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Al via trattativa sindacale per rinnovo contratto industria alimentare

Al via trattativa sindacale per rinnovo contratto industria alimentareMilano, 25 lug. (askanews) – Si è aperta a Roma la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dell’industria alimentare, in scadenza il 30 novembre. A darne notizia sono i sindacati di categoria, che hanno espresso soddisfazione per una prima giornata di confronto generale con le parti datoriali nella quale sono state già concordate tre date per i prossimi incontri tecnici di approfondimento: 18 settembre, 25 settembre e 3 ottobre.

Nel presentare la piattaforma unitaria, i segretari generali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza hanno messo in evidenza la crescita del settore in termini di export, fatturato, produttività e occupazione: “Nonostante le difficoltà derivanti dal contesto internazionale, il settore ha dimostrato di essere in salute, con doti anticicliche e ulteriori potenzialità di crescita – affermano i sindacati – il nuovo contratto nazionale sarà fondamentale per dare risposte adeguate alle lavoratrici e ai lavoratori, sia sul piano economico che normativo, con l’obiettivo di governare i cambiamenti in corso, soprattutto in termini di transizione ecologica e digitale, consolidando e innovando l’organizzazione del lavoro in chiave sempre più partecipativa e condivisa”. Ai lavori hanno partecipato in presenza tutte le associazioni di imprese dei diversi comparti che avevano sottoscritto l’ultimo rinnovo del 2020: Ancit, Anicav, Assica, Assitol, Assobibe, Assobirra, Assolatte, Federvini, Mineracqua, Unaitalia, Unione Italiana Food.

Assenti, invece, le tre associazioni non firmatarie, Assalzoo, Assocarni e Italmopa. “Non lasceremo mai soli i lavoratori e le lavoratrici delle imprese aderenti a queste associazioni – hanno dichiarato Rota, Mininni e Mantegazza – per cui confermiamo il blocco degli straordinari e delle flessibilità in corso nei siti produttivi interessati, dove non si applica il contratto nazionale di settore, e annunciamo che saranno intraprese nuove azioni di lotta per scongiurare che nel comparto esistano lavoratori di serie A e altri di serie B”.

Illycaffè: nel primo semestre ricavi +5% trainati da Usa (+16%)

Illycaffè: nel primo semestre ricavi +5% trainati da Usa (+16%)Milano, 25 lug. (askanews) – Illycaffè ha chiuso il primo semestre con ricavi consolidati in crescita del 5% rispetto al 2022. Risultato “particolarmente positivo” negli Stati Uniti dove l’incremento è stato del 16%, con tutti i principali canali distributivi in crescita, nonostante l’impatto del cambio sfavorevole. E’ quanto riporta nella nota l’azienda triestina del caffè, dopo l’approvazione da parte del cda del resoconto intermedio di gestione relativo al primo semestre del 2023.

In particolare negli Stati Uniti, identificati nel Piano strategico come mercato prioritario per la crescita, il canale dell’horeca ha registrato in incremento del 27% sostenuto da un tasso di acquisizione di nuovi clienti a doppia cifra e da un trend di costante incremento dei consumi medi per cliente. Il canale degli e-tailers ha registrato una crescita del 20% principalmente trainata da Amazon. La redditività del gruppo è risultata in aumento del 21% rispetto all’anno precedente, grazie ad una crescita organica in tutti i principali mercati e a una maggiore efficienza operativa.

“Siamo soddisfatti dei risultati del primo semestre 2023. La crescita in tutti i principali mercati, in particolare negli Stati Uniti e nei Paesi chiave della zona Euro, dimostra l’efficacia delle strategie declinate nel piano industriale – ha commentato Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè – a livello di canale, si registra una forte spinta dell’out-of-home (+16%), confermando la nostra posizione di leadership nel segmento super-premium”.

Illycaffè: accordo di distribuzione in Cina con Hangzhou Onechance Tech

Illycaffè: accordo di distribuzione in Cina con Hangzhou Onechance TechMilano, 25 lug. (askanews) – Illycaffè ha stretto un accordo di distribuzione triennale in Cina con il gruppo locale Hangzhou Onechance Tech (Chancemate), fornitore di servizi di e-commerce fondato nel 2012 proprio ad Hangzhou. L’obiettivo è quello di accelerare lo sviluppo dei canali domestici, in particolare attraverso l’on-line, in un Paese che recentemente ad askanews l’ad Cristina Scocchia, aveva definito “ancora vergine per noi” dove “la stragrande maggioranza di cinesi beve il tè”.

“Abbiamo deciso di accelerare in Cina e sono felice di annunciare che abbiamo appena finalizzato un accordo di distribuzione esclusiva per tre anni con il gruppo Hangzhou Onechance Tech (Chancemate), quotato sulla borsa di Shenzen con una capitalizzazione di oltre 800 milioni di euro – spiega l’ad – Grazie a questa partnership rafforzeremo la nostra presenza nei canali home, in particolare nell’on-line, con l’obiettivo di triplicare il nostro business nell’arco di piano” che si chiude al 2026. Illycaffè, è già presente con una filiale in Cina che “per noi è la più grande opportunità inesplorata nel senso che mentre la Cina è per tantissimi comparti il mercato principale, per il caffè non è così perchè la stragrande maggioranza di cinesi beve il tè quindi è un mercato tutto da conquistare e da far crescere – aveva sottolineato Scocchia nell’intervista con askanews – Noi abbiamo messo un primo piede nella porta con una filiale: siamo cresciuti bene l’anno scorso e stiamo crescendo anche quest’anno seppur con più difficoltà quest’anno perchè l’economia cinese si sta riprendendo con più difficoltà, però quest’anno abbiamo deciso di investire su un potenziamento”.

Maria Bianca Farina nuovo presidente Consorzi agrari d’Italia

Maria Bianca Farina nuovo presidente Consorzi agrari d’ItaliaMilano, 24 lug. (askanews) – L’assemblea di Consorzi agrari d’Italia ha deliberato la nomina del nuovo consiglio di amministrazione e di Maria Bianca Farina nella carica di presidente. Confermati Gianluca Lelli e Federico Vecchioni rispettivamente amministratore delegato e consigliere delegato.

Farina dal 2017, è stata presidente di Poste Italiane. Nel luglio dello stesso anno diventa membro del cda dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Presidente dell’Ania dal 2015, nel 2022 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica il titolo di “Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica”. Sentiti ringraziamenti sono andati al presidente uscente, Giuseppina Ivone, da tutto il board per l’attività profusa nello svolgimento del suo incarico, supportata dalla sua esperienza e professionalità.

L’assemblea ha, inoltre, nominato consiglieri Simone Simonazzi , Valentina Borghi, Bruno Tuccio, Mauro Pacifici, Andrea Ferrini, Giuseppe Scorrano, Carlo Salvan,, Alberto De Togni, Beniamino Valter Giacomelli, Fiorella Lenzi, Luigi Scordamaglia, Rossella Locatelli, Guido Bottaccini, Giuseppe Andreano, Alessandro Albano e Alberto Antolini.

Credem, compie 70 anni magazzino stagionatura Parmigiano Reggiano

Credem, compie 70 anni magazzino stagionatura Parmigiano ReggianoRoma, 24 lug. (askanews) – Circa 500.000 forme di Parmigiano Reggiano conservate all’interno di magazzini innovativi ed assistiti da sofisticati sistemi di stagionatura per un valore pari a 220 milioni di euro (circa il 7% dell’intero mercato), complessivamente 280 milioni di euro di prestiti assistiti da pegno sulle forme nel 2022 erogati dal Gruppo Credem (rispettivamente 110 milioni di euro di finanziamenti ai produttori di formaggio che depositano le forme nei magazzini della società e 170 milioni di euro di finanziamenti ai produttori che depositano le forme di formaggio presso terzi, per le quali la società svolge una perizia di stima, determinando il valore cauzionale del formaggio), 33 dipendenti, una consolidata attività sul territorio anche attraverso un lavoro di valutazione peritale del formaggio a supporto di circa 170 aziende della filiera lattiero-casearia. Queste sono le principali caratteristiche dei Magazzini Generali delle Tagliate (MGT), società controllata dal Gruppo Credem, attivi dal 1953 sul territorio emiliano, di cui quest’anno ricorre il 70esimo anniversario.

Nel dettaglio – informa Credem in una nota – negli anni ’70 viene attivato lo stabilimento di Montecavolo (RE) e, negli anni ’90, il Gruppo Credem decide di continuare ad investire su questo business, acquisendo il magazzino di Castelfranco (MO). Nel corso di questi 70 anni di attività, la società è diventata leader nazionale nel settore della stagionatura del Parmigiano Reggiano ed oggi rappresenta il più importante magazzino generale di emanazione bancaria nel settore dei formaggi a pasta dura per posti forma. Tale ruolo ricoperto da MGT, consente al Gruppo di operare nella filiera del Parmigiano Reggiano con oltre 600 clienti, tra caseifici e produttori di latte, e con un monte fidi complessivo di oltre 400 milioni di euro, comprendendo i vari tipi di finanziamento, da quello bancario, al factoring ed al leasing. “Siamo orgogliosi di contribuire da 70 anni allo sviluppo economico del territorio, valorizzando le eccellenze reggiane ed emiliane e sostenendo le aziende clienti del Gruppo Credem, in totale sinergia con le reti commerciali del Gruppo. L’obiettivo è continuare a garantire anche nei prossimi anni qualità, crescita e tradizione, promuovendo al contempo l’innovazione e la sostenibilità”, ha dichiarato Roberto Frignani, amministratore delegato Magazzini Generali delle Tagliate (Gruppo Credem).

“Con l’aumento dei tassi di interesse abbiamo registrato un forte aumento nella richiesta di fedi di deposito, passando dai 108 milioni di euro del 2021 ai 153 milioni di euro del 2022. Nel 2023, nei primi 6 mesi, siamo già arrivati ai 90 milioni di euro. Questo a dimostrazione che l’anticipo merci, per gli operatori del settore, rappresenta ancora una valida forma di finanziamento. Unisce, infatti, tre caratteristiche molto importanti: prezzo, durata ed elasticità della linea di credito. Altro elemento che ci tengo a sottolineare è la grande attenzione che stiamo dando ai dipendenti, attraverso un’importante formazione erogata sia sul campo sia in aula con una decina di incontri fatti negli ultimi 12 mesi”, ha dichiarato Giancarlo Ravanetti, vice direttore generale Magazzini Generali delle Tagliate (Gruppo Credem). I magazzini garantiscono una stagionatura ideale che permette al formaggio di raggiungere la sua piena maturazione per essere immesso con massima qualità sul mercato. Un’adeguata stagionatura delle forme di formaggio, con il rispetto dei parametri di umidità, temperatura e pulizia, è favorita da strutture idonee con tecnologie avanzate, moderni impianti di climatizzazione e personale altamente qualificato.

Nello specifico, MGT oltre al servizio industriale di gestione del formaggio offre il servizio di garanzia del formaggio in magazzino come pegno per i prestiti bancari. Pertanto, le aziende agro-industriali ed i produttori di formaggio possono depositare le proprie forme presso la società, che le prende in custodia per la fase di stagionatura. Questa fase può durare anche oltre tre anni ed il capitale del produttore è immobilizzato poiché il formaggio non può essere ancora venduto. I lunghi tempi di stagionatura del prodotto comportano per i produttori un notevole impegno finanziario, che necessita di essere sostenuto dal sistema bancario. A tal proposito, proprio con l’obiettivo di sostenere il tessuto imprenditoriale, la società lavora in modo sinergico con la rete commerciale del Gruppo Credem sia per il valore della garanzia a supporto delle linee di credito sia per il servizio reso al cliente. Infatti, va sottolineato che la maggior parte delle 500.000 forme sono a garanzia dei finanziamenti messi a disposizione da Credem. La società ha l’obiettivo di aumentare l’efficienza energetica e rendere l’azienda più sostenibile, autoproducendo energia elettrica. In particolare, ha in programma investimenti per l’installazione di un impianto fotovoltaico di 850 kw nello stabilimento di Montecavolo (RE) che garantiranno l’autosufficienza per l’80% dell’energia consumata, come già accade per lo stabilimento di Castelfranco (MO).

La società sta investendo in innovazione, lavorando su due progetti: blockchain e dematerializzazione. Nello specifico, è stata introdotta una piattaforma con tecnologia blockchain per la gestione del pegno, già positivamente sperimentata insieme al Gruppo Credem con oltre 100 milioni di euro di finanziamenti erogati nel 2022. Per quanto riguarda l’attività di dematerializzazione di tutta la documentazione cartacea, svolta in collaborazione con Credemtel (società del Gruppo Credem), l’obiettivo è rendere fruibili qualsiasi documento cartaceo in formato digitale anche in un’ottica sostenibile. E’ in corso la progettazione dell’ampliamento dello stabilimento di Montecavolo (RE) con un nuovo magazzino da circa 65.000 posti forma, per un totale di circa 4.200 metri quadrati coperti, del costo stimato di 8,5 milioni di euro sostenuti con i flussi di cassa aziendali e che sarà completato presumibilmente nella prima parte del 2025. In questo progetto sono anche compresi elementi di automazione industriale per migliorare ulteriormente i livelli di sicurezza e per ridurre i carichi di lavoro dei dipendenti. Per festeggiare i 70 anni dalla sua fondazione e per celebrare i 110 anni di specifica attività di anticipo merci per il Parmigiano Reggiano da parte di Credem, venerdì 21 luglio 2023 MGT ha organizzato un evento in presenza presso la sede dei Magazzini Generali delle Tagliate a Montecavolo (RE). All’iniziativa hanno partecipato 250 persone, tra clienti, partner e dipendenti del Gruppo, ed è stata l’occasione per presentare anche la storia e l’importanza strategica della società per il Gruppo Credem, i risultati ottenuti negli anni e le prospettive sul futuro. Il Gruppo Credem è quotato alla Borsa Italiana ed ha un total business a fine marzo 2023, tra la raccolta complessiva e prestiti, pari ad oltre 130 miliardi di euro.

Masi Agricola: ok assemblea a revoca consiglieri del socio Renzo Rosso

Masi Agricola: ok assemblea a revoca consiglieri del socio Renzo RossoMilano, 21 lug. (askanews) – L’assemblea degli azionisti di Masi Agricola ha revocato i due consiglieri espressione dell’azionista Renzo Rosso (Arianna Alessi e Lorenzo Tersi) per violazione del divieto di concorrenza e deliberato la riduzione del numero dei componenti il cda da 11 a 9 membri, così come proposto dalla famiglia Boscaini, titolare del 73,5% del capitale dell’azienda leader dell’Amarone, quotata a Piazza Affari. Rosso, tramite la sua holding Red Circle Investiments, detiene il 10% di Masi.

A fine giugno, Masi aveva convocato l’assemblea per la revoca dei due consiglieri, ai sensi dell’articolo 2390 del codice civile. Alessi è Ceo di Red Circle, nonchè moglie dello stesso Rosso. Tersi è tra i massimi esperti in Italia di consulenza aziendale del vinicolo-finanziario ed era stato scelto dallo stesso Rosso per coprire uno dei due posti in consiglio.

Alla danese Royal Unibrew lo stabilimento in Friuli di Birra Castello

Alla danese Royal Unibrew lo stabilimento in Friuli di Birra CastelloMilano, 21 lug. (askanews) – Il gruppo Royal Unibrew, azienda multibeverage danese che ha tra i suoi marchi Ceres e Lemonsoda, ha firmato l’accordo per l’acquisizione dello stabilimento di San Giorgio di Nogaro da Birra Castello, in provincia di Udine. Lo stabilimento ha una capacità produttiva potenziale stimata fino a un milione di ettolitri di birra all’anno e due linee di riempimento. La proprietà degli asset passerà in mano a Royal Unibrew entro fine anno, una volta completati i processi relativi alla transazione.

Questa acquisizione strategica, spiega una nota, contribuisce alla crescita di Royal Unibrew in Italia, consente all’azienda di ampliare ulteriormente le sue attività nei mercati internazionali e di incrementare la capacità produttiva del gruppo. In particolare l’investimento potenzierà in modo significativo la capacità di produzione e confezionamento di lattine e bottiglie di vetro di Royal Unibrew in Italia. Quella di Udine arriva dopo l’acquisizione di Terme di Crodo da parte di Royal Unibrew nel 2018. L’impianto di Terme di Crodo, acquisito da Campari, produce le bevande analcoliche locali di Royal Unibrew: Lemonsoda, Oransoda e Lemonsoda Energy Activator. “Siamo lieti di annunciare l’acquisizione di un impianto di produzione da Birra Castello. Questo traguardo è di grande importanza per la continua crescita del nostro business in Italia, migliorando la nostra capacità di soddisfare la domanda crescente delle nostre bevande attraverso un aumento significativo della nostra capacità produttiva”, afferma Jan Ankersen, senior vice president South Europe e general manager Italia.

Questa espansione strategica consente a Royal Unibrew di supportare efficacemente il suo business italiano e internazionale. L’azienda sarà ora meglio attrezzata per rispondere alle richieste del mercato, alleviando i vincoli di produzione nel gruppo. Il miglior assetto produttivo offre maggiore flessibilità, tempi di risposta più rapidi e una migliore gestione della catena di approvvigionamento. L’attività italiana di Royal Unibrew sarà inoltre in grado di perseguire nuove partnership e collaborazioni.

Ddl cibo coltivato, Unionfood: cambio nome alimenti a base veg grave danno

Ddl cibo coltivato, Unionfood: cambio nome alimenti a base veg grave dannoMilano, 20 lug. (askanews) – Le aziende del gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food esprimono in una nota “profonda delusione e preoccupazione” per l’approvazione in Senato dell’emendamento, inserito nel Ddl “sul cibo sintetico”, che vieta l’utilizzo per i prodotti a base vegetale di denominazioni che si ispirano a ricettazioni e preparazioni alimentari utilizzate anche per la carne o il pesce, e/o a terminologie della macelleria, salumeria e pescheria. La nuova norma appena approvata al Senato ora sarà al vaglio della Camera.

“I prodotti a base vegetale sono di casa sulle tavole di oltre 20 milioni di italiani che li consumano regolarmente e che da oltre 30 anni sono abituati a chiamarli così – spiegano in una nota le aziende del gruppo prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food – Chi li sceglie legge bene le loro etichette e le valuta chiare, trasparenti e complete, sia sugli ingredienti, che sui valori nutrizionali. Allora perché questo intervento? E perché inserire l’emendamento in un Ddl che si occupa di cibo sintetico con cui i nostri prodotti non hanno nulla in comune, né per caratteristiche, né per materie prime usate (i prodotti a base vegetale sono realizzati, appunto, solo con materie prime agricole di origine vegetale), né per lavorazione? Questo crea un grave danno ai consumatori, che ora saranno sì confusi, e a un importante settore industriale, con le sue aziende e i suoi lavoratori”. “I prodotti a base vegetale non hanno nulla a che vedere con il cibo sintetico o coltivato in laboratorio – proseguono – Nascono da materie prime agricole tradizionali, che fanno parte da sempre della nostra alimentazione: verdure, cereali e legumi. E aiutano a portare in tavola uno degli ingredienti, i vegetali, che è alla base della dieta mediterranea, considerata in tutto il mondo uno dei modelli alimentari più equilibrato e salutare”.

Unionfood sottolinea che il livello di consapevolezza sulla composizione dei prodotti a base vegetale è oggi molto alto tra i consumatori: secondo un’indagine condotta da Astraricerche a marzo 2023, il 79,3% legge attentamente le etichette di questi prodotti (percentuale che sale fino al 92% presso i consumatori più fedeli). Otto consumatori su 10 le reputano “esplicite e chiare”, “facili da leggere e comprensibili”, “veritiere e non fuorvianti”. “Questo divieto nelle denominazioni metterà a rischio un comparto in continua crescita (+10% nel 2021) e aziende (coi loro lavoratori) che operano in questo settore da decenni offrendo prodotti sani, naturali e sostenibili. Marche che comunicano i propri prodotti con modalità e denominazioni chiare, auto esplicative, nel pieno rispetto delle norme. Le nostre etichette permettono al consumatore di reperire e scegliere facilmente sugli scaffali, senza rischi di confusione, i prodotti che vogliono portare in tavola. Il divieto finirà, invece, per ottenere l’effetto opposto a quello desiderato, generando confusione e disorientamento per decine di milioni di italiani, che consumano abitualmente questi prodotti. Sarebbe giusto – concludono – continuare semplicemente a denominare i prodotti a base vegetale per come il consumatore è abituato a identificarli, lasciandogli la totale libertà di scegliere cosa, come e quando mangiarli”.

Il mercato italiano delle attrezzature per la ristorazione supera i 4,5 mld

Il mercato italiano delle attrezzature per la ristorazione supera i 4,5 mldMilano, 20 lug. (askanews) – Andamento sempre più positivo per l’ospitalità professionale, dai consumi fuori-casa, vicini a toccare nuovi record, a quelli relativi alla produzione di macchine e tecnologia per le cucine e laboratori professionali. Una ricerca di Future market insights stima che, solo per il food service equipment, quest’anno il valore del mercato globale sfiorerà i 44 miliardi di dollari, per toccare i 76 miliardi nel 2032 grazie a un incremento medio del +5,6%. Quanto all’Italia, secondo l’ufficio studi Anima-Assofoodtec, il food service equipment made in Italy ha chiuso il 2022 a 4,56 miliardi di euro, +4,5%. Dati che confermano la centralità del prodotto italiano, che da solo rappresenta il 10% di tutto il mercato del food service equipment mondiale.

I numeri sono stati diffusi in occasione della presentazione della nuova edizione di HostMilano, la manifestazione per l’ospitalità professionale, il fuoricasa e il retail in programma a fieramilano a Rho dal 13 al 17 ottobre prossimi. La fiera sarà l’occasione per presentare l’innovazione sostenibile del comparto in tutte le sue sfaccettature. A oggi, spiega una nota di Fiera Milano, sono 1.826 gli espositori registrati, dei quali il 40% internazionali da 50 Paesi: gli Usa sono tra le aree extraeuropee più rappresentate accanto alla tradizionale presenza di produttori europei, in particolare, nell’ordine – oltre che dall’Italia – da Germania, Spagna, Francia, Usa, Svizzera, Paesi Bassi e Regno Unito, a cui si aggiungono Turchia e Cina. Espositori italiani e internazionali che incontreranno buyer selezionati e profilati direttamente da Fiera Milano e provenienti da 63 Paesi, in particolare da Canada, Usa, Centro-Sud America e dai Paesi del Golfo e con il grande ritorno dei Paesi asiatici. Un lavoro di individuazione e selezione condotto in collaborazione con Ita/Ice Agenzia.

Il concetto espositivo coniuga una panoramica completa su tutta l’ospitalità professionale con gli approfondimenti verticali nei singoli settori, in un layout in tre macroaree: ristorazione professionale-bakery, pizza e pasta; caffè-tea, bar-macchine per caffè-vending, gelato-pastry; arredo-tecnologia e tavola. In particolare, i settori afferenti al mondo bar e caffè costituiscono insieme il Sic, lo storico Salone internazionale del caffè dove sono presenti tutte le aziende italiane ed estere della filiera, dal caffè crudo alle torrefazioni ai metodi alternativi di estrazione fino alle macchine per la trasformazione del prodotto finito. Oltre 800 gli eventi in programma, appuntamenti che affrontano le esigenze del mercato passando dagli show-cooking alla formazione per architetti.

Sergio Fava è il nuovo amministratore delegato di Gruppo Montenegro

Sergio Fava è il nuovo amministratore delegato di Gruppo MontenegroMilano, 20 lug. (askanews) – Sergio Fava è il nuovo amministratore delegato di Gruppo Montenegro. Fava, specifica una nota, ha assunto la carica a partire dal 19 luglio, prendendo il posto di Marco Ferrari, che lascia l’incarico per perseguire altre opportunità.

Top manager di lungo corso con esperienza maturata in aziende leader di settore, Sergio Fava è entrato in Gruppo Montenegro nel 2015. Grazie alle sue comprovate competenze e doti di leadership, ha ricoperto ruoli di primo piano dal 2016 come Direttore della Divisione Spirit e dal 2020 come Direttore della Business Unit Italia, contribuendo in modo fondamentale allo sviluppo di Gruppo Montenegro. Il suo percorso professionale lo ha visto, in precedenza, coinvolto per tre anni nel gruppo Idv-Grand Met e per oltre 10 anni in Bacardi-Martini. È stato direttore generale e amministratore delegato in Comital (Brand Cuki e Domopak), Gancia-Russian Standard e in F.lli Branca Distillerie. Ha partecipato al rilancio di Parmalat dopo il crack finanziario, lavorando nel team di Enrico Bondi, nonché in qualitá di ad della società Panna Elena.

“Annunciamo con grande soddisfazione ed entusiasmo la nomina di Sergio Fava ad amministratore delegato di Gruppo Montenegro. Con la sua consolidata esperienza – ha dichiarato Simonetta Serágnoli, presidente di Gruppo Montenegro – siamo certi saprà guidare con grande successo il percorso di innovazione e di crescita dell’azienda, oggi sempre più competitiva sul piano nazionale e internazionale. Il consiglio di amministrazione di Gruppo Montenegro e la proprietà ringraziano l’amministratore delegato uscente, Marco Ferrari, per il lavoro svolto e per il contributo offerto in questi anni”.