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Vino, eWibe chiude una raccolta di capitali da 700mila euro

Vino, eWibe chiude una raccolta di capitali da 700mila euroMilano, 2 ott. (askanews) – Il live market dei vini pregiati, eWibe, ha chiuso un’operazione di raccolta capitali da complessivi 700mila euro realizzata attraverso la sottoscrizione di Strumenti finanziari partecipativi (Sfp). Lo ha comunicato la stessa società, spiegando che “la raccolta si inserisce nel percorso che porterà eWibe a perfezionare un seed round entro i prossimi 12 mesi”.

La raccolta si è svolta in due fasi: lo scorso aprile era stata perfezionata una prima operazione da 250mila euro, “che ha portato una holding d’investimento founder friendly, fondata e guidata da Michele Padovani, ad entrare nel capitale di eWibe”. La seconda fase della raccolta per un valore di 450mila euro, annunciata oggi, “amplia ulteriormente il club di investitori che oggi conta 50 business angels”. Tra questi “figurano società di investimento, ma anche nomi noti dell’imprenditoria italiana e manager di alto profilo come Paolo Berlusconi, Alberto Gennarini, Diego Palano, Mattia Riva”. Tra gli investitori anche iNSQUARED, società di private equity che supporta startup e Pmi innovative. Con le nuove risorse, la società punterà “non solo a potenziare ulteriormente il team e i servizi per gli utenti, ma soprattutto ad avviare un processo di internazionalizzazione che la porterà ad espandersi progressivamente in Europa”. “Siamo convinti che il mercato dei vini pregiati attirerà sempre maggiore attenzione a livello internazionale grazie alla sua capacità di registrare ottime performance in modo decorrelato dai mercati finanziari, anche attraverso la resilienza dimostrata in questi anni complessi” ha dichiarato il fondatore e Ceo di eWibe, Edoardo Maria Lamacchia, aggiungendo che “continueremo a lavorare allo sviluppo della società, con una piattaforma sempre più ricca di offerte e opportunità, in linea con le esigenze dei nostri clienti”.

Operativa da luglio 2022, eWibe precisa di contare oggi sul live market circa 10mila bottiglie, per un valore pari a 4 milioni di euro, e oltre settemila utenti. Secondo le stime di Bain & Company, il mercato globale dei vini pregiati e dei fine spirits ha raggiunto i 77 miliardi di dollari nel 2021 e supererà i 100 entro il 2025.

Foreste, Fedagri: contratti filiera, Masaf stanzi fondi aggiuntivi

Foreste, Fedagri: contratti filiera, Masaf stanzi fondi aggiuntiviRoma, 2 ott. (askanews) – “Siamo molto soddisfatti per i risultati ottenuti da molte delle nostre cooperative forestali, i cui progetti compaiono nella lista di quelli che hanno ottenuto il finanziamento dal Ministero dell’Agricoltura”. Così il presidente del settore forestale di Fedagripesca Confcooperative Mario De Angelis commenta la pubblicazione della graduatoria dei progetti ammessi per lo sviluppo dei Contratti di Filiera nel settore forestale, iniziativa inclusa nel Piano Nazionale Complementare al PNRR, per un valore complessivo di 10 milioni di euro.

Sono state presentate a sportello più di 100 domande, “a conferma del grande interesse degli operatori del settore forestale nei confronti della linea di finanziamento voluta dal Ministero” e finalizzata alla creazione di progetti integrati con enti di ricerca, università, imprese e istituzioni, per favorire un uso efficiente delle risorse forestali e un ammodernamento del settore, attraverso investimenti in tecnologia e infrastrutture, acquisto di macchinari, progetti di aggregazione e sviluppo di percorsi formativi. “Va riconosciuto quindi al Ministero – aggiunge De Angelis – la bontà della decisione di aprire questo specifico bando rivolto al settore forestale. Auspichiamo che, visto che il numero di richieste pervenute ha di gran lunga superato la dotazione finanziaria disponibile, il Ministero riesca a trovare presto nuove risorse aggiuntive”. E va proprio in questo senso la proposta di modifica del PNRR che dovrebbe consentire di attribuire un più incisivo sostegno finanziario.

Peste suina africana, 5 nuovi casi tra Piemonte e Liguria

Peste suina africana, 5 nuovi casi tra Piemonte e LiguriaRoma, 2 ott. (askanews) – Sono stati registrati 5 nuovi casi di peste suina africana (Psa) tra Piemonte e Liguria e il numero dei casi positivi accertati sale così a 929, 496 dei quali in Piemonte e 433 in Liguria. Sono gli ultimi dati forniti dall’Istituto Zooprofilattico.

I tre nuovi casi liguri sono stati rilevati in provincia di Genova: uno a Genova (21 in totale), uno a Propata (5), uno a Rovegno (primo caso). I due nuovi casi piemontesi sono stati identificati in provincia di Alessandria: uno a Fabbrica Curone (6 casi in totale), uno a Morsasco (8 casi). Con il caso di Rovegno salgono a 114 i Comuni in cui è stata osservata almeno una positività alla Peste Suina Africana.

In Emilia Romagna in autunno 135 mln di bandi per l’agricoltura

In Emilia Romagna in autunno 135 mln di bandi per l’agricolturaRoma, 2 ott. (askanews) – Innovazione, territori rurali, promozione e ripristino produttivo per le aziende agricole alluvionate al centro della nuova stagione di bandi messi a punto dalla Regione Emilia-Romagna all’interno della programmazione europea, attraverso il bilancio regionale e il PNRR.

Ammonta a circa 135 milioni di euro il piano regionale di risorse messe a disposizione delle imprese per bandi già pubblicati e in scadenza nelle prossime settimane e mesi, con l’obiettivo di dare un aiuto nella competitività, reddito e produzioni a un settore colpito negli ultimi mesi da danni importanti a seguito del maltempo e dell’alluvione. I finanziamenti fanno parte della programmazione Sviluppo rurale 2014-22 per 23,9 milioni di euro e dello Sviluppo rurale 2023-27 per 67,5 milioni di euro. A queste somme si aggiungono quelle dell’organizzazione comune di mercato Vino e Apicoltura per 6,5 milioni di euro e gli interventi del settore ittico tramite il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca per 6,3 milioni di euro. E poi investimenti in mezzi e impiantistica per agricoltura di precisione e a basso consumo energetico per quasi 30 milioni di euro del PNRR.

Il pacchetto delle opportunità e la suddivisione delle risorse disponibili sono stati illustrati oggi dall’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca Alessio Mammi. “Si apre un’importante stagione di bandi per le imprese agricole e agroalimentari dell’Emilia-Romagna – ha spiegato l’assessore – La Regione ha messo in campo tutti gli sforzi finanziari possibili dopo mesi che hanno visto una pesante successione di danni a seguito di gelate tardive, alluvione e fenomeni di pesante maltempo in luglio: una situazione che ha generato mancate produzioni e che mette a rischio il reddito delle imprese agricole”.

Fedagripesca e Masaf: sfida tra alberghieri su pesce dimenticato

Fedagripesca e Masaf: sfida tra alberghieri su pesce dimenticatoRoma, 2 ott. (askanews) – Per 6 italiani su 10 il consumo casalingo di pesci, molluschi e crostacei si orienta su un’alternanza tra appena 5 e 6 specie. Che salgono a dieci se il consumo avviene al ristorante. È quanto emerge da una indagine online di Confcooperative Fedagripesca che evidenzia come il Mediterraneo, pur essendo ricco di specie ittiche, non stimola la voglia di sperimentare dei consumatori e come nel piatto finiscano sempre solo i soliti pesci noti.

Per questo la Confcooperative attraverso la sua federazione di settore ha dato vita ad un progetto, realizzato nell’ambito del Programma triennale pesca e acquacoltura 2022-2024 con il contributo del Masaf e la collaborazione di Eurofishmarket e dell’Istituto De Filippi di Varese e RE.Na.I.A, la rete nazionale degli Istituti alberghieri, per promuovere il consumo delle specie ittiche meno note. E così gli studenti degli Istituti alberghieri di tutta Italia si sono sfidati a colpi di ricette, proponendo le loro proposta per valorizzare le specie ittiche dimenticate e non perderne la memoria oltre che il consumo. Le ricette sono state supervisionate da una giuria formata dallo Chef Marcello Leoni, Valentina Tepedino, esperta ittica, Gilberto Ferrari, responsabile area pesca e acquacoltura di Confcooperative Fedagripesca e Luigi Valentini, presidente Renaia. Sul podio,”Lavarello a modo mio” di Yuhao Chang dell’Iis Crocetti – Cerulli di Giulianova (Te); “Street food rivisitato 3.0” di Omar Licchetta dell’ Istituto alberghiero De Filippi (Va); “Palamita & panzanella” di Christel Viso dell’Iis Crocetti – Cerulli di Giulianova.

Confagri a Madrid per Fruit Attraction fa il punto su ortofrutta

Confagri a Madrid per Fruit Attraction fa il punto su ortofruttaRoma, 2 ott. (askanews) – La dinamica dei costi, la carenza di manodopera, l’incremento dei tassi d’interesse e una generale diminuzione del potere d’acquisto pesano sull’andamento del settore ortofrutticolo. A fare il punto sul presente e sul futuro comparto sarà Confagricoltura che, il 5 ottobre, in occasione di Fruit Attraction, appuntamento internazionale di riferimento per i professionisti del settore ortofrutticolo a Madrid che apre le porte domani, partecipa alla tavola rotonda “Le tendenze attuali del mercato ortofrutticolo”, organizzata dall’ambasciata italiana in Spagna.

“L’alternarsi di avversità climatiche con temperature eccezionalmente alte sono un binomio deleterio, che ha portato a pesanti diminuzioni di quantità e riduzioni di calibro. La dinamica dei costi, la carenza di manodopera, a cui si aggiunge l’incremento dei tassi d’interesse e una generale diminuzione del potere d’acquisto, frenano gli investimenti e riducono ulteriormente i consumi delle famiglie”, spiega Rosario Rago, componente della giunta Confagricoltura con delega al settore ortofrutticolo, relatore alla tavola rotonda in ambasciata. Inevitabilmente, a pagare le spese di questa crisi sono le imprese del primario. Eppure, l’Italia arriva a Madrid con un asset ortofrutticolo di tutto rispetto: prima voce dell’export agroalimentare, frutta e ortaggi italiani rappresentano un valore della produzione superiore a 14 miliardi di euro, pari al 25% in valore dell’intero settore agricolo nazionale.

“Serve farsi guidare da logica e buon senso. Le misure tampone, pur importanti, non sono sufficienti – sottolinea Rago – Completare l’iter d’approvazione per le TEA porterebbe significativi risultati sulla sostenibilità delle produzioni, riducendo la pressione sulle risorse naturali come l’acqua, l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti e fornendo strumenti per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Con l’ innovazione possiamo aumentare la produttività e ridurre i costi di produzione delle imprese per renderle più competitive sui mercati esteri, ma occorre anche superare il deficit logistico e infrastrutturale nazionale”. “La IV gamma in particolare sta subendo il suo primo vero momento di crisi, colpita dall’aumento dei costi di produzione. È diventato indispensabile – conclude il componente di giunta di Confagricoltura – partire dall’apprezzamento dei consumatori per i prodotti impacchettati in materia d’igiene e sicurezza. Abbiamo proposto un tavolo di confronto italiano e un gruppo di contatto europeo per ragionare sulle strategie più opportune da mettere in atto per far comprendere i vantaggi e il valore di questi prodotti”.

Rigotti (Alleanza Coop): ideologici health warnings in etichetta

Rigotti (Alleanza Coop): ideologici health warnings in etichettaRoma, 2 ott. (askanews) – Lavorare perché non si ripeta un “caso Irlanda”, trovare una “politica di prevenzione condivisa, basata sul consumo moderato” e “andare avanti sul fronte dello standard unico di sostenibilità” con la predisposizione di un marchio “per potere distinguere il vino italiano sui mercati internazionali”. E’ il percorso individuato da Luca Rigotti, coordinatore del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative, a margine della riunione dell’Alleanza in corso a Roma per fare il punto sulle principali questioni del comparto.

“Dobbiamo lavorare per fare in modo che non si ripeta un caso Irlanda, che ha messo in discussione i principi del mercato unico e dell’Organizzazione Comune di mercato”, ha detto riferendosi alla decisione del Governo irlandese di applicare degli alert sanitari sulle etichette del vino. “L’approccio ideologico e mistificatorio degli health warnings in etichetta – sottolinea Rigotti – scarica la responsabilità sui consumatori e non risolve il problema, mentre noi dobbiamo invece lavorare per definire una politica di prevenzione condivisa, basata sul consumo moderato, campagne di educazione e di adeguata e corretta informazione a favore dei consumatori, facendo le dovute distinzioni in relazione alle modalità di consumo ed alle quantità, ribadendo che c’è differenza tra abuso e consumo responsabile”.

In relazione al tema sostenibilità, Rigotti sostiene la necessità di andare avanti sul fronte dello standard unico di sostenibilità, atteso da tempo dalla filiera vitivinicola ma rimasto incompiuto per quanto riguarda le regole di armonizzazione degli schemi volontari esistenti e la predisposizione di un marchio. “Abbiamo bisogno di un marchio distintivo dello standard unico di sostenibilità per poter distinguere il vino italiano sui mercati internazionali – spiega – il marchio dovrà comunicare ai consumatori che il vino italiano, oltre alla qualità, rispetta più rigorosi standard ambientali e sociali”. Sempre sul fronte estero, Rigotti chiede un passo avanti rispetto al sistema alternativo di tracciabilità dei vini Doc e Igt, “in grado di assicurare un più puntuale monitoraggio e riscontro tra la base produttiva ed i volumi posti in commercio, in particolare sui mercati esteri”.

Consorzio Mozzarella Dop: troppi prodotti fake nella ristorazione

Consorzio Mozzarella Dop: troppi prodotti fake nella ristorazioneRoma, 2 ott. (askanews) – E’ il formaggio a Dop più presente nei ristoranti italiani e più correttamente citato con la denominazione “Dop” nei menu, ma è anche quello più spesso citato in modo fraudolento, ovvero per prodotti che Dop in realtà non sono. E’ la Mozzarella di Bufala Campana, che secondo una ricerca promossa da Afidop (l’associazione dei formaggi Dop e Igp italiani) e realizzata dalla società Griffeshield sulle modalità con cui formaggi Dop sono riportati nei menu dei ristoranti, è presente nel 90% dei menu esaminati e l’acronimo “DOP” è riportato nel 46,5% dei casi, come elemento distintivo rispetto a una mozzarella generica.

Il Consorzio di Tutela si dice soddisfatto per i risultati della ricerca, ma allo stesso tempo lancia un allarme: “troppo spesso, purtroppo, la citazione del nostro prodotto nei menu dei ristoranti è solo uno specchietto per le allodole, con l’obiettivo di attirare soprattutto turisti, senza che in realtà venga servita una vera mozzarella Dop”, sottolinea il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani. E la cosa è testimoniata anche dall’esito dell’operazione “E…state senza pensieri 2023”, condotta nei principali luoghi delle vacanze durante la stagione estiva. Dal lavoro svolto dal settore Vigilanza del Consorzio emerge che l’evocazione della mozzarella di bufala campana Dop è stata una costante, soprattutto nei menu dei locali.

“I risultati della ricerca e dei nostri controlli – sottolinea Saccani – testimoniano che i consumatori richiedono sempre di più i prodotti Dop, ma la risposta, purtroppo, in numerosi casi è solo scriverlo nei menu dei ristoranti. Ci sono le sigle, insomma, ma spesso non c’è il prodotto vero. Proporre prodotti fake danneggia l’immagine non solo della Bufala Campana, ma più in generale del comparto agroalimentare che punta tutto sulla qualità”. Nel corso dei controlli si è scoperto infatti che i turisti venivano ingannati anche a Capri, dove un ristoratore indicava nei menu pizze con mozzarella di bufala campana Dop, ma in realtà le preparava con mozzarella vaccina pugliese. Identico raggiro in un locale vicino al Duomo di Amalfi. Invece, in un ristorante sul mare a Ischia Porto, la tipica “caprese” era realizzata con mozzarella mista, a prezzi esorbitanti e inspiegabili. Al termine dell’operazione sono stati controllati 14 punti vendita e segnalate 13 violazioni più una diffida: in pratica il 100% delle verifiche ha riscontrato irregolarità. Sono stati sequestrati 150 chili di prodotti non a norma ed elevate sanzioni amministrative per 45mila euro.

Patto inflazione, Giansanti: imprese e consumatori anello debole

Patto inflazione, Giansanti: imprese e consumatori anello deboleRoma, 2 ott. (askanews) – “Agricoltori e consumatori siano gli anelli piu’ deboli della catena”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a ‘Mattina 24’, su Rainews24, commentando la partenza da ieri primo ottobre del “trimestre anti-inflazione”, il patto tra governo, produttori e distributori aderenti all’iniziativa, che punta a contenere i prezzi e tutelare il potere di acquisto dei consumatori. Giansanti ha ricordato anche l’esempio della Francia, dove il governo ha raggiunto un accordo con la grande distribuzione già nella scorsa primavera.

“Vedremo gli sviluppi in Italia – ha dichiarato – le imprese agricole stanno vivendo una stagione difficile legata all’andamento climatico, alla guerra in Ucraina, ai costi della produzione: coniugare il complesso mercato delle imprese (che devono chiudere un bilancio), con le necessità dei consumatori sarà la sfida, lavoreremo con il governo anche per la ripresa dei consumi insieme a tutti gli attori della filiera”.

Coldiretti: patto, inflazione. Rilanciare consumi in calo del 5%

Coldiretti: patto, inflazione. Rilanciare consumi in calo del 5%Roma, 2 ott. (askanews) – “È importante rilanciare i consumi alimentari in una situazione in cui a causa dell’aumento dei prezzi le famiglie hanno tagliato di quasi il 5% le quantità di cibo e bevande acquistate nel 2023”. Così in una nota la Coldiretti in occasione dell’entrata in vigore del patto sul trimestre anti-inflazione.

“La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che in controtendenza – sottolinea la Coldiretti – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo di quasi il 10% nei primi sette mesi nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio”. Le famiglie infatti, sottolinea la Coldiretti, tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi. Ma con la diminuzione delle quantità acquistate a causa del caro prezzi si cerca anche di fare più attenzione agli sprechi, razionalizzando i consumi a partire dalla gestione degli avanzi. “Il paniere anti-inflazione – conclude Coldiretti – deve garantire il rispetto della normativa vigente in materia di contrasto alle pratiche commerciali sleali di cui al D.Lgs 198/2021 ed in particolare quella relativa al divieto di vendita sottocosto ed assicurare che non si producano distorsioni nella ripartizione del valore e di una equa remunerazione, a pregiudizio soprattutto delle fasi contrattualmente più deboli, posizionate a monte della filiera agroalimentare.