltivata – ha ricordato Lollobrigida – 14 nazioni in Europa hanno sostenuto ufficialmente la posizione del Governo Meloni, altre 5 lo hanno fatto nelle discussioni. Il cibo realizzato in quel modo è un potenziale pericolo per la salute, per il lavoro, per l’ambiente, per la cultura e per l’identità dell’Unione europea”, ha specificato il ministro Lollobrigida. “La nostra Nazione ha un DNA preciso, fatto di tante contaminazioni che ci rendono unici. La consapevolezza del rapporto intimo che c’è tra la nostra qualità e il nostro modello agricolo è l’elemento sul quale dobbiamo riflettere”, ha sottolineato il ministro. “Va garantito buon cibo a tutti e per farlo va sviluppata la ricerca. Vanno messi in condizione tutti di avere come punto di riferimento un modello che leghi l’uomo, la terra, il mare e il lavoro”, ha concluso il ministro.

Confagri donna e donne chef insieme per valorizzare made in Italy

Confagri donna e donne chef insieme per valorizzare made in ItalyRoma, 18 apr. (askanews) – “In un mondo in cui la gastronomia è posta in prima linea, troppo spesso si dimentica il cuore pulsante che c’è dietro ogni piatto: l’agricoltura. Non vogliamo che il nostro settore resti un fantasma sbiadito sullo sfondo. Ed è il motivo per cui è nato il progetto Confagricoltura Donna incontra le Grandi Chef, per esaltare la stretta connessione tra agricoltura e gastronomia. Nove grandi chef saranno le nostre ambasciatrici in un viaggio di valorizzazione del Made in Italy agricolo, dal territorio fino alle tavole”. Lo ha detto la presidente di Confagricoltura Donna, Alessandra Oddi Baglioni, presentando alla Camera dei deputati il libro “Le grandi chef in una ricetta”.


Alla presentazione è intervenuto anche il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha condiviso il suo apprezzamento per l’iniziativa di Confagricoltura Donna con le grandi chef per valorizzare la ricchezza dei prodotti della terra. E ha messo in evidenza come il Governo stia lavorando per il riconoscimento della cucina come patrimonio UNESCO. Il ministro ha anche rilevato l’importanza dell’impegno sociale dietro al libro di ricette, i cui proventi serviranno a contrastare la violenza alle donne, attraverso donazioni alla ONLUS “Vite senza paura”. Le chef che hanno collaborato al progetto di Confagricoltura Donna sono: Cristina Bowerman, Laura Colajacovo, Anna Ghisolfi, Rosanna Marziale, Isa Mazzocchi, Valeria Raciti, Solly Tomasone, Viviana Varese e Francesca Vierucci. Ampia la partecipazione di deputati e senatori di ogni schieramento, per testimoniare l’importanza dell’iniziativa delle imprenditrici nella valorizzazione del “made in Italy” agroalimentare.


Tra i presenti il presidente della commissione Cultura e Editoria della Camera, Federico Mollicone, che ha sottolineato l’importanza di innovazione e ricerca nel settore primario. Per Maria Chiara Gadda, vicepresidente della commissione Agricoltura alla Camera e presentatrice della legge sullo spreco alimentare, il Made in Italy non può prescindere dalla trasformazione dei prodotti, e che abbiamo bisogno di più agricoltura in diversi modelli. Monica Ciaburro, vicepresidente della Commissione Difesa e componente di quella Agricoltura, ha sottolineato come a caratterizzare il ruolo femminile siano qualità e rispetto: rispetto del cibo e degli ingredienti per fornire una cucina di qualità. “Ringrazio Confagricoltura Donna – ha detto il componente della giunta confederale Nicola Cilento, presente all’evento – per il suo impegno che dà voce alle imprenditrici agricole. Questa iniziativa valorizza in modo significativo la nostra agricoltura e le filiere in tutta la loro interezza, aggiungendo anche l’aspetto sociale contro la violenza di genere con le clementine antiviolenza il 25 novembre e anche con questo volume di ricette”.

Fao: sale livello fame in Africa, ma ci sono grandi opportunità

Fao: sale livello fame in Africa, ma ci sono grandi opportunitàRoma, 18 apr. (askanews) – I livelli di fame in Africa sono aumentati negli ultimi due anni, a causa degli effetti persistenti della pandemia di COVID-19, dei conflitti in corso, della crisi climatica e degli shock economici, ma le possibilità del continente sono vaste e l’ottimismo sulle opportunità che si prospettano è d’obbligo. Lo ha detto oggi QU Dongyu, direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), alla 33esima sessione della Conferenza ministeriale regionale della FAO per l’Africa (ARC33).


“L’Africa vanta la più vasta area di terra coltivabile di qualsiasi continente ed è ricca di risorse naturali”, ha detto. “I giovani africani offrono un potenziale straordinario”. Per portare avanti l’agenda regionale rappresentata da impegni congiunti come la Dichiarazione di Maputo e la Dichiarazione di Malabo sarà necessario tracciare un nuovo corso, insieme e adesso, per trasformare i sistemi agroalimentari del continente, ha affermato Qu, chiedendo “partenariati strategici, maggiori investimenti e sfruttamento il potere delle tecnologie digitali per promuovere l’efficienza e la produttività nei settori agricoli africani”. La fame in Africa ha raggiunto il 19,7% nel 2022, il doppio del tasso globale e in aumento rispetto al 17% prima della pandemia e rispetto al 14,8% stimato nel 2012. Inoltre, 868 milioni di africani, il 61% della popolazione, non hanno avuto accesso a cibo adeguato. nel 2022, e circa 146 milioni di persone in 36 paesi potrebbero trovarsi ad affrontare una situazione di grave sicurezza alimentare. Allo stesso tempo, i tassi di fame variano enormemente all’interno dell’Africa, con tassi bassi in paesi come Algeria e Ghana e tassi vicini o addirittura superiori al 50% in altri come il Madagascar e la Repubblica Centrafricana.


L’ARC33 consente consultazioni ad alto livello per identificare le priorità chiave nella Regione da prendere in considerazione nella preparazione del Programma di lavoro e del Bilancio della FAO per il prossimo biennio. Una migliore produzione, una migliore nutrizione, un ambiente migliore e una vita migliore sono i punti cardinali del Quadro strategico 2022-2031 della FAO e della tabella di marcia verso sistemi agroalimentari più efficienti, più inclusivi, più resilienti e più sostenibili.

Ismea: per cantine cresce propensione a investire su innovazione

Ismea: per cantine cresce propensione a investire su innovazioneRoma, 18 apr. (askanews) – Tre aziende vitivinicole italiane su quattro hanno messo mano al portafoglio nel quinquennio 2017-2021 per rinnovare le strutture e ammodernare impianti e processi, dovendo comunque rinunciare, il più delle volte, a una parte delle iniziative programmate. È quanto emerso dallo studio sull’innovazione nel settore vitivinicolo, realizzato da Ismea nell’ambito delle iniziative della Rete Rurale Nazionale della Pac e presentato al Vinitaly in occasione del Convegno “L’innovazione come motore della competitività e della sostenibilità della filiera vitivinicola: l’approccio delle cooperative”.


Dallo studio emerge come le incertezze del quadro economico e geopolitico mondiale, tra crisi sanitarie e climatiche, shock energetico, inflazione ed extra costi, non abbiano però spento la voglia di innovazione delle aziende vitivinicole italiane. Tre su quattro hanno messo mano al portafoglio nel quinquennio 2017-2021 per rinnovare le strutture e ammodernare impianti e processi, dovendo comunque rinunciare, il più delle volte, a una parte delle iniziative programmate. Ma una percentuale ancora maggiore (il 78%) si è dichiarata propensa a investire anche nei prossimi 5 anni, nonostante la situazione resti piuttosto critica sul piano degli equilibri dei rapporti internazionali. L’indagine, condotta nel 2022 su un campione di 197 aziende vitivinicole e approfondita con focus group presso alcune realtà cooperative del settore, ha evidenziato anche la presenza di ostacoli alla realizzazione di investimenti nell’innovazione. Tra questi, la ridotta dimensione delle imprese (45%), l’incertezza sui benefici degli investimenti (25%), il quadro di instabilità del mercato (24%), le difficoltà di accesso al credito (22%) e ai fondi comunitari (22%) e l’onerosità degli investimenti (22%).

Efsa: molti pesci allevamento senza pararassiti che infettano uomo

Efsa: molti pesci allevamento senza pararassiti che infettano uomoRoma, 18 apr. (askanews) – Molti dei pesci più comunemente allevati e consumati in Europa non presentano segni di parassiti che possano infettare l’uomo. Tuttavia, sono stati riscontrati parassiti in alcune specie d’allevamento e sono necessari ulteriori dati per determinare la prevalenza di alcuni parassiti nei pesci d’allevamento.


Questi sono i principali risultati di un parere scientifico dell’Efsa pubblicato oggi, che valuta anche nuovi metodi per individuare e uccidere i parassiti nei pesci. I dati scientifici disponibili nell’area UE/AELS, sebbene limitati, indicano che molte specie di pesci d’allevamento destinati al mercato sono esenti da infezioni parassitarie zoonotiche. Questi includono il salmone atlantico, la trota iridea, l’orata, il rombo, l’ombrina, l’ippoglosso atlantico, la carpa e il pesce gatto europeo.


Tuttavia, parassiti come Anisakis e altri sono stati trovati nella spigola europea, nel tonno rosso dell’Atlantico, nel merluzzo e/o nella tinca prodotti in gabbie aperte al largo o in stagni a flusso continuo. I pesci prodotti in sistemi di acquacoltura chiusi a ricircolo con immissione di acqua filtrata e mangime trattato termicamente sono quasi certamente esenti da parassiti zoonotici. Gli esperti dell’Efsa hanno concluso che sono necessari più dati per stimare la prevalenza di parassiti specifici in specie ittiche, sistemi di allevamento e aree di produzione selezionati all’interno della regione UE/EFTA.


Gli esperti hanno valutato anche nuovi metodi per rilevare i parassiti zoonotici nei prodotti della pesca. Il congelamento e il riscaldamento rimangono i modi più efficaci per ucciderli. La ricerca in corso sta inoltre esplorando l’efficacia di varie tecniche di lavorazione, come la lavorazione ad alta pressione, il campo elettrico pulsato, l’essiccazione all’aria, la salatura a secco, la doppia salatura e l’uso di prodotti naturali. Prossimi passi Gli esperti dell’Efsa determineranno entro la fine dell’anno se eventuali specie di pesci selvatici provenienti da specifiche zone di pesca rappresentano un rischio per la salute pubblica a causa della presenza di parassiti zoonotici.

Michele Boscagli confermato a guida Associazione Città del Tartufo

Michele Boscagli confermato a guida Associazione Città del TartufoRoma, 18 apr. (askanews) – Michele Boscagli è stato riconfermato presidente dell’Associazione nazionale Città del tartufo durante l’assemblea annuale dei soci che si è svolta a San Miniato (Pi), in occasione dell’inaugurazione del MuTart, il Museo del tartufo delle Colline Sanminiatesi. I soci hanno anche riconfermato l’Ufficio di presidenza e hanno stabilito assetti associativi e organizzazione che caratterizzeranno l’attività lavorativa fino alla primavera del 2025.


Durante l’incontro sono state definite le linee guida per un 2024 “denso di occasioni lavorative, progetti e manifestazioni – ha detto Boscagli – che vedrà protagoniste le Città in un percorso di affermazione del mondo del Tartufo in una visione istituzionale, unica portatrice di interessi generali”. Durante l’incontro sono state ribadite azioni di stimolo costruttivo per la riattivazione del Tavolo di Filiera e la riproposizione di una nuova Legge nazionale sulla Tartuficoltura anche mettendo a confronto le proposte già avanzate. Inoltre, nel solco e a sostegno di una più complessa azione di tutela del consumatore è stato sottoposta all’attenzione dei soci una bozza di disciplinare di qualità per le mostre mercato che ogni anno vengono promosse e realizzate nei territori associati che potranno, una volta licenziato nella forma definitiva, aderire volontariamente alla sua applicazione.


Inoltre, sono entrati a fare parte di Anct 6 nuovi territori che offriranno maggior rappresentanza a Marche, Puglia, Abruzzo, Sicilia e Basilicata che, con l’ingresso dell’intera Regione, oltre al Molise già associato, ha voluto testimoniare una visione integrata di promozione territoriale al massimo livello istituzionale. Si è parlato anche dell’attività per la gestione dell’elemento UNESCO che ha previsto la costituzione di una nuova Associazione ‘Cerca e cavatura del Tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’ di cui Anct e Fnati sono soci fondatori che potranno attuare in modo autonomo i programmi di salvaguardia e la gestione dei finanziamenti concessi dal MiC, e non solo, allo scopo della rigenerazione dell’Elemento, formazione-salvaguardia-trasmissione, secondo la Convenzione UNESCO 2003.