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Cnpr forum: sevono politiche comuni per aiutare famiglie e imprese

Cnpr forum: sevono politiche comuni per aiutare famiglie e impreseMilano, 29 gen. (askanews) – “La difficile situazione geopolitica sta portando problemi economici con l’alterazione di equilibri relativi alle esportazioni di materie prime, determinando carenze di prodotti con relative crescite dei prezzi. Non sono esenti da responsabilità le speculazioni che si inseriscono, come sempre accade, in questi processi. Ne sono un esempio le tensioni nel canale di Suez, passaggio strategico per l’import export che incide pesantemente sulla nostra economia. Si deve lavorare per ristabilire le condizioni di equilibrio e per tamponare gli effetti negativi di questa situazione. Il governo lo ha fatto nell’ultima legge di bilancio limitando gli effetti dell’inflazione su imprese e famiglie. Speriamo di poter contribuire a risolvere queste situazioni lavorando per una pace stabile e duratura”. Lo ha dichiarato Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, nel corso del Cnpr forum “Equilibri in crisi: il risiko della geopolitica e le conseguenze sul nostro Paese”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

“Da anni lavoriamo alla sostenibilità del nostro sistema economico – ha aggiunto Nevi – prevedendo anche piani pluriennali strategici che accompagnino le imprese a essere più sostenibili. Serve un approccio pragmatico per associare alla sostenibilità economica anche quella sociale”. Sugli effetti dei conflitti nelle economie europee si è soffermata Luana Zanella, presidente del gruppo Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera dei Deputati: “Se parliamo dei conflitti in corso come quello dovuto all’invasione russa in Ucraina abbiamo fatto tantissime analisi e confronti circa le conseguenze drammatiche che ha avuto sia sulla modifica dei rapporti tra stati sia in termini di import-export – ha detto – Per molte economie, in particolare quella tedesca ma anche la nostra, la dipendenza dal gas russo ha avuto un peso enorme. Tanto che alla fine l’Europa non è riuscita a sganciarsi ed emanciparsi completamente per il rifornimento di gas liquido e di gas metano. Ormai il mondo è così interconnesso che la crisi in Medio Oriente piuttosto che la crisi in Africa o in Sud America si ripercuote direttamene su tutti gli altri stati e continenti. Quindi la globalizzazione ha comportato la necessità sempre di più di una governance dell’intero globo. L’Onu non ha una forza così dirompente e nemmeno l’autorità sufficiente per contrapporsi agli stati per risolvere i conflitti. Siamo dunque in una crisi profonda non soltanto per una mancanza di governi che abbiano una visione per addivenire a delle soluzioni”.

Secondo Pino Bicchielli, deputato di ‘Noi moderati’ in Commissione Difesa a Montecitorio, “la situazione geopolitica mondiale ha effetti importanti sulla logistica e nel settore energetico”. “I conflitti di questi anni sono andati a colpire pesantemente questi due settori – ha spiegato Bicchielli – Nel Mar Rosso in questo momento le nostre navi cargo rischiano di essere vittime di attacchi e questo richiede un impegno importante della nostra Marina. Il governo Meloni dal momento in cui si è insediato è stato sempre attento a sterilizzare gli effetti economici dei conflitti internazionali aumentando il potere di acquisto delle famiglie con il taglio del cuneo fiscale e con la revisione dell’Irpef. Solo intervenendo con attenzione sulla transizione energetica possiamo abbattere i costi dell’energia. Stiamo approvando in questi giorni il dl sicurezza energetica che ha questa funzione, contrastare l’emergenza e portare avanti la transizione ecologica. Diamo impulso alle rinnovabili con misure che riducono la nostra dipendenza dall’estero. L’energia nucleare pulita sicuramente può essere una soluzione per uscire da questa difficoltà”. Arrivare alla neutralità climatica è la priorità secondo Filippo Scerra, parlamentare del M5s in Commissione Politiche dell’Unione Europea alla Camera: “Ci sono catene globali del valore che sono ancora molto lunghe – ha argomentato – Quando una di queste si interrompe, come sta accadendo nel mar Rosso, ci sono ripercussioni serie per i Paesi come il nostro che fa dell’export uno degli asset fondamentali della propria economia. L’aumento dei costi delle materie prime incide altresì sull’aumento dei prezzi. Lo Stato e l’Europa devono innanzitutto supportare le aziende, come è stato fatto con il Covid. Inoltre si deve lavorare a medio e lungo termine sull’autonomia e sulla indipendenza energetica. Il nostro obiettivo deve essere arrivare alla neutralità climatica. Che ha dei risvolti positivi non solo dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista geopolitico e strategico. Significa minore dipendenza da importazioni, dalle destabilizzazioni degli altri paesi. Spingere quindi sulle rinnovabili, sull’energia pulita fa bene all’ambiente ma anche all’economia che deve diventare sempre più resiliente. Sarebbe, infine, auspicabile avere un’Europa più protagonista sullo scacchiere internazionale”.

Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Pasqua Borracci, commercialista e revisore dei conti dell’Odcec di Bari: “I profondi squilibri economici determinati dai conflitti in atto in determinate aree geografiche del mondo come Ucraina, Israele e canale di Suez, stanno determinando criticità importanti nel nostro sistema economico – ha detto Borracci – A pagarne le conseguenze sono le famiglie, strette tra l’aumento dell’inflazione e i tassi d’interesse che non diminuiscono, e le imprese che dopo la crisi pandemica sono costrette ad affrontare quella energetica e dell’aumento dei costi delle materie prime. Urgono, di fronte a questo scenario, misure urgenti a livello europeo per limitare i danni e aiutare le aziende a ripartire”. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili: “L’inflazione rischia di tornare fuori controllo – ha concluso Longoni – Io vorrei capire se ci si intende rivolgere all’assistenza alle famiglie con gli opportuni interventi nel settore sociale o all’assistenza alle imprese attraverso interventi che le aiutino a superare l’incremento dei prezzi delle materie prime. A me sembra che manchi una programmazione coerente che vada in una linea unica che riesca a contemperare entrambe le esigenze. Va bene ragionare su livelli sovranazionali facendo ricorso a politiche comuni in sede europea. Ma su questo piano, da cittadino, vedo ad esempio che in Italia manca una politica energetica dall’inizio degli anni ’60, quando assistemmo alla nazionalizzazione dell’energia elettrica e alla costruzione dell’Eni. Poi si sono susseguite una serie di misure non ben definite con due player dominanti, Eni ed Enel, di proprietà prevalentemente pubblica ma che si comportano come soggetti privati. Come si vuole perseguire la transizione verso l’energia sostenibile? Non vedo alcuna proposta concreta all’orizzonte”.

Leo (Mef): domani in Cdm decreto su Concordato preventivo biennale

Leo (Mef): domani in Cdm decreto su Concordato preventivo biennaleMilano, 24 gen. (askanews) – “Domani porteremo in Consiglio dei m inistri la normativa che riguarda l’accertamento e il concordato preventivo biennale. Nel mese di febbraio porteremo altri due schemi di decreti legislativi sulle sanzioni e sulla riscossione. Con le necessarie coperture finanziarie vedremo di allestire un provvedimento che riguarderà i tributi. Siamo riusciti, tenendo conto delle osservazioni arrivate sia dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti che dall’Associazione nazionale commercialisti, a tener conto della tempistica. Ciò comporta lo slittamento al 15 ottobre dei termini della presentazione delle dichiarazioni. Dall’approvazione del testo del disegno di legge delega a marzo 2023 siamo riusciti a portare avanti a tappe forzate un percorso che darà all’Italia un nuovo sistema tributario”. E’ quanto ha affermato il vice ministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, nel corso del convegno “Fisco 2024 novità, aspettative e zone d’ombra” promosso dall’Associazione nazionale commercialisti e svoltosi a Roma presso il Centro congressi Roma Eventi.

“Le sanzioni devono essere proporzionate all’imposta rimasta inadempiuta – ha aggiunto Leo – e c’è necessità di mettere ordine sia nelle sanzioni amministrative che in quelle penali. Per ciò che attiene le riscossioni, abbiamo 1185 miliardi di cartelle in deposito, una cosa del genere non è possibile. Bisogna intervenire, infine, anche su tributi diretti e indiretti allineando il reddito d’impresa con quello da lavoro autonomo”. “Il calo registrato dell’evasione fiscale – ha concluso il viceministro del Mef – è dovuto anche alle nuove tecnologie e all’introduzione della fatturazione elettronica. In tanti punti della delega si spinge su questi fattori, per questo abbiamo deciso di unificare le strutture tecnologiche Sogei e Sose, per avere una uniformità nella gestione dei dati”.

Sul concordato preventivo biennale è intervenuto Marco Cuchel, presidente nazionale di Anc: “Un nuovo istituto sul quale il governo ha puntato molto. Abbiamo inviato come associazione diverse proposte in merito e attendiamo di vedere come sarà licenziato dall’Esecutivo – ha detto – Nel frattempo siamo riusciti a incidere sul nuovo calendario fiscale, totalmente insostenibile per le imprese e per l’operatività dei nostri studi. Per fortuna il governo e le commissioni parlamentari si sono resi disponibili a ragionare su nuovi termini che dovrebbero conciliare le parti. I prossimi decreti legislativi, con la rivisitazione del sistema sanzionatorio e della riscossione, stanno molto a cuore alla nostra professione. Sul piano sanzionatorio abbiamo chiesto di rivedere le sanzioni dirette in materia tributaria per rendere assicurabili i professionisti. C’è poi la necessità di incidere in maniera forte sulla riscossione per alleggerire il magazzino in capo all’Agenzia divenuto insostenibile, stralciando i crediti inesigibili”. Diversi gli interventi dei parlamentari intervenuti nella prima tavola rotonda sul tema del decreto fiscale e del Concordato preventivo.

Alberto Gusmeroli, esponente della Lega e presidente della commissione Attività produttive a Montecitorio, ha sottolineato: “Speriamo vengano accolte le osservazioni delle commissioni Finanza di Camera e Senato. In particolare l’utilizzazione degli studi di settore Isa in modo che i termini per l’invio delle dichiarazioni non siano anticipati e siano di massimo utilizzo eliminando la valutazione ‘otto’ che poneva seri limiti. Il modo migliore per combattere l’evasione, oltre i controlli, è quello di avere sanzioni più umane, meno burocrazia, più equità. Se il fisco è semplice e meno pesante diventa concorrenziale rispetto all’evasione”. Andrea de Bertoldi, deputato di FdI e componente della commissione Finanze della Camera, ha ggiunto: “Apriremo il concordato a tutte le partite iva, non ci sarà più il limite di punteggio degli isa e tutti potranno accedere alla formula che l’amministrazione finanziaria riterrà di proporre. Una misura che dà certezze sugli introiti allo Stato e tranquillizza l’operatore economico che potrà operare serenamente senza temere problemi fiscali. Altre misure importanti sono quelle della riduzione delle tassazioni a carico delle casse dei professionisti affinché possano investire nell’economia reale, misure per le società tra professionisti”.

Luigi Marattin, di Italia Viva e componente commissione Bilancio della Camera ha espresso un giudizio favorevole sul concordato preventivo: “E’ un’opportunità che per il 5% dipende dalle regole che lo governano e per il restante 95% dipenderà da che proposte l’Agenzia farà ai contribuenti – ha detto – Da quali energie potranno essere messe in campo per strutturare le proposte. Mi chiedo se ci sia il personale per formulare milioni di proposte di concordato l’anno”. Cristina Tajani componente per il Pd della commissione Finanze del Senato ha aggiunto “Noi speriamo che il governo decida di non apportare le modifiche che la maggioranza propone come l’abolizione del livello otto degli Isa e il vincolo del 10% nella proposta. Sarebbero messaggi sbagliati che disincentiva dall’essere affidabili. Abbiamo sentito parole rassicuranti su questi punti dal viceministro Leo ma restano molte criticità sull’approccio complessivo di questo strumento”. Mario Turco, vice presidente del M5s si è invece epresso con valutazioni negative: “Il concordato sarà l’ennesimo fallimento di questo governo che obbligherà milioni di cittadini a rispondere a pretese tributarie illogiche senza una preventiva discussione sulla bontà della pretesa – ha detto – . In pratica si tratterà, da un lato, di un ricatto fiscale e dall’altra parte si trasformerà nell’ennesimo condono fiscale per tutti coloro che hanno già indicatori non positivi sulla affidabilità fiscale”. Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, ha sottolineato l’opportunità offerta dal dibattito: “il confronto con i parlamentari e con il governo è sempre utile – ha detto – E’ importante dialogare con chi comprende le esigenze in delle libere professioni. La visione sul futuro, in particolare sul ruolo dell’intelligenza artificiale, necessita di individuare soluzioni idonee e condivise”. Sulle opportunità offerte dalle nuove tecnologie è intervenuto poi Pierfrancesco Angeleri, presidente Assosoftware. “Il supporto delle nuove tecnologie è fondamentale nella lotta all’evasione e nella semplificazione del sistema fiscale – ha detto – Lo Stato e gli intermediari, in un mondo come quello dell’economia moderna, devono stipulare un’alleanza tra pubblico e privato. Una cooperazione per combattere la disintermediazione. Gli open data sono una risorsa preziosa, ma poi bisogna saperli utilizzare. E qui è fondamentale l’esperienza dei professionisti”. (nella foto: il vice ministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, e il presidente nazionale di Anc Marco Cuchel)

Al Niguarda il primo cuore artificiale impiantato in Lombardia

Al Niguarda il primo cuore artificiale impiantato in LombardiaMilano, 15 gen. (askanews) – Un cuore artificiale, munito di valvole biologiche, che va a sostituire totalmente il cuore con funzioni molto vicine a quelle fisiologiche. Sono le caratteristiche del device impiantato per la prima volta in Lombardia a Niguarda nei giorni scorsi. Il cuore artificiale di ultima generazione è stato utilizzato per trattare un paziente affetto da grave scompenso cardiaco con disfunzione del ventricolo sinistro e destro, da diversi mesi in attesa per un trapianto di cuore. L’intervento è stato effettuato con successo dall’équipe della Cardiochirurgia e Trapianto di cuore, diretta da Claudio Russo, e supportata dallo staff dell’Anestesia e Rianimazione Cardiotoracovascolare, diretto da Michele Mondino. Il nuovo device consentirà al paziente di affrontare con una migliore qualità di vita il periodo d’attesa in vista del trapianto cardiaco.

Il cuore artificiale di nuova generazione sostituisce totalmente il cuore nativo, che viene rimosso con un intervento cardiochirurgico in circolazione extracorporea. Il nuovo device si compone di una camera ventricolare sinistra ed una ventricolare destra. Questa configurazione lo differenzia dai sistemi di assistenza utilizzati normalmente, i cosiddetti VAD (Ventricular Assist Device), che risultano essere pompe a turbine miniaturizzate in grado di fornire un flusso sanguigno di tipo continuo (costante, senza una sistole e una diastole), con funzione di supporto pressoché esclusivo ventricolo sinistro. Il cuore artificiale con le sue quattro valvole biologiche (che corrispondono alle valvole tricuspide, polmonare, mitrale ed aorta del cuore nativo) è in grado invece di generare un flusso fisiologico di tipo pulsato (cioè con una pressione sistolica ed una diastolica come nel soggetto normale). “Questa caratteristica – sottolinea Claudio Russo- mette al riparo da tutte le possibili complicanze del flusso continuo; inoltre il cuore artificiale a valvole biologiche è dotato di sensori che permettono un adattamento dell’attività in base alle richieste dell’organismo, così come succede nel cuore nativo. Tra i vantaggi di questo nuovo device rientrano anche le superfici interne totalmente rivestite di membrane biologiche che richiedono bassi livelli di terapia anticoagulante con un ridotto rischio di complicanze correlate”.

L’intervento per l’impianto è una procedura piuttosto complessa in quanto richiede la totale rimozione del cuore nativo che viene sezionato a livello delle valvola tricuspide e mitrale. “La tecnica deve essere estremamente accurata per evitare qualsiasi rischio di emorragia- spiega Russo-.” Dopo avere completato le suture, il sistema viene attivato, sospendendo la circolazione extracorporea. La attivazione è di tipo elettromagnetico e l’energia viene fornita tramite un cavo percutaneo (cosi come anche nei VAD) che dall’esterno alimenta il sistema, totalmente alloggiato nel torace al posto del cuore nativo. Questo tipo di device rappresa un passo in avanti per migliorare la condizioni di chi va incontro a uno scompenso cardiaco biventricolare, tale da rendere necessario un trapianto cardiaco, ma che proprio per la compromissione di entrambi i ventricoli non può giovarsi dell’impianto di un VAD. La carenza di organi da trapiantare, purtroppo allunga notevolmente il periodo di attesa per questi pazienti. “Si consideri che l’attesa media in lista ordinaria per trapianto di cuore in Italia è di circa tre anni e una tecnologia che mima da vicino la fisiologia cuore può aiutare a portare nelle migliori condizioni possibili i pazienti ad affrontare il trapianto- conclude Russo- L’auspicio è che in un futuro prossimo, l’impiego del cuore artificiale possa perfezionarsi e divenire una soluzione alternativa definitiva al trapianto di cuore, in particolare per quelle categorie di malati con disfunzione cardiaca biventricolare e con controindicazioni (per età o malattie associate) al trapianto di cuore”.

Al via ristrutturazione autodromo di Monza: 140 giorni e 21 mln di costi

Al via ristrutturazione autodromo di Monza: 140 giorni e 21 mln di costiMilano, 8 gen. (askanews) – Ci vorranno 140 giorni, meno di sei mesi, per realizzare i lavori di ammodernamento dell’autodromo di Monza, partiti ufficialmente oggi con la presenza istituzionale, tra gli altri, del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Un investimento, quello necessario sul circuito di Monza, che stando alle cifre riportate dall’Automobile club d’Italia, azionista al 90% insieme ad Aci Milano (10%) della Sias società di gestione dell’autodromo, ammontano a 21 milioni, la stessa cifra diffusa da Invitalia, che in qualità di centrale di committenza per l’Aci, aveva comunicato a inizio gennaio l’aggiudicazione delle tre gare per l’intervento di riqualificazione di alcuni sottopassi dell’Autodromo, del viale di ingresso da Vedano, della pavimentazione della pista di Formula 1 nonché le relative opere idrauliche.

“Venerdì 30 agosto 2024, in occasione della 95esima edizione del ‘Pirelli Formula 1 Gran Premio d’Italia’, l’autodromo nazionale di Monza si presenterà a piloti, team, addetti ai lavori, media, tifosi e appassionati con anima e corpo completamente rinnovati”, ha annunciato l’Aci. “Siamo all’interno del secondo parco recintato in Europa come estensione, un parco vincolato, un tesoro da custodire anche per le generazioni future. All’interno di questo contesto abbiamo progettato e da oggi in avanti lavoreremo per la realizzazione di un progetto ambizioso che avrà come scopo, nel giro di tre anni, quello di completare un restyling significativo dell’Autodromo – ha detto Angelo Sticchi Damiani, presidente Automobile club Italia – L’obiettivo, quello di far sì che il nostro impianto si allinei ai migliori circuiti di tutto il mondo, come qualità dell’offerta fornita, conservando il plus degli oltre cento anni di storia, patrimonio unico dell’Autodromo nazionale Monza. Sempre nella ricerca di tenere ben saldo il timone, nello sviluppo del nostro cammino che inizia oggi, i primi interventi sono indirizzati a salvaguardare la fruibilità dell’impianto e la sicurezza del pubblico, cercando nel frattempo di arrivare, al prossimo gran premio, dando subito un’immagine nuova ed accattivante del circuito”. Gli investimenti, nel dettaglio, prevedono la realizzazione di una pavimentazione flessibile di nuova concezione, la demolizione e ricostruzione dei cordoli presenti lungo le curve, il rifacimento del sistema di raccolta delle acque e drenaggio, la riqualificazione del viale di ingresso da Vedano, la demolizione e ricostruzione di 3 sottopassi, la realizzazione di un nuovo sottopasso che collegherà Porta Vedano alla Parabolica, nuovi percorsi pedonali in calcestre. In tutti i sottopassi, per garantire al pubblico di seguire prove, qualifiche e gare nella massima sicurezza, traffico pedonale e veicolare saranno separati e ci sarà un nuovo accesso, funzionale e sicuro, per i mezzi pesanti.

“Noi dobbiamo incassare di più e autofinanziarci sempre di più – ha detto Sticchi Damiani – questo è quello che Aci vuole fare perchè meno potrà gravare sulle casse del sistema Italia e più sarà autonomo il Gp meglio sarà per tutti. Chi lo sa se non riusciremo a incassare un utile da tutto questo, sarebbe troppo bello ma recuperare un po’ degli investimenti fatti sarebbe anche giusto”. Oggi le fee pagate ammontano a 22 milioni di euro a stagione e dal 2017 Aci per l’Autodromo di Monza, a quanto si apprende, ha accumulato perdite per 46 milioni di euro. “Gli importanti lavori che iniziano qui oggi rappresentano il primo passo che serve ad adeguare l’impianto di Monza agli standard richiesti dalla moderna Formula 1 – ha detto Stefano Domenicali, presidente e ad Formula 1 – Non vedo l’ora che questi lavori siano completati in tempo per il Gran Premio d’Italia di settembre e auspico che l’intero programma di lavori continui nei prossimi anni”.

Contenzioso Tributario, Cataldi: limitare le sentenze semplificate

Contenzioso Tributario, Cataldi: limitare le sentenze semplificateMilano, 8 gen. (askanews) – “Il Decreto legislativo in materia di contenzioso tributario, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, contiene diverse misure rispetto alle quali, come associazione sindacale, abbiamo già avuto modo di esprimerci favorevolmente. Ma rispetto alle sentenze semplificate occorre evidenziare forti criticità che potrebbero andare a danno dei contribuenti”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.

“Si tratta – spiega Cataldi – di sentenze che si pongono in netto discrimine con l’esigenza, per i soggetti coinvolti nei giudizi, di vedere un pronunciamento il più possibile esaustivo nei loro confronti. Un pronunciamento adeguatamente motivato potrebbe evitare l’impugnazione e generare un effetto deflattivo del contenzioso. L’introduzione delle sentenze semplificate pertanto non convince, soprattutto se la pronuncia in tale forma risulta legata alla discrezionalità del giudice che in sede cautelare può definire il giudizio magari senza un adeguato contraddittorio processuale, in quanto il contribuente e il suo difensore non si aspettano la definizione del giudizio ma solo la pronuncia sulla richiesta cautelare”. Francesco Paolo Fabbri, componente della giunta nazionale e delegato al processo tributario, evidenzia che: “La norma consente in maniera esplicita che la motivazione della sentenza rinvii a un precedente conforme: circostanza contraria all’attuale assetto processuale in ambito fiscale e che non esclude, anzi in un certo senso legittima, che vengano richiamati indirizzi giurisprudenziali i quali, spesso, risultano lesivi della parte a cui viene richiesta la produzione delle ‘prove diaboliche’, come accade per gli accertamenti sulle società a ristretta base, laddove i contribuenti possono sfuggire alla pretesa di fatto solamente dimostrando di non aver ricevuto le medesime somme accertate”.

“Il rischio – conclude Fabbri – è che in un sistema caratterizzato dall’urgenza di una specifica preparazione in capo ai giudici, si giunga ad un’accresciuta platea di soggetti che vedono lesi i propri diritti e aspettative; e ciò non solamente sull’oggetto del contendere, bensì anche con riguardo alla stessa sentenza che ne determina le sorti”. L’auspicio, afferma Federico Giotti, vicepresidente dell’Unione, è dunque che “si possa ripensare all’opportunità di simile forma dei pronunciamenti, intervenendo al più presto eliminando la norma che dà la possibilità di ricorrere a sentenze semplificate di questo tipo. Così da salvaguardare in maniera piena il diritto di difesa per i soggetti che ne hanno interesse, a partire dal contraddittorio e fino ad una decisione che sia realmente giusta, sia dal punto di vista formale che sostanziale”. (nella foto: Francesco Cataldi, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili)

Salvini ricorda l’impegno di Maroni per salvare Gp di Monza: mai mollato

Salvini ricorda l’impegno di Maroni per salvare Gp di Monza: mai mollatoMilano, 8 gen. (askanews) – “E’ un bel modo di iniziare l’anno. Non so quante riunioni formali e informali abbiamo fatto in passato. Ricordo qualche anno fa quando era in dubbio la sopravvivenza del Gp a Monza, ricordo l’impegno di Roberto Maroni nel 2015 e 2016 e se oggi siamo qua a inaugurare i lavori è anche per lui. Nessuno ha mai mollato”. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ricorda Roberto Maroni durante il suo intervento in occasione dell’avvio dei lavori di ammodernamento dell’autodromo di Monza. Le sue parole in ricordo di Maroni hanno fatto scattare l’applauso della platea in memoria dell’ex ministro dell’Interno scomparso nel 2022.

Casa, Idealista: 13% resta sul mercato meno di 1 settimana

Casa, Idealista: 13% resta sul mercato meno di 1 settimanaMilano, 20 dic. (askanews) – Il 13% delle abitazioni disponibili su idealista, nell’ultimo trimestre, è stato venduto in meno di una settimana. A confermarlo è un’analisi pubblicata dall’Ufficio Studi del portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia in cui si evidenzia come il 6% delle case sia stato acquistato in un periodo di tempo compreso tra una settimana ed un mese; il 32% tra uno e tre mesi e il 37% tra 90 giorni ed un anno. Infine, il 12% degli immobili è stato venduto in un arco temporale superiore ad un anno.

Per quanto riguarda i mercati cittadini, Trieste (43%) presenta la percentuale più elevata di vendite in meno di una settimana. A seguire troviamo Salerno (36%), Firenze (28%), Milano (26%), Palermo (25%) e Roma (24%). Ben 27 città italiane fanno rilevare una percentuale di vendite express superiori alla media nazionale del 13%, con variazioni comprese tra il 23% di Bergamo ed il 14% di Monza e Latina. Seguono gli altri capoluoghi, con percentuali che vanno dal 13% di Livorno, Pesaro, Treviso e Pescara a degradare man mano sino all’un per cento di Matera ed Oristano. Negli altri archi temporali più ampi, i principali mercati cittadini, quali Roma e Milano, presentano variazioni più basse in quanto le compravendite risultano essere sempre più veloci e dinamiche. Infatti, negli annunci di vendita presenti da oltre un anno, Milano si attesta al 3%, mentre Roma al 6%.

Dal punto di vista provinciale, Trieste (37%) è la macro zona con il maggior numero di vendite express in meno di una settimana. La seguono Parma (31%), Firenze (24%) e Ravenna (21%). Altre 16 province hanno variazioni superiori alla media italiana del 13% comprese tra il 20% di Roma e Palermo ed il 14% di Belluno e Bolzano. Anche Milano (19%) e Venezia (18%) si collocano al di sopra della media nazionale. A seguire troviamo le restanti province con percentuali di vendite rapide in meno di una settimana che vanno dal 12% di Torino, Udine e Livorno a scendere fino al 2% di Vibo Valentia, Enna, Ragusa e Matera.

Cuchel: contribuenti in difficoltà per ingorgo scadenze fiscali

Cuchel: contribuenti in difficoltà per ingorgo scadenze fiscaliMilano, 19 dic. (askanews) – “I commercialisti italiani hanno lanciato un grido d’allarme rispetto al nuovo calendario fiscale previsto per l’anno 2024. Un ingorgo di scadenze che metterà in forte difficoltà imprese e professionisti. Ma soprattutto rischia di vanificare quelli che sono gli obiettivi del governo rispetto al nuovo istituto del concordato preventivo biennale, una modifica necessaria per poter essere efficace anche in termini di gettito”. Lo ha dichiarato Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, nel corso della conferenza stampa di presentazione delle proposte per un “Calendario fiscale 2024 sostenibile” formulate da Anc, Adc, Andoc, Fiddoc e Unico insieme a Confimi imprese e Assosoftware, che si è svolta all’hotel Nazionale a Roma.

“La riduzione degli scaglioni Irpef da quattro a tre aliquote – ha proseguito il presidente Cuchel – determinerà un risparmio fiscale di poche centinaia di euro per ditte individuali e famiglie. Bisogna invece prevedere una riduzione del carico fiscale ben più importante per rilanciare l’economia del Paese ma soprattutto renderla strutturale e non estemporanea come è avvenuto quest’anno”. Sulle criticità del calendario fiscale si è espresso Mario Pedrazzini, vicepresidente Assosoftware. “Nei prossimi mesi vedremo attuarsi una triplice convergenza: una contrazione dei termini per la presentazione dei redditi al 30 settembre; l’inserimento di un nuovo adempimento come il concordato biennale preventivo; infine una compresenza di flussi di informazione che devono arrivare all’Agenzia delle Entrate sia per il concordato che per le dichiarazioni – ha detto Pedrazzini – L’insieme di questi tre fattori causerà una congestione del calendario fiscale che non era nello spirito della riforma”.

Preoccupazione è stata espressa anche da Francesco Zuech, responsabile Coordinamento Fiscale Confimi: “L’anticipazione dei termini la presentazione della dichiarazione dei redditi mal si concilia soprattutto con l’aggiunta delle scadenze del concordato preventivo biennale e con un calendario che è già fitto di scadenze durante il periodo estivo – ha detto – Dal nostro punto di vista non c’è fretta nel dover per forza anticipare queste scadenze. La riforma è ambiziosa, ma le criticità che sono state evidenziate sono tali da ripensare il calendario in una logica più distensiva. Mancano anche altri interventi che sicuramente sul versante iva potrebbero alleviare la criticità operativa che non è solo dei professionisti ma anche delle imprese che devono misurarsi con tutte queste incombenze. Condividiamo perfettamente la proposta di Anc che rappresenta un punto di equilibrio tra le esigenze di professionisti e imprese e dell’amministrazione finanziaria dall’altra parte”. Secondo Antonio Misiani, responsabile economia e finanze del Pd: “le proposte e le critiche avanzate dalle associazioni dei commercialisti insieme a Confimi e Assosoftware sul calendario fiscale devono essere ascoltate dal governo e dall’amministrazione finanziaria”. “Il rischio è non solo il fallimento della riforma fiscale sul terreno del ridisegno delle imposte – ha detto Misiani – ma anche sul terreno delle semplificazioni degli adempimenti e delle scadenze. I dettagli attuativi si stanno rivelando un vero inferno, lontani anni luce da quelli che erano i propositi del governo”.

Critico Mario Turco (Movimento 5 stelle). “La riforma fiscale che non abbiamo condiviso né approvato non cambierà la vita dei cittadini contribuenti e soprattutto quella dei professionisti – ha aggiunto Turco – Il governo sta facendo una corsa contro il tempo per rendere attuativa una riforma per la quale il Paese non è pronto. Un calendario fiscale inconciliabile con quello delle imprese e dei professionisti stessi. Diciamo no a una riforma che invece di semplificare aggiunge altri adempimenti fiscali ingolfando gli studi professionali”. Per Mauro Del Barba (Italia Viva): “Questa delega sta deludendo le aspettative. Avevamo votato favorevolmente per i principi contenuti in tema di semplificazioni e tutela del contribuente che andavano nella giusta direzione. L’attuazione è però deludente e il calendario fiscale è il sintomo finale di questa incapacità di far fronte alla complessità di semplificare e venire incontro alle esigenze di imprese e professionisti”. (nella foto: un momento della conferenza stampa indetta da Anc, Adc, Andoc, Fiddoc e Unico insieme a Confimi imprese e Assosoftware per richiedere un “Calendario fiscale 2024 sostenibile”)

Iveco Bus fornirà 153 autobus elettrici ad Atm Milano

Iveco Bus fornirà 153 autobus elettrici ad Atm MilanoMilano, 19 dic. (askanews) – Iveco Bus ha firmato un contratto per la fornitura di 153 nuovi autobus elettrici all’Azienda Trasporti Milanesi, che gestisce il trasporto pubblico a Milano e nel suo hinterland. Il contratto, del valore di oltre 120 milioni di euro, rientra nel piano strategico di Atm per offrire una mobilità sempre più sostenibile e accessibile.

Atm è impegnata a convertire l’intera propria flotta urbana in 1.200 autobus elettrici e ad apportare le modifiche necessarie all’ecosistema circostante, compresi il rinnovamento dei depositi e la creazione di nuove strutture che saranno pienamente integrate nel disegno della città. L’arrivo dei nuovi veicoli elettrici Iveco Bus rappresenta un passo cruciale nel piano Full Electric di Atm: entro il 2026, la metà degli autobus in servizio a Milano saranno elettrici. L’appalto per i nuovi autobus comprende 153 mezzi elettrici da 12 metri e la loro manutenzione full service per 10 anni. Le prime consegne sono previste nel corso del primo trimestre del 2025, con tutti i veicoli che dovranno essere consegnati entro giugno 2026. “Siamo lieti di svolgere un ruolo importante nel percorso di Milano verso un futuro più sostenibile”, ha commentato Domenico Nucera, President, Bus Business Unit, Iveco Group. “La competitività del costo totale di esercizio dell’offerta di Iveco Bus, unita alla nostra prossimità al cliente, ci consente di fornire una soluzione su misura che soddisfa le esigenze specifiche di questa città dal ritmo incalzante.”

Commercialisti e politici a confronto su economia, giustizia, fisco

Commercialisti e politici a confronto su economia, giustizia, fiscoMilano, 11 dic. (askanews) – Giustizia, fisco, sviluppo economico: la Cnpr -la Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca – ha riunito politici e professionisti per un confronto su questi temi nell’ambito del forum nazionale dal titolo “Insieme per il Domani”. Al forum hanno partecipato, tra gli altri, il ministro Gilberto Pichetto Fratin, Francesco Paolo Sisto, Maurizio Leo, Lucia Albano, Massimo Bitonci, Paola Frassinetti, Gianluca Cantalamessa, Luciano D’Alfonso, Emiliano Fenu, Anna Laura Orrico, Tommaso Miele, Fulvio Baldi, Paola Severino, Danilo Iervolino, Loretana Cortis e Diego Buono.

Il ministro Pichetto Fratin, nel corso del suo intervento, ha sottolineato gli impegni presi e mantenuti dal nostro Paese nella lotta ai cambiamenti climatici. “Favorire la transizione ecologica è un dovere che abbiamo verso le nuove generazioni, ma al contempo rappresenta anche una grande opportunità – ha detto – Stiamo vivendo una nuova rivoluzione, caratterizzata da uno sviluppo senza precedenti, un forte cambiamento dovuto alle nuove tecnologie e alle nuove norme che ci pongono dinanzi a un grande impegno poiché siamo un Paese ricco e all’avanguardia e dobbiamo rimanere tale. Nella lotta ai cambiamenti climatici stiamo mantenendo gli impegni presi in sede internazionale e continueremo su questa strada come ribadito anche in sede di Cop 28 sul clima a Dubai”. Il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto è intervenuto sul rapporto tra giustizia e sistema economico . “L’impatto della giustizia ha i suoi effetti anche sull’economia – ha sottolineato il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto – perché le norme hanno un’efficacia che può determinare diverse scelte sul mercato. Dobbiamo scrivere buone norme rispettando la separazione dei poteri tra politica e magistratura. Ma le norme da sole non bastano. Occorre aumentare il numero dei magistrati, del personale tecnico, e investire nella digitalizzazione della giustizia”.

Di riforma del fisco ha parlato il viceministro del Mef Maurizio Leo: “Dal 1° gennaio inizieremo a emanare i primi sette-otto decreti attuativi della riforma fiscale così come avevamo previsto. Abbiamo poi uno spettro temporale di 24 mesi per procedere con gli altri decreti, ivi compresi quelli correttivi. Raccolgo la sfida lanciata dai professionisti per la costituzionalizzazione dello Statuto del Contribuente auspicando che l’iter parlamentare inizi al più presto”. Assicurazioni sul tema della rimodulazione del Pnrr sono giunte da Lucia Albano, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze: “Nell’ambito della rimodulazione del Pnrr non sarà definanziato alcun intervento per ciò che riguarda gli asili nido. Con il decreto Caivano sono già stati messi in campo 530 mln di euro e con il Piano 0-6 sono previsti altri 900 milioni per l’edilizia scolastica. Continueremo a investire nel capitale umano per garantire un futuro al nostro Paese”.

Aiutare le imprese a vincere la sfida dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile è la priorità sottolineata da Massimo Bitonci, sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy: “Stiamo lavorando ad una riforma del fondo di garanzia Pmi che tende a garantire le stesse coperture, caso unico a livello europeo, ricomprendendo anche la small mid cap che erano su Sace e il mondo del Terzo settore – ha detto Bitonci – Senza garanzie non c’è credito, per questo bisogna proseguire su questa strada per fronteggiare la riduzione del 5% dell’erogazione del credito da parte del sistema bancario determinato dall’aumento dei tassi d’interesse da parte della Bce”. Sviluppare la cultura a sostegno dell’economia è stato il tema affrontato da Paola Frassinetti, sottosegretario al ministero dell’Istruzione: “Cultura e istruzione possono contribuire allo sviluppo economico andando a intercettare i giovani talenti che sanno coniugare questi due termini.- ha detto Paola Frassinetti – E’ importante una cultura di qualità anche per le imprese così come è importante mantenere i collegamenti tra scuola e cultura e scuola e lavoro. Dobbiamo dare qualità ai titoli che i nostri giovani conseguono. Se da un lato la scuola non deve piegarsi al produttivismo, è anche vero che occorre facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro attraverso l’orientamento e con una riforma della filiera professionale tecnica cui stiamo dando vita”.

Le istanze degli enti previdenziali sono state illustrate dal ‘padrone di casa’ Diego Buono, presidente della Cassa di previdenza dei geometri liberi professionisti. “Le Casse hanno dimostrato di saper lavorare bene guardando a una sostenibilità a 30 e 50 anni valorizzando i loro patrimoni immobiliari e garantendo agli iscritti assistenza sanitaria, al reddito e alla costruzione del futuro previdenziale – ha sottolineato Buono – Chiediamo al governo di affrontare diversi temi fondamentali come il problema della doppia tassazione, così come la tassazione degli investimenti che oggi è al 26%, superiore addirittura ai fondi pensioni complementari di secondo livello”. I lavori delle tavole rotonde sono stati arricchiti dagli interventi di Anna Laura Orrico (deputato del M5s in Commissione Cultura della Camera), Gianluca Cantalamessa (capogruppo della Lega in commissione Industria al Senato), Emiliano Fenu (capogruppo del M5s in Commissione Finanze a Montecitorio), Tommaso Miele (presidente aggiunto della Corte dei Conti), Fulvio Baldi (sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione), Paola Severino (presidente della Scuola nazionale della PA), Luciano D’Alfonso (deputato del Pd in Commissione Finanze alla Camera), Danilo Iervolino (presidente della salernitana Calcio ed editore de L’Espresso) e Loretana Cortis (direttore Affari Istituzionale Gruppo Fincantieri). Per i professionisti sono intervenuti Mario Chiappuella (commercialista e revisore dell’Odcec di Massa Carrara) e Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili) per i quali “sicuramente la cultura e l’istruzione sono le basi senza le quali nessuna crescita è possibile. Scuola e cultura sono i settori dove, in assoluto, è indispensabile investire di più affinché contribuiscano in modo determinante allo sviluppo economico del Paese”.