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Per patatine San Carlo utile 2022 balza a 15,8 mln (+193%), ricavi 324 mln

Per patatine San Carlo utile 2022 balza a 15,8 mln (+193%), ricavi 324 mlnMilano, 30 giu. (askanews) – Il gruppo italiano delle chips San Carlo ha chiuso il 2022 all’insegna della crescita. I ricavi consolidati sono aumentati del 16,3% a 323,8 milioni, dai 278,2 dell’anno precedente mentre l’utile è balzato a 15,8 milioni rispetto ai 5,4 milioni del 2021, con un incremento pari al 193%. E’ quanto emerge dal bilancio consolidato depositato dall’assemblea del gruppo alimentare.

Il margine operativo lordo (Ebitda) si è attestato a 41,5 milioni di euro (+13,4% rispetto ai 36,6 milioni del 2021) grazie a “un’importante crescita dei volumi di vendita e al maggior assorbimento dei costi fissi”, spiega l’azienda nata a Milano in via Lecco quasi 90 anni fa. Il risultato operativo è stato pari a 22,3 milioni, con un incremento dei quasi il 60% rispetto al 2021. Migliorata anche la posizione finanziaria netta per 5,3 milioni rispetto ai 12 mesi precedenti. Il gruppo San Carlo, che conta oltre 2.000 collaboratori, quattro stabilimenti e una presenza in 29 Paesi, ha incrementato la quota volume nel mercato chips e snacks, consolidando la posizione di brand più consumato dagli italiani e contribuendo alla crescita della categoria. Nel 2022 ha realizzato investimenti per 11,9 milioni in nuove tecnologie di produzione, efficienza della catena produttiva e trasformazione digitale dell’impresa.

La ricerca ha continuato a concentrarsi sullo sviluppo di nuovi prodotti e sul miglioramento delle tecnologie e dei processi industriali. “Il 2022 è stato un anno complessivamente sfidante per lo scenario macroeconomico, ciononostante abbiamo registrato risultati molto positivi, che riconfermano la nostra leadership nel mercato – osserva Susanna Vitaloni, presidente e amministratore delegato – Anche nei primi mesi del 2023 stiamo assistendo a risultati molto incoraggianti, con una crescita del fatturato a doppia cifra. Continueremo a lavorare con passione per offrire prodotti innovativi e di alta qualità ai nostri consumatori e a rappresentare, anche all’estero, l’eccellenza italiana nel settore alimentare”.

Masi Agricola convoca assemblea per revoca consiglieri Renzo Rosso

Masi Agricola convoca assemblea per revoca consiglieri Renzo RossoMilano, 30 giu. (askanews) – Non si arresta la “battaglia” tra Masi Agricola e il fondatore di Diesel, Renzo Rosso, titolare di una quota del 10% dell’azienda dell’Amarone, quotata a Piazza Affari. L’azienda vitivinicola ha convocato, infatti, un’assemblea degli azionisti per approvare la revoca dei due consiglieri espressione di Renzo.

Il cda di Masi Agricola, annuncia una nota, esaminato il parere legale reso da esperti della materia circa la violazione del divieto di concorrenza da parte degli amministratori Arianna Alessi e Lorenzo Tersi, ha deliberato di procedere alla convocazione dell’assemblea ordinaria il 21 luglio per la revoca dei due consiglieri, ai sensi dell’articolo 2390 del codice civile. Arianna Alessi è Ceo di Red Circle Investiments, la holding del patron di Diesel che detiene il 10% di Masi, nonchè moglie dello stesso Rosso. La Alessi aveva preso il posto di Rosso nel board di Masi Agricola dopo le sue dimissioni la scorsa primavera. Tersi, invece, è tra i massimi esperti in Italia di consulenza aziendale del vinicolo-finanziario ed era stato scelto dallo stesso Rosso per coprire uno dei due posti in cda. Qualora la revoca fosse approvata, l’assemblea sarà chiamata a deliberare in merito all’integrazione del cda alla riduzione dei suoi componenti. L’assemblea sarà chiamata anche a deliberare la nomina di un sindaco effettivo, del presidente del collegio sindacale e di un sindaco supplente.

Renzo Rosso ha portato in tribunale Masi Agricola, chiedendo al Tribunale di Venezia di accertare e dichiarare la nullità o comunque l’invalidità della delibera di approvazione del bilancio 2022 e di accertare e dichiarare che il bilancio consolidato 2022 non è conforme alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione. Masi si è difesa sostenendo “di aver operato nell’assoluto rispetto dei principi di corretta amministrazione” e definendo “infondata” l’azione legale. Lo scorso 21 giugno aveva annunciato “di avere in corso doverosi accertamenti sugli amministratori espressione di Red Circle Investments, con particolare riferimento alle cariche dai medesimi ricoperte in società concorrenti, all’esito dei quali sarà data informativa al mercato”. Oggi l’annuncio della convocazione dell’assemblea per la loro revoca.

In Romagna pesano maltempo e cavallette: per cereali calo 30-50%

In Romagna pesano maltempo e cavallette: per cereali calo 30-50%Roma, 28 giu. (askanews) – La campagna cerealicola 2023 è da poco partita in Romagna e gli effetti dell’alluvione si stanno facendo sentire: Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini dopo le prime trebbiature di orzo e frumento ha fatto una ricognizione con i propri associati e quel che emerge è un quadro preoccupante: la produzione è in forte calo rispetto allo scorso anno, dal -30% al -50%, mentre la qualità è variabile e fortemente condizionata dal maltempo.

“È vero che siamo soltanto agli inizi della raccolta dell’orzo e del grano, ma la situazione non è delle migliori – commenta Carlo Carli, presidente dell’associazione – L’orzo sta infatti mostrando rese deludenti, mentre per il grano rispetto al 2022 la produzione sta oscillando tra un 30% in meno in provincia di Rimini e un -50% a Forlì e Cesena. Nel riminese la situazione è leggermente più rosea riguardo la qualità, che è di buon livello. Lo stesso non si può dire, purtroppo, per gli altri territori dove le alluvioni di maggio, insieme alle persistenti piogge, hanno causato danni ingenti, colpendo duramente i campi che erano in piena maturazione. E anche in questi giorni di trebbiatura abbiamo registrato rovesci che non fanno certo bene alla qualità”. Poi ci sono le frane, che ostacolano la trebbiatura. “In alcune zone collinari nel forlivese e nel cesenate alcuni nostri soci ci hanno segnalato gravi difficoltà a lavorare parte dei propri terreni proprio per questi motivi”, spiega Carli.

La pioggia persistente di maggio ha causato inoltre attacchi di funghi e muffe, soprattutto nel forlivese, rendendo ancor più difficile la vita agli agricoltori, alle prese con una delle annate più difficili degli ultimi 30 anni. “E negli ultimi giorni si stanno moltiplicando le segnalazioni circa la presenza di cavallette nelle zone di Sarsina, Civitella, Meldola e Mercato Saraceno: gli insetti causano ulteriori danni, possiamo dire che quest’anno le abbiamo affrontate tutte” afferma il presidente Carli. “Come Confagricoltura auspichiamo un aiuto economico importante e veloce da parte delle Istituzioni. La nomina del Commissario è finalmente arrivata: il Generale Figliuolo deve attivare il sostegno economico verso le aziende in difficoltà che rischiano nei prossimi mesi di dover chiudere i battenti”.

Asiago Dop valuta appello contro Giuseppe Citterio Salumificio

Asiago Dop valuta appello contro Giuseppe Citterio SalumificioRoma, 28 giu. (askanews) – Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago rafforza la sua azione di tutela in Italia e all’estero e valuta l’appello alla sentenza che lo ha visto contrapposto a Giuseppe Citterio Salumificio Spa, dopo che Euro Foods, la società statunitense del gruppo, ha posto in vendita negli USA un prodotto dichiarato “Asiago Cheese” e privo dei segni identificativi della DOP.

Il contenzioso con Giuseppe Citterio Salumificio Spa è iniziato nel 2017, quando è stata rilevata la vendita, sul mercato Usa, di confezioni con soppressata e formaggio denominato ‘Asiago Cheese’, distribuita da Euro Foods, società del gruppo, che, oltre a non essere Asiago, veniva confezionata senza il bollo DOP. Da allora, il Consorzio di Tutela ha prima tentato la strada dell’accordo, nel rispetto della sua funzione e nella consapevolezza che il proseguo di una causa avrebbe comunque comportato un danno d’immagine per l’intero comparto del food italiano, sulla sua reputazione all’estero e stabilito un precedente pericoloso per tutto il sistema delle Denominazioni d’Origine, esposte a possibili nuove minacce di Italian Sounding anche da parte di aziende del proprio Paese d’origine. A seguire, nel 2018, è iniziata, presso il Tribunale di Milano, la causa che si è conclusa nei giorni scorsi con una sentenza dall’esito negativo per le richieste del Consorzio di Tutela nella quale Giuseppe Citterio Salumificio S.p.A si è detta estranea alla distribuzione dei prodotti, contraddistinti da marchi costituiti dall’espressione “Citterio”, venduti in USA da Euro Foods e il giudice, senza entrare nel merito della richiesta, ha dichiarato la non giurisdizione in materia.

“In un’epoca in cui le sfide e le minacce per le Indicazioni Geografiche hanno alzato il livello dello scontro – commenta Fiorenzo Rigoni, presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago – spiace constatare come la loro tutela internazionale gravi interamente sui bilanci consortili, ovvero sui produttori. A meno che non si voglia compromettere il futuro del nostro comparto, il supporto economico delle istituzioni non è più procrastinabile.”

Cereali, in Emilia Romagna calo produttivo medio del 20%

Cereali, in Emilia Romagna calo produttivo medio del 20%Roma, 28 giu. (askanews) – Per il secondo anno consecutivo, l’Emilia-Romagna registra un calo medio della produzione cerealicola oltre il 20%, secondo le stime di Confagricoltura Emilia Romagna.

Dall’analisi effettuata sul raccolto 2023 emerge infatti una regione spaccata in due dall’alluvione, con dati molto al di sotto della media nell’areale colpito da inondazioni e piogge torrenziali (Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna ma anche parte del Bolognese e del Ferrarese). Valori che via via migliorano spostandosi verso ovest (Parma e Piacenza), dove raggiungono punte più che soddisfacenti considerando l’annata. Il territorio sconta per altro la perdita totale del raccolto su 13 mila ettari di grano e orzo rimasti sott’acqua per più di tre giorni, difficoltà nella trebbiatura dovute all’eccesso di terra e fango e raccolti ancora irraggiungibili in collina.

“Come la siccità l’anno passato, così l’alluvione ha tagliato la produzione cerealicola 2023 – spiega il presidente della sezione cereali di Confagricoltura Emilia Romagna Lorenzo Furini – con rese che in regione si fermano mediamente a 60-62 quintali a ettaro per il grano tenero e 45-47 quintali a ettaro per il duro. Varietà precoci (es. Bandera), che rispondono meglio delle tardive: queste ultime sono state danneggiate dal maltempo nel momento più delicato, nella fase di maturazione lattea. Si stimano nel complesso standard qualitativi medio-bassi, ma il prodotto è salubre”. Confagricoltura Emilia Romagna teme la disaffezione verso il grano duro. “L’Emilia-Romagna è la terza regione per ettari coltivati a grano duro dopo Puglia e Sicilia – la prima al Nord – e negli ultimi due anni ha visto incrementare del 60% la superficie investita, anche sulla spinta di filiere d’eccellenza come quella della pasta, ma ora rischia un rallentamento molto forte degli investimenti per scarsa redditività”.

Quotazioni grano in picchiata, nel padovano conti in rosso

Quotazioni grano in picchiata, nel padovano conti in rossoRoma, 27 giu. (askanews) – Pane e pasta al supermercato mantengono prezzi elevati, ma alla produzione la quotazione del grano è precipitata ai valori di due anni fa, passando da 40 euro al quintale a circa 25. Stessa cosa per altri seminativi, come il mais e la soia, che tornano ai prezzi ante speculazione e ante guerra.

È questa la principale preoccupazione degli agricoltori di Confagricoltura Padova, riuniti in assemblea all’Hotel Crowne Plaza, nella quale sono intervenuti in videocollegamento il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, il vicepresidente nazionale Giordano Emo Capodilista e l’europarlamentare Herbert Dorfmann. “Nonostante la siccità e i costi energetici ancora alti, lo scorso anno siamo riusciti a chiudere i bilanci in positivo – ha sottolineato il presidente provinciale Michele Barbetta -, grazie ai prezzi sostenuti dei prodotti agricoli. Oggi, invece, nel settore delle coltivazioni stiamo operando con costi ancora alti e prezzi in picchiata e i primi conti dei raccolti hanno il segno rosso”.

I prezzi delle commodities agricole sono tornati sui valori precedenti al conflitto e sta sorgendo forte la preoccupazione che possano scendere ulteriormente. Anche se per ora tengono i prezzi di alcune produzioni zootecniche, latte, uova e suini. “Segnali di cedimento li stiamo osserviamo nel settore dei bovini e degli avicoli”, si spiega. Restando nel settore dell’allevamento, gli agricoltori sono anche preoccupati per l’estendersi dell’area in cui sono stati rinvenuti cinghiali affetti da peste suina africana. Malattia virale che colpisce i suini, ma che non si trasmette all’uomo. È dei giorni scorsi la notizia di un nuovo caso di cinghiale infetto riscontrato in provincia di Pavia, quindi in Lombardia, prima regione in Italia per questo tipo di allevamento, che va ad aggiungersi a quelli trovati precedentemente in Liguria, Piemonte e Lazio.

Cia: bene pacchetto aiuti Ue per emergenza clima

Cia: bene pacchetto aiuti Ue per emergenza climaRoma, 27 giu. (askanews) – Per far fronte agli effetti della crisi climatica sull’agricoltura, servono risorse adeguate e tempi stretti. Ecco perché è assolutamente positivo l’annuncio della Commissione Ue di un pacchetto di aiuti straordinari da 330 milioni, di cui 60,5 all’Italia, proprio per sostenere i produttori colpiti dagli eventi estremi. Così Cia-Agricoltori Italiani sulla proposta presentata al Consiglio Agrifish a Lussemburgo, aggiungendo però che bisogna fare presto, per supportare le imprese agricole danneggiate dall’alluvione in Emilia-Romagna. Questo significa rendere subito disponibili i fondi e, soprattutto, chiedere al Governo di intervenire con il cofinanziamento nazionale.

“È molto importante la decisione della Commissione di stanziare risorse agli Stati membri per rispondere all’emergenza climatica -spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Ma l’approvazione del pacchetto, ora, deve essere rapida, e speriamo anche che l’esecutivo si attivi per integrare il sostegno europeo fino al 200% con il contributo nazionale, perché agli agricoltori occorre più liquidità possibile in questa fase difficile”. In prospettiva, invece, “sarà sicuramente necessario che la Commissione valuti la creazione di un Fondo specifico e dedicato, senza intaccare gli stanziamenti della Pac, per gestire le avversità climatiche, che purtroppo saranno sempre più frequenti”. Al centro del Consiglio Agrifish anche il Regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR) su cui “Cia, in vista della presentazione dell’ulteriore studio d’impatto in programma il prossimo 5 luglio – ricorda Fini – continua a chiedere una valutazione oggettiva e orientata a riequilibrare le esigenze produttive agricole con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, specie in relazione ai rischi sull’approvvigionamento alimentare”.

Spazio, infine, alla questione grandi carnivori, che resta un problema rilevante non solo in Italia ma in tutta Europa e sul quale, conclude il presidente di Cia, “serve trovare soluzioni rapide e condivise per tutelare le attività agricole ed evitare lo spopolamento delle aree rurali”.

Frutta estiva, in Emilia Romagna quantità basse ma buona qualità

Frutta estiva, in Emilia Romagna quantità basse ma buona qualitàRoma, 27 giu. (askanews) – La campagna della frutta estiva è partita molto in sordina in Emilia Romagna. Le produzioni di drupacee (pesche/nettarine, albicocche, susine) si stanno confermando bassissime come da previsioni e si sta raccogliendo poco più del 20% di una produzione normale, per fortuna con un buon calibro. A fare il bilancio Giancarlo Minguzzi, presidente Fruitimprese Emilia Romagna e di OP Minguzzi di Alfonsine (RA).

Il resto delle zone produttive italiane hanno invece produzioni pressochè normali, per cui i prezzi si assomiglieranno molto a quelli del 2022, specialmente per pesche e nettarine, piuttosto che ai prezzi molto più interessanti delle campagne 2020 e 2021. “Sappiamo già – aggiunge Minguzzi – che le produzioni di pere saranno scarse, mentre quelle delle mele saranno normali e anche di buon calibro, grazie alle abbondanti piogge primaverili. Per il kiwi ci attendiamo anche una buona qualità anche se a scapito di una produzione inferiore allo scorso anno”. Ai danni da maltempo si aggiungono quelli per l’alluvione di maggio che faranno morire per asfissia le radici degli alberi da frutto rimasti troppo a lungo sott’acqua: “valutiamo una perdita di oltre 100 ettari di frutteti solo per la nostra OP”, dice Minguzzi.

Iias: cresce consumo surgelati, +1,2% a volume in 2022

Iias: cresce consumo surgelati, +1,2% a volume in 2022Roma, 27 giu. (askanews) – Nuovo massimo storico nel consumo di surgelati in Italia, che nel 2022 ha sfiorato i milione di tonnellate (990.713), con un +1,2% a volume rispetto al 2021 e un fatturato a 5,3 miliardi di euro (+9%). Sono i dati emersi dal “Rapporto Annuale sui Consumi dei prodotti surgelati in Italia” di IIAS, l’Istituto Italiano Alimenti Surgelati. Il trend positivo registrato nel Fuoricasa, tornato protagonista dei consumi nel comparto sottozero, bilancia il risultato in leggera flessione ottenuto nel Retail.

Tra le mura domestiche, si confermano al primo posto tra i consumi di surgelati i vegetali (quasi 208.000 tonnellate), insieme agli ittici (94.000 tonnellate) e alle patate (99.000 tonnellate). Le pizze arrivano a quota 66.000 tonnellate, mentre crescono i piatti pronti (65.000 tonnellate), così come i vegetali preparati (21.000 tonnellate) e le specialità salate (oltre 29.000 tonnellate). “In uno scenario alimentare caratterizzato da non poche criticità, gli alimenti surgelati si confermano parte integrante delle scelte alimentari degli italiani – spiega Giorgio Donegani, presidente IIAS – Dopo il biennio pandemico e dei lockdown (2020-2021), che aveva portato a un boom dei consumi domestici di surgelati (+14% nel 2021 rispetto al 2019) e a un calo del Fuoricasa (-24% nello stesso periodo), il post-pandemia mostra un sostanziale riequilibrio dei pesi tra consumi domestici e fuori-casa di surgelati. Il 2022 porta una ulteriore crescita dei consumi dei surgelati”.

Olio d’oliva, cambio ai vertici di Fooi: presidente Anna Cane

Olio d’oliva, cambio ai vertici di Fooi: presidente Anna CaneRoma, 27 giu. (askanews) – Nominati i nuovi vertici di Fooi, l’organismo interprofessionale dell’olio d’oliva e delle olive da tavola. Anna Cane, presidente del Gruppo olio d’oliva di Assitol è il nuovo presidente della Filiera Olivicolo Olearia Italiana. Già vicepresidente del FOOI, succede a Paolo Mariani, presidente di Assofrantoi. Alla vicepresidenza approda invece Tommaso Loiodice, presidente di Unapol. Confermato Giulio Martino (Italia olivicola) alla direzione dell’Interprofessione.

“Il nostro ringraziamento va a chi ci ha preceduto, per aver avviato un percorso di collaborazione e dialogo tra tutti gli attori della filiera, che ora sta dando i suoi frutti – osserva Anna Cane – Con Tommaso Loiodice intendiamo proseguire su questa linea, rafforzando sempre di più la cooperazione tra mondo agricolo e industria”. Nata nel 2016, la nuova Interprofessione vede al suo interno tutta la catena di produzione dell’olio d’oliva, dall’olivicoltura, rappresentata da Italia olivicola e Unapol, dal segmento dei frantoiani (Assofrantoi e Aifo), fino all’industria, vale a dire ASSITOL, e alle olive da tavola (ASSOM).