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Contratti filiera, E.-R.: aumentare risorse per allargare platea

Contratti filiera, E.-R.: aumentare risorse per allargare plateaRoma, 13 lug. (askanews) – “Un’opportunità senza dubbio molto interessante, ma con i fondi messi a disposizione dal bando è stato finanziato un numero troppo esiguo di aziende. Servono altre risorse, da erogare a breve termine”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, in merito alla graduatoria, recentemente pubblicata, relativa al bando nazionale di finanziamento sui contratti di filiera.

Un appello esplicito al Governo che lo scorso anno ha messo in campo un apposito bando con l’obiettivo di sostenere programmi di investimento rivolti alle filiere, sostenibili dal punto di vista ambientale e innovative dal punto di vista tecnologico e per aumentare la competitività delle imprese, attraverso risorse del PNRR e del fondo rotativo per le imprese gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti. “Molti progetti meritevoli e strategici per lo sviluppo dell’innovazione e della competitività delle imprese emiliano-romagnole e italiane sono rimasti senza contributo – sottolinea Mammi in una nota – Tra le imprese escluse dal bando ci sono gruppi di grande prestigio, che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy nel settore agroalimentare, anche del nostro territorio; eccellenze nel settore biologico, e altre aziende molto significative in ambito agroalimentare. È quindi importante che il Governo individui subito altre risorse attraverso fondi PNRR o bandi in ambito agroalimentare che non sono risultati particolarmente attrattivi per le aziende, per scorrere le graduatorie e finanziare più progetti possibile”.

“Ciò deve avvenire in tempi brevi – conclude l’assessore – per non mettere a rischio la riuscita di progetti spesso complessi e di grandi dimensioni, che richiedono un tempo congruo per essere realizzati”.

50 top pizza 2023: in vetta I Masanielli e 10 Diego Vitagliano

50 top pizza 2023: in vetta I Masanielli e 10 Diego VitaglianoRoma, 13 lug. (askanews) – Ex aequo al vertice dalla classifica 50 Top pizza 2023: I Masanielli di Francesco Martucci, a Caserta, e 10 Diego Vitagliano Pizzeria, a Napoli, si classificano al primo posto tra le 50 migliori pizzerie in Italia per il 2023.

Al secondo posto I Tigli di Simone Padoan, a San Bonifacio; chiude il podio Seu Pizza Illuminati di Pier Daniele Seu, a Roma. La Campania rimane la regione più rappresentata con 28 pizzerie, seguita dal Lazio con 13 e dalla Toscana con 11. Al quarto posto 50 Kalò, a Napoli, di Ciro Salvo; quinta posizione per 180g Pizzeria Romana di Jacopo Mercuro, a Roma, che si aggiudica anche il premio speciale Pizza dell’Anno 2023 – Latteria Sorrentina Award con La Parmigiana Viaggiatrice. Ancora, sesta posizione per I Masanielli – Sasà Martucci, a Caserta, che si aggiudica anche il premio Pizzaiolo dell’Anno 2023 – Ferrarelle Award; settima posizione per Francesco e Salvatore Salvo, a Napoli, a cui va anche il premio speciale Miglior Servizio della Birra 2023 – Birrificio Fratelli Perrella Award.

Ottavo posto per Dry Milano, a Milano, con alla guida Lorenzo Sirabella; nona posizione per Cambia-Menti di Ciccio Vitiello, a Caserta; al decimo posto La Notizia 94, a Napoli, di Enzo Coccia. Tra gli altri premi speciali: a 10 Diego Vitagliano Pizzeria, a Napoli, va il premio per il Miglior Servizio di Sala 2023 – Goeldlin Award; a Confine, a Milano, va il premio come Novità dell’Anno 2023 – Solania Award; a La Cascina dei Sapori, a Rezzato (BS), va il premio Frittatina di Pasta dell’Anno 2023 – Pastificio Di Martino Award; a BOB Alchimia a Spicchi a Montepaone Lido (CZ), va il premio Performance dell’Anno 2023 – Robo Award; ad Allegrìo, a Roma, va il One to Watch 2023 – Fedegroup Award; a Sbanco, a Roma, va il premio Migliore Proposta dei Fritti – Il Fritturista 2023 – Oleificio Zucchi Award; infine, a Meunier Champagne & Pizza a Corciano (PG), va il premio per la Migliore Carta dei Vini 2023 – Asti DOCG Award.

Otto i Forni Verdi, ossia i riconoscimenti conferiti alle pizzerie ad alta sostenibilità ambientale, assegnati a: I Masanielli di Sasà Martucci, a Caserta; Le Grotticelle, a Caggiano; Pupillo Pura Pizza, a Frosinone; Denis, a Milano; Pizzeria Le Parùle, a Ercolano; Pizzeria Gigi Pipa, a Este; Pizzarium, a Roma, e Grotto Pizzeria Castello, a Caggiano.

Da R. Toscana altri 200mila euro per innovazione coop agricole

Da R. Toscana altri 200mila euro per innovazione coop agricoleRoma, 13 lug. (askanews) – E’ stata incrementata dalla Regione Toscana con altri 200mila euro la dotazione finanziaria del bando di attuazione dell’intervento DEFR 2022 progetto regionale 8 “Sviluppo sostenibile in ambito rurale e agricoltura di qualità” obiettivo 8, per la concessione di una sovvenzione diretta alle cooperative agricole e ai consorzi forestali.

Questo permetterà di finanziarie altre 3 domande ammissibili e non finanziate alla prima tornata per carenza di risorse, seguendo l’ordine della graduatoria. In prima istanza, con la dotazione di risorse disponibili, pari a 210mila euro, si erano potute finanziare solo 3 domande presentate sul Bando, delle 12 ammesse in graduatoria, mentre le restanti 9, pur meritevoli di essere finanziate, non avevano potuto beneficiare dell’ammissibilità al contributo. Le ulteriori 3 domande ammesse avranno garantita una copertura finanziaria in grado di prevedere un contributo in conto capitale del 90%, rispetto agli investimenti proposti, per ulteriori 3 domande presentate.

“Il nostro intento è di dare risposta a chi fa domande ai bandi e per questo, tutte le volte si liberano risorse ci impegniamo per indirizzarle in modo da soddisfare chi è ammissibile a finanziamento”, ha detto la vicepresidente Saccardi. Le operazioni sovvenzionabili dovranno avere, come finalità, il miglioramento dei processi tecnologici produttivi di lavorazione e di trasformazione dei prodotti agricoli e forestali, dell’impatto ambientale, ma anche la riorganizzazione del processo produttivo delle filiere interessate (vitivinicola, olivicola,ortofrutticola, cerealicola e forestale).

Nel 2022 crescono vendite gelato industriale (+4,7%), mercato vale 1,8 mld

Nel 2022 crescono vendite gelato industriale (+4,7%), mercato vale 1,8 mldMilano, 11 lug. (askanews) – Nel 2022 il mercato dei gelati industriali in Italia ha toccato gli 1,867 miliardi di valore in crescita del 10,3% rispetto all’anno prima, con 177.560 tonnellate prodotte per un consumo pro-capite pari a 2,18 chili. Sono i dati raccolti dall’Igi, l’Istituto del gelato italiano che lo scorso anno ha registrato vendite per oltre 3,8 miliardi di porzioni con un incremento del 4,7% rispetto al 2021. Per quanto riguarda l’export, secondo l’Igi sono finiti all’estero quasi 90mila tonnellate di gelato industriale per un valore di 357 milioni di euro con una crescita del 14,6% rispetto al 2021.

A trainare le vendite la forte ripresa dei volumi nel fuori casa, dove si registra un aumento del 20%, accanto a una crescita, più contenuta, del 3% nel retail. Per i consumi fuori casa, spiega l’Istituto, si tratta di una conferma del trend iniziato nel 2021 dopo la brusca contrazione avvenuta nel 2020 a seguito delle restrizioni Covid, mentre il un lieve rialzo delle vendite nella Gdo conferma la costanza di acquisto nel canale. Ma quali sono le tipologie di gelato confezionato che hanno contribuito a questa crescita? Nel fuori casa hanno fatto la parte del leone lo sfuso (+37,4%), le specialità da tavola in confezione singola (+28,5%) e gelati da passeggio in confezioni singole (11,3%). Nel retail, invece, si conferma l’andamento positivo del segmento trainate dei multipack (+4,1%) e la ripresa di vaschette e secchielli (+1,6%).

“Siamo soddisfatti che i dati confermino l’andamento positivo del comparto, ci auguriamo che l’andamento positivo prosegua e si consolidi anche per il 2023, andando a completare il recupero dei volumi di vendita preCovid – dichiara Michelangelo Giampietro, presidente Igi – Non sottovalutiamo, ovviamente, le incognite legate all’andamento dell’economia nazionale, tuttavia confidiamo che gli eventuali fattori di instabilità saranno gestiti e superati senza discostarci dai binari di una ripresa duratura”.

Nasce il primo Osservatorio ristorazione in centri commerciali

Nasce il primo Osservatorio ristorazione in centri commercialiRoma, 11 lug. (askanews) – Nasce il primo Osservatorio sulla ristorazione dei centri commerciali, dedicato agli operatori del settore e destinato a definire direttive strategiche di crescita, oltre a identificare azioni di miglioramento delle performance del comparto. A lanciarlo sono Aigrim (Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate) insieme a CNCC (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali) con il supporto di Deloitte Italia.

L’Osservatorio analizzerà una serie di indicatori di prestazione condivisi tra i vertici delle principali catene di ristorazione nei centri commerciali e un panel selezionato delle più rappresentative società di gestione/proprietari dei Centri Commerciali sul mercato italiano. Dall’analisi dei dati condivisi, che verranno raccolti e gestiti in modo riservato e anonimo, verranno elaborate e rese disponibili informazioni significative che potranno favorire una migliore pianificazione commerciale, implementare la visibilità sui dati di performance di ciascuno e definire un benchmark competitivo rispetto ad altri Centri Commerciali e punti vendita che aderiscono all’Osservatorio.

La prima fase di lancio dell’Osservatorio prevede l’avvio di un progetto pilota con la selezione di un panel che includerà fino a 20 centri commerciali, diversificati per dimensione, tipologia (shopping center, retail park, factory outlet) e localizzazione (urbano, periferico, extra urbano). Seguirà poi una presentazione dei primi risultati in autunno, in occasione del prossimo convegno promosso da Aigrim e dedicato al mondo della Ristorazione.

Confagricoltura: da Parlamento Ue un voto per futuro zootecnia

Confagricoltura: da Parlamento Ue un voto per futuro zootecniaRoma, 11 lug. (askanews) – Una decisione di grande rilievo per le prospettive della zootecnia italiana ed europea. Ringraziamo gli europarlamentari per aver accolto le nostre richieste a tutela del settore”. Lo dichiara il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in riferimento all’esito del voto odierno dell’Assemblea plenaria del Parlamento europeo sulla proposta di regolamento sull’ulteriore estensione agli allevamenti della direttiva sulle emissioni industriali.

“L’inclusione degli allevamenti bovini, proposta dalla Commissione e bocciata dal Parlamento europeo, avrebbe comportato la chiusura di numerose strutture produttive con la conseguente perdita di posti di lavoro”, sottolinea Giansanti. “Qualsiasi contrazione del potenziale produttivo europeo determina l’aumento delle importazioni dai Paesi terzi dove – rileva il presidente dell’Organizzazione – non sempre vigono regole rigorose come quelle della UE in materia di protezione dell’ambiente. Di assoluto rilievo anche la limitazione dei nuovi obblighi a carico dei settori suinicolo e avicolo”.

“L’invito che rivolgiamo ora al Parlamento europeo è di tenere ferma la posizione nel quadro del trilogo con il Consiglio e con la Commissione per raggiungere l’intesa finale. Va ricordato che l’orientamento del Consiglio è stato approvato con il voto contrario dell’Italia”. “L’auspicio è che anche domani, in occasione del voto sulla proposta relativa al ripristino della natura, prevalga una scelta positiva per l’agricoltura italiana e per una transizione ecologica che sia sostenibile sul piano sociale e economico”, conclude il presidente di Confagricoltura.

Lollobrigida: bene voto Europarlamento su emissioni zootecnia

Lollobrigida: bene voto Europarlamento su emissioni zootecniaRoma, 11 lug. (askanews) – E’ un bene la decisione della plenaria del Parlamento europeo che, oggi, ha bocciato la proposta della Commissione Europea di includere gli allevamenti di bovini nella nuova direttiva sulle emissioni industriali”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, spiegando che quella scelta, di fatto, “avrebbe portato la zootecnia ad essere definita altamente inquinante”.

“Respingere questo provvedimento – ha aggiunto il ministro – è la decisione opportuna per tutelare un settore nevralgico per l’agroalimentare, evitando il rischio di desertificare intere aree della Nazione, a vantaggio di quegli Stati extra-Ue che non avrebbero rispettato gli stessi nostri vincoli. Continueremo a lavorare per difendere un tessuto produttivo già ampiamente sostenibile e vigileremo affinché non passi l’idea che i cibi sintetici possano essere la soluzione per garantire la sostenibilità ambientale”, ha concluso.

Piccinini (Alleanza Coop): bene Europarlamento su emissioni

Piccinini (Alleanza Coop): bene Europarlamento su emissioniRoma, 11 lug. (askanews) – Con il voto di oggi di Strasburgo non è passata la proposta iniziale della Commissione Europea che, in tema di emissioni, mirava ad equiparare il settore agricolo agli altri settori altamente industrializzati, “un assunto da cui sarebbero scaturite ripercussioni economiche e amministrative insostenibili”. Il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Carlo Piccinini ringrazia in una nota agli europarlamentari che hanno accolto e recepito le preoccupazioni espresse dal mondo agricolo, contenute in alcune proposte emendative oggi approvate, che riassumevano la posizione della Commissione Agricoltura.

Dopo il voto odierno in plenaria da parte del Parlamento Europeo sulla nuova Direttiva sulle Emissioni Industriali, ora è previsto un ulteriore passaggio con il trilogo, dove ci si confronterà anche con la posizione uscita dal Consiglio Agricolo, che vedeva il settore bovino incluso nella direttiva, pur se con soglie più elevate rispetto alla proposta della Commissione. “Il nostro auspicio – prosegue Piccinini – è che il Parlamento Europeo difenda la posizione espressa con il voto odierno, affinché il quadro normativo attuale resti sostanzialmente quello regolamentato dall’assetto normativo vigente: ovvero, gli allevamenti bovini rimangono fuori dal sistema di certificazione sulle emissioni e nessuna nuova soglia viene prevista per i settori delle carni avicole e suinicole”.

“Ci auguriamo ora – conclude Piccinini – che il voto di oggi sia di buon auspicio per quello previsto domani, sempre in plenaria, sulla proposta della Commissione sul ripristino della natura, che è a nostro avviso assolutamente irrealistica, poiché pensata e scritta in maniera slegata dalla realtà in cui gli agricoltori operano quotidianamente”.

Da Agribusiness Intesa Sanpaolo misure per alluvione E.R.

Da Agribusiness Intesa Sanpaolo misure per alluvione E.R.Roma, 11 lug. (askanews) – Sospese le rate dei finanziamenti in corso per 24 mesi, restituzione degli interessi sui mutui delle case danneggiate dall’alluvione e prestiti fino al 100% dei costi di ristrutturazione. Queste le misure per supportare le famiglie e le imprese colpite dalle inondazioni, messe in campo dalla Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo e annunciate nel corso del Food Summit Emilia Romagna, l’evento itinerante dedicato alla valorizzazione delle eccellenze del territorio, organizzato da Gruppo Food.

Secondo le indagini sul comparto alimentare redatte da Intesa Sanpaolo, Bva Doxa e Nielsen IQ e presentate durante il summit, gli effetti dell’alluvione in Emilia Romagna, insieme a quelli dell’inflazione, si fanno sentire sui costi di produzione e quindi sul prezzo finale dei prodotti Igp e Dop locali, mentre i volumi venduti diminuiscono. Solo il Parmigiano Reggiano registra consumi in crescita, nonostante gli aumenti di prezzo. Infatti, vola negli acquisti con un +15,7% nei primi 4 mesi del 2023. Un andamento in controtendenza rispetto al resto dell’agroalimentare, che vede valori in salita, ma quantità in calo. In Emilia-Romagna si contano 75 prodotti Dop e Igp: è la quinta regione italiana per numero di produzioni. Il settore nel suo complesso ha generato un impatto economico pari a 3,6 miliardi di euro nel 2021 (+10,9% sul 2020) che ne fanno la seconda regione in Italia per valore delle filiere Dop, Igp e la prima per il settore del cibo. Complessivamente, il comparto dell’agribusiness della regione si mostra forte: dalla ricerca emerge che l’esportazione agroalimentare dell’Emilia Romagna è più che raddoppiata dal 2008 al 2022, passando da circa 4 miliardi di euro a oltre 9,2. Nei primi tre mesi del 2023 l’export ha sfiorato i 2,5 miliardi, con una crescita del 15,6% rispetto ai primi tre mesi del 2022, superiore alla media italiana che ha registrato un +12,6%.

I prodotti d’eccellenza dell’Emilia Romagna, parmigiano reggiano, crudo di Parma, vino e pasta fresca, sono cresciuti tutti a valore nei primi 4 mesi del 2023, come evidenza l’indagine di NIQ. Solo il parmigiano reggiano però vanta tassi a doppia cifra di crescita anche nei volumi con un +15,7% e un incremento a valore del 18,2%.

Coldiretti: bene card salva spesa del Governo

Coldiretti: bene card salva spesa del GovernoRoma, 11 lug. (askanews) – Occorre cogliere l’opportunità dell’arrivo della card “Dedicata a te” per aiutare le famiglie a fare la spesa anche per sostenere la produzione alimentare nazionale, in frenata dell’1,8% nei primi cinque mesi dell’anno. E’ quanto afferma in una nota la Coldiretti sottolineanche che l’inflazione alimentare più alta da 40 anni ha infatti costretto le famiglie a ridurre del 4,7% le quantità di cibo acquistate con effetti diretti sulla produzione agroalimentare nazionale.

La card con un valore di 382,50 euro, presentata oggi a Roma dal ministro Lollobrigida, sarà disponibile per circa un milione e 300mila nuclei familiari con redditi bassi per acquistare prodotti alimentari di prima necessità. Si tratta di una misura era stata inserita nella legge di Bilancio 2023, grazie allo stanziamento di un fondo specifico di 500 milioni di euro, che prevede un aiuto una tantum destinato a chi ha un Isee fino a 15.000 euro annui e verrà erogato attraverso gli Uffici Postali. A partire dal 18 luglio, i Comuni invieranno le comunicazioni contenenti le indicazioni ai beneficiari della carta. Un provvedimento atteso dalle oltre 3,1 milioni di persone che in Italia hanno chiesto aiuto per mangiare, secondo le proiezioni su dati Fead ma che – conclude la Coldiretti – deve favorire l’acquisto di prodotti alimentari Made in Italy in modo da sostenere l’economia e il lavoro nei territori aiutando la ripresa del Paese e la sua resilienza.