Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Aeroporti, con marhaba i migliori servizi ospitalità a Milano Malpensa

Aeroporti, con marhaba i migliori servizi ospitalità a Milano MalpensaRoma, 13 feb. (askanews) – marhaba, marchio leader a livello globale nell’ospitalità aeroportuale, ha stretto una partnership con SEA Aeroporti di Milano per portare l’esperienza dei passeggeri a un nuovo livello nel più grande aeroporto internazionale del Nord Italia. marhaba offre ora i suoi servizi Meet & Greet, rinomati in tutto il mondo, per aiutare i viaggiatori a godere di un viaggio sicuro, senza intoppi e memorabile a Milano Malpensa.


Potranno usufruire dei servizi Meet & Greet di marhaba a Milano i passeggeri in arrivo e quelli in partenza. Il personale dedicato al servizio marhaba daranno un caloroso benvenuto ai clienti e li accompagneranno attraverso le formalità aeroportuali fino all’area degli arrivi o al gate di partenza. SEA Aeroporti di Milano fornirà servizi personalizzati tra cui il Fast Track per i controlli di sicurezza. e l’accesso alle proprie lounge per i servizi “Gold”. I servizi di ospitalità aeroportuale di marhaba potranno essere apprezzati sia dai viaggiatori d’affari che da quelli di piacere, permettendo di rafforzare ulteriormente l’offerta e la posizione di Milano Malpensa come aeroporto internazionale di spicco, un hub globale per fiere, conferenze ed eventi.


Shahab Al Awadhi, responsabile di marhaba Global, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di collaborare con il Gruppo SEA per portare l’esperienza aeroportuale a nuovi livelli presso l’aeroporto di Milano Malpensa. Questa partnership a lungo termine riunisce due organizzazioni leader accomunate dall’obiettivo di elevare l’esperienza in aeroporto. Lavoreremo a stretto contatto per offrire ai passeggeri comfort, comodità e qualità senza pari durante tutto il loro viaggio. Non vediamo l’ora di contribuire alla crescita continua dell’aeroporto di Malpensa”. “Milano Malpensa si arricchisce di un innovativo servizio di “Meet& Greet” in grado di soddisfare i clienti più esigenti”, dichiara Luigi Battuello, Direttore Commerciale Non Aviation di SEA Aeroporti di Milano. “La nuova partnership con marhaba, azienda internazionale di altissima esperienza nel settore, offrirà una duplice scelta di servizi a Malpensa. L’assistenza personalizzata sarà disponibile per tutti i passeggeri intercontinentali, in partenza e in arrivo. Questa partnership prestigiosa conferma gli sforzi di SEA, il gestore degli aeroporti di Milano Linate e Milano Malpensa, nel raggiungere la massima soddisfazione del cliente secondo i più alti standard internazionali, affiancando all’ospitalità delle proprie lounge un’ampia gamma di assistenza personalizzata”.


marhaba, che in arabo significa “benvenuto”, è stato lanciato negli Emirati Arabi Uniti per aiutare i passeggeri in arrivo o in partenza dall’Aeroporto Internazionale di Dubai. La popolarità dei servizi Meet & Greet è cresciuta in modo esponenziale, in linea con la crescita di Dubai come importante hub per i viaggi internazionali, e marhaba ha continuamente ampliato la sua offerta con un elenco crescente di servizi e opzioni extra progettati per rendere l’esperienza aeroportuale dei passeggeri il più confortevole possibile. Negli ultimi anni marhaba ha ampliato in modo significativo la propria rete per fornire un’ospitalità di livello mondiale e offrire un’esperienza aeroportuale sicura e memorabile a un maggior numero di viaggiatori in tutto il mondo. Attualmente gestisce 18 lounge aeroportuali in sette Paesi, tra cui gli Emirati Arabi Uniti, l’Australia, la Svizzera, il Pakistan, Singapore, Zanzibar (Tanzania) e le Filippine, offrendo agli ospiti un’esperienza coerente con il marchio e con il servizio in ogni aeroporto. Oltre all’Italia, negli Emirati Arabi Uniti, a Zanzibar (Tanzania), in Australia, Svizzera, Paesi Bassi e Filippine, i passeggeri possono arricchire ulteriormente il loro viaggio prenotando i servizi Meet & Greet firmati marhaba.


I viaggiatori possono rilassarsi e rinfrescarsi prima di salire a bordo del loro volo nelle lounge marhaba presentando le carte di credito idonee o altri programmi di accesso alle lounge, oppure acquistando l’ingresso. Oltre ai prodotti marhaba, i clienti possono prenotare l’accesso a oltre 400 lounge e servizi Meet & Greet forniti dai partner globali del brand su www.marhabaservices.com. Il marchio marhaba fa parte di dnata, uno dei maggiori fornitori di servizi aerei al mondo. Partner di fiducia di oltre 300 compagnie aeree, dnata offre servizi di assistenza a terra, cargo, viaggi, catering e servizi di vendita al dettaglio in oltre 30 Paesi.

”Un sogno che diventa impresa”, la storia di Dorabruschi in serie podcast

”Un sogno che diventa impresa”, la storia di Dorabruschi in serie podcastRoma, 12 feb. (askanews) – Al mondo esistono le aziende e i marchi, e poi ci sono le imprese, le storie di passione, i sogni che si trasformano in successo e diventano racconti capaci di resistere al tempo che passa e non perdere mai di slancio. Soprattutto se a un certo punto arriva qualcuno capace di riconoscerne il valore, decidendo di continuare ad alimentarne la linfa vitale, con il giusto mix di radici e innovazione. Senza mai perdere di vista da dove si è partiti e chi ha lasciato una traccia indelebile. Una di queste storie di ordinaria meraviglia è quella di Dorabruschi, raccontata nella nuova serie podcast on air da oggi realizzata da Dr Podcast, Audio Factory internazionale basata a Londra e presente nelle principali capitali europee.


5 puntate – suggestive e romantiche, nonché ricche di curiosità e aneddoti sul mondo beauty – che raccontano di questa storica realtà della cosmetica italiana nata nel lontano 1934 a Firenze dal sogno di Berta Casamenti che cambierà poi nome in Dora Bruschi. Una donna all’avanguardia e illuminata che ha ideato formule e prodotti unici dedicati alla pelle, rimasti patrimonio ancora oggi che l’azienda è stata presa in mano da due imprenditori visionari, Mario Salvatori e Arcangelo D’Onofrio. Insieme ne hanno rilanciato l’immagine e l’eccellenza, con la sapiente guida di Elena Verrazzani, responsabile marketing e formazione Dorabruschi, per cui Dora rimane un punto di riferimento, con la sua determinazione, coraggio, voglia di indipendenza e filosofia, immutata a 90 anni dalla fondazione dell’impresa. Ed è lei a guidare il racconto nella prima puntata della serie, “Tu la conosci Berta Casamenti? La storia di una donna indipendente, determinata, coraggiosa che ha rivoluzionato il mondo della cosmesi italiana dando vita al marchio Dorabruschi”. Correva l’anno 1903 e veniva al mondo una donna straordinaria che, forte di un’intuizione e di una passione a cui non ha voluto rinunciare, in un’epoca dominata dagli uomini ha saputo farsi strada con innovazione, dimostrando determinazione, creatività e capacità di leadership. Creando bellezza nella bellezza. In un sabato d’autunno Berta Casamenti spalancava per la prima volta gli occhi al mondo e cominciava a tracciare la sua storia e quelle di tante altre donne.


La formazione parigina. Appena compiuta la maggiore età, Berta Casamenti va a studiare a Parigi presso la scuola per estetica dell’imperatrice della bellezza di quei tempi, Helena Rubinstein e – forte della sua passione, abilità imprenditoriali e grandi doti relazionali – comincia a lavorare presso la scuola, consolidando il suo rapporto con la Rubinstein e le sue conoscenze finché non decide di spiccare il volo. In Italia, la rivoluzione gentile di Dora. Dopo alcuni anni parigini di crescita professionale, nel 1932 rientra in Italia e decide di cambiare il suo nome in Dora: da donna avanguardista e indipendente, si ispira a Isadora Duncan, famosissima ballerina dei primi del Novecento, e icona dell’indipendenza femminile – prendendo poi il cognome del marito, diventando così Dora Bruschi. A Genova assieme a un socio rileva un laboratorio di preparazioni farmaceutiche, e inizia a dar vita ai suoi prodotti grazie al “lascito” del suo mentore Helena Rubinstein che le aveva donato delle formule segrete di prodotti creati proprio da lei e che, sapientemente ritoccate e modificate a seconda delle esigenze della cliente, potevano dare vita a una serie di prodotti diversi.


Dorabruschi, marchio preferito dalle star Seguendo le orme della sua maestra, a Genova fonda la prima scuola per estetica e il primo istituto per estetiste e con l’arrivo della guerra torna a Firenze, sua città d’origine, avviando così il marchio Dorabruschi, aprendo diverse scuole prestigiose in tutta Italia – Roma, Napoli, Palermo, Milano. Negli anni diventa un’impresa riconosciuta e amata da tutte le star dell’epoca – come Sophia Loren, Giulietta Masina, Sylva Coscina – grazie all’eccellenza formulativa straordinaria, un altissimo livello di innovazione e al concetto “del su misura”: un prodotto a misura della cliente, capace di portare grandi risultati su uno specifico inestetismo, ma sempre con il rispetto dell’organo pelle. Dagli Anni ’60 a oggi Nel 1963 Dora lascia il testimone al signor Fabbri, il suo figlio adottivo, continuando però a seguire gli istituti estetici, lasciandola solo nel 1978, dopo 44 anni vissuti in totale simbiosi con la sua creatura. L’azienda sarà gestita dalla famiglia Fabbri fino al 2022, anno dell’ingresso dei nuovi proprietari, Mario Salvatori e Arcangelo D’Onofrio, che hanno da subito abbracciato i valori della sua fondatrice e dei suoi prodotti, risultato di ricerca, passione e attenzione.


La serie podcast UN SOGNO CHE DIVENTA IMPRESA prosegue con un nuovo episodio lunedì 19 febbraio: si potrà scoprire come nasce un prodotto per la pelle iconico e come fa a rimanere tale, attraversando epoche, mode e costumi. Per ascoltarlo: https://open.spotify.com/show/1d1EyODwIz7OEkcn2EDjFL?si=TqEZcGEuT2i6fA1z8YVeIw

Gian Battista Reduzzi entra in Future Age in qualità di Strategy Manager

Gian Battista Reduzzi entra in Future Age in qualità di Strategy ManagerRoma, 7 feb. (askanews) – Future Age, società di Change Management e innovazione ad alto impatto, continua a crescere e annuncia l’ingresso nella sua squadra di Gian Battista Reduzzi in qualità di Strategy Manager.


Reduzzi ha maturato solide competenze sia in ambito tecnico, anche grazie all’esperienza in Mediaset, che nel settore commerciale, ricoprendo posizioni apicali per aziende di primo piano del settore metallurgico (Toora S.p.A, Fonderie Ghial S.p.A. e New Olef). Degno di nota il ruolo di direttore di stabilimento che il manager ha ricoperto per poco meno di un decennio per Fonderie Ghial S.p.A., grazie al quale ha maturato la conoscenza sul campo dei processi e delle dinamiche d’impresa nel comparto. “Grazie alla sua profonda conoscenza di un settore strategico come quello metallurgico, nel quale ha ricoperto anche l’importante ruolo di direttore di stabilimento, Gian Battista ci darà un importante contributo nell’affiancamento delle PMI di settore con programmi mirati di digital mentoring”, ha commentato Paolo Borghetti, Business & Digital Mentor fondatore e Ad di Future Age, che ha affiancato con successo oltre 300 PMI italiane nel processo di evoluzione da impresa accentrata-artigianale a impresa digitale. E ha poi aggiunto: “Manager come Gian Battista Reduzzi non fanno altro che alimentare il mio spirito imprenditoriale, ispirando propositi di crescita in totale serenità”. Perito Elettronico, il Manager ha al suo attivo una Laurea in Sociologia presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo (PU).


A proposito di Future Age. Nata nel 2015 dall’intuizione imprenditoriale di Paolo Borghetti, imprenditore seriale e Business Mentor, Future Age è un’organizzazione specializzata nel Change Management e nell’innovazione ad alto impatto. La sua mission è quella di accompagnare le PMI italiane nel percorso per l’evoluzione digitale sostenibile, nel segno nell’integrazione fra persone, processi e tecnologie. Future Age ha rivoluzionato il mondo dell’informatica introducendo la figura del Mentor, un manager che combina competenze scientifiche e umanistiche, come l’intelligenza emotiva e la Programmazione Neurolinguistica (Pnl). Oggi l’azienda – che ha un organico di 25 collaboratori – ha al suo attivo un portfolio di oltre 300 clienti attivi, un fatturato di 4 milioni di euro ed un patrimonio netto che si avvicina a 3 milioni di euro. Nel 2022 il suo modello di Digital Mentor ha raggiunto una diffusione ancora più estesa: il 47% del fatturato Future Age, infatti, è stato generato al di fuori della Regione Lombardia. Ma non solo. Future Age è stata inserita nella speciale classifica de Il Sole24 Ore tra le prime 400 aziende per lo sviluppo economico negli ultimi tre anni e ha, inoltre, conseguito il prestigioso attestato dell’ITQF (istituto Tedesco Qualità e Finanza) come campioni della crescita 2021 e 2022. L’esercizio 2023 si è concluso con un Ebitda al 32% e un fatturato di 4 milioni. www.future-age.eu.

Grant Thornton: cala ottimismo aziende, in Italia al 43% (-3%)

Grant Thornton: cala ottimismo aziende, in Italia al 43% (-3%)Milano, 6 feb. (askanews) – Cala l’ottimismo delle aziende globali nel secondo semestre del 2023: dal 67% al 65% (-2% rispetto al primo semestre 2023), con un decremento più netto in Europa, dove l’indice di fiducia economica si abbassa dal 56% al 51% (-5%), e in Italia, in discesa dal 46% al 43% (-3%). E’ quanto emerge dall’ultimo International Business Report (IBR), analisi che il network di consulenza internazionale Grant Thornton effettua a livello globale sui dirigenti di oltre 2.500 imprese del mid-market.


A destare preoccupazione sono le prospettive economiche incerte a causa delle tensioni geopolitiche e delle condizioni finanziarie restrittive per famiglie e imprese. Nonostante il leggero calo (-1% rispetto al primo semestre 2023), l’incertezza economica rimane infatti il vincolo più frequentemente riportato a livello globale (57%), in Europa (47% vs 49%) e in Italia, dove il dato resta stabile al 55%. I principali ostacoli alla crescita vengono individuati anche nei costi del lavoro (51%) e dell’energia (52%) e dalla disponibilità di forza lavoro qualificata (50%).


L’incertezza trova riscontro nell’esiguo aumento (+1%) del numero di imprese che prevede di assumere personale nel corso di quest’anno, che passa dal 50% al 51%. In Europa le aspettative di assunzione calano dal 41% al 39%, ma il pessimismo è più marcato in Italia, con una diminuzione di ben 10 punti percentuali (dal 43% al 33%). Prospettive poco promettenti anche per il commercio internazionale: il 43% delle aziende sono ottimiste su una crescita dell’export, ma erano il 47% nella prima metà del 2023. Alessandro Dragonetti, Managing Partner & Head of Tax di Bernoni Grant Thornton, ha evidenziato che “l’indice di fiducia delle nostre imprese ha registrato un calo generalizzato. Di contro, le aziende si mostrano fiduciose sulla buona tenuta della redditività nel prossimo anno, che dipenderà in gran parte da come sapranno rispondere alle sfide del contesto economico nel quale si troveranno ad operare. Il processo dovrà passare dal ripensamento dei modelli organizzativi, dall’automazione dei processi e dal potenziamento delle competenze e, non ultima, a una maggiore spinta agli investimenti”.


Giampiero De Angelis, Presidente e Managing Partner di RIA Grant Thornton, ha spiegato come in questo scenario “le piccole e medie imprese, per loro natura resilienti al cambiamento, possono cogliere le numerose opportunità offerte dalla transizione sostenibile e digitale per accrescere la loro competitività e ottenere una maggiore produttività. Nonostante i dati non particolarmente entusiasmanti, è bene ricordare – ha detto – la forte propensione alle esportazioni delle nostre PMI che, dopo la brusca interruzione del periodo pandemico, si sono mostrate dinamiche e competitive non solo in ambito nazionale ma anche internazionale. In questo contesto – ha chiosato – anche la governance giocherà un ruolo cruciale, perché le decisioni dei leader sono destinate ad avere un impatto sempre maggiore sul successo dell’azienda. Sarà pertanto necessario il supporto di consulenti specializzati che li guidino nel percorso di crescita del business in contesti complessi”.

Mapei cresce in Canada: acquisisce azienda Diaplas

Mapei cresce in Canada: acquisisce azienda DiaplasRoma, 5 feb. (askanews) – Mapei, gruppo leader nei prodotti chimici per l’edilizia, attraverso la consociata Mapei Canada (Mapei Inc.), ha completato l’acquisizione di Diaplas, azienda specializzata nella produzione di profili e finiture per pavimenti e pareti, con sede a Laval, in Québec. Lo rende noto l’azienda in un comunicato.


Diaplas dal 1989 è un attore di primo piano nel mercato locale degli accessori complementari per la posa. L’azienda ha uno stabilimento di produzione e un ufficio amministrativo a Laval. Questo investimento si allinea alla strategia di Mapei di fornire soluzioni complete per l’edilizia, garantendo al mercato canadese un’offerta di prodotti più solida e diversificata. “Dopo l’acquisizione di Profilpas, produttore europeo di profili e finiture, nel 2022, questa acquisizione è perfettamente in linea con il nostro costante impegno ad ampliare il portafoglio prodotti – dichiara Veronica Squinzi, amministratore delegato di Mapei -. Così facendo, possiamo essere sempre più efficienti da un punto di vista logistico nel servire i nostri clienti”.


“Siamo entusiasti di accogliere Diaplas nella famiglia Mapei”, dichiara Marco Squinzi, amministratore delegato di Mapei. “I clienti di Diaplas beneficeranno dell’accesso alla vasta rete di distribuzione di Mapei, alle sue capacità di ricerca e sviluppo e alla sua ampia gamma di prodotti. Diaplas, a sua volta, porta in Mapei un’esperienza preziosa e una capacità di produzione locale e di risposta tempestiva al mercato”. Oltre al sito principale a Laval, Québec, recentemente ampliato con un nuovo stabilimento produttivo e l’estensione dei magazzini, Mapei è già presente sul territorio con stabilimenti produttivi a Brampton, Ontario, a Maskinongé, Québec, a Delta, British Columbia, e a Calgary, Alberta, con un centro di distribuzione. Con l’acquisizione del centro di produzione specializzato di Diaplas per Mapei si aprono nuove opportunità di crescita e sviluppo in tutto il Nord America.

Al via studio fattibilità progetto futuristico Hyperloop in Italia

Al via studio fattibilità progetto futuristico Hyperloop in ItaliaRoma, 30 gen. (askanews) – Firma storica oggi in Veneto del contratto tra CAV e il consorzio Hyper Builders. Allo studio in Italia il primo prototipo operativo al mondo di trasporto terrestre ultraveloce a levitazione magnetica, con un treno innovativo in grado di viaggiare alla velocità di un aereo. Webuild, in joint-venture con Leonardo, si è aggiudicato il contratto, del valore di €4 milioni, per lo studio di fattibilità propedeutico alla realizzazione di Hyper Transfer. Commissionato da Concessioni Autostradali Venete (CAV), le basi per la realizzazione del primo prototipo operativo al mondo, di valore ad oggi stimato pari a complessivi €800 milioni, e per l’eventuale estensione del trasporto anche ai passeggeri. Il progetto sarà finanziato da CAV, Regione Veneto e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e sarà un test propedeutico alla realizzazione di altre tratte, che permetterà di normare a livello nazionale e in Europa un sistema di trasporto che ad oggi di fatto non esiste.

Webuild detiene una quota significativa in questa joint venture, supportata da Leonardo. Hyperloop Transportation Technologies (HyperloopTT) e Hyperloop Italia sono posizionati come fornitori di tecnologia e progettisti designati. RINA si unisce come progettista supplementare. Il consorzio porterà avanti lo studio di fattibilità nell’ambito di uno schema di Partnership per l’Innovazione, favorendo la ricerca e lo sviluppo. Hyperloop è un sistema di trasporto terrestre ad altissima velocità in cui il trasferimento di merci e persone avviene mediante capsule che viaggeranno all’interno di un tubo. La bassa pressione all’interno del tubo riduce l’attrito e, grazie a sistemi di propulsione e di levitazione magnetica, le capsule viaggiano ad altissima velocità, garantendo una mobilità sostenibile e a basso consumo di energia. La sua realizzazione contribuirebbe a ridurre il traffico pesante su gomma, con benefici per la sicurezza stradale e in termini di riduzioni delle emissioni di CO2.

Hyper Transfer, che potrebbe essere il primo prototipo operativo al mondo, sarà sviluppato in tre fasi consecutive: studio di fattibilità (Fase 1), progettazione (Fase 2), realizzazione del prototipo con sperimentazione (Fase 3). Al termine e al buon esito della Fase 1 (di valore totale aggiudicato pari a €4 milioni), CAV potrà decidere se proseguire con la Fase 2 che prevede la progettazione vera e propria del prototipo e della linea (cosiddetta Test Track) in conformità alle specifiche identificate nella Fase 1. Al termine e al buon esito della Fase 2, CAV potrà decidere di procedere con la Fase 3 che prevede la realizzazione del prototipo e della linea di Test Track, la sperimentazione sul campo ed il collaudo e la certificazione finale dell’infrastruttura. Bibop Gresta, Fondatore e CEO di Hyperloop Italia e rinomato come pioniere nell’industria dell’Hyperloop, condivide il suo entusiasmo:

“La firma di oggi conferma l’attuale slancio nel settore dell’Hyperloop. Sono entusiasta di assistere a un vero rinascimento nell’industria dell’Hyperloop, dimostrata dai progressi fatti da HyperloopTT che sviluppa la tecnologia da dieci anni, e con iniziative portate avanti in vari paesi Europei. Anche la Cina sta progredendo rapidamente con i suoi impressionanti test Hyperloop, dimostrando la fattibilità di questa tecnologia rivoluzionaria su larga scala. La convergenza di questi sforzi globali ci porta sempre più vicini alla realizzazione dell’Hyperloop come solida realtà, e l’Italia è pronta a giocare un ruolo centrale in questo movimento verso un trasporto ultraveloce ed eco-sostenibile. La nostra passione, unita all’innovazione tecnologica e al sostegno istituzionale, ci colloca in una posizione ideale per guidare questa trasformazione e offrire al mondo un nuovo modo di viaggiare”.

Web Marketing e Brand Reputation, binomio vincente per le imprese

Web Marketing e Brand Reputation, binomio vincente per le impreseRoma, 26 gen. (askanews) – Pandemie, guerre e inflazione. Per chi fa impresa le difficoltà sono molteplici. Eppure, proprio in momenti di forte incertezza come questo e in un contesto di sfiducia generalizzata, le aziende diventano i soggetti più vicini ai cittadini per orientare le loro scelte culturali, economiche e di consumo. Mai come in questo momento, quindi, c’è bisogno di una comunicazione attiva, positiva e identificativa. La web communication diventa così la risposta alla crisi e lo strumento indispensabile per emergere, potenziando il proprio business.

E i numeri parlano chiaro: secondo l’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, nel 2023 l’internet advertising in Italia ha segnato un +8% con investimenti del valore di 4,84 miliardi. Ma non solo. Sempre nel 2023, l’86% delle aziende ha fatto innovazione aperta, investendo nel digitale. Per il 2024, secondo gli Osservatori Startup Thinking e Digital Trasformation Academy della School of Management, sempre del Politecnico di Milano, si prevede un ulteriore aumento degli investimenti con un +1,9% dei budget in ICT. E il mercato, di contro, sta premiando le aziende che hanno compreso la centralità degli investimenti negli strumenti digitali, segnando una loro graduale e costante crescita. “La presenza online è fondamentale per qualunque azienda voglia avere una possibilità concreta di competere nel mercato attuale”, sottolinea Marco Gradari, CEO di MGvision, azienda specializzata in Branding Strategy e Digital Marketing, certificata come una delle realtà più accreditate fra le Web Marketing Agency italiane. “Oggi, però, non è più sufficiente ‘esserci’, perché a fare la differenza è il ‘come’. Molte aziende vanno online con siti poco accattivanti, difficili da navigare e non ottimizzati per i cellulari. In questo modo, invece di rafforzare il loro brand, lo danneggiano. Un’azienda che vuole guardare al futuro e sfruttare internet per aumentare il suo volume di affari – prosegue Gradari – deve investire innanzitutto sull’usabilità del suo sito, sulla creazione di una Brand Identity forte e su una strategia di Brand Storytelling per comunicare la propria personalità e i propri valori, in modo da essere riconoscibile. Una volta creata questa immagine online e completato il sito internet, dovrebbe migliorare la propria visibilità e fare in modo di essere rintracciata in rete. Serve a poco avere un sito web accattivante se questo si trova nella 5° pagina di Google”.

Una visibilità che si può ottenere anche grazie a dei servizi come la SEO. “È determinante l’ottimizzazione del sito per il posizionamento sui motori di ricerca, così come lo sono le campagne di Digital Advertising (su Google e/o sui social), che permettono di attrarre il target giusto e raggiungere in maniera capillare gli utenti che cercano online i servizi/prodotti offerti dall’azienda. Gli strumenti digitali ci danno l’opportunità di avere dati misurabili, di ascoltare la rete, di customizzare prodotti e servizi. È un’occasione che non possiamo sprecare. Nel 2024 – aggiunge il CEO di MGvision – una nuova sfida sarà rappresentata dall’AI che, applicata ai servizi di marketing, diventa uno strumento molto efficace da usare con intelligenza e da gestire con lungimiranza”. Secondo gli analisti, poi, un altro tassello fondamentale nella costruzione di una Brand Identity autorevole è quella di avvalersi dei servizi di un ufficio stampa che, il più delle volte, deve lavorare proprio in sinergia con le web agency. “Eppure fino a qualche anno fa la percezione comune era che solo i grandi gruppi imprenditoriali avevano bisogno dei servizi offerti da un ufficio stampa”, chiarisce Michele La Porta, direttore de La Porta Comunicazione, società con all’attivo oltre cento clienti gestiti ogni anno. “Oggi, invece, anche le PMI, le startup o i liberi professionisti, come i medici, gli avvocati o i consulenti finanziari, hanno compreso l’importanza di lavorare sulla loro reputazione e credibilità. Questo significa, soprattutto in una società ipercompetitiva che comunicare e distinguersi dai propri competitors è diventato un elemento imprescindibile per avere successo”. “Nel contesto sociale nel quale viviamo infatti – gli fa eco Massimiliano Niccoli, storico giornalista e volto noto di Tv 2000 – avere delle specifiche competenze non è sufficiente per emergere. Per superare la concorrenza, attrarre nuovi clienti e certificare la propria autorevolezza, è necessario garantirsi la presenza sui media che, grazie a delle interviste o degli articoli pubblicati sui più importanti quotidiani nazionali, donano loro un giusto riconoscimento reputazionale. Ma se cercate un ufficio stampa che potenzi la vostra credibilità fate attenzione: molte società si improvvisano in questo settore dando risultati irrilevanti. Altre, invece, fanno grandi promesse ma come risultato danno al cliente dei pubbliredazionali, degli spazi a pagamento che non conferiscono alcun riconoscimento”. L’ufficio stampa le pubblicazioni sui quotidiani le conquista e non le compra. Gli articoli devono essere reali e non delle pubblicità, ribadiscono Niccoli e La Porta. Investire nel Web Marketing e sviluppare una Brand Reputation solida e credibile (sia online e sia offline) è fondamentale per le imprese del futuro. “Per far brillare un business – conclude Marco Gradari – noi di MGvision lavoriamo come registi dietro le quinte per rendere il brand un vero protagonista del web. L’obiettivo è creare valore per i clienti, aiutandoli a raggiungere il successo, con i loro business online”.

Casa, idealista: nel 2023 cresce sforzo per comprarla o affittarla

Casa, idealista: nel 2023 cresce sforzo per comprarla o affittarlaRoma, 25 gen. (askanews) – Secondo uno studio pubblicato da idealista, portale leader per lo sviluppo tecnologico in Italia, sulla base dei dati del quarto trimestre del 2023, la percentuale del reddito familiare necessaria per accedere a una casa è cresciuta nell’ultimo anno fino al 21,1% in caso di acquisto e fino al 25,8% in caso di affitto. La scarsità dell’offerta e il conseguente aumento dei prezzi è la ragione per cui lo sforzo per affittare ha raggiunto il massimo raccomandato dagli esperti con un aumento di quattro punti nell’ultimo anno. L’aumento del costo dei finanziamenti ha fatto sì che le famiglie oggi debbano destinare il 21,1% del proprio reddito all’acquisto (rispetto al 17,3% di dicembre 2022).

La percentuale di reddito che le famiglie devono destinare per accedere a una casa in affitto è cresciuta in 90 capoluoghi italiani, mentre sono 10 i capoluoghi in cui lo sforzo per affittare una casa con due camere da letto supera il 30% consigliato dagli esperti (il canone d’affitto non dovrebbe superare un terzo delle entrate familiari.). Firenze, Milano e Massa-Carrara sono le città che richiedono la percentuale più alta di reddito familiare, rispettivamente con il 43,3%, 43,1% e 43%. Segue Venezia con il 40%, quindi Bolzano (39,9%), Napoli (37,8%), Como (37,7%), Roma (35,2%), Vicenza (34,8%) e Prato (31%). Al contrario, le meno onerose per le tasche degli utenti sono Enna e Vibo Valentia con l’11,9%.

A livello cittadino, Firenze evidenzia l’incremento maggiore del tasso di sforzo relativo all’affitto, con una differenza del 17,1% rispetto ad un anno fa. Anche Massa-Carrara (16,6%) e Vicenza (12,7%) hanno segnato incrementi a due cifre. Inoltre, altri 26 capoluoghi hanno mostrato aumenti del tasso di sforzo superiori alla media nazionale (3,3%), con variazioni comprese tra il 9% di Pesaro ed il 3,4% di Ferrara, Gorizia e Isernia. Al contrario, 21 capoluoghi hanno visto diminuire lo sforzo necessario per la locazione rispetto a dicembre del 2022, con le riduzioni più significative nelle città siciliane di Enna (-2,4%), Messina (-2,1%) e Siracusa (-1,7%), poi a crescere fino a Rovigo e Belluno dove i livelli di richiesta sono rimasti stabili rispetto all’anno precedente. La provincia di Milano, con una media dal 46,8% del reddito familiare da destinare all’affitto, è quella che richiede il maggiore sforzo alle famiglie. A seguire troviamo Bolzano (39,7%), Lucca (38,9%) e Ravenna (36,9%). Con tassi di sforzo superiori al 30% troviamo altre 11 province racchiuse in una forchetta che va dal 35,8% di Firenze al 30,3% di Brescia.

Anche nella provincia di Roma (30,8%) il tasso di sforzo supera quello consigliato dagli esperti, mentre Napoli registra un 28,5%. Al contrario, Biella (12,4%), Alessandria (13,6%) e Terni (13,7%) presentano i tassi di sforzo più bassi tra le province considerate. Nella maggior parte dei capoluoghi italiani, l’impegno richiesto per acquistare un’abitazione è inferiore rispetto a quello richiesto per l’affitto, con l’eccezione di 19 mercati dove sostanzialmente la rata del mutuo supera il canone mensile. La città che impone il maggior sforzo finanziario alle famiglie per l’acquisto di una nuova abitazione è Venezia (42,9%), seguita da Bolzano (42,7%), Milano (40,7%) e Rimini (36,8%) in cima alla classifica. Tra le prime dieci posizioni figurano anche altri grandi mercati come Napoli (34%), Firenze (31,3%) e Roma (30,3%).

In altri 29 capoluoghi la percentuale del tasso di sforzo registrata è superiore al dato nazionale del 21,1%. Questi valori variano dal 30% di Trento e Verbania al 21,2% di Brescia e Parma. Le variazioni sono meno significative per tutte le altre città, con valori compresi tra il 20,9% di Forlì, diminuendo gradualmente fino al 6,3% di Biella, il capoluogo con il tasso di sforzo per l’acquisto di un immobile meno impattante in Italia. Per quanto riguarda la compravendita, tutti i mercati richiedono uno sforzo maggiore rispetto a un anno fa, eccetto Ragusa (-3,4%), Nuoro (-0,7%) e Gorizia (-0,1%). All’opposto, Venezia (8,8 punti percentuale in più) segna la crescita maggiore anno su anno; tra i principali capoluoghi Napoli segna un incremento di 8 punti percentuale, Firenze (6,8%), Milano (6,6%), Bari (5%) e Roma (4,8%). Palermo (3,2%) e Torino (2,6%) hanno registrato aumenti inferiori al 3,8%, che è l’incremento medio annuale nazionale. Lo sforzo familiare per l’acquisto di una casa è cresciuto in tutte le province italiane monitorate dall’analisi di idealista, ad eccezione di Reggio Calabria (-0,1%) e Ragusa (0,4%), che sono rimaste pressoché invariate nel corso del 2023. Bolzano, con il 46,8%, si posiziona come la provincia con il più elevato tasso di sforzo per l’acquisto di un’abitazione, seguita da Rimini (38,1%), Savona (36,7%) e Imperia (35,8%). I mercati provinciali più grandi come Napoli e Milano richiedono rispettivamente il 31,1% e il 30% del reddito familiare annuo per l’acquisto di un’abitazione, mentre a Roma è richiesto il 27%. Biella, con un tasso del 5,4%, si presenta come la provincia meno esigente per coloro che aspirano ad acquistare una casa. Il tasso di sforzo misura il peso della casa sul potere d’acquisto delle famiglie. Nel caso della compravendita: è la percentuale del reddito familiare netto annuo (ISTAT) destinato all’acquisto di un trilocale nella zona d’interesse identificata, con un mutuo di 30 anni, un tasso di interesse in linea con l’aggiornamento mensile dalla BCE e un contributo iniziale del 20%. Il calcolo viene effettuato utilizzando il prezzo mediano di zona dei trilocali, al quale viene scontato il margine di negoziazione.

UN Global Compact Network Italia: superato tetto 500 imprese aderenti

UN Global Compact Network Italia: superato tetto 500 imprese aderentiRoma, 22 gen. (askanews) – Continua a crescere il Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite. Nel 2023, la rete che rappresenta nel nostro Paese la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo ha superato per la prima volta le 500 realtà ed è composta oggi da 510 aziende. Tra le adesioni dell’anno appena concluso ci sono simboli del Made in Italy come Ferrari e TOD’s, sedi locali di gruppi internazionali come Leroy Merlin Italia e realtà del settore finanziario come Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano.

Negli 2023 sono stati 115 i nuovi aderenti business. Le piccole e medie imprese continuano a rappresentare la maggioranza degli aderenti con il 55% del totale, ma le grandi aziende sono passate lo scorso anno dal 35% al 45%. La partecipazione è dunque sempre più bilanciata, favorendo lo scambio e l’interazione tra realtà di diverse dimensioni, anche in una logica di filiera. Aumenta anche la diversificazione tra i vari settori merceologici che toccano comparti chiave dell’economia italiana e spaziano dall’energia alla moda, fino alla grande distribuzione e le utilities. “La crescita delle adesioni all’UN Global Compact conferma la consapevolezza sempre crescente del settore privato italiano sul ruolo positivo che può giocare a favore della sostenibilità, ha commentato Marco Frey, Presidente dell’UN Global Compact Network Italia. A dimostrarlo sono anche i numeri che emergono dalla ricerca Global Private Sector Stocktake, realizzata insieme ad Accenture e condotta su 2.800 aziende mondiali, di cui oltre 130 del nostro Paese. Lo studio evidenzia che l’82% delle aziende italiane ha modificato prodotti e servizi per allinearsi ad almeno un SDG: un dato superiore alla media globale, che invece si attesta al 78%. Per colmare il gap che abbiamo nei confronti degli obiettivi dell’Agenda 2030, occorre però che questo cambiamento si diffonda e intensifichi, grazie anche alla collaborazione con gli altri attori chiave (le istituzioni, la finanza, i consumatori)”, ha dichiarato Frey.

“Il 2024 sarà un anno cruciale nel percorso di avvicinamento agli obiettivi tracciati dall’Agenda 2030 e l’impegno della rete italiana dell’UN Global Compact si arricchirà con nuove aree prioritarie di intervento, come la trasformazione digitale”, ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director di UNGCN Italia. “Il Global Risk Report 2024, pubblicato in questi giorni dal World Economic Forum, colloca la disinformazione e la misinformazione al primo posto tra i rischi globali più gravi previsti nei prossimi due anni, anche a causa dei recenti sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale. Lo scorso dicembre, l’Unione Europea ha raggiunto un accordo provvisorio sul regolamento dell’AI e la priorità è garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori e rispettosi dell’ambiente. Questi strumenti dovrebbero essere supervisionati da persone, per assicurare che restino sempre e solo un supporto dell’attività umana”, continua Bernacchi, e conclude: “Il nostro Network, coerentemente con altre evidenze emerse dal Report WEF su uno scenario di ampio periodo, mantiene anche nel 2024 un presidio importante sul tema dell’azione climatica da parte delle imprese, con specifico riferimento ad un impegno verso il Net-Zero”, ha concluso Bernacchi. Le organizzazioni che sono entrate a far parte del Network nel 2023 saranno al centro del tradizionale Welcome Meeting in programma domani, martedì 23 gennaio. Il webinar sarà l’occasione per illustrare gli aspetti rilevanti dell’iniziativa onusiana, approfondire la dimensione locale dell’UN Global Compact e presentare il programma delle attività che sarà implementato nel 2024.

All’incontro sono invitate anche le aziende non ancora aderenti, ma fortemente interessate a valutare un coinvolgimento nell’UN Global Compact.

Rinnovabili, Acca Power: individuiamo in Italia aree per stoccaggio

Rinnovabili, Acca Power: individuiamo in Italia aree per stoccaggioRoma, 19 gen. (askanews) – L’energia prodotta da fonti rinnovabili è la sfida del futuro, ma senza un sistema adeguato di stoccaggio, la partita di eliminare l’uso di combustibili fossili potrà essere difficilmente vinta. Secondo i dati riportati dall’Ease, l’associazione europea per l’accumulo di energia, l’Europa, entro il 2030, necessiterà di circa 187 Gigawatt di accumulo di energia per raggiungere gli obiettivi previsti per le rinnovabili. Di circa 600 Gigawatt è invece la stima per il 2050. Un giro d’affari, calcola uno studio di McKinsey, che, entro la fine del decennio arriverà a 120-150 miliardi di dollari.

Dati che in modo inequivoco segnano la strada del futuro che passa dalla individuazione di aree dover poter conservare l’energia prodotta dal fotovoltaico o dall’eolico: “Non si può più rinviare, bisogna agire in maniera più concreta e tempestiva”, spiega Gianluca Luparelli, Responsabile Sviluppo di Acca Power, un’azienda pugliese che da oltre 20 anni opera settore delle rinnovabili. “In questo momento di svolta per l’energia sostenibile, il nostro obiettivo primario è l’identificazione e l’acquisizione di aree adatte per l’installazione di sistemi di accumulo di energia (BESS). La nostra attenzione è rivolta alla localizzazione di siti strategici che possano supportare efficacemente lo sviluppo e l’espansione di queste infrastrutture essenziali. Stiamo procedendo con determinazione e visione, considerando le opportunità sia a livello nazionale che internazionale. La nostra strategia include l’analisi di potenziali aree, la valutazione della loro idoneità e l’elaborazione di piani per il loro utilizzo ottimale. Attraverso questo approccio mirato e metodico, ci impegniamo a promuovere una transizione energetica più sostenibile e resiliente, posizionandoci come leader proattivi nella realizzazione di un futuro energetico più pulito e sicuro”. Si tratta di una iniziativa che nasconde anche l’allarme di arrivare tardi all’appuntamento con la storia: “Siamo in una fase decisiva – afferma ancora Gianluca Luparelli – dove occorre mettere le basi per un domani migliore. Il rischio per l’Italia, e per l’Europa in generale, è quello di trovarsi nuovamente in una posizione di vulnerabilità e dipendenza da Paesi terzi. Non è una scommessa a vuoto, porta con sé anche un interesse imprenditoriale di non poco conto. Lo stoccaggio dell’energia, come dicono i dati, porta fatturato e ricavi interessanti che si moltiplicheranno da qui al 2030. Miliardi di dollari che, in qualche modo, dovrebbero attirare capitali importanti. Ma se vogliamo che una fetta di mercato ricada in Italia dobbiamo, da subito, mettere le mani al portafoglio e attirare investitori che sappiano fiutare il business”.

Acca Power, che lancia l’iniziativa, annuncia di voler fare da subito la propria parte: “Nelle prossime settimane – ricorda Luparelli – porteremo avanti un grande progetto di una prima area individuata, come inizio di una pipeline più vasta. Una scelta che renderemo pubblica con l’obiettivo di rivolgerci a chi vuole giocare con noi questa delicata partita. Penso a altri soggetti che operano nel settore ma anche a fondi comuni di investimento che possano essere interessati a sviluppare con noi questa nuova forma di business. Noi mettiamo a disposizione il khow-how di oltre 20 anni di esperienza, di sviluppatori con alle spalle un portfolio di lavori e progetti autorizzati, non indifferente. Non abbiamo tempo da perdere. Se non ora, quando?”.