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Lombardia, imprenditori prevedono fatturato 2024 stabile

Lombardia, imprenditori prevedono fatturato 2024 stabileMilano, 7 mag. (askanews) – Per il 2024 gli imprenditori lombardi prevedono fatturato stabile. Pesano in negativo i costi, dalle materie prime al personale, mentre giocano in senso favorevole tecnologia, competenze delle risorse, competitività del prodotto, liquidità e domanda interna e internazionale, grazie al lavoro degli scorsi anni fatto su investimenti e stabilità finanziaria. È quanto emerge dalla ricerca presentata da Raffaele Zingone, condirettore generale e chief commercial officer di Banca Ifis, durante l’evento Innovation Days organizzato da Il Sole 24 Ore.


In base alla ricerca la Lombardia si conferma locomotiva dell’economia italiana rappresentando il 17% delle imprese italiane che produce il 30% dei ricavi e il 23% del Pil nazionale. Tra gli imprenditori lombardi prevale la previsione di uno scenario macro-economico 2024 meno favorevole rispetto al 2023 (30% vs 19% più favorevole e 51% che indica invarianza). Rispetto al resto del Paese incide maggiormente l’instabilità internazionale. Chimica e farmaceutica, Automotive e Agroalimentare sono i 3 settori che traineranno l’economia lombarda. Quasi la metà delle Pmi lombarde è esportatrice: dal mercato estero deriva il 41% del fatturato, quasi equamente ripartito tra Ue ed extra-Ue. Malgrado il complesso scenario macroeconomico e i tassi ancora elevati, gli imprenditori lombardi continuano ad investire, soprattutto in innovazione di prodotto, digitalizzazione e sostenibilità ambientale: una Pmi su 5 prevede di aumentare gli investimenti, sia quest’anno che l’anno prossimo, e altre 3 li manterranno costanti.


“Questi numeri – ha osservato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala – derivano da un lungo percorso, non è che si nasce innovativi, ma è il frutto di un metodo, del nostro sistema valoriale basato sulla consapevolezza che ‘non sai tutto tu’, che ha sempre dato a Milano qualcosa nella storia ed è quello in cui noi crediamo, prendendoci anche la fatica dell’essere aperti e volere sempre progredire”. Per il primo cittadino “c’è il rischio di sedersi sui risultati, oggi un errore decisivo lo paghi rapidamente, per questo occorre che non perdiamo mai lo spirito e la voglia di collaborare” ha aggiunto. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha sottolineato il ruolo delle università nei confronti delle quali “siamo al fianco, sia con il sostegno ai vari campus che si stanno organizzando a Milano e nel resto della Lombardia, sia sostenendo l’aggiornamento tecnologico”. In generale “stiamo collaborando in modo coordinato con tutte le diverse associazioni” e il Pil della Lombardia è più alto di quello di tutte le grandi regioni trainanti d’Europa, ma “non dobbiamo sederci sugli allori”.

Cuchel: abbiamo chiesto la riapertura termini per rottamazione quater

Cuchel: abbiamo chiesto la riapertura termini per rottamazione quaterMilano, 29 apr. (askanews) – “Abbiamo chiesto al governo la riapertura dei termini della rottamazione quater perché persistono situazioni di contribuenti impossibilitati a mettersi in regola con il fisco. E’ interesse della collettività dare questa opportunità per consentire alle tantissime imprese virtuose, che hanno subito il contraccolpo economico post pandemico e quello legato alle crisi belliche internazionali, di poter riprendere a pieno la loro attività”. Lo ha dichiarato Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti, nel corso del Cnpr forum speciale su “Fisco e Previdenza. Il futuro dipende da ciò che facciamo nel presente”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.


“Analizzando lo stato attuale della riforma fiscale – ha aggiunto Cuchel – abbiamo fatto notare che ad oggi siamo ancora in attesa di 50 decreti e provvedimenti di secondo livello per renderla pienamente attuabile. Ci aspettavamo più coraggio da parte del governo affinché questa riforma rilanciasse l’economia del Paese, rendesse il sistema fiscale più semplice ed equo riequilibrando il rapporto fisco-contribuente”. Lucia Albano, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, dal canto suo, ha evidenziato che “attraverso la riforma fiscale stiamo attuando un cambio di passo, soprattutto culturale, nel rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuente che sta andando verso un giusto equilibrio. Non più ‘sovrano-suddito’ bensì ‘cittadino – Stato’. Questo sta consentendo di ottenere risultati importanti. Nel mese di febbraio abbiamo registrato un aumento di 4,6 mld di entrate perché, se lo Stato è equo e giusto, è possibile sostenerlo con il pagamento delle tasse”.


Critico Emiliano Fenu, capogruppo del M5s in Commissione Finanze a Montecitorio: “Il percorso della delega fiscale che sta andando avanti con i decreti legislativi presenta diverse ombre – ha detto – Quella più cupa è che non si riesce ancora a rendere la disciplina fiscale semplice per contribuenti e operatori. Pensiamo alla revisione del sistema sanzionatorio che si presenta come un continuo richiamo di norme di difficile comprensione”. Massimiliano Tasini, docente di diritto penale dell’economia dell’Università di Padova, ha parlato di “una fase delicata perché cambieranno le sanzioni tributarie e quelle penali. Ci sarà un effetto immediato Ci sono comunque sanzioni sproporzionate e questo aprirà uno contenzioso che non sarà semplice da gestire”. Sugli investimenti delle Casse di previdenza e sul futuro delle professioni è intervenuta Daniela Dondi, esponenti di Fratelli d’Italia, segretario della Commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali: “Le Casse pensionistiche professionali dovranno affrontare diversi ostacoli nel futuro. Primo tra tutti il calo demografico dei professionisti che negli anni avrà un impatto sempre più pesante. Va verificato quali potranno essere le riforme utili a superare questa criticità. I regolamenti degli istituti dovranno essere rivisti nell’ottica della sostenibilità a 50 anni inserendo modalità di investimento che garantiscano trasparenza e serenità non solo del sistema previdenziale ma anche del welfare per tutti i professionisti”.


Anche Virginio Merola, del Pd e segretario della Commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali, ha sostenuto che il problema principale per gli enti previdenziali è caratterizzato dal calo demografico. Poi ci sono l’accesso dei giovani alla professione e il ‘lavoro povero’ che avvelena la categoria. E’ necessario rivedere il welfare dei professionisti, assicurando alle donne la possibilità di continuare a lavorare in caso di maternità o malattia. Poi, c’è il tema del rendimento”. Guido Rosignoli, vice presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, ha rimarcato le richieste degli enti previdenziali privatizzati: “Rinnoviamo a governo e parlamento l’invito a ridurre la tassazione sugli investimenti, così come era stato promesso, dal 26 al 20%. Sei punti importanti per migliorare la liquidità degli enti. Grazie agli investimenti possiamo gestire il patrimonio necessario a mantenere il giusto equilibrio nel tempo. In futuro avremo difficoltà di natura finanziaria legata al fatto che le uscite dall’attività professionale saranno superiori alle iscrizioni. Un calo demografico al quale è possibile far fronte solo con il supporto del patrimonio”.


Claudio Sicilioti, ex presidente del Cndcec, è intervenuto sulla riforma fiscale: “Sono convinto che i commercialisti debbano essere protagonisti di un’ampia discussione. Si dovrebbe partire dai grandi princìpi: l’equità orizzontale e verticale con l’incidenza della progressività delle aliquote. Troppo spesso questi argomenti sono trascurati per parlare solo di aspetti realizzativi e organizzativi”. Per Maria Vittoria Tonelli, presidente di Anc Pesaro e CdA della Cnpr, “da Pesaro i commercialisti hanno lanciato un messaggio al governo per chiedere di accelerare il percorso di riequilibrio del rapporto ‘fisco-contribuenti’, assicurando chiarezza e stabilità delle norme per consentire alle imprese italiane la possibilità di programmare il futuro”. Miriam Dieghi, vice presidente nazionale di Anc, ha sottolineato che c’è “il rischio di creare un corto circuito che prelude ad un futuro drammatico causato dalle macerie sociali post Covid, da conflitti bellici, crisi economica e climatica che stanno incrementando le immigrazioni. Occorre affrontare e approfondire le tematiche con spirito critico individuando le soluzioni da adottare”. Andrea Bongi, coordinatore dei lavori al forum di Anc, ha ribadito “la richiesta di riaprire i termini della ‘rottamazione’ dei carichi iscritti a ruolo perché molti contribuenti non sono riusciti a fare fronte a una serie di impegni che si sono accumulati in occasione dell’emergenza sanitaria e il riequilibrio del rapporto tra contribuente e amministrazione finanziaria che, ad oggi, risulta ancora troppo sbilanciato in favore ddel Fisco”. Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili, si è infine soffermato sulle attestazioni che il professionista deve rilasciare, come prospettiva di lavoro in ambiti che spesso sono trascurati: “meritano un adeguato approfondimento le attestazioni sul credito cinematografico, in materia di lavoro e di codice della crisi d’impresa. Poi, occorre una riflessione sul regime di responsabilità dei professionisti nei collegi sindacali e negli incarichi di revisione perché deve essere rivisto al più presto. Non è possibile che il ‘collegio’ condivida la responsabilità integrale che hanno gli amministratori, è necessario che la responsabilità sia commisurata all’attività svolta e al compenso”.

Cnpr: bilancio 2023 con utile lordo a 161,7 milioni di euro

Cnpr: bilancio 2023 con utile lordo a 161,7 milioni di euroMilano, 23 apr. (askanews) – Chiude con un utile al lordo di accantonamenti e rettifiche di valore pari a 161,7 milioni di euro e un utile netto di 83,9 milioni il bilancio 2023 della Cnpr, la Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca. Il bilancio di esercizio è stato approvato oggi dall’assemblea dei delegati che si è svolta a Bologna.


Il risultato a consuntivo, rispetto al preventivo assestato di novembre 2023, è influenzato positivamente dai risultati conseguiti dalle gestioni patrimoniali che nel corso dell’ultimo trimestre hanno conseguito un notevole apprezzamento di valore per effetto della crescita dei mercati azionari. Ciò è stato fortemente influenzato dalle aspettative sulla riduzione dei tassi d’interesse. Inoltre, la crescita dei redditi e dei volumi d’affari degli iscritti per l’anno 2022 ha permesso di accertare a consuntivo una maggiore contribuzione complessiva di 8 milioni di cui 3,9 milioni ascrivibili a una maggiore soggettiva e 4,1 milioni ad una maggiore contribuzione integrativa. Altro contributo positivo deriva dalla rivalutazione di alcune immobilizzazioni finanziarie e dei valori mobiliari iscritti nell’attivo circolante per circa 55,5, milioni, mentre l’andamento in ripresa dei mercati finanziari nell’ultimo trimestre 2023, ha comportato una svalutazione dei titoli iscritti nell’attivo circolante di 46,5 milioni in forte contrazione rispetto alla svalutazione iscritta nel 2022 che stimava la rettifica di valore delle gestioni patrimoniali per le minusvalenze in formazione in 92,5 milioni di euro. Altro elemento che ha inciso positivamente sul risultato è stato il decremento della svalutazione dei crediti verso iscritti accertato per euro 23,0 milioni con una riduzione di 7,7 milioni rispetto al budget, dovuto al minor accertamento delle sanzioni e degli interessi per mancato pagamento accertate a consuntivo. La svalutazione appostata include il residuo dei crediti contributivi del 2011. Il fondo svalutazione crediti verso iscritti alla fine dell’esercizio è pari a 238,6 milioni: il valore dei crediti verso iscritti per contributi al netto del fondo ammonta a 395,8 milioni di euro.


L’andamento dei mercati mobiliari nell’ultimo trimestre del 2023 ha rilevato una ridotta volatilità facendo registrare un sensibile incremento del valore di mercato degli investimenti mobiliari gestiti mediante i mandati di Gestione Patrimoniale Mobiliare che ha conseguito un rendimento finanziario di 10,55% del benchmark a fronte del -13,15% dell’anno 2022. Il portafoglio delle GPM ha realizzato un rendimento del 9,8% con una sottoperformance rispetto al benchmark dello 0,75%. Il patrimonio mobiliare complessivo dell’ente ha conseguito un rendimento finanziario positivo del 5,98% grazie anche al contributo positivo degli investimenti in fondi alternativi e agli investimenti diretti. La componente immobiliare in gestione diretta ha conseguito un rendimento lordo del 4,9% in crescita del 1,1% rispetto al preventivo assestato. Le poste che portano alla rilevazione del risultato lordo di 161,7 milioni, sono ascrivibili alle rettifiche di valore dei crediti verso iscritti e conduttori di immobili che assommano a 23,2 milioni di euro circa (in decremento rispetto al 2022 di circa 27,1 milioni, per effetto dell’accertamento delle minori sanzioni determinate in base al nuovo regolamento e del minor volume dei crediti residui riferiti al 2011), alla svalutazione delle immobilizzazioni finanziarie e dei titoli dell’attivo circolante per 54,6 milioni a fronte della perdita di valore ritenute durevoli e dall’accantonamento del fondo oscillazione titoli del circolante per le minusvalenze implicite. Gli iscritti al fondo tra attivi e pensionati attivi sono 26.875 (27.289 a fine 2022), a fronte della stima di 27.860 con i quali si sono stimate le entrate contributive del 2023 nel bilancio di previsione. Il minor numero di iscritti consuntivati, non ha però comportato un minor accertamento a consuntivo della contribuzione che rileva a fine 2023 per 326,1 milioni a fronte dei 365,4 milioni dell’esercizio 2022, anno quest’ultimo influenzato della maggiore contribuzione eccedente relativa ad anni pregressi a seguito dell’acquisizione delle comunicazioni reddituali presentate dagli iscritti aderenti al provvedimento straordinario di incentivazione alla regolarità contributiva e ai maggiori interessi di dilazione per il pagamento della contribuzione a fronte dell’incremento del tasso legale.


Le pensioni erogate tra dirette e indirette rilevano 11.423 prestazioni (10.928 nel 2022, si incrementano di 495 prestazioni tra dirette, e indirette pari al 4,53% in più) a fronte di una stima previsionale di 11.354: il rapporto iscritti pensionati è pari a 2 contro il 2,15 del 2022. L’incremento è fortemente influenzato dalle 255 pensioni di vecchiaia dirette erogate nel 2023, nonché dalle 227 pensioni in cumulo (192 pensioni di vecchiaia e 35 pensioni anticipate). L’incremento delle prestazioni (+1,06% rispetto alla previsione assestata), ha condotto la spesa previdenziale ad attestarsi a 261,1 milioni a fronte di una previsione assestata di 258,4. L’accertamento delle entrate per contributi è pari a 326,1 milioni (incluse le sanzioni e gli interessi per ritardato pagamento) a fronte di una previsione assestata di 320,6 milioni. Il patrimonio investito è di 2.394,0 milioni di euro a fronte di una valutazione a mercato di 2.466,7 milioni di euro. Il rendimento finanziario delle gestioni patrimoniali mobiliari si è attestato al +9,8%, registrando un risultato inferiore rispetto all’asset allocation strategica che ha chiuso il 2023 al 10,55%. Dal conferimento dei mandati ai gestori selezionati mediante gara europea il rendimento dal 25/06/2015 al 31/12/2023 è pari a +32,87% contro il rendimento del benchmark dell’AAS che registra da inizio mandato un +36,54% (i dati sono riferiti ai mandati delle quattro case di gestione che hanno visto confermato il mandato nell’ambito della gara europea aggiudicata lo scorso 21 aprile 2022). Il nuovo gestore aggiudicatario ha conseguito un rendimento da inizio mandato al 31/12/2023 (un anno e sei mesi) positivo del 7,93% a fronte di un rendimento dell’AAS nel medesimo periodo di +9,57%.


Nel 2023 l’andamento dei mercati finanziari è stato contraddistinto dal recupero dei mercati che hanno ripristinato la correlazione positiva tra azionario e obbligazionario, con un moderato recupero nei primi nove mesi del 2023 ed una forte accelerazione del recupero nell’ultimo trimestre nonostante gli eventi geopolitici. Malgrado il complesso e controverso scenario geopolitico mondiale che influenze gli andamenti dei mercati il rendimento degli investimenti è positivo: dal 1° gennaio al 12 aprile 2024 il portafoglio investito mediante le gestioni patrimoniali ha conseguito un rendimento pari al 3,56% a fronte di un rendimento dell’AAS del 3,05%. (nella foto: Luigi Pagliuca, presidente Cnpr, Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili)

Metro 5 Milano: 42 mln passeggeri nel 2023 (+16%), utile a 12,2 mln

Metro 5 Milano: 42 mln passeggeri nel 2023 (+16%), utile a 12,2 mlnMilano, 18 apr. (askanews) – L’assemblea di Metro 5 (Alstom Ferroviaria, Atm, Ferrovie dello Stato Italiane, Hitachi Rail STS e Partecipazioni Italia) ha approvato il bilancio relativo all’esercizio 2023 che riporta un utile di 12,2 milioni (12,9 mln nel 2022) a fronte di ricavi per 93,2 milioni (da 83,9 mln). L’ebitda sale a 59,9 milioni (da 56,2 mln). L’assemblea ha approvato la distribuzione di un dividendo pari a 18,76 euro per azione.


Nel corso del 2023, Metro 5 ha raggiunto un afflusso di 42 milioni di passeggeri, con un incremento del 16% rispetto l’anno precedente. La chiusura del primo trimestre dell’anno in corso conferma il trend positivo con la previsione di raggiungere i 44 milioni di passeggeri per il 2024. “I risultati parlano da soli e guideranno l’azione futura sempre volta al costante miglioramento, continueremo a lavorare per la città di Milano e per i nostri azionisti con passione e dedizione”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Metro 5, Serafino Lo Piano.

Inaugurata 62esima edizione Salone del Mobile con Urso e Santanchè

Inaugurata 62esima edizione Salone del Mobile con Urso e SantanchèMilano, 16 apr. (askanews) – È stata inaugurata la 62esima edizione del Salone del Mobile di Milano. Al taglio del nastro con la presidente Maria Porro e il numero uno di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, il ministro delle Imprese, Adolfo Urso e il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, oltre al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Per festeggiare i 25 anni del Salone satellite all’apertura anche Marva Griffin con una rappresentanza di giovani designer, uno per ogni Paese partecipante. Presenti anche i vertici di Fiera Milano, con l’ad Francesco Conci, e di Fondazione Fiera Milano, con Enrico Pazzali.


Questa edizione nei suoi 174.457 metri quadrati monoplanari, ospita oltre 1.950 espositori da 35 Paesi, 185 brand tra debutti e ritorni. Un focus tra i padiglioni di Rho con le due biennali dedicate alla cucina e un biglietto speciale per gli studenti a 15 euro. All’apertura ai tornelli centinaia di persone in coda per visitare i padiglioni di questa che da molte parti considerano una edizione record.

G7 Trasporti, ambasciatore Usa premia le idee degli studenti ITS lombardi

G7 Trasporti, ambasciatore Usa premia le idee degli studenti ITS lombardiMilano, 12 apr. (askanews) – L’ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia, Jack Markell, ha premiato i progetti vincitori dell’hackathon “Smart mobility and infrastructures: l’innovazione al servizio della comunità”, promosso da Fondazione Triulza in occasione del G7 Trasporti a Milano e che ha coinvolto 90 studenti di quattro ITS lombardi. Alla cerimonia di premiazione hanno partecipato anche Felice Romeo, Consigliere di Fondazione Triulza, Tiziano Durante, Data Center Lead Italian Region Microsoft Italia, e Valeria Baroni, Institutional and International Relations Arexpo SpA. A valutare gli elaborati una giuria formata da rappresentanti di Fondazione Triulza, Microsoft, CIMA-Valore Italia, Arexpo, tutti gli ITS coinvolti e la Consigliera delegata infrastrutture e Metrotranvie della Città Metropolitana di Milano Daniela Caputo.


L’hackathon – che si è svolto giovedì 11 aprile a Mind-Milano Innovation District durante la ministeriale G7 dedicata ai trasporti – rientra nelle iniziative portate avanti del Social Innovation Campus, percorso di community engagement di Fondazione Triulza, che da cinque anni coinvolge le nuove generazioni in attività di co-progettazione per ideare proposte per le città del futuro, dal punto di vista dell’innovazione e dell’impatto sociale, di cui Mind è un laboratorio unico. In questo contesto, in vista della riunione del G7 milanese, Fondazione Triulza ha chiesto a 90 studenti di quattro ITS lombardi – scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma – di creare servizi e soluzioni per aree urbane poco collegate, utilizzando l’intelligenza artificiale e il cloud computing. L’iniziativa è stata promossa con il supporto di Microsoft e in collaborazione con CIMA, il primo Campus di ITS della Lombardia con sede a Mind e coordinato da Valore Italia. Oltre a mettersi in gioco con le proprie capacità tecniche e creative, gli studenti hanno dovuto affrontare una seconda sfida: co-progettare in team tra studenti di quattro ITS con specialità molto diverse tra loro: ITS Meccatronica Lombardia; ITS Move Academy – logistica, mobilità, supply chain; ITS Angelo Rizzoli – comunicazione, ICT, industria 4.0, e ITS Tech Talent Factory – sviluppo applicativo. Sono stati 10 i progetti elaborati da altrettanti team interdisciplinari che hanno fatto delle proposte concrete per migliorare le infrastrutture e la mobilità in termini di sicurezza, inclusività, sharing mobility, monitoraggio del traffico, con focus sui centri abitati di minori dimensioni e meno collegati.


Il progetto primo classificato e premiato con 500 euro è stato CloudLamp, un insieme di servizi di monitoraggio e implementazione di sensori intelligenti per garantire sicurezza e risparmio attraverso dispositivi di videosorveglianza e illuminazione. Il progetto secondo classificato e premiato con 200 euro è stato TAKE ME. Mobilità inclusiva, un servizio di trasporto on demand in aree rurali per persone in situazione di fragilità. (Nella foto: i ragazzi dei progetti vincitori con – al centro – l’ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia, Jack Markell; alla destra dell’ambasciatore Felice Romeo, consigliere di Fondazione Triulza; alla sinistra dell’ambasciatore Tiziano Durante, Data Center Lead Italian Region Microsoft Italia)

Vino, A.Fontana: in Lombardia bene crescita produzione e export

Vino, A.Fontana: in Lombardia bene crescita produzione e exportMilano, 10 apr. (askanews) – “Crediamo profondamente e fondatamente nello sviluppo di questo settore e devo dire che, se a livello nazionale i dati sono un po’ negativi, a livello regionale lo scorso anno abbiamo invece qualche segnale positivo: aumentano la produzione e le esportazioni, anche in Paesi come la Francia” che è un segnale di attenzione alla qualità. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, durante un evento organizzato da Confcooperative.


“Il punto è positivo per il comparto lombardo, un pochino meno per il comparto nazionale, ma sono numeri molto buoni. Per il comparto lombardo c’è un aumento sia della produzione sia delle esportazioni, credo che si debba sostenere in tutti modi questo comparto sempre più importante nell’ambito agricolo e che sta dimostrando di poter competere con i migliori prodotti al mondo, anzi ormai è fra le eccellenze mondiali che vengono guardate e apprezzate ovunque quindi avanti così, sosteniamoli, e combattiamo al fianco dei nostri agricoltori” ha ribadito.

Fiera Milano: piano di crescita al 2027 che punta a M&A anche all’estero

Fiera Milano: piano di crescita al 2027 che punta a M&A anche all’estero

Milano, 8 apr. (askanews) – Nel futuro di Fiera Milano c’è un piano di espansione che si muove lungo due direttrici: una crescita organica attraverso un rafforzamento del portafoglio fiere e dei servizi fisici e digitali e l’ingresso nel business dell’intrattenimento, e una crescita per linee esterne, con l’ambizione di realizzare acquisizioni non solo in Italia ma anche all’estero. “L’ambizione che oggi dichiariamo nel nostro piano è quella di scalare e diventare uno dei primi cinque operatori europei” (dal nono posto attuale), ha affermato l’amministratore delegato, Francesco Conci, aprendo la presentazione del piano strategico 2024-2027 nel piccolo teatro Gerolamo, in Piazza Beccaria a Milano, che ha visto la presenza (in platea) del presidente Carlo Bonomi. Fil rouge di questo piano di crescita la sostenibilità integrata del business come leva di sviluppo e vantaggio competitivo a livello internazionale.


In termini economici al 2027 sono previsti ricavi in una forchetta compresa tra i 355 e i 375 milioni di euro dai 283,3 del 2023, con un Ebitda stimato tra 120 e 130 milioni di euro (dai 97 del 2023). “A partire dal 2025 intendiamo posizionarci stabilmente sopra i 300 milioni di ricavi – ha spiegato il cfo, Massimo De Tullio – Tra i 284 milioni del 2023 e la forbice attesa dei 355-375 del 2027 il cagr atteso è del 7%, una crescita decisamente superiore a quello dell’industry fieristica italiana atteso nel 2019-25 dell’ordine del 2%”. Il piano di espansione prevede, nel dettaglio, un rafforzamento del portafoglio delle manifestazioni, con tre nuove fiere entro il 2027 di cui una di prossima realizzazione nel settore delle tecnologie e delle soluzioni per la decarbonizzazione dei processi industriali e le altre “nei settori healthy, longevità, intelligenza artificiale, tutti temi che vedono l’uomo al centro”. Ma anche anche l’attrazione di due fiere internazionali itineranti a Milano, importanti “per l’indotto e per i volumi che spostano”. Accanto a questo è previsto lo sviluppo del business dell’intrattenimento con l’obiettivo di avviare almeno 15 eventi all’aperto ogni anno e circa 30 eventi indoor nel 2027, portando il comparto a pesare un 1% a fine piano sul fatturato complessivo. In parallelo Fiera Milano punta a diventare un fornitore di servizi integrato con una offerta sia sul fisico che sul digitale che a fine piano porterà il comparto a pesare il 29% sul totale fatturato (dal 28 del 2023, con un cagr del 6,8%).


La crescita del fatturato inserita nel piano (in valore assoluto tra i 71 e i 91 milioni di euro rispetto allo scorso anno), ha spiegato il cfo, “è prevalentemente organica mentre la componente inorganica all’interno della crescita del fatturato vale circa il 15-16% ed è legata all’operazione di m&a che è in pipeline”. L’operazione per cui c’è “una lettera di intenti e attività di due diligence in corso” riguarda una società di servizi di allestimento non solo nel settore fieristico e dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno. Ma questa è solo la prima operazione. Nell’arco di piano è, infatti, prevista una solida generazione di cassa, con una disponibilità finanziaria complessiva prevista tra i 151 e i 171 milioni di euro nell’arco di piano. Di questi, almeno 40 milioni di euro andranno agli azionisti in dividendi (10 milioni l’anno a partire già da questo), mentre la rimanente liquidità, quantificata tra i 111 e i 131 milioni di euro sarà indirizzata a sostenere la crescita aziendale per linee esterne. “E’ già iniziata un’attività di scouting importante – ha detto De Tullio – Le operazioni di M&A sono importanti perchè sono quelle che ci garantiranno non solo un cambio di scala ulteriore rispetto a quello che consentirà la crescita organica ma anche di mettere in moto un meccanismo esponenziale. Stiamo guardando a organizzatori di eventi leader che possano essere in Italia o all’estero e soprattutto guardiamo all’acquisizione di quote di controllo. Non vogliamo organizzatori con un portafoglio statico mentre le aree geografiche a cui siamo interessati saranno quelle maggiormente importanti per il settore fieristico, quindi Europa e Usa e quelle a più alto potenziale di crescita, in particolare Golfo e Arabia Saudita”. A tal proposito l’azienda ha precisato che non è escluso un “ulteriore riscorso a indebitamento per finanziare potenziali acquisizioni strategiche”. Nell’arco di piano, inoltre, sono pianificati investimenti complessivi per 88 milioni di euro, dei quali 35 milioni di euro saranno sostenuti dalla Fondazione Fiera Milano per lo sviluppo di opere infrastrutturali.

Cnpr Forum: incentivi alle imprese per rilanciare l’occupazione

Cnpr Forum: incentivi alle imprese per rilanciare l’occupazioneMilano, 8 apr. (askanews) – “Questo governo finora ha dimostrato di essere poco lungimirante, con manovre conservative senza investimenti che hanno inevitabilmente messo in difficoltà il settore dell’industria. Pensiamo alla legge delega sugli incentivi, che tutto prevedeva tranne la possibilità di detrazioni per le imprese e la possibilità di utilizzare il credito d’imposta”. Sono le parole di Luigi Nave, senatore del M5s in Commissione industria, commercio, turismo e agricoltura, nel suo intervento al Cnpr Forum “Priorità industria: salvaguardare l’economia reale per un’Europa più forte”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca. “In che modo vogliamo far crescere la politica industriale italiana? – si chiede poi il senatore penta stellato – Manca una visione complessiva. Lo vediamo a Taranto con l’Ilva e con quello che accade per Tim dove lo Stato non impegna risorse per prendere la maggioranza di un asset strategico. Se aggiungiamo l’aumento dei tassi e quello dei costi delle materie prime, il calo nella produzione è inevitabile. La proposta di industria 5.0 del governo non ha fatto altro che prendere fondi residui da Industria 4.0 peggiorandone le condizioni. Solo 3 miliardi di euro per i beni strumentali e 698 milioni per i servizi. Su chi si scaricano queste difficoltà? Inevitabilmente sui cittadini”.


Sostenere la crescita è la priorità per Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia in Commissione Politiche dell’Unione Europea. “Dopo una storica serie di dati molto incoraggianti per il nostro Paese, penso a quelli sull’occupazione che ha fatto segnare un record con centinaia di migliaia di occupati in più, la contrazione non è una buona notizia – ha detto Cattaneo – C’è una differenza sostanziale rispetto al passato. Se fino a qualche anno fa eravamo sempre in fondo alla lista dei paesi, per indice di crescita, anche quando l’area-euro cresceva in maniera sostenuta, oggi l’Italia è nella parte medio alta della classifica della crescita del Pil. Il dato è molto condizionato dal complessivo stato di salute dell’UE nel suo insieme, c’è il tema specifico della Germania in forte rallentamento. Il nostro governo è impegnato a sostenere la crescita in maniera determinante. L’Italia è un grande paese manifatturiero e dovrà continuare ad esserlo. Le iniziative fiscali e i fondi del Pnrr dovranno essere finalizzate a sostenere la transizione energetica ed ambientale per le aziende”. Critico Filiberto Zaratti, di Alleanza Verdi e Sinistra e segretario di presidenza della Camera dei Deputati: “Quello che manca da troppo tempo al nostro Paese è una seria politica industriale è la sua argomentazione – Politica che deve basarsi sull’innovazione, che deve essere supportata dal pubblico e deve essere una priorità del sistema imprenditoriale. Abbiamo una piccola e media impresa molto vivace e una grande industria che ha sempre faticato ad essere al pari della concorrenza a livello mondiale. Il supporto che spesso lo Stato ha dato all’industria alla fine non può durare in eterno. Questa è una delle ragioni del declino del settore insieme alla mancanza di competitività su mercati sempre più agguerriti”. “Manca anche un adeguato supporto al sistema universitario – aggiunge Zaratti – prosegue l’esodo dei giovani motivato anche dai bassi salari per lavori qualificati. Tutti questi fattori contribuiscono all’impoverimento del nostro sistema e produce ristagno dei consumi. La transizione digitale e quella green sono un’occasione storica insieme al Pnrr per invertire la rotta. Si esce dalla crisi unicamente se si ha capacità di investire e innovare”.


Per Alessandro Colucci, esponente di Noi Moderatie segretario di presidenza a Montecitorio: “i dati sull’Eurozona evidenziano che c’è stato un calo complessivo a livello globale perché abbiamo subìto traumi straordinari”. “La pandemia, la guerra in Ucraina nel cuore dell’Europa e il conflitto in Medio Oriente tra Israele e Palestina per poi finire al Mar Rosso con le tensioni legate al trasporto delle merci, oltre a una serie di condizioni economiche oggettivamente difficili – ha poi aggiunto – Dobbiamo dire che l’Italia cresce più di Germania e Francia, ha un calo di disoccupazione che negli ultimi quattordici anni non si è mai visto arrivando a toccare un calo dell’8 % di disoccupazione nell’ultimo trimestre. Bisogna puntare sul lavoro, che non nasce per decreto dello Stato, ma viene prodotto dalle imprese sulle quali occorre investire di più. Bene hanno fatto il governo Meloni e il centro destra decidendo per il taglio del cuneo fiscale, vale a dire tagliare il costo del lavoro. In passato sono state fatte politiche scellerate che hanno prodotto fardelli e zavorre che ancora pesano sulle nostre spalle. A noi il compito di cambiare rotta”. Nel corso del dibattito, moderato da Annamaria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Pasqua Borracci, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Bari. “Secondo i dati Eurostat la produzione industriale in Italia è in calo. E alla nostra debolezza corrisponde anche una flessione nell’intera eurozona che ha fatto registrare un meno 6,7% a gennaio 2024 rispetto all’anno precedente – ha detto Borracci – L’industria è un settore strategico nella forza economica dell’Italia e dell’UE e servono investimenti per rafforzare l’intero comparto nell’interesse di una ripresa economica sia del nostro Paese che dell’Europa intera. In quest’ottica la transizione digitale e quella green rappresentano due delle principali sfide da vincere per incentivare innovazione e ricerca e per promuovere la creazione posti di lavoro qualificati e a lungo termine”.


Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili: “Per comprendere il calo rilevato nel comparto dell’industria, dobbiamo tener conto sia del rialzo dei tassi e la conseguente riduzione dell’acquisto dei beni durevoli, che il rallentamento nella realizzazione delle opere del Pnrr e la fine del boom edilizio con la soppressione del superbonus – ha detto – Sono tutti fattori che hanno contribuito a questo saldo negativo. E’ importante che si continui a pensare all’industria come strumento fondamentale per lo sviluppo e la crescita del Paese e che ci siano incentivi ben indirizzati per favorirla. Il tema del green e della distanza che ci separa da nazioni come la Spagna deve farci riflettere. In particolare per ciò che attiene l’energia da fonti rinnovabili, il fattore più rilevante è la difficoltà nell’ottenimento di autorizzazioni e visti per la realizzazione degli impianti. La crescita economica e occupazionale è subordinata anche a una enorme semplificazione dei flussi burocratici”.

Nel 2023 sei aziende su 10 hanno aumentato l’organico

Nel 2023 sei aziende su 10 hanno aumentato l’organicoMilano, 28 mar. (askanews) – Nel 2023 il mercato del lavoro è stato particolarmente dinamico, ma ha evidenziato luci e ombre: le aziende hanno dovuto, infatti, superare l’ormai cronica carenza di candidati e di professionisti qualificati, che rendono complesso il recruiting.


È aumentata invece la soddisfazione dei lavoratori, ma sono ancora tanti gli “scontenti” della loro vita lavorativa, della situazione economica e della bassa prospettiva di carriera, quindi pronti a cambiare azienda (quasi quattro su dieci); nella scelta di un nuovo lavoro, oltre allo stipendio si guarda anche alla crescita professionale, al work life balance e ai benefit. Il lavoro agile, soprattutto l’ibrido, è una realtà consolidata (anche per il 2024), tanto che molti si licenzierebbero in caso venisse eliminato. Sull’intelligenza artificiale sono tanti i timori, ma le imprese e i lavoratori sono pronti ad accettare la sfida, soprattutto i più giovani. Per il 2024 crescono le aziende che intendono assumere e c’è l’intenzione di adeguare gli stipendi, anche se con un aumento contenuto. Le persone saranno sempre più al centro delle politiche HR.


Sono questi i risultati principali emersi dal report annuale Salary Guide 2024 – presentato oggi da HAYS Italia durante un evento dedicato- che ha l’obiettivo di monitorare i principali trend del mercato del lavoro in Italia per l’anno 2023 e le aspettative per il 2024. L’indagine è stata condotta su un campione di 1.348 professionisti, prevalentemente middle e top management, e 828 aziende. Nel 2023 circa due lavoratori su dieci hanno cambiato azienda e il tasso di occupazione, secondo l’Istat, ha raggiunto circa il 66,6%. Le imprese si sono però trovate a dover fronteggiare una serie di criticità, tra cui la generale carenza di candidati nel mercato (per il 40%), ed in particolare di professionisti qualificati (53%), con una maggiore difficoltà per i livelli intermedi.


In questi anni manager e imprenditori hanno capito l’importanza delle “persone” come fulcro dello sviluppo della propria organizzazione. Tra le priorità di investimento in ambito HR per il 2024, infatti, si evidenziano i programmi di formazione per i dipendenti (47%) e la definizione di misure per cercare di trattenere i talenti (41%), preferiti ad altri aspetti come la digitalizzazione e l’automazione dei processi. E sul fronte occupazionale? Nonostante il 2023 sia stato un anno complesso, ben sei 6 aziende su 10 hanno dichiarato di aver aumentato il proprio organico. Un trend che prosegue anche nel 2024, con l’88% che intende assumere, soprattutto figure con contratto a tempo indeterminato (76%), ma anche lavoratori somministrati o freelance per la gestione di progetti temporanei.