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Riso Gallo premia la sostenibilità della sua comunità del riso

Riso Gallo premia la sostenibilità della sua comunità del risoMilano, 21 feb. (askanews) – “Uno dei principali problemi del settore agricolo è il fatto che è molto distante dal consumatore e dalle sue esigenze”. Vitaliano Fiorillo, direttore dell’Agrilab presso la Sda Bocconi, parla alla platea degli imprenditori agricoli riuniti nel Teatro Municipale di Casale Monferrato (Alessandria) da Riso Gallo che dal 2018 ha deciso di coinvolgere le realtà agricole della filiera risicola sotto il progetto di sostenibilità “Il riso che sostiene”.


Ed è proprio alla domanda di sostenibilità che arriva dai consumatori, ad esempio attraverso le proprie scelte alimentari, che il mondo agricolo è chiamato a dare risposte. Alcune delle quali stanno già arrivando, come testimoniano le aziende e le storie portate sul palco del teatro alessandrino per ricevere il premio Mario Preve 2024. Da due anni, infatti, il gruppo Riso Gallo assegna questo riconoscimento alle realtà più virtuose tra quelle certificate dal 2019 al 2022 e che rispettano due prerequisiti fondamentali: aver conferito risone all’azienda durante la campagna 2022 e aver sottoscritto la Carta del riso relativa al 2022. A oggi sono 181 le aziende piemontesi e lombarde che hanno sottoscritto la carta (erano 155 nel 2023), certificate secondo il protocollo Farm sustainability assesment che, tra le otto regole, prevede il divieto di utilizzo di glifosate direttamente sulle colture e di fanghi di depurazione. Quest’anno ad aggiudicarsi il premio di azienda agricola più sostenibile è stata Alice Cerutti, titolare della Cascina Oschiena, un’azienda del Vercellese con una superficie totale di 116 ettari di cui 85 coltivati a riso. Qui i monaci Benedettini coltivavano riso sin dal XVI secolo. Dal 2008 Alice Cerutti, laureata in economia aziendale presso l’Università di Torino, ha preso in mano la cascina unendo alla coltivazione del riso il ripristino e la cura della biodiversità. Ne è una prova la creazione di un’oasi naturale di circa 25 ettari, precedentemente destinati a riso, per il ripopolamento della Pittima Reale, raro uccello migratore a rischio di estinzione di cui la Cascina Oschiena oggi è l’unico sito censito in Italia per la nidificazione.


Durante l’evento sono stati assegnati anche un riconoscimento nella categoria donna in agricoltura andato alla società agricola Eredi di Ballone Emilio, uno nella categoria innovazione andato ad An Fed Agri e un quarto nella categoria biodiversità a Mairano Antonio. “Crediamo nello sviluppo concreto di una realtà di business volta alla sostenibilità, per questo sentiamo fortemente il dovere di supportare la formazione e accrescere la consapevolezza delle aziende agricole sui benefici ambientali ed agronomici derivanti dall’applicazione di buone pratiche – ha dichiarato Riccardo Preve, consigliere delegato di Riso Gallo – La valorizzazione della filiera risicola è per noi di Riso Gallo un obiettivo cardine del lavoro, che in questo premio intitolato a nostro padre trova la sua naturale e perfetta sintesi. Quest’anno, oltre alla celebrazione delle quattro aziende che si sono distinte per le soluzioni che hanno implementato, desidero riconoscere anche il percorso svolto da noi tutti fino a qui, passando da sole 14 aziende agricole aderenti alla Carta del Riso nel 2019 alle 181 di quest’anno. Un segno chiaro dei risultati del nostro impegno e del nostro ruolo di leader e di esempio virtuoso per il mercato”.

Riso Gallo: 2023 in crescita (+8%) grazie a estero, 2024 “iniziato bene”

Riso Gallo: 2023 in crescita (+8%) grazie a estero, 2024 “iniziato bene”Milano, 21 feb. (askanews) – “Non avremo creato nulla per i nostri figli e nipoti se non avremo reso la nostra azienda da leader in Italia a leader in Europa e nel mondo. Questo è il frame intorno al quale si legano le nostre strategie e gli investimenti”. A parlare è Carlo Preve, consigliere delegato di Riso Gallo, che in occasione della consegna del Premio Mario Preve per un’agricoltura sostenibile, ha tirato le fila dell’anno appena concluso e delineato le prospettive di crescita del gruppo.


Il 2023 dovrebbe chiudersi per Riso Gallo con ricavi consolidati in crescita a 138 milioni di euro (+8%) con l’estero a fare da traino a un fatturato che in Italia è leggermente in calo a volume, complici l’impennata dei prezzi e la concorrenza della private label. L’Ebitda del gruppo è stato pari al 6%, con un +20% sull’anno precedente. Ma il 2024 “è partito bene” e le previsioni sono di un “leggera crescita” rispetto allo scorso anno. “Vorremmo fare di più di quello che abbiamo fatto – ha detto Preve – ma la strada è sempre quella”. Come Riso Gallo, osserva, “dal 2020 abbiamo risultati in graduale miglioramento questo è il frutto del lavoro fatto negli anni passati sull’estero dove siamo presenti in 90 Paesi, del miglioramento nel settore della ristorazione e dei clienti industriali. In Italia il nostro obiettivo è mantenere la situazione come è”. Il primo segnale positivo che arriva quest’anno è quello di un calo dei prezzi al consumatore finale, anche per un aumento della pressione promozionale iniziata a fine 2023 e che si protrae anche in questo inizio d’anno. “I prezzi si stanno riallineando a livello pre-siccità. La siccità aveva creato problemi a tutta la filiera, agli agricoltori e a noi industriali. La scarsità di acqua aveva costretto molti agricoltori a lasciar morire il riso coltivato e questo ha ridotto di circa il 25% la quantità disponibile. L’Italia, oltretutto, è una filiera che esporta e questo ha portato a un aumento pazzesco dei costi della materia prima di cui hanno beneficiato quegli agricoltori che erano riusciti a coltivare tutto”.


“Questa tensione all’interno del mercato adesso però si è allentata – ha spiegato – I ribassi della materia prima impiegano un po’ a trasferirsi al consumatore, ma adesso ci sono prezzi decisamente più bassi. Cominciamo a vedere riduzioni anche di un euro o superiori, in ogni caso le riduzioni sono oggettive e significative”. Lo scorso anno Riso Gallo ha fatto quattro aumenti di listino nel giro di 13-14 mesi “una cifra grossa – constata Preve – in alcuni casi la confezione è arrivata a costare 5 euro ma era una situazione drammatica nessuno aveva mai una cosa del genere nella storia del riso in Italia e adesso i prezzi stanno tornando giù e si tornerà sicuramente ai livelli di prima”. Nel 2022, ricorda Preve, “abbiamo comprato riso a tutto spiano e rifarei la stessa cosa perchè ci sono state grandi catene in Europa ma anche in Italia rimaste senza riso per qualche settimana o mese”. Sul mercato italiano dove la gdo rappresenta il canale principale per Riso Gallo, col 60-70% del fatturato domestico, “nel 2023 c’è stato un leggero calo dei volumi dovuto all’aumento del prezzo e a un contestuale aumento della private label. E poi bisogna considerare che il riso eccetto le regioni del nord nel resto d’Italia ha un consumo basso, 4-5 kg pro-capite”. Attualmente nel nostro Paese Riso Gallo conserva una quota di mercato che è pari a circa il 12-13%, esclusi i discount.


Le soddisfazioni maggiori arrivano dall’estero dove il 2023 ha visto un aumento del 14% a volume. “Il grosso dell’estero lo facciamo in Unione europea perché sono più vicini e quando vengono in vacanza da noi lo possono assaggiare. E poi l’estero è un mercato dove c’è sempre più richiesta”. Nella dinamica dei prezzi della materia prima, l’impatto delle importazioni di riso dall’estero è per Preve una questione da leggere in un contesto più ampio dove l’Italia indossa anche la maglia dell’esportatore. Sebbene rilevi, infatti, che “L’unione europea nei decenni passati abbia gradualmente allargato le maglie sul riso che può arrivare anche da Paesi lontani” resta il fatto che “dall’Italia arriva circa il 50% del riso coltivato in Ue, che l’Ue è autosufficiente per il 60% del riso che mangia e che circa il 60% del riso coltivato in Italia viene venduto all’estero. Le varietà da risotto sono una eccellenza – osserva – ma coltiviamo anche riso da contorno venduto nel nord Europa in concorrenza con le varietà che arrivano da Oriente. Noi siamo una filiera esportatrice che fa concorrenza in Europa a Paesi che sul riso da contorno hanno una storia millenaria”.


E per il futuro quali saranno le novità che traineranno la crescita? “Noi vogliamo essere forti sullo scaffale del riso e abbiamo investito per far crescere il nostro marchio all’estero – ha detto – Circa 6 mesi fa abbiamo lanciato le chips di riso e posso dire che stanno avendo risultati molto buoni, abbiamo lanciato uno snack dolce a base di riso estruso ma ci saranno anche altre novità durante l’anno”.

Cia: bene riconoscimento agricoltori come custodi ambiente

Cia: bene riconoscimento agricoltori come custodi ambienteRoma, 21 feb. (askanews) – Il riconoscimento normativo della figura dell’agricoltore custode è un atto fondamentale per valorizzare e promuovere le molteplici attività del settore a tutela dell’ambiente e del territorio. Così il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, sull’approvazione in via definitiva del disegno di legge in materia, che istituisce anche la Giornata nazionale dell’Agricoltura.


“A dispetto di tutte le fake news, gli agricoltori non inquinano, anzi garantiscono un presidio insostituibile dal punto di vista ambientale, come certifica anche questo provvedimento -spiega Fini-. Il ruolo strategico del comparto, infatti, non è solo quello di produrre cibo sano e sicuro per tutti, ma anche di assicurare la tenuta e lo sviluppo delle aree interne; salvaguardare il suolo e i territori contro il dissesto idrogeologico; gestire le risorse idriche; produrre energia da fonti rinnovabili; difendere il paesaggio e la biodiversità”.

D’Eramo: su agricoltore custode ambiente Ue segua esempio Italia

D’Eramo: su agricoltore custode ambiente Ue segua esempio ItaliaRoma, 21 feb. (askanews) – “Il passaggio definitivo di oggi in Senato riconosce per legge il ruolo dell’agricoltore come custode dell’ambiente e del territorio e istituisce una Giornata nazionale dedicata a un settore, l’agricoltura, da cui dipendono il benessere economico, sociale e ambientale del Paese e la nostra sicurezza alimentare”. Così in una nota il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste Luigi D’Eramo.


“Con questa norma, da noi fortemente voluta e sostenuta, l’Italia si conferma ancora una volta all’avanguardia in Europa e nel mondo. È un provvedimento che restituisce la giusta centralità – spiega il sottosegretario – a quanti da anni sono impegnati in prima persona per una maggiore sostenibilità, per tutelare il suolo, salvaguardare le risorse naturali e contrastare i cambiamenti climatici, oltre che lo spopolamento di intere aree. Gli agricoltori sono i primi difensori dell’ambiente, non certo suoi nemici come qualcuno, in Ue, ha tentato di far credere. Il voto di giugno – conclude D’Eramo -potrà restituire a chi lavora nel settore primario l’importanza che merita. Intanto il nostro Paese riconosce il loro prezioso contributo con questa legge. Gli altri Stati membri seguano l’esempio italiano”.

Prandini: grano russo e turco una minaccia, servono più controlli

Prandini: grano russo e turco una minaccia, servono più controlliMilano, 21 feb. (askanews) – “Dobbiamo fermare queste importazioni sleali che gravano sui nostri agricoltori che poi subiscono l’abbassamento dei prezzi. Come Coldiretti continuiamo a lavorare in positivo per una filiera del grano e della pasta che porti ad accordi pluriennali tra agricoltori e pastificio per il giusto prezzo”. Così il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, dopo i dati diffusi dal Centro studi Divulga sulle importazioni di grano duro dai Paesi extra europei nel 2023.


“In questo senso, anche il ruolo di Cai-Consorzi agrari d’Italia diventa fondamentale per contrastare le speculazioni – prosegue Prandini – Al pari del grano canadese con il glifosato, anche l’ondata che arriva dalla Russia e dalla Turchia rappresenta una grande minaccia per i nostri produttori. Chiediamo al Governo più controlli ai porti a tutela del vero made in Italy”.

Al via selezione chef italiani in gara a Carloforte per Girotonno

Al via selezione chef italiani in gara a Carloforte per GirotonnoRoma, 21 feb. (askanews) – Aperte le selezioni degli chef italiani per la partecipazione al Girotonno, la kermesse gastronomica che celebra il tonno rosso del Mediterraneo in programma dal 30 maggio al 2 giugno prossimi a Carloforte, sull’isola di San Pietro, in Sardegna.


Quest’anno sarà un contest online a scegliere la squadra degli chef nazionali che si confronterà in gara, con gli altri Paesi, alla nuova edizione del Tuna Competition. Organizzato dal Comune di Carloforte con la collaborazione dell’agenzia Feedback, il Girotonno celebra quest’anno la sua ventesima edizione. Per partecipare alle selezioni bisogna essere uno chef professionista. Le ricette in concorso saranno sottoposte al voto di due giurie e quella tecnica sarà presieduta da Roberto Giacobbo.


I due chef vincitori entreranno a far parte della squadra italiana partecipante al Tuna Competition 2024. C’è tempo per partecipare fino al 21 aprile.

Efsa: con meno antibiotici in animali meno batteri resistenti

Efsa: con meno antibiotici in animali meno batteri resistentiRoma, 21 feb. (askanews) – I paesi che hanno ridotto il consumo di antibiotici sia negli animali che negli esseri umani hanno visto una riduzione dei batteri resistenti agli antibiotici. Lo afferma il quarto rapporto congiunto sull’analisi integrata del consumo di agenti antimicrobici e della comparsa di resistenza antimicrobica (AMR) nei batteri provenienti da esseri umani e animali da produzione alimentare (JIACRA IV), pubblicato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA).


Adottando un approccio One Health, che riconosce la connessione tra la salute delle persone e degli animali, il rapporto presenta dati raccolti principalmente tra il 2019 e il 2021 sul consumo di antibiotici e sulla resistenza antimicrobica in Europa. Per la prima volta le tre agenzie hanno analizzato le tendenze del consumo di antimicrobici e della resistenza antimicrobica nell’Escherichia coli (E. coli) sia negli esseri umani che negli animali destinati alla produzione alimentare. Hanno anche esaminato come queste tendenze stavano cambiando negli esseri umani e negli animali da produzione alimentare nel periodo 2014-2021. Ad esempio, durante questo periodo, il consumo di antibiotici negli animali da produzione alimentare è diminuito del 44%.


Dall’analisi effettuata è emerso che i batteri E. coli sia negli animali che nell’uomo stanno diventando meno resistenti agli antibiotici poiché il consumo complessivo di antibiotici è ridotto. Questo, spiega l’Efsa, dimostra che le preoccupanti tendenze relative alla resistenza agli antibiotici possono essere invertite con le azioni e le politiche giuste. La resistenza antimicrobica rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica e animale. Si stima che, ogni anno, la resistenza antimicrobica provochi la morte di oltre 35.000 persone nell’Unione europea e nello Spazio economico europeo (UE/SEE) e comporti un onere significativo sui sistemi sanitari europei, con un costo approssimativo di 11,7 miliardi di euro al mese. anno, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

Vino, Oss. Uiv: nel 2023 top 5 mercati frenano import vino italiano

Vino, Oss. Uiv: nel 2023 top 5 mercati frenano import vino italianoMilano, 21 feb. (askanews) – Nel 2023 le importazioni di vino italiano da parte di Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Canada e Giappone (che insieme valgono il 56% del nostro export complessivo), hanno registrato un calo tendenziale del 4,4% nei volumi e del 7,3% nei valori, a 4,45 miliardi di euro. E’ quanto emerge dall’analisi realizzata dall’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv), sui dati finali su base doganale, dai quali risultano decrementi nei volumi in tutti i Paesi della domanda ad eccezione della Germania, che chiude l’anno a +7% per effetto del boom di ordini di vino sfuso (+16%).


Particolarmente negativo, anche a causa di un eccesso di scorte detenute dai distributori che hanno condizionato gli ordini di tutto il 2023, il mercato negli Stati Uniti, che totalizza un -13% a volume, seguito da Canada e Giappone, entrambe a -11%, e Uk (-9%). In contrazione, nonostante il surplus di costi produttivi per le imprese, il prezzo medio (-3%), per effetto della crescita import di sfusi (+9%, dove però i listini crollano a -11%) e grandi formati (+6%), e al contestuale minore impatto di prodotti imbottigliati (-7%) e spumanti, giù dell’11% nei volumi ma unica tipologia a crescere nel prezzo medio (+5%). “È innegabile che il 2023 abbia sofferto di fenomeni congiunturali, soprattutto il destocking di prodotto accumulato in eccesso in Nord America, ma è altrettanto vero che il nostro Paese ha l’esigenza primaria e non più rinviabile di allargare la propria base clienti: questi cinque Paesi rappresentano quasi il 60% del valore delle esportazioni italiane, contro il 50% della Francia e il 40% della Spagna” ha commentato il presidente di Uiv, Lamberto Frescobaldi, spiegando che “il 2024 si annuncia molto complesso e sfidante: con una produzione italiana ai minimi storici, le nostre imprese avranno l’esigenza vitale di alzare il valore unitario dei propri prodotti, in un contesto macroeconomico che non è dei più favorevoli. Si è visto già l’anno passato – ha concluso – con le difficoltà patite nei circuiti retail dei principali Paesi, dove ad aumenti di prezzo anche limitati sono corrisposti in maniera quasi automatica cali degli acquisti a volume”.


Sempre secondo l’Osservatorio Uiv, l’anno si è però rivelato negativo per tutti i Paesi produttori, complice l’obiettivo destocking degli importatori unitamente alla crisi inflattiva e al conseguente minor potere di acquisto. L’import globale di vino dei cinque top buyer ha chiuso infatti a 16,9 miliardi di euro, il 7,5% in meno sull’anno precedente, con i volumi a -6,7%. Il principale Paese esportatore, la Francia, si è attestata su un trend volumico ancora peggiore rispetto all’Italia (-10%), ma meno deficitario in termini valoriali (-5%).

Cia Toscana: da campo a tavola ad agricoltore va meno del 20%

Cia Toscana: da campo a tavola ad agricoltore va meno del 20%Roma, 21 feb. (askanews) – Un finocchio partito dalla campagna toscana porta nelle tasche dell’agricoltore solo 35 centesimi, pari a meno del 20% di quanto il consumatore lo acquista confezionato negli scaffali della Grande distribuzione organizzata, ovvero 1,78 euro al kg. Il cavolfiore viene pagato 50 centesimi al kg e venduto a 1,48 euro/kg dalla Gdo (circa il 33%). Dati che riguardano l’intera produzione orticola: il valore della produzione è diminuito di 20-30 centesimi: il radicchio 15 centesimi, le cime di rapa non arrivano a 30 centesimi. Insomma, sul prezzo finale, il consumatore paga più per il confezionamento che per il prodotto agricolo. E, in molti casi, produrre non conviene più, perché c’è anche chi produce in perdita.


Sono i risultati di una analisi effettuata dalla Cia Agricoltori Italiani della Toscana: “dal campo al prodotto che finisce in tavola c’è un abisso di prezzo. Ed anche se il consumatore finale è disposto ad acquistare il prodotto ad un prezzo maggiore, quella differenza che inizia con la coltivazione e finisce alla Grande distribuzione non va di certo in tasca all’agricoltore”, spiega l’associazione agricola. “E’ urgente che la politica e le istituzioni, insieme agli agricoltori – sottolinea il presidente di Cia Toscana, Valentino Berni – trovino soluzioni per accrescere il peso economico e la forza negoziale del settore, incentivarne il ruolo e il presidio ambientale, mettere l’agricoltura al centro dei processi di sviluppo delle aree interne, salvaguardare i servizi e le attività sociali, cruciali per i territori rurali, e consolidare la crescita dell’export agroalimentare Made in Tuscany. Bisogna dare più valore alle nostre produzioni toscane, a partire dalla Gdo”.


Di fatto “non è possibile che un olio extravergine d’oliva toscano, dopo essere stato messo sullo scaffale a 8,30 euro al litro, passi al sottocosto a 5,30 euro. Così muore l’agricoltura toscana fatta di medio-piccole aziende agricole”, spiega Berni.

Presidente Comagri Carloni incontra giovani agricoltori di Agia

Presidente Comagri Carloni incontra giovani agricoltori di AgiaRoma, 21 feb. (askanews) – Il presidente della commissione Agricoltura Mirco Carloni ha incontrato i giovani agricoltori di Agia, definendo “costruttivo l’incontro di questa mattina”. Le richieste avanzate dai giovani agricoltori sono state, tra le altre, la decontribuzione under 41 per 36 mesi, l’istituzione di una Banca Nazionale delle Terre Agricole e di un ‘Parlamento Rurale’ e la reintroduzione dei voucher per i lavori stagionali.


“In un momento come quello attuale, permeato da una forte asimmetria informativa, è essenziale ascoltare le richieste dei ragazzi – ha detto Carloni a margine dell’incontro – Dobbiamo disegnare, con l’intermediazione delle associazioni, le politiche migliori. La Lega ce la sta mettendo tutta con azioni concrete come l’intervento sull’Irpef agricola voluta dal nostro capogruppo Molinari o la Pdl a prima firma Bergamini per i giusti prezzi dei prodotti agricoli. Ora avanti tutta con la Pdl della Lega per i giovani imprenditori, che in parte i ragazzi di Cia hanno contribuito a scrivere, perché la terra è il nostro futuro”, ha concluso Carloni.