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Goppion caffè sostiene empowerment femminile in Guatemala

Goppion caffè sostiene empowerment femminile in GuatemalaRoma, 4 mar. (askanews) – Goppion Caffè continua la campagna a sostegno del lavoro delle donne con l’edizione speciale di Espresso di Piantagione CSC, la miscela che contribuisce a restituire dignità alle coltivatrici di caffè guatemalteche della zona del Petatán, spesso svantaggiate da un sistema di mercato iniquo. L’iniziativa solidale è frutto della collaborazione tra il Consorzio CSC – Caffè Speciali Certificati, al quale la storica torrefazione di Preganziol è affiliata dal 1997, e l’organizzazione non profit romana Amka.


L’edizione speciale di Espresso di Piantagione CSC utilizza caffè proveniente dalla piantagione Doña Lucero, nel Dipartimento del Huehuetenango, a nord-ovest del Paese, dove la coltivazione, la lavorazione e la vendita del caffè rappresentano la principale fonte di occupazione e sussistenza del popolo indigeno. Il progetto, che mira a creare nuove opportunità e a migliorare le condizioni di vita delle donne, nell’ultimo anno ha registrato un notevole incremento: dalle 80 caficultoras coinvolte all’inizio del 2023, oggi include 100 beneficiarie e conta più di 25mila chili di chicchi lavorati nel 2024. Inoltre, grazie a un’adeguata formazione e alla distribuzione degli strumenti necessari allo sviluppo di nuove conoscenze, le donne hanno acquisito maggiore consapevolezza delle proprie capacità e si sono unite per costituire la Cooperativa Integral de Comercialización de Responsabilidad Limitada Ix Axol, diventando un soggetto giuridico indipendente.

8 marzo, NaturaSì racconta le donne che fanno agricoltura bio

8 marzo, NaturaSì racconta le donne che fanno agricoltura bioRoma, 4 mar. (askanews) – Le storie delle donne che fanno agricoltura bio, lottando contro i cambiamenti climatici e in primo luogo contro la siccità senza usare sostanze chimiche. A raccontare le storie delle oltre 600 le donne che fanno parte di questo circuito virtuoso è NaturaSì.


Rosalia Caimo Duc ha recuperato una felce considerata estinta nelle risaie della sua azienda agricola. Ariane Lotti è tornata da New York per introdurre metodi innovativi per la coltivazione biologica nei suoi campi. Anna Federici ha rivitalizzato con l’agricoltura biodinamica 300 ettari abbandonati e aridi alle porte della Capitale. Per Marta Galimberti “fare la spesa è un atto rivoluzionario”, che può cambiare le sorti del Pianeta. E Dora Brio ha unito due piccoli appezzamenti ereditati dalla famiglia per superare le difficoltà di fare agricoltura nel Sud, rispettando metodi di coltivazione naturali. Sono solo alcune delle storie che NaturaSì vuole raccontare in occasione dell’8 marzo. Storie di donne che hanno fatto scelte non scontate e le hanno portate avanti con caparbietà. Donne che ogni giorno si dedicano a una agricoltura bio, che si prende cura dei suoli, producendo cibo buono e nel rispetto dell’ambiente che ci circonda.


Le storie, con il loro corredo fotografico, rappresentano quelle delle circa 600 donne che nell’ecosistema NaturaSì da anni si impegnano nella coltivazione e nella ricerca di metodi innovativi per affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici, a partire dalla siccità. Vere e proprie Guardiane della Terra, oltre che imprenditrici in un settore che, mai come in questi mesi, ha espresso la necessità di riconoscere sostegno a chi garantisce non solo cibo per tutti, ma anche aria, acqua e suoli puliti.

Al via in Sicilia progetto su filiera cerealicola sostenibile

Al via in Sicilia progetto su filiera cerealicola sostenibileRoma, 4 mar. (askanews) – Guardare agli obiettivi dell’agenda europea 2030 e ai temi della food security e della green economy per implementare in Sicilia una filiera cerealicola attenta alla salute e all’ambiente. E’ l’obiettivo del progetto “HGC” Healthy & Green Cereal, finanziato dalla sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2022, con un partenariato composto dal Consorzio “Gian Pietro Ballatore” (Capofila), l’Università Politecnica delle Marche e sei aziende della filiera cerealicola siciliana, che punta a realizzare una gestione innovativa delle produzioni cerealicole e leguminose in Sicilia.


Le innovazioni previste nel progetto HGC sono 4 e riguardano gli aspetti agronomici e i processi di trasformazione dei cereali e delle leguminose; ma anche la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’introduzione nella filiera cerealicola regionale di strumenti per valutare la sostenibilità ambientale delle pratiche agronomiche e dei processi di trasformazione. Le aziende cerealicole siciliane coltivano ogni anno circa 270 mila ettari di grano duro e dedicano solamente 20mila ettari agli altri cereali, quali orzo, avena, grano tenero. Ancora meno, circa6 mila ettari di superficie, alla coltivazione di leguminose da granella.


Il progetto si propone innanzitutto di definire protocolli operativi (del Sistema HGS) anche per quelle colture che si adattano molto bene agli ambienti pedoclimatici siciliani, ma sono poco presenti negli ordinamenti colturali regionali come grano monococco, avena nuda, farro e lenticchie. Dalle produzioni cerealicole e dai legumi verranno prodotti 4 tipi di sfarinati innovativi da indirizzare poi nei processi di trasformazione: uno sfarinato a minore indice glicemico, uno per la produzione di prodotti High Protein, uno per la produzione di prodotti “mix cereali” ad alto contenuto in fibra alimentare ed uno sfarinato ad alto contenuto di malto per ottimizzare i processi di lievitazione. Il sistema sarà proposto attraverso un portale online così da diffondere l’applicazione alla più ampia platea di operatori agricoli e tecnici regionali e renderlo consultabile ai consumatori facendone conoscere il valore per il territorio e la sua economia. L’elemento innovativo è in sintesi l’applicazione del concetto di sostenibilità applicata: coniuga in un unico strumento digitale, procedure standardizzate di alto valore scientifico e compilazione e comprensione dei contenuti e risultati dell’analisi.

The Pizza Bar on 38th a Tokyo migliore pizzeria area Asia-Pacifico

The Pizza Bar on 38th a Tokyo migliore pizzeria area Asia-PacificoRoma, 4 mar. (askanews) – Il pizzaiolo dell’anno è Yuichi Ito, di Crosta Pizzeria, nelle Filippine. La pizza dell’anno è la Provola e Pepe di Fiata by Salvatore Fiata a Hong Kong mentre il The Pizza Bar on 38th si conferma la migliore pizzeria dell’anno nell’area Asia-Pacifico 2024. Si tratta della pizzeria più piccola del mondo, con solo 8 posti, guidata da Daniele Cason, executive chef del Mandarin Oriental Tokyo.


La 50 Top Pizza, la più influente guida di settore del mondo pizza, ha svelato la classifica delle 50 migliori pizzerie dell’area Asia-Pacifico per il 2024 oggi nel corso di una cerimonia di premiazione svoltasi presso l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, in Giappone. Sono 17 i diversi Paesi che rappresentano l’area Asia-Pacifico. Il paese più rappresentato è il Giappone con 13 indirizzi, seguito dall’Australia con 10 e la Thailandia con 5. Prima volta per Azerbaigian e Vietnam, ciascuno presente con una pizzeria. Tokyo si conferma la capitale della pizza di qualità nell’area Asia-Pacifico con 9 pizzerie presenti in guida. Al secondo posto si posiziona Crosta Pizzeria, a Makati, nelle Filippine, guidata da Yuichi Ito. A completare il podio, RistoPizza a Tokyo, la nuova apertura di Giuseppe Errichiello. Al quarto posto Fiata by Salvatore Fiata a Hong Kong, che si è aggiudicata anche il premio Pizza of the Year 2024 con la sua Provola e Pepe; ad occupare il quinto posto, ex aequo, Al Taglio, di Silvio Groppelli a Sydney, e 48h Pizza e Gnocchi Bar di Michele Circhirillo e Fabio Biscaldi, a Melbourne.


Per la sesta posizione ci spostiamo a Auckland, in Nuova Zelanda, con Dante’s Pizzeria Napoletana, guidata da Enis Baçova; la settima posizione va a Massilia a Bangkok, in Thailandia, guidata da Luca Appino e Michele Fernando; ancora in Giappone per l’ottava posizione, che va a Pizzeria Braceria CESARI!! a Nagoya, di Pasquale Makishima; nona posizione per Bottega, dei fratelli Paolo e Daniele Salvo a Pechino, in Cina; chiude la top ten Pizzeria Mazzie a Bangkok, in Thailandia, dell’americano Jon Spearman. Il premio speciale Performance of the Year 2024 – Robo Award è andato a Spacca Napoli a Seoul, in Corea del Sud, guidata da Giulio Lee, che occupa anche l’undicesima posizione. Il Green Oven 2024 – Goeldlin, riconoscimento che viene assegnato alle pizzerie con una forte attenzione alle pratiche di sostenibilità ambientale, è andato ad Al Taglio a Sydney, in Australia.


Il prossimo appuntamento con 50 Top Pizza è fissato al 17 aprile, in diretta da Rio de Janeiro, per scoprire, per la prima volta, quali saranno le migliori pizzerie dell’America Latina per il 2024.

Masi Agricola: via libera assemblea a progetto nuova governance

Masi Agricola: via libera assemblea a progetto nuova governanceMilano, 4 mar. (askanews) – L’assemblea di Masi Agricola riunitasi nella Tenuta Serego Alighieri nel Veronese, ha approvato, con una partecipazione di oltre il 94,756% del capitale, il progetto “Masi green governance” presentato dal consiglio di amministrazione il 16 febbraio scorso per “l’implementazione di un sistema di governance più efficiente e in linea con i migliori standard internazionali”, spiega l’azienda storica della Valpolicella.


Con l’84,748% del capitale (89,439% delle azioni rappresentate in assemblea), è stata approvata l’adozione dello status di società benefit e la modifica dell’articolo 3 dello statuto al fine di integrare l’oggetto sociale con ulteriori attività aventi finalità di beneficio comune. Con una maggioranza lievemente inferiore (l’84,385% del capitale pari all’89,055% delle azioni rappresentate), è stato adottato il modello di amministrazione e controllo monistico. Con la stessa percentuale sociale è passata la modifica del meccanismo di voto per la nomina del consiglio di amministrazione che consiste in un sistema di voto basato, non sulla presentazione di liste bloccate, bensì sulla presentazione, da parte dei soci che, da soli o insieme ad altri azionisti, siano complessivamente titolari di azioni rappresentanti almeno il 7,5% o del consiglio di amministrazione uscente – di proposte di candidati, su ciascuna delle quali – ossia su ogni singolo candidato proposto – l’assemblea procede a esprimere il proprio voto. Infine l’84,385% del capitale ha detto sì ad alcune modifiche statutarie nell’ottica di ottimizzare e razionalizzare talune regole organizzative e di funzionamento della società, nonché al fine di recepire alcune indicazioni fornite da Borsa italiana.


Le modifiche approvate dall’assemblea arrivano mentre prosegue lo scontro con la Red Circle di Renzo Rosso che possiede il 10% del capitale di Masi Agricola. La maggioranza è invece nelle mani dei fratelli Sandro, Bruno e Mario Boscaini, che detengono una quota del 24,49% ciascuno (il 7,56% è in mano a Fondazione Enpaia e l’8,96% sul mercato).

Agricoltura, Lollobrigida:G7, continua lavoro iniziato in Giappone

Agricoltura, Lollobrigida:G7, continua lavoro iniziato in GiapponeRoma, 4 mar. (askanews) – “Lo scorso anno durante il G7 dell’agricoltura a Miyazaki, ho potuto constatare una grande compatibilità tra il nostro approccio e le tematiche internazionali proposte dal Giappone. Nel G7 a presidenza italiana continueremo il prezioso lavoro iniziato nel 2023, affrontando temi essenziali legati alla sicurezza alimentare del pianeta”. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida in ambasciata a Tokyo durante il seminario “La difesa dei prodotti agroalimentari italiani: tutela della qualità e della proprietà intellettuale e contrasto alla contraffazione”, alla presenza del Viceministro giapponese all’agricoltura, Ryosuke Ogawa, del Presidente dell’ICE Matteo Zoppas e del Presidente della Japan External Trade Organization (JETRO) Susumu Kataoka.


“L’Italia e il Giappone sono due nazioni amiche – ha aggiunto il ministro – che condividono non solo una lunga storia e tradizione, ma anche una cultura alimentare che è il fondamento della longevità dei nostri cittadini. Dobbiamo preservare questo patrimonio e assicurarci che la qualità del nostro cibo continui a contribuire al benessere della nostra popolazione”. Lollobrigida ha poi incontrato la comunità imprenditoriale italiana presente in Giappone sottolineando che “un modello basato sulla qualità come elemento cardine delle produzioni rende questo mercato sempre più allettante. Peraltro, con un bilancio in attivo per il nostro import che deve vederci rafforzare sempre più questo tipo di capacità di entrare nel mercato, immaginando anche nuove strade e potenziando quelle che ci sono”.


Gli appuntamenti sono proseguiti con un bilaterale tra il ministro Lollobrigida e l’omologo giapponese, Tetsushi Sakamoto, con il quale si è parlato del legame tra i due Paesi e delle prossime sfide comuni. A conclusione di giornata il ministro ha partecipato alla manifestazione “50 top Pizza Asia Pacifico”, durante la quale ha consegnato a imprenditori e proprietari di pizzerie italiane la targa della candidatura a patrimonio Unesco della cucina italiana.


“Abbiamo lanciato questa candidatura non solo perché era abbastanza ingeneroso nei confronti della nostra cucina che venisse riconosciuto bene protetto dall’Unesco quella giapponese, quella francese, quella coreana, quella messicana e non ci fosse quella italiana. Ma soprattutto perché la nostra cucina è il nostro biglietto da visita, la nostra storia, la nostra cultura”, ha concluso Lollobrigida.

Attività pesca tradizionale del Trasimeno è Presidio Slow Food

Attività pesca tradizionale del Trasimeno è Presidio Slow FoodRoma, 4 mar. (askanews) – L’attività della pesca tradizionale del Lago Trasimeno entra a far parte della famiglia dei Presìdi Slow Food dell’Umbria. La presentazione del progetto di salvaguardia di questo antico metodo si è tenuta questa mattina a Perugia. Persico reale, carpa, pesce gatto, latterino, tinca, persico-trota, anguilla e capitone sono le specie ittiche comprese nel disciplinare che regola il Presidio Slow Food e sono, soprattutto, le protagoniste del lago.


L’imbarcazione tradizionale è stretta e lunga, poco più di un metro per cinque e mezzo, e ha il fondo piatto perché, un tempo, le attività di pesca si svolgevano perlopiù nelle vicinanze delle coste e nei canneti. Ma oggi si pesca anche al largo, dove le onde possono rendere difficile manovrare la barca. I pescatori professionisti attivi sul lago Trasimeno oggi sono una cinquantina, la maggior parte dei quali aderiscono a due cooperative. “La nostra è una pesca passiva: stendiamo le reti e aspettiamo che il pesce, muovendosi, rimanga imprigionato nelle maglie. Funziona così da tremila anni, da quando l’uomo ha cominciato ad abitare le coste del nostro lago e a uscire in barca”, ha detto Aurelio Cocchini, un’esperienza da pescatore lunga quarant’anni, referente dei produttori.


Il Trasimeno è un bacino d’acqua dolce particolare, caratterizzato da una profondità media che non raggiunge i cinque metri: un lago che soffre la scarsità d’acqua (in questi giorni il livello è oltre un metro più basso dello zero idrometrico), ma dove il pesce non manca. Ivo Banconi, presidente della Cooperativa Stella del Lago, che aderisce al Presidio, spiega che “il Presidio è un ulteriore tassello verso la giusta condivisione di strategie comuni a salvaguardia dell’ambiente, nell’intento di preservare quell’immagine lasciataci in eredità da chi ha dato al lago la sua vita”.

In Toscana 10 mln per progetti rigenerazione comunità rurali

In Toscana 10 mln per progetti rigenerazione comunità ruraliRoma, 4 mar. (askanews) – Con l’ultima iniezione di 3 milioni, approvati dalla Giunta regionale toscana su proposta della vicepresidente Stefania Saccardi, arrivano a 10 milioni le risorse che verranno ridistribuite fra i Gal (Gruppi di azione locale) che così avranno nuovi piani finanziari per i Progetti di rigenerazione delle comunità.


La cifra rappresenta un sesto dei fondi previsti per l’intera programmazione 2014/2022, e riesce a finanziare 47 proposte progettuali. L’azione specifica “Progetti di rigenerazione delle Comunità” (PdC) si pone come obiettivo principale il favorire le comunità locali nel sostenere servizi collettivi e l’economia rurale toscana, cercando di limitare gli effetti derivati dall’emergenza Covid-19 e fornendo una risposta all’esigenza di sostenere lo sviluppo di servizi ecosistemici, i settori più colpiti dalle conseguenze delle scelte effettuate per il contenimento della pandemia e sviluppare una migliore qualità della vita nelle aree rurali, attraverso la creazione di servizi per la popolazione e iniziative in ambito sociale, socioculturale e produttivo.


“Grazie alla sinergia tra Regione e Gal – dice la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – che ha permesso di adottare un metodo di lavoro innovativo, basato su un forte coordinamento, sia tra Gal sia tra questi e Regione Toscana, abbiamo predisposto uno schema di bando comune a tutti i Gal partecipanti, mantenendo comunque particolari elementi di specificità, tipici dei singoli territori Leader. Questa aggiunta di risorse permette di scorrere le graduatorie e finanziare altri 47 progetti”.

Salame Cacciatore italiano, in 2023 produzione +0,8%. Tiene export

Salame Cacciatore italiano, in 2023 produzione +0,8%. Tiene exportRoma, 4 mar. (askanews) – Produzione certificata in crescita nel 2023 rispetto all’anno precedente per i Salamini Italiani alla Cacciatora DOP, che hanno chiudo l’anno con un incremento dell’0,8% con 4.138.617 di chili di prodotti.


Rispetto al 2022, che aveva chiuso in negativo di alcuni punti percentuali rispetto all’anno precedente, il risultato dell’anno appena conclusosi, spiega il Consorzio in una nota, evidenzia un trend di ripresa. In Italia, che assorbe il 70% della produzione certificata, il 61% della DOP è stata distribuita nel canale moderno (GDO) e il rimanente 39% nei restanti canali. Dato positivo anche per l’affettato in vaschetta che consolida il suo trend di crescita degli anni precedenti, facendo registrare un aumento del 6% rispetto al 2022 a conferma della praticità d’utilizzo e della comodità di fare scorta in questo formato.


Per quanto riguarda l’export, circa il 30% del prodotto viene venduto all’estero, una percentuale ormai consolidata negli ultimi anni. I principali Paesi di destinazione del prodotto si riconfermano quelli dell’Unione Europea, Germania in primis, seguita da Belgio e Francia.

Il miglior pane d’Italia? E’ tradizionale e arriva dal Veneto

Il miglior pane d’Italia? E’ tradizionale e arriva dal VenetoRoma, 4 mar. (askanews) – Arriva dal Veneto il miglior pane d’Italia. La Federazione internazionale pasticceria gelateria e cioccolateria ha eletto a Tirreno C.T., la fiera dell’ospitalità in corso fino al 6 marzo a Carrarafiere, i vincitori del Campionato Italiano della Panificazione. Ad avere la meglio è stato Michele Vetrano, chef panificatore di Chioggia (Ve), con un pane realizzato con il Licoli, lievito naturale con un elevato tasso di idratazione, e farina di tipo 1 con semola.


21 maestri dell’arte bianca provenienti da tutta Italia, hanno gareggiato in 4 diverse categorie: pane tradizionale, pane innovativo, dolce da forno e pane artistico. L’oro assoluto per il miglior Pane Innovativo è stato conquistato dal leccese Maicol Rizzo, che ha realizzato un pane con gli stessi ingredienti che compongono la parmigiana di melanzane.


“La panificazione è un’arte che connota il nostro Paese come eccellenza assoluta nel panorama internazionale, e il campionato nazionale rappresenta l’occasione perfetta per valutare il livello di talento e creatività dei nostri migliori chef panificatori”, ha detto Matteo Cutolo, presidente FIPGC. Dalla Calabria arriva invece il miglior dolce da forno con Salvatore Pignataro, titolare dell’omonima pasticceria artigianale di Santa Maria del Cedro, Cosenza. Lo chef si è aggiudicato il primo posto con una crostata al cedro e pan di Spagna. Il premio all’originalità con la categoria Pane Artistico va ad Alessandro Niccoló Nesi, bakery chef di Prato, che ha conquistato l’oro con un’opera d’arte armoniosa, sviluppata in altezza e che rappresenta la fiaba orientale “Le mille e una notte”.


Secondo le stime di Italmopa i volumi di farine destinate alla produzione di pane e sostitutivi raggiungono, in Italia, circa 2,5 milioni di tonnellate, che scendono a 2,25 milioni considerando il solo pane. I quantitativi destinati al canale artigianale sono circa 1,5 milioni di tonnellate. Da un’indagine Cerved si evince che l’85% dei consumi si concentra sul pane fresco artigianale e i consumatori ricercano sempre di più gusto e qualità.