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Barbabietola zucchero: raccolto dalle Marche all’E-R su rotaia

Barbabietola zucchero: raccolto dalle Marche all’E-R su rotaiaRoma, 16 apr. (askanews) – Il raccolto dei 2.500 ettari di barbabetola da zucchero di Coprob Italia coltivati nelle Marche arriverà in Emilia Romagna su rotaia anziché su gomma, garantendo fino a 50 autotreni al giorno in meno per 60 giorni sulle strade delle due regioni, ovvero per tutta la durata della campagna bieticolo-saccarifera. Il tutto se saranno positivi gli esiti del tavolo tecnico, che si aprirà tra pochi giorni, nato a seguito dell’incontro istituzionale nel pomeriggio di ieri tra Regione Marche, Interporto Marche spa, Coldiretti Marche, Confcooperative Marche e Coprob-Italia Zuccheri. Un traguardo che, se supportato dalle positive analisi costi-benefici, ora sotto la lente dei tecnici potrebbe, già da quest’anno, garantire un rilevante beneficio economico e ambientale.


Grazie agli scambi ferroviari intermodali infatti Coprob Italia Zuccheri potrà gestire il trasporto della barbabietola dall’Interporto Marche di Jesi allungando la campagna anche nello stabilimento veneto di Pontelongo, oltre che in quello più vicino di Minerbio, nel Bolognese. La filiera agricola della barbabietola nel comprensorio Marchigiano coinvolge centinaia di imprese per oltre 2500 ettari coltivati, tutti soci conferenti della cooperativa Coprob che stagionalmente trasporta il raccolto nei due stabilimenti di Minerbio (Bo) e Pontelongo nel padovano, dove viene eseguito, da 60 anni, il processo di trasformazione in zucchero certificato. Al summit sulla gestione del trasporto della barbabietola hanno preso parte tra gli altri il presidente di Regione Marche Francesco Acquaroli, Luigi Maccaferri presidente Coprob Italia Zuccheri, il direttore dell’Interporto Marche spa Massimo Stronati, il direttore di Coldiretti Marche Alberto Frau, il direttore di Coldiretti Macerata David Donninelli, il direttore di Confcooperative Marche Mauro Scattolini.


Maccaferri ha sottolineato che il tavolo tecnico “potrebbe portare ad un risultato estremamente proficuo sia per la nostra filiera sia per l’ambiente in cui operiamo con un beneficio per le imprese agricole e con una rinnovata attenzione per la sostenibilità del territorio”. E c’è già la massima disponibilità da parte dell’Interporto, ha garantito Stronati, ad attivarsi per “concorrere alla realizzazione dei collegamenti più utili attraverso l’intermodalità favorendo il trasporto ferroviario. La struttura interportuale, già qualche anno fa, aveva organizzato per la barbabietola altri collegamenti per altri zuccherifici”.

Fedagripesca E-R: 80% produzione vino da cantine cooperative

Fedagripesca E-R: 80% produzione vino da cantine cooperativeRoma, 8 apr. (askanews) – Oltre l’80% dell’uva da vino prodotta in Emilia-Romagna viene conferito dalle aziende agricole alle cantine cooperative e sociali presenti in regione che si occupano delle fasi di trasformazione, imbottigliamento e commercializzazione, anche con la forza di noti marchi del Made in Italy. Cantine che in alcuni casi possono vantare storie ultracentenarie. E la superficie dedicata alla coltivazione di uva da vino in Emilia-Romagna si attesta su 50.182 ettari, pari al 7,6% sul totale a livello nazionale. È quanto emerge da una elaborazione di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna relativa al focus Censis-Confcooperative dal titolo “L’Italia del vino: superfici, costi ed export”, presentato in occasione del Vinitaly in corso a Verona, dove sono presenti 12 cantine cooperative aderenti alla Federazione regionale.


Per quanto riguarda la produzione regionale di vino, nel 2024 in Emilia-Romagna si è attestata a 6 milioni 903mila e 977 ettolitri pari al 14,4% della produzione nazionale: un dato che pone la regione sul podio italiano, al terzo posto dopo Veneto e Puglia, con un aumento dell’11,1% rispetto al 2023 e di quasi il 20% (19,4%) rispetto al 2019. A determinare questi dati sono in particolare province come quella di Ravenna, dove si producono 2,9 milioni di ettolitri, e di Reggio Emilia (1,4 milioni). Se si considera il rapporto fra produzione e superficie coltivata, l’Emilia Romagna è al primo posto con 137,6 ettolitri per ettaro. “Questi numeri confermano il ruolo fondamentale della cooperazione nel comparto vitivinicolo regionale”, ha spiegato dalla Aristide Castellari, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna e presidente della cooperativa Agrintesa, per il quale oggi due sono le priorità.


“Da un lato difendere le produzioni dalle avversità determinate da nuove patologie delle piante – ha detto – effetti dei cambiamenti climatici e norme europee spesso in contrasto con le necessità produttive, un imperativo dettato dalla necessità di continuare a presidiare i mercati”. Dall’altro, occorre “promuovere il nostro vino a livello internazionale con il supporto delle Istituzioni, a partire dalla Regione”. Pesa ovviamente l’introduzione di dazi da parte degli Usa, che sono il primo mercato di destinazione delle esportazioni anche di numerose eccellenze emiliano-romagnole. L’auspicio è che l’Unione Europea “si muova in maniera coesa scongiurando guerre commerciali che possono solo moltiplicare i danni alle aziende, avviando negoziati e cercando di aprire nuovi canali commerciali anche con altri Paesi”.

Fruitimprese E-R: per ortofrutta priorità è continuare a produrre

Fruitimprese E-R: per ortofrutta priorità è continuare a produrreRoma, 4 apr. (askanews) – “Penso che per la nostra ortofrutta la soluzione sia quella di togliere la miriade di divieti all’utilizzo di molecole che non ci permettono più di difendere le nostre produzioni ortofrutticole. Noi operatori del settore chiediamo con forza all’Europa, attraverso il nostro governo, di difendere la nostra frutticoltura, è questa per noi la priorità”. Così in una nota il presidente di Fruitimprese Emilia Romagna, Giancarlo Minguzzi, commenta i dazi imposti dal governo americano: “sicuramente ci penalizzeranno e credo che, come il nostro governo ha già pensato di fare, la scelta migliore e più saggia sia quella di non fare una guerra commerciale che sarebbe come quella fra Davide e Golia”.


Minguzzi ricorda il record di oltre 6 miliardi di euro di valore esportato raggiunto dal settore degli ortofrutticoli freschi nel 2024, “un primato che assume un significato ancora più rilevante al cospetto delle crescenti difficoltà che stanno affliggendo gli operatori”. Di fatto, però, il comparto ortofrutticolo da tempo sta attraversando una inesorabile e progressiva riduzione delle produzioni: “negli ultimi 10 anni abbiamo perso il 80% del raccolto di pere, il 75% di kiwi e il 25% pesche. Il nostro problema principale sui mercati internazionali ormai non è collocare il prodotto ad un prezzo remunerativo, ma avere il prodotto da vendere”, spiega.


Sulla nostra ortofrutta è infatti in atto “una tempesta perfetta dovuta ai cambiamenti climatici con periodi di siccità e alluvioni, all’aumento di fitopatie e attacchi di insetti alieni, aggravata dalle misure che l’Unione Europea ha messo in campo per limitare l’uso degli agrofarmaci, senza fornire soluzioni alternative percorribili”. Come ha rilevato recentemente anche CSO Italy, conclude Minguzzi, “il primo imputato è l’Unione Europea che con una politica demagogica ha lasciato i produttori senza mezzi di difesa efficaci e, cosa più grave, senza valide ed efficaci alternative. Dai circa 1000 principi attivi che erano a disposizione dell’agricoltura, in pochi anni si è passati a meno di 300: una riduzione di oltre il 70%. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti”, conclude.

Confagri Bologna: colpite da dazi le filiere di eccellenza

Confagri Bologna: colpite da dazi le filiere di eccellenzaRoma, 3 apr. (askanews) – I dazi al 20% annunciati ieri sera dal presidente Trump sui prodotti agroalimentari europei esportati negli Stati Uniti “rappresentano un duro colpo per le produzioni di eccellenza del sistema agroalimentare bolognese. Saranno colpite alcune filiere strategiche per il nostro territorio, a partire dal Parmigiano Reggiano e quella vitivinicola fino alle conserve vegetali e alle carni, con il rischio di ricadute soprattutto sulle aree collinari e di montagna dove si trovano molte aziende dei comparti lattiero-caseario e vitivinicolo. È necessario che l’Italia difenda i propri prodotti insieme all’Unione Europea, adottando una strategia uniforme per arrivare ad un negoziato costruttivo a beneficio di tutti”. È questo il commento di Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna, a seguito dell’introduzione dei dazi al 20% da parte del Governo USA sull’importazione di prodotti alimentari provenienti dall’Europa.


Una decisione che rischia di generare ripercussioni nell’area metropolitana bolognese, dove diversi produttori agricoli, a partire da quelli legati alla filiera del Parmigiano Reggiano, per il quale gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato estero di riferimento. E anche il settore vitivinicolo bolognese, infatti, teme importanti riflessi negativi, in particolar modo i produttori del Pignoletto, che negli ultimi anni hanno investito con decisione per espandere la propria presenza sul mercato americano, anche con campagne marketing e di comunicazione mirate ai consumatori statunitensi. “Ora tutto questo lavoro rischia di essere vanificato – prosegue Venturi – A livello nazionale alcune stime hanno indicato che l’introduzione delle tariffe del 20% potrebbe comportare un danno diretto di circa 470 milioni di euro sul comparto vitivinicolo, con effetti indiretti sull’export globale che raggiungerebbero rapidamente il miliardo di euro. È inevitabile che anche le aziende bolognesi si troveranno ad affrontare forti difficoltà. Diversi nostri soci hanno investito risorse nell’internazionalizzazione dei mercati, avviando processi di sviluppo commerciale lunghi, laboriosi e costosi, che ora rischiano di venire fortemente penalizzati o ridimensionati dall’effetto a catena che possono genere questi dazi”.


Per Confagricoltura Bologna diventa quindi fondamentale “una presa di posizione netta e soprattutto coesa da parte dell’Unione Europea, con l’Italia che deve difendere i propri prodotti d’eccellenza che sono riconosciuti per la loro grande qualità dal mercato americano. La reazione – spiega – deve essere quella di adottare una strategia unitaria e condivisa, rispondendo in maniera ferma e autorevole a quanto fatto dagli Stati Uniti per arrivare al più presto ad un negoziato che riequilibri la situazione. Gli USA rappresentano un mercato difficilmente sostituibile per molte nostre imprese, e certamente non in tempi così rapidi. Siamo impegnati a fare di tutto per tutelare le nostre produzioni”, conclude Venturi.

Confcooperative E-R: Usa primo mercato export Regione, duro colpo

Confcooperative E-R: Usa primo mercato export Regione, duro colpoRoma, 3 apr. (askanews) – L’annuncio del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di introdurre dazi del 20% sulle merci importate dall’Unione Europea rappresenta un duro colpo per l’export emiliano-romagnolo, che nel 2024 ha visto proprio gli USA diventare il primo mercato estero di beni per le imprese della regione. Con un valore di 10,5 miliardi di euro di beni esportati, l’Emilia-Romagna si colloca al secondo posto dopo la Lombardia su scala nazionale.


“Questa decisione – commenta Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna – rischia di penalizzare fortemente le nostre imprese, in particolare le cooperative agroalimentari che trovano negli USA un mercato di riferimento. Le esportazioni agroalimentari emiliano-romagnole negli Stati Uniti hanno raggiunto un valore complessivo di 815 milioni di euro”. Ed è quindi evidente per la confederazione agricola la necessità di una strategia condivisa a livello europeo che tuteli l’export e garantisca alle imprese le migliori condizioni per continuare a competere a livello internazionale. Guardando alle DOP regionali, “il Parmigiano Reggiano vede oltre il 20% delle forme esportate destinate proprio negli USA. Altri settori strategici per le nostre filiere produttive, come quello vitivinicolo e ortofrutticolo, hanno avviato importanti relazioni commerciali nel mercato nord-americano e ora rischiano di vedere compromesso l’impegnativo sforzo portato avanti per anni”.


Per Confcooperative Emilia Romagna è fondamentale che Governo e Regione facciano sistema, insieme ai rappresentanti italiani in Unione Europea, affinché la Commissione UE promuova un negoziato che scongiuri una guerra commerciale dagli esiti imprevedibili. “Allo stesso tempo – aggiunge Milza – occorre che l’UE investa con maggiore determinazione nella competitività delle imprese, intervenendo sui costi energetici, promuovendo rapporti bilaterali reciprocamente vantaggiosi che agevolino gli scambi commerciali, investendo nella promozione, semplificando la burocrazia ed evitando provvedimenti pseudo-ambientalisti. Non possiamo permetterci – conclude Milza – di ridimensionare la nostra capacità produttiva per le difficoltà geopolitiche internazionali: perdere quote di mercato significherebbe compromettere il futuro di interi settori e delle migliaia di lavoratori coinvolti”.

Dazi, E-R: Usa primo mercato export regione, lavorare a livello Ue

Dazi, E-R: Usa primo mercato export regione, lavorare a livello UeRoma, 2 apr. (askanews) – Un’azione forte del nostro governo in sede Ue che rafforzi l’integrazione europea e favorisca la costruzione di nuovi rapporti commerciali, contrastando invece l’istituzione di dazi che sarebbero solo dannosi per le singole economie. Da Bruxelles, dove si trova in missione per un nuovo incontro del Comitato europeo delle Regioni (CdR), l’assessore all’Agricoltura e ai Rapporti con l’Ue, Alessio Mammi, esprime forte preoccupazione sull’ipotesi dei dazi. Imposte che, spiega Mammi, “colpiscono senza una ragione oggettiva i prodotti di maggior qualità di Paesi che sono anche alleati a livello politico, economico e commerciale, causando conseguentemente un aumento dell’inflazione e ulteriori problemi per i redditi medi”.


“In una parola – sottolinea Mammi – frenano le economie. E per questo il nostro Governo non può continuare a essere inerte e silenzioso di fronte a questa prospettiva: deve lavorare in ambito Ue per costruire risposte adeguate, accelerare il rafforzamento dell’integrazione europea e la costruzione di rapporti commerciali anche con nuovi mercati”. Il riferimento è in particolare al mercato americano, con cui l’Emilia-Romagna ha strettissimi rapporti commerciali. Nel 2024, infatti, quello degli USA è diventato il primo mercato di destinazione dell’export di beni da parte delle imprese emiliano-romagnole, scavalcando per la prima volta la Germania, primo partner commerciale “storico” per la regione. Con circa 10,5 miliardi di euro di export di beni venduti sul mercato statunitense, l’Emilia-Romagna risulta la seconda regione su base nazionale, dopo la Lombardia (con 13,7 miliardi).


Mammi ha inoltre partecipato nella sede del Parlamento a un incontro sul progetto di risoluzione urgente per il rafforzamento della dimensione territoriale del piano d’azione industriale per il settore automotive, la cui adozione è in programma domani. Successivamente, c’è stata l’adozione del progetto di bilancio 2026 del Comitato. Domani è prevista l’adozione di un parere sulla competitività agricola regionale dell’UE: in programma gli interventi di Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo Commissione Europea, e di Enrico Letta.

Da E-R più fondi a sostegno barbabietola da zucchero

Da E-R più fondi a sostegno barbabietola da zuccheroRoma, 1 apr. (askanews) – L’Emilia-Romagna nel 2025 aumenta i fondi a sostegno della coltivazione della barbabietola da zucchero, con uno stanziamento aggiuntivo di 300mila euro. Nel panorama agricolo dell’Emilia-Romagna questa coltura occupa infatti un ruolo centrale. Oltre a rappresentare una coltivazione strategica per la filiera saccarifera, la barbabietola da zucchero contribuisce anche alla fertilità dei suoli e alla sostenibilità delle pratiche agricole. Per rafforzarne la produzione e sostenere la bieticoltura, un settore chiave per l’economia emiliano-romagnola, la Regione corrisponderà al settore complessivamente 1,8 milioni di euro per la campagna 2025, 300mila euro in più rispetto agli 1,5 milioni messi a disposizione con la legge regionale numero 4 del 2024.


Le risorse saranno erogate tramite bando e saranno assegnate direttamente ai bieticoltori attraverso un aiuto in regime di ‘de minimis’, commisurato alle superfici coltivate. Obiettivo: supportare gli investimenti in termini di superficie bieticola, che negli ultimi cinque anni è passata da 15.332 ettari nel 2020 a 16.110 ettari nel 2024, con un incremento di circa il 5%. “Con questo impegno aggiuntivo di 300mila euro, la Regione conferma il proprio sostegno a una filiera strategica per l’agroalimentare dell’Emilia-Romagna – sottolinea in una nota l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi – supportando la continuità produttiva e la competitività delle aziende agricole”.


“L’obiettivo – prosegue Mammi – è incentivare la crescita e lo sviluppo di un comparto che ha dimostrato una capacità di crescita costante. Con queste risorse vogliamo rafforzare la filiera attraverso strumenti innovativi per il miglioramento della resa produttiva e della qualità della materia prima”.

Confagri E-R: ultimi danni grandine esclusi da polizze

Confagri E-R: ultimi danni grandine esclusi da polizzeRoma, 31 mar. (askanews) – La primavera si prospetta complessa per gli agricoltori della Romagna. Le gelate tardive, seguite da grandinate intense e piogge prolungate, infatti, hanno già causato danni significativi alle colture, dalla frutta agli ortaggi. Le abbondanti precipitazioni hanno reso i terreni eccessivamente saturi d’acqua, ostacolando le operazioni in campo, le semine e i primi trapianti. A questo scenario meteorologico si aggiunge un altro problema: la difficoltà per le aziende agricole di assicurare le proprie produzioni.


“Nella fase fenologica attuale non è possibile assicurare le piante da frutto dalla grandine: questo fenomeno si è verificato, per la maggior parte dei frutteti, proprio durante la cosiddetta fase dell’allegagione, cioè il passaggio da fiore a frutto – spiega in una nota Carlo Carli, presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini – E questo arco temporale è escluso dalle condizioni di polizza, quindi non è assicurabile. Ma i danni ci sono stati: il gelo ha compromesso i frutti già allegato, rallentando anche il ciclo delle piante stesse, la grandine ha fatto il resto”. Un danno complesso e difficile da indennizzare, che pesa nuovamente sulle aziende del nostro territorio. “Inoltre stiamo assistendo a un progressivo disimpegno delle compagnie assicurative dal mondo agricolo – aggiunge il presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini – con polizze sempre più costose e complicate, che in molti casi richiedono investimenti aggiuntivi per sistemi di protezione attiva. Se da un lato accogliamo con favore le risorse previste dalla Regione con il progetto Frutteti Resistenti, dall’altro è evidente che servono misure più incisive per sostenere gli agricoltori di fronte ai cambiamenti climatici”.


Confagricoltura sottolinea quindi l’urgenza di nuovi strumenti per la gestione del rischio e un’evoluzione del sistema assicurativo, con modelli innovativi che non solo coprano le perdite produttive, ma anche i costi legati al fermo produttivo e alla ripresa delle attività. Per Carli è necessario sviluppare fondi mutualistici che permettano agli agricoltori di condividere i rischi economici derivanti da crisi climatiche e di mercato e, allo stesso tempo, servono interventi pubblici mirati, con un quadro normativo europeo che sostenga la creazione di fondi di emergenza nazionali e garantisca risposte rapide ed efficaci in caso di crisi. “Sul fronte gelo, ad esempio, confidiamo in un funzionamento migliore di AgriCat, sia per i tempi in cui vengono indennizzati i ristori alle aziende agricole, sia per la dotazione del fondo, che è insufficiente”, conclude.

Banche, insediata la nuova Commissione regionale Abi Emilia-Romagna

Banche, insediata la nuova Commissione regionale Abi Emilia-RomagnaRoma, 28 mar. (askanews) – A fine 2024 è stato rilevato che il Pil dell’Emilia-Romagna si è attestato intorno allo 0,6% pur in un quadro di flessione delle esportazioni e della produzione industriale nel suo complesso. La struttura produttiva sul territorio con 390.000 imprese attive fa dell’Emilia Romagna una delle colonne industriali d’Italia alle prese con investimenti strategici legati alla transizione, all’innovazione, alla sostenibilità e alla ricerca. Bisogna rilanciare la produttività, soprattutto nel comparto manifatturiero, e affrontare il tema dell’altissimo costo dell’energia.


Secondo quanto riporta un comunicato, è quanto emerso nel corso della riunione di insediamento, a Bologna, della Commissione regionale Abi Emilia-Romagna. Nello specifico, Cristian Berselli (Responsabile Direzione regionale Emilia Ovest BPER Banca) con delibera del Comitato esecutivo dell’Abi è stato confermato alla presidenza di Abi Emilia-Romagna per il prossimo biennio. In linea con le tendenze nazionali seguite dal calo della domanda di credito, e sulla base dei più recenti aggiornamenti congiunturali della Banca d’Italia, a fine 2024 i prestiti bancari all’economia locale hanno superato i 134 miliardi di euro. In particolare, le imprese sono state finanziate con oltre 70 miliardi e le famiglie con oltre 50 miliardi.


Per quanto riguarda la rischiosità, si legge, le sofferenze lorde si sono attestate a 2.2 miliardi di euro (pari all’1,6% del totale dei finanziamenti). Superiori a 161 miliardi i depositi da parte della clientela, segno di una costante fiducia dei risparmiatori. “Le imprese del territorio – ha dichiarato Berselli – sono concentrate sulla continua ricerca di nuovi mercati e su processi di transizione produttiva. Le banche procedono al loro fianco e su questo aspetto specifico è peraltro necessario superare la rigidità di regole europee che appesantiscono l’operatività di sostegno all’economia, soprattutto in una fase di più debole domanda di credito o più difficoltosa sostenibilità del debito. È il caso del settore agricolo, in particolare – ha aggiunto Berselli – che deve puntare ad un rafforzamento dimensionale e patrimoniale delle proprie imprese, mentre per il settore bancario è certamente una delle principali sfide rafforzare ulteriormente l’attività di supporto di un’agricoltura moderna e più sostenibile, sia dal punto di vista sociale che ambientale, grazie a strumenti dedicati, più evoluti ed efficienti”.


Oltre al Presidente Cristian Berselli, compongono la Commissione regionale Valentino Cattani (Vicepresidente Abi Emilia Romagna e Direttore generale Federazione BCC Emilia Romagna); Vittorio Belloi (Sanfelice 1893 Banca Popolare); Marco Biffi (Solution Bank); Andrea Burchi (UniCredit); Stefania Camminati (Credito Emiliano); Vincenzo Cristofolini (Intesa Sanpaolo); Adelmo Lelli (Banco BPM); Roberto Massa (Banca Mediolanum); Andrea Mazzaferri (Banca Monte dei Paschi di Siena); Luca Natali (Credit Agricole Italia); Paolo Quartana (BNL BNP Paribas); Davide Sartori (Banca di Piacenza); Giovanni Tamburini (Banca di Imola); Alessandra Zanella (Banca Sella).

E-R: 18 mln dal Feaga a sostegno di 5.700 aziende agricole

E-R: 18 mln dal Feaga a sostegno di 5.700 aziende agricoleRoma, 27 mar. (askanews) – In arrivo più di 18 milioni di euro di fondi europei per l’agricoltura dell’Emilia-Romagna. Agrea, l’agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura dell’Emilia-Romagna, ha avviato i pagamenti dei saldi 2024 del I pilastro Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (Feaga). A beneficiarne saranno circa 5.700 aziende su tutto il territorio regionale.


Si tratta di pagamenti diretti, finalizzati a sostenere il reddito degli agricoltori, in particolare degli imprenditori più giovani e delle aziende di piccole dimensioni, incentivare il mantenimento in buono stato delle superfici agricole e tutelare le produzioni aumentandone la qualità, la sostenibilità e la competitività. Ad oggi sono stati liquidati i premi di cui Agea Coordinamento ha definito l’importo unitario o su cui è terminata la fase istruttoria. Già dalla prossima settimana faranno seguito ulteriori pagamenti, completando le erogazioni dei saldi residui entro il 30 giugno. L’assessore regionale all’agricoltura, Alessio Mammi, ha spiegato che si tratta “di un risultato importante per la programmazione regionale dei fondi europei che punta a garantire alla nostra agricoltura la possibilità di essere sempre più competitiva, sostenibile e innovativa. A seguire saranno pagati altri 33 milioni di euro dello Sviluppo Rurale”.