Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Assolatte: riforma Ig dimostra loro valore a livello europeo

Assolatte: riforma Ig dimostra loro valore a livello europeoRoma, 28 feb. (askanews) – “Questa riforma costituisce l’ennesima attestazione del valore e dell’importanza delle Indicazioni Geografiche a livello europeo, cresciute nel corso degli ultimi decenni fino a diventare un pilastro della politica europea”, così Paolo Zanetti, presidente di Assolatte, commenta il voto del Parlamento europeo sulla riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche.


A breve, al più tardi in aprile e dopo il passaggio in Consiglio Agrifish, verrà pubblicato il regolamento che disciplinerà tutte le produzioni di qualità a livello europeo, dai prodotti agricoli e agroalimentari, fino ai vini e alle bevande spiritose. Con 57 denominazioni casearie DOP e IGP riconosciute, l’Italia è prima in UE con il 23% delle denominazioni registrate. I formaggi italiani, inoltre, rappresentano a livello nazionale la categoria più importante in termini economici, attestandosi intorno al 60% del valore alla produzione dell’intero comparto cibo DOP e IGP.


Oggi il 45% del export caseario nazionale (il 60% in termini di valore) è fatto dalle IG, con punte dell’60% in Australia e Germania, dell’80% negli USA e dell’85% in Canada, percentuali determinate soprattutto dal forte peso in questi mercati di Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano. Nel quadro dell’export sono assolute protagoniste anche Mozzarella di Bufala Campana e Gorgonzola che, unite alle altre tre, costituiscono una top 5 rappresentativa del 95% delle esportazioni di Dop casearie nazionali.


Nel 2022 le IG italiane all’estero hanno generato 2,7 miliardi di euro per 241 mila tonnellate. Nel 2023 il valore sfiora i 3 miliardi su 5 complessivi dei formaggi. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Mozzarella di Bufala Campana, Pecorino Romano e Gorgonzola (e quindi il comparto nel suo insieme) nel quinquennio 2018-2022 hanno messo a segno una crescita complessiva del 25%. Nell’anno appena concluso, la crescita è stata di un ulteriore +5%. Oltre a recepire esperienze consolidate come quella Italiana in merito ai Consorzi di tutela, informa Assolatte, il regolamento introdurrà importanti novità a livello europeo, come il rafforzamento della tutela delle Indicazioni geografiche, anche nell’ambito del commercio elettronico, l’uso delle denominazioni riconosciute in prodotti trasformati, il tema della sostenibilità, ma anche nuovi obblighi in tema di etichettatura.

Qualivita: Riforma Ig rafforza modello europeo della qualità

Qualivita: Riforma Ig rafforza modello europeo della qualitàRoma, 28 feb. (askanews) – L’approvazione del nuovo Regolamento europeo relativo ai vini, alle bevande spiritose e ai prodotti agroalimentari a Indicazione Geografica da parte del Parlamento europeo “rappresenta un risultato importante per tutto il settore agroalimentare di qualità, che per la prima volta ha a disposizione un’unica base legislativa”. Così in una nota Cesare Mazzetti, preesidente della Fondazione Qualivita, secondo cui il nuovo regolamento “risponde in maniera sostanziale alla necessità di adattare il settore delle IG alle mutate condizioni di mercato, ambientali e sociali, puntualmente evidenziate da Qualivita nei propri rapporti annuali sul sistema”.


Uno schema unico della qualità regolamentata che ha la forza di incidere positivamente su due aspetti: da un lato rispecchia l’evoluzione culturale dei cittadini europei in fatto di produzioni del territorio e lo sviluppo degli operatori che dal 1992 hanno aderito convintamente al sistema delle DOP IGP, dall’altro fornisce strumenti più efficaci per uno sviluppo competitivo e sostenibile del settore delle produzioni di qualità e rafforza il ruolo dei Consorzi di tutela che hanno reso il modello italiano un esempio per tutti. Il lavoro portato avanti dal relatore della riforma del sistema delle DOP IGP, Paolo De Castro con la collaborazione per l’Italia del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida “è frutto di una sapiente capacità di mettere in connessione le istanze di cittadini, istituzioni, imprese e Consorzi di Tutela emerse negli anni, anche grazie al lavoro culturale e scientifico portato avanti dalla Fondazione Qualivita”, scrive Qualivita.


Per Mazzetti il Regolamento aiuterà il settore delle Ig da diversi punti di vista e su diverse tematiche, come ad esempio “il tema del Turismo DOP, il turismo enogastronomico legato a prodotti IG, fortemente promosso dalla Fondazione per creare valore sui territori. “È presente inoltre un tema di fondo ed è la riunione operata a livello normativo per i vini, i prodotti agroalimentari e le bevande spiritose – prosegue Mazzetti – Fin dalla sua fondazione, Qualivita ha sostenuto la forza dell’unitarietà di tutti i settori sotto al tetto del sistema delle Indicazioni Geografiche e la necessità di operare identiche e coerenti politiche promozionali e di protezione per ciascuno di essi. Un sistema che la riforma invita all’unitarietà anche sotto al profilo associativo e della rappresentanza, come auspicato anche da numerosi Consorzi di tutela dei diversi settori”. “Per l’Italia la Riforma è un punto di partenza – afferma Mauro Rosati, direttore generale Fondazione Qualivita – utile ad avviare una nuova fase di revisione della politica della qualità. Fra le tante critiche che in questi giorni sono piovute sull’Europa, alcune anche immotivate, credo che questo rappresenti un esempio virtuoso di politiche a favore dell’agricoltura e delle comunità produttive locali che chiedono ancora più valore per i propri prodotti”.

Ritter: parco solare in Baviera, energia per 120 mln tavolette cioccolato

Ritter: parco solare in Baviera, energia per 120 mln tavolette cioccolatoMilano, 28 feb. (askanews) – Alfred Ritter, l’azienda tedesca produttrice delle tavolette di cioccolato Ritter Sport, ha inaugurato un nuovo parco solare. Posizionato nel comune di Wenzenbach, in Baviera, su una vasta area di quattro ettari, il parco è composto da 7.383 pannelli fotovoltaici. Ogni anno, questi moduli genereranno circa quattro milioni di kWh di energia solare verde, utili a produrre circa 120 milioni di tavolette di cioccolato. Insieme alle turbine eoliche, l’azienda sarà così in grado di coprire più della metà del proprio fabbisogno elettrico con energia autoprodotta da fonti rinnovabili.


Il parco solare di Wenzenbach ha permesso un utilizzo innovativo dell’area. Gli impianti fotovoltaici sono stati, infatti, installati a un’altezza di 80 centimetri per consentire il pascolo delle pecore, contribuendo così a un’ecologica e delicata gestione delle aree, oltre che a favorire la biodiversità, grazie alla piantumazione di specie autoctone come biancospino, sambuco e prugnolo. Dal 2002, Ritter Sport si approvvigiona unicamente energia verde. La sede produttiva di Waldenbuch è dotata di un impianto fotovoltaico di cogenerazione in cui l’energia solare viene convertita in energia elettrica dai circa 1.000 pannelli fotovoltaici e, all’inizio dello scorso anno, ha elettrificato la sua logistica interna tra magazzino, sito di produzione e centro logistico e ora impiega camion alimentati dall’elettricità prodotta dall’impianto fotovoltaico posizionato nell’edificio che ospita il magazzino. Inoltre, alla fine dello scorso anno, è entrata in funzione una turbina eolica a Münchberg, in Baviera, mentre una seconda è attualmente in costruzione: attraverso i due impianti eolici, Ritter Sport potrà contare su una potenza totale di circa 5,5 megawatt, l’equivalente di 150 milioni di tavolette.


Ritter Sport ha aderito alla Science based targets initiative, impegnandosi a ridurre le proprie emissioni (Scope 1, 2 e 3) del 42% rispetto al 2021 entro il 2030. “Come azienda a conduzione familiare, la nostra responsabilità è quella di preservare la nostra realtà per le generazioni future. Il nostro cioccolato è sempre al centro di tutto ciò che facciamo e la natura fornisce tutto ciò di cui abbiamo bisogno per la sua produzione – afferma Thomas Straub, amministratore delegato Ritter Sport Italia – Pertanto, il nostro compito è preservare le risorse naturali del Pianeta e combattere attivamente il cambiamento climatico attraverso costanti iniziative. L’impegno profuso in questi ultimi anni nel settore energetico è un ulteriore passo avanti verso l’obiettivo di completa neutralità, al fine di produrre un cioccolato davvero buono sotto ogni punto di vista”.

Origin Italia: riforma Ig è un successo del modello italiano

Origin Italia: riforma Ig è un successo del modello italianoRoma, 28 feb. (askanews) – Con il via libera del Parlamento Europeo alla riforma delle Ig “si conclude oggi a Strasburgo, un percorso cominciato oltre due anni fa con l’obiettivo di dare più forza al sistema delle DOP IGP”. Così in una nota Origin Italia commenta l’ok definitivo alla riforma delle Ig, arrivato dopo un lungo e non facile iter legislativo, partito nell’ottobre 2020. Un via libera che equivale a un nuovo impulso per le produzioni certificate che da oggi potranno contare su una legislazione mirata al rafforzamento dei Consorzi di tutela, con l’obiettivo di far crescere ancora di più il valore delle Indicazioni Geografiche.


Origin Italia, l’associazione italiana consorzi Indicazioni Geografiche che rappresenta oltre il 95% delle produzioni IG italiane, spiega tramite il suo presidente Cesare Baldrighi che questo obiettivo “è stato raggiunto grazie a un lavoro di concerto tra il mondo dei Consorzi e quello politico, grazie anche alla forte collaborazione con le altre organizzazioni europee, in particolare di Francia, Spagna e Portogallo, e l’impegno di Origin Italia è stato determinante fin dalle prime fasi per raggiungere i principali obiettivi che l’Italia si era posta ovvero una semplificazione della gestione delle IG e un rafforzamento dei poteri dei singoli Consorzi di tutela”. Più forza al ruolo dei Consorzi di tutela quindi, maggiore protezione (soprattutto per quanto riguarda l’on-line grazie all’ex-officio sui domini Internet che bloccherà in automatico i contenuti illeciti) delle IG e procedure semplificate, oltre agli impegni di sostenibilità. Sono in sintesi alcune delle novità che arriveranno con grazie al nuovo regolamento. Inoltre, tante nuove opportunità per quanto riguarda i Consorzi stessi, come la promozione del turismo enogastronomico e l’estensione da 3 a 6 anni per i piani di regolazione dell’offerta, che consolidano una ulteriore crescita della Dop Economy e dei territori che riguardano il settore.


“Un risultato storico che afferma il ruolo centrale delle IG nel modello europeo, che ora offre la base di regole e strumenti per guidare l’ulteriore affermazione e sviluppo nelle filiere agricole europee”, commenta il presidente di Origin e vicepresidente di Origin Italia, Riccardo Deserti. “L’entrata in vigore del nuovo Regolamento rappresenta un grande passo in avanti poiché definisce un importante rafforzamento per la tutela dei nostri prodotti anche sui mercati internazionali – è la considerazione di Stefano Fanti, vicepresidente di Origin Italia – e ciò permetterà alle nostre eccellenze di crescere nel mondo potendo contare su maggiori garanzie di protezione”.


Tra gli aspetti che Origin Italia accoglie con maggior favore, l’introduzione di misure che tutelano le Ig nei mercati digitali: per la prima volta le Indicazioni Geografiche sono riconosciute come un diritto che può essere invocato per risolvere le controversie relative ai nomi di dominio e tale tutela è estesa alle DOP e IGP destinate ai Paesi extra-UE.

Lollobrigida: bene approvazione riforma Ig, difendere qualità

Lollobrigida: bene approvazione riforma Ig, difendere qualitàRoma, 28 feb. (askanews) – “Un ulteriore traguardo in difesa delle nostre eccellenze è stato raggiunto oggi con il voto in Europa sull’approvazione della riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche”. Così in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida commenta il voto del Parlamento Europeo che oggi ha ratificato l’approvazione del regolamento sulla revisione delle Indicazioni geografiche dopo il compromesso raggiunto nel Trilogo dello scorso ottobre.


“L’obiettivo del nuovo regolamento – ricorda il ministro – è quello di difendere i prodotti certificati dai tentativi di imitazione ed emulazione. Dobbiamo continuare a puntare sulla qualità e l’eccellenza che ci caratterizza da sempre e sulla distintività che rende così particolari le nostre produzioni agroalimentari al punto da diventare uniche sul mercato globale. È fondamentale difendere i nostri produttori e il Sistema Italia”, conclude Lollobrigida.

Da Europarlamento ok alla riforma delle Indicazioni Geografiche

Da Europarlamento ok alla riforma delle Indicazioni GeograficheRoma, 28 feb. (askanews) – Il Parlamento europeo ha approvato oggi con un maggioranza di quasi il 90% (520 voti a favore, 19 contrari e 64 astenuti), il nuovo Regolamento sulle Indicazioni Geografiche per prodotti agro-alimentari, vini e bevande spiritose. Il nuovo Regolamento entrerà in vigore nella prima metà di aprile.


Paolo de Castro, relatore del provvedimento per l’Europarlamento, commenta il via libera con soddisfazione: “è questa l’Europa che vogliamo, al fianco gli agricoltori per renderli sempre più competitivi e sostenibili, riallacciando quel legame con le nostre aree rurali che pare essersi smarrito negli ultimi anni”. De Castro spiega che “il successo di oggi restituisce un esempio di come l’Europa, quando è spinta dalla giusta volontà politica, sia in grado di accompagnare gli agricoltori verso quei modelli produttivi che hanno reso la nostra filiera agro-alimentare ineguagliabile al mondo in termini di qualità e sostenibilità del cibo, grazie a un modello unico di tutela, gestione e promozione dei prodotti ad indicazione geografica, sinonimo di eccellenza, unicità e legame con il territorio”.


Grazie al Parlamento europeo, rivendica De Castro, “il nuovo regolamento farà evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza investire alcun fondo pubblico. Come? Rafforzando i consorzi, veri motori per lo sviluppo di DOP e IGP, con maggiori e migliori responsabilità, tra cui la lotta alle pratiche svalorizzanti e la promozione del turismo ad indicazione geografica; potenziando la protezione, soprattutto a livello internazionale, online e nel sistema dei domini internet, oltre a quando le Indicazioni Geografiche sono utilizzate come ingredienti”. E ancora, “semplificando le procedure e stabilendo che l’esame delle richieste di registrazione e modifica dei disciplinari non potrà richiedere più di un anno; non da ultimo, migliorando gli standard di sostenibilità, benessere animale e trasparenza nei confronti dei consumatori, con l’indicazione obbligatoria sull’etichetta di qualsiasi prodotto DOP o IGP del nome del produttore, e la redazione di un rapporto che spieghi l’importanza di questi prodotti in termini di sostenibilità ambientale, sociale, economica, e di rispetto della salute e del benessere animale”.


“Non solo – prosegue l’eurodeputato Pd – abbiamo eliminato una volta per tutte quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre IG, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o del Prosek made in Croazia, chiarendo come eventuali registrazioni di menzioni tradizionali, come quella del Prosek, non potranno più essere prese in considerazione, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp.” “Dopo le crisi dovute alla pandemia, all’invasione russa dell’Ucraina e all’impennata dei costi di produzione – sottolinea il relatore del Parlamento europeo – finalmente una buona notizia per gli agricoltori europei! Ora il testimone passa nelle mani dei produttori e delle filiere, che dovranno dimostrare di essere all’altezza della sfida, e sfruttare al meglio quanto tracciato con questo Regolamento. Dal canto nostro, chiediamo la creazione di un piano d’azione europeo che possa ulteriormente supportare e consolidare un patrimonio non de-localizzabile, che coinvolge milioni di operatori”.

Agriturist: agriturismi siano in bando eccellenze agroalimenti

Agriturist: agriturismi siano in bando eccellenze agroalimentiRoma, 28 feb. (askanews) – “Dove sono finite le altre associazioni agricole a soli due giorni dall’apertura del bando? Strano davvero, pure i loro agriturismi associati non possono accedere ai contributi stanziati. È un silenzio innaturale quello che ruota attorno all’esclusione delle strutture agricole e agrituristiche dal bando ministeriale per il sostegno alle eccellenze agroalimentari”. Così in una nota il presidente di Agriturist Emilia Romagna, Gianpietro Bisagni, torna sull’anomalia del decreto 24 gennaio 2024 di attuazione del decreto Mipaaf del 4 luglio 2022 recante i criteri e le modalità di utilizzazione del “Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano”. Un decreto che inserisce tra i soggetti beneficiari solo le attività di ristorazione con codice Ateco 56.10.11 ma non quelle connesse alle aziende agricole: codice Ateco 56.10.12.


Con uno stanziamento di 76 milioni di euro il ministero dell’Agricoltura mira a valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano precludendo l’accesso ai fondi proprio alle aziende agricole e agrituristiche. “Un non senso che assume caratteristiche straordinarie se accompagnato dal mutismo delle altre associazioni agricole, convinte promotrici del cibo made in Italy e a chilometro zero”. Agriturist, la prima associazione agrituristica d’Italia, costituita dalla Confagricoltura nel 1965, sottolinea che “persino i ristoranti etnici hanno già precompilato le domande sulla piattaforma in attesa del click day previsto per l’1 marzo, invece noi imprenditori agrituristici non possiamo farlo. Noi – dice il presidnete – che somministriamo alimenti autoprodotti e tipici, che abbiamo a cuore il territorio d’origine di prodotti famosi in tutto il mondo. E dire che ci siamo mossi tentando tutte le vie possibili, con lettere indirizzate al capo di gabinetto del Masaf e comunicazioni a mezzo stampa in varie regioni: Veneto, Lombardia, Marche, Umbria, Lazio e altre ancora”.


Agriturist Emilia Romagna chiede ancora una volta di inserire tra i soggetti beneficiari le attività di ristorazione connesse alle aziende agricole (codice Ateco 56.10.12), in virtù dell’effettivo lavoro svolto dagli agriturismi nel promuovere sapori e saperi locali soprattutto nelle aree rurali.

Cia chiede tempi brevi al Senato su Ddl florovivaismo

Cia chiede tempi brevi al Senato su Ddl florovivaismoRoma, 28 feb. (askanews) – Dopo il primo sì della Camera al disegno di legge delega al governo sul florovivaismo, “ora ci aspettiamo tempi brevi e certi nell’iter al Senato e, soprattutto, serve che i decreti attuativi siano veloci perché altrimenti la legge non decolla e serve a poco”. A dirlo è il presidente dei Florovivaisti Italiani di Cia, Aldo Alberto.


Cia esprime “grande soddisfazione” per il progresso di un provvedimento atteso da anni a sostegno di un settore strategico dell’agricoltura Made in Italy. “È importante riuscire finalmente ad avere, dopo tanti tentennamenti – spiega Alberto – un quadro normativo coerente e organico in materia di coltivazione, promozione e commercializzazione, per riordinare e valorizzare un settore che vale oltre 3 miliardi, conta 27mila aziende e dà lavoro a 100 mila addetti. Bisogna rilanciare la produzione italiana di piante e fiori e proiettarla sempre di più nel futuro”. “Al florovivaismo italiano occorre una legge come questa che qualifiche il ruolo, caratterizzi i diversi attori della filiera, garantisca certezza di norme e risorse adeguate -aggiunge il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini – per rinnovare le aziende e renderle pienamente sostenibili, dal punto di vista economico, ambientale e sociale”.


Intanto, sottolineano i presidenti di Florovivaisti Italiani e Cia, “è giusto ringraziare il ministro Francesco Lollobrigida e il sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra per aver riportato al centro dell’attenzione e dell’azione del governo il mondo del florovivaismo”.

Dopo Trastevere il ristorante tutto uova Eggs apre a Milano

Dopo Trastevere il ristorante tutto uova Eggs apre a MilanoRoma, 28 feb. (askanews) – La data è ufficiale: aprirà l’8 marzo a Milano la nuova sede di Eggs, nel quartiere Brera, in via Solferino 35. Il ristorante nato a Trastevere porterà ora a Milano, in una sala con 45 coperti al pianterreno, 12 nel dehors e una ventina nella cantina degustazione, il suo menu “tutto uova” elaborato dalla chef Barbara Agosti.


Venerdì 8 marzo dalle 18.30 l’inaugurazione e, da sabato 9 marzo, invece, Eggs sarà regolarmente aperto. A sette anni dall’apertura romana, la stessa squadra di soci ha deciso di sbarcare anche a Milano, mantenendo inalterata la formula ma con alcuni piatti nuovi studiati appositamente per il locale milanese. Come il Ricordo d’infanzia, risone alla carbonara e zafferano con cialda croccante; Roma-Milano, un supplì con risotto alla milanese e ossobuco; il Bomba o non bomba, involtini alla milanese con cacio e pepe, amatriciana e carbonara; le Milanesi dell’orto, con finocchio, sedano rapa e cavolfiore fondenti, impanati, insalata di carote, zenzero e maionese alle erbe. Tra i classici del menu romano di Eggs, la carbonara da passeggio, il Gioco dell’Ova, degustazione coreografica di sei gusci d’uovo serviti in una confezione di cartone e riempiti di assaggi dagli accostamenti originali. E ancora iil Magnum Pork, con pulled Pork, crauti e panna acida, il Gioco del croccante, e il Maritozzo alla vaccinara. Tra i dolci, il tiramisù artigianale Zum, lo Zabaione, la Carbodolce, l’Ovosodo e il Maritozum.


Il cavallo di battaglia resta la Carta delle carbonare. Una dozzina di variazioni, che partono dalla classica ma aggiungono agli ingredienti base diverse opzioni.

Agroecologia, al via partenariato internazionale per la ricerca

Agroecologia, al via partenariato internazionale per la ricercaRoma, 28 feb. (askanews) – Saranno 70 i partner che il prossimo 28 e 29 febbraio daranno il via a Bruxelles alla Partnership Agroecology, il partenariato internazionale dedicato a promuovere la transizione verso l’approccio agroecologico, in grado di favorire la conversione dell’agricoltura e dei sistemi alimentari verso modelli più equi e sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.


Enti di ricerca, Università, agenzie di finanziamento della ricerca e Ministeri di molti Paesi membri dell’Unione Europea e Paesi associati, insieme, all’insegna della ricerca, dell’innovazione e del networking per garantire minor impatto dei sistemi agroalimentari su cambiamenti climatici, suolo, acqua, biodiversità e ambiente in generale, equa distribuzione del reddito, disponibilità di cibo di qualità ad un giusto costo. Tutto ciò grazie al paradigma agroecologico, in linea con il Green Deal e la strategia Europea Farm to Fork, La Partnership Agroecology. Coordinata dal Centro di Ricerca Julich (Forschungszentrum Jülich GmbH, Germania), la European Joint Partnership ”Accelerating farming systems transition: agroecology living labs and research infrastructures” è un’azione transnazionale di ricerca che per i prossimi 7 anni sosterrà anche economicamente progetti di ricerca e innovazione in agroecologia nei Paesi membri dell’Unione e nei Paesi associati, realizzando una rete di Living Lab (LLs) e Research Infrastructures (RIs) e spazi di apprendimento per agricoltori, attori del mondo della ricerca e della società civile. I Living Lab, laboratori viventi, ovvero realtà che in un territorio collaborano per progettare, realizzare e valutare soluzioni operative nuove o esistenti (ad esempio: una tecnica, una modalità organizzativa, una tecnologia) per migliorarne l’efficacia e l’adozione, coinvolgendo quanti più possibili attori dei sistemi agroalimentari, quali agricoltori, altri operatori economici del settore agricolo, ricercatori, cittadini e consumatori.


Il CREA collabora alla Partnership con un team di ricercatori e di tecnici del centro Agricoltura e Ambiente, sviluppando criteri innovativi di monitoraggio ed analisi del processo di transizione agroecologica, potenziando i Living Labs per favorire la ricerca partecipativa e promuovendo il rafforzamento delle infrastrutture di ricerca per l’agroecologia, oltre a coordinare la nascente rete europea dei Living Lab per l’agroecologia. “In questa fase di crisi del sistema agricolo – spiega Stefano Canali, dirigente di ricerca del centro Agricoltura e Ambiente e responsabile scientifico per il CREA della Partnership Agroecology – il nostro Paese giocherà un ruolo da protagonista nella transizione agroecologica in Europa, con effetti positivi sulla sostenibilità economica, sociale ed ambientale del comparto agroalimentare. Il CREA – conclude – contribuirà con le proprie competenze alla crescita delle conoscenze dell’agroecologia, mentre il Masaf co-finanzierà con importanti risorse la ricerca in questo ambito”.