Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Condimenti spalmabili, in 2023 produzione a 50mila tonnellate

Condimenti spalmabili, in 2023 produzione a 50mila tonnellateRoma, 29 feb. (askanews) – Formulazione basata su oli vegetali e praticamente priva di grassi trans. Più facili da lavorare, plant based e meno problematici per chi soffre di allergie. I condimenti spalmabili nel 2023 hanno visto la produzione attestarsi a 50mila tonnellate, di cui oltre il 90% è destinato al mercato business-to-business, in particolare a imprese industriali e artigiane dell’agroalimentare. I dati arrivano da Assitol, l’associazione italiana dell’industria olearia, aderente a Federalimentare e Confindustria, che rappresenta il settore.


“Le aziende ed i professionisti – osserva Giuseppe Allocca, presidente del Gruppo condimenti e prodotti spalmabili di Assitol – scelgono questi prodotti per ragioni ben precise, tutte legate alla loro formulazione, ripensata in senso ‘healthy’ e sostenibile”. Per legge, oggi i condimenti di ultima generazione non devono contenere più del 2% di grassi trans su base grassa, vale a dire meno dell’1% di tutto il prodotto. In questo modo, il loro contenuto di grassi trans viene ad essere inferiore a quello naturalmente presente nei grassi dei ruminanti. A favorire l’impiego di questo prodotto, hanno contribuito altri importanti fattori: la grande lavorabilità, il gusto delicato, la sofficità e la facilità di conservazione rispetto ad altri grassi. Inoltre la formulazione “plant based” rende questo ingrediente ottimo anche per gli intolleranti al lattosio, che in Italia rappresentano circa il 50% della popolazione, oltre che per i consumatori vegani e vegetariani.


Si tratta di produzioni lontanissime dalle vecchie margarine, di cui ormai hanno preso il posto. L’impiego di oli vegetali ha inoltre accresciuto la sostenibilità del comparto. “Le aziende del settore hanno rivisto le soluzioni di packaging allo scopo di renderle rispettose dell’ambiente – sottolinea Allocca – Gli stessi processi produttivi sono stati rimodulati per ridurne l’impatto”.

In Puglia al via procedure calamità siccità per comparto agricolo

In Puglia al via procedure calamità siccità per comparto agricoloRoma, 29 feb. (askanews) – Al via le procedure per il riconoscimento della calamità da siccità per il comparto agrumicolo in Puglia, dove le clementine sono finite al macero, dopo essere state compromesse dalla mancanza di acqua che ne ha inibito l’accrescimento. A darne notizia è Coldiretti Puglia, a margine del primo incontro tra l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, il presidente regionale di Coldiretti, Alfonso Cavallo e una delegazione degli agrumicoltori del tarantino.


La riunione è stata indetta per chiedere l’attivazione della richiesta di calamità naturale causata dalla siccità prima dell’assemblea con i sindaci di Palagiano, Palagianello e Massafra. “Per l’attivazione immediata della richiesta di calamità incontreremo i sindaci dei Comuni di Palagiano, Palagianello e Massafra, gli areali vocati dove per estensione si creano le condizioni per far scattare le procedure. Sono state gettate, tra l’altro, le basi per la eventuale attivazione della Misura 23, la ex misura Covid, per dare un sostegno alle imprese agrumicole colpite da una pesante crisi di liquidità”, riporta Cavallo. Secondo Coldiretti Puglia è necessaria anche l’istituzione di un tavolo agrumicolo permanente, “considerato che la crisi del comparto è strutturale”, e di un Piano agrumicolo regionale “che preveda il sostegno per nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo in provincia di Taranto”.


Le imprese agricole impegnate nella produzione di agrumi in provincia di Taranto sono 1.041, il 9% del totale dell’imprenditoria agroalimentare jonica, con una produzione di clementine, arance e mandarini di 2,5 milioni di quintali.

Lettera 23 ass. ambientaliste a Lollobrigida su futuro agricoltura

Lettera 23 ass. ambientaliste a Lollobrigida su futuro agricolturaRoma, 29 feb. (askanews) – 23 associazioni ambientaliste, tra cui il Wwf, hanno scritto una lettera al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, in merito al futuro dell’agricoltura e del sistema agroalimentare italiano alla luce delle proposte di modifica della Politica Agricola Comune presentate dalla Commissione europea e sostenute dal Governo italiano che, secondo le associazione, “ci riportano indietro di 25 anni”, perché “non può esistere l’agricoltura senza la tutela del suolo, delle acque, dell’aria, del benessere degli animali e del nostro capitale naturale”.


Chiedono inoltre che al Tavolo politico permanente istituito per discutere delle possibili modifiche alla Pac siano rappresentate non solo le associazioni agricole ma anche quelle della società civile, così come previsto dal Regolamento europeo e ricordano che questo tavolo “non deve e non può sostituirsi al Comitato di monitoraggio del Piano Strategico Nazionale, sede nella quale devono essere discusse e decise le modifiche al Piano Strategico”. Le associazioni chiedono quindi un confronto sul futuro dell’agricoltura e dei sistemi agro-alimentari in Europa e in Italia, allargato anche alle associazioni ambientaliste, animaliste e dell’agroecologia.


“La mobilitazione degli agricoltori delle ultime settimane ha riportato alla cronaca un conflitto, vero o presunto, tra gli obiettivi della necessaria e imprescindibile transizione ecologica e la produzione primaria”, scrivono le 23 associazioni. Secondo cui ci sono “problemi strutturali del settore primario, che richiedono un forte impegno istituzionale e di tutti i soggetti interessati”. Secondo le associazioni, contrapporre gli obiettivi della sostenibilità ambientale a quelli della sostenibilità economica delle aziende agricole sarebbe un grave errore, perché i due obiettivi sono strettamente connessi. Per questo, esprimono le loro preoccupazioni per l’indebolimento degli obiettivi della Politica Agricola Comune discussi nell’ultimo Consiglio europeo AgriFish.


“Cancellando di fatto la maggior parte degli impegni ambientali della PAC attuale si determinerebbe un ritorno al passato di 25 anni – sostengono – ignorando le gravi crisi ambientali del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità che dobbiamo oggi affrontare con urgenza”. “Questa marcia indietro sugli impegni ambientali della PAC 2023-2027 rischia di stravolgere anche l’impostazione del Piano Strategico Nazionale”, aggiungono le associazioni.

Finocchiona Igp: in 2023 export in crescita in Germania e Uk

Finocchiona Igp: in 2023 export in crescita in Germania e UkRoma, 29 feb. (askanews) – Produzione sostanzialmente stabile nel 2023 per la Finocchiona IGP rispetto all’anno precedente. Si è registrata una minima flessione nell’insacco rispetto al 2022, con un -0,54%. Sono stati insaccati complessivamente 2,369 milioni di chilogrammi di impasto destinato a essere stagionato e certificato come Finocchiona IGP, corrispondenti a oltre 850.000 pezzi. Il valore alla produzione per il 2023 è stimato a circa 14,5 milioni di euro, mentre il totale delle vendite sfiora i 25 milioni di euro.


Sul fronte dell’export, l’apertura di nuovi mercati, tra cui quello statunitense, rappresenta una sfida chiave per il prossimo periodo. Gli incrementi più significativi si registrano nei mercati esteri con la Germania e l’Inghilterra in testa, che nel 2023 aumentano i propri volumi con +12% e +13% rispetto al 2022, seguite da Belgio, Danimarca e Svezia. L’export contribuisce in modo sempre più consistente, rappresentando il 20% delle quote totali di mercato nell’UE e il 4,8% al di fuori dell’UE. In particolare, Inghilterra (+12%), Svizzera (+38%) e Canada (+25%) guidano per volumi al di fuori dell’Europa. Il prodotto certificato ed immesso sul mercato ha registrato un leggero aumento rispetto al 2022 (+0,4%). Sono stati certificati oltre 1,920 milioni di chilogrammi, registrando il record in volumi per la Finocchiona IGP certificata e immessa in commercio.


Se la Finocchiona IGP affettata e confezionata in vaschetta ha subito una diminuzione del 11,1% nei volumi confezionati, resta comunque forte con oltre 3 milioni di unità complessive. In controtendenza, il prodotto confezionato in tranci sottovuoto ha registrato un incremento del +5,5%, totalizzando oltre 840 mila chilogrammi. La prima provincia per produzione certificata di Finocchiona IGP si conferma essere Arezzo, con un totale di oltre 638mila chilogrammi di prodotto, seguita da vicino dalla provincia di Siena, che registra 601mila chilogrammi di prodotto certificato ed immesso sul mercato. Chiude il podio la provincia di Firenze, con 498mila chilogrammi di Finocchiona IGP certificata.

Bertinelli (Consorzio Parmigiano): grande risultato riforma IG

Bertinelli (Consorzio Parmigiano): grande risultato riforma IGRoma, 29 feb. (askanews) – “Salutiamo con grande favore l’approvazione del nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità, che entrerà in vigore nei prossimi mesi e rafforzerà ulteriormente il ruolo dei Consorzi, la protezione di Dop e Igp e la trasparenza verso i consumatori”. Così Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, commenta il via libera alla riforma delle Ig da parte del Parlamento Europeo, arrivato nella giornata di ieri.


“Finalmente viene stabilito con chiarezza – spiega Bertinelli – che le Indicazioni geografiche non sono solo un fattore economico per chi le produce, ma sono anche un vero e proprio elemento di sviluppo territoriale per la loro zona di origine. Se consideriamo che le Ig per loro natura non possono essere delocalizzate, che nel 2021 un turista straniero su due ha visitato il nostro Paese in funzione dell’enogastronomia e che il turismo rappresenta circa il 15% del Pil italiano, risulta lampante l’importanza di questo nuovo regolamento che dà finalmente ai Consorzi gli strumenti per impegnarsi nello sviluppo del turismo esperienziale”. “Infine, bisogna sottolineare come questa norma – prosegue il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano – permetta di rafforzare la tutela e la protezione delle Ig attraverso Internet. Stimiamo infatti che il giro d’affari del falso Parmesan fuori dall’Ue sia di 2 miliardi di euro, circa 200.000 tonnellate di prodotto, ossia oltre 3 volte il volume del Parmigiano Reggiano esportato. Perciò auspichiamo che questo sia il primo passo in un percorso di rafforzamento degli strumenti per la promozione e la tutela delle Ig non solo in Unione europea, ma in tutto il mondo”.

D’Eramo: legge imprenditoria agricola segno attenzione settore

D’Eramo: legge imprenditoria agricola segno attenzione settoreRoma, 28 feb. (askanews) – “Finalmente l’Italia ha una legge per i giovani agricoltori. Un segnale positivo e tangibile di sostegno agli under 40 e una risposta concreta per incentivare il ricambio generazionale e garantire il futuro del nostro agroalimentare di qualità”. Così in una nota il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, commenta il via libera definitivo in Senato alla legge per la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo, a prima firma del presidente della Commissione Agricoltura di Montecitorio Mirko Carloni e fortemente sostenuta dalla Lega.


“Un traguardo significativo – continua il sottosegretario Masaf – che punta a favorire l’accesso alla terra, al credito, alla formazione. L’agricoltura è una parte fondamentale della nostra storia e del nostro presente e deve continuare a esserlo anche nel futuro e per questo i giovani agricoltori devono essere sempre più protagonisti. Questo provvedimento mette a disposizione strumenti importanti e restituisce loro fiducia. Un ulteriore riconoscimento del ruolo che hanno gli agricoltori nel paese a cui va dato il giusto valore”, conclude D’Eramo.

Il tonno spagnolo Consorcio punta su Italia: raddoppio fatturato in 5 anni

Il tonno spagnolo Consorcio punta su Italia: raddoppio fatturato in 5 anniMilano, 28 feb. (askanews) – Il grupo Consorcio punta a un raddoppio in cinque anni del fatturato in Italia e a una crescita a doppia cifra per il 2024. Obiettivi che perseguirà operando direttamente, attraverso la nuova filiale, attiva da gennaio a Milano, e una sua rete di vendita. Per l’azienda spagnola fondata nel 1950 a Santona, cittadina sul mare della Cantabria, è come riannodare un po’ i fili col proprio passato, ma significa anche investimenti su un mercato, quello italiano, che è secondo solo alla Spagna. “Per noi è un giorno importante ed emozionante – ha detto Valeria Piaggio, vicepresidente di Grupo Consorcio e rappresentante della terza generazione in azienda – perché sancisce il legame fortissimo con l’Italia. L’azienda è stata fondata da mio nonno Giacomo Croce e poi è passata a mia madre Cristina, la nostra attuale presidente. Ma è importante anche dal punto di vista business perchè per il gruppo l’Italia è il primo Paese d’esportazione e da più di 50 anni apprezza moltissimo la qualità dei nostri prodotti”.


Il marchio Consorcio, 78 milioni di fatturato nel 2022 di cui il 59% legati alle esportazioni, è presente nel nostro Paese fin dagli anni 70, attraverso alcuni distributori, l’ultimo dei quali Nostromo, del gruppo iberico Calvo, il cui accordo decennale si è concluso a dicembre 2023. In vista di quella scadenza è maturata la decisione di operare direttamente in Italia dove il mercato del tonno in olio d’oliva vale circa 1,1 miliardi, con una crescita a valore nel 2023 del 7,3% e un calo a volume che ha sfiorato il 5%. In questo quadro “noi occupiamo il segmento premium e fatturiamo circa 20 milioni di euro, dati 2022, in un segmento, quello premium, che vale circa il 10% del totale tonno”, ci ha spiegato Dario De Stefano, general sales manager Italia di grupo Consorcio. “Il nostro obiettivo da qui a 5 anni è di raddoppiare il fatturato – ha proseguito – con la nuova struttura, tre persone nel commerciale, due nel back office e 11 agenti sul territorio, stiamo lavorando per raggiungere i nostri obiettivi, di rafforzare il valore della marca, già oggi è molto forte al nord Italia, e crescere nelle aree di sviluppo che sono ovviamente più forti nel centro e nel sud d’Italia, anche per ragioni di prezzo”. Accanto alla crescita nel centro-sud, il grupo Consorcio amplierà la propria offerta puntando oltre che sul core business, quello del tonno, anche sul segmento delle acciughe del Cantabrico, forte della posizione naturalmente favorevole dello stabilimento di Santona, praticamente a “centimetro zero”. Oggi il mercato delle acciughe vale 108 milioni di euro in Italia, quelle del Cantabrico sono l’11% ma da qualche anno registrano un tasso di crescita superiore a quello del mercato. Ed è lì che punta l’azienda spagnola che, tuttavia, dovrà fare anche cultura di prodotto nel nostro mercato, dove tradizionalmente sono usate più come ingrediente che alimento da portata. “In Spagna siamo leader nel segmento della acciughe del Cantabrico e il nostro obiettivo è quello di avere anche in Italia un’analoga posizione – ha sottolineato De Stefano – Ma questa crescita importante pensiamo di poterla realizzare offrendo nuove opportunità di consumo anche in segmenti dove oggi non siamo ancora presenti”. Da marzo infatti l’azienda entra nel mercato del fresco take-away, con piatti pronti a base di tonno e acciughe del Cantabrico, preparati con la tecnologia Hpp, un metodo di conservazione che sfrutta pressioni elevatissime al posto del calore per allungare fino a 70 giorni la durata a scaffale del prodotto. E poi c’è anche la leva dell’e-commerce attraverso cui spingerà le vendite italiane e dove già ora sono commercializzati prodotti non sono disponibili nella grande distribuzione.


Questi investimenti, tuttavia, si inseriscono in un contesto particolarmente sfidante per il comparto, che in questi mesi fa i conti coi rincari dell’olio d’oliva: “Obiettivamente molte voci dei nostri costi si stanno abbassando – ha spiegato la vicepresidente – ma sfortunatamente c’è un fattore che per noi è molto importante, l’olio d’oliva, che ha subito aumenti dell’80%, calcolate che è il secondo ingrediente dopo la materia prima quindi quest’anno sarà ancora un anno di tensioni per noi”. Oltretutto se in Spagna il mercato del tonno sott’olio si divide a metà tra olio di semi e olio d’oliva, in Italia questo rapporto è 10% a 90%. Per questo Consorcio ha deciso lavorare sulla riduzione delle quantità ma solo dell’olio: “Non possiamo e non vogliamo rinunciare alla qualità dei nostri prodotti – ha assicurato De Stefano – quindi l’azione che facciamo è quella di una sgrammatura che lascia inalterato il contenuto del prodotto mentre viene ridotta la quantità di liquido di governo, l’olio, che peraltro due consumatori su tre ci dicono che buttano quando aprono le confezioni. Diciamo che una spinta inflattiva così forte ci ha permesso anche di creare un modello di business più sostenibile ed evitare gli sprechi”. Consorcio in Italia è la terza marca del segmento premium che comprende i tranci di tonno in latta, dove sono leader col 40% di quota a valore, i filetti i vetro – “La nostra performance è superiore al mercato” ha evidenziato De Stefano – e le acciughe del Cantabrico per le quali “siamo unici player”. Per ora il 90% della distribuzione avviene attraverso la grande distribuzione ma in questo percorso di crescita da qui ai prossimi cinque anni non escludono di sondare le potenzialità del fuori casa.

Anga (Confagri): bene legge imprenditoria agricola under 40

Anga (Confagri): bene legge imprenditoria agricola under 40Roma, 28 feb. (askanews) – “Fondamentale aver messo in pratica la volontà di promuovere l’imprenditoria giovanile agricola, a firma Carloni/Bergesio, come la nostra Associazione aveva richiesto da tempo. È un segnale forte e positivo, necessario in questa fase difficile per il settore primario”. Lo ha affermato Giovanni Gioia, presidente dell’associazione che riunisce gli ‘under 40’ di Confagricoltura.


“Ribadiamo – continua il presidente dell’Anga – che ogni euro speso a sostegno dell’imprenditoria giovanile restituisce un enorme valore aggiunto al sistema Paese. Continueremo a impegnarci perché venga costruita una via semplice da percorrere per i giovani che desiderano insediarsi nel settore. Rimangono le nostre preoccupazioni rispetto alle fasi di avviamento e di accesso al credito e la mancanza di aliquote di favore, sui crediti di imposta, per i giovani agricoltori impegnati nella costruzione e ristrutturazione di fabbricati rurali e nell’acquisizione di beni strumentali”. L’Anga mette in evidenza che, pur con una diminuzione di 82.000 aziende ‘under 40’ negli ultimi 10 anni, le imprese condotte da giovani hanno una dimensione media doppia rispetto a quelle degli over 40 (18,3 ha contro 9,9 ha) e una redditività superiore del 30%. Investono anche in innovazione, nella digitalizzazione dei processi e nella propria formazione.

Ok Parlamento Ue a riforma Ig, Europa più vicina ad agricoltori

Ok Parlamento Ue a riforma Ig, Europa più vicina ad agricoltoriRoma, 28 feb. (askanews) – Dopo un percorso cominciato oltre due anni fa, il compromesso raggiunto nel Trilogo dello scorso ottobre tra i negoziatori di PE, Consiglio UE e Commissione europea e il via libera del Comitato Speciale Agricoltura del Consiglio UE, oggi il Parlamento Europeo ha approvato definitivamente la riforma del Regolamento sulle Indicazione geografiche per il vino, le bevande spiritose e i prodotti agricoli.


Il via libera dell’Europarlamento è arrivato con una ampissima maggioranza di 520 voti favorevoli, solo 19 contrari e 64 astensioni. Una volta che il Consiglio adotterà formalmente il regolamento, questo sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo, circa a metà aprile. Una riforma che mette d’accordo tutti e che, soprattutto dopo le proteste degli agricoltori e le tante richieste disattese, sembra riavvicinare l’Unione Europea ai protagonisti del settore primario, che da mesi pressano per ottenere più attenzione da parte della Ue nei confronti della crisi dell’agricoltura. Positive anche le reazioni delle associazioni agricole, secondo cui Bruxelles “ha dato prova di lavorare per un modello agroalimentare più solido, orientato alla semplificazione e alla protezione degli agricoltori”, come detto da Cia.


Paolo De Castro, relatore del provvedimento ha detto: “grazie al Parlamento, ora abbiamo un regolamento fondamentale per le nostre filiere agroalimentari di qualità, rafforzando il ruolo delle associazioni di produttori e la tutela delle indicazioni geografiche, aumentando la semplificazione, la sostenibilità e la trasparenza nei confronti dei consumatori. Un sistema migliore – ha spiegato l’europarlamentare – che genera valore aggiunto, senza investire fondi pubblici. Dopo la crisi derivante dalle pandemie e l’invasione russa dell’Ucraina e l’impennata dei prezzi di produzione, il nuovo regolamento sulle IG è finalmente una buona notizia per gli agricoltori europei”. Soddisfatto anche il ministro italiano dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che definisce la rivolta un “ulteriore traguardo in difesa delle nostre eccellenze. L’obiettivo del nuovo regolamento – ha ricordato il ministro – è quello di difendere i prodotti certificati dai tentativi di imitazione ed emulazione. Dobbiamo continuare a puntare sulla qualità e l’eccellenza che ci caratterizza da sempre e sulla distintività che rende così particolari le nostre produzioni agroalimentari al punto da diventare uniche sul mercato globale”.


Ad oggi, il registro delle IG dell’Unione europea contiene quasi 3.500 voci, con un valore di vendita di quasi 80 miliardi di euro. Il nuovo regolamento contiene misure per proteggere le IG anche online, conferire maggiori poteri ai produttori e semplificare il processo di registrazione delle IG. Ecco le principali novità previste dalla riforma. Protezione online – Durante i negoziati con gli Stati membri, i deputati hanno insistito affinché le autorità nazionali abbiano l’obbligo di adottare misure amministrative e giudiziarie per prevenire o fermare l’uso illegale delle IG, non solo offline, ma anche online. I nomi di dominio che utilizzano illegalmente le IG saranno chiusi o disabilitati tramite blocchi geografici (geoblocking). L’Ufficio dell’UE per la proprietà intellettuale (in inglese European Union Intellectual Property Office, EUIPO) istituirà un sistema di allerta a tal fine.


Protezione delle IG come ingredienti – Le nuove norme stabiliscono inoltre che un’IG che designa un prodotto utilizzato come ingrediente possa essere utilizzata nella denominazione, nell’etichettatura o nella pubblicità di un prodotto trasformato correlato, solo se l’ingrediente con simbolo IG è utilizzato in quantità sufficienti da conferire al prodotto trasformato una caratteristica essenziale, e se nello stesso prodotto non viene utilizzato nessun altro ingrediente paragonabile a quello con marchio IG. La percentuale dell’ingrediente IG dovrà essere comunque indicata su un’etichetta. Eventuali gruppi di produttori di questi ingredienti dovranno essere informati dai produttori del prodotto trasformato, e potranno formulare raccomandazioni sull’uso corretto dell’IG. Maggiori diritti per i produttori di IG – I produttori delle IG saranno in grado di prevenire o contrastare eventuali misure o pratiche commerciali pregiudizievoli per l’immagine e il valore dei loro prodotti, compresa la svalutazione delle pratiche di commercializzazione e l’abbassamento dei prezzi. Per aumentare la trasparenza per i consumatori, i deputati hanno anche assicurato che i nomi dei produttori compaiano nello stesso campo visivo dell’indicazione geografica, sull’imballaggio di tutte le IG. Registrazione semplificata – La Commissione rimarrà l’unica responsabile per gestire il sistema delle IG, secondo il regolamento approvato. Il processo di registrazione delle IG sarà più semplice e sarà fissato un termine di massimo sei mesi per la verifica delle domande per le nuove IG.

Cia: a Bruxelles comitato esecutivo in occasione Consiglio Ue

Cia: a Bruxelles comitato esecutivo in occasione Consiglio UeRoma, 28 feb. (askanews) – In occasione del prossimo Consiglio Ue, il 21 e 22 marzo, Cia-Agricoltori Italiani terrà la riunione del proprio Comitato esecutivo a Bruxelles. L’appuntamento si è reso necessario per affrontare al meglio un possibile incontro con la presidente della Commissione Ursula von der Layen, così come sollecitato dalla lettera del Copa-Cogeca richiesta dal presidente di Cia, Cristiano Fini. Invitata al confronto anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.


In particolare, nella missiva, sottoscritta da 60 presidenti agricoli Ue, si chiedeva l’intervento diretto della presidente von del Layen per rimettere l’agricoltura al centro della strategia Ue.