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Frontalieri, accordo Italia-Svizzera su tetto telelavoro al 25%

Frontalieri, accordo Italia-Svizzera su tetto telelavoro al 25%Roma, 28 nov. (askanews) – Italia e Svizzera hanno siglato a livello tecnico un Protocollo di modifica dell’Accordo frontalieri tra i due Paesi del 23 dicembre 2020 finalizzato a disciplinare il trattamento del telelavoro. Secondo quanto riporta una nota, il Protocollo si limita esclusivamente alla codifica delle integrazioni e modifiche previste dalla Dichiarazione di intenti del 10 novembre firmata dal ministro Giancarlo Giorgetti e dalla consigliera federale Karin Keller- Sutter e prevede la possibilità di svolgere il telelavoro fino al massimo del 25% dell’orario di lavoro.

Il testo dell’Accordo dovrà essere sottoscritto dai due Paesi entro il 31 maggio 2024, ma la disciplina si applicherà già dal primo gennaio 2024 sulla base di un accordo amichevole transitorio. Contestualmente, si legge, le autorità competenti di Italia e Svizzera hanno firmato anche un accordo amichevole relativo al periodo dal 1° febbraio 2023 al 31 dicembre 2023 che introduce, in senso retroattivo, la possibilità di svolgere il telelavoro per i contratti che lo prevedono fino a un massimo del 40% dell’orario di lavoro, in linea con la vigente legislazione nazionale.

Social housing, a Milano accordo Bei-Investire Sgr da 34 milioni

Social housing, a Milano accordo Bei-Investire Sgr da 34 milioniMilano, 27 nov. (askanews) – Sostenere la costruzione di nuove unità di social housing nel cuore di Milano, promuovendo l’accesso ad alloggi di qualità e sostenibili per le famiglie a reddito medio-basso. Questi gli obiettivi del finanziamento da 34 milioni di euro concesso dalla Banca europea per gli investimenti al Fondo Ca’ Granda, gestito da Investire Sgr (Gruppo Banca Finnat) e partecipato da Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Cdp Real Asset Sgr attraverso il FIA – Fondo Investimenti per l’Abitare e Fondazione Cariplo.

Grazie alle risorse della Bei, verranno riqualificati oltre 200 appartamenti nel centro di Milano, nel Quartiere Sarpi. Le unità abitative verranno demolite e ricostruite seguendo i più alti standard di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale e saranno poi assegnate alla “fascia intermedia” della popolazione che non è in grado di accedere né al libero mercato né all’edilizia residenziale pubblica. Si tratta della prima operazione finanziaria della Bei in Italia realizzata direttamente con un fondo immobiliare a favore dell’edilizia sociale, resa possibile anche grazie alle finalità etiche e al forte impegno del Policlinico di Milano a favore della sostenibilità ambientale con il Fondo Cà Granda. “Con questa operazione, la Bei dimostra il proprio impegno a favore dell’edilizia sociale”, ha commentato Gilles Badot, Direttore per le operazioni in Italia. “Questo progetto non solo migliorerà la qualità della vita dei residenti, ma contribuirà anche a migliorare l’efficienza energetica e quindi la sostenibilità ambientale a Milano”. Negli ultimi cinque anni, la Bei ha finanziato progetti di edilizia sociale e a prezzi calmierati per oltre 6,5 miliardi di euro in undici Paesi europei.

Previdenza, Cnpr: risultato assestato 2023 a +108,62 mln di euro

Previdenza, Cnpr: risultato assestato 2023 a +108,62 mln di euroMilano, 23 nov. (askanews) – L’assemblea dei delegati della Cnpr -Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili-presieduta da Luigi Pagliuca, ha approvato l’assestamento del preventivo 2023 e il bilancio di previsione per l’anno 2024.  Il budget assestato sottoposto all’approvazione dell’assemblea rileva un risultato al lordo delle poste di rettifica, iscritte all’insegna della prudenza, positivo per euro 108,62 milioni e un risultato netto positivo di 33,31 milioni.  Le rettifiche, che influenzano il risultato netto, sono legate all’incremento di 15 milioni della svalutazione delle attività finanziarie che esprimono un dato assestato di 44 milioni e alla riduzione della svalutazione dei crediti per 4 milioni, che portano la svalutazione dei crediti iscritti nell’attivo circolante a 31,3 milioni.    Il budget assestato non tiene conto delle variazioni positive derivanti dal riaccertamento delle maggiori sanzioni e interessi pregressi, già svalutate in passato, che saranno oggetto della consuntivazione tutt’ora in corso a seguito della decadenza di qualche centinaio di iscritti dal provvedimento straordinario di incentivazione alla regolarità contributiva per il mancato pagamento delle somme in unica soluzione, ovvero per il mancato rispetto del piano dilazione scelto in fase di adesione.  Il 2023 è stato influenzato da una discreta ripresa dei rendimenti del patrimonio mobiliare e da un buon incremento della contribuzione da parte degli iscritti; la ripresa delle quotazioni dei mercati è frutto del contenimento della volatità nella seconda parte dell’anno e della stabilizzazione della politica monetaria delle banche centrali che sembrano aver terminato la fase di rialzo dei tassi.   Sul fronte contributivo il rialzo dei redditi e dei volumi d’affari degli iscritti hanno consentito una crescita significativa, rispetto alla previsione iniziale, del gettito della contribuzione soggettiva ed integrativa. Gli eventi geopolitici hanno pesato meno sul conseguimento dei risultati finanziari e anche l’attenuazione dell’inflazione nel mese di ottobre consente di registrare tassi reali positivi.   I mercati hanno registrato una breve fase di consolidamento dei risultati nel mese settembre e nel mese di ottobre anche a seguito del nuovo fronte di scontro in Medio Oriente tra Israele e i miliziani di Hamas.    Il bilancio di previsione assestato evidenzia una leggera crescita delle entrate contributive pari a 5,2 milioni che portano l’assestamento delle entrate per contributi a 320,61 milioni, a fronte di una morosità che al mese di settembre era di poco superiore al 15% rispetto all’accertamento della contribuzione dovuta.  La spesa per le prestazioni previdenziali e assistenziali si assestano a 258,37 milioni con un incremento di 2 milioni, mentre le prestazioni assistenziali si incrementano di 0,300 milioni, con una previsione di fine esercizio pari a 7,95 milioni di euro.  Il Preventivo per l’esercizio 2024 pronostica un risultato al lordo delle rettifiche di valore pari a 86,86 milioni (20,46 milioni il risultato netto).    Sono stime all’insegna della significativa prudenza – si legge in una nota della Cnpr – che valutano un leggero incremento della contribuzione degli iscritti, in considerazione dell’adeguamento della contribuzione minimale per effetto dell’inflazione in misura pari al 8,821%. La contribuzione è stimata in 322,34 milioni riferita ad una popolazione tra iscritti attivi e pensionati che proseguano l’attività di 27.708 soggetti.  La spesa per le prestazioni istituzionali anche essa in crescita per l’effetto della perequazione delle prestazioni dal 1° gennaio 2024 in misura pari al 8,821%, stima un costo di 277,75 milioni riferito ad una stima di 11.903 pensionati (con un incremento di 392 prestazioni), con un maggior costo rispetto al budget assestato di 19,38 milioni di euro.    I proventi lordi derivanti dagli investimenti sono stimati in 85,8 milioni, di cui 23,8 derivanti da investimenti immobilizzati e 63,0 milioni dagli investimenti iscritti nell’attivo circolante, con un decremento di 8,0 milioni rispetto al budget assestato. Gli oneri derivanti dagli investimenti iscritti nel circolante sono stimati in 22,87 milioni, con una contrazione di 4,9 milioni di euro rispetto al budget assestato. Il risultato netto derivante dalla gestione finanziaria degli investimenti si stima pari a 62,92 milioni di euro contro i 66,10 milioni di euro indicati nel budget assestato. Il patrimonio mobiliare investito relativamente alla quota in delega di mandato alle gestioni patrimoniali, da inizio anno al 10 novembre 2023, registra un rendimento finanziario positivo del 4,33% per una valorizzazione a mercato pari a euro 1.004,38 milioni.     Per l’anno 2023, l’ente prevede di conseguire proventi finanziari in crescita con il budget assestato, ben superiori al dato consuntivato nel bilancio del 2022, prevedendo un miglioramento dei rendimenti sia sulla componente obbligazionaria che sulla componente azionaria investita..   Prosegue nell’assestamento della previsione 2023 e nella previsione del risultato 2024, la politica del prudente apprezzamento dei crediti verso gli iscritti, che portano l’ente a svalutare sensibilmente i crediti contributivi per 30,8 milioni nel 2023 e 26,9 milioni nel 2024. L’ente sta proseguendo le azioni dirette alla regolarizzazione delle posizioni contributive, con l’intensificazione di azioni esecutive da attuarsi nel corso del 2024, sulle posizioni irregolari oggetto di rivendicazione riguardanti le annualità contributive fino al 31/12/2019 che ha comportato una mole di oltre 7.800 decreti ingiuntivi con una massa di oltre 277,00 milioni di crediti per contributi, interessi e sanzioni ingiunti.     Nonostante l’intensificarsi delle procedure di recupero, che vede ad oggi la morosità corrente pari al 15% dei contributi accertati, resta da intensificare l’azione di contrazione della morosità originatesi negli anni più recenti, in parte avviata nel corso del 2022. La situazione impone la necessità di proseguire la valutazione di una prudente e cospicua politica di accantonamento del rischio sui crediti.  La svalutazione, che alla fine del 2024 registrerà l’ammontare complessivo di 254,9 milioni di euro, non consiste nella rinunzia al recupero, che prosegue nei confronti di tutti i debitori. Essa è una posta contabile che intende tutelare il rischio di inesigibilità derivante dal consolidarsi di posizioni accumulate negli anni, ed anche a eliminare dal bilancio tecnico le influenze che i crediti – potenzialmente non esigibili – possono avere.    Nel corso dell’assemblea il comitato ha provveduto ad approvare la verifica e “fine tuning” dell’Asset Allocation Strategica valevole per il triennio 2023 -2025. L’analisi della strategia di investimento del prossimo triennio si pone il perseguimento di una sensibile accelerazione del processo di contrazione della componente immobiliare che è prevista alla fine del periodo 2025 pari 29,4%, in riduzione rispetto al posizionamento al 30/06/2023 pari 32,4%. L’obiettivo di rendimento reale è fissato al 3,1% netto, mentre quello nominale è posizionato al 5,2% a seguito di una maggiore inflazione stimata sul triennio (2,3%). L’indice di sostenibilità è in miglioramento registrando sulla scorta dei valori a mercato al 30/06/2023 un funding ratio pari a 91,2% e un valore atteso alla fine del 2023 identico. La crescita del funding ratio rispetto alla precedente analisi migliora del 1,6%.    L’allocazione del patrimonio mobiliare approvata per il 2024 vede una conferma del posizionamento sui mercati azionari al 30% (29,3% il posizionamento attuale), un consolidamento  della classe d’investimento alternativa declinata complessivamente al 12%, 2% la componente liquida e 10% quella illiquida (il posizionamento al 30/06/2023 è del 2,4% per la componente liquida e del 6,5% per la componente illiquida), un assestamento delle asset class obbligazionarie al 51,5% (51,9% il posizionamento attuale) e una leggera crescita delle partecipazioni dal 3,5% al 4%.  La Cnpr ha inoltre approvato il nuovo bilancio tecnico attuariale redatto sulla base dei dati al 31/12/2022, che attesta la sostenibilità a 50 anni del fondo previdenziale, nonché il rispetto dei requisiti richiesti dalla legge 335/1995 in tema di equilibrio finanziario a 30 anni.   (nella foto: Luigi Pagliuca, presidente Cnpr)

Alle Gallerie d’Italia di Milano apre la mostra su Maria Callas

Alle Gallerie d’Italia di Milano apre la mostra su Maria CallasMilano, 9 nov. (askanews) – In occasione del centenario dalla nascita di Maria Callas, che ricorre il 2 dicembre, alle Gallerie d’Italia di Milano, Intesa Sanpaolo apre oggi al pubblico la mostra “Maria Callas. Ritratti dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo” a cura di Aldo Grasso.

La mostra, che sarà aperta fino al 18 febbraio, è la prima iniziativa che apre Callas100, il palinsesto di iniziative organizzate nei mesi di novembre e dicembre dal Comune di Milano in collaborazione con Teatro alla Scala, Gallerie d’Italia e Piccolo Teatro di Milano per rendere omaggio alla celebre artista. L’esposizione presenta una selezione di 91 immagini dell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo (tra le oltre 1500 conservate, tra negativi e stampe vintage) che coprono l’arco cronologico dal 1954 al 1970 – molte delle quali inedite o mai esposte, privilegiando una tipologia di immagini propria di un’agenzia fotogiornalistica, che ritrae la Callas nella quotidianità del fuori scena. La mostra si aprirà e si chiuderà con due fotografie che ritraggono la grande artista all’interno del Teatro alla Scala: la prima foto, del 1 dicembre 1954, la ritrae insieme ai tre grandi direttori d’orchestra Arturo Toscanini, Victor De Sabata e Antonino Votto dopo una delle prove del La Vestale; l’ultima è del 7 dicembre 1970 e rappresenta il suo ritorno alla Scala, come spettatrice, accanto a Wally Toscanini.

“Le Gallerie d’Italia di Piazza Scala si uniscono alle istituzioni milanesi nel rendere omaggio alla cantante lirica più ammirata al mondo, un’ineguagliabile artista legata alla storia della città e del suo grande teatro d’opera”, ha commentato Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo. “Le immagini in mostra, che restituiscono l’eccezionalità e il fascino di Maria Callas, provengono dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, un prezioso patrimonio di memoria collettiva che arricchisce la conoscenza delle vicende storiche del nostro Novecento”.

Milano è la città con più genitori ma 70% scontenti di politiche famiglia

Milano è la città con più genitori ma 70% scontenti di politiche famigliaMilano, 6 nov. (askanews) – Milano è la città con più genitori di tutte: il 61% ha almeno un figlio (contro il 49% nazionale). Ciononostante, la critica verso le attuali politiche di supporto alla famiglia è netta: sette milanesi su 10 (70%) sono insoddisfatti o poco soddisfatti dalle attuali politiche di supporto alla famiglia (dato che conquista il secondo gradino del podio nazionale). È quanto emerge da “Gli italiani e la denatalità”, la ricerca realizzata da Changes Unipol ed elaborata da Ipsos, finalizzata ad analizzare la situazione familiare nelle principali città italiane e i motivi, le conseguenze e le misure a supporto della denatalità.   Dei meneghini che non si dichiarano genitori (39%), uno su tre non progetta o non desidera avere figli in futuro (34%, vale a dire il secondo dato più alto emerso dalla Ricerca dopo Napoli); mentre uno su quattro progetta di mettere al mondo il primo figlio tra più di cinque anni (24%).   Analizzando invece la percentuale record di genitori (61%), si scopre che la famiglia milanese è mediamente più piccola rispetto a quella italiana: la media è infatti di 1,52 figli, contro 1,63 a livello nazionale. Tra chi ha figli, infatti, 3 su 5 rispondono di averne solo uno (59%), ben 9 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale (50%) e distante soprattutto dai dati del Sud Italia dove il numero di figli per famiglia è più elevato.    Ma – secondo gli abitanti di Milano – quanto dev’essere grande la famiglia ideale? Secondo l’indagine condotta tra chi ha o vorrebbe avere figli, la famiglia ideale meneghina ha un numero di bambini maggiore di quella ideale italiana: il numero medio ideale, infatti, è di 2,06, contro una media italiana pari a 1,92. In particolare, il 26% dei milanesi dichiara che il numero ideale di figli è 3 o più; il 39% indica 2 come numero ideale; e il 35% – seconda percentuale più consistente d’Italia – risponde che la famiglia ideale dovrebbe avere un figlio.    I milanesi sono tra i più delusi d’Italia dalle attuali politiche di supporto della famiglia: 7 su 10 ne sono insoddisfatti o poco soddisfatti (70%, la seconda percentuale più alta registrata nel Paese). E si rivelano i più critici d’Italia nel confronto con l’Europa, giudicata molto più avanti: 7 su 10 (69%) ritengono le attuali politiche inferiori alla media europea. Solo il 3% – d’altra parte – giudica queste politiche sopra la media europea, e il restante 18% pensa che siano in linea con l’Europa.   All’ombra della Madonnina, dunque, quali misure si stimano migliori per contrastare la denatalità? L’assegno universale mensile per ogni figlio a carico (fino all’età adulta) è indicato dal 63% dei rispondenti, segnando la seconda evidenza più alta del Paese.  I milanesi, inoltre, stimano molto utili l’estensione dei congedi parentali (61%) e l’introduzione di incentivi al lavoro femminile (59%).   Il ruolo delle aziende è altrettanto cruciale per combattere la denatalità: il 51% pensa infatti che forme di aiuto economico sarebbero efficaci in tal senso (si tratta della seconda percentuale a livello nazionale). Nel dettaglio, rispetto ai connazionali, i rispondenti di Milano sono coloro che considerano di maggiore valore sia i rimborsi per i costi sostenuti dalla famiglia per le spese scolastiche e di baby-sitting (26%) sia i piani di assistenza sanitaria integrativa per i figli (22%). Infine, contro la denatalità, i milanesi considerano più utile di chiunque in Italia l’introduzione di flessibilità nell’orario di entrata/uscita (32%).   Altro mito che la ricerca sfata riguarda l’ambizione di fare carriera: se aumenta l’età media per generare il primo figlio è per ragioni socioculturali (56%, segnando così la percentuale più alta in Italia). Nello specifico, tra le motivazioni di questo tipo, l’ingresso ritardato nel mondo del lavoro (dovuto all’innalzarsi del livello medio di istruzione e quindi all’aumento degli anni di studio) è indicato dal 18% dei meneghini – anche in questo caso, si tratta di una percentuale record a livello nazionale.   Se si vogliono scovare le principali motivazioni per ritardare o non prevedere di avere figli a Milano, bisogna guardare altrove, vale a dire alle ragioni economiche personali – indicate dal 45% dei rispondenti, a fronte di una media nazionale del 34%. E in particolare: la mancanza di una casa di proprietà registra la maggiore percentuale in Italia (18%), mentre la presenza di spese troppo elevate segna la seconda evidenza del Paese (15%).   Delle motivazioni lavorative, invece, la scarsa parità di genere è minimamente rilevante (7%): tra i connazionali, i milanesi sono infatti quelli che la giudicano meno importante.

Qual è la conseguenza della denatalità più temuta dai milanesi? I rispondenti si dimostrano molto preoccupati per gli impatti della natalità sul sistema pensionistico, con il 33% che lo indica come area più colpita.  Poco timore, invece, per la crescita del PIL (18%) e per la gratuità e universalità del Sistema Sanitario Nazionale (19%). Milano, infine, non ha pressoché alcuna paura di veder crollare il mercato immobiliare (10%, il dato più basso emerso dalla Ricerca).

Cooperazione, Bergamo-Etiopia: poste basi per progetto internazionale

Cooperazione, Bergamo-Etiopia: poste basi per progetto internazionaleRoma, 3 nov. (askanews) – È rientrata in Italia la delegazione orobica formata da rappresentanti della formazione di terzo livello, delle istituzioni e del mondo imprenditoriale bergamasco, tornata da una missione in Etiopia nata con l’obiettivo di presentare l’ecosistema bergamasco nelle sue diverse articolazioni, consolidare le relazioni esistenti, conoscere meglio il Paese ed esplorare ulteriori opportunità di collaborazione nei diversi ambiti di competenza.

Alla missione hanno partecipato il Rettore dell’Università degli studi di Bergamo prof. Sergio Cavalieri, la Prorettrice con delega alle relazioni internazionali prof.ssa Flaminia Nicora e la Direttrice del Centro di ricerca sulle dinamiche economiche, sociali e della cooperazione prof.ssa Laura Viganò; il centro CESC vanta infatti una pluriennale collaborazione con l’Etiopia e in particolare con l’Università Wolaita Soddo e il territorio circostante, oggetto di numerose e apprezzate ricerche e studi in tema di microfinanza condotti da Viganò insieme a colleghi e studenti. Le istituzioni bergamasche erano rappresentate dal Sindaco dott.Giorgio Gori, l’ambito economico dalla Presidente di Confindustria Bergamo dott.ssa Giovanna Ricuperati e dal Direttore dott. Paolo Piantoni. Presente anche l’ambito della formazione professionale grazie al dott. Giuseppe Nardiello, Presidente di ITS Nuove Tecnologie della Vita e al dott. Gennaro Pugliano, consulente ITS Academy e suo collaboratore, affiancati dal dott. Alessandro Amadori, vicepresidente di Istituto Piepoli e consulente del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che a breve visiterà a sua volta l’Etiopia. La delegazione, in diverse composizioni, ha affrontato un ricco calendario di incontri con università, scuole, scuole di formazione professionale, nonché rappresentanze istituzionali quali ambasciate e ministeri.

L’ambasciatore Agostino Palese ha ricevuto la delegazione al completo e condiviso con i presenti la sua profonda conoscenza del Paese per contestualizzare in termini geopolitici l’Etiopia e il Corno d’Africa, sottolineando il positivo rapporto con l’Italia. Ha messo a disposizione le competenze dell’ambasciata per favorire lo studio e lo sviluppo di progetti formativi e imprenditoriali di interesse per la delegazione. Altrettanto ha fatto il Rappresentante Permanente dell’Italia presso l’Unione Africana Alberto Bertoni, nel corso di un ulteriore incontro. La delegazione ha svolto diverse visite per conoscere la filiera formativa locale, con particolare riguardo per l’Istituto Statale Italiano Onnicomprensivo di Addis Abeba, la formazione professionale offerta dai Salesiani, diverse università, ad Addis Abeba e nel sud del paese. Sono state inoltre esplorate le potenzialità di collaborazioni in ambito industriale. I rappresentanti di Confindustria Bergamo, insieme a Sindaco e Rettore, hanno infatti potuto incontrare sia il ministro dell’Industria, Melaku Alebel, che il Ministro per l’Innovazione e della Tecnologia, Belete Molla. In entrambi i casi il positivo confronto e scambio di informazioni ha mostrato le potenzialità di una intensificazione dei rapporti tra i due paesi e in primis con l’area bergamasca.

Durante la visita, l’Università degli studi di Bergamo ha firmato un accordo con l’Università Wolaita Soddo per incrementare la collaborazione esistente. Ha inoltre fatto visita all’Università di Addis Abeba, proponendo una collaborazione bilaterale e nell’ambito dell’alleanza europea Bauhaus4EU di cui UniBg è parte. Sono state inoltre visitate la Harembee University a Adama e l’Università Cattolica Ecusta di Addis Abeba. Il Rettore dell’Università degli studi di Bergamo Sergio Cavalieri spiega: “La missione in Etiopia ci ha confermato le enormi potenzialità di un paese che, nonostante la complessità del contesto geopolitico, vanta negli ultimi anni un rilevante tasso di crescita, una popolazione con una età media molto giovane, e un ruolo centrale nell’Africa orientale. Lato Università si intravedono delle rilevanti opportunità dal punto di vista sia della formazione che della ricerca, in particolare sui temi delle tecnologie per la salute, del turismo sostenibile e della formazione imprenditoriale. Essere intervenuti come delegazione rappresentativa delle principali realtà del territorio bergamasco ha particolarmente impressionato i referenti del mondo politico, economico ed accademico etiope in quanto ha dato evidenza della forza e della coesione del nostro ecosistema e della capacità di avere una visione e una progettualità organica e integrata. Oltre alla firma del Memorandum of Understanding con l’Università di Wolaita Soddo, che prevede nel breve la possibile attivazione di corsi di imprenditorialità, sono stati avviati rapporti con altre università, tra cui quella della capitale Addis Abeba, finalizzati allo scambio di studenti e di ricercatori”.

Il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori sottolinea: “In pochi giorni, grazie anche all’Ambasciata italiana, abbiamo avuto la possibilità di mettere in fila una serie di contatti estremamente qualificati, a partire da quelli col Governo, riguardanti in primo luogo i temi della formazione e dello sviluppo economico. A questi ho potuto aggiungere l’incontro con la Sindaca di Addis Abeba. L’Etiopia è un Paese in forte crescita, che guarda con interesse e fiducia alla relazione con l’Italia. Vi è ovviamente la necessità di solida cornice istituzionale “nazionale”, ma all’interno di questa un ruolo fondamentale può essere giocato dai territori, soprattutto se in grado di presentarsi come “ecosistemi integrati” – così come Bergamo è in grado di fare – forti della stretta collaborazione tra politica, impresa e agenzie formative”. La Presidente di Confindustria Bergamo Giovanna Ricuperati conclude: “Abbiamo posto le basi per un progetto di cooperazione internazionale di alto livello e ad ampio raggio, sicuramente anticipatore nelle modalità e nei contenuti, che vede il significativo coinvolgimento di tutto il “sistema-Bergamo” e ci mette in diretto contatto con un Paese caratterizzato da forti cambiamenti, a cui è importante dedicare sempre più attenzione. Sono numerosi gli elementi che potranno essere approfonditi e sviluppati: da un lato si apre il filone delle collaborazioni per lo sviluppo di sistemi avanzati per le risorse umane, con un’attenzione particolare alla formazione ITS; dall’altro si punta a esplorare la possibilità di partnership su progetti industriali innovativi che coinvolgano le nostre imprese e i nostri settori di punta”.

Olio oliva, da Regione 430mila euro per frantoi Dop Garda e Laghi lombardi

Olio oliva, da Regione 430mila euro per frantoi Dop Garda e Laghi lombardiMilano, 2 nov. (askanews) – Apre lunedì 6 novembre il bando di Regione Lombardia dedicato all’ammodernamento dei frantoi oleari. A disposizione 430mila euro per gli impianti presenti nelle zone di produzione dell’olio extravergine di oliva a denominazione di origine protetta comprese nelle Dop “Garda” e “Laghi lombardi”.

“Questi fondi – commenta l’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi – serviranno a supportare un settore che nella nostra regione vanta produzioni di nicchia ma di altissimo pregio. Consentirà di puntare sulla tecnologia per rinnovare impianti di lavorazione, stoccaggio e confezionamento dell’olio extravergine, con l’obiettivo di migliorare non solo la qualità del prodotto, ma anche la sostenibilità ambientale dei processi”. Il bando, che utilizza parte dei fondi del Pnrr destinati alla Lombardia dal governo, sarà aperto all’invio delle domande entro il 15 gennaio 2024. Sosterrà interventi con un minimo di spesa di 10.000 euro e massimo di 200.000 euro, con l’80% di cofinanziamento regionale per i giovani agricoltori, il 10% per le grandi imprese e il 65% per le altre imprese. I frantoi lombardi presenti nell’areale Dop sono circa 35.

In Lombardia gli uliveti coprono circa 1.350 ettari di superficie, con quasi 1.700 aziende attive nelle province di Bergamo, Brescia, Mantova, Sondrio, Como, Lecco e Varese. La produzione media di olio d’oliva nell’ultimo triennio è stata di 702 tonnellate, con forti oscillazioni dovute soprattutto a fenomeni legati alle condizioni metereologiche. Importante anche la coltivazione biologica, che occupa circa 227 ettari. La Dop Garda è suddivisa nelle due menzioni geografiche “Bresciano” e “Orientale”, mentre la Dop Laghi Lombardia comprende a sua volta le due sottozone “Sebino” e “Lario”. “La Lombardia – prosegue Beduschi – vuole valorizzare anche filiere, come quella dell’olio, solitamente non accostate all’immagine della nostra agricoltura. Comparto che, tuttavia, vanta una tradizione secolare grazie ai microclimi unici dei nostri laghi”. “Questi interventi – conclude – serviranno a dare ulteriore spinta al settore per esprimere un grandissimo potenziale, tutto vocato alla qualità”.

Burger King inaugura nuovo ristorante a Milano, il quarto da inizio anno

Burger King inaugura nuovo ristorante a Milano, il quarto da inizio annoMilano, 30 ott. (askanews) – Nuova apertura a Milano per la catena di fast food Burger King: si tratta dell’83esimo locale in proprietà diretta, inaugurato nella zona di Viale Abruzzi. Il ristorante impiega 23 dipendenti e si sviluppa su una superficie di 277 metri quadrati, con 42 posti a sedere.

Scelto da oltre 20 milioni di italiani, Burger King, spiega una nota, “conferma così la sua costante crescita nel capoluogo lombardo, oltre che su tutto il territorio italiano dove è presente con 256 ristoranti”. Con l’apertura di viale Abruzzi diventano quattro i ristoranti Burger King inaugurati nel capoluogo lombardo in meno di un anno, dopo quelli di Piazzale Zavattari, via Giambellino e via Pacini”.

Partecipate Pubbliche, al Nord le più performanti e efficienti

Partecipate Pubbliche, al Nord le più performanti e efficientiMilano, 20 ott. (askanews) – “Le società partecipate dagli enti locali del Nord sono più performanti di quelle del Centro e del Sud; ma i risultati migliori, spesso, sono collegati ad un maggior finanziamento da parte degli enti proprietari e a pagamenti più puntuali. Le ridotte performance delle società partecipate del Sud sono connesse, di contro, a finanziamenti di minor entità da parte della PA proprietaria rispetto alle società del Nord Italia. Questo vuol dire meno servizi e di minore qualità per cittadini e imprese e ampliare il divario di competitività territoriale”.

E’ quanto ha sottolineato Melina Nappi, membro del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche e partner di Iniziativa, nel presentare il nuovo studio condotto dall’Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche sulla performance delle società partecipate dalla PA. Lo studio analizza le capacità delle società di generare ricchezza sul territorio nel quale si trovano, l’impatto sugli equilibri economico finanziari degli Enti che le controllano e la connessione tra la performance e i finanziamenti che ricevono dallo Stato.

“La Corte dei Conti, nella sua Relazione, offre un primo spaccato dei dati di bilancio del 2021, fornendo informazioni utili a comprendere la performance economico-finanziaria delle società partecipate. Su 13 miliardi di euro di oneri per i contratti di servizio erogati dagli enti partecipanti agli organismi partecipati dagli enti territoriali oltre il 40% è destinato ad organismi del Nord Italia, circa il 27% al Centro e il 31% al Sud-Isole comprese. Dall’analisi delle partite finanziarie emerge che gran parte dei debiti verso gli enti partecipanti è contratta dalle partecipate del Nord (44%), seguite dalle partecipate del Centro (33%) e dalle partecipate del Sud-Isole comprese (23%) a riprova del maggior tasso di finanziamento alle proprie società degli enti del nord come confermano anche gli ultimi di dati utili della Corte dei conti (Relazione 2021- banca dati Dipartimento del Tesoro-Ministero Economia e Finanze) – prosegue Nappi – Dallo studio emerge che le società del nord hanno in media un indice di redditività più elevato rispetto alle società del centro ed alle società del sud, le quali sono in coda per indice medio di redditività, anche perché ricevono finanziamenti inferiori in valore assoluto dall’ente pubblico proprietario (Stato, regioni, provincia). Le nostre analisi hanno la finalità di individuare i modelli in grado di realizzare le migliori performance economico-finanziarie da poter replicare sull’intero territorio nazionale”. L’Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche – che si occupa di ricerche, studi ed analisi dei modelli organizzativi e delle performance della società a partecipazione pubblica; e analizza i dati economico-finanziari di bilancio delle società a partecipazione pubblica, anche in relazione al loro territorio di appartenenza – dispone di un ampio database delle società a partecipazione pubblica ed incrociando i dati che provengono anche da altre fonti, è in grado di effettuare delle analisi accurate sulle performance delle società. In particolare, l’analisi contenuta nella relazione di luglio 2023, contiene un primo spaccato dei dati di bilancio 2021, analisi effettuata suddividendo le società partecipate per fasce geografiche e per dimensione.

Le altre fonti da cui l’Osservatorio ha attinto i dati sono: Istat ed Aida-Bureau van Dijk. I dati relativi al numero di società partecipate ed al numero di addetti sono elaborati periodicamente dall’Istat in un report. L’analisi è stata realizzata su un campione, estratto dal più ampio database delle società partecipate pubbliche dell’Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche, pari a 747 imprese con un numero di addetti pari a 168.302.

Il campione è stato suddiviso per regione e per cluster geografico (Nord, Centro, Sud – Isole) ed è stratificato con, Nord, 356 imprese e 77.197 addetti, Centro, 180 imprese e 48.159 addetti e, Sud e Isole, 211 aziende con 42.946 addetti. “Nel realizzare lo studio – spiega Nappi – le società partecipate sono state suddivise in tre cluster dimensionali: piccole, medie e grandi imprese. Per ogni cluster settoriale e dimensionale sono stati analizzati, in media, il valore della produzione, dell’ebitda, dell’ ebitda margin e del rendimento dei dipendenti. L’analisi evidenzia che per le grandi società, il valore medio della produzione più alto è quello del cluster Nord, le quali hanno anche il valore medio più elevato di ebitda ed ebitda margin”. “Per le medie società, il valore medio della produzione più alto è quello del cluster Nord, le quali hanno anche il valore medio più elevato di ebitda, mentre il valore medio più elevato di ebitda margin è quello del cluster Centro – prosegue Nappi – Per le piccole società, il valore medio della produzione più alto è quello del cluster Centro, le quali hanno anche il valore medio più elevato di ebitda, mentre il valore medio più elevato di ebitda margin è quello del cluster Nord. Infine, sono state esaminate il numero delle società partecipate pubbliche razionalizzate negli anni 2017-2020 e si evince una riduzione complessiva di circa il -11%, con le riduzioni più elevate avute nel cluster Centro -13,21% seguito dal cluster Sud – Isole -11,18% e dal cluster Nord con -9,78%”. “I dati – conclude l’esponente del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche – confermano ancora una volta i sensibili divari territoriali che derivano da una spesa pubblica allargata, cioè quella connessa anche alle società partecipate, non omogenea su scala regionale con 4 delle 5 regioni del Mezzogiorno agli ultimi posti della classifica della spesa pro-capite con un divario medio di oltre il 100% tra la prima regione, la Valle d’Aosta, e l’ultima, la Campania come risulta dai dati dell’Agenzia per la Coesione”. (nella foto: Melina Nappi, membro del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche e partner di Iniziativa)

Sfida tra riparatori per dare nuova vita a oggetti non funzionanti

Sfida tra riparatori per dare nuova vita a oggetti non funzionantiMilano, 17 ott. (askanews) – Una sfida tra animatori di diversi Repair Cafè per riparare gli oggetti elettrici ed elettronici non più funzionanti: è il “Repair Day Contest”, iniziativa, alla sua seconda edizione, organizzata da Edizioni Green Planner, casa editrice che pubblica l’omonima testata giornalistica ambientale. Domenica 22 ottobre, dalle 10 alle 15,30, a Milano, presso il GreenParlor – via privata della Braida 5 a Milano (M3 Porta Romana) – i riparatori italiani si affronteranno a colpi di inventiva, conoscenza tecnica e di tenacia per dare nuova vita agli oggetti che pubblico e partecipati porterà per alimentare la sfida.

L’evento, organizzato in occasione della Giornata Internazionale della Riparazione (che quest’anno si festeggia il 21 ottobre), sarà un contest molto particolare. Le squadre composte da riparatori, più o meno esperti concorreranno a riparare più dispositivi possibili nell’arco di 150 minuti, ma nel più puro spirito della riparazione comunitaria lavoreranno in modo collaborativo, sbirciando quello che fanno i vicini, commentando, scambiandosi attrezzi, suggerimenti e pezzi di ricambio. Non saranno quindi premiate solo l’efficacia e l’efficienza nella riparazione, ma anche la creatività, l’eleganza e la caparbietà. Nel pomeriggio del 22 ottobre si svolgerà poi una sessione di tutorial riparazione con consigli su cosa fare e cosa non fare dinanzi ad oggetti elettrici e elettronici non più funzionanti. Obiettivo della manifestazione è quindi quello di promuovere e di condividere il significato della riparazione come base per un’economia circolare attenta allo spreco di risorse così che, la prossima volta che qualcosa si rompe, il riflesso non sia più quello di buttarlo via o di abbandonarlo in un ripostiglio, ma di provare ad aggiustarlo.

“GP, sponsor dell’iniziativa, è una azienda che pone la sostenibilità al centro, anche quando si tratta di prodotti non proprio sostenibili come quelli del settore dell’energia portatile in cui operiamo – commenta Francesca Callegari, Go to market Manager di GP, l’azienda sponsor dell’iniziativa – Ci impegniamo quotidianamente per la circolarità e per ridurre gli sprechi, sia di energia che di materie prime. Questa è un’ottima occasione per far comprendere che la riduzione degli sprechi significa anche riparare e riusare: siamo molto felici di essere ospiti in questa manifestazione che sposa appieno i nostri valori”. La manifestazione è aperta a chiunque abbia un oggetto da riparare, da consegnare però nei giorni a passare nei giorni precedenti il 22 ottobre al GreenParlor – via privata della Braida 5 a Milano (M3 Porta Romana) – per affidarlo alla redazione di GreenPlanner che lo metterà tra i prodotti per la gara. Gli oggetti che verranno riparati potranno essere riportati a casa lasciando una donazione a partire da 5 euro che verrà devoluta alle associazioni con le quali Edizioni Green Planner collabora. (nella foto: un momento della prima edizione di “Repair Day Contest”)