Stellantis, presidio lavoratori Trasnova a Pomigliano, arrivato ContePomigliano d’Arco, 2 dic. (askanews) – A Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, presidio di Transnova, azienda che si occupa di logistica per Stellantis. Da questa mattina, le tute blu sono davanti ai cancelli dello stabilimento Giovanbattista Vico con striscioni e bandiere intonando cori contro il dimissionario amministratore delegato Tavares. Numerosi anche i tir fermi sulla strada di accesso al sito produttivo, paralizzando l’ingresso merci. Sul posto da pochi minusti è arrivato il leader del M5s Giuseppe Conte.
Gli operai manifestano contro la scadenza della commessa, prevista per il 31 dicembre. Un’incertezza che lascerebbe nel limbo centinaia di lavoratori che operano nell’indotto. In mattinata hanno portato solidarietà ai lavoratori i deputati Marco Sarracino (Pd), Alessandro Caramiello (M5s) e Carmela Auriemma (M5S). Davanti ai cancelli dell’ingresso 1 sono presenti anche i rappresentanti sindacali di Fiom, Uilm e Ugl.
Edison: in Campania nuova centrale ultima generazione, investiti 450 mlnMilano, 22 ott. (askanews) – Edison ha inaugurato in Campania una nuova centrale termoelettrica a ciclo combinato di ultima generazione. Il nuovo impianto sorge a Presenzano, in provincia di Caserta e, insieme alla centrale gemella di Porto Marghera inaugurata lo scorso anno, è tra gli impianti più avanzati ed efficienti al mondo, il più efficiente d’Italia. La realizzazione ha richiesto un investimento di oltre 450 milioni di euro e quasi quattro anni di lavori, con il coinvolgimento di oltre 1.200 addetti e 130 imprese fornitrici, di cui il 50% proveniente dalla regione Campania.
L’impianto ha una potenza installata di 770 MW ed è in grado di soddisfare il fabbisogno annuale equivalente di oltre 1.500.000 famiglie. La centrale utilizza una turbina a gas naturale ad alta efficienza GT36 di classe H, sviluppata da Ansaldo Energia, che permette di ottenere un’efficienza energetica pari a circa il 63%, assicurando una riduzione delle emissioni specifiche di anidride carbonica fino al 30% alla media dell’attuale parco termoelettrico italiano. Inoltre, la centrale ha prestazioni ambientali molto elevate garantendo emissioni di ossidi di azoto (NOx) inferiori di oltre il 60% rispetto ad impianti esistenti di taglia analoga, nonché un limitato utilizzo delle risorse idriche grazie all’adozione di sistemi di raffreddamento ad aria. L’impianto è intitolato a Flavio Crescentini, manager di Edison prematuramente scomparso, che ha avuto un ruolo cruciale, come responsabile dell’avviamento e messa in marcia dei precedenti impianti a ciclo combinato sviluppati da Edison a partire dal 1992.
Durante i lavori per la sua realizzazione, nel corso delle fasi di scavo che hanno interessato l’area della centrale ed i tracciati del metanodotto e dell’elettrodotto, sono stati rinvenuti diversi reperti archeologici risalenti sia all’età del bronzo che al periodo tra il VI ed il V secolo a.C. La raccolta, la catalogazione e il restauro sono stati curati dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento. Alcuni di questi ritrovamenti sono conservati all’interno della stessa centrale in uno spazio ad essi dedicato.
Piloda per Sant’Elmo, refitting del gioiello dei rimorchiatoriRoma, 12 set. (askanews) – Piloda Shipyard, cantiere navale di eccellenza con sedi a Napoli e Brindisi, annuncia il completamento dei lavori di manutenzione e riparazione straordinaria sul rimorchiatore “Sant’Elmo”, uno dei gioielli della flotta della storica Compagnia Rimorchiatori Napoletani. “Il “Sant’Elmo”, rimorchiatore di lunga tradizione, è un’unità fondamentale per le operazioni portuali e marittime nel Golfo di Napoli. La Compagnia Rimorchiatori Napoletani, con una storia che affonda le radici nei primi anni del XX secolo, è una delle realtà più importanti nel settore dei servizi marittimi in Italia. Con una flotta composta attualmente da 19 unità, la compagnia svolge un ruolo cruciale nel garantire la sicurezza e l’efficienza delle operazioni portuali, non solo a Napoli, ma in tutto il Mediterraneo. Il “Sant’Elmo” è uno dei rimorchiatori che hanno fatto la storia della Compagnia e del Porto di Napoli. I lavori effettuati da Piloda Shiyard sul “Sant’Elmo” hanno richiesto un elevato sforzo di pianificazione e coordinamento che hanno consentito di realizzare l’opera con precisione e puntualità: caratteristiche distintive del cantiere partenopeo. “La stesura di un Gant, strumento fondamentale nella gestione di progetti complessi su nave che coinvolgono diverse maestranze specialistiche si è rivelato di cruciale importanza consentendo di visualizzare chiaramente l’inizio e la fine di ciascun intervento, e di svolgere il lavoro in maniera coordinata, efficiente e tempestiva”, dice Pasquale Massa Technical Director di Piloda Shipyard. “La corretta sequenza di operazioni ed il coordinamento tra le diverse maestranze tra cui ingegneri, carpentieri, elettricisti, meccanici hanno senza alcun dubbio decretato il successo di questa collaborazione e l’impeccabile nuovo look dell’affascinante Sant’Elmo, aggiunge Massa”. “Sant’Elmo”, assieme a “Punta Campanella”, “Punta Scutolo” (in manutenzione presso il cantiere di Brindisi di Pilota Shipyard) fa parte della prima serie di rimorchiatori azimutali, tra i primi in Italia. Un propulsore azimutale è un propulsore navale che può essere ruotato attorno ad un asse verticale (da qui il nome) e pertanto orientato in una qualsiasi direzione orizzontale, rendendo inutile la presenza del timone.
Un intervento che si conclude on time ed on budget che ha visto la revisione completa dei sistemi propulsivi e di manovra, oltre al rinnovo delle strutture esterne ed interne dell’imbarcazione, assicurando che il rimorchiatore sia pronto a operare al massimo delle sue capacità per molti anni a venire. Sant’Elmo lascia così il bacino galleggiante di Piloda Shipyard e riprende il largo. Eroe silenzioso del mare, piccolo ma potente, riprende la sua missione di soccorso alle grandi navi nelle operazioni di manovre di guida in sicurezza nei porti salvandole dalle situazioni di emergenza. Sant’Elmo ha partecipato al recupero de “La Signora del Vento”, il veliero italiano più grande (85 metri di lunghezza) dopo l’Amerigo Vespucci, spazzata via dalle raffiche di vento e finita alla deriva nel 2019 contro la banchina del porto di Gaeta, durante il maltempo che ha flagellato anche la provincia di Latina. “Il successo di questo progetto porta all’apertura di una trattativa tra Piloda Shipyard e Compagnia Rimorchiatori Napoletani per la stipula di un contratto di manutenzione ordinaria e straordinaria che interesserà l’intera flotta della compagnia che conta ben 19 unità. Questo accordo rappresenta una tappa significativa per entrambe le nostre società, rafforzando una collaborazione strategica e assicurando la piena efficienza operativa di una flotta di importanza vitale per il nostro porto e per l’intero sistema logistico-marittimo italiano”, dice Donato di Palo Ceo della divisione shipyard di Piloda Group – Piloda Shipyard è orgogliosa di contribuire al mantenimento dell’eccellenza marittima napoletana e guarda con fiducia alle future collaborazioni con la Compagnia Rimorchiatori Napoletani”.
Trasporti, Fs: riattivata circolazione su linea Battipaglia-SapriRoma, 26 lug. (askanews) – E’ stata riattivata alle 6 di questa mattina la circolazione ferroviaria su uno dei due binari della linea Battipaglia-Sapri, a seguito dei lavori svolti da Rete Ferroviaria Italiana e dalle ditte appaltatrici senza sosta dalla sera di lunedì 22 luglio. Lo comunicano le Fs in una nota.
Continuano i lavori per riattivare anche l’altro binario nei pressi di Centola, nel Salernitano. Attività che permetteranno di riprendere la regolare circolazione ferroviaria nella giornata di domani, sabato 27 luglio. Durante la giornata odierna, e fino al ripristino della piena capacità dell’infrastruttura, il programma dei treni Alta Velocità, Intercity e Regionali potrà subire ritardi, modifiche o cancellazioni.
I tecnici sono stati impegnati nella rimozione dei carri e dei container attraverso l’utilizzo di gru stradali, scavatori, camion gommati. Successivamente, terminati i rilievi dell’Autorità Giudiziaria, sono stati effettuati gli interventi di ripristino dei marciapiedi, dell’armamento, delle rotaie e delle traverse. Per far fronte all’interruzione dovuta ai lavori, Trenitalia ha attivato un servizio di bus sostitutivi sia per i treni a lunga percorrenza sia per quelli regionali, così da assicurare i collegamenti fra le località cilentane. Potenziata anche l’assistenza e l’informazione ai viaggiatori nelle stazioni e attraverso comunicazioni via sms e data la possibilità di chiedere il rimborso integrale del biglietto o riprogrammarlo senza alcun costo aggiuntivo.
L’Arcidiocesi di Napoli istituisce un Ramo ETSNapoli, 9 lug. (askanews) – Prima i poveri. Fare in modo che gli ultimi siano al centro non solo dell’attenzione pastorale della Chiesa napoletana ma anche della propria organizzazione patrimoniale e sociale. È questa la motivazione per cui l’Arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ha istituito un Ramo ETS (Ente del Terzo Settore) della Chiesa di Napoli allo scopo di rispondere con un valido strumento giuridico e amministrativo alle esigenze di carità, giustizia, inclusione sociale, promozione umana, con uno sguardo rivolto anche all’ambito dell’educazione e dello sviluppo occupazionale dei giovani di Napoli, in particolare di quelli attualmente fuori dal circuito del lavoro e della formazione. L’istituzione del Ramo ETS è stata annunciata nel corso del Forum organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Napoli e dedicato proprio alle attività degli Enti ecclesiastici e alle opportunità operative aperte dalle normative sugli ETS.
Con questo forum, l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Napoli ha promosso un modello pionieristico che la Chiesa di Napoli intende sperimentare per progettare e organizzare le proprie azioni sociali in una cornice di totale trasparenza, etica, economica, gestionale. L’iscrizione al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) del Ramo ETS dell’Arcidiocesi di Napoli consente inoltre di rafforzare il dialogo con tutte le Istituzioni e con gli altri enti del Terzo Settore. Il ramo ETS – frutto del lavoro della Commissione per il Patrimonio istituita dall’Arcivescovo – si avvale di un regolamento proprio, di un patrimonio separato e destinato alle attività istituzionali, e di un bilancio pubblico e sociale. I lavori del forum sono stati introdotti dagli interventi di Eraldo Turi (presidente dell’Odcec di Napoli), Gianluca Battaglia (consigliere delegato dell’Ordine dei commercialisti partenopeo), e Paolo Liguoro (presidente della Commissione di studio Enti Ecclesiastici). Nel corso del dibattito, moderato da Matteo De Lise (revisore dell’Odcec Napoli), si sono alternati coloro che hanno pensato e dato vita al ramo ETS, presentando modelli ed esperienze innovative sociali, caritative, culturali ed educative: Paola Coppola (presidente del Comitato Scientifico del ramo ETS dell’Arcidiocesi di Napoli e ordinario di diritto tributario all’Università Federico II di Napoli), Mauro Sciarelli(consigliere del ramo ETS e ordinario di economia e gestione delle imprese all’Università Federico II di Napoli), Paolo Ricci (ordinario di Economia aziendale all’Università Federico II di Napoli e coordinatore del bilancio sociale del Ramo ETS), Suor Marisa Pitrella (responsabile dell’area carità e inclusione del ramo ETS e direttrice della Caritas Diocesana di Napoli), Don Federico Battaglia (segretario del ramo ETS e Tutor del Progetto Policoro).
Mons. Gennaro Matino (vicepresidente del ramo e Provicario generale della Chiesa di Napoli), ha ricordato come questo processo di “discesa in campo” dell’Arcidiocesi nel Terzo Settore ha un forte impatto sul territorio napoletano come attore economico di riferimento nell’ambito sociale. Non è mancato il dialogo tra i convitati, i quali hanno espresso compiacimento e disponibilità a interlocuzioni professionali per qualificare l’impegno della Chiesa con il proprio apporto professionale.
Gagliardi: Zes Unica, commercialisti pronti ad affiancare le impreseMilano, 20 giu. (askanews) – “Il decreto attuativo del credito d’imposta per gli investimenti in area ZES è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Le imprese avranno un mese di tempo per poter presentare le domande. Questa è senza dubbio la novità più importante, ma non l’unica. Ci sono agevolazioni per il lavoro al Sud oltre a quelle legate alle semplificazioni, per favorire nuovi investimenti sempre nel Mezzogiorno. In questo contesto il ruolo del commercialista è cruciale nell’accompagnare le imprese per sfruttare le occasioni che si sono presentate”.
Queste le parole di Maria Cristina Gagliardi, consigliere dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti di Napoli in apertura del convegno “La ZES unica per il Mezzogiorno: le ultime novità”, che si è svolto a Palazzo Calabritto presso la sede dell’Odcec partenopeo, presieduto da Eraldo Turi. “Siamo nella fase in cui dovrebbero cominciare a vedersi gli effetti di quelle azioni poste in campo nei mesi precedenti – ha aggiunto Giosy Romano, presidente dell’ASI di Napoli – anche attraverso l’esame delle istruttorie tese al rilascio delle autorizzazioni uniche, che immagino siano in capo alla ZES unica in procinto di essere emanate. Siamo davanti a una visione legislativa differente da quella precedente, ovviamente tutto è in qualche modo legato all’emanazione del piano strategico nazionale, che dovrà individuare i settori da sviluppare nei vari territori”.
Margherita Interlandi, docente ordinaria di diritto amministrativo presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha sottolineato che “di fronte a una grande occasione per il Sud, come per tutti i grandi cambiamenti, c’è bisogno di tempo perché queste novità diventino completamente funzionali e funzionanti”. “Servirà – ha proseguito – una forte e importante collaborazione tra le istituzioni locali e la struttura di missione, che è fortemente impegnata in questi mesi a esaminare le prime istanze e a elaborare il piano strategico che sarà lo strumento determinante per costruire questa visione del Mezzogiorno soprattutto nell’ottica di attrarre i grandi investimenti”. Il punto di vista degli imprenditori è stato espresso da Vittorio Genna, vice presidente dell’Unione Industriali di Napoli: “Finalmente, registriamo lo sblocco degli investimenti per quanto riguarda i perimetri di attuazione di questa ZES – ha detto – ma siamo preoccupati dalle lungaggini della cabina di regia romana che, ricordiamo, ancora non è stata identificata. Questo potrebbe portare a dei rallentamenti. Ci aspettiamo un’ampia partecipazione delle imprese alle possibilità di finanziamento, un’accelerazione nei decreti attuativi del governo e una maggiore attenzione verso il sud”.
Per Stefano Ducceschi, presidente della Commissione ZES dell’Odcec di Napoli “il Mezzogiorno aveva necessità di una ZES, che adesso è unica”. “L’auspicio – ha argomentato – è che questa struttura sia sempre di più in grado di attrarre investimenti, soprattutto dagli investitori esteri, che guardano con attenzione a questo nuovo strumento. Con la consapevolezza che lo sviluppo dell’Europa e dell’Italia passano dal Sud”. All’incontro sono intervenuti anche Monica Palumbo (Comitato scientifico Commissione ZES: Rapporti con investitori esteri e interlocutori istituzionali) che si è soffermata sul credito d’imposta Zes evidenziando le modalità operative; Umberto Carrettiere (Agenzia delle Entrate direzione provinciale I di Napoli), che ha parlato dell’attività di controllo dell’AdE in tema di crediti d’imposta ZES; e Angela Labattaglia (vice presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli), che ha illustrato le novità in materia di lavoro per la Zes Unica.
Commercialisti: sviluppare cultura ESG anche in partecipate pubblicheNapoli, 16 mag. (askanews) – “Riteniamo necessario continuare l’attività di divulgazione sulle tematiche della sostenibilità. L’Unione Europea ha stabilito, in verità già da un po’ di tempo, che è arrivato il momento di cominciare ad occuparsi in maniera seria e concreta di sostenibilità applicando non solo alle attività imprenditoriali ma, inevitabilmente e conseguentemente, anche alle aziende pubbliche e partecipate pubbliche, i principi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance”. Lo ha affermato Raffaele Ianuario, consigliere dell’Odcec di Napoli, in occasione del forum “ESG e aziende partecipate, percorsi di sostenibilità nel settore pubblico” promosso dalla Commissione di studio ESG (Environmental, Social and Governance) dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, presieduto da Eraldo Turi, che si è svolto a Palazzo Calabritto. “Tematiche estremamente importanti che richiedono studio, ricerca e approfondimento – ha aggiunto Ianuario – ancora poco avvertite come necessarie. Il concetto di sostenibilità, per molte aziende di piccola e media dimensione del Mezzogiorno, non ha, purtroppo, ancora importante te significato per cui diventa fondamentale il ruolo dei commercialisti che indirizzano le aziende verso una svolta culturale a favore della sostenibilità”.
Secondo Emmanuela Saggese, presidente della Commissione ESG dell’Odcec di Napoli), “ci troviamo in un momento di grande trasformazione e l’adozione dei criteri ESG all’interno delle aziende è vista più come un’imposizione che come una scelta che deve operare l’azienda per rimanere competitiva e garantire un futuro sostenibile non solo all’azienda stessa ma alla sua permanenza sul mercato”. “Per le aziende partecipate pubbliche – ha poi detto Saggese – è molto importante avviare questo percorso che prevede l’implementazione di strategie che in una visione di lungo termine daranno i loro frutti. E’ determinante allinearsi quanto prima a quelle che sono le direttive europee. E’ un percorso impegnativo che richiede strategie decisionali importanti, dei cambi di paradigma e l’adozione dei sistemi di gestione interni alle aziende che comporta un momento di riflessione sullo stato dell’arte e sulla direzione da intraprendere”. Giovanni Ciancio, founder di Soluzioni Sostenibili SB, ha sostenuto che “la recente introduzione della CSRD determinerà un cambiamento cruciale nel modo di rendicontare gli aspetti di sostenibilità, vale a dire tutto ciò che le aziende operanti nel settore pubblico possono fare in termini di lotta al cambiamento climatico, mitigazione dell’inquinamento, tutela della biodiversità ma soprattutto l’aspetto sociale, vale a dire la tutela del benessere dei lavoratori e la parità di genere. Un passo avanti che determinerà la presa di coscienza da parte delle aziende dell’importanza di questi temi per lo sviluppo sostenibile”.
Antonio Minervini (founder Soluzioni Sostenibili SB) ha sottolineato che “la sostenibilità è un cammino ormai segnato con obiettivi precisi che mette tutte le aziende, sia le private che le pubbliche, di fronte a una responsabilità non indifferente. La quasi totalità delle aziende pubbliche partecipate ha istituito un modello organizzativo conforme al decreto 231 che prevede attività legate alla sicurezza sul lavoro, alla trasparenza e alla corruzione. Un percorso più semplice che consente anche l’integrazione dei fattori di sostenibilità che per le aziende significa guardare ai propri obiettivi sociali”. I lavori hanno anche visto un confronto tra Mauro Ascione, presidente Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, Massimo Iodice, amministratore unico Casoria Ambiente, Amedeo Manzo, amministratore unico Napoli Holding, e Claudio Martelli, dirigente area partecipate del Comune di Napoli. (nella foto un momento dei lavori del confronto “ESG e aziende partecipate, percorsi di sostenibilità nel settore pubblico” promosso da Odcec di Napoli)
Export, nel 2023 la Campania ha registrato un valore di 276 mlnNapoli, 17 apr. (askanews) – Nel 2023 la Campania ha registrato un valore delle esportazioni di 276 milioni di euro. La Croazia è stata la destinazione principale di queste esportazioni, acquistando beni per un valore di circa 98 milioni di euro. Seguono la Slovenia con 74 milioni, l’Albania con 65 milioni e la Serbia con 39 milioni. Il settore principale nelle esportazioni campane è l’agro-alimentare e bevande, che rappresenta il 22,3% del totale. A rilevare i dati Intesa Sanpaolo nel corso del roadshow sull’internazionalizzazioni delle Pmi a Napoli.
Per quanto riguarda le importazioni, la Campania ha registrato un totale di quasi 284 milioni di euro. La Slovenia è il principale Paese di provenienza, con 111 milioni, seguito dall’Albania con 77 milioni, dalla Croazia con 50 milioni e dalla Serbia con 46 milioni. La classifica dei settori di importazione vede posizionarsi in testa l’agro-alimentare e bevande (31% sul totale regionale, di cui il 63% di provenienza slovena), seguito da abbigliamento (11,7%, di cui il 65% dall’Albania) e metallurgia (10,3%, di cui il 60% acquistati dall’Albania). Nel 2023 la Calabria ha registrato un volume di esportazioni pari a 17,2 milioni di euro verso le quattro destinazioni. Questo flusso si è distribuito quasi equamente tra Albania, Croazia e Slovenia, ognuna delle quali ha ricevuto merci per un valore di circa 5 milioni di euro. La Serbia ha ricevuto una quota minore, pari a 726 mila euro. Il settore agro-alimentare e bevande ha guidato le esportazioni calabresi, rappresentando il 26,6% del totale. Nel 2023 la Calabria ha importato dai quattro Paesi merci per un valore di circa 24,7 milioni di euro. La Slovenia è stata la principale fonte di importazioni con 9,8 milioni di euro, seguita dall’Albania con 7,6 milioni, la Croazia con 6,2 milioni, e la Serbia con circa 1,1 milioni. (segue)
Vietti: la riforma del 2003 modernizzò il nostro diritto societarioNapoli, 18 gen. (askanews) – “La riforma ha dato buona prova di sé in questi vent’anni dove è successo di tutto. Dalla crisi economica del 2008 a quelle più recenti, gli istituti introdotti hanno avuto una buona tenuta dimostrando una verità fondamentale: la regola in diritto commerciale non è una pura sovrastruttura ma serve ad orientare il mercato. Quest’ultimo ha le sue dinamiche, ma se può disporre di regole agili, proattive e flessibili, l’intero sistema economico funziona meglio. E questo obiettivo lo abbiamo centrato”. Sono le parole di Michele Vietti, professore straordinario all’Università Lumsa di Roma, autore della riforma del diritto societario del 2003, intervenuto nel corso del convegno ‘Le società di capitali a vent’anni dalla riforma Vietti’ promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli.
“Con la riforma più che semplificare abbiamo modernizzato, traendo spunti da altri ordinamenti europei e anglosassoni con sistemi di governance alternativi e offrendo una pluralità di strumenti giuridici in nome dell’autonomia dell’imprenditore che è il miglior giudice della loro utilità. La riforma – ha aggiunto Vietti – ha scommesso anche sui professionisti perché sono i consulenti dell’imprenditore e lo aiutano ad orientarsi tra le diverse opportunità che le regole offrono per poter far meglio il proprio mestiere”. Ha introdotto i lavori, dell’incontro Eraldo Turi, presidente dell’Odcec Napoli. “E’ stata una riforma che ha fatto epoca – ha detto Turu – Il decreto lgs 6/2003 ha innovato, modificato e costruito tutto il nuovo diritto commerciale che era rimasto fermo al codice del 1942. Nuove norme aggiornate al nuovo tessuto sociale e imprenditoriale. Sicuramente ci sono delle ulteriori innovazioni ed integrazioni ma ciò che è stato fatto offre già un ottimo risultato per ciò che riguarda il diritto societario. Pensiamo ad esempio alle srl, che sono le società più diffuse nell’ambito imprenditoriale con la caratteristica peculiare di attestare le loro regole alle realtà degli imprenditori e delle loro aziende o società”.
All’incontro, moderato da Nicola Rocco di Torrepadula, ordinario dell’Università di Salerno, sono intervenuti anche Fabio Cecere e Roberto Coscia, consiglieri delegati dell’Odcec Napoli. Le relazioni sono state affidate a Massimo De Andreis, direttore generale di SRM e Presidente dell’Associazione italiana economisti d’impresa; Luigi Abete, consigliere Ia Sezione Civile Corte di Cassazione; Amedeo Bassi della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Napoli;L Carlo Fiorentino, vice presidente Commissione diritto societario Odcec Napoli. (nella foto, da sinistra: Fabio Cecere, Eraldo Turi, Michele Vietti, e Nicola Rocco di Torrepadula)
Sogin, al via rimozione attrezzature su ‘testa Vessel nel GariglianoRoma, 30 nov. (askanews) – Sono cominciati ieri nella centrale del Garigliano (Caserta) i lavori di rimozione delle attrezzature posizionate sopra il vessel, il contenitore d’acciaio nel quale durante l’esercizio avveniva la reazione nucleare.
L’attività, svolta da Sogin e dalla sua controllata Nucleco all’interno dell’edifico reattore, si articola in quattro fasi principali. Nella prima, ora in corso, viene allagata la parte interna del vessel. Nella seconda fase si aprirà la parte superiore del vessel (denominata “testa”) permettendo la fuoriuscita dell’acqua che riempirà il canale reattore, fino a sommergere completamente lo stesso vessel posizionato al suo interno. Si procederà, quindi, con la rimozione delle attrezzature che si trovano sulla “testa” del vessel. Un’operazione che avverrà in modo remotizzato e sotto battente d’acqua, che è un elemento naturale che scherma le radiazioni e consente ai tecnici di procedere in sicurezza. Al termine, le attrezzature rimosse, per un peso complessivo di 1 tonnellata, saranno inserite in appositi contenitori cilindrici, che verranno stoccati nei depositi temporanei del sito, in attesa del loro conferimento al Deposito Nazionale, una volta disponibile.
Per svolgere questi lavori, Sogin ha dovuto realizzare una serie di attività propedeutiche, fra cui il ripristino dei sistemi ausiliari dell’edificio reattore (impianto elettrico, di ventilazione, di automazione e controllo) e del circuito di allagamento del vessel e del canale reattore. Questo intervento terminerà nel primo trimestre del 2024. A seguire Sogin avvierà lo smantellamento del vessel e dei sistemi e componenti dell’edificio reattore, denominati internals. Con questa attività si entrerà nella fase finale, la più complessa dal punto di vista ingegneristico e operativo, del decommissioning della centrale campana.
Lo smantellamento della centrale del Garigliano produrrà complessivamente circa 268 mila tonnellate di materiali. Di queste, saranno inviate a recupero il 96%, per la maggior parte composte da metalli e calcestruzzo.