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Giappone, Kishida: faremo aumentare salari oltre tasso inflazione

Giappone, Kishida: faremo aumentare salari oltre tasso inflazioneRoma, 30 gen. (askanews) – Quest’anno i lavoratori giapponesi otterranno aumenti salariali superiori al tasso di inflazione. L’ha promesso oggi il primo ministro Fumio Kishida, in un atteso discorso alla Dieta – il parlamento nipponico – per delineare la politica economica del governo.

“Dobbiamo prendere tutte le misure possibili per aumentare i redditi al di sopra dell’aumento dei prezzi quest’anno”, ha detto Kishida. “Dobbiamo creare – ha continuato – una società in cui le persone diano per scontato che i loro salari aumenteranno.” Kishida considera l’aumento dei salari come la chiave per sfuggire alla battaglia ormai pluridecennale del Giappone con la deflazione, caratterizzata da prezzi, retribuzioni e tassi di interesse bassi.

Gli aumenti salariali derivanti dalle trattative sindacali della primavera dello scorso anno hanno raggiunto il livello più alto degli ultimi 30 anni, ma la crescita non è riuscita a tenere il passo con l’aumento dei prezzi. Le trattative sindacali iniziate quest’anno promettono di superare il record per porre termine a uno smottamento dei salari reali, che a novembre sono risultati in discesa per il 20mo mese consecutivo. Una situazione, questa, che deprime i consumi e rende più difficile per la Banca del Giappone (BoJ) uscire da una politica monetaria ultra-espansiva volta a dopare l’economia. L’indice principale dei prezzi al consumo è aumentato del 3,1% nel 2023, il più alto in quattro decenni. Ma questo tasso d’inflazione è stato legato alla dinamica dei prezzi delle materie prime, di cui il Giappone ha carenza, alla luce dell’instabile situazione geopolitica. La BoJ punta ad avere un’inflazione stabilmente al 2% per smuovere verso criteri più restrittivi la sua politica monetaria.

Kishida ha assicurato che il rilancio dell’economia è la sua “più grande missione” e ha espresso l’intenzione di sostenere gli aumenti salariali per le piccole e medie imprese e i lavoratori part-time, oltre agli aumenti per i lavoratori della sanità, del welfare e di altri servizi pubblici. Tuttavia il primo ministro è in grave difficoltà politica in questo momento, perché il suo Partito liberaldemocratico è nel bel mezzo di uno scandalo legato al finanziamento della politica, con decine di parlamentari sospettati di aver attinto a fondi neri. L’indice di gradimento è stabilmente al di sotto del 30% per i sondaggi: una soglia che spesso costa il posto ai capi di governo nipponici.

“Il Partito liberaldemocratico deve cambiare, tornando al principio fondante che la politica appartiene al popolo”, ha detto Kishida nel suo discorso alla Dieta, annunciando modifiche legislative per rendere più trasparnete il meccanismo di finanziamento della politica. Per quanto riguarda la ricostruzione dopo il terremoto che ha colpito la regione di Noto, nel Giappone centrale, il giorno di Capodanno, il primo ministro ha annunciato l’istituzione di un’agenzia governativa ad hoc. Il governo ha inoltre approvato uno stanziamento da 150 miliardi di yen (936 milioni di euro) per i primi interventi da riserve d’emergenza del bilancio 2023.

Fukushima, ulteriore ritardo in rimozione materiali radioattivi

Fukushima, ulteriore ritardo in rimozione materiali radioattiviRoma, 26 gen. (askanews) – La rimozione delle barre di combustibile fuse dall’impianto nucleare di Fukushima Daiichi – teatro del più grave incidente atomico della storia dopo Chernobyl – sarà posticipata fino a circa ottobre. L’ha comunicato la Tokyo Electric Power Co. (Tepco), poiché i ritardi nel completamento di un braccio robotico per l’attività hanno spinto a passare ad altri piani. Lo riferisce il Nikkei.

L’inizio della rimozione dei detriti di combustibile era stato programmato per la prima volta entro un decennio dalla fusione del reattore del 2011, ma lo sviluppo e i test del braccio robotico nel Regno unito sono stati ritardati a causa del Covid-19. Un ulteriore posticipo era stato deciso alla seconda metà dell’anno fiscale 2023. I ritardi sono dovuti a problemi con i depositi vicino all’ingresso del reattore, nonché “alla necessità di migliorare la sicurezza e l’operatività del braccio robotico”, ha detto giovedì in una conferenza stampa Akira Ono, funzionario della TEPCO incaricato delle operazioni di smantellamento.

I detriti radioattivi sono costituiti da carburante e altri materiali che si sono sciolti, quindi raffreddati e solidificati, dopo che l’impianto è rimasto senza energia elettrica e quindi senza impianti di raffreddamento dei reattori per il devastante tsunami del marzo 2011. Si stima che circa 880 tonnellate di materiali radioattivi si trovino nei reattori da 1 a 3. Gli esperti considerano la raccolta dei detriti la sfida principale nello smantellamento. Tepco prevede di iniziare con l’unità 2 ed espandersi gradualmente a partire dalla metà degli anni 2020 circa.

Prima che il combustibile fuso possa essere rimosso dall’unità 2, è necessario rimuovere l’attrezzatura fusa e altri detriti. TEPCO ha iniziato questo lavoro a gennaio utilizzando acqua a bassa pressione e altri strumenti, ma non ha un’idea chiara di quando finirà. Parallelamente al braccio robotico, Tepco ha anche sviluppato un dispositivo simile a una canna da pesca da inserire in spazi più ristretti. Tenterà di utilizzare questo dispositivo per estrarre il carburante fuso intorno a ottobre.

Per quanto riguarda il braccio robotico, si prevede che occorreranno circa 90 giorni per garantire un percorso verso i detriti. La lentezza dei progressi mette a rischio l’obiettivo di smantellamento definitivo della centrale tra il 2041 e il 2051. Ulteriori ritardi nello smantellamento potrebbero anche aumentare i costi, che sono già saliti a 23.400 miliardi di yen (146 miliardi di euro), compreso il risarcimento delle vittime.

Aereo cinese C919 punta a sfidare Airbus A320 e Boeing 737

Aereo cinese C919 punta a sfidare Airbus A320 e Boeing 737Roma, 26 gen. (askanews) – La Cina investirà molto nei prossimi anni per espandere la capacità produttiva del suo aereo passeggeri C919, in un tentativo di fare concorrenza agli A320 di Airbus e ai Boeing 737. Lo riferisce oggi The Paper, un giornale in lingua cinese, importante organo di stampa di Pechino.

La Commercial Aircraft Corporation of China (Comac), di proprietà statale, produttrice dell’aereo, ha in programma di aumentare notevolmente la propria capacità produttiva quest’anno, secondo quanto ha detto il suo vicedirettore generale Zhang Yujin a The Paper. L’aereo C919, sviluppato tutto in Cina, è progettato per trasportare tra 140 e 210 passeggeri. A partire da questo mese, Comac ha consegnato quattro velivoli al suo primo cliente, China Eastern Airlines.

Tre di loro sono stati impiegati per servire le rotte da Shanghai alla metropoli sud-occidentale di Chengdu, nella provincia del Sichuan, dopo il suo primo volo commerciale a fine maggio. Alla fine dello scorso anno il jet aveva completato 655 voli commerciali e trasportato quasi 82mila passeggeri. All’inizio di questo mese, le compagnie aeree cinesi hanno messo l’aereo su una rotta regolare di andata e ritorno che collega la capitale Pechino con il centro economico di Shanghai, sottolineando gli sforzi per penetrare nel mercato interno.

Secondo un rapporto di novembre di Tianfeng Securities, Comac potrebbe acquisire il 3% della quota mondiale di aerei a fusoliera stretta da Boeing e Airbus entro il 2027. Comac a settembre ha dichiarato di avere 1.061 ordini per il C919.

Giappone, parte delle azioni di Tokyo Metro in borsa in estate

Giappone, parte delle azioni di Tokyo Metro in borsa in estateRoma, 26 gen. (askanews) – Il governo centrale giapponese e quello metropolitano di Tokyo vorrebbero mettere in borsa la metà delle loro azioni complessive in Tokyo Metro, l’operatore della metropolitana della capitale nipponica, che sarà quotata in borsa dopo quest’estate. Lo scrive oggi il Nikkei.

Attualmente, il governo centrale possiede il 53,4% della metropolitana di Tokyo e il governo metropolitano il restante 46,6%. Secondo il piano del governo, il ricavato della vendita sarà utilizzato per finanziare gli sforzi di ricostruzione dopo il terremoto-tsunami del Giappone orientale del marzo 2011. I tempi della vendita saranno determinati alla luce dell’andamento delle azioni sulla borsa di Tokyo.

Il governo metropolitano di Tokyo ha incluso circa 3,6 miliardi di yen (22 milioni di euro) di spese per le procedure di vendita nel suo piano di bilancio fiscale 2024 annunciato oggi. Il governo centrale voleva già vendere le azioni per assicurarsi fondi ulteriori per la ricostruzioni, ma è stata Tokyo a opporsi per mantenere i suoi livelli d’influenza sulle opere infrastrutturali legate alla metropolitana. Tuttavia la ripresa post-pandemica anche dei traffici della metropolita ha reso piuttosto allettanti le prospettive di una vendita.

I risultati finanziari consolidati della metropolitana di Tokyo per il periodo aprile-settembre dell’anno fiscale 2023 hanno mostrato che il suo utile netto è recuperato a 24,2 miliardi di yen (151 milioni di euro), circa 2,7 volte rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Giappone, occhi puntati sui prezzi: sono settimane cruciali

Giappone, occhi puntati sui prezzi: sono settimane crucialiRoma, 26 gen. (askanews) – In Giappone gli occhi dei policy maker economici sono puntati sui prezzi, in queste settimane. Dall’andamento dell’inflazione, infatti, dipenderanno le scelte della banca centrale che, diversamente dagli altri grandi istituti d’emissione, ha continuato a mantenere una politica ultra-espansiva durante tutta la fiammata inflazionistica determinata dalla situazione geopolitica.

Oggi è stato diffuso da ministero degli Affari interni un dato molto rilevante, che deve aver fatto storcere il naso dalle parti dela Banca del Giappone (BoJ): nella capitale, Tokyo, l’indice dei prezzi al consumo con l’eclusione degli alimentari freschi, cioè la cosiddetta inflazione “core” ma inclusiva anche dei prezzi dei carburanti, è cresciuto questo mese del solo 1,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. E’ la prima volta in un anno e otto mesi che questo dato è al di sotto del 2%. Nei 23 quartieri di Tokyo, se si escludono gli alimentari freschi troppo soggetti alla variabile meteorologica, l’indice è risultato 105,8 a metà di questo mese, considerando la media del 2020 pari a 100, con un aumento dell’1,6% rispetto al 104,2 rilevato a gennaio dello scorso anno. Parliamo insomma di un rallentamento, anche perché a dicembre il tasso di crescita dei prezzi era stato del 2,1%.

A spingere in basso i prezzi sono stati, secondo il ministero, le misure del governo volte a ridurre il peso delle bollette di elettricità e gas, oltre al rallentamento del tasso di aumento degli affitti. I prodotti alimentari non freschi, dal canto loro, sono cresciuti del 5,7% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Resta un livello piuttosto elevanto, anche se il tasso di aumento dei prezzi ha rallentato di 0,3 punti rispetto al mese scorso.

I dati di Tokyo sono un indicatore particolarmente rilevante di quanto succede su scala nazionale. E il momento, da questo punto di vista, è cruciale. La BoJ ha mantenuto, nell’ultima riunione dello scorso anno, ferma la politica di tassi d’interesse negativi, ma tra i membri del Consiglio monetario è ormai piuttosto vivo il dibattito sui tempi di uscita da questa lunghissima fase ultra-espansiva. Ci sono analisti che prevedono tra marzo e aprile un ritocco verso l’alto dei tassi, ma le minute della riunione – uscite oggi – fanno rilevare come nulla sia scontato. E ancor meno lo è dopo il dato di Tokyo, che suggerisce un raffreddamento dei prezzi che potrebbero non raggiungere il target della BoJ di un’inflazione stabilmente al 2%.

Si tratta insomma d’”un momento cruciale per determinare se l’economia del Giappone tornerà alla deflazione o si muoverà verso una completa uscita da essa”, ha commentato lunedì lo stesso primo ministro Fumio Kishida, in un incontro le parti sociali. A questo punto, in effetti, le attese sono appuntate sui negoziati salariali tra le parti sociali, che sono stati avviati due giorni fa. Il governatore della banca centrale Kazuo Ueda ha espresso le sue speranze per un “ciclo virtuoso prezzi-salari” in una conferenza stampa dopo il suo ultimo incontro di politica monetaria di martedì scorso, dicendo: “I sindacati hanno espresso la loro volontà di chiedere salari più alti rispetto allo scorso anno e ci sono stati alcuni riscontri positivi in dichiarazioni del management, in particolare nelle grandi aziende”. Accogliendo la richiesta dello stesso governo, che ha chiesto un recupero del potere di spesa dei lavoratori dopo che i prezzi sono stati sopra le attese per un anno, le grandi aziende si presentano al tavolo con sostanziosi aumenti, che potrebbero alimentare un po’ l’inflazione. La Japan Business Federation, confindustria giapponese conosciuta anche come Keidanren, nel suo forum annuale sul lavoro e sul management, ha sollecitato i suoi associati in questo senso. In un videomessaggio, il presidente Masakazu Tokura ha affermato che le aziende “hanno la responsabilità sociale” di aumentare i salari in modo da tenere il passo con l’inflazione. Le trattative salariali primaverili, conosciute come “shunto”, riuniscono sindacati e management per fissare i salari mensili prima dell’inizio dell’anno fiscale giapponese ad aprile. In Giappone i sindacati sono generalmente a livello aziendale, piuttosto che a livello di settore, e mirano a rafforzare la loro posizione negoziale tenendo colloqui più o meno tutti nello stesso periodo. “Il tasso di crescita salariale dello scorso anno è stato il più alto degli ultimi 30 anni, ma i salari reali non sono aumentati perché l’inflazione era ancora più alta”, ha detto in un’intervista Tomoko Yoshino, presidente della Confederazione sindacale giapponese Rengo, composta da 7 milioni di membri. “Siamo stati in grado di dimostrare – ha proseguito – che aumentare i salari è possibile. Nel 2024 vogliamo dimostrare che possiamo continuare ad aumentare i salari”. Rengo ha detto che quest’anno vuole almeno un aumento del 5% per i suoi membri. I capi di alcune grandi aziende giapponesi hanno già promesso di aumentare gli stipendi oltre l’obiettivo di Rengo. Takeshi Niinami, amministratore delegato del produttore di bevande Suntory Holdings, lo scorso ottobre ha dichiarato che la società aumenterà le retribuzioni in media del 7%. Anche Dai-ichi Life Holdings, una compagnia di assicurazioni sulla vita, prevede ritocchi verso l’alto del 7%, in parte attraverso un nuovo piano di remunerazione azionaria per circa 50.000 dipendenti. La contrattazione collettiva non ha quasi mai previsto i salari in Giappone da quando è scoppiata la bolla economica nei primi anni ’90. La situazione ha iniziato a cambiare intorno al 2022, con l’inflazione elevata e il management ha iniziato a sentire il peso di una grave carenza di manodopera. Lo shunto dello scorso anno si è tradotto in un aumento salariale medio di circa il 3,6%, il massimo degli ultimi 30 anni, che comprendeva un aumento dello stipendio base mensile e aumenti della retribuzione basata sull’anzianità. Ma, se per le grandi aziende mettere in campo cifre importanti per remunerare i dipendenti, diverso è il discorso per l’enorme massa di piccole e medie imprese, che già hanno subito gravi danni nel periodo pandemico e faticano a trasferire i costi più elevati ai propri clienti. In un sondaggio condotto questo mese su 833 piccole imprese dalla Jonan Shinkin Bank di Tokyo, solo il 27,7% ha dichiarato di voler aumentare i salari quest’anno, mentre il 35% ha dichiarato di non avere tali piani. Un altro 37,3% si dichiara indeciso.

Sudcorea, Pil 2023 cresciuto dell’1,4%

Sudcorea, Pil 2023 cresciuto dell’1,4%Roma, 25 gen. (askanews) – L’economia della Corea del Sud ha mantenuto la sua crescita nell’ultimo trimestre dello scorso anno, anche se le esportazioni hanno rallentato. La Bank di Corea, banca centrale, ha annunciato una crescita trimestrale dello 0,6% per il quarto trimestre, portando il dato per l’intero 2023 all’1,4%. L’ultimo trimestre segue l’espansione dello 0,6% sia del secondo che del terzo trimestre.

Le esportazioni sono cresciute del 2,6%, in calo rispetto al 3,4% del trimestre precedente, mentre i consumi privati hanno registrato una crescita dello 0,2%, in leggero calo rispetto allo 0,3% del periodo luglio-settembre. Gli investimenti in costruzioni sono diminuiti del 4,2%, sulla scia di un’espansione del 2,1%. Gli investimenti in strutture sono aumentati del 3,0%, dopo essere diminuiti del 2,2%.

La banca centrale prevede che quest’anno l’economia crescerà del 2,1%, in calo rispetto alla previsione iniziale del 2,4%. Il Fondo monetario internazionale prevede una crescita annua del 2,2%. L’economia nazionale è gravata da elevati oneri finanziari. All’inizio di questo mese, la Banca di Corea ha mantenuto il suo tasso di interesse di base al 3,5% per l’ottava sessione consecutiva, con il governatore che ha affermato che i tassi dovranno rimanere elevati nei prossimi mesi per contenere l’inflazione.

La Corea del Sud fa affidamento sulle esportazioni per una quota significativa della sua crescita e negli ultimi anni prodotti ad alta tecnologia come semiconduttori, batterie e automobili sono stati fattori chiave. I dati del ministero del Commercio hanno mostrato che le esportazioni sono aumentate del 5,1% a dicembre, in calo rispetto all’aumento del 7,7% del mese precedente. L’anno scorso le esportazioni complessive del paese sono diminuite del 7,4%, poiché le vendite di chip e altri prodotti tecnologici sono diminuite a causa degli elevati costi di finanziamento e dell’economia cinese più debole.

Giappone, nel 2023 record di export grazie a yen debole

Giappone, nel 2023 record di export grazie a yen deboleRoma, 24 gen. (askanews) – Le esportazioni del Giappone sono aumentate per il terzo anno consecutivo nel 2023, raggiungendo un livello record, grazie anche allo yen molto debole. Lo affermano i dati preliminari pubblicati oggi dal Ministero delle Finanze.

Le esportazioni totali hanno raggiunto i 100.880 miliardi di yen (626 miliardi di euro) lo scorso anno, in aumento del 2,8% rispetto al 2022. Le spedizioni di automobili sono aumentate del 32,7%, mentre quelle di macchinari edili e minerari sono cresciute del 16,2%. Lo scorso anno le importazioni totali sono state pari a 110.170 miliardi (684 miliardi di euro), in calo del 7%, a causa del calo dei prezzi del petrolio e del gas, con un conseguente deficit commerciale annuale di 9.290 miliardi di yen (57,7 miliardi di euro).

I dati commerciali mensili di dicembre hanno mostrato che le esportazioni sono aumentate del 9,8% rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni sono diminuite del 6,8%. Le spedizioni dirette in Cina sono cresciute del 9,6% a dicembre, segnando il primo aumento su base annua in 13 mesi.

Giappone, partite trattative sui salari: previsti maxi-aumenti

Giappone, partite trattative sui salari: previsti maxi-aumentiRoma, 24 gen. (askanews) – Dirigenti aziendali e leader sindacali in tutto il Giappone hanno dato il via ai negoziati per fissare i salari per il nuovo anno fiscale, con forti utili aziendali che alimentano le speranze per il più grande aumento salariale degli ultimi tre decenni.

Japan Business Federation, la comnfindustria giapponese conosciuta anche come Keidanren, ha tenuto oggi a Tokyo il suo forum annuale sul lavoro e sul management. In un videomessaggio, il presidente Masakazu Tokura ha affermato che le aziende “hanno la responsabilità sociale” di aumentare i salari in modo da tenere il passo con l’inflazione. Le trattative salariali primaverili, conosciute come “shunto”, riuniscono sindacati e management per fissare i salari mensili prima dell’inizio dell’anno fiscale giapponese ad aprile. In Giappone i sindacati sono generalmente a livello aziendale, piuttosto che a livello di settore, e mirano a rafforzare la loro posizione negoziale tenendo colloqui più o meno nello stesso periodo.

“Il tasso di crescita salariale dello scorso anno è stato il più alto degli ultimi 30 anni, ma i salari reali non sono aumentati perché l’inflazione era ancora più alta”, ha detto in un’intervista Tomoko Yoshino, presidente della Confederazione sindacale giapponese Rengo, composta da 7 milioni di membri. “Siamo stati in grado di dimostrare che aumentare i salari è possibile. Nel 2024 vogliamo dimostrare che possiamo continuare ad aumentare i salari.” Rengo ha detto che quest’anno vuole almeno un aumento del 5% per i suoi membri. I capi di alcune grandi aziende giapponesi hanno già promesso di aumentare gli stipendi oltre l’obiettivo di Rengo. Takeshi Niinami, amministratore delegato del produttore di bevande Suntory Holdings, lo scorso ottobre ha dichiarato che la società aumenterà i salari in media del 7%. Anche Dai-ichi Life Holdings, una compagnia di assicurazioni sulla vita, prevede di aumentare i salari del 7%, in parte attraverso un nuovo piano di remunerazione azionaria per circa 50.000 dipendenti.

La contrattazione collettiva non ha quasi mai previsto i salari in Giappone da quando è scoppiata la bolla economica nei primi anni ’90. La situazione ha iniziato a cambiare intorno al 2022, quando l’inflazione è rimasta elevata e il management ha iniziato a sentire il peso di una grave carenza di manodopera. Lo shunto dello scorso anno si è tradotto in un aumento salariale medio di circa il 3,6%, il massimo degli ultimi 30 anni, che comprendeva un aumento dello stipendio base mensile e aumenti della retribuzione basata sull’anzianità. La Banca del Giappone, la banca centrale del paese, ha affermato che i colloqui sono fondamentali per determinare se esiste un “circolo virtuoso tra salari e prezzi” e per porre fine alla sua politica di tassi di interesse negativi. Il governatore della banca centrale Kazuo Ueda ha espresso le sue speranze per un ciclo virtuoso in una conferenza stampa dopo il suo ultimo incontro politico di martedì, dicendo: “I sindacati hanno espresso la loro politica di chiedere salari più alti rispetto allo scorso anno, e ci sono stati alcuni risultati positivi dichiarazioni del management, in particolare nelle grandi aziende”.

Questo “è un momento cruciale per determinare se l’economia del Giappone tornerà alla deflazione o si muoverà verso una completa fuga dalla deflazione”, ha detto lunedì il primo ministro Fumio Kishida in un incontro le parti sociali. Un punto critico è rappresentato dalle piccole imprese, che faticano a trasferire i costi più elevati ai propri clienti. In un sondaggio condotto questo mese su 833 piccole imprese dalla Johnan Shinkin Bank di Tokyo, solo il 27,7% ha dichiarato di voler aumentare i salari quest’anno, mentre il 35% ha dichiarato di non avere tali piani. Un altro 37,3% si dichiara indeciso.

Cina, banca centrale abbassa riserva obbligatoria delle banche

Cina, banca centrale abbassa riserva obbligatoria delle bancheRoma, 24 gen. (askanews) – La Banca del popolo cinese (PBoC) ha dichiarato oggi che consentirà la circolazione di più denaro nell’economia, riducendo la quantità di contante che i creditori commerciali, le banche, devono detenere come riserva.

La mossa punta a liberare risorse per tamponare il rallentamento della crescita economica. Il taglio del coefficiente di riserva obbligatoria, o RRR, è arrivato pomeriggio quando Pan Gongsheng, governatore della PBoC, è intervenuto in una conferenza stampa programmata a Pechino, spiegando come la finanza sia al servizio della “crescita di alta qualità del mercato reale”. Pan è apparso sul palco insieme a due vice governatori, Zhu Hexin e Xuan Changneng, e ha detto ai giornalisti che la banca centrale taglierà le riserve obbligatorie per tutte le banche di 0,5 punti percentuali il 5 febbraio, rilasciando 1.000 miliardi di yuan (129,2 miliardi di dollari) di liquidità verso il mercato.

“La nostra politica monetaria ha ancora margini”, ha detto Pan, sottolineando che la decisione è stata presa bilanciando varie considerazioni tra cui il perseguimento di una crescita moderata con la valutazione di eventuali rischi. La PBoC alla fine ha deciso di dare il “la” a questo provvedimento “al fine di creare un buon ambiente monetario e finanziario per far funzionare l’economia”, ha affermato il governatore. Il taglio del RRR, il primo da settembre, è stato accompagnato da una riduzione dei tassi di rifinanziamento e di sconto per il settore rurale e le piccole imprese di 0,25 punti percentuali, che entrerà in vigore giovedì.

Il governo di Hong Kong si è allineato, adottando una serie di misure di politica finanziaria di concerto con le autorità del continente, già poche ore dopo la mossa della PBOC.

Giappone, governatore banca centrale: continuiamo linea espansiva

Giappone, governatore banca centrale: continuiamo linea espansivaRoma, 23 gen. (askanews) – Come atteso dagli investitori, la Banca del Giappone (BoJ) ha mantenuto fermo il suo tasso di riferimento: un segnale di fiducia nell’andamento dei prezzi, che l’istituto d’emissione dello yen vorrebbe inchiodare a iun tasso d’inflazione del 2% come obiettivo di medio termine.

Il governatore Kazuo Ueda ha chiarito che l’andamento dell’inflazione sarà la stella polare che dirigerà le decisioni della banca. “Prevediamo che i prezzi rimangano a un livello superiore al 2% durante il prossimo anno fiscale, per poi dimin uire nell’anno fiscale 2025”, ha detto nella conferenza stampa tenuta dopo la riunione del Consiglio monetario della BoJ, chiarendo che la recente discesa è “dovuta principalmente al calo recente del prezzo del greggio”. La decisione di tenere il tasso a breve termine che restano negativi a -0,10%. Ueda è fiducioso che “il ritmo di discesa dei prezzi gradualmente accelererà verso l’obiettivo del 2%”.

Il Giappone ha vissuto un lunghissimo periodo di deflazione che ha portato il paese in una crisi di stagnazione molto lunga. L’inflazione ha preso a crescere, a partire dalla crisi ucraina, anche a causa della carenza di materie prime, intaccando il potere d’acquisto delle famiglie. Questo ha portato il primo ministro Fumio Kishida a chiedere al sistema delle imprese di essere particolarmente generose nelle imminenti trattative salariali. Questo, tuttavia, potrebbe rallentare il ritmo della discesa dei prezzi. La politica ultraespansiva della BoJ ha contribuito a un deprezzamento con pochi precedenti dello yen, che favorisce le aziende esportatrici ma rende più oneroso l’approvvigionamento di materie prime. Tuttavia gran parte degli investitori ha scommesso sul mantenimento della linea da parte della banca centrale, tanto che la Borsa di Tokyo recentemente ha inanellato diversi record ed è stata particolarmente brillante.

Scommessa azzeccata, a sentire Ueda: “Anche se l’incertezza che circonda l’economia interna ed esterna e i mercati finanziari è estremamente elevata, la Banca del Giappone mira a realizzare continuamente e stabilmente l’obiettivo di stabilità dei prezzi del 2% grazie all’aumento dei salari, continuando persistentemente l’allentamento monetario e rispondendo in modo flessibile in base all’economia, ai prezzi e alla situazione finanziaria”. La variabile dei salari sarà attentamente osservata dalla banca centrale, ha chiarito Ueda. “La parte sindacale ha annunciato una politica una politica per chiedere aumenti salariali che superino quelli dell’anno scorso nei negoziati primaverili. Ci sono anche commenti positivi sugli aumenti salariali da parte dei manager, principalmente quelli di grandi aziende. Sulla base del fatto che i prezzi, compresi quelli dei servizi, sono in una graduale tendenza al rialzo e del rapporto alla riunione del direttore di filiale l’altro giorno, penso che anche l’allineamento dai salari all’andamento dei prezzi al consumo si stia diffondendo a poco a poco”. Per questo, Ueda ha detto che intende monitorare i negoziati primaverili per verificare “se il ciclo virtuoso dei salari e dei prezzi si rafforzerà”.