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Sudcorea, azienda offre 68mila euro per dipendenti che fanno figli

Sudcorea, azienda offre 68mila euro per dipendenti che fanno figliRoma, 28 mar. (askanews) – In una Corea del Sud sempre più preoccupata per il calo demografico, la compagnia di costruzioni Booyoung, un gruppo che fa del management etico la sua bandiera, ha offerto un bonus di 100 milioni di won (68.435 euro) ai dipendenti per ogni bambino che faranno nascere.


Il presidente del gruppo, l’84enne Lee Joong-keun, ha presentato l’incentivo durante la riunione di inizio anno presso il quartier generale della compagnia, nel centro di Seoul, desrivendolo – a quanto raccontato il JoongAng Ilbo – come un modo per affrontare la questione del cronico calo del tasso di fertilità nel paese. “Se la Corea continua a trovarsi di fronte a un basso tasso di natalità, è probabile che la nazione incontrerà una crisi tra due decenni che comporterà un calo della popolazione in età lavorativa e una carenza di personale di difesa per la sicurezza nazionale e il mantenimento dell’ordine”, ha affermato Lee. “Continueremo – ha aggiunto – a intraprendere le azioni che le aziende possono intraprendere per affrontare il problema”. In effetti, Lee in particolare appare preoccupato per il fatto che il calo di natalità possa lasciare il paese – tecnicamente ancora in guerra con la Corea del Nord, rispetto alla quale i rapporti sono regolati da un aristiczio – esposto. Per mantenere gli attuali livelli di forza, è necessario un apporto annuo di 200.000 giovani (in Sudcorea è ancora attiva la leva obbligatoria), mentre i nuovi nati nel 2022 ammontavano a soli 250.000.


Gli incentivi alla natalità non sono una novità nell’azienda. Dal 2021 sono 70 i dipendenti che hanno prodotto figli e, quindi, hanno ufufruito di incentivi Booyoung per un totale di 7 miliardi di won (4,8 milioni di euro). Accanto al maxi-incentivo, inoltre, la compagnia ha deciso di pagare l’affitto delle case per coloro che hanno più di tre figli.


Booyoung non è l’unica impresa sudcoreana che sta cercando di incentivare in varie maniere la natalità. Posco consente ai dipendenti con figli di età inferiore a 9 anni di scegliere opzioni flessibili di telelavoro tra giornata intera (8 ore) o mezza giornata (4 ore). LG Electronics sta applicando un congedo parentale (2 anni) e ferie retribuite per il trattamento dell’infertilità (3 giorni) oltre gli standard legali. Nonostante questi tentativi, però, la fertilità in Sudcorea continua a essere in caduta libera. Nel 2023, secondo i dati forniti dall’Ufficio statistico coreano (Statistics Korea), il tasso di fertilità – cioè il numero medio di bambini che una donna potrebbe partorire durante la sua vita – ha raggiunto il minimo storico di 0,72 figli, con un calo dello 0,06 rispetto al 2022. Per mantenere costante la popolazione si ritiene che sia necessario un tasso superiore a 2. In particolare il dato trimestrale relativo al periodo ottobre-dicembre dello scorso anno è sceso al nuovo minimo di 0,65, scendendo per la prima volta la soglia di 0,7.


Anche il numero dei neonati è sceso nel 2023 al minimo storico, pari a 229.970, per la prima volta sotto la soglia dei 230.000. Si tratta di un calo del 7,7% rispetto all’anno precedente, il che significa una notevole accelerazione rispetto a un calo su base annua del 4,3% nel 2021 e del 4,4% nel 2022. Di conseguenza, nonostante il numero di morti sia diminuito del 5,4% arrivando a 352.721, la popolazione sudcoreana si è ridotta di 122.750 unità lo scorso anno.

Yellen verso Pechino, guerra verbale su sovrapproduzione cinese

Yellen verso Pechino, guerra verbale su sovrapproduzione cineseRoma, 28 mar. (askanews) – Il secondo viaggio in Cina della segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen, che si terrà la prossima settimana, non nasce sotto una stella particolarmente favorevole. Da un punto di vista economico-commerciale Washington e Pechino negli ultimi giorni non se le sono mandate a dire.


Ieri il ministero al Commercio cinese ha annunciato di aver fatto ricorso all’Organizzazione mondiale per il commercio (Omc) contro gli Stati uniti per i sussidi destinati alla produzione di auto elettriche, che per Pechino sono erogati sulla base di requisiti “ingiusti” che violano la concorrenza leale. La Cina “proteggerà gli interessi delle aziende cinesi coinvolte nei veicoli a nuova energia e un ambiente competitivo equo per l’industria in tutto il mondo”, si legge nella nota del ministero.


L’Inflation Reduction Act americano offre incentivi fiscali per l’acquisto di veicoli elettrici assemblati in Nord America e, a partire dal 2024, i veicoli contenenti componenti di batterie o materie prime provenienti da “entità straniere interessate” non potranno beneficiare dei crediti. Si tratta, insomma, dell’ennesima restrizione nell’ambito della guerra commerciale in corso tra Cina e Stati uniti. D’altro canto, Yellen stessa ha lanciato – parlando della produzione di componenti per l’energia solare e alternativa in Georgia – un altolà a Pechino per la sua sovraccapacità produttiva. “E’ importante per me e per il presidente (Joe Biden) che le aziende e i lavoratori americani possano competere su condizioni di parità. Abbiamo posto la questione dell’eccesso di capacità nelle precedenti discussioni con la Cina e ho intenzione di renderlo un problema chiave nelle discussioni durante il mio prossimo viaggio lì”, ha detto la segretaria, secondo quanto ha riferito il Fnancial Times.


Yellen ha ribadito che, come in precedenza è accaduto per l’acciaio e l’alluminio, la produzione in eccesso di componenti per l’energia pulita, a partire dal fotovoltaico, e di veicoli elettrici e batterie agli ioni di litio rischia di creare una distorsione del mercato. “La sovraccapacità della Cina distorce i prezzi globali e i modelli di produzione e danneggia le imprese e i lavoratori americani”, ha detto, aggiungendo di aver raccolto opinioni simili anche da altri partner internazionali. Proprio questi settori saranno al centro di un incontro che Yellen terrà il 5 aprile con le aziende Usa in Cina e che darà – secondo quanto riferisce oggi il South China Morning Post – il tenore dell’atteggiamento che Yellen avrà nei suoi incontri con gli interlocutori cinesi. Si tratterà di una riunione che si terrà a Guangzhou, metropoli meridionale molto importante per l’economia nipponica.


Dopo Guangzhou, Yellen si sposterà a Pechino per incontrare funzionari economici di alto rango, tra i quali molto probabilmente il vicepremier He Lifeng, il ministro del commercio Wang Wentao e il governatore della banca centrale Pan Gongsheng. Il viaggio di Yellen si colloca a pochi mesi dalle elezioni presidenziali Usa di novembre, in un momento di forte tensione bilaterale, ma anche con prospettive incerte alla luce degli esiti possibili del voto americano. Se dovesse, infatti, vincere Donald Trump, non è chiaro se questi replicherà la politica di duro scontro con Pechino avuta nel primo mandato o adotterà un approccio più soft. Yellen, ex presidente della Federal Reserve, ha una lunga esperienza nel trattare con funzionari cinesi. Ma arriva a Pechino avendo alle spalle il malcontento dei settori industriali americani, irritati dalla suvraccapacità cinese. “L’eccesso di capacità produttiva della Cina ha già distrutto troppe industrie in America negli ultimi due decenni”, ha affermato Scott Paul, presidente dell’Alliance for American Manufacturing, un’organizzazione no-profit fondata congiuntamente dai produttori americani e dal sindacato United Steelworkers nel 2007, secondo il SCMP. “È fondamentale che l’amministrazione e il Congresso implementino in modo proattivo gli strumenti commerciali esistenti e ne sviluppino di nuovi per prevenire la perdita di posti di lavoro prima che sia troppo tardi”. In un lungo articolo di commento pubblicato lunedì, l’agenzia di stampa statale cinese Xinhua ha criticato alcune istituzioni occidentali per aver diffuso timori di sovraccapacità in tre prodotti considerati motori delle esportazioni e della crescita economica: pannelli solari, veicoli elettrici e batterie al litio. “L’Occidente guidato dagli Stati Uniti sta sfruttando la sua egemonia per strangolare gli sforzi della Cina di risalire la catena del valore e mantenere il dominio nel sistema economico globale”, ha affermato la testata ufficiale. Il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian ha detto giovedì che il nuovo settore energetico cinese ha prosperato grazie alla qualità dei suoi prodotti e all’innovazione in un clima di competizione globale, piuttosto che attraverso sussidi e protezionismo. “È responsabilità di tutte le parti, compresi gli Stati Uniti, proteggere la catena di approvvigionamento e opporsi all’egemonia”, ha affermato.

Takeda rafforza investimento in Italia e apre nuova sede a Roma

Takeda rafforza investimento in Italia e apre nuova sede a RomaRoma, 28 mar. (askanews) – Takeda Pharmaceutical, uno dei principali gruppi farmaceutici giapponesi, ha annunciato oggi di aver incrementato il suo investimento in Italia per il quinquennio 2020-2025 di 30 milioni di euro, portandolo a 350 milioni.


“Takeda è una grande azienda globale che ha più di 50mila dipendenti nel mondo”, ha segnalato Anna Maria Bencini, general manager di Takeda Italia durante una conferenza stampa presso la nuova sede istituzionale della filiale italiana, collocata nel multietnico quartiere Esquilino di Roma. “Takeda – ha spiegato Bencini – ha assolutamente interesse a investire in paesi come l’Italia” che hanno “un sistema sanitario universalizzato” e “grandi talenti nella ricerca”. In particolare la sede romana di Takeda – realizzata in un edificio storico dell’Esquilino con criteri di sostenibilità, materiali riciclati e alta innovazione tecnologica – vuole essere una vetrina di un’azienda che, oltre a rappresentare la 13ma casa farmaceutica mondiale con oltre 50mila dipendenti, ha una forte vocazione verso la sostenibilità. Inoltre, con lo spostamento nel centro della capitale del suo heaquarter, si pone l’obiettivo di essere vicina alle istituzioni. “Oggi – ha continuato Bencini – per noi è un momento cruciale per affermare il nostro ruolo in Italia dove vogliamo essere un modello tangibile di come la collaborazione tra settore pubblico e privato possa promuovere rapidi progressi nelle cure e migliorare la qualità della vita”.


Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, presente alla conferenza stampa, ha sottolineato l’importanza di avere un grande player globale come Takeda ad arricchire la filiera della sanitè e farmaceutica della capitale. Quella della sede di Takeda “è un’apertura che vediamo con favore, che segnala un momento di grande fermento anche per un’area come questa”. Il primo cittadino ha detto inoltre che la rinascita della città deve essere legata a “grandi strutture, hotel, ma a noi piace che Roma sia anche il luogo di manifatturiero avanzato” e, in questo senso, “la filiera farmaceutico-sanitaria è particolarmente rilevante”.


Takeda è fortemente impegnata in Italia con due stabilimenti – uno a Rieti (attivo da oltre 50 anni) e l’altro a Pisa – che danno lavoro a oltre 900 dipendenti e che “producono plasma-derivati, destinati alla cura di patologie rare e complesse che non consentono alternative, ha precisato Francesca Micheli, general manager di Takeda Manifacturing. Dei 30 milioni di investimenti aggiuntivi, ha spiegato Micheli, 10 milioni saranno destinati a “digitalizzazione e automazione industriale”, con l’introduzione di “tecnologie che riducano al minimo gli errori”, con un rafforzamento delle operazioni paperless e per la minimizzazione di possibili rischi per i lavoratori, oltre che per incrementare la disponibilità di dati.


Altri 20 milioni andranno “sul fronte della sostenibilità”, ha detto ancora Micheli, segnalando che l’obiettivo di Takeda è di raggiungere la completa decarbonizzazione entro il 2035. Con questo investimento, entro il 2025 si arriverà al 40% del target. Il rafforzamento della presenza di Takeda si colloca all’interno di relazioni particolarmente forti tra Italia e Giappone. “Tra Italia e Giappone c’è un ottimo rapporto, soprattutto per quanto riguarda le relazioni di affari”, ha spiegato l’ambasciatore nipponico Satoshi Suzuki intervenuto all’inaugurazione della sede. “Attraverso anche la presenza di Takeda, mi auguro che, in questo momento così complicato che la comunità internazionale sta vivendo, si riesca a portare giovamento non solo ai nostri due paesi, ma anche a paesi terzi che soffrono, per esempio in Africa o in Ucraina”.

Giappone, yen al punto più basso da 34 anni rispetto al dollaro

Giappone, yen al punto più basso da 34 anni rispetto al dollaroRoma, 27 mar. (askanews) – Lo smottamento dello yen continua, nonostante la Banca del Giappone (BoJ) la scorsa settimana abbia deciso di porre termine alla sua lunga politica di tassi negativi. La valuta giapponese nelle quotazioni oggi è sceso al livello più basso degli ultimi 34 anni, con un cambio che ha sfiorato quota 152 sul dollaro e ha superato quota 164 sull’euro.


Questo fenomeno di deprezzamento rapido (che i giapponesi definiscono “en-yasu”) incrementa le possibilità che la BoJ sia costretta ad accelerare i tempi del suo cambio di politica monetaria che è rimasta ultra-espansiva in totale controtendenza rispetto alle altre banche centrali delle grandi economie globali, che negli ultimi due anni caratterizzati da intemperie geopolitiche hanno inasprito fortemente le loro politiche economiche per contenere l’inflazione. Il segnale che sembra dare il mercato alla BoJ è che ha assunto un approccio eccessivamente accomodante. Quando, lo scorso martedì, il Consiglio monetario ha annunciato un cambio di politica, con il primo aumento dei tassi dal 2006, e tuttavia un incremento molto leggero che mantiene la natura espansiva della politica monetaria, il dollaro era acquistato a poco più di 149 yen.


Il ministro delle Finanze giapponese Shunichi Suzuki oggi ha ribadito ancora una volta che non esclude alcuna misura e che prenderà “passi decisivi” in risposta ai movimenti valutari. Dal governo nipponico più volte è arrivato il messaggio secondo il quale l’andamento dello yen in questa fase non rifletterebbe i fondamentali economici del paese. Gli analisti si attendono movimenti della Banca centrale nei prossimi mesi, ma non è escluso che anche il governo decida di acquistare yen per farne aumentare il valore. L’ultima volta che è accaduto è stato nel 2022, quando ha acquisito più di 9mila miliardi di yen (circa 55 miliardi di euro). Alcuni analisti credono che l’intervento potrebbe avvenire qualora il dollaro arrivasse attorno a 155 yen.

Xi Jinping riceve i capi delle multinazionali Usa

Xi Jinping riceve i capi delle multinazionali UsaRoma, 27 mar. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato oggi un gruppo di grandi manager e lader d’impresa statunitensi in un momento in cui Pechino corteggia gli investimenti stranieri e cerca di sfatare le preoccupazioni su una possibile stretta securitaria che renderebbe più difficile per le aziende a stelle e strisce operare nella Repubblica popolare.


Secondo l’emittente statale CCTV, che non ha fornito ulteriori dettagli, Xi ha scattato una foto con il gruppo prima di procedere all’incontro nella Grande Sala del Popolo di Pechino. “Il presidente Xi ha sottolineato che lo stato delle relazioni Cina-USa, che ci sia confronto o cooperazione, riguarda il benessere dei due popoli e il futuro dell’umanità. Il nostro rispettivo successo è l’opportunità l’uno dell’altro”, ha riferito la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying nel suo profilo X.


Tra i dirigenti aziendali americani presenti, c’erano anche il CEO di Apple Tim Cook, Cristiano Amon di Qualcomm, Darren Woods di ExxonMobil e altri ancora, tutti partecipanti al al China Development Forum (CDF) che si è tenuto domenica. Il CDF è stato aperto dal primo ministro Li Qiang e, solitamente, il compito di offrire gli onori del padrone di casa in questo evento è svolto proprio dal capo dell’esecutivo. Il fatto che i manager siano stati ricevuti dal presidente dà l’idea della particolare importanza che Pechino ha accordato all’evento e alle relazioni con i numeri uni di queste grandi corporation.


Secondo l’Amministrazione statale dei cambi, gli investimenti diretti esteri netti in Cina sono crollati dell’80% a 33 miliardi di dollari nel 2023, sullo sfondo di tensioni geopolitiche, una guerra commerciale Usa-Cina a colpi di dazi e restrizioni e una stretta securitaria nella Repubblica popolare. Il Congresso nazionale del popolo, nelle Due Sessioni che si sono svolte il mese scorso, ha fissato l’obiettivo di crescita del Pil per il 2024 “attorno al 5%”, un target ambizioso per un paese la cui corsa sembra aver tirato il freno a mano. Diverse istituzioni internazionali prevedono una crescita inferiore di diversi punti percentuali, per un’economia che vive momenti difficili con una profonda crisi immobiliare e con le incognite di un debito “nascosto” legato agli investimenti infrastrutturali delle amministrazioni decentrate.


Kristalina Georgieva, direttrice generale del Fondo monetario internazionale, ha preso parte al forum ieri e ha segnalato che la Cina dovrà scegliere se tornare alle vecchie politiche economiche, che in passato contribuito a far decollare l’economia del paese, o introdurre riforme che garantiscano sostenibilità al settore immobiliare e contengano il rischio del debito. (Foto da profilo X portavoce ministero Esteri cinese)

Fujitsu-Istituto Riken sviluppano IA per prevedere stato proteine

Fujitsu-Istituto Riken sviluppano IA per prevedere stato proteineRoma, 25 mar. (askanews) – Fujitsu collabora con l’istituto di ricerca d’avanguardia Riken, sostenuto dal governo giapponese, per sviluppare una tecnologia di intelligenza artificiale generativa che prevede lo stato della proteina bersaglio di un farmaco nel corpo con una velocità oltre 10 volte superiore rispetto ai metodi attualmente esistenti. Çp roferosce oggi Nikkei.


Utilizzando immagini di proteine scattate con la microscopia crioelettronica avanzata, Fujitsu e Riken hanno applicato l’intelligenza artificiale generativa per riprodurre le proteine come strutture tridimensionali in movimento. Le sperimentazioni inizieranno già nell’anno fiscale 2024 (che comincia ad aprile), con Fujitsu che questo mese si metterà in contatto con i circa 90 membri del Life Intelligence Consortium, che comprende aziende farmaceutiche e università.


La nuova tecnologia apre la strada ad accelerare il processo di stima della forma e dei movimenti della proteina presa di mira da un determinato farmaco. In un esperimento che utilizzava la proteina ribosomiale, un processo che richiedeva agli specialisti un giorno intero è ridotto a due ore. I piani prevedono lo sviluppo finale di un’intelligenza artificiale in grado di prevedere i movimenti delle proteine a livello atomico, sulla base del materiale genetico.


Un’analisi dettagliata utilizzando l’intelligenza artificiale generativa nelle fasi iniziali consentirebbe di concentrare le risorse sui farmaci candidati più promettenti, aumentando la probabilità di successo dello sviluppo. Ciò potrebbe portare a uno sviluppo più rapido di farmaci per il trattamento delle malattie infettive.

Chiude l’iconico Alta: il più famoso punto d’incontro di Tokyo

Chiude l’iconico Alta: il più famoso punto d’incontro di TokyoRoma, 25 mar. (askanews) – Un vero simbolo della Tokyo degli anni della “bolla” economica, i ruggenti anni ’80 fino ai ’90, sparirà presto. Studio Alta – il centro commerciale di fronte alla stazione ferroviaria di Shinjuku, la più trafficata del mondo – chiude bottega e la cosa rischia di creare un senso di spaesamento che va oltre il valore economico dell’annuncio in sé.


Questo perché Alta, che fu inaugurato nel 1979, era il punto d’incontro stabilito per tutti i tokiesi e non che avevano bisogno di darsi un appuntamento. La tentacolare stazione di Shinjuku è un posto dove si potrebbe tentar di cercare la persona con cui si ha un appuntamento per ore, senza trovarla. Così la simbolica facciata di Alta, con il suo maxischermo che punta proprio di fronte all’Uscita Est della stazione, è il luogo perfetto per fare da punto d’incontro. La risposta alla domanda “dove ci incontriamo?” è tuttora di prammatica: “Aruta-mae” (“Davanti all’Alta”). La formula, però, andrà presto in disuso. La facciata, infatti, fa parte di un centro commerciale multipiano che è stato per decenni fulcro della moda giovanile femminile, nonché nota location per uno degli spettacoli di varietà più famosi della Tv giapponese – “Waratte iitomo” – che però a sua volta ha chiuso i battenti nel 2014.


“Vorremmo esprimere la nostra più sincera gratitudine a tutti i nostri clienti che ci hanno supportato in questi tanti anni e scusarci profondamente per i disagi che la chiusura potrebbe causare”, recita un annuncio di chiusura, che è stata fissata non a brevissimo, cioè al 28 febbraio del prossimo anno. Nell’annuncio della direzione non sono spiegati i motivi della chiusura, ma probabilmente il fatto che il centro commerciale sia piuttosto piccolo e limitato, rispetto ai grandiu centri commerciali che affollano il quartiere di Shinjuku, il più ricco della megalopoli giapponese. Non è chiaro se l’attuale edificio verrà demolito ed eventualmente cosa verrà costruito al suo posto.

Cina, Xiaomi svela prezzo massimo della sua auto elettrica premium

Cina, Xiaomi svela prezzo massimo della sua auto elettrica premiumRoma, 25 mar. (askanews) – Le case automobilistiche cinesi concentrate sulle auto elettriche, continuano a farsi la guerra a ribassi dei prezzi. Oggi è la volta del braccio auto del gigante tech Xiaomi, che ha annunciato per il suo primo veicolo elettrico premium un prezzo che sarà inferiore a 500mila yuan (64mila euro). Lo riferisce il South China Morning Post.


L’azienda annuncerà giovedì sera la sua fascia di prezzo ufficiale e inizierà a prendere ordini per l’auto, soprannominata SU7, con l’abbreviazione SU per Speed Ultra. I commenti del CEO Lei Jun, diffusi attraverso il suo account Weibo ufficiale, segnano la prima volta che l’azienda dà un dettaglio sul prezzo della vettura di fascia alta. L’attesa per l’auto è cresciuta da quando Xiaomi ha presentato il veicolo a dicembre e ha annunciato che mira a diventare una delle cinque principali case automobilistiche del mondo. Lei lo ha pubblicizzato come dotato di una tecnologia in grado di fornire un’accelerazione migliore delle auto Tesla e dei veicoli elettrici Porsche.


L’SU7 sarà disponibile in due versioni: una con un’autonomia fino a 668 km con una singola carica e un’altra con un’autonomia fino a 800 km. In confronto, la Model S di Tesla ha un’autonomia fino a 650 km. Xiaomi si è impegnata a investire circa 9 miliardi di dollari in automobili nell’arco di un decennio ed è uno dei pochi nuovi attori nel mercato cinese dei veicoli elettrici ad ottenere l’approvazione delle autorità, che sono state riluttanti ad aumentare l’eccesso di offerta. Le sue auto vengono prodotte da un’unità della casa automobilistica statale BAIC Group in uno stabilimento di Pechino con una capacità annua di 200.000 veicoli.


Il lancio viene in momento di feroce guerra dei prezzi tra le case automobilistihce elettriche cinesi, guidate in particolare da BYD, il marchio che ha sorpassato Tesla come principale produttore di veicoli elettrici al mondo. Secondo un’analisi di 16.888.com, ripresa Bloomberg, la casa automobilistica con sede a Shenzhen sta attualmente scontando quasi tutti i modelli di auto elettriche e ibride che vende, come parte di una campagna di marketing che dichiara “l’elettricità è più economica del petrolio”.


BYD ha tagliato i prezzi su più di 100 versioni di modelli esistenti rispetto a dicembre e ha rilanciato altri 70 modelli con prezzi inferiori. Gli unici modelli non interessati provengono dal marchio Yangwang lanciato di recente, inclusa la supercar appena svelata, che costa 1,68 milioni di yuan (215mila euro).

Crisi immobiliare, Evergrande ritira richiesta protezione Chapter 15

Crisi immobiliare, Evergrande ritira richiesta protezione Chapter 15Roma, 25 mar. (askanews) – Evergrande, lo sviluppatore al centro della crisi immobiliare cinese, ha annunciato alla Borsa di Hong Kong il ritiro della richiesta di protezione del credito nell’ambito del Chapter 15 negli Usa in relazione al debito offshore della compagnia.


“Considerato che non si prevede che i Piani procedano nella loro forma attuale a seguito della nomina di liquidatori solidali per la Società, i liquidatori solidali comprendono che i consulenti legali degli ex rappresentanti esteri della Società, SJ e Tianji, hanno depositato documenti presso il tribunale degli Stati Uniti per ritirare le rispettive richieste del Capitolo 15 della Società”, si legge nella nota. Vengono tuttavia lasciate “aperte tutte le opzioni” e ci potrebbe essere la presentazione di nuove domande ex Chapter 15 nel caso in cui verrà ritenuto “necessario o appropriato”.


Evergrande è considerato lo sviluppatore più indebitato al mondo con oltre 300 miliardi di dollari (275 miliardi di euro) di passività, ed è accusato di aver gonfiato le sue entrate negli anni precedenti al suo collasso.

Premier Cina: abbatteremo barriere incontrate da aziende straniere

Premier Cina: abbatteremo barriere incontrate da aziende straniereRoma, 24 mar. (askanews) – La Cina è pronta a varare nuove regole per abbattere alcune delle barriere incontrate dalle aziende straniere. L’ha detto oggi il premier Li Qiang ai leader aziendali globali a Pechino nel China Development Forum.


“I fondamentali che sostengono la crescita economica a lungo termine della Cina rimangono invariati”, ha affermato il primo ministro, secondo quanto riporta il South China Morning Post. Li ha affermato che il governo cinese sta studiando “attentamente” alcune delle questioni sollevate frequentemente dalle imprese, tra cui l’accesso al mercato, gli appalti pubblici e il flusso di dati transfrontalieri. “Alcune questioni sono state sostanzialmente risolte, e per altre stiamo ancora lavorando su soluzioni per garantire una buona soluzione”.


Il premier ha anche affermato che Pechino renderà i servizi governativi più efficienti e proteggerà i diritti e gli interessi legittimi delle imprese di tutti i tipi: “Siamo convinti che una Cina più aperta porterà al mondo maggiori opportunità di cooperazione vantaggiosa per tutti”. Il China Development Forum, della durata di due giorni, riunisce uomini d’affari, accademici e funzionari ed è uno dei pochi luoghi in cui i leader imprenditoriali stranieri possono interagire con i leader statali cinesi.