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Cina: dazi Ue su auto elettriche? Risponderemo fermamente

Cina: dazi Ue su auto elettriche? Risponderemo fermamenteRoma, 12 giu. (askanews) – La Cina minaccia un reazione all’eventuale imposizione di dazi da parte dell’Unione europea nei confronti delle esportazioni di auto elettriche cinesi, accusate di giovarsi di un massiccio sostegno statale da parte di Pechino.


“La Cina adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare fermamente i suoi diritti e interessi legittimi”, ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Li Jian durante il quotidiano briefing. Oggi il Financial Times ha segnalato che la Commissione Ue, all’esito dell’indagine sui sussidi all’industria dell’auto elettrica cinese, intende imporre dazi aggiuntivi fino al 25%, una cifra importante anche se lontana da oltre il 100% imposto dagli Stati uniti.


Lin Jian ha affermato che l’ indagine anti-sovvenzioni “è un tipico atto di protezionismo”. La parte europea – ha continuato – “usa una scusa per imporre tariffe aggiuntive sui veicoli elettrici importati dalla Cina, il che viola i principi dell’economia di mercato e le regole del commercio internazionale; danneggia la cooperazione economica e commerciale Cina-Ue e la stabilità della produzione e della catena di fornitura automobilistica globale; in ultima analisi, danneggerà gli interessi stessi dell’Europa”. Il portavoce ha segnalato come “negli ultimi tempi, personaggi politici e rappresentanti dell’industria di molti paesi europei hanno espresso opposizione all’indagine della Commissione europea, ritenendo che aumentare i dazi sui veicoli elettrici cinesi sia il modo sbagliato di cercare di proteggere l’industria europea”. Il riferimento è al cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha espresso contrarietà ai nuovi dazi, nel timore che possano portare a rappresaglie cinesi che danneggino le esportazioni di auto tedesche nel paese asiatico, oltre che di altri dirigenti europei ed esponenti dell’industria automobilistica continentale.


“Il protezionismo non ha futuro e la cooperazione aperta è la strada giusta”, ha detto ancora Lin Jian, che ha esortato “l’Ue a rispettare il suo impegno a sostenere il libero scambio e ad opporsi al protezionismo, e a lavorare con la Cina per salvaguardare la situazione complessiva dell’economia Cina-Ue e la cooperazione commerciale”.

Crisi Evergrande, autorità ordinano restituzione sussidi unità auto

Crisi Evergrande, autorità ordinano restituzione sussidi unità autoRoma, 12 giu. (askanews) – Le autorità cinesi hanno ordinato allo sviluppatore immobiliare in liquidazione Evergrande la restituzione di 1,9 miliardi di yuan (244 milioni di euro) di sussidi che erano stati alla sua controllata che produce veicoli elettrici a nuova energia. Lo ha comunicato China Evengrande New Energy Vehicle in una nota alla Borsa di Hong Kong.


Una comunicazione consegnata alla compagnia addebita a Evergrande New Energy il fatto che alcune sue controllate avrebbero “violato obblighi contrattuali”, non raggiungendo una specifica scala d’investimenti, una produzione pianificata e vendite annuali. Per questo motivo, le amministrazioni pubbliche hanno cancellato i contratti. Questa decisione, se attuata esporrebbe il gruppo al rischio di requisizione “dei terreni degli impianti pertinenti, e gli edifici e le attrezzature in essi contenuti potrebbero essere utilizzati per il rimborso degli incentivi e sussidi”, con un “impatto significativo sulla posizione finanziaria e sulle operazioni della Società o di ciascuna delle sussidiarie pertinenti”. Per questo, l’intenzione è presentare una domanda di revisione amministrativa.


Separatamente, l’unità di Tianjin di Evergrande New Energy ha subito l’ordine di fermare la sua produzione per un periodo indefinito, dopo che un’ispezione amministrativa ha ordinato la “rettificazione” di tre questioni nella fabbrica. La produzione dovrà restare ferma fino al soddisfacimento delle condizioni,. Le azioni quotate a Hong Kong dell’unità di veicoli elettrici di Evergrande sono scese fino al 27% rispetto alla chiusura del giorno precedente mercoledì mattina, prima di risalire lentamente.


L’azione amministrativa viene in un momento delicato. Evergrande sta cercando di vendere la sua unità di veicoli elettrici, in seguido all’ordine di liquidazione emesso nei confronti dello sviluppatore immobiliare in pesante crisi debitoria da parte dell’Alta Corte di Hong Kong.

Giappone, a maggio fallite oltre 1.000 aziende: mai così in 11 anni

Giappone, a maggio fallite oltre 1.000 aziende: mai così in 11 anniRoma, 11 giu. (askanews) – Il numero di fallimenti aziendali in Giappone nel mese di maggio è aumentato del 42,9% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 1.009 casi. Lo scrive oggi l’agenzia di stampa Kyodo sulla base di una ricerca della società di ricerche creditizie Tokyo Shoko Research. Se il dato fosse confermato, sarebbe la prima volta in circa 11 anni che la cifra mensile supera la soglia dei 1.000.


Con le aziende che affrontano l’aumento dei prezzi, la carenza di manodopera e la necessità di rimborsare i debiti contratti durante la pandemia, la cifra annuale è destinata a superare i 10.000 per la prima volta dal 2013, quando si attestò a 10.855, secondo lo studio A maggio, 67 dei fallimenti riguardavano aziende che avevano contratto prestiti non garantiti e senza interessi forniti come parte della misura del governo per aiutare le piccole e medie imprese a rimanere a galla durante la pandemia. La cifra è rimasta allo stesso livello di marzo, quando era stata un record assoluto.


I fallimenti attribuiti ai prezzi elevati erano 87, il numero più alto dall’inizio della pandemia, ha mostrato il sondaggio. Lo yen debole ha anche aumentato i costi delle materie prime e dell’energia, lasciando le piccole aziende in una situazione difficile perché non possono trasferire sufficientemente il costo sui prezzi.


Il numero di insolvenze legate alla carenza di manodopera, dovuta all’aumento dei salari e ad altre ragioni, è anch’esso aumentato, secondo il sondaggio. “Uno yen debole, l’inflazione e la carenza di manodopera, che si sono manifestati quando il sostegno legato al COVID stava terminando, stanno pesando sulle aziende”, ha segnalato Tokyo Shoko Research nel suo rapporto. “Il numero di fallimenti probabilmente continuerà a salire”, ha aggiunto, citando che si aspetta che alcune aziende vadano in fallimento a causa di difficoltà di finanziamento nonostante abbiano registrato un profitto, così come una ripresa ritardata delle loro attività.


Tutte e 10 le categorie industriali hanno visto un aumento dei fallimenti a maggio, con il settore dei servizi che ha registrato il maggior numero con 327 casi, seguito dal settore delle costruzioni con 193 casi. Circa tre quarti della cifra complessiva erano piccoli fallimenti con debiti inferiori a 100 milioni di yen (600mila euro).

Private equity puntano a rafforzare i loro investimenti in Giappone

Private equity puntano a rafforzare i loro investimenti in GiapponeRoma, 11 giu. (askanews) – Lo yen debole, insieme ad altri fattori, sta facendo da magnete verso il Giappone per i giganti del private equity. Lo ha detto al Nikkei Jonathan Gray, il presidente di Blackstone, uno dei principali fondi che punta a raggiungere i 1.500 miliardi di yen, quasi di 9 miliardi di euro entro il 2027.


“Ci sono diversi fattori che si sono combinati e che hanno davvero accelerato la crescita nell’economia giapponese delle opportunità di investimento”, ha detto Gray. “E’ stato il ritorno dell’inflazione nell’economia giapponese, la forza del mercato azionario, le politiche del primo ministro (Fumio) Kishida, che hanno incoraggiato i singoli giapponesi a passare da risparmiatori a investitori, cosa che riteniamo molto importante, come anche l’incoraggiamento delle aziende a concentrarsi sul rendimento del capitale proprio e a vendere le divisioni non strategiche”. Sulla stessa linea Bain Capital, secondo quanto scrive Nikkei. A quanto ha detto David Gross, uno dei pezzi da 90 del fondo, ha dichiarato in una recente intervista che il gestore patrimoniale intende investire oltre 5mila miliardi di yen(29,6 miliardi di euro) entro la fine dell’anno fiscale 2029, circa il doppio rispetto ai cinque anni precedenti. Bain è tra l’altro alla guida del consorzio che ha acquistato il business dei semiconduttori di Toshiba per 2mila miliardi di yen (11,8 miliardi di euro) nel 2018.


Ancora, Carlyle Group ha concluso la raccolta fondi per un nuovo fondo di buyout focalizzato sul Giappone, che al momento ha una dotazione di 430 miliardi di yen (2,5 miliardi di euro). A maggio il fondo ha annunciato un’offerta pubblica di acquisto da 130 miliardi di yen (770 milioni di euro) per KFC Holding Japan, che detiene la rete dei ristoranti KFC nell’Arcipelago. KKR, dal canto suo, punta a investire oltre 1.000 miliardi di yen (quasi 6 miliardi di euro) in Giappone nel prossimo decennio, mentre CVC Capital Partners ha lanciato un fondo focalizzato sull’Asia da 6,3 miliardi di euro, un quinto dei quali destinato al Giappone.

Cina, alcune città allentano requisiti per permesso residenza

Cina, alcune città allentano requisiti per permesso residenzaRoma, 7 giu. (askanews) – Vivere in una megalopoli non è consentito a tutti in Cina. Per farlo bisogna ottenere un permesso di residenza, conosciuto come hukou, e entrarne in possesso non è per nulla semplice. Tuttavia, recentemente diverse megalopoli hanno cominciato ad allentare le restrizioni alla residenza, in un tentativo probabilmente per rafforzare i consumi. Lo ha segnalato oggi Trivium China.


Attualmente solo le città con una popolazione superiore ai 5 milioni sono autorizzate a mantenere barriere per ottenere lo hukou e, secondo quanto riferiva Caixin, nel 2022 esistevano solo 19 città con questo requisito. Il 10 maggio Shenyang, la capitale della provincia di Liaoning, ha annunciato la rimozione di tutte le restrizioni sul hukou.


Dongguan, nel Guangdong, aveva già comunicato ad aprile che chiunque abbia lavorato per più di 1,5 anni nella città ha diritto a un hukou. Ancora, nel luglio dello scorso anno, Guangzhou – la capitale provinciale del Guangdong – ha presentato una bozza di modifica delle norme che puntano ad allentare le restrizioni sul hukou in sette distretti urbani periferici.


Ottenere un hukou vuol dire poter accedere alle scuole, all’assistenza sanitaria fornita dalla città e ad altri importanti servizi pubblici. Attualmente – secondo Trivium – sono 300 milioni i migranti cinesi che non sono in possesso di hukou. Se l’allentamento dei requisiti per ottenere il permesso punta probabilmente a rafforzare i consumi e a dare respiro al mercato immobiliare in grave difficoltà, è anche vero che i governi metropolitani potrebbero trovarsi di fronte a maggiori spese per i servizi pubblici.

Hitachi Energy annuncia nuovi investimenti per 4,1 mld di euro

Hitachi Energy annuncia nuovi investimenti per 4,1 mld di euroRoma, 7 giu. (askanews) – Hitachi Energy ha annunciato oggi di aver innalzato la sua previsione d’investimento di ulteriori 4,1 miliardi di euro in produzione, ingegneria, digitalizzazione, ricerca e sviluppo e partnership entro il 2027, raddoppiando gli investimenti effettuati negli ultimi tre anni. Questa cifra si aggiunge all’investimento recentemente annunciato di 1,4 miliardi di euro per aumentare la produzione globale di trasformatori.


“L’elettricità sarà la spina dorsale dell’intero sistema energetico e il cambiamento sta avvenendo più velocemente di quanto molti pensassero possibile. Nuovi modelli di business, l’armonizzazione dei progetti, insieme alle partnership sono i fattori chiave per l’aumento del ritmo del cambiamento”, ha affermato Claudio Facchin, CEO di Hitachi Energy. L’incremento serve a rafforzare la capacità globale di ricerca e sviluppo, ingegneria e produzione di trasformatori, corrente continua ad alta tensione (HVDC) e prodotti ad alta tensione in un momento di rafforzata richiesta. Supporterà anche il dispiegamento di soluzioni basate sull’elettronica di potenza, automazione della rete e soluzioni software, servizi in linea con il piano Hitachi Energy 2030. Gli investimenti andranno anche in partnership, catena di approvvigionamento, digitalizzazione e automazione, che sono abilitatori per supportare l’espansione della capacità e aumentare la velocità di immissione sul mercato.


L’integrazione di più fonti di energia rinnovabile come il solare e l’eolico, insieme alla soddisfazione della domanda di elettrificazione di trasporti, edifici, industria e altri settori, necessita di un’infrastruttura di rete sicura e flessibile. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, l’aumento dell’uso dell’intelligenza artificiale (Ia) generativa e la quantità crescente di dati digitali richiedono un’espansione dei data center e la domanda globale di elettricità potrebbe raddoppiare entro il 2026. L’azienda ha anche annunciato oggi che investirà circa 330 milioni di dollari per espandere e modernizzare il suo stabilimento principale a Ludvika e un nuovo campus a Vasteras, entrambi in Svezia, in tutti i portafogli di prodotti. Lo stabilimento di Ludvika, con oltre 120 anni di innovazione, produce trasformatori, prodotti ad alta tensione e sistemi HVDC, e si espanderà di oltre 30.000 metri quadrati. Questo permetterà una nuova capacità di produzione di grandi trasformatori. Un nuovo impisnyo a Vasteras ospiterà 1.800 dipendenti, inclusi un centro di ricerca e sviluppo e una struttura di produzione all’avanguardia per l’automazione della rete. La forza lavoro in Svezia crescerà di ulteriori 2.000 unità per supportare la transizione energetica accelerata.


Hitachi Energy è parte del conglomerato giapponese Hitachi e ha sede in Svizzera. Impiegha circa 45.000 dipendenti in 90 paesi e generiamo volumi di affari di circa 13 miliardi di dollari USA.

Cina, Keppel apre la prima casa di riposo deluxe per ricchi anziani

Cina, Keppel apre la prima casa di riposo deluxe per ricchi anzianiRoma, 7 giu. (askanews) – L’Asia orientale è sempre più ricca e sempre meno giovane. Così Keppel – gruppo di sviluppo immobiliare e dei servizi con base a Singapore – ha deciso di investire sul lusso e sulla vecchiaia, aprendo la sua prima residenza di lusso per anziani in Asia nella città cinese di Nanchino. Lo racconta Nikkei Asia.


Il conglomerato di Singapore punta a creare un modello, aprendo strutture simili per ricchi anziani in diverse altre città dell’Asia. La struttura di quasi 20.000 metri quadrati, sotto il marchio Sindora Living, può ospitare circa 400 residenti. Nasce usando la struttura di una vecchia casa di riposo per anziani, acquisita alla fine del 2022 e poi ristrutturata.


I servizi che la residenza per anziani deluxe offre includono ovviamente l’assistenza medica, infermieristica, riabilitazione e cura della demenza. Inoltre offrirà comodità come tapis roulant “antigravità” e una piscina per esercizi. Viene fornita anche assistenza diurna per i residenti dell’area. “Le popolazioni in rapido invecchiamento stanno aumentando la domanda di servizi di assistenza di qualità per anziani in molte parti del mondo, specialmente in Asia”, ha dichiarato Louis Lim, CEO del settore immobiliare di Keppel, in un comunicato stampa durante la cerimonia di apertura.


L’azienda potrebbe considerare di espandere Sindora Living a Singapore e in altri mercati. Nel 2020, Keppel ha completato l’acquisizione di una quota del 50% in Watermark Retirement Communities, con sede nello stato sud-occidentale degli Stati Uniti dell’Arizona e gestisce circa 70 strutture.


La Cina sta vivendo una notevole crisi demografica che ricorda, per il suo andamento, quella del Giappone, ma con il non secondario problema di un paese che non ha ancora raggiunto i livelli di welfare nipponici. La popolazione della Cina è diminuita di oltre 2 milioni lo scorso anno, registrando il primo calo in 60 anni e segnalando il picco di mortalità più alto da 50 anni a questa parte, secondo quanto ha comunicato l’Ufficio nazionale di statistica di Pechino. Secondo i dati ufficiali, la popolazione della Cina continentale è scesa di 2,08 milioni lo scorso anno a 1,4097 miliardi, rispetto a 1,4118 miliardi nel 2022. L’anno scorso sono nati 9,02 milioni di bambini, in calo del 5,6% rispetto ai 9,56 milioni del 2022, secondo l’ufficio di statistica. Il tasso di natalità è stato il più basso da quando sono iniziate le registrazioni, nel 1949, con 6,39 nascite ogni 1.000 persone rispetto alle 6,77 del 2022. Nel 2023, inoltre, sono morte 11,1 milioni di persone, 690.000 in più rispetto al 2022, spingendo il tasso di mortalità nazionale a 7,87 per 1.000 persone. Nel 2022 era stato il 7,37 per mille, mentre il livello più alto mai registrato è stato l’8,06 per mille persone registrato nel 1969. La Cina ha potuto contare per decenni sul cosiddetto dividendo demografico: una grande disponibilità di manodopera a basso costo, che ha alimentato lo sviluppo della sua struttura industriale e che l’ha resa la “fabbrica del mondo”. Quel periodo, però, è ormai alle spalle. Oggi la Cina è di fatto il secondo paese più popolato al mondo, dopo l’India, ed è uno di quelli con l’età media più elevata. Negli ultimi anni Pechino ha varato una serie di misure nel tentativo di invertire la tendenza all’invecchiamento e anche di aumentare le nascite, ma non hanno prodotto risultati. Nel 2021, Pechino ha allentato le restrizioni sulle nascite per consentire alle coppie di avere tre figli, dopo aver abbandonato la politica del figlio unico nel gennaio 2016 a favore di una politica dei due figli. La politica dei tre figli è stata seguita da una serie di incentivi da parte dei governi locali, che vanno dal congedo parentale prolungato ai tagli fiscali e ai premi in denaro per le famiglie con più di un figlio. Ma tutto q uesto non è evidentemente bastato.

Cina, l’Ia usata per combattere chi copia agli esami

Cina, l’Ia usata per combattere chi copia agli esamiRoma, 7 giu. (askanews) – L’intelligenza artificiale (Ia) è utilizzata da alcune province cinesi per evitare che i candidati bluffino al terribile “gaokao”, l’esame nazionale di ammissione all’università. Lo racconta oggi il South China Mornin Post.


Un numero record di 13,42 milioni di studenti si è registrato quest’anno per l’esame che inizia sabato, secondo il Ministero dell’Istruzione. Il “gaokao” è considerato un rito di passaggio importante e si colloca al centro delle attenzioni dei giovani cinesi, sia per l’assoluta difficoltà della prova, sia per il fatto che è un momento determinante e inappellabile per indirizzare il futuro dei giovani. La competizione per essere ammessi nelle università più prestigiose è feroce e i bocciati vivono come un vero e proprio dramma il fallimento.


Province come Guangdong e Hainan nel sud della Cina e Shandong nell’est hanno adottato un “sistema di pattuglia intelligente” per supervisionare gli esami, al fine di rafforzare il monitoraggio e garantire l’equità dell’esame, secondo i media locali. “Dobbiamo promuovere attivamente l’ispezione intelligente in tempo reale delle aule d’esame e delle stanze riservate, per rafforzare ulteriormente il sistema hi-tech che previene gli imbrogli,” ha dichiarato il ministero sul suo sito web il 1 giugno. I regolatori hanno adottato varie tecnologie negli ultimi anni, inclusa l’utilizzo di droni per rilevare eventuali trucchi nel 2015. Non solo. Dal 2016 imbrogliare al “gaokao” è reato.


Secondo il Guangdong Daily, una testata ufficiale, la provincia ha attivato dispositivi potenziati con l’Ia in 386 siti d’esame per rilevare imbrogli, plagio e altri comportamenti anomali attraverso dati video e immagini. Se vengono rilevate anomalie, il sistema attiva immediatamente un allarme avvisando il supervisore di intervenire. Tuttavia, il sistema Ia non sostituisce completamente gli occhi umani. Le informazioni di avviso fornite dall’Ia saranno verificate manualmente e gli ufficiali d’esame umani prenderanno la decisione finale in caso di controversie, ha detto Hongxing News, un’agenzia di stampa cinese. Gli esami durano tra i 75 e i 150 minuti e ogni aula d’esame ha tipicamente due sorveglianti, o supervisori, per monitorare 30 candidati, secondo le normative del governo provinciale.

Giappone, consumi famiglie tornate a crescere ad aprile dopo 14 mesi

Giappone, consumi famiglie tornate a crescere ad aprile dopo 14 mesiRoma, 7 giu. (askanews) – I consumi delle famiglie giapponesi sono cresciute nel mese di aprile per la prima volta da 14 mesi a questa parte. Lo rivelano i dati forniti oggi dal ministero degli Affari interni nipponico.


Le famiglie nipponiche nel mese di aprile hanno speso lo 0,5% in più su base annua. Si tratta di un risultato che viene dopo che le trattative salariali primaverili (shunto) delle grandi aziende hanno portato ai più elevati aumenti salariali degli ultimi 30 anni e anche i negoziati nelle piccole e medie aziende hanno segnalato aumenti consistenti.


Ciononostante, ieri, il ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare nipponico ha indicato che, nonostante gli aumenti, i salari reali ad aprile sono calati dello 0,7% su base annua per il 25mo mese consecutivo, la serie più lunga da quando questo dato viene raccolto. Segnali contrastanti, che ora passano all’attenzione della Banca del Giappone (BoJ), che la prossima settimana riunisce il suo Consiglio monetario per decidere se procedere con un restringimento della politica monetaria, mantenuta su un tenore ultra-espansivo anche in questo periodo di massicci rialzi dei tassi d’interesse da parte delle altre banche centrali dei paesi del G7.


Nell’ultima riunione, a marzo, la BoJ ha deciso un piccolo ritocco verso l’alto, il primo rialzo dal 2007, ma nelle dichiarazioni ha chiarito che non intende abbandonare ancora la linea ultra-espansiva. La BoJ è chiamata a muoversi entro margini piuttosto stretti: da un lato deve spingere per portare l’inflazione -ad aprile al 2,2% – verso il basso con un occhio all’obiettivo strutturale del 2%, dall’altro non deve deprimere i consumi, per evitare che il percorso di fuoriuscita dall’epocale situazione di deflazione venga ostacolato.


Il capo di gabinetto e portavoce del governo Yoshimasa Hayashi ha accolto l’aumento dei consumi come un dato positivo. Nonostante la crescita dei salari “non stia tenendo il passo con l’aumento dei prezzi”, l’esecutivo prevede che “la spesa dei conumatori aumenterà man mano che l’ambiente occupazionale e di reddito migliora”, ha detto l’esponente del governo di Fumio Kishida.

Cina, esportazioni cresciute a maggio del 7,6%

Cina, esportazioni cresciute a maggio del 7,6%Roma, 7 giu. (askanews) – Le esportazioni della Cina sono aumentate per il secondo mese consecutivo a maggio. Il valore totale dell’export è salito del 7,6% su base annua in termini di dollari, con un’accelerazione rispetto al +1,5% registrato ad aprile. Lo ha reso noto oggi l’Ufficio doganale cinese.


Le importazioni sono aumentate dell’1,8% su base annua a maggio dopo essere cresciute dell’8,4% il mese precedente. Le esportazioni forti sono state guidate da prodotti tecnologici come i circuiti integrati, il cui valore è aumentato del 28,5% su base annua a maggio. Le esportazioni di auto sono rimaste forti a 10,5 miliardi di dollari, leggermente inferiori all’importo di aprile, mentre la quantità è aumentata di 13.000, indicando un calo dei prezzi medi.


Le esportazioni verso il Brasile e l’Associazione delle Nazioni del Sud-est Asiatico hanno nuovamente guidato la crescita, aumentando rispettivamente del 48,9% e del 22,5%. Le importazioni dal Brasile sono diminuite del 17,7% a maggio dopo essere aumentate del 20,7% ad aprile. Le importazioni sono state frenate da un calo del 13,6% del valore dei prodotti agricoli acquistati nel paese. Tra gli altri principali partner commerciali, le importazioni dalla Corea del Sud e da Taiwan sono aumentate significativamente mentre quelle dagli Stati Uniti sono diminuite del 7,8%.


Il surplus commerciale della Cina è stato di 82,62 miliardi di dollari a maggio, rispetto ai 72,35 miliardi di dollari di aprile. Nei primi cinque mesi del 2024, le spedizioni cinesi all’estero sono aumentate del 2,7%, mentre il commercio in entrata è aumentato del 2,9%.