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Al via la serie podcast “Impre, sei pronto?” con Paolo Borghetti

Al via la serie podcast “Impre, sei pronto?” con Paolo BorghettiRoma, 19 feb. (askanews) – Dal “Work life balla”, perifrasi ironica sullo Smart Working come equilibrio perfetto fra vita personale e professionale, all’ideale della leadership gentile (“gentilezza distruttiva”) che si infrange contro le evidenze della quotidianità. E ancora: “Mio figlio è Maradona”, che affronta in modo disincantato i temi legati alla complessità del passaggio inter generazionale in azienda, troppo spesso vissuto come un vero e proprio diritto nobiliare dei giovani manager di famiglia, anche in assenza di talento manageriale. Sono solo alcuni dei temi della serie Podcast dal titolo “Impre, sei pronto? Verso il nuovo rinascimento imprenditoriale” realizzata dall’Audio Factory Dr Podcast e fruibile da oggi su tutte le piattaforme di streaming audio e video, tra cui Spotify, Spreaker, Apple Podcast, Amazon Music e YouTube.


L’appello all’imprenditoria privata: salviamo il Know How delle nostre PMI. Nelle tredici puntate della serie, Paolo Borghetti, manager rivoluzionario, si fa portavoce del cambiamento e della rinascita imprenditoriale, destrutturando i comportamenti e i trend “sbagliati” degli ultimi decenni. Il manager lancia una vera call to action alla nuova generazione di imprenditori italiana, come spiega a seguire: “Ho creato questo Podcast per lanciare un appello all’imprenditoria privata, l’unica tra la classe dirigente in grado di mettere la parola fine alla svendita del nostro Paese e del nostro know-how d’impresa alla finanza e ai fondi d’investimento. Un appello ad una maggiore consapevolezza e vitalità per plasmare un nuovo tipo di imprenditore, affamato e creativo, con il coraggio di dissentire e pensare fuori dagli schemi”.


Dall’Imprenditore Kamikaze al nuovo Imprenditore Generativo. Attraverso il podcast Borghetti porta in primo piano gli errori dell’imprenditore “Kamikaze”, un manager solo al comando della propria azienda, over 70, che non cede il testimone ai figli anche a costo di far morire la propria azienda. Ogni puntata, però, affianca alla denuncia di comportamenti sbagliati e “disvalori”, la visione contrapposta dell’imprenditore “illuminato” e generativo, che fornisce le linee guida per la rinascita imprenditoriale. “L’imprenditore generativo è un imprenditore non omologato, indipendente dal pensiero dominante e con la capacità di generare idee rivoluzionarie”, precisa Borghetti.


Oltre i falsi miti della mentalità d’impresa contemporanea. L’obiettivo della serie, dall’approccio volutamente disruptive, è quello di “smascherare” i falsi miti della mentalità d’impresa contemporanea per favorire l’espressione di una nuova classe imprenditoriale di valore, sempre più consapevole. Le puntate affrontano temi di grande attualità, quali: “Il capitalismo è morto”; “Mio figlio è Maradona”; “L’imprenditore Kamikaze”; “Work Life Balla”; “L’imprenditore politico”; “Il benessere Killer”; “Quota rose o azzurre?”; “Lontano dai consulenti”; “Suicidarsi di fake reputation”; “Licenziare nuoce gravemente alla salute”; “Colloqui di lavoro con mercenari”.


E non finisce qui: la puntata finale “tira le somme” delle valutazioni fatte e delinea l’identikit del nuovo Imprenditore Generativo, terminando il viaggio verso la rinascita imprenditoriale italiana con una semplice, ma incisiva, call to action, “Impre sei pronto?”. A proposito di Paolo Borghetti. Bresciano, classe 1986, Paolo Borghetti è un imprenditore rivoluzionario e “seriale”. Fondatore e AD di Future Age, organizzazione di Change Management e innovazione ad alto impatto, accompagna le PMI nella transizione verso un modello di impresa alternativo, con un approccio che prende le distanze in modo deciso da quello della consulenza strategica e organizzativa. Il metodo di Business Mentoring da lui ideato è, infatti, un metodo formativo bidirezionale, basato su comunanza di valori, fiducia e coinvolgimento empatico fra la figura del mentor – carismatica e ispiratrice, vicina ai problemi dell’azienda perché li ha già vissuti – e quella del mentee, ovvero il professionista coinvolto in un percorso di sviluppo sia delle competenze e del miglioramento delle performance che della crescita umanista e personale.

Teleperformance lancia divisione servizi digitali “TP Infinity”

Teleperformance lancia divisione servizi digitali “TP Infinity”Roma, 19 feb. (askanews) – Teleperformance, leader globale nei servizi aziendali digitali, ha annunciato il lancio della sua divisione di consulenza digitale globale, TP Infinity, progettata per fornire un approccio olistico alla costruzione di brand più forti attraverso una migliore customer experience (CX). È quanto si legge in un comunicato.


TP Infinity – prosegue la nota – risponde alla crescente domanda dei clienti che – in un contesto economico in cui l’esperienza è cruciale – chiedono un approccio integrato alla trasformazione della CX. Il suo portafoglio completo spazia da consulenza, tecnologia, analisi dei dati, design e creatività, e servizi di trasformazione e CX digitale già presenti – ed in crescita – in Teleperformance. Grazie alla recente acquisizione di Majorel da parte di Teleperformance, tre società digitali indipendenti sono state integrate nel gruppo: o IST Networks, rivenditore di tecnologia CX, integratore di sistemi e fornitore di servizi gestiti con sede in Egitto, con sedi operative in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e nella più ampia area EMEA; o Findasense, un’agenzia di marketing digitale con sede in Spagna, con sedi operative in Messico, Colombia e resto dell’America Latina; o Junokai, società di consulenza CX con sede in Germania.


Oltre alle tre società, anche Teleperformance Knowledge Services Italia e Francia saranno integrate in TP Infinity. CX più veloce, più efficiente e migliorata. I membri del team TP Infinity supporteranno i propri clienti e lavoreranno in perfetta sinergia con i team di Teleperformance per consentire processi aziendali più rapidi, più efficienti che offrano esperienze ottimizzate ai clienti.


“In questa nuova era di integrazione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale nella gestione della CX, Teleperformance sta investendo in servizi a valore aggiunto per aiutare i clienti a progettare, analizzare e implementare soluzioni basate sull’intelligenza artificiale e accelerare la loro CX trasformation”, ha affermato Daniel Julien, Chairman e CEO del Gruppo Teleperformance. “Il consolidamento dei nostri team di consulenza digitale sotto l’egida di TP Infinity ci consentirà di concentrarci enormemente sulle straordinarie opportunità che abbiamo per aiutare i nostri clienti a fidelizzare il brand”. TP Infinity è composto da un team eterogeneo di oltre 650 professionisti, amanti dei dati, appassionati di tecnologia, menti creative e “operations guru” che operano in 15 Paesi in Nord America, Sud America, Europa e Asia, uniti da uno scopo comune: spostare i confini della CX. (www.tpinfinity.com).

Serie podcast “Krisis”, retroscena economia moderna con Federico Buffa

Serie podcast “Krisis”, retroscena economia moderna con Federico BuffaRoma, 16 feb. (askanews) – Secondo Albert Einstein, “la crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è nella crisi che nascono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”. E anche se può sembrare strano, la “crisi” – che etimologicamente deriva dal greco e significa “scelta”, decisione… – coincide con il momento della consapevolezza e della scoperta della verità, il prodromo della scelta e di conseguenza dell’azione. È ispirata da questa convinzione la nuova serie Podcast “KRISIS – I retroscena dell’economia moderna con Federico Buffa”, realizzata dall’Audio Factory Dr Podcast in collaborazione con Pictet Asset Management, che sarà fruibile dal prossimo 15 febbraio su tutte le piattaforme di streaming audio, tra cui Spotify, Spreaker, Apple Podcast, e Amazon Music.


“Questa serie ripercorre alcune delle più note crisi economiche internazionali degli ultimi cinquant’anni, per spiegarne i dietro le quinte e le concause, ma soprattutto, gli effetti diretti e indiretti sulla nostra vita quotidiana e sulle scelte degli investitori”, commenta Daniele Cammilli, Head of Marketing Pictet Asset Management Italia. “Il file rouge delle dodici puntate è, però, la forza generativa della crisi, intesa come catalizzatore di innovazione e opportunità”. La serie – on-air ogni giovedì – avrà una voce narrante d’eccezione: quella di Federico Buffa, apprezzato giornalista e telecronista sportivo italiano. “KRISIS – I retroscena dell’economia moderna con Federico Buffa” è la quarta serie podcast realizzata per Pictet Asset Management Italia, dopo “Mercati Emergenti”, “Megatrend” e “Inconsciamente – Bias cognitivi: psicologia e finanza”, tutte narrate sempre da Federico Buffa.


Fra i temi che verranno trattati: la crisi petrolifera del 1973, la bolla giapponese del 1991, la svalutazione della lira del 1992, la crisi delle Tigri asiatiche del 1997, la bolla dot-com del 2000, Il cigno nero con le Twin Tower del 2001, la crisi dei Subprime del 2007, la crisi dei debiti sovrani del 2011 e tanto altro. Dalla Crisi petrolifera alla Bolla Giapponese del 1991. L’analisi di alcune crisi memorabili della storia moderna offre interessanti spunti per capire meglio lo scenario contemporaneo. A partire dalla Crisi petrolifera del 1973, con la conseguente austerity, i palinsesti televisivi ridotti e la restrizione energetica fino all’impennata dei prezzi del petrolio. Una delle più importanti nella storia moderna perché ha cambiato per sempre i rapporti di forza globali e la geopolitica, dando l’avvio alla presa di coscienza collettiva e alla “globalizzazione” e della sua complessità. Passando poi all’analisi dei retroscena della Bolla Giapponese del 1991, che affonda le radici nella ricetta del miracolo giapponese del dopoguerra e che si manifesta in seguito all’arresto della speculazione e allo scoppio della bolla, che porta al crollo del listino giapponese con conseguente crollo demografico, stagnazione tecnologica ed economica.


La Fine della Scala Mobile (1992) e la seconda vita della Lira. La serie dedica un altro “primo piano” alla crisi del 1992 che porta alla fine della Scala Mobile. Un anno complesso, nel quale le regole dello SME creano le condizioni per una delle peggiori crisi sociali e politiche del nostro Paese. L’emergenza italiana è il debito pubblico con il suo finanziamento, arrivato a superare la soglia del 100% del PIL, e l’unico antidoto alla crisi è la svalutazione della Lira accompagnata dall’eliminazione della cosiddetta “scala mobile”, in vigore dagli anni ’70, un meccanismo che indicizzava i salari all’inflazione. Una ricetta che si rivelerà vincente, liberando il Paese dal vincolo monetario europeo e dal vincolo degli adeguamenti salariali per far tornare a crescere imprese e occupazione, riacquisendo competitività internazionale. Ancora una volta la “crisi” esprime tutta la sua potenza generativa: sebbene il 1992 sia stato un anno nero per l’Italia, la svalutazione della lira darà un forte impulso alle esportazioni, portando all’internazionalizzazione di molte imprese italiane e dando loro la possibilità di farsi conoscere all’estero per qualità ed eccellenza. La crisi delle Tigri asiatiche, come nel gioco del “Jenga”. La crisi delle Tigri asiatiche del 1997 segna un momento critico della storia economica moderna, rivelando le contraddizioni di un modello economico basato sull’indebitamento. E proprio come nel gioco del “Jenga”, i mattoncini alla base della piramide che idealmente associamo al sistema economico di questi Paesi, si rivelano incapaci di sostenere l’economia, scatenando la speculazione più aggressiva. Una crisi che ha origine negli anni ’60, alimentata dalla dollarizzazione delle monete nazionali, che legava le valute asiatiche – e quindi il loro debito – al dollaro americano. Un aspetto che quando, nel 1997, il dollaro si rafforza – e di conseguenza le valute asiatiche – riduce il vantaggio competitivo delle esportazioni asiatiche, scatenando la crisi. Cosa ci insegna la difficile congiuntura economica del 1997 in Asia? Che una crescita dettata dall’eccessivo indebitamento, alla lunga, non è sostenibile. E, da ultimo, che l’importanza della credibilità internazionale, quando manca, può innescare crisi di liquidità così forti – il cosiddetto “credit crunch” – da contagiare altri Paesi, non necessariamente a rischio.

Euribor, Lepore (Pilc): manipolazione dei tassi, ora risarcimento

Euribor, Lepore (Pilc): manipolazione dei tassi, ora risarcimentoRoma, 15 feb. (askanews) – La recente sentenza n.34889/23 emessa dalla Corte di Cassazione del 13 dicembre 2023 ha dichiarato nulli i tassi Euribor per mutui, finanziamenti, leasing, e contratti di credito per il periodo tra il 29 settembre 2005 e il 30 maggio 2008, e potrebbe quindi consentire la restituzione di parte degli interessi basati su un Euribor.


A fare chiarezza il noto avvocato esperto di diritto bancario, partner del Public Institutions Legal Consultants con sedi a Roma, Dubai e Riad, Giuseppe Lepore. “La vicenda – spiega Lepore – prende il via nel 2006 coinvolgendo una società a responsabilità limitata che aveva stipulato un contratto di leasing finanziario. La società aveva sollevato obiezioni contro il decreto ingiuntivo emesso dalla banca, contestando, tra le varie questioni, l’applicazione del tasso convenzionale collegato all’Euribor e a indici derivanti da accordi vietati dalle norme del Trattato CE e della legge 287/90. Nonostante il fallimento della società, questa aveva impugnato la sentenza di fallimento e presentato una richiesta di riassunzione. Tuttavia, sia il tribunale di primo grado che la corte di appello avevano respinto tali richieste. Nel caso in esame, il ricorrente aveva contestato la nullità del tasso di leasing, affermando che fosse stato determinato in relazione al tasso Euribor, il quale, secondo la Commissione Antitrust Europea, risultava manipolato da un gruppo di istituti di credito in violazione delle norme del Trattato CE. Questa ordinanza della Cassazione – precisa Lepore – indipendentemente dalla partecipazione diretta dell’istituto di credito all’accordo illecito, è necessario ricalcolare gli interessi nel periodo coinvolto nella manipolazione. Pertanto, tutti i prodotti bancari con tassi legati all’Euribor nel periodo settembre 2005 – maggio 2008 hanno diritto a un risarcimento. Ciò comporta l’annullamento di tutti gli interessi precedentemente versati, con un successivo ricalcolo basato sul tasso legale di riferimento”.

Hotel Locarno, charme e proposta gastronomica originale all day long

Hotel Locarno, charme e proposta gastronomica originale all day longRoma, 13 feb. (askanews) – Nel cuore della città, a ridosso di Piazza del Popolo, Hotel Locarno si presenta con il suo stile unico e originale, in un contesto raffinato e al contempo caloroso e familiare. Una linea fortemente voluta e perseguita dalla proprietaria Caterina Valente, che ha declinato ogni aspetto dell’albergo secondo questa filosofia, dall’accoglienza alla ristorazione, consentendo agli ospiti di poter gustare in ogni momento della giornata le specialità firmate dallo chef Domenico Smargiassi. E nel fine settimana l’offerta è ancora più ricca e variegata, e si caratterizza per la sua doppia natura: da una parte una proposta internazionale, dall’altra i classici della tradizione italiana.


Il Bloody Brunch dell’Hotel Locarno ‘Abbiamo voluto realizzare una carta che potesse accontentare e incuriosire tutto il nostro pubblico, dal romano al turista italiano e quello straniero, presentando al contempo dei comfort food e delle ricette originali e accattivanti’. Nelle parole dello chef Domenico Smargiassi è racchiusa la sintesi del Bloody Brunch dell’Hotel Locarno, che si sviluppa in un duplice binario, per intercettare i gusti e le esigenze di tutti. La carta si divide così tra un’offerta più internazionale, con Eggs Benedict (anche in una versione Deluxe, con tartufo e salsa al parmigiano), Uova alla Fiorentina e al Tegamino, Maritozzo ripieno di Scrambled Eggs con pancetta e funghi, proseguendo poi tra Hamburger (anche vegano), Fish and Chips, Cordon Bleu (preparato seguendo la tradizione francese), e un’originale rivisitazione del Biryani, con uovo cotto a bassa temperatura, crocchette, salsa yogurt e accompagnato da riso al ragù. L’altra è una proposta che rimanda alla classica domenica italiana, con Carciofo fritto, Pappardelle al ragù ‘come una volta’ (cotto con vino e brodo, e un pezzo di parmigiano), o ancora l’Amatriciana, o l’Agnello panato, per chiudere con l’immancabile Tiramisù. Ad accompagnare questa ricca offerta, i Bloody Mary del bartender Nicholas Pinna. La sua è una selezione da assaporare senza limiti, e che comprende il classico Bloody Mary, il Red snapper (preparato con il gin), e ‘One Bloody at time’, una terza proposta che varia ogni settimana. La proposta gastronomica dell’Hotel Locarno Una delle colonne dell’Hotel Locarno è la proposta gastronomica, che porta la firma dello chef Domenico Smargiassi. Classe 1977, una vita trascorsa in questo ambito in quanto, come racconta, ‘sin da bambino questa è stata la mia vocazione. A dieci anni ho avuto la prima friggitrice, e tutti i regali successivi sono stati sempre legati a questo mondo, dai set di coltelli ai libri di cucina: a casa ho una libreria immensa. Studio sociologia, mi laureo e poi inizio una carriera da giornalista. Ma quando un giorno un mio caro amico, con il quale condivido questa passione da sempre, mi chiese di aiutarlo in cucina perché si era infortunato, non ci ho pensato su e da lì ho deciso di intraprendere questo percorso, che oggi mi vede da tredici anni all’interno di un albergo cinque stelle’. È il classico esempio di come la passione riesca a stravolgere i piani e, nello specifico, andare a imporsi nella vita di chef Smargiassi. La sua è un’attività intensa, che dopo la ristrutturazione (avvenuta otto anni fa) decolla e guadagna il giusto spazio, elevandosi a quella che è l’attuale linea. La ristorazione diventa così un punto centrale dell’offerta dell’Hotel Locarno, in ogni momento della giornata. La sua filosofia gastronomica prende le mosse dalla tradizione e da piatti classici per innovarsi nelle tecniche di preparazione e nelle ricette, ottenendo come risultato una linea originale e contemporanea, da gustare all day long. Tra i piatti iconici della sua cucina abbiamo Club Sandwich Masterpiece, unico per la sua insalata di pollo con wasabi e zenzero, adagiata su un letto di basilico e pomodoro e guarnita con senape e tacchino, per chiudere con pancetta e zucchine croccanti; il Chicken ‘n’ Chips, con spezie, senape, barbecue e panko. E ancora negli starters si spazia dallo Yakitori di Manzo con pak choi alla griglia, alle Alici del Cantabrico con pan brioche, stracciatella e battuto di prezzemolo. Si prosegue dunque con le portate principali, dove spicca la personale ricetta dello chef di un classico della romanità, Amatriciana Grand Cru, o Arrabbiata 2.0, e poi Tataki di filetto friulano extra marezzato, Polpo rosticciato con cuore di lattuga e salsa unagi, e Anatra confit con baby verdure e frutti di bosco.


La mixology dell’Hotel Locarno Nicholas Pinna, quarant’anni, in attività da oltre venti. ‘Mio padre, ora in pensione, è stato un direttore d’albergo, e aveva un mobile bar anni ’80 a cui mi era proibito avvicinarmi, e io non aspettavo altro che loro uscissero, per fiondarmici e iniziare a giocare. Ho sempre amato l’idea di stare dietro a un bancone. L’ultimo anno di scuola, per potermi permettere di acquistare l’abbonamento per andare a vedere la Lazio, altra mia grande passione, decido l’estate di andare a lavorare in un beach bar a Bracciano. La mia prima esperienza, poi ho continuato nelle discoteche della zona, e ho capito che quella era la mia strada. Così a diciott’anni ho iniziato a viaggiare: per prima cosa sono stato due anni a Londra, dove ho appreso tutto ciò che riguarda la miscelazione intercontinentale, europea e americana, approcciando a gin, vodka, whisky; poi a Barcellona, nell’attività di due fratelli messicani, mi sono avvicinato a tequila, rum, mezcal e tutto il mondo dei distillati con il sole. Mi sono quindi spostato a Parigi, per imparare che cos’è la ristorazione francese e tutti i suoi aspetti, il suo rigore e la sua complessità. Terminato questo percorso rientro a Roma, approdo all’Hotel Locarno e mi affidano il bar, sul quale mi è stata data carta bianca, era un luogo completamente da scrivere. E in questi quattordici anni, di pagine ne ho scritte molte a questo bancone’. Negli anni Nicholas Pinna ha edificato e modellato il bar secondo le sue esperienze e il suo estro, mantenendo sempre una linea pulita e semplice, mai banale, realizzando cocktail dai sapori netti e immediati. Passione e dedizione che si riscontra in ogni aspetto, dall’idea di mixology agli ingredienti, con spremute fresche, estratti freschi e pre-batch preparati ogni mattina, per garantire grande qualità e freschezza. La sua carta si suddivide in diverse sezioni, tra signature, drink divenuti iconici, e novità. Si va da ‘Innocenti evasioni’, la parte italiana, con tre cocktail tipicamente amaricanti per l’aperitivo, come Roma-Bracciano (a base di Campari, Vermouth Carpano antica formula e Rabarbaro Zucca), o 1925 (il drink preferito dalla signora Celli). Si prosegue con Champagne Supernova, tre cocktail a base di bollicine; Martini Remastered, tre drink caldi, buoni, dal sapore deciso; Life’s A Beach, cocktail freschi ed estivi in cui si gioca con i sapori del rum, del mezcal, del pisco, frutta e spezie. E infine Rock ‘n’ Roll Star, con gin, whiskey, vodka e cognac.


Storia e stile dell’Hotel Locarno Un libro aperto, da vivere e sfogliare, sulle diverse epoche della storia capitolina dell’ultimo secolo. Un affresco di ospitalità vivo e vibrante nel cuore di Roma. Questo è l’Hotel Locarno, albergo nato nel 1925, in occasione del Giubileo da una famiglia svizzera (da qui il nome, in ricordo della propria città natale). Il famoso poster locandina diventato logo dell’Hotel venne realizzato dal famoso illustratore del cinema muto Anselmo Ballester, ed è questo il primo elemento di connessione con il mondo dell’arte, un legame che si svilupperà nel tempo e diventerà una componente identitaria della struttura. ‘Il Locarno diventò il punto di romanticismo di Federico Fellini e Giulietta Masina, ed è solo uno dei grandi nomi che contribuirà a renderlo di ritrovo degli artisti’ racconta Caterina Valente, che eredita dalla madre, Maria Teresa Celli, la proprietà e la guida dell’albergo. È lei che, negli anni ’60 inizia quell’imponente lavoro di ricostruzione e restauro dell’Hotel Locarno, dall’acquisto di una piccola quota immobiliare, acquisendo poi la licenza, e proseguendo poi in quest’opera di recupero per riportarlo al fascino iniziale degli anni Venti, e farlo diventare un po’ casa sua; un aspetto molto amato proprio da quel mondo artistico, che ne ha frequentato (e continua a farlo) gli spazi, apprezzandone lo stile, l’unicità, e non ultimo l’assenza di vincoli orari sulla cucina (una proposta all day long ante litteram), caratteristica che andrà a costituire uno dei capisaldi dell’albergo. Ciò che contraddistingue l’Hotel Locarno è la sua unicità, frutto del lavoro continuo e appassionato delle due donne. ‘Giravamo il mondo e tutta l’Italia, e ancora oggi lo faccio, alla ricerca di oggetti unici, mobili e altri complementi con cui abbiamo arredato l’albergo. Del resto, come dico sempre, il nostro core business è raccontare la storia, e il piacere di preservarla è ciò che anima il mio lavoro quotidiano’ spiega Caterina Valente mentre illustra con passione la linea dell’albergo, con eleganti camere e suite di gran prestigio, arredate con trame e materiali originali, mobili d’antiquariato e dettagli che rendono ogni stanza unica. ‘Ho domotizzato tutto l’albergo – continua – ma volutamente nel piano nobile ci sono le chiavi antiche, perché voglio offrire una experience: il peso della chiave riporta il cliente a venire al desk, posso salutarlo con un sorriso, preservare quel rapporto umano del servizio che altrimenti andrebbe perso’. Il suo lavoro va ben oltre l’opera di conservazione, ma è un sapiente intreccio tra la storia di questo luogo e l’impiego di moderne tecnologie, per garantire il comfort dei clienti senza snaturare l’identità del complesso.


(Foto di Adriana Forconi)

Aeroporti, con marhaba i migliori servizi ospitalità a Milano Malpensa

Aeroporti, con marhaba i migliori servizi ospitalità a Milano MalpensaRoma, 13 feb. (askanews) – marhaba, marchio leader a livello globale nell’ospitalità aeroportuale, ha stretto una partnership con SEA Aeroporti di Milano per portare l’esperienza dei passeggeri a un nuovo livello nel più grande aeroporto internazionale del Nord Italia. marhaba offre ora i suoi servizi Meet & Greet, rinomati in tutto il mondo, per aiutare i viaggiatori a godere di un viaggio sicuro, senza intoppi e memorabile a Milano Malpensa.


Potranno usufruire dei servizi Meet & Greet di marhaba a Milano i passeggeri in arrivo e quelli in partenza. Il personale dedicato al servizio marhaba daranno un caloroso benvenuto ai clienti e li accompagneranno attraverso le formalità aeroportuali fino all’area degli arrivi o al gate di partenza. SEA Aeroporti di Milano fornirà servizi personalizzati tra cui il Fast Track per i controlli di sicurezza. e l’accesso alle proprie lounge per i servizi “Gold”. I servizi di ospitalità aeroportuale di marhaba potranno essere apprezzati sia dai viaggiatori d’affari che da quelli di piacere, permettendo di rafforzare ulteriormente l’offerta e la posizione di Milano Malpensa come aeroporto internazionale di spicco, un hub globale per fiere, conferenze ed eventi.


Shahab Al Awadhi, responsabile di marhaba Global, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di collaborare con il Gruppo SEA per portare l’esperienza aeroportuale a nuovi livelli presso l’aeroporto di Milano Malpensa. Questa partnership a lungo termine riunisce due organizzazioni leader accomunate dall’obiettivo di elevare l’esperienza in aeroporto. Lavoreremo a stretto contatto per offrire ai passeggeri comfort, comodità e qualità senza pari durante tutto il loro viaggio. Non vediamo l’ora di contribuire alla crescita continua dell’aeroporto di Malpensa”. “Milano Malpensa si arricchisce di un innovativo servizio di “Meet& Greet” in grado di soddisfare i clienti più esigenti”, dichiara Luigi Battuello, Direttore Commerciale Non Aviation di SEA Aeroporti di Milano. “La nuova partnership con marhaba, azienda internazionale di altissima esperienza nel settore, offrirà una duplice scelta di servizi a Malpensa. L’assistenza personalizzata sarà disponibile per tutti i passeggeri intercontinentali, in partenza e in arrivo. Questa partnership prestigiosa conferma gli sforzi di SEA, il gestore degli aeroporti di Milano Linate e Milano Malpensa, nel raggiungere la massima soddisfazione del cliente secondo i più alti standard internazionali, affiancando all’ospitalità delle proprie lounge un’ampia gamma di assistenza personalizzata”.


marhaba, che in arabo significa “benvenuto”, è stato lanciato negli Emirati Arabi Uniti per aiutare i passeggeri in arrivo o in partenza dall’Aeroporto Internazionale di Dubai. La popolarità dei servizi Meet & Greet è cresciuta in modo esponenziale, in linea con la crescita di Dubai come importante hub per i viaggi internazionali, e marhaba ha continuamente ampliato la sua offerta con un elenco crescente di servizi e opzioni extra progettati per rendere l’esperienza aeroportuale dei passeggeri il più confortevole possibile. Negli ultimi anni marhaba ha ampliato in modo significativo la propria rete per fornire un’ospitalità di livello mondiale e offrire un’esperienza aeroportuale sicura e memorabile a un maggior numero di viaggiatori in tutto il mondo. Attualmente gestisce 18 lounge aeroportuali in sette Paesi, tra cui gli Emirati Arabi Uniti, l’Australia, la Svizzera, il Pakistan, Singapore, Zanzibar (Tanzania) e le Filippine, offrendo agli ospiti un’esperienza coerente con il marchio e con il servizio in ogni aeroporto. Oltre all’Italia, negli Emirati Arabi Uniti, a Zanzibar (Tanzania), in Australia, Svizzera, Paesi Bassi e Filippine, i passeggeri possono arricchire ulteriormente il loro viaggio prenotando i servizi Meet & Greet firmati marhaba.


I viaggiatori possono rilassarsi e rinfrescarsi prima di salire a bordo del loro volo nelle lounge marhaba presentando le carte di credito idonee o altri programmi di accesso alle lounge, oppure acquistando l’ingresso. Oltre ai prodotti marhaba, i clienti possono prenotare l’accesso a oltre 400 lounge e servizi Meet & Greet forniti dai partner globali del brand su www.marhabaservices.com. Il marchio marhaba fa parte di dnata, uno dei maggiori fornitori di servizi aerei al mondo. Partner di fiducia di oltre 300 compagnie aeree, dnata offre servizi di assistenza a terra, cargo, viaggi, catering e servizi di vendita al dettaglio in oltre 30 Paesi.

”Un sogno che diventa impresa”, la storia di Dorabruschi in serie podcast

”Un sogno che diventa impresa”, la storia di Dorabruschi in serie podcastRoma, 12 feb. (askanews) – Al mondo esistono le aziende e i marchi, e poi ci sono le imprese, le storie di passione, i sogni che si trasformano in successo e diventano racconti capaci di resistere al tempo che passa e non perdere mai di slancio. Soprattutto se a un certo punto arriva qualcuno capace di riconoscerne il valore, decidendo di continuare ad alimentarne la linfa vitale, con il giusto mix di radici e innovazione. Senza mai perdere di vista da dove si è partiti e chi ha lasciato una traccia indelebile. Una di queste storie di ordinaria meraviglia è quella di Dorabruschi, raccontata nella nuova serie podcast on air da oggi realizzata da Dr Podcast, Audio Factory internazionale basata a Londra e presente nelle principali capitali europee.


5 puntate – suggestive e romantiche, nonché ricche di curiosità e aneddoti sul mondo beauty – che raccontano di questa storica realtà della cosmetica italiana nata nel lontano 1934 a Firenze dal sogno di Berta Casamenti che cambierà poi nome in Dora Bruschi. Una donna all’avanguardia e illuminata che ha ideato formule e prodotti unici dedicati alla pelle, rimasti patrimonio ancora oggi che l’azienda è stata presa in mano da due imprenditori visionari, Mario Salvatori e Arcangelo D’Onofrio. Insieme ne hanno rilanciato l’immagine e l’eccellenza, con la sapiente guida di Elena Verrazzani, responsabile marketing e formazione Dorabruschi, per cui Dora rimane un punto di riferimento, con la sua determinazione, coraggio, voglia di indipendenza e filosofia, immutata a 90 anni dalla fondazione dell’impresa. Ed è lei a guidare il racconto nella prima puntata della serie, “Tu la conosci Berta Casamenti? La storia di una donna indipendente, determinata, coraggiosa che ha rivoluzionato il mondo della cosmesi italiana dando vita al marchio Dorabruschi”. Correva l’anno 1903 e veniva al mondo una donna straordinaria che, forte di un’intuizione e di una passione a cui non ha voluto rinunciare, in un’epoca dominata dagli uomini ha saputo farsi strada con innovazione, dimostrando determinazione, creatività e capacità di leadership. Creando bellezza nella bellezza. In un sabato d’autunno Berta Casamenti spalancava per la prima volta gli occhi al mondo e cominciava a tracciare la sua storia e quelle di tante altre donne.


La formazione parigina. Appena compiuta la maggiore età, Berta Casamenti va a studiare a Parigi presso la scuola per estetica dell’imperatrice della bellezza di quei tempi, Helena Rubinstein e – forte della sua passione, abilità imprenditoriali e grandi doti relazionali – comincia a lavorare presso la scuola, consolidando il suo rapporto con la Rubinstein e le sue conoscenze finché non decide di spiccare il volo. In Italia, la rivoluzione gentile di Dora. Dopo alcuni anni parigini di crescita professionale, nel 1932 rientra in Italia e decide di cambiare il suo nome in Dora: da donna avanguardista e indipendente, si ispira a Isadora Duncan, famosissima ballerina dei primi del Novecento, e icona dell’indipendenza femminile – prendendo poi il cognome del marito, diventando così Dora Bruschi. A Genova assieme a un socio rileva un laboratorio di preparazioni farmaceutiche, e inizia a dar vita ai suoi prodotti grazie al “lascito” del suo mentore Helena Rubinstein che le aveva donato delle formule segrete di prodotti creati proprio da lei e che, sapientemente ritoccate e modificate a seconda delle esigenze della cliente, potevano dare vita a una serie di prodotti diversi.


Dorabruschi, marchio preferito dalle star Seguendo le orme della sua maestra, a Genova fonda la prima scuola per estetica e il primo istituto per estetiste e con l’arrivo della guerra torna a Firenze, sua città d’origine, avviando così il marchio Dorabruschi, aprendo diverse scuole prestigiose in tutta Italia – Roma, Napoli, Palermo, Milano. Negli anni diventa un’impresa riconosciuta e amata da tutte le star dell’epoca – come Sophia Loren, Giulietta Masina, Sylva Coscina – grazie all’eccellenza formulativa straordinaria, un altissimo livello di innovazione e al concetto “del su misura”: un prodotto a misura della cliente, capace di portare grandi risultati su uno specifico inestetismo, ma sempre con il rispetto dell’organo pelle. Dagli Anni ’60 a oggi Nel 1963 Dora lascia il testimone al signor Fabbri, il suo figlio adottivo, continuando però a seguire gli istituti estetici, lasciandola solo nel 1978, dopo 44 anni vissuti in totale simbiosi con la sua creatura. L’azienda sarà gestita dalla famiglia Fabbri fino al 2022, anno dell’ingresso dei nuovi proprietari, Mario Salvatori e Arcangelo D’Onofrio, che hanno da subito abbracciato i valori della sua fondatrice e dei suoi prodotti, risultato di ricerca, passione e attenzione.


La serie podcast UN SOGNO CHE DIVENTA IMPRESA prosegue con un nuovo episodio lunedì 19 febbraio: si potrà scoprire come nasce un prodotto per la pelle iconico e come fa a rimanere tale, attraversando epoche, mode e costumi. Per ascoltarlo: https://open.spotify.com/show/1d1EyODwIz7OEkcn2EDjFL?si=TqEZcGEuT2i6fA1z8YVeIw

Gian Battista Reduzzi entra in Future Age in qualità di Strategy Manager

Gian Battista Reduzzi entra in Future Age in qualità di Strategy ManagerRoma, 7 feb. (askanews) – Future Age, società di Change Management e innovazione ad alto impatto, continua a crescere e annuncia l’ingresso nella sua squadra di Gian Battista Reduzzi in qualità di Strategy Manager.


Reduzzi ha maturato solide competenze sia in ambito tecnico, anche grazie all’esperienza in Mediaset, che nel settore commerciale, ricoprendo posizioni apicali per aziende di primo piano del settore metallurgico (Toora S.p.A, Fonderie Ghial S.p.A. e New Olef). Degno di nota il ruolo di direttore di stabilimento che il manager ha ricoperto per poco meno di un decennio per Fonderie Ghial S.p.A., grazie al quale ha maturato la conoscenza sul campo dei processi e delle dinamiche d’impresa nel comparto. “Grazie alla sua profonda conoscenza di un settore strategico come quello metallurgico, nel quale ha ricoperto anche l’importante ruolo di direttore di stabilimento, Gian Battista ci darà un importante contributo nell’affiancamento delle PMI di settore con programmi mirati di digital mentoring”, ha commentato Paolo Borghetti, Business & Digital Mentor fondatore e Ad di Future Age, che ha affiancato con successo oltre 300 PMI italiane nel processo di evoluzione da impresa accentrata-artigianale a impresa digitale. E ha poi aggiunto: “Manager come Gian Battista Reduzzi non fanno altro che alimentare il mio spirito imprenditoriale, ispirando propositi di crescita in totale serenità”. Perito Elettronico, il Manager ha al suo attivo una Laurea in Sociologia presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo (PU).


A proposito di Future Age. Nata nel 2015 dall’intuizione imprenditoriale di Paolo Borghetti, imprenditore seriale e Business Mentor, Future Age è un’organizzazione specializzata nel Change Management e nell’innovazione ad alto impatto. La sua mission è quella di accompagnare le PMI italiane nel percorso per l’evoluzione digitale sostenibile, nel segno nell’integrazione fra persone, processi e tecnologie. Future Age ha rivoluzionato il mondo dell’informatica introducendo la figura del Mentor, un manager che combina competenze scientifiche e umanistiche, come l’intelligenza emotiva e la Programmazione Neurolinguistica (Pnl). Oggi l’azienda – che ha un organico di 25 collaboratori – ha al suo attivo un portfolio di oltre 300 clienti attivi, un fatturato di 4 milioni di euro ed un patrimonio netto che si avvicina a 3 milioni di euro. Nel 2022 il suo modello di Digital Mentor ha raggiunto una diffusione ancora più estesa: il 47% del fatturato Future Age, infatti, è stato generato al di fuori della Regione Lombardia. Ma non solo. Future Age è stata inserita nella speciale classifica de Il Sole24 Ore tra le prime 400 aziende per lo sviluppo economico negli ultimi tre anni e ha, inoltre, conseguito il prestigioso attestato dell’ITQF (istituto Tedesco Qualità e Finanza) come campioni della crescita 2021 e 2022. L’esercizio 2023 si è concluso con un Ebitda al 32% e un fatturato di 4 milioni. www.future-age.eu.

Grant Thornton: cala ottimismo aziende, in Italia al 43% (-3%)

Grant Thornton: cala ottimismo aziende, in Italia al 43% (-3%)Milano, 6 feb. (askanews) – Cala l’ottimismo delle aziende globali nel secondo semestre del 2023: dal 67% al 65% (-2% rispetto al primo semestre 2023), con un decremento più netto in Europa, dove l’indice di fiducia economica si abbassa dal 56% al 51% (-5%), e in Italia, in discesa dal 46% al 43% (-3%). E’ quanto emerge dall’ultimo International Business Report (IBR), analisi che il network di consulenza internazionale Grant Thornton effettua a livello globale sui dirigenti di oltre 2.500 imprese del mid-market.


A destare preoccupazione sono le prospettive economiche incerte a causa delle tensioni geopolitiche e delle condizioni finanziarie restrittive per famiglie e imprese. Nonostante il leggero calo (-1% rispetto al primo semestre 2023), l’incertezza economica rimane infatti il vincolo più frequentemente riportato a livello globale (57%), in Europa (47% vs 49%) e in Italia, dove il dato resta stabile al 55%. I principali ostacoli alla crescita vengono individuati anche nei costi del lavoro (51%) e dell’energia (52%) e dalla disponibilità di forza lavoro qualificata (50%).


L’incertezza trova riscontro nell’esiguo aumento (+1%) del numero di imprese che prevede di assumere personale nel corso di quest’anno, che passa dal 50% al 51%. In Europa le aspettative di assunzione calano dal 41% al 39%, ma il pessimismo è più marcato in Italia, con una diminuzione di ben 10 punti percentuali (dal 43% al 33%). Prospettive poco promettenti anche per il commercio internazionale: il 43% delle aziende sono ottimiste su una crescita dell’export, ma erano il 47% nella prima metà del 2023. Alessandro Dragonetti, Managing Partner & Head of Tax di Bernoni Grant Thornton, ha evidenziato che “l’indice di fiducia delle nostre imprese ha registrato un calo generalizzato. Di contro, le aziende si mostrano fiduciose sulla buona tenuta della redditività nel prossimo anno, che dipenderà in gran parte da come sapranno rispondere alle sfide del contesto economico nel quale si troveranno ad operare. Il processo dovrà passare dal ripensamento dei modelli organizzativi, dall’automazione dei processi e dal potenziamento delle competenze e, non ultima, a una maggiore spinta agli investimenti”.


Giampiero De Angelis, Presidente e Managing Partner di RIA Grant Thornton, ha spiegato come in questo scenario “le piccole e medie imprese, per loro natura resilienti al cambiamento, possono cogliere le numerose opportunità offerte dalla transizione sostenibile e digitale per accrescere la loro competitività e ottenere una maggiore produttività. Nonostante i dati non particolarmente entusiasmanti, è bene ricordare – ha detto – la forte propensione alle esportazioni delle nostre PMI che, dopo la brusca interruzione del periodo pandemico, si sono mostrate dinamiche e competitive non solo in ambito nazionale ma anche internazionale. In questo contesto – ha chiosato – anche la governance giocherà un ruolo cruciale, perché le decisioni dei leader sono destinate ad avere un impatto sempre maggiore sul successo dell’azienda. Sarà pertanto necessario il supporto di consulenti specializzati che li guidino nel percorso di crescita del business in contesti complessi”.

Mapei cresce in Canada: acquisisce azienda Diaplas

Mapei cresce in Canada: acquisisce azienda DiaplasRoma, 5 feb. (askanews) – Mapei, gruppo leader nei prodotti chimici per l’edilizia, attraverso la consociata Mapei Canada (Mapei Inc.), ha completato l’acquisizione di Diaplas, azienda specializzata nella produzione di profili e finiture per pavimenti e pareti, con sede a Laval, in Québec. Lo rende noto l’azienda in un comunicato.


Diaplas dal 1989 è un attore di primo piano nel mercato locale degli accessori complementari per la posa. L’azienda ha uno stabilimento di produzione e un ufficio amministrativo a Laval. Questo investimento si allinea alla strategia di Mapei di fornire soluzioni complete per l’edilizia, garantendo al mercato canadese un’offerta di prodotti più solida e diversificata. “Dopo l’acquisizione di Profilpas, produttore europeo di profili e finiture, nel 2022, questa acquisizione è perfettamente in linea con il nostro costante impegno ad ampliare il portafoglio prodotti – dichiara Veronica Squinzi, amministratore delegato di Mapei -. Così facendo, possiamo essere sempre più efficienti da un punto di vista logistico nel servire i nostri clienti”.


“Siamo entusiasti di accogliere Diaplas nella famiglia Mapei”, dichiara Marco Squinzi, amministratore delegato di Mapei. “I clienti di Diaplas beneficeranno dell’accesso alla vasta rete di distribuzione di Mapei, alle sue capacità di ricerca e sviluppo e alla sua ampia gamma di prodotti. Diaplas, a sua volta, porta in Mapei un’esperienza preziosa e una capacità di produzione locale e di risposta tempestiva al mercato”. Oltre al sito principale a Laval, Québec, recentemente ampliato con un nuovo stabilimento produttivo e l’estensione dei magazzini, Mapei è già presente sul territorio con stabilimenti produttivi a Brampton, Ontario, a Maskinongé, Québec, a Delta, British Columbia, e a Calgary, Alberta, con un centro di distribuzione. Con l’acquisizione del centro di produzione specializzato di Diaplas per Mapei si aprono nuove opportunità di crescita e sviluppo in tutto il Nord America.