La Cina avvia maxi-indagine nazionale sui dati
La Cina avvia maxi-indagine nazionale sui datiRoma, 20 feb. (askanews) – La Cina ha avviato la sua prima indagine nazionale sui dati, chiedendo a tutte le entità correlate – dalle aziende alla polizia – di fornire informazioni sulle proprie risorse. Lo riferisce oggi il South China Morning Post.
La nuova National Data Administration (NDA) è alla guida di questa indagine. Secondo una dichiarazione rilasciata dalla NDA, dall’Amministrazione cinese del cyberspazio (CAC), dal ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’informazione e dal ministero della Pubblica sicurezza, tutte le entità che producono, archiviano, mettono in circolazione, scambiano, sviluppano e utilizzaono dati sono coinvolte nell’indagine. Dovranno quindi partecipare uffici dati provinciali e dipartimenti di pubblica sicurezza, imprese statali, società di gestione di piattaforme Internet, società di intelligenza artificiale, laboratori nazionali e e federazioni di settore. Saranno chiamati a compilare questionari online, da inviare entro il 5 marzo.
L’indagine mira a “fornire supporto sui dati per il futuro processo decisionale e la creazione di zone dimostrative per l’applicazione dei dati”, afferma la NDA nella dichiarazione. In un piano triennale pubblicato alla fine dello scorso anno, la NDA ha fissato l’obiettivo di raggiungere una crescita annua di oltre il 20% per il settore dei dati entro il 2026 e di raddoppiare le transazioni di dati. Entro quello stesso anno, la Cina dovrebbe avere più di 300 applicazioni dati “tipiche”, alcune zone dimostrative delle applicazioni dati e una serie di fornitori di dati e agenzie terze “innovativi e influenti”.
Secondo i dati CAC, la Cina ha generato circa 8,1 zettabyte di dati nel 2022, una quantità che riempirebbe più di 8 miliardi di computer domestici di fascia alta, posizionandosi seconda solo agli Stati Uniti. Il valore dell’economia digitale cinese ha raggiunto i 50.200 miliardi di yuan (6.476 miliardi di euro) nel 2022, pari al 41,5% del Pil.
“Il coinvolgimento del Ministero della Pubblica Sicurezza – che non era tra i 17 ministeri e amministrazioni che hanno approvato il piano d’azione 2024-2026 – indica probabilmente il sostegno da parte dei massimi dirigenti”, ha detto un ricercatore, sentito dal South China Morning Post. Per l’indagine, i dipartimenti provinciali di pubblica sicurezza dovranno indicare quanti “sistemi sensibili” e “infrastrutture strategiche” hanno gestito i loro “dati chiave” negli ultimi due anni. Verrà inoltre chiesto loro quanti casi di rischio alla sicurezza dei dati hanno gestito nel 2022 e nel 2023. Gli operatori di telecomunicazioni dovranno fornire i nomi e le aree di business delle entità estere che hanno visitato i 10 siti Web e app più importanti in Cina negli ultimi due anni. Verrà inoltre chiesto loro quale sarà il volume del traffico – compresi in entrata e in uscita – nel 2022 e nel 2023. Anche le piattaforme Internet e le aziende tecnologiche dovranno fornire informazioni sul traffico, nonché sugli utenti e sui server, e dichiarare se utilizzano l’intelligenza artificiale nell’analisi dei dati e in altri settori.