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Cina: sanzioni Usa su tecnologia si riveleranno inutili

Cina: sanzioni Usa su tecnologia si riveleranno inutiliRoma, 5 mar. (askanews) – Il Congresso nazionale del popolo (Cnp), riunito a Pechino nell’ambito delle Due Sessioni, ha dichiarato oggi che le sanzioni Usa e le altre misure per contenere la Cina nella tecnologia – tra cui 5G, i semiconduttori e l’intelligenza artificiale – alla fine “si riveleranno inutili”. Lo riferisce il South China Morning Post.


“Per qualsiasi tecnologia conosciuta dall’uomo, non possono soffocarci. È solo questione di tempo”, ha detto il portavoce del Congresso nazionale del popolo Lou Qinjian a Pechino durante il primo giorno della riunione annuale. “La Cina – ha continuato – è ferma nella sua determinazione a garantire l’autosufficienza nella scienza e nella tecnologia. Nessun ostacolo tecnologico è troppo grande da superare finché persistiamo nei nostri sforzi”. Lou ha affermato che la risposta della Cina alla strategia di contenimento degli Stati Uniti non sarò l’autoisolamento ma piuttosto una chiamata alle armi per l’innovazione tecnologica e la collaborazione globale. “Rafforzaremo la creazione, l’applicazione e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale scientifica e tecnologica”, ha affermato Lou. “Parteciperemo inoltre attivamente alla rete globale di innovazione, promuoveremo congiuntamente la ricerca di base, faciliteremo la trasformazione dei risultati scientifici e tecnologici, coltiveremo nuovi motori di sviluppo economico e miglioreremo il benessere umano”.


Ha aggiunto che le pratiche della Casa Bianca che cercano di disaccoppiare, interrompere le catene di approvvigionamento o adottare un approccio da “piccolo cortile, recinzione alta” nei confronti della Cina non hanno fatto altro che ostacolare il progresso tecnologico globale, indebolire lo sviluppo industriale in tutto il mondo e ampliare il “divario nello sviluppo globale”. Le dichiarazioni vengono in un momento in cui le prospettive per l’industria cinese dei semiconduttori sotto le sanzioni statunitensi appaiono contrastate. Pechino fatica a produrre chip più avanzati, per qauanto industrie come Huawei abbiano fatto grandi passi in avanti. Al momento, i chip di fascia più alta, quelli ad alta capacità per l’intelligenza artificiale, sono appannaggio degli Stati uniti e dei paesi occidentali.


“I nostri futuri sforzi legislativi – ha detto ancora Lou – saranno orientati verso l’innovazione della stimolazione tecnologica, in particolare nell’affrontare le preoccupazioni etiche, morali e di sicurezza nelle tecnologie di frontiera come l’intelligenza artificiale e la biotecnologia, con l’obiettivo finale di perfezionare continuamente il quadro giuridico cinese per la scienza e la tecnologia”. Al momento la Cina non si è ancora dotata di una legge sull’IA, anche se lo scorso anno l’Amministrazione cinese per il cyberspazio ha pubblicato una bozza di regolamento di settore.

Cina, nel 2024 un target di crescita ambizioso ma flessibile

Cina, nel 2024 un target di crescita ambizioso ma flessibileRoma, 5 mar. (askanews) – Li Qiang, il premier cinese, ha aperto oggi i lavori dell’Assemblea nazionale del popolo (Anp) nell’ambito delle annuali Due Sessioni, con la consueta relazione di governo in cui ha dettato le linee di economia e gli obiettivi politici per il 2024. Il capo dell’esecutivo ha segnato un tracciato ambizioso, ma nello stesso tempo ha lasciato un margine di flessibilità, fissando un target ‘attorno al 5%’, come quello del 2023.


Si tratta di un fatto previsto dagli analisti, che tuttavia non esonera il governo dal centrare l’obiettivo dichiarato in un’occasione così formale, sotto l’occhio attento del presidente Xi Jinping, dopo una serie di avvicendamenti anche piuttosto traumatici all’interno della compagine governativa. Li ha chiarito che il suo governo spera di riuscire a creare, come effetto di questa crescita, qualcosa come 12 milioni di nuovi posti di lavoro, tenendo la disoccupazione per la popolazione urbana al 5,5% e l’inflazione al 3%.


Per quanto riguarda invece la politica di armamento, in un paese che ha l’ambizione di sfidare la supremazia militare degli Stati uniti, Li ha segnalato un incremento del budget del 7,2% a 1.600 miliardi di yuan (212,4 miliardi di euro). Facendo un paragone: il Dipartimento alla Difesa Usa ha proposto per il 2024 un budget per la difesa di 842 miliardi di dollari (776 miliardi di euro). Nulla di nuovo, invece, sul fronte della geopolitica. Riguardo alla questione di Taiwan, che la Cina considera parte integrante del suo territorio da redimere, Li ha ribadito la politica dell”Unica Cina’, segnalando la volontà di opporsi a ogni ambizione indipendentista dell’isola. Ha inoltre ripetuto la volontà di sostenere le amministrazioni patriottiche di Hong Kong, l’ex colonia britannica a statuto semi-autonomo, e Macao, ex colonia portoghese.


Li ha parlato a Pechino di fronte a 3.000 deputati dell’Anp, nel secondo giorno delle Due Sessioni, che includono anche i lavori degli oltre 2.100 membri della Conferenza consultiva politica del popolo cinese (Ccppc) iniziati ieri. Dopo quattro anni di severi controlli anti-Covid, quest’anno i partecipanti circolano senza mascherine. Tuttavia, hanno dovuto comunque eseguire un test con tampone nasale pre-evento prima di partecipare alle riunioni nella Grande Sala del Popolo. ECONOMIA


Il primo ministro – al suo debutto da capo del governo nelle Due Sessioni – ha ammesso le difficoltà che l’economia cinese si trova ad affrontare, sia per la congiuntura esterna sia per problemi strutturali. ‘Abbiamo dovuto fronteggiare sfide mulgiple lo scorso anno e i nostri risultati sono stati ottenuti a costo di fatica. Guardando al contesto globale, i fattori esterni hanno avuto un impatto negativo sul nostro sviluppo. Internamente, dopo tre anni di pandemia, la ripresa economica è stata difficile. Sono apparse evidenti fragilità accumulate e profondamente radicate’, ha ammesso Li. Ciononostante, l’industria cinese ha potuto ottenere dei grandi risultati, ha affermato ancora il premier. In particolare, il capo del governo ha segnalato l’esempio dell’aereo a fusoliera stretta C919, il primo aereo commerciale di queste dimensioni interamente sviluppato e costruito in Cina, che nei giorni scorsi ha fatto il suo debutto internazionale e ha l’ambizione di sfidare il Boeing 737 Usa e l’A320 Airbus europeo. Inoltre ha rivendicato la leadership acquisita dalla Cina nel comparto dell’auto elettrica. Per il 2024, Li ha fissato il target di Pil ‘attorno al 5%’, con un tasso d’inflazione al 3% e una disoccupazione urbana attorno al 5,5%, mantenendo il rapporto tra deficit e Pil al di sotto del 3%. La crescita auspicabilmente, secondo il primo ministro, dovrebbe portare alla creazione di 12 milioni di posti di lavoro. ‘Raggiungere questi obiettivi non sarà semplice: dovremo mantenere la concentrazione politica, lavorare duro e mobilitare uno sforzo concertato da parte di tutti i settori’, ha spiegato nella relazione il capo del Consiglio di Stato, che è come è chiamato l’esecutivo cinese. Nel 2023 il Pil cinese è cresciuto del 5,2% – superando l’obiettivo di ‘circa il 5%’ fissato anche lo scorso anno – anche se alcuni analisti stranieri mettono in dubbio questo risultato. Wan Zhe, un economista della Scuola Normale di Pechino ha definito, parlando con il giornale ufficiale Global Times, lo stesso target per il 2024 ‘ambizioso’, un segnale che ‘il governo centrale ha una relativa fiducia’ nell’economia. Il Fondo monetario internazionale, invece, prevede per la Cina una crescita del 4,6% nel 2024. Per alimentare questa crescita, però, servirà benzina. Nei giorni scorsi gli analisti hanno segnalato una crescente pressione da parte degli investitori affinché Pechino metta soldi in campo per uscire dalle secche. Li Qiang ha annunciato nel suo discorso che il governo emetterà bond per 3.900 miliardi di yuan (500 miliardi di euro) e troverà soluzioni per far fronte alla crisi di finanziamento per i governi locali. Nello stesso tempo, però, applicherà un rigoroso monitoraggio sulla spesa, intensificando i controlli sull’utilizzo dei fondi pubblici. C’è inoltre un progetto per l’emissione di obbligazioni speciali del Tesoro a lunghissimo termine per diversi anni consecutivi a partire da quest’anno. Avranno l’obiettivo di finanziare le principali strategie nazionali e la costruzione di capacità di sicurezza in aree chiave. La prima emissione sarà di 1.000 miliardi di yuan (128 miliardi di euro). Li inoltre ha ribadito l’impegno a favorire i consumi; a sostenere i giovani talenti nel settore hi-tech, nel quale la Cina deve rapidamente rafforzare le aree di autosufficienza (leggi chip); a riformare il sistema fiscale; a sostenere l’industria innovativa (veicoli a guida autonoma ed elettrici, ma anche aerei commerciali e bio-industria); a continuare sulla via della decarbonizzazione; ad abbattere ulteriori barriere per dare accesso più semplice agli investitori privati, anche stranieri. Per quanto riguarda questi ultimi, Li ha promesso di aprire più settori agli investimenti esteri – telecomunicazioni e i servizi medici – e di “abolire completamente” la soglia per gli investimenti esteri nel settore manifatturiero. Inoltre abbatterà una serie di barriere, anche burocratiche, che rendono difficili gli investimenti dall’estero. Sulle principali fragilità – settore immobiliare e debito ‘nascosto’ dei veicoli d’investimento dei governi locali – Li Qiang ha detto che il governo si attiverà in modo da disinnescarli. Per la questione della casa, fornirà maggiori garanzie per gli acquirenti e alloggi sovvenzionati. CORRUZIONE La campagna anti-corruzione voluta da Xi, che è un segno distintivo della sua presidenza dall’arrivo al potere nel 2012, continuerà anche quest’anno. “Porteremo avanti lo spirito di auto-riforma. Resteremo concentrati sul miglioramento della condotta, sull’inasprimento della disciplina e sulla lotta alla corruzione”, ha detto il premier, ribadendo la fedeltà al presidente a l’aderenza alle linee dettate dal Partito comunista cinese, di cui Xi Jinping è segretario generale. DIFESA La Cina, ancora, nel 2024 continuerà a rafforzare complessivamente ‘l’addestramento militare e la prontezza al combattimento” dell’Esercito di liberazione popolare, per ‘proteggere con fermezza la sovranità nazionale, la sicurezza e gli interessi nazionali’. Nel 2024 saranno fatti ‘passi cruciali per raggiungere gli obiettivi’ delle forze armate cinesi. In tal senso, il budget sarà incrementato del 7,2% a 1.600 miliardi di yuan (212,4 miliardi di euro). Lo strumento militare supporterà una politica estera pacifica, secondo l’ormai rodato concetto di relazioni che siano improntate a un approccio ‘win-win’ e nell’ambizione di una riforma del sistema del governance globale. HONG KONG E MACAO Non ci sono novità sulle due ex colonie: la Cina proseguirà, nelle parole di Li, nella politica che prevede che le due regioni amministrative speciali siano ‘governate da patrioti’. Cioè la stretta voluta in particolare a Hong Kong con la legge sulla sicurezza nazionale continuerà a delimitare gli spazi di libertà previsti nell’ex colonia britannica. TAIWAN Nessuna novità sostanziale neanche su Taiwan, per il quale Pechino continuerà a perseguire la politica id riunificazione e di opposizione risoluta alle spinte indipendentiste e alle interferenze esterne. Nello stesso tempo, promuoverà uno sviluppo pacifico delle relazioni, nella cornice del concetto dell”Unica Cina’.

In Giappone l’impiego è sempre meno “a vita”

In Giappone l’impiego è sempre meno “a vita”Roma, 4 mar. (askanews) – Un totem dell’economia giapponese – il sistema dell’impiego a vita – è sempre meno solido e soprattutto i giovani tendono a fare scelte diverse che consentono loro di coltivare altri interessi oltre a quello per il lavoro. Secondo quanto scrive oggi il Nikkei, il numero di persone tra i 25 e i 34 anni che hanno scelto di lavorare con modalità non fisse – i cosiddetti “freeter” – è salito di 730mila nel 2023, 140mila in più rispetto al 2013.


Non si tratta di un ripiego, perché il numero di coloro che si sono trovati costretti ad accettare questo tipo di soluzioni lavorative a causa di mancanza di altre opzioni si è sostanzialmente dimezzato, mentre coloro che dicono di voler “lavorare quando fa loro comodo” sono aumentati di 10,6 punti percentuali rispetto al 2013, arrivando al 31,9%. “Sempre più persone cercano una vita appagante al di fuori del lavoro. I valori del lavoro stanno cambiando”, ha affermato il professor Shintaro Yamaguchi della Graduate School of Economics dell’Università di Tokyo.


Considerando tutte le generazioni, il numero di persone che svolgono lavori irregolari perché non riuscivano a trovare un lavoro a tempo pieno è in calo. Nel 2023, il numero era di 1,96 milioni, in calo di 1,45 milioni rispetto al 2013. L’economia giapponese è in via di guarigione dopo il grande terremoto del Giappone orientale nel 2011, con il tasso di disoccupazione rimasto al di sotto del 4% dal 2014. Il rapporto tra offerte di lavoro e persone in cerca di lavoro è rimasto superiore a 1.


Il Ministero del Lavoro ha anche spinto il passaggio a posizioni a tempo pieno fornendo sussidi. Si ritiene che il programma abbia consentito a poco più di 780.000 persone di passare a posizioni a tempo pieno dall’anno fiscale 2013 all’anno fiscale 2022. Tuttavia il numero totale di lavoratori non regolari è salito a 21,24 milioni nel 2023, con un aumento di 2,18 milioni rispetto al 2013. Il salto è dovuto al fatto che le persone anziane lavorano oltre la tradizionale età pensionabile. Il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni che desiderano lavorare con un orario flessibile è stato pari a 1,45 milioni nel 2023, in aumento di 890.000 rispetto al 2023.


Il fatto che sempre più lavoratori scelgono posizioni flessibili, da questo punto di vista, potrebbe dover costringere il governo a rimettere in discussione i programmi di sicurezza sociale esistenti. Dato che i lavoratori non regolari guadagnano generalmente il 30% in meno rispetto ai dipendenti regolari, i loro contributi previdenziali saranno inferiori, con conseguente erogazione pensionistica insufficiente.

Cina: popolazione a medio reddito supera i 500 milioni

Cina: popolazione a medio reddito supera i 500 milioniRoma, 4 mar. (askanews) – La classe media cinese ha superato un terzo della popolazione, in una fase che però è di forte rallentamento demografico ed economico per il secondo paese più popoloso al mondo. Secondo un commento pubblicato su un quotidiano statale cinese, l’Economic Daily, sono oltre 500 milioni i cinesi che possono essere considerati a medio reddito.


L’articolo in prima pagina è stato pubblicato alla vigilia dell’apertura delle tradizionali riunioni delle Due Sessioni con lo pseudonimo di Zhao Caiwen, che secondo il South China Morning Post è legato alla Commissione centrale per gli affari finanziari ed economici del Partito comunista cinese. Secondo Zhao, il potere d’acquisto di questo gruppo, insieme insieme all’urbanizzazione e all’innovazione tecnologica, saranno le principali forze trainanti della Cina del futuro.


Il commento fa riferimento alle fasi della teoria della crescita dell’economista americano Walt Rostow e sostiene che la Cina è “in quella che Rostow chiama una fase di elevato consumo di massa, e il mercato cinese ha un enorme potenziale di sviluppo e un’attrattiva globale”. La precedente stima ufficiale stimava la popolazione totale a reddito medio a 400 milioni nel 2019, ma l’articolo non fornisce una fonte per la cifra di 500 milioni e non esiste una definizione ufficiale di ciò che costituisce questo gruppo.


Ufficialmente l’economia cinese è cresciuta del 5,2% nel 2023, ma molti ricercatori indipendenti stimano che la crescita sia stata molto inferiore: il suo Pil pro capite ammonta a 89.358 yuan (11.451 euro), circa il 17% di quello degli Stati Uniti.

Cina, oggi si aprono le “Due Sessioni”: cosa ci dobbiamo attendere

Cina, oggi si aprono le “Due Sessioni”: cosa ci dobbiamo attendereRoma, 4 mar. (askanews) – Le “Due Sessioni” – le tradizionali riunioni annuali del Congresso nazionale del popolo (NPC) e della Conferenza politica consultiva nazionale del poplo cinese (CCPPC) – iniziano oggi e presentano quest’anno diversi motivi d’interesse, alla luce della difficoltà per la Cina di uscire dalle secche economiche, iniziate con la pandemia.


Un momento molto importante sarà domani, 5 marzo, quando – in apertura del Congresso nazionale del popolo, mentre la Conferenza consultiva apre oggi i battenti – il primo ministro Li Qiang terrà la sua relazione di lavoro, la prima da capo dell’esecutivo cinese, di fronte ai circa 3mila delegati del Congresso (la Conferenza consultiva ne conta invece più di 2mila). Dal primo ministro ci si attendono parole chiare su un piano per indirizzare la situazione economica del paese. Li è stato nominato a marzo 2023 e, tra i suoi primi atti, il premier ha introdotto misure di sostegno senza precedenti al settore privato, seguite da una serie di misure a sostegno delle imprese straniere in agosto. Ma questo non è stato sufficiente a migliorare il “sentiment” delle imprese e a consolidare la sua figura in termini di leadership economica.


Il primo ministro, invece, non terrà la tradizionale conferenza stampa a conclusione dei lavori del Congresso nazionale del popolo, una delle rare occasioni nelle quali i giornalisti internazionali possono interpellare i vertici dello stato cinese in merito alle direzioni che intendono imprimere alla politica socio-economica e globale di Pechino. Un primo tema per il governo cinese sarà quello di far convivere le esigenze della sicurezza nazionale con l’apertura alla possibilità d’investimento per le imprese straniere. Ancora pochi giorni fa c’è stato un ulteriore inasprimento delle norme contro lo spionaggio che rendono ulteriormente complessa l’attività delle aziende estere.


Nel marzo 2023, Xi Jinping ha dichiarato al Congresso nazionale del popolo che “la sicurezza è il fondamento dello sviluppo, mentre la stabilità è un prerequisito per la prosperità”, dando un segnale di preminenza del tema della sicurezza sull’apertura economica. Eppure ci sono stati anche segnali diversi, come un recente articolo della Commissione centrale per gli affari finanziari ed economici, che è presieduta dallo stesso Xi, in cui si afferma che la spinta per la sicurezza a scapito di tutto il resto, inclusa la crescita economica, è andato troppo in là. Le Due Sessioni ci diranno se è in corso un riequilibrio o meno su questo terreno, anche alla luce della situazione del più grande competitor globale, gli Stati uniti, che quest’anno vanno al voto presidenziale con la prospettiva nel migliore dei casi del mantenimento di una politica di restrizioni e dazi nei confronti di Pechino e, nel peggiore (cioè per la Cina l’elezione di Donald Trump), di un ulteriore inasprimento degli stessi.


Un altro elemento cruciale è la definizione del nuovo obiettivo di crescita del prodotto interno lordo. Li Qiang dovrà annunciare nella sua relazione del 5 marzo questo dato cruciale. L’anno scorso, l’economia è cresciuta del 5,2% dopo che le autorità avevano fissato un obiettivo di “circa il 5%”. Le previsioni credibili per l’obiettivo del 2024 vanno dal 4,5% al 5,5%, anche se ci sono state voci dal mondo economico che hanno chiesto un obiettivo più ambizioso. Da questo target dipenderanno la politica fiscale e monetaria della Cina per l’anno in corso, nonché i piani delle aziende per tutto il 2024. Un obiettivo basso contribuirebbe a rendere meno coraggiosa l’azione dei funzionari e dei manager, ma d’altronde un target troppo alto creerebbe aspettative di stimoli aggressivi ma anche preoccupazioni sulla tenuta del debito. Sul fronte fiscale, in realtà, bisognerà tenere gli occhi aperti anche sull’obiettivo di deficit di bilancio del governo centrale, la quota annuale di obbligazioni delle amministrazioni locali (cruciali per il settore immobiliare in profonda crisi) e l’eventuale via libera del Congresso nazionale del popolo a eventuali emissioni di titoli del Tesoro speciali. Questi servirebbero a finanziare lo stimolo infrastrutturale, per rafforzare la crescita e dare ossigeno al settore delle costruzioni. Da chiarire sarà, ancora, l’azione del governo volta a rilanciare la domanda in un momento in cui la fiducia dei consumatori rimane vicina ai minimi storici: l’indice della fiducia dei consumatori dell’Ufficio nazionale di statistica è risultato essere 87,6 a dicembre, vicino al suo minimo storico di 85,5 dal novembre 2022, quando erano ancora in vigore controlli zero-Covid. Quindi sarà importante capire come il governo intende far crescere il reddito delle famiglie, come riformerà una serie di parametri imoportanti per i consumi, tra i quali la copertura previdenziale e il restrittivo sistema di registrazione delle famiglie (hukou). Gli analisti si attendono di capire, in particolare, se Pechino metterà in campo ulteriori stimoli economici dopo che le misure introdotte nel 2023 non sono riuscite a sostenere il settore immobiliare in difficoltà, mentre la fiducia delle imprese è svanita. Ci sono poi questioni di politica estera che hanno una loro ricaduta anche economica e, per i quali, si avranno durante le Due Sessioni spunti interesanti. Durante la Conferenza consultiva si parlerà sicuramente di Taiwan, dopo il cambio della presidenza dell’isola, e lo stesso Xi potrebbe toccare questioni geopolitiche durante i tanti incontri a cui prenderà parte. Importante, dal punto di vista europeo, sarà capire se e quali strumenti di ritorsione verranno ventilati nei confronti dell’Ue, che sta ponendo crescenti restrizioni al commercio con Pechino nell’ambito della sua politica di riduzione del rischio Cina. E poi ci sono i conflitti in Ucraina e quello in Medio Oriente e nel Mar Rosso.

Il Giappone brinda per record della Borsa di Tokyo

Il Giappone brinda per record della Borsa di TokyoRoma, 4 mar. (askanews) – Il Giappone sta vivendo con forte ottimismo le notizie che arrivano dalla Borsa di Tokyo, dove l’indice Nikkei oggi ha superato per la prima volta nella sua storia i 40.000 yen, fermandosi a quota 40.087,07. Il governo interpreta questa corsa al rialzo come un segnale di fiducia nell’economia nipponica da parte degli investitori.


“Da quando la mia amministrazione è salita al potere, mi sono concentrato sulla politica economica, ponendo particolare enfasi sull’aumento dei salari, sulla promozione degli investimenti e sulla promozione della scienza, della tecnologia e dell’innovazione”, ha segnalato il primo ministro Fumio Kishida, secondo quanto riporta la televisione pubblica NHK. “Seguendo l’andamento della trasformazione economica del Giappone, sono fortemente convinto che gli operatori di mercato stiano dando valutazioni positive e il governo lavorerà per realizzare un ciclo virtuoso che includa aumenti strutturali dei salari per far sì che questi movimenti possano radicarsi”.


Kishida ha chiesto che nella consueta trattativa di primavera (shunto) tra aziende e sindacati si possa realizzare un aumento dei salari che superi l’inflazione e faccia riguadagnare reddito reale alle famiglie, anche alla luce del possibile cambio di politica monetaria da parte della Banca del Giappone che potrebbe in primavera chiudere con la pluridecennale politica di tassi negativi. Nel corso di una conferenza stampa mattutina, il capo di gabinetto Yoshimasa Hayashi, che fa da portavoce del governo, ha precisato ulteriormente: “Più fondi verranno dirottati dai risparmi agli investimenti, e le aziende utilizzeranno tali fondi per la crescita e gli investimenti, più aumenterà il beneficio. Vogliamo realizzare un ciclo virtuoso in cui questo denaro venga restituito alle famiglie sotto forma di reddito, portando a ulteriori investimenti e consumi”.


In questo senso, ha proseguito Hayashi, “siamo molto incoraggiati dalla valutazione positiva di questi sforzi per trasformare l’economia giapponese, anche da parte di coloro che sono coinvolti nel mercato, e vorremmo andare avanti con fermezza senza preoccuparci del livello dei prezzi delle azioni”. In particolare, a spingere verso l’alto il Nikkei sono stati i titoli azionari delle società produttrici di semiconduttori, che sono stimolati dall’aspettativa di un boom della domanda nel settore dell’intelligenza artificiale generativa.


I titoli legati ai chip, come i produttori di apparecchiature Tokyo Electron e Advantest, hanno gvisto il valore del loro titolo oggi crescere rispettivamente del 2,4% e del 3,7%. Il Nikkei è cresciuto del 19% dall’inizio dell’anno dopo essere salito del 28% nel 2023. In questo primo scorcio del 2024 ha inanellato una serie di record, che hanno ricordato a molti analisti gli anni della cosiddetta “bubble economy”, cioè gli anni ’80. A spingere, inoltre, sono stati gli investitori stranieri che godono delle recenti riforme del sistema di governance aziendale, oltre che dello yen debole (deprezzato anche per le politiche ultraespansive della Banca del Giappone) e del nuovo programma d’investimenti con tassazione differita previsto per i piccoli risparmiatori e denominato NISA, che ha dirottato molto denaro dai risparmi agli investimenti.

Cina, cancellata la tradizionale conferenza stampa del premier

Cina, cancellata la tradizionale conferenza stampa del premierRoma, 4 mar. (askanews) – La Cina ha dichiarato che il primo ministro Li Qiang non terrà la tradizionale conferenza stampa al termine del Congresso nazionale del popolo (NPC), che si svolge in questi giorni nell’ambito delle cosiddette Due Sessioni. Si tratta di un appuntamento importante, uno dei pochi squarci sulle future scelte economiche e politiche del governo cinese dei prossimi 12 mesi.


L’annuncio è stato fatto dal portavoce Lou Qinjian poco prima dell’inizio delle Due Sessioni, una formula che indica la parallela convocazione della Conferenza consultiva politica del popolo cinese (Cppcc) e dell’Anp. Lou ha affermato che i media e il pubblico possono “accedere facilmente” alle informazioni attraverso i rapporti del governo pubblicati durante i lavori di una settimana, nonché attraverso le interviste ai legislatori Tradizionalmente il capo del governo e numero due di Pechino incontrava i giornalisti l’ultimo giorno dell’NPC. E’ almeno dal 1991 che questo appuntamento era considerato un dato di fatto dagli inviati stranieri.


Il premier Li ha sostituito il suo predecessore, il defunto Li Keqiang, all’NPC dello scorso anno e ha tenuto il suo briefing di debutto con i media.

Cina, da domani le “Due Sessioni”: cosa ci dobbiamo attendere

Cina, da domani le “Due Sessioni”: cosa ci dobbiamo attendereRoma, 3 mar. (askanews) – Le “Due Sessioni” – le tradizionali riunioni annuali del Congresso nazionale del popolo (NPC) e della Conferenza politica consultiva nazionale del poplo cinese (CCPPC) – iniziano domani, il 4 marzo, e presentano quest’anno diversi motivi d’interesse, alla luce della difficoltà per la Cina di uscire dalle secche economiche, iniziate con la pandemia.


Un momento molto importante sarà il 5 marzo, quando – in apertura del Congresso nazionale del popolo, mentre la Conferenza consultiva apre i battenti il giorno precedente – il primo ministro Li Qiang terrà la sua relazione di lavoro, la prima da capo dell’esecutivo cinese, di fronte ai circa 3mila delegati del Congresso (la Conferenza consultiva ne conta invece più di 2mila). Dal primo ministro ci si attendono parole chiare su un piano per indirizzare la situazione economica del paese. Li è stato nominato a marzo 2023 e, tra i suoi primi atti, il premier ha introdotto misure di sostegno senza precedenti al settore privato, seguite da una serie di misure a sostegno delle imprese straniere in agosto. Ma questo non è stato sufficiente a migliorare il “sentiment” delle imprese e a consolidare la sua figura in termini di leadership economica.


Un primo tema per il governo cinese sarà quello di far convivere le esigenze della sicurezza nazionale con l’apertura alla possibilità d’investimento per le imprese straniere. Ancora pochi giorni fa c’è stato un ulteriore inasprimento delle norme contro lo spionaggio che rendono ulteriormente complessa l’attività delle aziende estere. Nel marzo 2023, Xi Jinping ha dichiarato al Congresso nazionale del popolo che “la sicurezza è il fondamento dello sviluppo, mentre la stabilità è un prerequisito per la prosperità”, dando un segnale di preminenza del tema della sicurezza sull’apertura economica. Eppure ci sono stati anche segnali diversi, come un recente articolo della Commissione centrale per gli affari finanziari ed economici, che è presieduta dallo stesso Xi, in cui si afferma che la spinta per la sicurezza a scapito di tutto il resto, inclusa la crescita economica, è andato troppo in là.


Le Due Sessioni ci diranno se è in corso un riequilibrio o meno su questo terreno, anche alla luce della situazione del più grande competitor globale, gli Stati uniti, che quest’anno vanno al voto presidenziale con la prospettiva nel migliore dei casi del mantenimento di una politica di restrizioni e dazi nei confronti di Pechino e, nel peggiore (cioè per la Cina l’elezione di Donald Trump), di un ulteriore inasprimento degli stessi. Un altro elemento cruciale è la definizione del nuovo obiettivo di crescita del prodotto interno lordo. Li Qiang dovrà annunciare nella sua relazione del 5 marzo questo dato cruciale. L’anno scorso, l’economia è cresciuta del 5,2% dopo che le autorità avevano fissato un obiettivo di “circa il 5%”. Le previsioni credibili per l’obiettivo del 2024 vanno dal 4,5% al 5,5%, anche se ci sono state voci dal mondo economico che hanno chiesto un obiettivo più ambizioso. Da questo target dipenderanno la politica fiscale e monetaria della Cina per l’anno in corso, nonché i piani delle aziende per tutto il 2024. Un obiettivo basso contribuirebbe a rendere meno coraggiosa l’azione dei funzionari e dei manager, ma d’altronde un target troppo alto creerebbe aspettative di stimoli aggressivi ma anche preoccupazioni sulla tenuta del debito.


Sul fronte fiscale, in realtà, bisognerà tenere gli occhi aperti anche sull’obiettivo di deficit di bilancio del governo centrale, la quota annuale di obbligazioni delle amministrazioni locali (cruciali per il settore immobiliare in profonda crisi) e l’eventuale via libera del Congresso nazionale del popolo a eventuali emissioni di titoli del Tesoro speciali. Questi servirebbero a finanziare lo stimolo infrastrutturale, per rafforzare la crescita e dare ossigeno al settore delle costruzioni. Da chiarire sarà, ancora, l’azione del governo volta a rilanciare la domanda in un momento in cui la fiducia dei consumatori rimane vicina ai minimi storici: l’indice della fiducia dei consumatori dell’Ufficio nazionale di statistica è risultato essere 87,6 a dicembre, vicino al suo minimo storico di 85,5 dal novembre 2022, quando erano ancora in vigore controlli zero-Covid. Quindi sarà importante capire come il governo intende far crescere il reddito delle famiglie, come riformerà una serie di parametri imoportanti per i consumi, tra i quali la copertura previdenziale e il restrittivo sistema di registrazione delle famiglie (hukou). Ci sono poi questioni di politica estera che hanno una loro ricaduta anche economica e, per i quali, si avranno durante le Due Sessioni spunti interesanti. Durante la Conferenza consultiva si parlerà sicuramente di Taiwan, dopo il cambio della presidenza dell’isola, e lo stesso Xi potrebbe toccare questioni geopolitiche durante i tanti incontri a cui prenderà parte. Impoertante, dal punto di vista europeo, sarà capire se e quali sturmenti di ritorsione verranno ventilati nei confronti dell’Ue, che sta ponendo crescenti restrizioni al commercio con Pechino nell’ambito della sua politica di riduzione del rischio Cina. E poi ci sono i conflitti in Ucraina e quello in Medio Oriente e nel Mar Rosso.

Sony taglia 900 posti di lavoro della divisione PlayStation

Sony taglia 900 posti di lavoro della divisione PlayStationRoma, 28 feb. (askanews) – Sony taglierà di 900 unità la forza lavoro per la sua divisione che produce la PlayStation, Sony Interactive Entertainment. L’ha annunciato il presidente della controllata dal conglomerato giapponese Jim Ryan in un comunicato.


“La community PlayStation significa tutto per noi, quindi ho ritenuto importante aggiornarvi su una giornata pesante per la nostra azienda. Abbiamo preso la decisione estremamente difficile di annunciare il nostro piano per iniziare una riduzione del nostro organico complessivo a livello globale di circa l’8% o di circa 900 persone, soggetto alle leggi locali e ai processi di consultazione. I dipendenti di tutto il mondo, compresi i nostri studi, sono colpiti”, ha spiegato Ryan. Il settore “è cambiato immensamente e dobbiamo prepararci al futuro per preparare l’azienda a ciò che ci aspetta” ha continuato il presidente che è anche amministratore delegato.


Il mese scorso Microsoft ha annunciato il taglio di 2mila lavoratori dopo l’acquisizione dello sviluppatore di giochi Activision Blizzard Games.

Sudcorea in crisi demografica, tasso fertilità in calo

Sudcorea in crisi demografica, tasso fertilità in caloRoma, 28 feb. (askanews) – Oltre alla Cina e al Giappone, anche la Corea del Sud si trova a dover affrontare una grave crisi d’invecchiamento della popolazione. Il tasso di fertilità della Corea del Sud – scrive oggi Nikkei Asia – è sceso a un altro minimo storico nel 2023. I dati dell’agenzia nazionale di statistica mostrano che il numero medio di nascite durante gli anni riproduttivi di una donna è stato pari a 0,72 nel 2023, in calo rispetto a 0,78 nel 2022.


Un paese ha bisogno di un tasso di fertilità pari a 2,1 affinché la sua popolazione rimanga stabile. La Corea del Sud è una delle società che invecchiano più rapidamente al mondo, il che apre alla prospettiva di un declino economico e di uno squilibrio sempre più marcato del sistema di welfare. Nel marzo dello scorso anno, il presidente Yoon Suk Yeol ha partecipato a una riunione del comitato governativo dedicato proprio basso tasso di fertilità e ha sottolineato come negli ultimi 15 anni il Paese abbia speso più di 210 miliardi di dollari in politiche volte a invertire il trend della natalità, senza risultati apprezzabili.


Yoon si è impegnato a rivedere l’approccio del governo per concentrarsi sul rendere l’assistenza all’infanzia e l’istruzione più accessibili, aiutando allo stesso tempo i genitori a conciliare lavoro e famiglia. La Corea del Sud è la terza economia dell’Asia orientale e, come le altre due principali, registra una grave crisi demografica. Ieri il governo giapponese ha annunciato che, secondo i dati preliminari, il numero di bambini nati nel paese è sceso al minimo storico nel 2023. L’anno scorso le nascite sono diminuite del 5,1% rispetto all’anno precedente, registrando un totale di 758.631. Il capo del gabinetto nipponi Yoshimasa Hayashi ha descritto il calo del tasso di natalità come “una situazione critica” e ha affermato che il governo adotterà “passi senza precedenti” per affrontarla.


In Cina la popolazione complessiva è diminuita di 2,08 milioni lo scorso anno a 1,4097 miliardi, rispetto a 1,4118 miliardi nel 2022, mentre le nascite sono diminuite del 5,6% a 9,02 milioni nel 2023. A Taiwan, il tasso di fertilità è in calo da oltre un decennio e nel 2022 è sceso a 0,87 nascite per donna. Il Consiglio nazionale per lo sviluppo di Taipei ha evidenziato la tendenza delle persone a sposarsi più tardi, o a non sposarsi affatto, come fattori del declino.