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Ferrero lancia in Italia la prima barretta energetica, un mercato da 79 mln

Ferrero lancia in Italia la prima barretta energetica, un mercato da 79 mlnMilano, 21 mar. (askanews) – Ferrero lancia sul mercato italiano la sua prima barretta energetica con il brand Fulfil, con l’obiettivo, fa sapere l’azienda di Alba, “di affermarsi come leader”. Il debutto delle barrette in Italia, che avviene anche in altri selezionati mercati europei tra cui la Francia, arriva a due anni dall’acquisizione della azienda irlandese Fulfil Nutrition.


Per Ferrero questo lancio significa l’ingresso in un mercato che nel nostro Paese vale 79 milioni di euro e ha registrato una crescita negli ultimi tre anni pari al 45% a valore. L’offerta nel corso di questi anni ha cambiato il suo posizionamento, passando da una gamma di prodotti specifici per lo sport alla proposta di snack per uno stile di vita attivo, scelti dal consumatore non solo in base alle caratteristiche nutrizionali, ma anche per il gusto e la praticità di consumo e Fulfil va proprio in questa direzione. Fulfil è, infatti, una barretta proteica con nove vitamine e pochi zuccheri, con una copertura esterna di cioccolato e un interno morbido. Sul totale barrette energetiche, il segmento delle proteiche in Italia domina il settore con un valore di 67 milioni di euro (+43% nel 2023 rispetto all’anno precedente) e l’84% in termini di quota di mercato. Nel 2023 oltre 4 milioni di famiglie hanno comprato barrette energetiche con una frequenza media di 4,8 atti di acquisto che rappresentano un aumento di oltre 30% rispetto all’anno precedente.


Le barrette Fulfil saranno distribuite nella grande distribuzione organizzata, nel canale out of home, in particolare nei punti vendita Chef express e Autogrill, e nel canale di palestre, circoli sportivi e farmacie in quattro gusti: cioccolato & nocciola, cioccolato croccante al latte, cioccolato & caramello salato, cioccolato & crema alle arachidi. Nata nel 2016, nel giro di un anno Fulfil nutrition diventò leader di mercato in Irlanda. L’anno successivo venne lanciata in Gran Bretagna, dove si attestò al secondo posto nel mercato delle barrette proteiche. Raggiunti i 50 milioni di barrette vendute nel 2019, arrivò lo sbarco negli Usa nel 2020, portando a 120 milioni i pezzi venduti nel 2021. A giugno 2022 la finalizzazione dell’operazione con Ferrero. Oggi Fulfil Nutrition vende direttamente nel Regno Unito, oltre a distribuire in Irlanda e in altri mercati europei e dell’Asia Pacifico.

Coldiretti: perdiamo 89% acqua piovana. Subito piano invasi

Coldiretti: perdiamo 89% acqua piovana. Subito piano invasiRoma, 21 mar. (askanews) – Con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana serve subito una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. E’ l’appello lanciato dalla Coldiretti in occasione della Giornata mondiale dell’acqua che si celebra il 22 marzo.


Oggi la maggior parte dell’acqua piovana, sottolinea la Coldiretti, va a finire nei 230mila chilometri di canali lungo il Paese e finisce nel mare, con una tendenza accentuata dagli effetti dei cambiamenti climatici. L’alternanza di lunghi periodi di siccità a violente ondate di maltempo fa sì che i canali asciutti favoriscano lo scorrimento rapido delle piogge. Da qui l’obiettivo di potenziare la raccolta di acqua dolce intervenendo sulle infrastrutture. Coldiretti con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, ha elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti). I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità. L’obiettivo è arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua piovana che potrebbe essere utilizzate per una molteplicità di altri utilizzi, riducendo il prelievo di quella potabile.


Nelle scorse settimane il presidente della Coldiretti Ettore Prandini aveva rivolto un appello al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, al fine di poter verificare come dare finalmente attuazione al progetto invasi. “Il fatto che l’Italia riesca a recuperare una parte minima dei 300 miliardi di litri di acqua che ogni anno cadono sul territorio nazionale rappresenta uno spreco inaccettabile – ha detto Prandini – in un territorio a fortissimo rischio desertificazione e con cronica carenza di acqua per i cittadini in alcune aree. Intervenire si può e si deve non solo nell’emergenza ma in maniera strutturale e strategica”.

Acqua, in libro bianco del Verde come fronteggiare emergenza

Acqua, in libro bianco del Verde come fronteggiare emergenzaRoma, 21 mar. (askanews) – Semplice, ma essenziale. È l’acqua, di cui si celebra il 22 marzo in tutto il mondo la giornata, quest’anno dedicata alla pace. Fondamentale per la vita, troppa o troppo poca, è diventata una criticità globale da affrontare con urgenza e professionalità. Per questo, sottolinea Confagricoltura in una nota, il Libro Bianco del Verde, nato su iniziativa della Confederazione agricola, di Assoverde e Kèpos, in collaborazione con il Crea e gli Ordini professionali, può rispondere a quest’emergenza con proposte e soluzioni concrete.


Scarsità, inquinamento, difficile accesso all’acqua rischiano di generare contrasti e tensioni anche all’interno delle diverse comunità. Serve riesaminare complessivamente i modelli di pianificazione e di governance delle città e la messa a punto di politiche e strategie mirate nelle aree rurali. In Italia gli invasi hanno una media di 60 anni, con il 70% in piena funzione. Solamente l’11% dell’acqua piovana viene trattenuta e la rete dell’acqua potabile perde il 42% tra quella immessa e quella erogata. È diventato indispensabile ricostruire gli equilibri ecosistemici nelle aree rurali e nelle città, incentivando l’uso sostenibile delle risorse idriche.


Il volume, diviso in sei sessioni, analizza le condizioni derivanti dall’assenza o dall’eccesso di acqua nelle città e negli ambienti rurali. Propone nuovi modelli di pianificazione, progettazione, gestione da attivare per mitigare i cambiamenti climatici, approfondisce buone pratiche, soluzioni e progetti innovativi per far fronte alla scarsità di risorse ed ai periodi di siccità prolungati, con gli schemi di certificazione per favorire e promuovere pratiche sostenibili e responsabili. Anche il verde urbano ed extra urbano, se applicato in modo efficiente e specialistico, potrà contribuire a mitigare queste emergenze. Alberi, aree verdi e foreste danno un contributo strategico per contrastare il dissesto idrogeologico, contribuire alla fitodepurazione e alla ricarica naturale delle falde acquifere.

Coldiretti chiede dazi su grano russo e magazzini Ue per cereali

Coldiretti chiede dazi su grano russo e magazzini Ue per cerealiRoma, 21 mar. (askanews) -Dazi per il grano russo e magazzini europei per lo stoccaggio dei cereali ucraini. E’ quanto chiede il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, in una nota, ricordando che nel 2023 “si è registrata un’invasione di grano duro russo per la pasta mai registrata prima della storia, con quasi mezzo milione di tonnellate che sono entrate nel nostro Paese, più del 1000% in più rispetto all’anno precedente, con un effetto dirompente sui prezzi pagati agli agricoltori italiani a causa di speculazioni e concorrenza sleale. Per questo chiediamo i dazi sul grano russo”.


Per quanto riguarda l’accordo raggiunto la scorsa notte tra Commissione, Consiglio e Parlamento, che non comprende il grano tra i prodotti oggetto del meccanismo di salvaguardia automatico che consente la reintroduzione di contingenti tariffari quando l’import di alcune produzioni supera un certo limite, “se da un lato è doveroso fornire il giusto supporto all’Ucraina – spiega Prandini – dall’altro l’estensione del meccanismo a settori strategici del nostro Made in italy come il grano avrebbe posto un freno alle consistenti esportazioni di cereali verso l’Ue che hanno contribuito ad alimentare le preoccupazioni sui prezzi, creando delle distorsioni all’interno del mercato europeo, in particolare per quello agricolo. Noi abbiamo proposto dei magazzini europei per i cereali ucraini come possibile soluzione”.

Confagricoltura: accordo filiera mais sostiene prezzi all’origine

Confagricoltura: accordo filiera mais sostiene prezzi all’origineRoma, 21 mar. (askanews) – L’accordo quadro sul mais che, su iniziativa di Confagricoltura, ha raccolto intorno allo stesso tavolo tutti gli anelli della filiera, sosterrà la produzione e i prezzi all’origine per il prodotto italiano certificato. All’accordo, oltre alla Confederazione hanno aderito AMI, Assalzoo, Compag, AIRES, Copagri, Cia-Agricoltori italiani, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Assosementi e Origin Italia.


Cambiamenti climatici e basse quotazioni sui mercati sono infatti i principali ostacoli che il comparto mais italiano sta affrontando. Tanto che le imprese del settore, fondamentale anche per la zootecnia e molte produzioni a indicazione geografica di qualità, si ritrovano con redditi erosi da prezzi all’origine sempre più vicini ai costi di produzione. Lo scorso gennaio, infatti, il calo delle quotazioni ha superato il 36% a fronte di costi che restano sostanzialmente elevati. Dopo le forti piogge di febbraio e la neve su Alpi e Prealpi, gli agricoltori del comparto sono in attesa delle migliori condizioni del terreno per iniziare le nuove semine. L’intesa siglata prevede due punti fondamentali a sostegno di un settore che vale circa 130 miliardi di euro. Il primo è il riconoscimento di una premialità economica per la granella certificata e per i processi produttivi sostenibili. Parallelamente, le parti firmatarie si impegnano a definire il prezzo di acquisto anche legandolo all’andamento delle quotazioni delle borse merci.


Gli obiettivi sono diversi, spiega Confagricoltura in una nota: favorire la coltivazione del granturco italiano anche per migliorare il tasso di autoapprovvigionamento ormai in calo continuo e praticamente dimezzatosi negli ultimi quindici anni; favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta; valorizzare il ruolo delle strutture intermedie; spingere verso una maggiore programmazione produttiva anche attraverso la stipula di contratti di filiera. Si tratta, sottolinea la Confederazione, del primo contratto in Italia che esprime la volontà da parte dell’intera filiera maidicola di riconoscere il giusto prezzo al prodotto italiano di qualità. Strategia che si affianca ai sostegni di parte pubblica, primo fra tutti il Fondo competitività per le filiere agricole, al quale si è aggiunto recentemente il Fondo sovranità alimentare.

Cia presenta a Bruxelles manifesto per elezioni europee 2024

Cia presenta a Bruxelles manifesto per elezioni europee 2024Roma, 21 mar. (askanews) – Presentato a Bruxelles il manifesto di Cia-Agricoltori Italiani per le elezioni europee 2024. E crisi climatiche e sanitarie, tensioni sociali e situazione geopolitica critica, che hanno caratterizzato i cinque anni di questo mandato europeo, hanno reso necessaria la creazione di un piano strategico per l’agricoltura. Quindi, le future politiche Ue dovranno guardare al mondo agricolo come fonte di soluzione dei problemi che riguardano la sostenibilità, non come la causa. Questi i principali dossier agricoli sul tavolo che il presidente di Cia, Cristiano Fini, ha avuto modo di discutere oggi in un incontro privato con il commissario europeo all’agricoltura Janusz Wojciechowski.


Catena del valore e commercio – Per quanto concerne la catena del valore, a ogni prodotto agricolo deve essere riconosciuto il giusto prezzo. Occorre, dunque, revisionare la Direttiva sulle pratiche sleali e istituire un Osservatorio Ue su costi, prezzi e marginalità. È urgente per Cia anche un intervento che incentivi l’aggregazione e le relazioni di filiera. Se l’Ue continua a definire standard sempre più stringenti per valorizzare la produzione agroalimentare, per Cia è necessario adottare il medesimo approccio anche a livello extra-europeo. Servono, perciò, accordi bilaterali che tengano in considerazione il settore agricolo, con l’obiettivo di proteggere la produzione interna dalla concorrenza sleale dell’import. Aree rurali, consumo suolo e risorsa idrica – Le zone rurali sono l’80% dei territori Ue e ospitano 137 milioni di persone, il 30% della popolazione europea. Per Cia è necessario il riconoscimento di queste aree come presidio strategico per il futuro delle popolazioni europee: gli agricoltori dovranno essere al centro di una visione strategica su questo tema, in quanto produttori di cibo e custodi del territorio, con beneficio per tutta la collettività. Cia considera, inoltre, urgente l’approvazione della Direttiva sul monitoraggio e resilienza del suolo, elemento fondamentale per la produzione agricola e per la sicurezza alimentare Ue. Sul tema idrico, Cia chiede all’Europa un piano che miri a ripensare lo stoccaggio, la riduzione, le perdite e il riuso delle acque.

Fai Cisl: giornata Foreste occasione per valorizzare lavoro

Fai Cisl: giornata Foreste occasione per valorizzare lavoroRoma, 21 mar. (askanews) – “La Giornata Internazionale delle Foreste sia un’occasione non solo per riflettere sull’importanza dei boschi e sui pericoli della deforestazione, ma anche per agire concretamente valorizzando il lavoro idraulico-forestale come leva di sviluppo, contrasto ai cambiamenti climatici e recupero delle aree interne”. Lo scrive sulla pagina Facebook della Fai-Cisl nazionale il segretario generale Onofrio Rota in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste, istituita dall’Onu nel 2012, celebrata ogni 21 marzo per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle foreste.


“La tutela delle foreste – aggiunge il sindacalista della Federazione agroalimentare cislina – non passa per il loro abbandono ma, al contrario, per una forestazione produttiva in grado di connettere le filiere agropastorali e alimentari con quelle del legno, del turismo, dell’energia. Invece in tanti territori e regioni la politica continua a tenere ai margini gli operai idraulico-forestali negando loro le promesse stabilizzazioni contrattuali e il dovuto riconoscimento professionale. Ci auguriamo che in linea con la Legge sul ripristino della natura, approvata poche settimane fa dal Parlamento Europeo, l’Italia sappia dotarsi di un proprio piano nazionale guardando in primis a questa categoria di lavoratori e lavoratrici”. “Nell’ambito della nostra campagna ‘Fai bella l’Italia’ – annuncia in conclusione Rota – il 4 maggio svolgeremo assieme a Coldiretti e Fondazione Symbola anche un’importante iniziativa nazionale abbracciando simbolicamente ciascuno degli oltre 4mila alberi monumentali d’Italia censiti in tutte le nostre regioni. Un patrimonio di inestimabile valore sia sul piano culturale e territoriale che paesaggistico e della biodiversità, con oltre 250 specie di alberi secolari censiti, che svolgono un ruolo determinante anche in chiave preventiva contro il dissesto idrogeologico. Il loro monitoraggio andrà implementato e aggiornato con il contributo di tutti, e le nostre ‘tute verdi’ sono pronte a fare la propria parte insieme a ricercatori ed esperti, cittadini, associazioni locali e scuole”, conclude Rota.

Confagri Toscana: in regione mancano nei campi 5mila lavoratori

Confagri Toscana: in regione mancano nei campi 5mila lavoratoriRoma, 21 mar. (askanews) – “Secondo i nostri dati, il comparto agricolo toscano avrebbe bisogno di circa 5mila lavoratori, che al momento non si trovano. La carenza di manodopera è un grave problema per l’agricoltura e può essere fronteggiato con l’assunzione di migranti, una risorsa di cui l’agricoltura non può fare a meno”. A dirlo è Marco Neri, presidente regionale di Confagricoltura Toscana, in occasione del secondo dei click day, le giornate che in Toscana hanno come obiettivo la regolarizzazione di 10mila migranti.


“Il settore agricolo sta passando un momento non facile – continua Neri – confrontandosi con le conseguenze di due guerre, l’aumento dei costi delle materie prime e l’inflazione. Il deficit di manodopera è una delle grandi sfide che l’agricoltura nazionale e regionale deve affrontare. Permettere ai lavoratori stranieri di venire in Italia regolarizzando i flussi migratori è fondamentale per aiutare il comparto agricolo, purtroppo spesso la burocrazia lo impedisce. È importante inoltre occuparsi dei processi di integrazione e di formazione di chi arriva, per far sì che possano diventare lavoratori capaci e consapevoli”, conclude.

Giornata Foreste, Coldiretti: Sos gestione boschi italiani

Giornata Foreste, Coldiretti: Sos gestione boschi italianiRoma, 21 mar. (askanews) – Il 38% della superficie nazionale è coperta da foreste che nel giro di 30 anni sono aumentate del 20%, dimostrandosi però molto vulnerabili al degrado e agli incendi. E’ necessario gestire meglio i boschi italiani. A lanciare l’allarme sono Coldiretti e Federforeste in occasione della Giornata internazionale delle Foreste istituita dall’Onu e che si celebra il 21 marzo.


Con 11,4 milioni di ettari è il secondo grande Paese europeo per copertura forestale dopo la Spagna. Ma “per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni – rileva Coldiretti – affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, i veri custodi dell’ambiente, in una situazione in cui due boschi su tre sono di prorpietà priovata”. Peraltro, il tasso di prelievo forestale in Italia si aggira su una media stimata del 27% contro il 64% degli altri paesi europei, secondo l’analisi di Federforeste. Il 60% viene usato come legname da ardere. Un’opportunità può dunque arrivare proprio dall’aumento del prelievo del legno dai boschi con lo sviluppo di filiere sostenibili. Il lavoro di gestione sostenibile e pulizia dei boschi è determinante anche per l’ambiente e la sicurezza della popolazione, in particolare sul fronte della tenuta idrogeologica considerato che lungo la penisola più di 9 comuni su 10 (93,3%) sono a rischio per frane, smottamenti o alluvioni, ricorda Coldiretti.


Sono oltre diecimila, fra boscaioli e aziende agricole forestali, coloro in Italia si dedicano alla buona gestione degli alberi e alla prima lavorazione dei tronchi. Nel 2023 sono arrivati dall’estero, spiega Coldiretti, 11,3 miliardi di chili di legname, tanto che ormai la maggior parte dei mobili venduti in Italia è fatta con assi straniere senza che il consumatore lo sappia. In un anno le importazioni sono costate al sistema italiano del legno quasi 5,8 miliardi di euro, secondo dati Istat.

Il mischiglio è il nuovo presidio Slow Food della Basilicata

Il mischiglio è il nuovo presidio Slow Food della BasilicataRoma, 21 mar. (askanews) – È un mix di cereali e di legumi, le cui farine, unite in proporzioni variabili, vengono da secoli usate per preparare i tradizionali rascatielli, una pasta ottenuta lavorando a mano acqua e farina: l’ultimo Presidio Slow Food in ordine di tempo a venire presentato arriva dalla Basilicata ed è il mischiglio.


Siamo nella valle del Serrapotamo, in provincia di Potenza, ai piedi del Parco Nazionale del Pollino. Qui, per secoli, i contadini hanno fatto di necessità virtù: siccome la farina di grano scarseggiava, essendo la moneta con cui i contadini pagavano le gabelle al regno dei Borboni, perché non unire al rimanente quella di fave e ceci? La zona di produzione del Presidio comprende le località di Chiaromonte, Teana, Fardella e Calvera e i comuni confinanti e in ogni paese il mischiglio si fa a modo proprio: se a Teana e a Fardella è composto per metà da grano Carosella (da tempo sull’Arca del Gusto) e per metà da farina di fave, a Chiaromonte e Calvera si usa un terzo di grano duro Senatore Cappelli, un terzo di grano tenero Carosella e un terzo di legumi, orzo e, quando necessario, avena.


Ciò che accomuna tutti è la ricetta della tradizione: i rascatielli, che vengono conditi con una salsa di pomodoro, aglio e basilico, detta scind scind. Quasi una zuppa, a cui talvolta si aggiunge del peperone crusco a scaglie, che può anche essere mangiata con il cucchiaio o con il pane. Il Presidio Slow Food del mischiglio è sostenuto dal Parco Nazionale del Pollino. Il mischiglio è anche sul Geoportale della Cultura Alimentare (GeCA), il progetto promosso dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (ICPI) e finanziato dal Programma Operativo Nazionale (PON) Cultura e Sviluppo.