Una serie filatelica celebra cinque marchi storici dell’agroalimentareMilano, 4 mag. (askanews) – Una serie filatelica dei marchi storici di interesse nazionale del settore agroalimentare dedicata a cinque aziende espressione del made in Italy: Ambrosoli, Cirio, De Cecco, Santa Rosa, Vismara. A presentarla, presso la Sala degli Arazzi di Palazzo Piacentini, tra gli altri il ministro per le Imprese, Adolfo Urso e il sottosegretario Fausta Bergamotto.
“Con questa serie filatelica abbiamo voluto omaggiare alcune delle imprese più significative del made in Italy – ha commentato il ministro Urso – La forza del sistema italiano sta proprio nei suoi marchi storici che rappresentano prodotti enogastronomici, artigianali e industriali a livello globale. Il riconoscimento Igp ha aumentato la consapevolezza del consumatore internazionale e oggi il marchio made in Italy è riconosciuto in tutto il mondo come sinonimo di qualità. Oggi stiamo lavorando per valorizzare anche i manufatti artigianali e industriali che rendono unico il nostro tessuto imprenditoriale. Questo ministero è la loro casa.” Il sottosegretario Bergamotto durante il suo intervento ha sottolineato l’importanza di dare un grande segnale di riconoscimento a questi marchi così rappresentativi della nostra storia: “Tanto orgoglio – ha dichiarato il Sottosegretario – nel celebrare questi cinque marchi storici che rappresentano un segno tangibile di riconoscimento da parte del Ministero e da parte dei cittadini. Questi marchi sono preziose realtà dei nostri territori che, con i loro prodotti, hanno saputo veicolare un’immagine positiva dell’Italia, un connubio di eccellenza, cultura e valori familiari.”
La serie filatelica, appartenente alle “eccellenze del sistema produttivo ed economico”, propone elementi figurativi tipici dei rispettivi marchi italiani: il caratteristico vasetto di miele Ambrosoli, con la storica etichetta su cui spicca il logo dell’azienda; il manifesto degli anni Venti dell’azienda Cirio, realizzato dall’illustratore e pittore italiano Leonetto Cappiello; la spigolatrice dell’azienda De Cecco che caratterizza da sempre i suoi prodotti e spicca in primo piano sull’attestato della medaglia d’oro conquistata all’Esposizione Universale di Chicago nel 1893; il logo dell’azienda Santa Rosa incastonato al centro dell’iconico vasetto, da cui, idealmente, esplode un vortice di frutta; il cameriere che serve in un piatto da portata alcune eccellenze dei salumi insaccati per l’azienda Vismara.
Illy: nel primo trimestre ricavi +13,2%, Ebitda sale a doppia cifraMilano, 4 mag. (askanews) – Nel primo trimestre di quest’anno illycaffè ha registrato un aumento dei ricavi consolidati del 13,2% rispetto all’esercizio precedente grazie ad una solida crescita organica trainata da tutti i principali mercati e canali distributivi. E’ quanto comunica in una nota l’azienda del caffè. Guardando ai mercati principali, in Italia i ricavi sono risultati in aumento del 10,7% rispetto al 2022 mentre, negli Stati Uniti, i ricavi sono cresciuti del 27,7% rispetto al 2022. Con riferimento ai canali distributivi, l’horeca ha trainato la crescita registrando un aumento dei ricavi del 26,3% rispetto al 2022, grazie al costante ampliamento della base clienti e all’incremento dei consumi medi. Tutti i principali indicatori di redditività sono risultati in crescita a doppia cifra rispetto al 2022, per effetto dell’incremento dei ricavi e della maggiore efficienza operativa.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati del primo trimestre, caratterizzati da una forte crescita organica, superiore a quella del mercato, e da un eccellente aumento della redditività – ha commentato Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè – La performance di questo primo trimestre conferma l’efficacia delle iniziative strategiche intraprese nel corso del 2022, sia sul fronte della crescita che dell’efficienza operativa, e ci permette di guardare con ottimismo al prosieguo dell’anno”. Confermati gli obiettivi per il 2023, incentrati su crescita organica e accelerazione della redditività, nonostante la persistente volatilità delle materie prime e l’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro.
A Mantova il Food Science Festival esplora i confini del ciboMilano, 4 mag. (askanews) – Sono i “Confini” – luoghi dove gli opposti si contrappongono, si attraggono e si contaminano – a indicare le linee tematiche della settima edizione del Food&Science Festival, che si terrà a Mantova da venerdì 19 a domenica 21 maggio. Promossa da Confagricoltura Mantova, ideata da FRAME – Divagazioni scientifiche e organizzata da Mantova Agricola, la manifestazione presenta un ampio programma di incontri, conferenze, laboratori, mostre, spettacoli, panel a più voci e visite guidate, dedicato a indagare le sfumature più o meno manifeste dei confini che separano e uniscono cibo e scienza. Il ricco programma delle conferenze e degli è consultabile sul sito del Festival all’indirizzo www.foodsciencefestival.it
Dal cambiamento climatico alla transizione energetica ed ecologica, dalla gestione delle risorse planetarie ai bisogni delle future generazioni, dalla tradizione agricola all’innovazione tecnologica, dalla lotta contro gli sprechi a produzioni più sostenibili, per tre giorni la città dei Gonzaga sarà il luogo in cui esponenti del panorama scientifico contemporaneo, nazionale e internazionale ¬ accademici, divulgatori, ricercatori, figure istituzionali e professionisti di settore ¬ discuteranno dell’attuale andamento della ricerca scientifica e del settore agroalimentare nel proporre soluzioni concrete a sfide globali complesse, secondo quella prospettiva multidisciplinare e il dialogo dinamico che da sempre contraddistinguono il Festival. Tra i molti ospiti della settima edizione anche il giornalista Dan Saladino, il direttore del CREA (Centro di ricerca per la genomica e la bioinformatica) Luigi Cattivelli, le lead authors del sesto rapporto IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change – Annalisa Cherchi e Susanna Corti, l’attore comico Dario Vergassola, mattatore del tradizionale spettacolo serale, i divulgatori scientifici Dario Bressanini e Ruggero Rollini, YouTuber, che porta La scienza sul divano intervistando gli ospiti del Festival, il primo astronauta italiano, Franco Malerba, il docente della Michigan State University Bruno Basso, il responsabile del Servizio per il coordinamento della fauna selvatica ISPRA Piero Genovesi e i giornalisti scientifici Marco Ferrari e Roberta Villa, tradizionali animatori della Rassegna Stampa mattutina a base di “scienza e sbrisolona” (sabato 20 e domenica 21, ore 9.30, via Goito) Tanti anche i luoghi della città coinvolti: Palazzo della Ragione (conferenze), la Loggia del Grano (conferenze, installazioni e mostre), Piazza Leon Battista Alberti (conferenze, laboratori e bookshop) e Sala delle Capriate (conferenze, laboratori e mostre), Piazza Mantegna (info point), Piazza Erbe (stand e laboratori), Piazza Marconi (stand e laboratori), Piazza Concordia (stand e laboratori), il Teatro Scientifico Bibiena (conferenze, spettacoli), dove venerdì 19 alle ore 17 verrà inaugurata la tre giorni, la Sala delle Lune e dei Nodi (conferenze) e via Goito (conferenze). Visite fuori città invece presso la riserva naturale Vallazza e il Parco Bertone del comune di Goito.
Tutti gli eventi saranno gratuiti con registrazione obbligatoria sul sito del Festival.
Avicoltura, Unaitalia a Lollobrigida: difendere comparto da fake news anche in UeMilano, 3 mag. (askanews) – Le istituzioni Ue “troppo spesso cedono il terreno a una ideologia ambientalista, con il rischio di dare spazio a importazioni da Paesi terzi che non offrono le stesse garanzie in termini di sicurezza alimentare e di qualità dell’Italia”. A dirlo il presidente di Unaitalia, Antonio Forlini, che in occasione della visita del ministro alla Agricoltura, Francesco Lollobrigida, al Rimini Expo Centre per l’inaugurazione di Macfrut e Fieravicola, ha ribadito la necessità di rafforzare a livello europeo la consapevolezza che “la filiera avicola è integrata e totalmente autosufficiente nonostante la recente contrazione dovuta ai problemi sanitari, una eccellenza del made in Italy che ha necessità di essere difesa soprattutto dalle fake news e supportata nel suo percorso di evoluzione sostenibile”.
“Oggi l’avicoltura pesa meno dello 0,2% del totale dei gas serra prodotti in Italia, mentre l’agricoltura nel suo complesso pesa solo il 7,8% secondo i dati Ispra – ha sottolineato Forlini – Abbiamo chiesto al ministro di intensificare le azioni di tutela delle produzioni Ue, evitando che, come troppo spesso accade, i prodotti agroalimentari siano oggetto di scambio politico rispetto a relazioni commerciali globali, in favore di altri settori”. “L’avicoltura italiana ha lavorato moltissimo negli ultimi anni per affrontare le sfide della sostenibilità e del benessere animale, e oggi è in grado di offrire al consumatore prodotti diversi sulla base della differenziazione dei sistemi produttivi e delle linee di allevamento – ho sottolineato Stefano Gagliardi direttore di Assoavi – Ma il concetto di sostenibilità non va declinato solo dal punto di vista del rispetto ambientale o etico: occorre considerare anche l’aspetto economico e sociale”.
Divulga, settore ortofrutta rappresenta 17% export made in italyMilano, 3 mag. (askanews) – L’ortofrutta rappresenta il 17% dell’export agroalimentare made in Italy con un valore complessivo di 10,6 miliardi di euro. È quanto emerge dal focus del Centro studi Divulga che ha analizzato i dati sui flussi commerciali del settore ortofrutticolo europeo in occasione dell’apertura del Macfrut di Rimini. Il comparto, che negli ultimi cinque anni ha registrato un netto balzo del valore dei prodotti (+25%) e un leggero aumento dei volumi esportati (+2,3%), guida l’export nazionale agroalimentare, seguito dalle produzioni vitivinicole e da quelle lattiero-casearie, ma deve guardarsi dalla concorrenza soprattutto della Spagna che negli ultimi anni ha guadagnato terreno. Gran parte dell’export di frutta e verdura del nostro Paese (67%) raggiunge i Paesi europei per un valore di 7,1 miliardi di euro, mentre il restante 33% raggiunge i mercati extra Ue.
L’export, in base al focus del Centro Studi Divulga, è riconducibile per il 51% a prodotti freschi (5,44 miliardi di euro di valore) e per il 49% a prodotti trasformati (5,16 miliardi di euro di valore). L’Italia, inoltre, è leader europeo nelle esportazioni di conserve di pomodoro (2,3 milioni di tonnellate per 2,5 miliardi di euro di valore), mele (885mila tonnellate di prodotto per un valore di 881 milioni di euro) uva (455mila tonnellate di prodotto per 714 milioni di euro di valore), kiwi (282mila tonnellate per 521 milioni di euro di valore), nocciole sgusciate (23mila tonnellate per 167milioni di valore), mentre con 261mila tonnellate per 158 milioni di valore è il secondo esportatore di cocomeri dell’Ue, preceduta solo dalla Spagna (608mila ton). Il primato dell’export di conserve di pomodori va oltre i confini europei e viene confermato anche analizzando i dati a livello mondiale con l’export italiano che supera la Cina, ferma a 918 milioni.
Coldiretti: in 15 anni in italia scomparsa una pianta da frutto su cinqueMilano, 3 mag. (askanews) – Addio a quasi una pianta da frutto su cinque in Italia negli ultimi quindici anni con la scomparsa che riguarda tutte le principali produzioni, dalle pere ai limoni, dalle pesche alle albicocche, dall’uva da tavola alle ciliegie, dalle arance alle clementine. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti “Salviamo l’ortofrutta italiana” presentata all’inaugurazione del Macfrut di Rimini.
La situazione peggiore si registra per le nettarine con la scomparsa di quasi la metà delle piante (-45%) come per l’uva da tavola (-43%), per le pere (-34%) ma è anche stata estirpata una pianta di pesco su tre (-33%), una pianta di mandarino su 5 (-20%) e ben il 16% degli alberi di arance mentre crescono in controtendenza solo i kiwi (+11%). Una “strage di piante da frutto che sta provocando la desertificazione dei territori nelle regioni italiane con drammatici effetti sui consumi nazionali, economia, lavoro, clima, ambiente e salute degli italiani”. Complessivamente la superficie italiana coltivata a frutta si è ridotta a 516mila ettari con la perdita di oltre centomila ettari rispetto a 15 anni fa con conseguenze sul primato produttivo nazionale in Europa che si estende dai kiwi alle pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola e alle albicocche. Il settore ortofrutticolo nazionale garantisce all’Italia 440mila posti di lavoro, pari ad oltre il 40% del totale in agricoltura, con un fatturato di 15 miliardi di euro all’anno tra fresco e trasformato, il 25% della produzione agricola totale, grazie all’attività di oltre 300mila aziende agricole che sono oggi a rischio, a causa di prezzi troppo bassi che non coprono i costi di produzione.
Un trend pericoloso anche dal punto di vista ambientale con degrado e all’abbandono che favorisce le alluvioni e le frane. A preoccupare è anche l’impatto climatico: le coltivazioni, come le foreste, possono generare benefici ecosistemici che non sono solo la rimozione di CO2 ma, ad esempio, il miglioramento della biodiversità e della qualità dell’aria, secondo un’analisi di Rete Clima. Una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. In altre parole, quindi con la strage di piante da frutto è venuta a meno in Italia la capacità di assorbimento di ben 2 milioni di chili di inquinanti all’anno. Sul settore pesano poi i rincari energetici, coi costi correnti arrivano ad aumentare del 42%. Ma a colpire il settore è anche la concorrenza sleale delle produzioni straniere con la frutta made in Italy stretta nella morsa del protezionismo da un lato e del dumping economico e sociale dall’altro. Alle barriere commerciali si aggiungono i danni causati dalla concorrenza sleale, denuncia Coldiretti, con quasi un prodotto alimentare su cinque importato in Italia che non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori vigenti nel nostro Paese.
Campari: nel I trimestre vendite su del 25%, utile lordo sale a 133,6 mlnMilano, 2 mag. (askanews) – Nel primo trimestre di quest’anno Campari ha realizzato un utile ante-imposte pari a 133,6 milioni, in aumento del 24,8% mentre quello rettificato è stato di 139,2 milioni (+24,6%). In crescita le vendite che hanno toccato i 667,9 milioni di euro, pari a un +24,9% a valore. La crescita organica invece è stata del 19,6% avendo beneficiato degli aumenti di prezzo dell’anno scorso e di alcuni effetti temporanei, che includono diverse tempistiche degli ordini di vendita e la Pasqua anticipata, accanto allo slancio che persiste dei brand di aperitivi, tequila e bourbon. “Escludendo gli effetti temporanei stimati – precisa una nota – la crescita organica delle vendite nel trimestre sarebbe circa 13% con crescita dell’Ebit-rettificato in linea con le vendite nette, portando a una marginalità stabile a livello organico”.
L’Ebit rettificato è stato pari a 159,3 milioni di euro, pari al 23,9% delle vendite, con una variazione totale del +39,4% mentre l’indebitamento netto è salito a 1,6 miliardi di euro al 31 marzo 2023, in aumento di 63,6 milioni rispetto al 31 dicembre 2022, principalmente dovuto all’assorbimento di cassa derivante dagli investimenti in capacità produttiva e al capitale circolante. “Guardando al resto del 2023, rimaniamo fiduciosi sulla dinamica positiva dello slancio del business nelle combinazioni chiave di brand e mercato grazie alla forza dei nostri marchi, e al buon andamento del canale on-premise – ha commentato Bob Kunze-Concewitz, chief executive officer – Contestualmente, nell’attuale contesto macroeconomico caratterizzato da continua volatilità confermiamo la previsione di margine EBIT-rettificato stabile in percentuale sulle vendite nette a livello organico nel 2023 su base annuale. Sebbene l’inflazione sui costi di produzione cominci a mostrare primi segni di rallentamento, l’andamento della marginalità sconterà progressivamente l’effetto degli aumenti prezzi riflessi nella base di confronto nel corso dell’anno, oltre all’evoluzione del mix delle vendite e alla normalizzazione della crescita dei volumi. Inoltre, riguardo l’effetto cambio, nel resto dell’anno ci aspettiamo un’inversione del trend principalmente a causa dell’indebolimento del dollaro statunitense. Nel frattempo, continuiamo a portare avanti la nostra strategia di crescita nell’area APAC rafforzando il nostro assetto distributivo per aumentare ulteriormente il nostro focus sui brand. In particolare, abbiamo deciso di accelerare l’acquisizione di quote di maggioranza nelle nostre joint-venture commerciali locali in Giappone e Nuova Zelanda, attraverso un esercizio anticipato di opzioni call, con la conseguente inclusione nella nostra rete di distribuzione diretta. Riguardo al medio periodo, rimaniamo fiduciosi di continuare ad ottenere un forte miglioramento organico delle vendite e del mix, generando un’espansione organica della marginalità”.
Dal punto di vista geografico, le vendite nell’area Americhe (47% del totale) sono cresciute a livello organico del 19,5%. Il mercato principale del gruppo, gli Stati Uniti, è cresciuto del 23%, grazie alla forte crescita a doppia cifra di Espolòn, Wild Turkey bourbon, Russell’s Reserve e Campari, nonché alla crescita a tripla cifra di Aperol grazie alla forte domanda dei consumatori e agli aumenti di prezzo. L’area Sud Europa, Medio Oriente e Africa (29% del totale) è cresciuta del 23,5%. Il mercato principale nell’area, l’Italia, è cresciuto del 21,6% nonostante la base di confronto sfavorevole (+70,2% nel primo trimestre 2022), beneficiando dell’intero effetto degli aumenti prezzo effettuati l’anno scorso, supportato anche dal phasing degli ordini di vendita e dalla Pasqua anticipata. L’area Nord, Centro ed Est Europa (16% del totale) ha registrato, invece, una crescita organica del 16% mentre le vendite dell’area Asia-Pacifico (8% del totale) sono cresciute a livello organico del +14,5%. A livello di brand, tra quelli a priorità globale, si distingue Aperol che ha registrato una performance a doppia cifra (+43,6%) nonostante la base di confronto sfavorevole (+71,9% primo trimestre 2022), beneficiando di un contesto di consumo resiliente, specialmente nel canale on-premise. In particolare a crescere a doppia cifra sono i mercati principali come Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Spagna, ma la crescita diventa tripla cifra nel mercato chiave degli Stati Uniti e nel Global travel retail. Anche per Campari crescita del +23,9%, nonostante la base di confronto sfavorevole (+56,6% nel primo trimestre 2022). La performance è stata in larga parte trainata da Italia (+18,6%), mercato principale del brand, Stati Uniti (+72,6%), Brasile e Argentina. Tra i brand a priorità regionale (pari al 25% del totale), invece, Espolòn ha registrato una forte crescita a doppia cifra (+62,4%), grazie allo slancio molto positivo nel mercato chiave degli Stati Uniti (+66,9%). Anche Crodino è cresciuto a doppia cifra, grazie al mercato principale, l’Italia, e ai mercati più recenti, come Belgio, Austria, Svizzera, Germania e Regno Unito.
Inflazione Coldiretti: consumi stagnanti, italiani ripiegano su discountMilano, 2 mag. (askanews) – I prezzi degli alimentari rallentano la loro crescita che è pari in media al 12,3% con i prezzi dei vegetali freschi o refrigerati che decelerano al +7,6%. E’ quanto emerso dalle stime su aprile dell’Istat a proposito delle quali Coldiretti sottolinea che la stagnazione dei consumi con il taglio delle quantità acquistate nel carrello si riflette sull’intera filiera con situazioni di difficoltà nei campi dove i ricavi spesso non coprono i costi di produzione. I prezzi al dettaglio degli alimentari lavorati passano da +15,3% di marzo a +14,7% di aprile mentre quelli non lavorati da +9,1% a +8,4%.
Per difendersi dagli aumenti otto italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa. Il 72% degli italiani si reca e fa acquisti low cost nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione. “Per salvare la spesa degli italiani e difendere la sovranità alimentare del Paese è necessario – conclude Coldiretti – aumentare i fondi destinati ai contratti di filiera per soddisfare gli investimenti proposti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura nell’ambito del Pnrr”.
Eridania: con trasporto su rotaia nel 2022 evitata emissione di 320 ton Co2Milano, 2 mag. (askanews) – Eridania, azienda del comparto saccarifero parte del gruppo francese Cristal Union, nel 2022 ha fatto viaggiare su ferrovia l’equivalente di 531 camion1, evitando che questi si spostassero su strada. Il ‘risparmio’ per l’ambiente è stato di oltre 320 tonnellate di Co2, comportando una riduzione di oltre l’80% di emissioni di anidride carbonica.
Eridania infatti continua a consolidare il sistema di trasporto su rotaia supportata da Mercitalia Rail, parte del gruppo Fs. La rilevazione, che mette a confronto l’impatto dei trasporti merci ferroviari con l’equivalente modalità stradale, riguarda il 2022 e in particolare il tragitto tra Russi, nel Ravennate, sede del terminal di Eridania dedicato al trasporto su rotaia, e il deposito di Maddaloni, in provincia di Caserta. Il trasporto via treno continua anche lungo la tratta Francia – Italia: dal 2017 è stato sostituito il trasporto su strada dai terminal intermodali di Segrate e Lugo con un percorso diretto su rotaia verso lo stabilimento di Russi, sfruttando le potenzialità di stoccaggio e riducendo sia l’impatto ambientale sia i costi logistici.
“Da anni ormai abbiamo avviato il percorso green di Eridania in un crescendo di investimenti che vanno dalla riduzione dei consumi energetici, alla logistica, fino al packaging – dichiara Alessio Bruschetta, amministratore delegato Eridania Italia – I numeri di Mercitalia Rail confermano che il nostro impegno per ridurre l’impatto ambientale dei trasporti sta dando i risultati auspicati. Continuiamo quindi a muoverci in questa direzione, rinnovando il nostro impegno affinché il nostro impatto positivo in materia di sostenibilità ambientale, sociale e di attenzione alla salute delle persone sia sempre più evidente e condiviso”.
Fabio Di Giammarco nuovo amministratore delegato di BauliMilano, 2 mag. (askanews) – Fabio Di Giammarco è il nuovo amministratore delegato del gruppo Bauli. Il nuovo ad, si legge nella nota, guiderà il gruppo “nella nuova importante fase di rafforzamento del percorso di crescita, sia in Italia che sui mercati esteri”.
Di Giammarco vanta una esperienza nel settore food & beverage maturata a livello internazionale. Italiano e cresciuto in America, il nuovo amministratore delegato ha ricoperto diverse posizioni di crescente responsabilità all’interno delle divisioni commerciali di aziende del largo consumo, quali Mondelez, Danone e SABMiller, lavorando anche in Italia per Saiwa. Dal 2005 al 2010 Di Giammarco ha gestito l’area di brand communication globale per Royal Philips con base ad Amsterdam, per poi approdare nel 2012 in Bacardi. Infine dal 2017 ha svolto il ruolo di president, Latin America, in Puratos, azienda di primo piano a livello mondiale negli ingredienti utilizzati in pasticceria e panetteria.