Vietti: la riforma del 2003 modernizzò il nostro diritto societarioNapoli, 18 gen. (askanews) – “La riforma ha dato buona prova di sé in questi vent’anni dove è successo di tutto. Dalla crisi economica del 2008 a quelle più recenti, gli istituti introdotti hanno avuto una buona tenuta dimostrando una verità fondamentale: la regola in diritto commerciale non è una pura sovrastruttura ma serve ad orientare il mercato. Quest’ultimo ha le sue dinamiche, ma se può disporre di regole agili, proattive e flessibili, l’intero sistema economico funziona meglio. E questo obiettivo lo abbiamo centrato”. Sono le parole di Michele Vietti, professore straordinario all’Università Lumsa di Roma, autore della riforma del diritto societario del 2003, intervenuto nel corso del convegno ‘Le società di capitali a vent’anni dalla riforma Vietti’ promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli.
“Con la riforma più che semplificare abbiamo modernizzato, traendo spunti da altri ordinamenti europei e anglosassoni con sistemi di governance alternativi e offrendo una pluralità di strumenti giuridici in nome dell’autonomia dell’imprenditore che è il miglior giudice della loro utilità. La riforma – ha aggiunto Vietti – ha scommesso anche sui professionisti perché sono i consulenti dell’imprenditore e lo aiutano ad orientarsi tra le diverse opportunità che le regole offrono per poter far meglio il proprio mestiere”. Ha introdotto i lavori, dell’incontro Eraldo Turi, presidente dell’Odcec Napoli. “E’ stata una riforma che ha fatto epoca – ha detto Turu – Il decreto lgs 6/2003 ha innovato, modificato e costruito tutto il nuovo diritto commerciale che era rimasto fermo al codice del 1942. Nuove norme aggiornate al nuovo tessuto sociale e imprenditoriale. Sicuramente ci sono delle ulteriori innovazioni ed integrazioni ma ciò che è stato fatto offre già un ottimo risultato per ciò che riguarda il diritto societario. Pensiamo ad esempio alle srl, che sono le società più diffuse nell’ambito imprenditoriale con la caratteristica peculiare di attestare le loro regole alle realtà degli imprenditori e delle loro aziende o società”.
All’incontro, moderato da Nicola Rocco di Torrepadula, ordinario dell’Università di Salerno, sono intervenuti anche Fabio Cecere e Roberto Coscia, consiglieri delegati dell’Odcec Napoli. Le relazioni sono state affidate a Massimo De Andreis, direttore generale di SRM e Presidente dell’Associazione italiana economisti d’impresa; Luigi Abete, consigliere Ia Sezione Civile Corte di Cassazione; Amedeo Bassi della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Napoli;L Carlo Fiorentino, vice presidente Commissione diritto societario Odcec Napoli. (nella foto, da sinistra: Fabio Cecere, Eraldo Turi, Michele Vietti, e Nicola Rocco di Torrepadula)
Sogin, al via rimozione attrezzature su ‘testa Vessel nel GariglianoRoma, 30 nov. (askanews) – Sono cominciati ieri nella centrale del Garigliano (Caserta) i lavori di rimozione delle attrezzature posizionate sopra il vessel, il contenitore d’acciaio nel quale durante l’esercizio avveniva la reazione nucleare.
L’attività, svolta da Sogin e dalla sua controllata Nucleco all’interno dell’edifico reattore, si articola in quattro fasi principali. Nella prima, ora in corso, viene allagata la parte interna del vessel. Nella seconda fase si aprirà la parte superiore del vessel (denominata “testa”) permettendo la fuoriuscita dell’acqua che riempirà il canale reattore, fino a sommergere completamente lo stesso vessel posizionato al suo interno. Si procederà, quindi, con la rimozione delle attrezzature che si trovano sulla “testa” del vessel. Un’operazione che avverrà in modo remotizzato e sotto battente d’acqua, che è un elemento naturale che scherma le radiazioni e consente ai tecnici di procedere in sicurezza. Al termine, le attrezzature rimosse, per un peso complessivo di 1 tonnellata, saranno inserite in appositi contenitori cilindrici, che verranno stoccati nei depositi temporanei del sito, in attesa del loro conferimento al Deposito Nazionale, una volta disponibile.
Per svolgere questi lavori, Sogin ha dovuto realizzare una serie di attività propedeutiche, fra cui il ripristino dei sistemi ausiliari dell’edificio reattore (impianto elettrico, di ventilazione, di automazione e controllo) e del circuito di allagamento del vessel e del canale reattore. Questo intervento terminerà nel primo trimestre del 2024. A seguire Sogin avvierà lo smantellamento del vessel e dei sistemi e componenti dell’edificio reattore, denominati internals. Con questa attività si entrerà nella fase finale, la più complessa dal punto di vista ingegneristico e operativo, del decommissioning della centrale campana.
Lo smantellamento della centrale del Garigliano produrrà complessivamente circa 268 mila tonnellate di materiali. Di queste, saranno inviate a recupero il 96%, per la maggior parte composte da metalli e calcestruzzo.
Turi: commercialisti determinanti per salvare le aziende confiscateNapoli, 27 nov. (askanews) – “Il ruolo del commercialista come amministratore giudiziario nelle aziende sequestrate è fondamentale perché ha le competenze tecniche e professionali affinché le stesse si possano salvare. Se l’azienda sequestrata ha una penetrazione importante da parte della malavita è più difficile che abbia un futuro. Se la malavita è entrata marginalmente, il compito dell’amministratore sarà molto più semplice. Con l’iniziativa odierna mettiamo in risalto questo ruolo in una regione come la Campania che, insieme a Lazio e Sicilia, detiene il 50% delle aziende sequestrate in Italia”. Sono le parole di Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, che ha aperto i lavori del convegno “Problematiche gestionali di beni e aziende sequestrate. La realtà della Campania” promosso dall’Odcec di Napoli.
Sul futuro delle aziende sequestrate è intervenuto il senatore Francesco Silvestro (presidente della commissione Bicamerale per gli Affari regionali): “La Campania è al primo posto in Italia per strutture sequestrate. Solo in provincia di Napoli se ne contano oltre 1500. Il compito è quello di cercare di mantenerle attiva salvaguardando l’occupazione. Su questo punto molto devono fare gli enti locali lavorando in sinergia. A Ottaviano e Casalnuovo abbiamo molti esempi virtuosi in questo senso. L’indirizzo deve essere questo, vendere un bene confiscato alla mafia sarebbe una sconfitta dello Stato”. Secondo Domenico Posca (Managing Partner Amministratori Giudiziari Network): “In Campania tra le aziende sequestrate, come risulta dai dati di Infocamere e AGN, abbiamo 600 imprese pienamente operative che sviluppano un fatturato di circa 1 miliardo di euro. I settori principalmente interessati sono il commercio e l’edilizia. Gestendo queste aziende si tende a tutelare questi posti di lavoro e, dove possibile, incrementarli. Per questo il ruolo degli amministratori è di fondamentale importanza per non depauperare ulteriormente i territori”.
Sulle criticità del sistema di monitoraggio si è soffermato Domenico Tarantino (Infocamere): “Il quadro che emerge è di migliaia di aziende sequestrate, cifre in costante aumento. Le informazioni non sono ben strutturate e quindi scontiamo un ritardo nell’aggiornamento e nell’analisi dei dati con il rischio per alcune di queste aziende di non essere intercettate e costrette a cessare le attività”.
Manovra:Cgil in piazza a Napoli 1 dicembre per sciopero regionaleNapoli, 3 nov. (askanews) – “Il 1 dicembre saremo in piazza a Napoli per lo sciopero regionale indetto con la Uil contro questa manovra finanziaria”.
Così il segretario generale Nicola Ricci intervenendo all’assemblea promossa da Fiom Cgil e Uilm con le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento Leonardo Aerostrutture di Nola, una delle prime in Campania in vista dello sciopero regionale. “Le lavoratrici e i lavoratori iscritti alla Cgil ce lo hanno chiesto attraverso una consultazione straordinaria. – continua la nota – Con queste assemblee continua la fase di ascolto e di illustrazione delle ragioni per le quali riteniamo sbagliata ed inadeguata questa manovra finanziaria. Questo Governo non ascolta il mondo del lavoro e allora il nostro compito è quello di mobilitarci. Lo sciopero del primo dicembre sarà l’ultimo di cinque scioperi, come avvenne il 20 maggio scorso. Saranno giorni caldi in cui dovremo far sentire forte la nostra voce e le nostre rivendicazioni”. Così il segretario generale Nicola Ricci intervenendo all’assemblea promossa da Fiom Cgil e Uilm con le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento Leonardo Aerostrutture di Nola, una delle prime in Campania in vista dello sciopero regionale”. All’assemblea hanno partecipato i segretari generali di Fiom-Cgil Napoli e Fiom-Cgil Campania, Mauro Cristiani e Massimiliano Guglielmi, il segretario generale Uilm Campania, Crescenzio Auriemma e il segretario generale Fiom-Cgil Nazionale, Michele De Palma.
Turismo sostenibile, Sciarelli: servono investimenti e coordinamentoNapoli, 29 set. (askanews) – Turismo sostenibile? E’ possibile ridurre e gestire l’impatto del flusso dei visitatori su città e destinazioni, ma servono investimenti, pianificazione, responsabilità di tutti gli attori coinvolti, publici e privati. Se ne è discusso a Napoli nel corso del convegno “Turismo sostenibile per lo sviluppo del Mezzogiorno” promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Napoli, presieduto da Eraldo Turi.
“La sostenibilità ambientale, quella sociale e quella economica vanno analizzate in maniera complementare. Il turismo per sua natura è un fenomeno sistemico dove sono tanti gli attori e i soggetti che devono cooperare per un’offerta che sia sostenibile. L’aumento della presenza dei turisti può generare problemi di impatto rispetto a una capacità di carico legata alla disponibilità di poter accogliere correttamente, in maniera efficace e sostenibile i turisti – ha messo in evidenza Mauro Sciarelli, professore di economia e gestione dell’impresa all’Università Federico II nel corso del convegno – Quindi c’è da fare degli investimenti sotto questi profili in termini organizzativi dove tutti fanno la loro parte, le istituzioni, gli operatori, i turisti e i cittadini”. La tesi di Sciarelli è sostenuta anche da Raffaele Sibilio, professore di sociologia sempre alla Federico II: “Solo se coniughi l’aspetto sociale, economico e ambientale si può parlare di turismo sostenibile. Dobbiamo formare i giovani nelle professioni turistiche di qualità in modo che ci sia un’offerta del territorio di qualità, cercando di coinvolgere le comunità locali soprattutto nelle aree meno popolate. Se c’è troppa capacità di carico i luoghi non si riconoscono e sono valorizzati meno di quello che potrebbero”.
Per Maria Cristina Gagliardi, consigliera Odcec delegata al Turismo “il Turismo sostenibile ha registrato dopo gli anni di pandemia un vero e proprio boom, trasformando radicalmente la richiesta di servizi”. “In una regione come la nostra dove il turismo è uno dei settori trainanti dell’economia, bisogna favorire questo processo cogliendone tutte le opportunità – ha detto – Serve una sinergia tra istituzioni, tutti i partner della filiera turistica e noi professionisti per dare ulteriore impulso a questo nuovo trend”. Di economia sociale ha parlato Antonella La Porta, consigliera dell’ordine partenopeo per la commissione sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa. “La Commissione sul turismo è storica, esiste da sempre favorendo gli approfondimenti sui temi della sostenibilità che è un tema trasversale a tutti i settori della produzione. Lo scatto da un’economia tradizionale a un’economia sociale che abbia come scopo principale un giusto profitto etico ma soprattutto la crescita sociale attraverso lo sviluppo di una nuova sensibilità e di nuove competenze e temi legati alla sostenibilità, deve essere la nostra linea guida – ha sottolineato La Porta – Un’azienda che cresce nel solco della sostenibilità è destinata al successo e in questo percorso il ruolo del dottor commercialista è fondamentale”.
“Siamo vicini alle imprese del settore turistico che portano sviluppo sostenibile nel Mezzogiorno – ha a sua volta evidenziato Liliana Speranza, presidente della Commissione Turismo, che ha coordinato i lavori – Un processo che comporta anche la rinascita dei territori preservandone la loro ricchezza culturale e paesaggistica. Servono investimenti come quelli offerti dal Fondo per la sostenibilità e l’Innovazione nel quale ci sono 500 milioni a disposizioni delle imprese. Lo ritengo un ottimo punto di partenza per rilancio del turismo nel Sud”. All’incontro ha partecipato anche Marilena Nasti, consigliere delegato dell’Odcec Napoli. (Nella foto, da sinistra Marilena Nasti, Eraldo Turi, Liliana Speranza e Maria Cristina Gagliardi)
KFC e apre a Nola il 69esimo locale in Italia, il sesto in CampaniaNapoli, 26 lug. (askanews) – Kentucky Fried Chicken si estende nella cintura metropolitana di Napoli con una nuova apertura, la 69esima in Italia, ai piedi del Vesuvio a Nola nel centro commerciale Vulcano Buono. Il nuovo locale, situato nell’area food del centro commerciale firmato dall’architetto Renzo Piano, sarà gestito dal franchisee “2K16”, a cui fanno capo anche i ristoranti KFC di Pompei, Marcianise, Napoli Sant’Antimo e Napoli Carità.
Con questa nuova apertura il brand consolida la sua presenza in Campania ma anche la sua crescita in Italia e in particolare al Sud. Quello di Nola è infatti il 69esimo ristorante KFC aperto in Italia in meno di 10 anni, mentre sono 15 le regioni in cui è già presente il marchio, che punta al traguardo dei 200 ristoranti sul territorio nazionale nei prossimi 5 anni . Il locale KFC di Nola crea 30 nuovi posti di lavoro, con un’attenzione particolare ai giovani in cerca di un primo impiego con opportunità di crescita professionale. Il ristorante, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 23, sarà dotato di due grandi sale consumazioni adatte anche per feste di compleanno ed eventi privati, per un totale di 450 mq e 120 posti a sedere. Gli ordini saranno gestiti in modalità omnichannel in cassa, nei chioschi presenti nel ristorante, attraverso la app di KFC Italia con il servizio Clicca & Ritira, per un cosnsumo sia in modalità eat-in che take-away. E attraverso la app di Glovo anche in delivery.
Turi: la delega fiscale superi i disagi delle norme frammentarieNapoli, 21 lug. (askanews) – “I commercialisti puntano sulla nuova legge delega fiscale. Non è possibile continuare a lavorare con norme frammentarie che costringono professionisti e contribuenti a un lavoro immane. Il nostro auspicio è che con l’approvazione da parte del Parlamento di questo provvedimento l’intera materia venga normata attraverso testi unici a partire già dal 2024”. Lo ha detto Eraldo Turi, presidente dell’ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, nel corso del Summer Party 2023, che si è svolto all’Arenile di Bagnoli e animato da oltre duemila partecipanti tra commercialisti e ospiti.
Secondo Vincenzo Moretta, presidente della Fondazione dei commercialisti partenopei, “l’obiettivo futuro è quello di offrire sempre maggiori servizi ai professionisti fornendo tutti gli strumenti utili per gestire i rapporti con i contribuenti e l’Agenzia delle Entrate. Abbiamo realizzato “Summer Party 2023″ per dare un segnale chiaro della nostra forza e compattezza come categoria professionale”. La voce dei giovani commercialisti è stata portata da Matteo De Lise, numero uno nazionale dell’Ugdcec: “La delega fiscale entrerà nel vivo subito dopo la pausa estiva e noi ci aspettiamo di essere protagonisti di questa grande rivoluzione auspicando di mantenere un dialogo stretto con la politica come sta accadendo anche in questa fase”.
Gli incassi del “Summer Party 2023” sono stati devoluti in beneficenza come ha sottolineato Marilena Nasti, consigliere dell’Odcec Napoli: “Anche quest’anno i fondi raccolti saranno destinati a sostegno delle realtà che operano sul territorio per aiutare chi è in difficoltà”. Salvatore Mirante, capo distretto della Campania di Banca Sella, ha rimarcato come “Sostenere imprese e professionisti è importante in una fase di grande innovazione come quella dell’ESG e proprio i commercialisti, che guidano i percorsi di cambiamento delle aziende, sono nostri partner strategici”. La vicinanza dei professionisti economico-giuridici alle imprese è stata sottolineata anche da Giorgio Gallo, ceo di ‘Costruisci e arreda’: “Il ruolo dei commercialisti è sempre più importante per noi imprenditori. Insieme si collabora, si concordano le strategie efficaci per realizzare progetti imprenditoriali sempre più innovativi e competitivi”.
De Luca: su Zes unica Mezzogiorno attenti che non facciano danniNapoli, 17 lug. (askanews) – “Per quanto riguarda le Zes hanno preso la nostra proposta, l’allargamento dell’area Zes a tutto il Mezzogiorno, ma bisogna stare attenti perché sono talmente squinternati da determinare un danno anche in questo senso”. Così il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, questa mattina a Salerno a margine dell’inaugurazione della nuova viabilità per la zona Asi. “Prendiamo il caso dell’agenzia per la coesione, avevamo questa agenzia che aveva una sua autonomia operativa. – continua il governatore – Per ricondurre tutto alla presidenza del Consiglio – hanno sciolto l’agenzia per il Sud. Abbiamo perso sei mesi di tempo e ancora non è operativa la struttura presso la presidenza del Consiglio”. “Quindi, questi hanno in testa di fare un’unica Zes nel Mezzogiorno ma di mettere un altro ufficio presso la presidenza del Consiglio per cercare di centralizzare” conclude De Luca.
Trasporti, presentato progetto ampliamento aeroporto SalernoRoma, 13 giu. (askanews) – E’ stato presentato oggi, alla presenza delle istituzioni provinciali e regionali, il progetto di ampliamento dell’aeroporto ‘Costa d’Amalfi’ a Salerno, opera dello studio di architettura Atelier(s) Alfonso Femia, insieme a Deerns, Od’a Officina d’Architettura, planeground airport consulting, Techproject, Sun Flower Engineering. Lo rtendfe noto un comunicato dei progettisti.
Rispetto per l’ambiente, integrazione con il territorio, connessione con il paesaggio sono state le linee guida che il team di progetto ha condiviso, conciliando le esigenze tecniche e la modularità, necessaria per una futura estensibilità, con una scelta architettonica armonica con lo scenario dell’entroterra salernitano. Racconta Alfonso Femia: “L’idea generatrice della proposta progettuale nasce dall’atmosfera, dalle tracce, dalla sapiente messa a valore del territorio naturale e agricolo dell’ampio contesto paesaggistico di una delle aree più preziose del Mediterraneo. Il terminal deve costituire per il passeggero una parte del viaggio e della scoperta del territorio, inizio e fine di un’esperienza. Deve essere una educazione sentimentale alla realtà e ai nostri doveri per i luoghi che attraversiamo, incontriamo, conosciamo”.
Aeroporti, presentato progetto ampliamento “Costa d’Amalfi” a SalernoRoma, 13 giu. (askanews) – Si è tenuta nel pomeriggio di oggi, 13 giugno, al Teatro Augusteo a Salerno la conferenza stampa di presentazione del progetto di ampliamento dell’aeroporto “Costa d’Amalfi”. I lavori sono stati preceduti dai saluti di Vincenzo Napoli, Sindaco di Salerno; Franco Alfieri, Presidente della Provincia di Salerno; Pasquale Caprio, Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Salerno; Raffaele Tarateta, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Salerno. Ha coordinato Bruno Discepolo, Assessore regionale al Governo del Territorio. Si sono succeduti gli interventi di Roberto Barbieri, Amministratore Delegato GESAC; Luca Cascone, Consigliere regionale; Giuseppe Dibari, Director of Engineering And Operations Deerns e Alfonso Femia, Atelier(s) Alfonso Femia, del Gruppo di progettazione Aeroporto. Ha chiuso la conferenza Vincenzo De Luca, Presidente Regione Campania.
Il progetto. Rispetto per l’ambiente, integrazione con il territorio, connessione con il paesaggio sono state le linee guida che il team di progetto ha condiviso, conciliando le esigenze tecniche e la modularità, necessaria per una futura estensibilità, con una scelta architettonica armonica con lo scenario dell’entroterra salernitano. “Un paesaggio nel paesaggio”, così l’ha descritto Alfonso Femia, presidente di Atelier(s) Alfonso Femia, che sta sviluppando il progetto insieme a Deerns (mandataria), Od’A Officina d’architettura, Planeground, Techproject e Sun Flower Engineering. Primo in classifica su tredici società italiane e internazionali, il gruppo capitanato da Deerns, si era aggiudicato la gara per l’espansione dell’aeroporto Costa d’Amalfi, nel gennaio 2022. Luogo. A circa 20 chilometri dalla città di Salerno, l’aeroporto è insediato lungo la statale Tirrena Inferiore, che collega Salerno a Reggio Calabria, in un territorio a vocazione agricola, nel cuore del Mediterraneo tirrenico che ne è anche quinta e paesaggio. Tre gli interventi programmati: il nuovo terminal – di circa 16 mila metri quadrati, che si svilupperà su due piani fuori e un piano interrato di 2mila metri quadrati – il cui completamento e previsto per tappe successive; l’allungamento della pista di decollo fino a 2.200 metri; l’area di parcheggio e accesso all’aeroporto e un edificio polifunzionale di circa 2.000 metri quadrati.
Il progetto propone un’infrastruttura moderna e funzionale in perfetta coerenza con gli aspetti paesaggistici, identitari, ambientali ed esperienziali del territorio. Architettura. Il nuovo aeroporto, nella sua prima configurazione, accoglierà fino a 3,3 milioni di passeggeri. La proposta progettuale è articolata intorno a una forte identità iconica del terminal, ma risponde anche agli obiettivi di modularità, espandibilità e prestazione energetica (sostenibilità), i tre pilastri progettuali fondamentali. Il nuovo terminal è pensato come aggregazione di spazi funzionali modulari altamente efficienti e collegati tra loro. Una struttura modulare è alla base dell’intero progetto e permette al sistema tridimensionale di estendersi e di fondersi con il territorio circostante secondo le esigenze evolutive previste.
La struttura modulare, che sottende a tutto l’intervento, è sormontata da una copertura a falde alternate e variabili che è sia espressione architettonica sia dispositivo tecnologico. L’obiettivo è creare uno strumento flessibile nell’arco stagionale ed evolutivo, nelle fasi di ampliamento, con modalità e tecnologia semplice senza limitazioni dell’operatività dello scalo. “L’idea generatrice della proposta progettuale nasce dall’atmosfera, dalle tracce, dalla sapiente messa a valore del territorio naturale e agricolo dell’ampio contesto paesaggistico di una delle aree più preziose del Mediterraneo. Il terminal deve costituire per il passeggero una parte del viaggio e della scoperta del territorio, inizio e fine di un’esperienza. Deve essere una educazione sentimentale alla realtà e ai nostri doveri per i luoghi che attraversiamo, incontriamo, conosciamo”, ha affermato Alfonso Femia.
Paesaggio. Nell’aeroporto il tempo si dilata e si comprime in uno spazio fisico che concilia desideri e necessità. Nell’aeroporto “Costa d’Amalfi”, la sintesi dei tempi individuali si esprime nella piazza che precede l’ingresso all’edificio, vera e propria interfaccia tra terminal e territorio, collegata al parcheggio. Coperta da un sistema a grandi falde, a geometria variabile, creerà zona d’ombre per proteggere dal caldo dei mesi estivi e sarà caratterizzata da verde diffuso e vaporizzatori d’acqua, anch’essi mitiganti del clima. L’architetto Femia ha spiegato che nel nuovo terminal, calato in un intorno denso di storia, tradizioni e cultura, ogni viaggiatore troverà, nelle suggestioni della materia, nel nuovo paesaggio che mette al centro l’alternanza di spazi chiusi, semiaperti, aperti verso la natura, la luce e il cielo, una sua dimensione identitaria e tipica dell’architettura mediterranea. La luce naturale scriverà i diversi momenti del viaggio e anticiperà tra materia e relazioni prospettiche la dimensione immersiva nel paesaggio. Rispetto per l’ambiente. In primo piano la scelta d’impianti di ultima generazione che permetteranno di ridurre le emissioni di CO2 di circa 390 tonnellate/anno. Nella struttura modulare di copertura a falde alternate e variabili, composta da pannelli microforati e pannelli opachi rivestiti in ceramica policroma, verranno integrati pannelli fotovoltaici. Grande attenzione è dedicata al risparmio idrico: l’acqua meteorica sarà opportunamente raccolta e riutilizzata per gli usi non potabili consentiti (irrigazione e risciacquo toilette). Doveroso impegno di responsabilità progettuale verso una regione che l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, valuta a rischio desertificazione in un percentuale che oscilla dal 30 al 50 per cento. Per le unità di trattamento d’aria sarà utilizzata una filtrazione avanzata, tanto più che, avendo a che fare con zone particolarmente vicine agli aeromobili, l’aria dovrà essere particolarmente trattata. “Abbiamo realizzato un progetto ambizioso che classificherà l’Aeroporto di Salerno come uno degli scali più all’avanguardia con un mix di tecnologia, innovazione, sostenibilità e arte, grazie a un proficuo lavoro di squadra” – ha affermato Giuseppe Dibari, Managing Director Deerns Italia, che ha poi proseguito: ‘Siamo estremamente orgogliosi del risultato che abbiamo ottenuto: un’infrastruttura aeroportuale che integra e combina la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Grazie alla nostra consapevolezza dell’importanza di un’armoniosa integrazione nel territorio, il nuovo aeroporto Costa d’Amalfi è diventato un motore di generazione di nuove energie’. Materiali mediterranei. L’interior design del terminal è concepito come sequenza di ambienti che alterna interni a esterni, consentendo un’interazione con gli elementi naturali, luce naturale e verde, in un’evocazione calibrata del sistema di corti, tipico dell’architettura mediterranea. I materiali che verranno utilizzati negli spazi alternati delle corti interne si ancorano alla tradizione locale: la ceramica, tra cui quella di Vietri, il cotto. Il paesaggio entrerà nel terminal e il terminal diventerà paesaggio, creando un microclima dove l’aria sarà più salubre e respirabile, proteggendo l’edificio dal vento e mitigandone il carico termico. I numeri del progetto. Committente del progetto di realizzazione dell’ampliamento dell’aeroporto Costa d’Amalfi e Gesac, società di Gestione dell’Aeroporto di Napoli Capodichino. Il terminal di circa 16mila metri quadrati, nella sua configurazione iniziale accoglierà 3,3 Mln di passeggeri e si svilupperà su due livelli; saranno cinque i nuovi gate che verranno creati; la copertura a falde si svilupperà su una superficie di 17mila metri quadrati di cui 3.400 metri quadrati saranno dedicati alla grande piazza coperta. Complessivamente il terminal si articolerà su un lato lungo di 220 metri e su un lato corto di 80 metri. L’area esterna, dedicata all’arrivo di shuttle bus, autobus di linea, taxi e parcheggi per la sosta breve e lunga coprirà circa 50mila metri quadrati di superficie di cui il 40 per cento sarà trattato a verde attraverso la realizzazione di aree dedicate e alberate e da blocchi inerbiti per gli stalli auto; il restante 60 per cento sarà trattato con superfici drenanti. Alberature e pergole vegetalizzate contribuiranno a mitigare il calore generato dalle grandi superfici asfaltate di parcheggio. La scelta delle specie vegetali è concepita per rispondere alle esigenze di albedo, manutenzione e ridotta irrigazione e conforme all’evoluzione climatica dei prossimi decenni. Le essenze saranno varie e policrome, così da accompagnare i viaggiatori lungo tutto l’arco dell’anno con variazioni cromatiche stagionali.