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Al Niguarda il primo cuore artificiale impiantato in Lombardia

Al Niguarda il primo cuore artificiale impiantato in LombardiaMilano, 15 gen. (askanews) – Un cuore artificiale, munito di valvole biologiche, che va a sostituire totalmente il cuore con funzioni molto vicine a quelle fisiologiche. Sono le caratteristiche del device impiantato per la prima volta in Lombardia a Niguarda nei giorni scorsi. Il cuore artificiale di ultima generazione è stato utilizzato per trattare un paziente affetto da grave scompenso cardiaco con disfunzione del ventricolo sinistro e destro, da diversi mesi in attesa per un trapianto di cuore. L’intervento è stato effettuato con successo dall’équipe della Cardiochirurgia e Trapianto di cuore, diretta da Claudio Russo, e supportata dallo staff dell’Anestesia e Rianimazione Cardiotoracovascolare, diretto da Michele Mondino. Il nuovo device consentirà al paziente di affrontare con una migliore qualità di vita il periodo d’attesa in vista del trapianto cardiaco.

Il cuore artificiale di nuova generazione sostituisce totalmente il cuore nativo, che viene rimosso con un intervento cardiochirurgico in circolazione extracorporea. Il nuovo device si compone di una camera ventricolare sinistra ed una ventricolare destra. Questa configurazione lo differenzia dai sistemi di assistenza utilizzati normalmente, i cosiddetti VAD (Ventricular Assist Device), che risultano essere pompe a turbine miniaturizzate in grado di fornire un flusso sanguigno di tipo continuo (costante, senza una sistole e una diastole), con funzione di supporto pressoché esclusivo ventricolo sinistro. Il cuore artificiale con le sue quattro valvole biologiche (che corrispondono alle valvole tricuspide, polmonare, mitrale ed aorta del cuore nativo) è in grado invece di generare un flusso fisiologico di tipo pulsato (cioè con una pressione sistolica ed una diastolica come nel soggetto normale). “Questa caratteristica – sottolinea Claudio Russo- mette al riparo da tutte le possibili complicanze del flusso continuo; inoltre il cuore artificiale a valvole biologiche è dotato di sensori che permettono un adattamento dell’attività in base alle richieste dell’organismo, così come succede nel cuore nativo. Tra i vantaggi di questo nuovo device rientrano anche le superfici interne totalmente rivestite di membrane biologiche che richiedono bassi livelli di terapia anticoagulante con un ridotto rischio di complicanze correlate”.

L’intervento per l’impianto è una procedura piuttosto complessa in quanto richiede la totale rimozione del cuore nativo che viene sezionato a livello delle valvola tricuspide e mitrale. “La tecnica deve essere estremamente accurata per evitare qualsiasi rischio di emorragia- spiega Russo-.” Dopo avere completato le suture, il sistema viene attivato, sospendendo la circolazione extracorporea. La attivazione è di tipo elettromagnetico e l’energia viene fornita tramite un cavo percutaneo (cosi come anche nei VAD) che dall’esterno alimenta il sistema, totalmente alloggiato nel torace al posto del cuore nativo. Questo tipo di device rappresa un passo in avanti per migliorare la condizioni di chi va incontro a uno scompenso cardiaco biventricolare, tale da rendere necessario un trapianto cardiaco, ma che proprio per la compromissione di entrambi i ventricoli non può giovarsi dell’impianto di un VAD. La carenza di organi da trapiantare, purtroppo allunga notevolmente il periodo di attesa per questi pazienti. “Si consideri che l’attesa media in lista ordinaria per trapianto di cuore in Italia è di circa tre anni e una tecnologia che mima da vicino la fisiologia cuore può aiutare a portare nelle migliori condizioni possibili i pazienti ad affrontare il trapianto- conclude Russo- L’auspicio è che in un futuro prossimo, l’impiego del cuore artificiale possa perfezionarsi e divenire una soluzione alternativa definitiva al trapianto di cuore, in particolare per quelle categorie di malati con disfunzione cardiaca biventricolare e con controindicazioni (per età o malattie associate) al trapianto di cuore”.

Al via ristrutturazione autodromo di Monza: 140 giorni e 21 mln di costi

Al via ristrutturazione autodromo di Monza: 140 giorni e 21 mln di costiMilano, 8 gen. (askanews) – Ci vorranno 140 giorni, meno di sei mesi, per realizzare i lavori di ammodernamento dell’autodromo di Monza, partiti ufficialmente oggi con la presenza istituzionale, tra gli altri, del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Un investimento, quello necessario sul circuito di Monza, che stando alle cifre riportate dall’Automobile club d’Italia, azionista al 90% insieme ad Aci Milano (10%) della Sias società di gestione dell’autodromo, ammontano a 21 milioni, la stessa cifra diffusa da Invitalia, che in qualità di centrale di committenza per l’Aci, aveva comunicato a inizio gennaio l’aggiudicazione delle tre gare per l’intervento di riqualificazione di alcuni sottopassi dell’Autodromo, del viale di ingresso da Vedano, della pavimentazione della pista di Formula 1 nonché le relative opere idrauliche.

“Venerdì 30 agosto 2024, in occasione della 95esima edizione del ‘Pirelli Formula 1 Gran Premio d’Italia’, l’autodromo nazionale di Monza si presenterà a piloti, team, addetti ai lavori, media, tifosi e appassionati con anima e corpo completamente rinnovati”, ha annunciato l’Aci. “Siamo all’interno del secondo parco recintato in Europa come estensione, un parco vincolato, un tesoro da custodire anche per le generazioni future. All’interno di questo contesto abbiamo progettato e da oggi in avanti lavoreremo per la realizzazione di un progetto ambizioso che avrà come scopo, nel giro di tre anni, quello di completare un restyling significativo dell’Autodromo – ha detto Angelo Sticchi Damiani, presidente Automobile club Italia – L’obiettivo, quello di far sì che il nostro impianto si allinei ai migliori circuiti di tutto il mondo, come qualità dell’offerta fornita, conservando il plus degli oltre cento anni di storia, patrimonio unico dell’Autodromo nazionale Monza. Sempre nella ricerca di tenere ben saldo il timone, nello sviluppo del nostro cammino che inizia oggi, i primi interventi sono indirizzati a salvaguardare la fruibilità dell’impianto e la sicurezza del pubblico, cercando nel frattempo di arrivare, al prossimo gran premio, dando subito un’immagine nuova ed accattivante del circuito”. Gli investimenti, nel dettaglio, prevedono la realizzazione di una pavimentazione flessibile di nuova concezione, la demolizione e ricostruzione dei cordoli presenti lungo le curve, il rifacimento del sistema di raccolta delle acque e drenaggio, la riqualificazione del viale di ingresso da Vedano, la demolizione e ricostruzione di 3 sottopassi, la realizzazione di un nuovo sottopasso che collegherà Porta Vedano alla Parabolica, nuovi percorsi pedonali in calcestre. In tutti i sottopassi, per garantire al pubblico di seguire prove, qualifiche e gare nella massima sicurezza, traffico pedonale e veicolare saranno separati e ci sarà un nuovo accesso, funzionale e sicuro, per i mezzi pesanti.

“Noi dobbiamo incassare di più e autofinanziarci sempre di più – ha detto Sticchi Damiani – questo è quello che Aci vuole fare perchè meno potrà gravare sulle casse del sistema Italia e più sarà autonomo il Gp meglio sarà per tutti. Chi lo sa se non riusciremo a incassare un utile da tutto questo, sarebbe troppo bello ma recuperare un po’ degli investimenti fatti sarebbe anche giusto”. Oggi le fee pagate ammontano a 22 milioni di euro a stagione e dal 2017 Aci per l’Autodromo di Monza, a quanto si apprende, ha accumulato perdite per 46 milioni di euro. “Gli importanti lavori che iniziano qui oggi rappresentano il primo passo che serve ad adeguare l’impianto di Monza agli standard richiesti dalla moderna Formula 1 – ha detto Stefano Domenicali, presidente e ad Formula 1 – Non vedo l’ora che questi lavori siano completati in tempo per il Gran Premio d’Italia di settembre e auspico che l’intero programma di lavori continui nei prossimi anni”.

Contenzioso Tributario, Cataldi: limitare le sentenze semplificate

Contenzioso Tributario, Cataldi: limitare le sentenze semplificateMilano, 8 gen. (askanews) – “Il Decreto legislativo in materia di contenzioso tributario, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, contiene diverse misure rispetto alle quali, come associazione sindacale, abbiamo già avuto modo di esprimerci favorevolmente. Ma rispetto alle sentenze semplificate occorre evidenziare forti criticità che potrebbero andare a danno dei contribuenti”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.

“Si tratta – spiega Cataldi – di sentenze che si pongono in netto discrimine con l’esigenza, per i soggetti coinvolti nei giudizi, di vedere un pronunciamento il più possibile esaustivo nei loro confronti. Un pronunciamento adeguatamente motivato potrebbe evitare l’impugnazione e generare un effetto deflattivo del contenzioso. L’introduzione delle sentenze semplificate pertanto non convince, soprattutto se la pronuncia in tale forma risulta legata alla discrezionalità del giudice che in sede cautelare può definire il giudizio magari senza un adeguato contraddittorio processuale, in quanto il contribuente e il suo difensore non si aspettano la definizione del giudizio ma solo la pronuncia sulla richiesta cautelare”. Francesco Paolo Fabbri, componente della giunta nazionale e delegato al processo tributario, evidenzia che: “La norma consente in maniera esplicita che la motivazione della sentenza rinvii a un precedente conforme: circostanza contraria all’attuale assetto processuale in ambito fiscale e che non esclude, anzi in un certo senso legittima, che vengano richiamati indirizzi giurisprudenziali i quali, spesso, risultano lesivi della parte a cui viene richiesta la produzione delle ‘prove diaboliche’, come accade per gli accertamenti sulle società a ristretta base, laddove i contribuenti possono sfuggire alla pretesa di fatto solamente dimostrando di non aver ricevuto le medesime somme accertate”.

“Il rischio – conclude Fabbri – è che in un sistema caratterizzato dall’urgenza di una specifica preparazione in capo ai giudici, si giunga ad un’accresciuta platea di soggetti che vedono lesi i propri diritti e aspettative; e ciò non solamente sull’oggetto del contendere, bensì anche con riguardo alla stessa sentenza che ne determina le sorti”. L’auspicio, afferma Federico Giotti, vicepresidente dell’Unione, è dunque che “si possa ripensare all’opportunità di simile forma dei pronunciamenti, intervenendo al più presto eliminando la norma che dà la possibilità di ricorrere a sentenze semplificate di questo tipo. Così da salvaguardare in maniera piena il diritto di difesa per i soggetti che ne hanno interesse, a partire dal contraddittorio e fino ad una decisione che sia realmente giusta, sia dal punto di vista formale che sostanziale”. (nella foto: Francesco Cataldi, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili)

Salvini ricorda l’impegno di Maroni per salvare Gp di Monza: mai mollato

Salvini ricorda l’impegno di Maroni per salvare Gp di Monza: mai mollatoMilano, 8 gen. (askanews) – “E’ un bel modo di iniziare l’anno. Non so quante riunioni formali e informali abbiamo fatto in passato. Ricordo qualche anno fa quando era in dubbio la sopravvivenza del Gp a Monza, ricordo l’impegno di Roberto Maroni nel 2015 e 2016 e se oggi siamo qua a inaugurare i lavori è anche per lui. Nessuno ha mai mollato”. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ricorda Roberto Maroni durante il suo intervento in occasione dell’avvio dei lavori di ammodernamento dell’autodromo di Monza. Le sue parole in ricordo di Maroni hanno fatto scattare l’applauso della platea in memoria dell’ex ministro dell’Interno scomparso nel 2022.

Casa, Idealista: 13% resta sul mercato meno di 1 settimana

Casa, Idealista: 13% resta sul mercato meno di 1 settimanaMilano, 20 dic. (askanews) – Il 13% delle abitazioni disponibili su idealista, nell’ultimo trimestre, è stato venduto in meno di una settimana. A confermarlo è un’analisi pubblicata dall’Ufficio Studi del portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia in cui si evidenzia come il 6% delle case sia stato acquistato in un periodo di tempo compreso tra una settimana ed un mese; il 32% tra uno e tre mesi e il 37% tra 90 giorni ed un anno. Infine, il 12% degli immobili è stato venduto in un arco temporale superiore ad un anno.

Per quanto riguarda i mercati cittadini, Trieste (43%) presenta la percentuale più elevata di vendite in meno di una settimana. A seguire troviamo Salerno (36%), Firenze (28%), Milano (26%), Palermo (25%) e Roma (24%). Ben 27 città italiane fanno rilevare una percentuale di vendite express superiori alla media nazionale del 13%, con variazioni comprese tra il 23% di Bergamo ed il 14% di Monza e Latina. Seguono gli altri capoluoghi, con percentuali che vanno dal 13% di Livorno, Pesaro, Treviso e Pescara a degradare man mano sino all’un per cento di Matera ed Oristano. Negli altri archi temporali più ampi, i principali mercati cittadini, quali Roma e Milano, presentano variazioni più basse in quanto le compravendite risultano essere sempre più veloci e dinamiche. Infatti, negli annunci di vendita presenti da oltre un anno, Milano si attesta al 3%, mentre Roma al 6%.

Dal punto di vista provinciale, Trieste (37%) è la macro zona con il maggior numero di vendite express in meno di una settimana. La seguono Parma (31%), Firenze (24%) e Ravenna (21%). Altre 16 province hanno variazioni superiori alla media italiana del 13% comprese tra il 20% di Roma e Palermo ed il 14% di Belluno e Bolzano. Anche Milano (19%) e Venezia (18%) si collocano al di sopra della media nazionale. A seguire troviamo le restanti province con percentuali di vendite rapide in meno di una settimana che vanno dal 12% di Torino, Udine e Livorno a scendere fino al 2% di Vibo Valentia, Enna, Ragusa e Matera.

Cuchel: contribuenti in difficoltà per ingorgo scadenze fiscali

Cuchel: contribuenti in difficoltà per ingorgo scadenze fiscaliMilano, 19 dic. (askanews) – “I commercialisti italiani hanno lanciato un grido d’allarme rispetto al nuovo calendario fiscale previsto per l’anno 2024. Un ingorgo di scadenze che metterà in forte difficoltà imprese e professionisti. Ma soprattutto rischia di vanificare quelli che sono gli obiettivi del governo rispetto al nuovo istituto del concordato preventivo biennale, una modifica necessaria per poter essere efficace anche in termini di gettito”. Lo ha dichiarato Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, nel corso della conferenza stampa di presentazione delle proposte per un “Calendario fiscale 2024 sostenibile” formulate da Anc, Adc, Andoc, Fiddoc e Unico insieme a Confimi imprese e Assosoftware, che si è svolta all’hotel Nazionale a Roma.

“La riduzione degli scaglioni Irpef da quattro a tre aliquote – ha proseguito il presidente Cuchel – determinerà un risparmio fiscale di poche centinaia di euro per ditte individuali e famiglie. Bisogna invece prevedere una riduzione del carico fiscale ben più importante per rilanciare l’economia del Paese ma soprattutto renderla strutturale e non estemporanea come è avvenuto quest’anno”. Sulle criticità del calendario fiscale si è espresso Mario Pedrazzini, vicepresidente Assosoftware. “Nei prossimi mesi vedremo attuarsi una triplice convergenza: una contrazione dei termini per la presentazione dei redditi al 30 settembre; l’inserimento di un nuovo adempimento come il concordato biennale preventivo; infine una compresenza di flussi di informazione che devono arrivare all’Agenzia delle Entrate sia per il concordato che per le dichiarazioni – ha detto Pedrazzini – L’insieme di questi tre fattori causerà una congestione del calendario fiscale che non era nello spirito della riforma”.

Preoccupazione è stata espressa anche da Francesco Zuech, responsabile Coordinamento Fiscale Confimi: “L’anticipazione dei termini la presentazione della dichiarazione dei redditi mal si concilia soprattutto con l’aggiunta delle scadenze del concordato preventivo biennale e con un calendario che è già fitto di scadenze durante il periodo estivo – ha detto – Dal nostro punto di vista non c’è fretta nel dover per forza anticipare queste scadenze. La riforma è ambiziosa, ma le criticità che sono state evidenziate sono tali da ripensare il calendario in una logica più distensiva. Mancano anche altri interventi che sicuramente sul versante iva potrebbero alleviare la criticità operativa che non è solo dei professionisti ma anche delle imprese che devono misurarsi con tutte queste incombenze. Condividiamo perfettamente la proposta di Anc che rappresenta un punto di equilibrio tra le esigenze di professionisti e imprese e dell’amministrazione finanziaria dall’altra parte”. Secondo Antonio Misiani, responsabile economia e finanze del Pd: “le proposte e le critiche avanzate dalle associazioni dei commercialisti insieme a Confimi e Assosoftware sul calendario fiscale devono essere ascoltate dal governo e dall’amministrazione finanziaria”. “Il rischio è non solo il fallimento della riforma fiscale sul terreno del ridisegno delle imposte – ha detto Misiani – ma anche sul terreno delle semplificazioni degli adempimenti e delle scadenze. I dettagli attuativi si stanno rivelando un vero inferno, lontani anni luce da quelli che erano i propositi del governo”.

Critico Mario Turco (Movimento 5 stelle). “La riforma fiscale che non abbiamo condiviso né approvato non cambierà la vita dei cittadini contribuenti e soprattutto quella dei professionisti – ha aggiunto Turco – Il governo sta facendo una corsa contro il tempo per rendere attuativa una riforma per la quale il Paese non è pronto. Un calendario fiscale inconciliabile con quello delle imprese e dei professionisti stessi. Diciamo no a una riforma che invece di semplificare aggiunge altri adempimenti fiscali ingolfando gli studi professionali”. Per Mauro Del Barba (Italia Viva): “Questa delega sta deludendo le aspettative. Avevamo votato favorevolmente per i principi contenuti in tema di semplificazioni e tutela del contribuente che andavano nella giusta direzione. L’attuazione è però deludente e il calendario fiscale è il sintomo finale di questa incapacità di far fronte alla complessità di semplificare e venire incontro alle esigenze di imprese e professionisti”. (nella foto: un momento della conferenza stampa indetta da Anc, Adc, Andoc, Fiddoc e Unico insieme a Confimi imprese e Assosoftware per richiedere un “Calendario fiscale 2024 sostenibile”)

Iveco Bus fornirà 153 autobus elettrici ad Atm Milano

Iveco Bus fornirà 153 autobus elettrici ad Atm MilanoMilano, 19 dic. (askanews) – Iveco Bus ha firmato un contratto per la fornitura di 153 nuovi autobus elettrici all’Azienda Trasporti Milanesi, che gestisce il trasporto pubblico a Milano e nel suo hinterland. Il contratto, del valore di oltre 120 milioni di euro, rientra nel piano strategico di Atm per offrire una mobilità sempre più sostenibile e accessibile.

Atm è impegnata a convertire l’intera propria flotta urbana in 1.200 autobus elettrici e ad apportare le modifiche necessarie all’ecosistema circostante, compresi il rinnovamento dei depositi e la creazione di nuove strutture che saranno pienamente integrate nel disegno della città. L’arrivo dei nuovi veicoli elettrici Iveco Bus rappresenta un passo cruciale nel piano Full Electric di Atm: entro il 2026, la metà degli autobus in servizio a Milano saranno elettrici. L’appalto per i nuovi autobus comprende 153 mezzi elettrici da 12 metri e la loro manutenzione full service per 10 anni. Le prime consegne sono previste nel corso del primo trimestre del 2025, con tutti i veicoli che dovranno essere consegnati entro giugno 2026. “Siamo lieti di svolgere un ruolo importante nel percorso di Milano verso un futuro più sostenibile”, ha commentato Domenico Nucera, President, Bus Business Unit, Iveco Group. “La competitività del costo totale di esercizio dell’offerta di Iveco Bus, unita alla nostra prossimità al cliente, ci consente di fornire una soluzione su misura che soddisfa le esigenze specifiche di questa città dal ritmo incalzante.”

Commercialisti e politici a confronto su economia, giustizia, fisco

Commercialisti e politici a confronto su economia, giustizia, fiscoMilano, 11 dic. (askanews) – Giustizia, fisco, sviluppo economico: la Cnpr -la Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca – ha riunito politici e professionisti per un confronto su questi temi nell’ambito del forum nazionale dal titolo “Insieme per il Domani”. Al forum hanno partecipato, tra gli altri, il ministro Gilberto Pichetto Fratin, Francesco Paolo Sisto, Maurizio Leo, Lucia Albano, Massimo Bitonci, Paola Frassinetti, Gianluca Cantalamessa, Luciano D’Alfonso, Emiliano Fenu, Anna Laura Orrico, Tommaso Miele, Fulvio Baldi, Paola Severino, Danilo Iervolino, Loretana Cortis e Diego Buono.

Il ministro Pichetto Fratin, nel corso del suo intervento, ha sottolineato gli impegni presi e mantenuti dal nostro Paese nella lotta ai cambiamenti climatici. “Favorire la transizione ecologica è un dovere che abbiamo verso le nuove generazioni, ma al contempo rappresenta anche una grande opportunità – ha detto – Stiamo vivendo una nuova rivoluzione, caratterizzata da uno sviluppo senza precedenti, un forte cambiamento dovuto alle nuove tecnologie e alle nuove norme che ci pongono dinanzi a un grande impegno poiché siamo un Paese ricco e all’avanguardia e dobbiamo rimanere tale. Nella lotta ai cambiamenti climatici stiamo mantenendo gli impegni presi in sede internazionale e continueremo su questa strada come ribadito anche in sede di Cop 28 sul clima a Dubai”. Il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto è intervenuto sul rapporto tra giustizia e sistema economico . “L’impatto della giustizia ha i suoi effetti anche sull’economia – ha sottolineato il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto – perché le norme hanno un’efficacia che può determinare diverse scelte sul mercato. Dobbiamo scrivere buone norme rispettando la separazione dei poteri tra politica e magistratura. Ma le norme da sole non bastano. Occorre aumentare il numero dei magistrati, del personale tecnico, e investire nella digitalizzazione della giustizia”.

Di riforma del fisco ha parlato il viceministro del Mef Maurizio Leo: “Dal 1° gennaio inizieremo a emanare i primi sette-otto decreti attuativi della riforma fiscale così come avevamo previsto. Abbiamo poi uno spettro temporale di 24 mesi per procedere con gli altri decreti, ivi compresi quelli correttivi. Raccolgo la sfida lanciata dai professionisti per la costituzionalizzazione dello Statuto del Contribuente auspicando che l’iter parlamentare inizi al più presto”. Assicurazioni sul tema della rimodulazione del Pnrr sono giunte da Lucia Albano, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze: “Nell’ambito della rimodulazione del Pnrr non sarà definanziato alcun intervento per ciò che riguarda gli asili nido. Con il decreto Caivano sono già stati messi in campo 530 mln di euro e con il Piano 0-6 sono previsti altri 900 milioni per l’edilizia scolastica. Continueremo a investire nel capitale umano per garantire un futuro al nostro Paese”.

Aiutare le imprese a vincere la sfida dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile è la priorità sottolineata da Massimo Bitonci, sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy: “Stiamo lavorando ad una riforma del fondo di garanzia Pmi che tende a garantire le stesse coperture, caso unico a livello europeo, ricomprendendo anche la small mid cap che erano su Sace e il mondo del Terzo settore – ha detto Bitonci – Senza garanzie non c’è credito, per questo bisogna proseguire su questa strada per fronteggiare la riduzione del 5% dell’erogazione del credito da parte del sistema bancario determinato dall’aumento dei tassi d’interesse da parte della Bce”. Sviluppare la cultura a sostegno dell’economia è stato il tema affrontato da Paola Frassinetti, sottosegretario al ministero dell’Istruzione: “Cultura e istruzione possono contribuire allo sviluppo economico andando a intercettare i giovani talenti che sanno coniugare questi due termini.- ha detto Paola Frassinetti – E’ importante una cultura di qualità anche per le imprese così come è importante mantenere i collegamenti tra scuola e cultura e scuola e lavoro. Dobbiamo dare qualità ai titoli che i nostri giovani conseguono. Se da un lato la scuola non deve piegarsi al produttivismo, è anche vero che occorre facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro attraverso l’orientamento e con una riforma della filiera professionale tecnica cui stiamo dando vita”.

Le istanze degli enti previdenziali sono state illustrate dal ‘padrone di casa’ Diego Buono, presidente della Cassa di previdenza dei geometri liberi professionisti. “Le Casse hanno dimostrato di saper lavorare bene guardando a una sostenibilità a 30 e 50 anni valorizzando i loro patrimoni immobiliari e garantendo agli iscritti assistenza sanitaria, al reddito e alla costruzione del futuro previdenziale – ha sottolineato Buono – Chiediamo al governo di affrontare diversi temi fondamentali come il problema della doppia tassazione, così come la tassazione degli investimenti che oggi è al 26%, superiore addirittura ai fondi pensioni complementari di secondo livello”. I lavori delle tavole rotonde sono stati arricchiti dagli interventi di Anna Laura Orrico (deputato del M5s in Commissione Cultura della Camera), Gianluca Cantalamessa (capogruppo della Lega in commissione Industria al Senato), Emiliano Fenu (capogruppo del M5s in Commissione Finanze a Montecitorio), Tommaso Miele (presidente aggiunto della Corte dei Conti), Fulvio Baldi (sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione), Paola Severino (presidente della Scuola nazionale della PA), Luciano D’Alfonso (deputato del Pd in Commissione Finanze alla Camera), Danilo Iervolino (presidente della salernitana Calcio ed editore de L’Espresso) e Loretana Cortis (direttore Affari Istituzionale Gruppo Fincantieri). Per i professionisti sono intervenuti Mario Chiappuella (commercialista e revisore dell’Odcec di Massa Carrara) e Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili) per i quali “sicuramente la cultura e l’istruzione sono le basi senza le quali nessuna crescita è possibile. Scuola e cultura sono i settori dove, in assoluto, è indispensabile investire di più affinché contribuiscano in modo determinante allo sviluppo economico del Paese”.

Cuchel: dal governo ora scelte più coraggiose a favore contribuenti

Cuchel: dal governo ora scelte più coraggiose a favore contribuentiMilano, 4 dic. (askanews) – “Il futuro della nostra professione passa per scelte del governo che devono essere più coraggiose e maggiormente a favore dei contribuenti, riequilibrando i rapporti dei professionisti e dei loro clienti con il Fisco. Ci aspettavamo di più, in questo senso, dalla riforma del fisco varata dal governo Meloni”. Sono le sollecitazioni rilanciate da Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, nel corso del Cnpr forum “Quale sarà il rapporto tra Fisco e contribuenti?”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

“Abbiamo espresso perplessità sul riordino del calendario fiscale che continua a sovrapporre diverse scadenze che mettono in difficoltà i professionisti e i contribuenti. In quest’ottica avevamo chiesto lo spostamento della seconda rata della rottamazione quater per venire incontro alle esigenze di migliaia di imprese. Si tratta del 10% dell’intero debito che era in sovrapposizione con altre scadenze come l’acconto delle tasse di novembre – ha proseguito Cuchel – Altro passo importante è l’avvio del percorso di costituzionalizzazione dello ‘Statuto del Contribuente’, un passaggio che finalmente riconoscerebbe pari dignità nel dialogo tra amministrazione finanziaria e cittadini”. “Il Pil italiano aumenterà dello 0,7% – ha sostenuto nel corso dei lavori Enrico Terzani, presidente dell’Odcec di Firenze – un dato modesto che però testimonia che esiste un tessuto industriale che lentamente si sta riprendendo. Bisogna allora essere ottimisti perché lo sviluppo economico produrrà opportunità di crescita anche per noi”.

Sul rapporto con Governo e Parlamento si è soffermata Marcella Caradonna, numero uno dei commercialisti di Milano: “Il rapporto con le istituzioni deve essere sinergico – ha detto – dobbiamo essere ascoltati di più prendendo atto del fatto che i professionisti sono sia interpreti delle volontà politiche del legislatore che delle esigenze di cittadini e imprese”. Del nuovo fisco ha parlato anche Massimo Miani, past president Cndcec: “Questa riforma fiscale per ora ha solo enunciazioni – ha sottolineato Miani – Il rapporto ‘fisco-contribuente’ non dovrebbe dipendere dalle risorse ma spesso il gettito e il suo recupero vanno al di là delle vere ragioni poste dall’Agenzia delle Entrate”.

Sul futuro della professione Claudio Siciliotti, past president Cndcec, ha detto: “Viviamo costantemente momenti di difficoltà economica. In questo quadro dobbiamo essere noi a parlare alla gente e alla politica, proponendoci come interlocutori per scrivere una vera riforma fiscale”. Gerardo Longobardi , past president Cndcec, si è soffermato sulle aggregazioni tra professionisti: “Sono fermamente convinto che la nostra professione abbia un futuro. Credo nelle aggregazioni tra professionisti che valorizzino le forti competenze che abbiamo per ciascuna delle attività che svolgiamo”.

Il supporto alle professioni delle nuove tecnologie è stato sottolineato da Mario Pedrazzini, vicepresidente di Assosoftware: “Nella legge delega ci sono novità apprezzabili ed elementi che richiedono una declinazione pratica e operativa affinché diventi un modello di semplificazione per fisco e contribuenti – ha detto Pedrazzini – Noi daremo strumenti che sono garanzia di compliance e di supporto per i professionisti che vedranno sulle loro scrivanie importanti carichi di lavoro”. (nella foto: Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale)

Lombardia: con il bando Coopstartup nascono le imprese del futuro

Lombardia: con il bando Coopstartup nascono le imprese del futuroMilano, 29 nov. (askanews) – “Se l’idea spacca, questo è il momento giusto!”. Con questo claim Legacoop Lombardia e Coopfond promuovono il bando “Coopstartup Lombardia” nato per far nascere nuove imprese cooperative impegnate in progetti di sviluppo sostenibile. Il bando, alla sua prima edizione in Lombardia, è stato oggetto di una presentazione presso la Biblioteca Braidense di Milano a circa un mese dall’apertura delle candidature.

Il bando è aperto a tutti i cittadini e a tutti gli ambiti settoriali, ed è rivolto a gruppi di almeno tre persone che intendano fondare una startup cooperativa con sede legale e operativa in Lombardia. Le candidature al bando dovranno essere presentate entro le ore 14.00 del 10 gennaio 2024 iscrivendosi alla piattaformawww.legacooplombardia.it/bando-coopstartup. Nel periodo di apertura della call to action, attraverso la piattaforma di e-learning “10 steps and go” realizzata da Fondazione Scuola Nazionale Servizi, tutti i candidati potranno partecipare alla formazione che permetterà di acquisire conoscenze e competenze di base per la creazione di startup cooperative. Sulla base del punteggio assegnato al valore dell’idea, all’innovazione, e alla coerenza con almeno due Obiettivi dell’Agenda Onu 2030, tra le idee di impresa saranno selezionate un massimo di 15 progetti che potranno beneficiare di moduli di alta formazione, per un totale di 57 ore dedicate allo sviluppo del progetto e alla redazione del business plan. Nel mese di luglio saranno selezionati un massimo di 5 progetti, che entreranno a fare parte della rete Legacoop che si aggiudicheranno un contributo a fondo perduto di 8.000 euro e un tutoraggio e assistenza con servizi gratuiti dedicati per i successivi 3 anni dalla costituzione.

Coopstartup Lombardia si contraddistingue per un innovativo programma di formazione, che ha come scopo quello di sviluppare idee imprenditoriali legate agli obiettivi dell’Agenda 2030 e di guidare i candidati passo dopo passo nella costituzione di un’impresa cooperativa. Il tutto potendo contare sulle strutture e organizzazioni territoriali dell’ecosistema Legacoop. L’impresa cooperativa in Lombardia – secondo i dati raccolti nel 2023 dalla Legacoop regionale – rappresenta un modello d’eccellenza e di successo, che ha saputo resistere e creare valore nonostante gli ultimi difficili anni contrassegnati da pandemia e inflazione. Con ben 823 società censite, un valore di produzione che supera i 4 miliardi di euro e un numero di occupati di oltre 38mila addetti e un totale di 1.240.570 soci, l’impresa cooperativa costituisce infatti un modello economico su cui scommettere e che rispetto alle società di stampo tradizionale gode di una conclamata longevità. Ad oggi le cooperative con una storia ultracentenaria e di successo in Lombardia sono 137, distribuite nei settori agroalimentare, circoli, consumo, culturali, produzione e servizi, welfare e housing. Un DNA – quello cooperativo – che valorizza il ruolo delle donne (rappresentano il 56,33% degli addetti) e l’inclusività (il 9% degli addetti ai lavori è di origine straniera). A Milano si contano 370 cooperative sul territorio per un totale di 1.095.956 soci e 27.022 occupati. Il valore della produzione generata è di3.274.615.758 di euro.

“L’identikit dell’impresa cooperativa mette in luce un modello sui generis che, grazie alla rete e all’impatto sociale sui territori ha saputo attraversare epoche fatte di trasformazioni e sfide. Attraverso questo bando vogliamo dare nuova linfa all’impresa cooperativa mettendo a disposizione tutto il know how e quella che noi chiamiamo ‘qualità cooperativa’, sviluppata nel corso delle nostre esperienze e che è alla base del patto associativo – ha detto Attilio Dadda, presidente di Legacoop Lombardia – Metteremo questo patrimonio al servizio di idee vincenti e capaci di generare un impatto in termini di occupazione, crescita economica, sociale e culturale del nostro territorio. Crediamo che la visione cooperativa possa contribuire a costruire imprese sostenibili e a generare una forte ricaduta sulla comunità”.