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Controlli agroalimentari, in primi 6 mesi sequestri per 38 milioni

Controlli agroalimentari, in primi 6 mesi sequestri per 38 milioniRoma, 19 lug. (askanews) – Circa 120mila verifiche a tutela dell’agroalimentare e 1.846 sequestri, per un totale di 10 milioni di chili di prodotti e un valore complessivo di oltre 38 milioni di euro. Questi i principali risultati operativi delle attività portate avanti nel primo semestre del 2023 dagli organi di controllo del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste.

I dati sono stati presentati dalla Cabina di Regia per i controlli a tutela dell’agroalimentare istituita a marzo su iniziativa del ministro Lollobrigida che ha sottolineato: “la Cabina di Regia potenzia il coordinamento strategico e questo è uno degli elementi che può efficientare la macchina dei controlli, mettendo in condizione di interscambiare informazioni, approfondire le criticità e mettere a disposizione notizie, nozioni e competenze, per intervenire dove ci sono frodi ma soprattutto per prevenire, mettendo l’impresa italiana in condizione di crescere e sviluppare le sue migliori potenzialità”. Della cabina di regia fanno parte Icqrf, Comandi dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare e per la Tutela Forestale e Parchi, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto-Guardia Costiera, Agea e Agenzia delle Dogane.

Nei primi sei mesi dell’anno le notizie di reato sono state 247 e le contestazioni amministrative 5.600. Le attività hanno interessato soprattutto gli ambiti: vitivinicolo (30%), oleario (13%), mezzi tecnici (11%), lattiero-caseario (10%), zootecnico (8%) e ortofrutticolo (7%). “Il comparto ha bisogno di protezione, di difesa, di garanzia dalle infiltrazioni mafiose, di garanzia all’interno dello Stato. La legalità sia un pilastro ineludibile. Non è un caso che abbiamo chiesto di organizzare questo evento oggi, perché è una giornata simbolo della lotta alla criminalità rappresentata dalla scomparsa di Paolo Borsellino”, ha concluso il ministro.

Vino, in Champagne ci si attende una vendemmia “promettente”

Vino, in Champagne ci si attende una vendemmia “promettente”Roma, 19 lug. (askanews) – I grappoli sono ben formati e in Champagne ci si attende una vendemmia “promettente” per le bollicine più famose del mondo, che dovrebbe iniziare nella prima decade di settembre. E’ quanto emerso dall’incontro a Epernay tra i vigneron e le maison della Champagne presso il Comité Champagne: un appuntamento annuale per definire le condizioni della prossima vendemmia.

La resa commerciabile per il 2023 è stata fissata a 11.400 kg per ettaro. A oggi, spiega il Comité, lo stato di salute dei vigneti è buono e molto omogeneo da un settore all’altro. Finora la campagna viticola è stata abbastanza tranquilla, con pochi danni causati da gelo (1,5% del vigneto) e grandine (0,3%), peronospora e oidio contenuti. Solo il rifornimento d’acqua dei suoli potrebbe destare preoccupazione. Le rese della Champagne sono diminuite del 26% in dodici anni, principalmente a causa dei cambiamenti climatici. In questa situazione, si è scelto di sfruttare al massimo le annate favorevoli, quando si presentano, per migliorare ulteriormente la resilienza della filiera. “L’anno scorso la Champagne ha innovato con il sistema dello sblocco differito della riserva – ha ricordato Maxime Toubart, presidente dei Vigneron – Quest’anno è stato individuato il plafond della riserva individuale, per portarlo a 10.000 kg/ha invece degli 8.000 kg/ha previsti finora. L’Inao ha accettato di esaminare la misura con urgenza, per consentire ai viticoltori di mettere a riserva la bella vendemmia che si annuncia”.

Nel primo semestre del 2023 le spedizioni di Champagne (Francia inclusa) sono state pari a 125,8 milioni di bottiglie, in calo del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2022. Le esportazioni, con 77,7 milioni di bottiglie, sono in calo del 3,7%, mentre la Francia è in calo del 6,3% con 48,1 milioni di bottiglie. Questi risultati vanno visti nel contesto di un 2022 straordinario (nello stesso periodo dell’anno scorso le vendite erano aumentate di quasi il 14%). Nel 2023 le spedizioni dovrebbero raggiungere circa 314 milioni di bottiglie.

Coldiretti: cibo sintetico, ok Senato a Ddl difende cibo qualità

Coldiretti: cibo sintetico, ok Senato a Ddl difende cibo qualitàRoma, 19 lug. (askanews) – Soddisfazione di Coldiretti per il via libera dell’aula del Senato al ddl sui cibi sintetici. Il provvedimento, passato a Palazzo Madama con 93 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti, vieta la produzione, l’immissione sul mercato e l’importazione in Italia di alimenti e mangimi artificiali ma non la ricerca.

“Una risposta – si legge in una nota dell’associazione – alla mobilitazione della Coldiretti che ha portato alla raccolta di oltre 2 milioni di firme a sostegno del provvedimento, con oltre 2mila comuni che hanno deliberato a favore spesso all’unanimità, tutte le Regioni di ogni colore politico ed esponenti di tutti gli schieramenti oltre a ministri e sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei e sindaci”. Dell’alleanza a sostegno di questo Ddl fanno parte Acli, AcliTerra, Adusbef, Anpit, Asi, AssoBio, Centro Consumatori Italia, Cia, Cna, Città del Vino, Città dell’Olio, Codacons, Codici, Consulta Distretto del Cibo, Ctg, Coldiretti, Demeter, Ecofuturo, Ewa, Federbio, Federparchi, Fipe, Fondazione Qualivita, Fondazione Una, Fondazione UniVerde, Globe, Greenaccord, Gre, Italia Nostra, Kyoto Club, Lega Consumatori, Masci, Movimento Consumatori, Naturasi, Salesiani per il sociale, Slow food Italia, Unpli, Wilderness.

“L’Italia che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare ha la responsabilità di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute e dell’ambiente”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Proprio per questo – conclude Prandini – la sfida che la Coldiretti lancia alle istituzioni europee è che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo ma bensì a prodotti a carattere farmaceutico”.

Senato dice no a cibo sintetico, Lollobrigida: siamo a avanguardia

Senato dice no a cibo sintetico, Lollobrigida: siamo a avanguardiaRoma, 19 lug. (askanews) – Approvato al Senato il Disegno di legge “che ci pone all’avanguardia nel mondo. Siamo il primo Paese a vietare la commercializzazione, importazione e produzione di cibo sintetico. Un altro fondamentale passo nell’unica direzione che il Governo Meloni conosce: quella dell’interesse nazionale”. Così il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, annuncia sul proprio profilo Facebook l’ok del Senato al provvedimento. Ora il Ddl dovrà andare all’esame della Camera per la prima lettura.

Soddisfatta Maria Cristina Caretta di Fratelli d’Italia, Vicepresidente della Commissione agricoltura a Montecitorio: “contro le falsità proferite dalle sinistre, contro l’ideologia green delle ZTL, contro un sistema che ci vuole tutti omologati e schiavi di abitudini senz’anima, il Governo italiano oppone la legittima difesa della salute e delle nostre tradizioni e a sinistra possono stare certi che in questa battaglia a tutela dei consumatori noi non ci tireremo di certo indietro”. Gianluca Cantalamessa, capogruppo della Lega in commissione Agricoltura, sottolinea che “pensare che l’agenda alimentare italiana debba essere stabilita da lobby e multinazionali, con la complicità di una certa Europa, non è accettabile. Con il provvedimento approvato oggi mettiamo fine all’ennesima follia europea, che pretende di mettere nelle tavole italiane cibi sintetici spacciandoli per prodotti autentici”.

Federvini: caldo e peronospora stressano la vendemmia 2023

Federvini: caldo e peronospora stressano la vendemmia 2023Roma, 19 lug. (askanews) – Il caldo record e la peronospora che ha colpito soprattutto i vigneti del Centro e del Sud Italia stressano la vendemmia 2023. Anche se tra le cantine associate a Federvini c’è fiducia nella resilienza climatica della vite, nella sua resistenza alle alte temperature e nei benefici dovuti alle piogge primaverili, cadute tra maggio e giugno, che hanno consentito alle colture di accumulare importanti risorse idriche e di affrontare queste giornate di forte stress climatico.

La preoccupazione principale è dovuta però alla peronospora, il fungo delle piante, che si propaga con la pioggia e che sta attaccando i vigneti del centro e sud Italia. Nelle aziende si riscontrano perdite produttive a macchia di leopardo tra il 15% e il 30%. La lotta contro la proliferazione della peronospora, spiega Federvini, è stata ostacolata da terreni allagati e quindi impraticabili, alimentando la pressione del patogeno. Inoltre, gli appezzamenti abbandonati da piccoli viticoltori che non sono riusciti a gestire il fungo risultano ora come punti d’inoculo per i vigneti adiacenti. Micaela Pallini, presidente di Federvini ricorda che a causa del cambiamento climatico “i fenomeni legati al riscaldamento globale stanno mettendo a dura prova i nostri territori e le nostre imprese: se l’anno scorso il problema era la forte siccità, quest’anno le abbondanti piogge hanno favorito la peronospora”. Diventa quindi “fondamentale potenziare la ricerca scientifica ed ottenere il sostegno delle istituzioni, che soprattutto a livello europeo spesso risultano lontane dalle nostre istanze”.

“In conclusione, rimane cruciale ottenere il sostegno delle istituzioni a livello europeo e nazionale per un’ uniforme e coordinata azione di contrasto e prevenzione in occasione di situazioni climatiche imprevedibili. Il vino – conclude Pallini – è un asset fondamentale della nostra cultura ed economia: per questo motivo è indispensabile che le istituzioni promuovano politiche in grado di sostenere efficacemente la crescita del comparto”.

lollobrigida: non basta cibo per tutti, serve buon cibo per tutti

lollobrigida: non basta cibo per tutti, serve buon cibo per tuttiRoma, 19 lug. (askanews) – “Noi dobbiamo affrontare il tema della sicurezza alimentare sapendo che non basta ‘cibo per tutti’, ma deve esserci ‘buon cibo per tutti’. Non possiamo accettare culturalmente un mondo diviso in due, con i ricchi che mangiano bene e i poveri che mangiano cose processate, standardizzate e dannose”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, intervenendo al Senato nel corso della discussione sul Ddl contro i cibi sintetici.

“L’Italia è la nazione della qualità – ha ribadito – qui la qualità è stata trasmessa dalla comunitùà scientifica, ma anche dalle mamme e dalle nonne. In altre nazioni questo non è accaduto, sono state condizionate da logiche di mercato come negli Stati Uniti. Non è vero che la sceltea di produrre i cibi in laboratorio sia una scelta neutra”, ha aggiunto. Il ministro è poi tornato sulla questione Nutriscore, l’etichetta a semaforo. “L’Italia non ha paura della ricerca e della trasparenza, ma il Nutriscore è una etichetta condizionante”.

Lollobrigida: l’Italia è una nazione libera nella ricerca

Lollobrigida: l’Italia è una nazione libera nella ricercaRoma, 19 lug. (askanews) – “L’Italia è una nazione libera nella ricerca e dobbiamo mantenere questa consapevolezza”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, intervenendo al Senato nel corso della discussione sul Ddl contro i cibi sintetici.

“Credo – ha detto Lollobrigida – che questa legge sia il frutto di un meccanismo virtuoso, il meccanismo di sussidiarietà. E non credo che siamo stati superficiali quando più di 3000 Comuni in maniera trasversale hanno fatto le stesse ricerche”. “Non credo che vadano definiti oscurantisti, ignoranti e nemici della ricerca perché – ha aggiunto – non c’è una sola virgola di questa legge che invita a non ricercare: anzi, la ricerca per noi è elemento cardine del dibattito e ci mette in condizione di dire con chiarezzza che, per quello che ci riguarda, c’è un invito a ricercare in primis attraverso le istituzioni pubbliche come il Crea. L’Italia è una nazione libera nella ricerca e dobbiamo mantenere questa consapevolezza”. “Se non sono certo che una cosa è salubre per i cittadini italiani, io preferisco che non venga commercializzata e importata in questa nazione. Il che non vieta la ricerca in alcun modo”, ha aggiunto il ministro sottolineando che, nell’ambito dei cibi e dei mangimi sintetici, “si tratta di vietare le applicazioni di quello che stiamo ancora studiando. Ma, se lo stiamo studiando, significa che ancora non sappiamo».

Lollobrigida: pescatori agricoltori allevatori primi ambientalisti

Lollobrigida: pescatori agricoltori allevatori primi ambientalistiRoma, 19 lug. (askanews) – “Noi riteniamo che i primi ambientalisti del nostro territorio siano proprio i pescatori, gli agricoltori e gli allevatori, peché estraggono la loro possibilità di vivere da quello che qualcuno pensa che nel tempo abbiano voluto distruggere o inquinare”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenendo al Senato dove è in corso la discussione sul disegno di legge contro i cibi sintetici.

“Credo che questa legge sia il frutto di un meccanismo che in democrazia sia estremamente virtuoso, il meccanismo di sussidiarietà: si parte dal popolo, si arriva in Parlamnto e si cerca di comporre un indirizzo che sia omogeneo alla volontaà dei cittadini”, ha aggiunto Lollobrigida.

Fermo pesca 2022, sindacati: riaprire subito tavolo sulla Cisoa

Fermo pesca 2022, sindacati: riaprire subito tavolo sulla CisoaRoma, 19 lug. (askanews) – “E’ ora di riaprire il tavolo con il ministero del lavoro per attivare la Cisoa pesca, come del resto già chiesto al ministro del lavoro Calderone a inizio anno, il 12 gennaio scorso”: così in una nota congiunta Patrizio Giorni della Fai Cisl, Antonio Pucillo della Flai Cgil ed Enrica Mammucari della Uila Pesca.

“Non è più pensabile indennizzare una giornata di lavoro di un pescatore con 20,60 euro, così come si evince dal comunicato del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”, aggiungono i sindacalisti. “Soprattutto dopo un intero anno di attesa, visto che l’indennità si riferisce al fermo biologico del 2022, obbligato dalle normative europee, che riconosce un’autentica miseria per una giornata di lavoro”. “Crediamo – spiegano Giorni, Pucillo e Mammucari – che sia arrivato il momento di dotare anche il settore della pesca di un ammortizzatore sociale strutturato, che riconosca ai lavoratori un’indennità giornaliera dignitosa, anche per rilanciare e sostenere un comparto che sempre di più si trova in difficoltà, per effetto delle restrizioni all’attività di pesca imposte dall’Unione europea, e per la mancanza di ricambio generazionale”.

“Ovviamente – aggiungono – non è l’unico elemento utile al rilancio del settore, perché non possiamo tralasciare il fatto che non viene applicato il Testo unico sulla sicurezza, il decreto-legge 81 del 2008, che la pesca non è considerata un lavoro usurante e che ancora non c’è la definizione di un percorso per il riconoscimento delle malattie professionali”.

Pesca, in E.-R. via libera alla pesca del Granchio Blu

Pesca, in E.-R. via libera alla pesca del Granchio BluRoma, 19 lug. (askanews) – Il ‘granchio blu’ può essere pescato. Così da possibili cause di instabilità dell’ecosistema delle marinerie di Goro e Comacchio, a potenziale opportunità per i pescatori e gli acquacoltori dell’Adriatico. Dopo le sollecitazioni delle scorse settimane della Regione Emilia-Romagna, è arrivata, infatti, l’autorizzazione del ministero dell’Agricoltura e sovranità alimentare alla pesca del granchio blu all’interno degli impianti di acquacoltura e molluschicoltura attraverso l’utilizzo di “nasse/cestelli e reti da posta” sulle imbarcazioni usate per l’acquacoltura (iscritte alla V categoria).

“Questa autorizzazione rappresenta un provvedimento importante che consente il prelievo del granchio blu nella Sacca di Goro e negli allevamenti di acquacoltura di Comacchio, – ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura e alla Pesca, Alessio Mammi – È stato davvero necessario intervenire tempestivamente così da avviare il contenimento dei danni del crostaceo. Ora servono altri interventi per cercare di capire come arginare il fenomeno in modo strutturale: ci attendiamo un incontro con il Ministero per arrivare alla convocazione di un tavolo tecnico con le associazioni che rappresentano la pesca”. Il granchio reale blu (Callinectes sapidus) è un crostaceo decapode della famiglia dei Portunidi. E’ una specie alloctona senza alcun antagonista naturale, predatore formidabile tanto da rappresentare una seria minaccia perché si nutre di qualunque preda che popoli l’Adriatico (dalle vongole al novellame agli altri pesci e crostacei).

Giunto probabilmente negli anni ’80 nelle lagune adriatiche che corrono tra la Serenissima e il delta del Po attraverso le acque di zavorra di navi provenienti dall’Atlantico, in questi ultimi tempi la specie è molto popolosa e aggressiva.