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Sea: nel 2023 traffico torna ai livelli pre-Covid, record ebitda

Sea: nel 2023 traffico torna ai livelli pre-Covid, record ebitdaMilano, 27 mar. (askanews) – Il traffico degli aeroporti milanesi torna ai livelli pre-Covid e l’ebitda consolidato risulta il più alto della storia di Sea, la società che gestisce gli scali di Linate e Malpensa.


L’esercizio 2023 è stato caratterizzato da un ritorno del traffico passeggeri degli aeroporti milanesi ai livelli del 2019 (35,3 milioni in entrambi gli anni), ultimo esercizio non penalizzato dagli effetti della pandemia e da un ebitda consolidato pari a 335,3 milioni. Questo risultato include 41,4 milioni di poste non ricorrenti, al netto di tali valori è pari a 293,9 milioni e risulta il più alto mai conseguito nella storia di Ses ed è superiore di 23 milioni rispetto a quello registrato nel 2019. Le migliori performance, sottolinea Sea, sono il risultato delle azioni intraprese dall’azienda con particolare riferimento allo sviluppo dei ricavi non aeronautici e all’efficientamento della base costi. L’utile netto è invece sceso a 156,2 milioni dai 182,5 milioni del 2022; l’indebitamento finanziario netto migliora a 285,1 milioni (388,2 mln nel 2022). Il numero di passeggeri nel 2023 (35,3 milioni) è aumentato del 22% rispetto all’esercizio 2022. Malpensa e Linate hanno gestito rispettivamente 25,9 milioni e 9,4 milioni di passeggeri (entrambi in crescita del 22%). La merce trasportata è stata pari a 667mila tonnellate, in flessione del 7% rispetto al 2022 (ma +21% rispetto al 2019). Malpensa, da sola, ha movimentato il 65% delle merci a livello nazionale. Dalla Cargo City di Malpensa è transitato l’11,6% in valore di tutte le esportazioni nazionali dirette al di fuori dell’Ue.


Nel 2023 l’impronta carbonica diretta del sistema aeroportuale milanese si è ridotta del 37,4% rispetto all’anno precedente, beneficiando dell’approvvigionamento di quote di energia da fonti green.

Fisco, Leo: con i Testi Unici svolta per ruolo professionisti

Fisco, Leo: con i Testi Unici svolta per ruolo professionistiMilano, 15 mar. (askanews) – “Con la riforma fiscale vogliamo tendere una mano ai contribuenti onesti, quelli che hanno intenzione di pagare ma hanno difficoltà finanziarie. Da qui l’idea di abbassare le sanzioni e dare la possibilità di rateizzare ulteriormente. E anche gli altri due interventi all’esame del Parlamento, sanzioni e riscossione, vanno nella stessa direzione”. E’ quanto ha detto il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, nel corso del convegno “La riforma fiscale: presentazione dei Testi Unici”, promosso dalla Fondazione Commercialisti Odcec di Milano, presieduta da Luigi Pagliuca, in collaborazione con le Fondazioni dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Firenze, Napoli, Torino e Roma.


“Quella dei testi unici è una svolta importante, perché raccolgono tutta la normativa fiscale ed economica in maniera organica e lineare. Un lavoro importante svolto dall’Agenzia delle Entrate – ha spiegato Leo – con 50 funzionari che se ne sono dedicati a tempo pieno. Sono testi unici compilativi, che rimettiamo alle considerazioni degli addetti ai lavori nei prossimi mesi: tutti i suggerimenti saranno ben accolti. La novità è che in questo modo cambiamo i materiali su cui si fonda l’attività dei professionisti”. All’incontro ha partecipato anche Ernesto Maria Ruffini, direttore Agenzia delle Entrate che ha sottolineato come la stratificazione normativa che si è succeduta negli anni abbia creato una giungla normativa che rende difficile conoscere il perimetro di gioco e le regole di ingaggio, e offre anche la possibilità ai contribuenti meno leali di nascondersi. “Abbiamo sistematizzato le norme esistenti: più di tremila articoli di legge e 7-800 disposizioni normative in 9 testi unici a disposizione dei contribuenti è una svolta. Un modo per garantire anche il principio di uguaglianza, dando la possibilità ai contribuenti di conoscere il perimetro del sistema tributario italiano. Sono testi che, tra l’altro, aggiorneremo man mano che il governo approverà nuove leggi”. “Da quest’anno – ha poi aggiunto Ruffini nel corso del suo intervento – esisterà, inoltre, un modello lineare e ulteriormente semplificato della dichiarazione dei redditi. Per i professionisti sarà come avere un praticante in studio che compila un pre-lavorato. L’obiettivo è portare avanti questa collaborazione tra le parti interessate”.


In apertura dei lavori Luigi Pagliuca ha evidenziato che “la visione del rapporto con l’Agenzia delle Entrate è finalmente sulla strada giusta, l’auspicio è di lavorare per raggiungere una sinergia totale”. “Occorre sottolineare che anche con le istituzioni nazionali e locali – ha rimarcato il presidente della Fondazione dei commercialisti di Milano – c’è un nuovo rapporto di grande collaborazione. Con questo focus di Milano viene sancito l’avvio di un percorso comune tra le Fondazioni degli Odcec del territorio, che si rimboccano le maniche con l’obiettivo di lavorare allo sviluppo di una categoria professionale sempre più moderna e al passo coi tempi”. Per Vincenzo Moretta, numero uno della Fondazione Odcec di Napoli , “è importante la sinergia tra le Fondazioni in modo da sottolineare le esigenze dei professionisti. I passi avanti si vedono, soprattutto nel rapporto con l’Amministrazione finanziaria”.


“La riforma fiscale va a beneficio dell’intero sistema economico che oggi è complesso sotto molti suoi aspetti. – ha affermato a sua volta Andrea Borghini, presidente della Fondazione Telos Centro Studi Odcec Roma – In particolare, i testi unici potrebbero aiutare a semplificare l’ambito fiscale e anche quello professionale, rendendo finalmente più semplice il lavoro dei commercialisti”. Enrico Terzani, presidente dell’Odcec Firenze, ha ricordato come “la riforma fiscale arriva dopo decenni di attesa: l’auspicio è che adesso i testi unici possano contribuire a regolamentare questo settore”, mentre Roberto Frascinelli (presidente della Fondazione Piero Piccatti e Aldo Milanese dell’Odcec Torino), ha sostenuto che “il ruolo dei commercialisti in questa fase economica e fiscale è importantissimo, siamo ambasciatori nell’evoluzione culturale delle imprese”. (nella foto: un momento dei lavori dell’incontro a Milano dedicato all’analisi dei Testi Unici in materia fiscale ed economica. Da sinistra: Andrea Borghini, Roberto Frascinelli, Ernesto Maria Ruffini, Luigi Pagliuca, Vincenzo Moretta)

Abi, Patuelli: serve più etica, diritti senza doveri danno disordine

Abi, Patuelli: serve più etica, diritti senza doveri danno disordineRoma, 14 mar. (askanews) – Occorre più etica. L’etica si dà troppo spesso per scontata. I codici etici sono stati introdotti e sono un passo avanti di codificazione, di educazione, di consapevolezza e di vigilanza. Sono stati introdotti soprattutto nell’ambito bancario molti livelli di controllo, controlli di controlli. Si tratta di passaggi utili, ma la matrice culturale e storica dell’approccio etico ha bisogno di maggiore approfondimento. Occorre una più convinta consapevolezza della prevalenza dei principi costituzionali nel viver civile, un orizzonte con una concezione dello Stato come garante attivo di tutte le libertà, civili, economiche sociali, ambientali, dei doveri e dei diritti”. Lo ha affermato Antonio Patuelli, presidente dell’Abi nel corso della sua Lectio su “Etica, economia e prospettive bancarie in Italia” all’università cattolica del Sacro Cuore, a Brescia.


“I doveri formano il cittadino mentre i diritti, da soli, portano al disordine. L’economia, se sottratta alla influenza direttrice del diritto e della morale, se disgiunta dai principi, porterebbe all’egoismo. L’etica – ha proseguito – deve prevalere anche sul diritto. Anche quando un’operazione economica è giuridicamente lecita, se essa contrasta con l’etica – ha avvertito – questa non deve essere conclusa. Infatti il minimo dell’etica è la legalità, l’applicazione di tutte le norme di qualsiasi natura. L’etica può responsabilmente convincere le persone ad essere più scrupolose di quanto dispongano le norme”. La lunga Lectio del presidente dell’Abi ha spaziato dalla storia dei principi etici nella finanza, alla recente congiuntura macroeconomica, alla situazione della politica monetaria, le banche, il risparmio, ma ha anche guardato a sviluppi come l’intelligenza artificiale (termine su cui Patuelli nutre delle riserve).


E poi ha è approdata sull’Europa. “La crescita delle Istituzioni europee non ha realizzato sempre successi: uno dei principali è indubbiamente l’elezione popolare diretta del Parlamento europeo dal 1979. Ma poi ha avuto, invece, esito sfortunato il fondamentale progetto di realizzare una Costituzione europea, basata su un Trattato che venne solennemente firmato a Roma, in Campidoglio, nel 2004, ma non venne poi ratificato dai referendum indetti in Francia e nei Paesi Bassi”. “Anche dopo il naufragio di quell’ambizioso progetto, l’Europa reagì ed imboccò ulteriormente la via della crescita economica: le crisi finanziarie internazionali, acuitesi nel 2007-2008, convinsero la gran parte degli europei a costruire l’Unione bancaria, innanzitutto per rafforzare l’integrazione di quelli che erano allora i sistemi bancari nei vari Stati d’Europa, con l’istituzione dell’Eba – ha detto -, l’Autorità che emana le regole bancarie per tutta l’Unione europea, e con un meccanismo di Vigilanza unico sulle banche dell’area dell’Euro, realizzato da un apposito organismo della BCE, con la collaborazione delle Vigilanze dei Paesi membri e con complesse regole (certamente da rivedere) per affrontare crisi bancarie. Del progetto di Unione bancaria non è stato realizzato il “terzo pilastro” riguardante la garanzia europea sui depositi nelle banche che tuttora grava sui sistemi nazionali costituiti dalle banche”.


“Ora occorre guardare avanti, oltre alle polemiche, per affrontare positivamente, come ammoniva Monnet, le attuali problematiche europee. Per quanto riguarda l’ulteriore crescita dell’Unione bancaria, occorre prendere realisticamente atto dell’esperienza ormai di questo decennio e procedere nelle forme possibili, a cominciare dalla realizzazione di Testi unici europei (che non costano) innanzitutto di diritto bancario, per superare le differenze normative fra i diritti dei vari Stati che appartengono all’Unione bancaria”. “Ciò è indispensabile per la crescita dell’Unione bancaria e per semplificare le attività e la crescita delle banche che già operano (con non poche complessità) nei vari Paesi europei”.


“Nello scorso anno è stato ricordato il cinquantenario della morte di Raffaele Mattioli, magistrale ed attualissimo esempio di banchiere umanista, intransigente sui principi e fortemente innovatore nella concretezza delle attività bancarie. La cultura, lo spirito critico, il coraggio e la determinazione di banchieri come Mattioli ci illuminano anche nelle nuove sfide che il mondo bancario deve affrontare con lungimiranza, per la sostenibilità nelle complessità, per la maggiore certezza del diritto anche prospettica, per la semplicità delle norme e delle procedure anche nelle tecnologie, per la sempre maggiore solidità patrimoniale e di liquidità delle banche, nella concorrenza del pluralismo dei modelli bancari, nella prevenzione delle crisi. Seguiamo l’alto esempio di banchieri come Mattioli, rifiutando il cinismo, l’avidità, l’economia priva di etica, l’assenza di memoria, anteponendo i principi, impegnati in doveri non evanescenti – ha concluso – e per una moralità non accomodante”.

Abi, Patuelli: giù tasse su risparmi investiti in economia produttiva

Abi, Patuelli: giù tasse su risparmi investiti in economia produttivaRoma, 14 mar. (askanews) – “Il recente decennio di tassi a zero e sottozero ha rivoluzionato la cultura e le consuetudini del risparmio. Dinanzi all’inflazione, alle crescite dei tassi e al calo della domanda di credito, occorrono riflessioni ed iniziative innovative”. E in Italia “il risparmio è energia fondamentale per lo sviluppo e l’occupazione: occorre riformare e ridurre rapidamente la pressione fiscale sul risparmio investito a medio e lungo termine”. Lo ha affermato Antonio Patuelli, presidente dell’Abi nel corso della sua Lectio su “Etica, economia e prospettive bancarie in Italia” all’università cattolica del Sacro Cuore, a Brescia.


“Gli investimenti del risparmio nell’economia produttiva non producono rendite, ma rendimenti più o meno basati sul rischio. Occorre non confondere e distinguere i rendimenti investiti in attività produttive a medio e lungo termine – ha detto – rispetto alle operazioni speculative a brevissimo termine”.

Fiera Milano nel 2023 rivede utile a 45,5 mln, dopo 4 anni torna dividendo

Fiera Milano nel 2023 rivede utile a 45,5 mln, dopo 4 anni torna dividendoMilano, 13 mar. (askanews) – Nel 2023 Fiera Milano è tornata all’utile, attestatosi a 45,5 milioni di euro a fronte della perdita netta di un anno prima di 5,8 milioni di euro. I ricavi sono saliti a 283,8 milioni di euro, mettendo a segno una crescita del 29% rispetto all’anno precedente e superando i livelli pre-pandemici in anticipo rispetto alle aspettative del mercato italiano. L’ente fieristico milanese, inoltre, è tornato a distribuire il dividendo dopo quattro anni: il cda ha proposto, infatti, all’assemblea la distribuzione di una cedola da 0,14 euro per azione.


Nel 2023 l’Ebitda consolidato ha raggiunto i 97,1 milioni di euro, in miglioramento di 38,7 milioni di euro rispetto al 2022. La variazione riflette principalmente il già citato andamento dei ricavi e il risultato della joint venture, contabilizzata con il metodo del patrimonio netto, detenuta a controllo congiunto con il partner Deutsche Messe in relazione alle attività in Cina. L’Ebit dell’anno ammonta a 44,8 milioni di euro rispetto a 9,2 milioni di euro del 2022. L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2023, non comprensivo della lease liability IFRS 162, presenta una disponibilità finanziaria netta di 80,9 milioni di euro rispetto a una disponibilità finanziaria netta di 29,8 milioni di euro al 31 dicembre 2022, in miglioramento di 51,1 milioni di euro. “Il gruppo Fiera Milano chiude il 2023 con risultati eccellenti, grazie a una solida crescita organica delle attività fieristiche e congressuali in Italia e un progressivo miglioramento dei risultati generati dai servizi. Ricavi in aumento del 29%, Ebitda in significativo miglioramento del 66% rispetto al 2022 e risultato netto a livelli record, testimoniano un’ottima performance del business – ha commentato l’amministratore delegato e direttore generale, Francesco Conci – Inoltre, abbiamo generato oltre 50 milioni di cassa netta, rafforzando la nostra struttura finanziaria; tutto questo ci consente di tornare a distribuire i dividendi agli azionisti dopo quattro anni”. Quando alle prospettive finanziarie “siamo ottimisti per l’anno in corso, che, come tutti gli anni pari, si caratterizza per una stagionalità di calendario meno favorevole rispetto agli anni dispari. L’imminente presentazione del Piano Strategico 2024-2027 rappresenta un momento fondamentale per delineare con precisione le iniziative di sviluppo previste per i prossimi anni e la nostra visione strategica”.


Nonostante lo scenario macroeconomico atteso per il breve periodo continui a presentare elementi di incertezza, alla luce degli ottimi risultati conseguiti nel corso del 2023 – che confermano una ripresa post pandemica ormai consolidata – e considerata la stabilità del portafoglio degli eventi fieristici del 2024, il gruppo esprime piena fiducia sulle proiezioni finanziarie per l’anno in corso precedentemente comunicate che prevedevano il raggiungimento di un Ebitda al 31 dicembre 2024 nel range di 65-75 milioni di euro. Il lancio del nuovo Piano Strategico 2024-2027 verrà presentato alla comunità finanziaria in data 8 aprile 2024,

Tassinari (FI): rendere più moderni i programmi scolastici

Tassinari (FI): rendere più moderni i programmi scolasticiMilano, 11 mar. (askanews) – “Già nella fase dello studio occorre avvicinare i ragazzi all’evoluzione della tecnologia che modificherà il nostro futuro. La logica deve essere sempre quella di evolvere ma tenendo come punto di riferimento la centralità dell’essere umano, che deve essere quello che imposta l’intelligenza artificiale e poi ne raccoglie gli esiti”. Lo ha dichiarato Rosaria Tassinari, deputata di Forza Italia in Commissione Cultura alla Camera, nel corso del Cnpr forum “Scendere in campus: scuola e università in prima linea per trasformare le sfide in opportunità” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca. “Sono anche convinta – ha aggiunto Tassinari – che l’intelligenza artificiale, se utilizzata in maniera adeguata, possa essere di grande supporto eliminando quelle mansioni che possono essere il più possibile ripetitive e dando l’opportunità all’uomo di occuparsi della parte organizzativa. Sono altresì convinta che la scuola debba essere al passo con i tempi e favorire un’integrazione assoluta modificando anche i programmi, rendendoli il più possibile moderni in un’ottica di matching fra il mondo della scuola e il lavoro. Non dimentichiamo che i ragazzi devono essere formati per affrontare la loro vita”.


Sulla disomogeneità dei percorsi scolastici punta il dito Gaetano Amato, deputato del Movimento 5 Stelle e componente della Commissione Cultura a Montecitorio. “Il pensiero di Pirandello nella celebre commedia ‘L’uomo dal fiore in bocca’ quando dice ‘Il futuro è nel passato’ è perfettamente centrato – ha detto Amato – La scuola italiana si è modificata, è cambiata. Prima formava l’uomo, dava gli strumenti che servivano alla formazione dell’individuo; adesso ci ritroviamo una scuola puntata sulle professioni specifiche senza sapere neanche se queste avranno sviluppo occupazionale nel futuro. Sono del parere che la scuola deve tornare alla formazione di base, che è essenziale allo svolgimento di qualsiasi attività. Se lo studente cresce su strutture solide saprà adeguarsi alle nuove esigenze. La scuola italiana deve fare un passo indietro, ritornare a quello che è stato. Senza dimenticare che al Meridione è messa peggio che al Settentrione; già questo basta a creare una profonda disparità di offerta a tantissimi ragazzi che si trovano a dover scegliere tra un ventaglio di opportunità inferiori. L’Autonomia differenziata sta provando a spaccare l’Italia maggiormente e porterà quei giovani che vogliono affrontare la vita lontano da un Sud sempre più impoverito”. Per Andrea De Bertoldi, parlamentare di Fratelli d’Italia in Commissione Finanze alla Camera, 2″a nostra cultura scolastica generalista, di estrazione classica, ha abituato lo studente a ragionare e ci ha sempre differenziato positivamente nei confronti degli altri modelli di istruzione”. “Questa nostra peculiarità ritengo possa essere un vantaggio in un momento nel quale l’intelligenza artificiale sicuramente potrà modificare i mestieri così come le caratteristiche dei nostri lavori – ha detto – Ma resterà il fatto che l’uomo sarà sempre determinante nei processi di crescita e sviluppo del Paese. La nostra cultura dunque potrà essere un’arma assolutamente fondamentale per dare risposte più soddisfacenti al mercato del lavoro e al mondo delle professioni, stante la straordinaria capacità di sapersi meglio adeguare al cambiamento. Bisogna credere nella nostra storia, nella cultura classica improntata sul pensiero, sul ragionamento. Gli strumenti informatici dovranno essere al nostro servizio, l’abilità sarà proprio quella di riuscire a governarli con sapienza, nella consapevolezza che non potranno mai sostituire il contributo di originalità ed esperienza offerti dall’uomo”.


Devis Dori, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra in Commissione Giustizia a Montecitorio, ha sottolineato come “l’intelligenza artificiale non sostituirà mai l’uomo, potrebbe in alcune situazioni entrare in competizione ma questo deve essere per noi uno stimolo a migliorare”. “In determinati campi l’intelligenza artificiale offre supporti importanti – ha sottolineato Dori – Pensiamo alla ricerca scientifica, medica e anche quella storiografica. Da questo punto di vista anche il nostro percorso scolastico deve essere rivisto. Già da diversi anni si diceva che nel 2030 l’8% dei posti di lavoro sarebbero stati caratterizzati da attività assolutamente nuove con tipologie del tutto innovative. Mettendo in discussione anche la parte formativa dei giovani e i percorsi scolastici. Una cosa è certa: noi dobbiamo preparare i nostri ragazzi ad avere tutti quegli strumenti utili a predisporsi a lavori che effettivamente oggi nemmeno immaginiamo. Da questo punto di vista l’intelligenza artificiale non credo possa essere, come alcuni la intendono, addirittura come una minaccia. Io penso che sia un’opportunità”. In apertura del Cnpr Forum si è parlato dell’incontro con gli studenti alla tappa salernitana del Salone dello Studente con Rosa Santoriello (Consigliera d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili) e Giuseppe Esposito (delegato della Cnpr). Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Eleonora Linda Lecchi, commercialista e revisore dei conti di Bergamo: “In un contesto in rapida evoluzione i bambini che oggi vanno a scuola probabilmente svolgeranno attività lavorative che attualmente non esistono. Poi l’Intelligenza artificiale minaccia di far scomparire mestieri e professioni – ha detto – Di fronte a questi processi oramai inarrestabili bisogna individuare i migliori percorsi formativi per trasformare le sfide in opportunità”.


Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili: “Abbiamo esattamente percepito la dicotomia rispetto al tema dell’istruzione: da un lato c’è il richiamo al passato, cioè ritornare a una scuola che ha come compito primario quello di formare dal punto di vista umano gli studenti; dall’altra parte c’è la necessità di avvicinare sempre più il mondo della scuola a quello del lavoro per fare in modo che la scuola sia sempre più capace di sviluppare capacità specifiche e formazioni direttamente applicabili. – ha affermato Longoni – E’ una dicotomia dalla quale non si riesce a uscire e la nostra scuola non è più né l’una né l’altra cosa. Non riesce più a essere maestra di vita e non riesce a essere formatrice in materia di lavoro. Nel contempo abbiamo il corpo insegnante demotivato e poco riconosciuto. Bisognerebbe completamente riformare l’idea di scuola, decidendo per cambiamenti importanti e agendo piuttosto che restare inerti in una situazione che serve a poco nell’uno e nell’altro senso. Il nostro Paese si muove molto lentamente a dispetto di quel che accade in altre nazioni”.

Cnpr: esperti contabili pronti ad interagire con le nuove tecnologie

Cnpr: esperti contabili pronti ad interagire con le nuove tecnologieMilano, 8 mar. (askanews) – “Le nuove generazioni si stanno avvicinando con interesse alla professione dell’esperto contabile, affascinate dalle capacità trasversali che si acquisiscono in questo lavoro, soprattutto con l’avvento delle nuove tecnologie. L’intelligenza artificiale può essere un’arma importante a disposizione della professione, ma il processo di integrazione va gestito. L’esperto contabile rappresenta un punto di riferimento per le Pmi e la pubblica amministrazione, è una professione che offre concretamente un’opportunità di sviluppo per i giovani che vogliono costruire il proprio futuro da lavoratori autonomi”. Lo ha detto Rosa Santoriello, consigliera d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, in occasione dell’incontro con gli studenti alla tappa salernitana del “Salone dello Studente”.


“L’intelligenza artificiale avrà un ruolo sempre più centrale ma non sostituirà il professionista – ha aggiunto Giuseppe Esposito, delegato della Cnpr, he ha partecipato all’incontro – Sarà fondamentale, infatti, possedere le conoscenze necessarie per dialogare con i software, comprendere i risultati e apportare le correzioni opportune. I giovani rappresentano la linfa vitale per il futuro della professione. Le loro competenze digitali integrate con gli strumenti classici renderanno il lavoro dell’esperto contabile insostituibile. Eventi come il Salone dello Studente offrono l’occasione di dialogare con le nuove generazioni, illustrando le prospettive e le soddisfazioni che questa professione può offrire”. Anna Maria Belforte, coordinatrice della CNPR al Salone dello Studente, ha evidenziato “l’importanza di aiutare i giovani ad orientarsi nel mondo del lavoro, soprattutto in un contesto di continua evoluzione e cambiamento”. “La conoscenza delle diverse alternative è fondamentale per permettere ai ragazzi di compiere scelte consapevoli sul proprio futuro – ha detto Anna Maria Belforte – La Cnpr s’impegna in questo percorso di orientamento, illustrando le opportunità offerte dalla professione di esperto contabile con flessibilità: una professione versatile che spazia dalla consulenza aziendale alla gestione amministrativa e fiscale; velocità: un percorso formativo rapido, raggiungibile con una laurea triennale e un esame di stato; concretezza: una professione solida e richiesta dal mercato, con sbocchi lavorativi sia come dipendente che come libero professionista”. (nella foto da sinistra: Anna Maria Belforte, Giuseppe Esposito e Rosa Santoriello)

Volatilità e inflazione, Generali lancia “Obiettivo Rendimento”

Volatilità e inflazione, Generali lancia “Obiettivo Rendimento”Milano, 5 mar. (askanews) – Generali ha lanciato “Obiettivo Rendimento”, la nuova offerta assicurativa multi-ramo di investimento che vuole rappresentare una risposta alla richiesta di rendimento che protegga il risparmio dall’inflazione, mantenendosi al riparo dalla volatilità dei mercati nel medio periodo e cogliendo le opportunità del comparto obbligazionario. Oggi in Italia aumentano le persone che decidono di investire i propri risparmi, 36% nel 2023 rispetto al 34% del 2022, ma sono ancora molti (62% degli intervistati) che continuano a tenere il denaro sul conto corrente: l’ammontare di liquidità era pari a 1.730 mld di euro a novembre 2023.


A questo contesto Generali ha presentato “Obiettivo Rendimento”, una soluzione multi-ramo a premio unico, collocata in una finestra di tempo dal 22 febbraio al 19 aprile, che arricchisce l’offerta Vita della compagnia. La soluzione investe il premio unico per il 20% nella gestione separata Royal Fund e per l’80% nel fondo interno obbligazionario Generali Opportunità Bond 2030, costruito su un portafoglio modello selezionato altamente diversificato, con una stima di rendimento lordo del 4,27% (ultima rilevazione 1° marzo), e con grande attenzione in base al rating dell’emittente, e quindi alla sua solidità, e al rendimento atteso dei titoli obbligazionari. Durante la finestra di collocamento il rendimento lordo a scadenza stimato verrà monitorato per verificare che si mantenga a livelli favorevoli alla raccolta, dunque intorno al tasso del 4%. Giancarlo Bosser, Chief Life Officer e Marco Oddone, Chief Marketing & Distribution Officer di Generali Italia, hanno dichiarato: “Generali, oltre a essere la prima Compagnia di assicurazioni in Italia, vanta una solida esperienza nel risparmio gestito, arrivando a detenere 775 mld di euro di asset: vogliamo mettere a disposizione la nostra competenza, e quella della nostra Rete unica e distintiva, per permettere alle persone di cogliere le opportunità che il mercato offre, come un vero Partner di Vita deve fare. Inoltre, Generali Obiettivo Rendimento è orientato verso la sostenibilità, grazie a una accurata selezione di titoli sulla base di criteri ambientali, sociali e di governance in linea con il nostro piano industriale “Lifetime Partner 24: Driving Growth”.

Sicurezza, Tenerini (FI): infortuni in calo ma bisogna fare di più

Sicurezza, Tenerini (FI): infortuni in calo ma bisogna fare di piùMilano, 4 mar. (askanews) – “Sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro è evidente che bisogna ancora lavorare tanto. Dobbiamo puntare sulla formazione aumentando anche i controlli, senza appesantire le imprese con ulteriore burocrazia. Basterebbe applicare le regole che già ci sono. Rispetto all’anno scorso ci sono stati circa 3700 controlli ispettivi in più. Rispetto al 2022 gli infortuni sul lavoro sono diminuiti del 16%, quelli mortali sono diminuiti del 4,5 %. Non che siano dati confortanti ma vanno registrati nella loro interezza”. Lo ha dichiarato Chiara Tenerini, deputata di Forza Italia in Commissione Lavoro alla Camera, intervenuta nel corso del Cnpr forum “Salute e sicurezza sul lavoro: azioni urgenti per un futuro senza pericoli”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca. “Quella della sicurezza sul lavoro è una voce molto importante per il governo e per la ministra del Lavoro Calderone. La tragedia di Firenze – ha aggiunto Tenerini – si inserisce in un quadro a tinte fosche perché non è l’unica. Si accompagna ad altri incidenti sul lavoro che ci fanno riflettere. Su questi dati allarmanti pesano purtroppo il Superbonus, che ha prodotto come misura una quantità enorme di irregolarità, e il lavoro nero che va combattuto assolutamente poiché nasconde sacche enormi di insicurezza alimentata da comportamenti completamente fuori dalle norme”.


Di parere opposto Elisa Pirro, senatrice del M5S in Commissione Bilancio a Palazzo Madama: “Se andiamo a vedere bene il settore dell’edilizia, ci accorgeremo che nei cantieri del Superbonus ci sono più attenzioni e più controlli rispetto ad altri ambiti lavorativi – ha detto Pirro – Ciò non toglie che ci sono settori chiave del nostro sistema paese dove da parte delle imprese c’è poca attenzione o comunque ci sono dei meccanismi che creano problemi di sicurezza. Questo riguarda in generale la cultura della sicurezza che non è ancora sufficientemente diffusa ed è una delle ragioni per cui noi chiediamo di parlarne nei luoghi di lavoro fin dalla scuola in modo che i cittadini di domani crescano già con l’idea che la sicurezza è un valore aggiunto ed è di importanza fondamentale”. “Inoltre – ha sostenuto Pirro – dobbiamo andare a guardare anche tutti i sistemi di fornitura della manodopera, di intermediazione del lavoro, il sistema dei subappalti a catena che non consente di far viaggiare le informazioni in maniera veloce e corretta. Spesso gli incidenti accadono laddove ci sono lavoratori che sono arrivati da poco e non hanno completato la formazione e dove ci sono condizioni che favoriscono la disattenzione”. Sulle novità inserite nel pacchetto sicurezza si è soffermato Andrea Volpi, parlamentare di Fratelli d’Italia in Commissione Lavoro a Montecitorio: “Sono sedici anni che non ci sono politiche attive per risolvere questo problema, i numeri sono agghiaccianti – ha argomentato Volpi – La tragedia di Firenze ha riportato alla cronaca il tema e ciò che mi conforta è che, da subito, sia il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sia il ministro del Lavoro Calderone hanno affrontato il dramma senza girarci intorno. E’ importante che sia stato stanziato con il decreto Pnrr un pacchetto per la sicurezza sul lavoro in quanto mancavano gli ispettori che andavano a controllare i cantieri: 766 nuove assunzioni rappresentano un dato assolutamente rilevante. Inoltre diventa determinante costituire una patente a credito per fare in modo che le imprese siano più stimolate, controllate e più attive nelle iniziative concrete che garantiscano la sicurezza sul lavoro. Il decreto messo in campo necessita di alcuni miglioramenti, di interazioni con le parti sociali, le parti produttive e anche con gli operator dell’edilizia che sono i destinatari del provvedimento. Stiamo inoltre investendo sulla formazione cominciando a sensibilizzare sul tema già nelle scuole”.


Critico il deputato di Alleanza Verdi Sinistra e membro Commissione Finanze alla Camera, Francesco Emilio Borrelli: “Credo che la gravità dei numeri dei morti sul lavoro non sia minimamente percepita dagli stessi datori di lavoro e dagli operai – ha detto – Solo andando in giro per le nostre città, è facile vedere lavoratori sulle impalcature che non indossano il caschetto e non hanno le imbracature di sicurezza. Per cambiare le cose occorre essere particolarmente rigidi e stroncare frontalmente il lavoro nero. Soprattutto nel Mezzogiorno dove è elevato il numero di uomini e donne che lavorano senza alcuna tutela. Gli imprenditori tendono a sfruttare la manodopera e non investono sulla sicurezza che è intesa come una spesa da evitare. Un pezzo importante della nostra società ritiene che il lavoratore è colui che deve essere sfruttato. Il datore di lavoro è convinto che sta facendo un piacere e l’operaio si auto convince di avere ricevuto una cortesia. Il paradosso è che molti operai, rispetto alla possibilità di perdere il lavoro, finiscono con il rischiare la vita. Il lavoro se nobilita l’uomo deve essere equamente retribuito. Ma il tema del salario minimo fa venire l’orticaria a molti”. Nel corso del dibattito, coordinato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Eleonora Linda Lecchi, commercialista e revisore dei conti dell’Odcec di Bergamo: “Come spesso accade si torna a parlare con forza di prevenzione e sicurezza dopo una tragedia. Nel 2023 ci sono state circa 580mila denunce all’INAIL delle quali più di mille mortali. A seguito delle ispezioni l’Inail ha riscontrato nello stesso anno un livello di irregolarità del 76,48 % che sale all’85% negli ambiti legati al Superbonus. Come ha detto anche il ministro del lavoro il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere unificante rispetto alle parti sociali. E’ tempo che tutte le parti in causa siano intorno a un tavolo per concordare una strada che ponga fine a questi drammi”.


Le conclusioni del forum sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili: “L’Italia è al di sotto della media europea per gli incidenti sul lavoro – ha detto longoni – E’ vero che purtroppo contiamo centinaia di morti e migliaia di feriti ma il problema necessita di interventi più complessivi. Cosa fa l’UE per gli incidenti sul lavoro che ogni anno colpiscono milioni di lavoratori in tutto il continente? La crescita esponenziale degli infortuni ha implicazioni notevolissime in tutto il Paese, in termini economici e sociali. Gli oneri per la sicurezza sono individuati come un costo per i datori di lavoro. Nella logica del profitto ad ogni costo, queste spese sono ritenute denaro buttato. Bisogna sviluppare una cultura della sicurezza. Non servono nuove leggi. Il codice dei contratti pubblici, ad esempio, prevede che nelle gare d’appalto gli oneri per la sicurezza non sono soggetti a ribasso. Bisogna proseguire con i controlli, ma senza una vera cultura della tutela della salute dei lavoratori si può fare ben poco”.

Unes al SI Campus 2024: ascoltare la GenZ per anticipare il futuro

Unes al SI Campus 2024: ascoltare la GenZ per anticipare il futuroMilano, 29 feb. (askanews) – “Come ti immagini il supermercato del futuro? Cosa non dovrebbe mancare?”: su queste domande Unes, con il brand il Viaggiator Goloso, coinvolge i giovani pertecipanti al Social Innovation Campus 2024 in due percorsi hackathon, vere maratone creative dove i ragazzi della GenZ propongono visioni e possibili soluzioni sugli scenari innovativi del prossimo futuro.


Con questa iniziativa Unes avvia il suo sostegno al Social Innovation Campus di Fondazione Triulza in Mind, il distretto dell’innovazione di Milano. Giunto alla siua quinta edizione il SI Campus si sviluppa in una due giorni di attività tra workshop, laboratori e percorsi hackathon in cui giovani studenti provenienti dalle scuole superiori di II grado di tutta Italia avranno l’occasione di confrontarsi con imprese, profit e no profit, istituzioni e mondo della formazione. Tema dell’edizione 2024 è “Skills 4 Social Innovation. I talenti di tutti per costruire il futuro”, che verrà esplorato da diversi punti di vista: la valorizzazione delle comptenze e dei talenti, l’impatto dell’IA e delle tecnologie, i valori che le nuove generazioni cercano nelle imprese e, infine, il potenziale delle imprese social-tech. “Siamo entusiasti di far parte di uno dei principali appuntamenti di riferimento in Italia sull’Innovazione Sociale, insieme ai giovani e ad esperti del settore – ha detto Gianluca Grassi, Head of Omnichannel Marketing di Unes Supermercati – Non vediamo l’ora di scoprire come la GenZ immagina il futuro della grande distribuzione. Concreti, esigenti e attenti a salute e sostenibilità, i giovani di oggi rappresentano i clienti del domani. Siamo sicuri che questi momenti di confronto rappresenteranno un’occasione di crescita collettiva, in grado di delineare le sfide del futuro”.


Unes, nata a Milano nel 1967, fa parte del Gruppo Finiper Canova dal 2002 ed è presente in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna con oltre 200 punti vendita diretti e in franchising. Nel 1999 in Unes nasce il Brand Premium il Viaggiator Goloso, che si è in seguito evoluto dando vita all’omonima insegna.