Marina Caprotti: nessuno metterà mani su Esselunga, mio padre condottieroMilano, 13 feb. (askanews) – A 17 anni dalla uscita della prima edizione, torna in libreria Falce e carrello, il libro scritto dal patron di Esselunga, Bernardo Caprotti, che in quel volume per la prima volta raccontò la storia della catena di supermercati, a partire dal primo nella storia d’Italia, aperto nel 1957 a Milano.
La nuova edizione ha contenuti inediti, a partire dalla lettera con cui la figlia, Marina Caprotti, oggi presidente esecutivo di Esselunga, ripercorre l’eredità lasciata dal padre, descritto come un uomo “dotato di una pazienza immensa di fronte alle avversità, quelle che solo i più temprati dalla buona educazione e dalla fatica quotidiana riescono a sopportare”. Un uomo forte al quale riconosce di aver “vissuto la solitudine del condottiero, dell’imprenditore che ha il pensiero fisso sulla continuità aziendale”, scrive ancora la figlia. La nuova edizione di Falce e Carrello – presentata alla stampa dal solitamente riservato Bernardo Caprotti, allora 81enne nel settembre 2007 – arriva a pochi mesi dall’uscita di un altro libro, Le ossa dei Caprotti, scritto dal figlio di primo letto, Giuseppe, che in quel volume traccia il suo personale ritratto del padre a partire dalla sua uscita dall’azienda nel 2004. Oggi la nuova edizione di Falce e Carrello è una risposta alle affermazioni contenute in quel libro, il cui sottotitolo “In memoria di un uomo che non può più difendersi” è un esplicito riferimento alla recente pubblicazione che ha messo in discussione la figura e il valore di Bernardo Caprotti. “Ho avvertito l’obbligo morale di raccontare chi fu davvero Bernardo Caprotti, anche con i contributi di coloro che lo conobbero da vicino, come Liliana Segre, e ci lavorarono accanto: Vincenzo Mariconda, vicepresidente dell’Esselunga, e Carlo Salza, a lungo amministratore delegato – ha detto in una intervista al Corriere Marina Caprotti, in occasione dell’uscita del libro – Non potevo accettare che venisse svilito il valore di ciò che lui ha costruito per l’Italia e che ogni giorno ci sforziamo di preservare in Esselunga. Mi è sembrato il modo migliore per replicare a un figlio che lancia le sue accuse solo a sette anni dalla morte del genitore. Se mio padre fosse stato vivo, avrebbe di sicuro reagito. L’ho fatto io per lui”.
Nella stessa intervista, l’ultimogenita di Bernardo Caprotti, oggi, conferma quanto disse suo padre a proposito del futuro proprietario di Esselunga: “Rinnovo la promessa con le sue stesse parole – dice – ‘Nessuno, a Dio piacendo, potrà mettere le mani sull’Esselunga. Nessuna ‘cordata’, nessun raider di provincia, nessun concorrente inesperto, nessun finanziere d’assalto’”. La nuova edizione di Falce e Carrello contiene anche un altro ricordo personale, quello della senatrice a vita, Liliana Segre, alla quale Bernardo Caprotti rimase legato fino all’ultimo da un’amicizia profonda. “Voleva per me una sorta di risarcimento morale alle ingiustizie e al dolore che avevo patito da bambina”, scrive Segre dell’amico Bernardo, che la affiancò generosamente nella realizzazione del Memoriale della Shoah a Milano, presso quel Binario 21 della Stazione Centrale da cui la senatrice fu deportata ad Auschwitz con il padre, mai più tornato dal campo di sterminio.
Seguono poi le pagine del giornalista e scrittore Stefano Lorenzetto, che ricostruisce l’incontro con Caprotti e come nacque il libro; le postfazioni del vicepresidente di Esselunga, Vincenzo Mariconda, e di Carlo Salza, che ne è stato a lungo amministratore delegato, testimoni dei contenziosi seguiti alla pubblicazione di Falce e carrello e della visione che Bernardo Caprotti aveva dell’azienda.