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Lancia, Napolitano: soddisfatto di Ypsilon, avanti con piano

Lancia, Napolitano: soddisfatto di Ypsilon, avanti con pianoMilano, 18 dic. (askanews) – “Sono molto contento del 2024 e abbastanza soddisfatto come volumi della nuova Ypsilon, che stanno arrivando. Andiamo avanti con il piano. Le aspettative sono buone, il prodotto ci dà grande fiducia e i dealer (220 in Italia) sono soddisfatti”. Lo ha ha detto il Ceo di Lancia e responsabile commercial operation Enlarged Europe di Stellantis, Luca Napolitano.


Dal lancio nella scorso febbraio la nuova Lancia Ypsilon ha raccolto 11mila ordini (rispetto ai 3/4 mila al mese del vecchio modello). Guardando avanti è confermata una versione ibrida della Ypsilon HF attesa nel 2025, mentre per il futuro modello “sogno una Ypsilon dal 2030 su piattaforma Small. Come capo di Lancia il segmento B non lo lascerei mai”, ha detto Napolitano. Riguardo la nuova Gamma è confermato il debutto nel 2026 e la produzione a Melfi su piattaforma Stla Medium anche in versione ibrida e una versione HF Integrale.


La Delta invece arriverà nel 2028, anche se con qualche mese di ritardo. “Il piano di sviluppo va avanti, dobbiamo ancora completare il design”, mentre sulla piattaforma la Stla Medium “è una possibilità, ma non è l’unica opzione, ci piacerebbe un po’ più compatta”. Riguardo la strategia in Europa, Napolitano ha deciso di rimandare l’ingresso in nuovi mercati dopo il debutto in Olanda, Belgio, Spagna e Francia, ma rimane l’obiettivo di medio termine di generare il 50% dei ricavi all’estero. “Non abbiamo fretta. Vogliamo fare le cose ben fatte. L’ipotesi di lanciare insieme Ypsilon e Gamma in nuovi mercati non sarebbe male, ci permetterebbe di puntare su clientele diverse”. Ora il focus sono Spagna e Francia “dove c’è una forte rete Stellantis a cui ci appoggiamo”.

Stellantis: 2 mld investimenti in 2025. Urso: Cambiata aria

Stellantis: 2 mld investimenti in 2025. Urso: Cambiata ariaMilano, 17 dic. (askanews) – Con l’uscita di Tavares, è cambiato il “clima” nei rapporti con Stellantis che al Tavolo al Mimit ha presentato il Piano Italia con 2 miliardi di investimenti per i siti nel 2025 senza far leva su soldi pubblici, 6 miliardi di acquisti per l’indotto e un piano prodotti fino al 2032 che dovrebbe tutelare l’occupazione e l’attività degli stabilimenti. “Il tempo è venuto per noi di Stellantis di fare squadra con l’Italia per affrontare le sfide esistenziali del comparto sottovalutate da alcuni in Europa. Lo farò direttamente, concretamente. Odio le promesse non mantenute e non voglio essere smentito dai fatti. Quindi ci metto la faccia”, ha detto il responsabile Europa di Stellantis, Jean-Philippe Imparato.


Fra le novità l’arrivo della piattaforma Stla Small a Pomigliano che servirà per due nuovi modelli compatti, oltre alla nuova Pandina nel 2030 e varianti termiche dei modelli elettrici prodotti a Melfi (Jeep, Lancia e DS) e forse anche per le Alfa Romeo Giulia e la Stelvio che saranno prodotte a Cassino sulla piattaforma Stla Large. Mancano invece indicazioni più certe sul futuro di Maserati e della Gigafactory di Termoli. 2Il 2025 sarà un anno duro, ma tutti gli stabilimenti rimarranno attivi”, ha detto Imparato che ipotizza una produzione sui livelli del 2024, mentre nel 2026 le stime dei sindacati sono di ritorno sui livelli del 2023 intorno alle 750mila unità.


Da parte sua il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, presente alla riunione con il ministro dell’Economia Giorgetti e del Lavoro Calderone, ha messo sul piatto 1,6 miliardi di euro per il biennio 2025-2027 per il sostegno del comparto e della filiera. “Ho percepito che dopo le dimissioni di Tavares era cambiata l’aria e il piano di oggi lo conferma. Ora possiamo mettere sulla giusta strada l’auto italiana ed europea. E’ il momento delle decisioni e della responsabilità”, ha spiegato Urso che ha detto di aspettare il presidente Stellantis John Elkann in Parlamento per illustrare il piano e ha annunciato una nuova convocazione del tavolo automotive a fine gennaio. Soddisfatti per il nuovo clima e per il piano di ripartenza anche i sindacati che hanno però criticato la mancanza di indicazioni più concrete su Maserati, attorno a cui sarà costruito il polo dell’alta gamma con il coinvolgimento dell’ecosistema della Motor Valley, e sulla Gigafactory di Termoli. Il segretario della Fim, Ferdinando Uliano ha sottolineato anche l’importanza di rinnovare gli ammortizzatori sociali per il comparto, la maggior parte in scadenza il prossimo anno con 25mila posti di lavoro a rischio.

Automotive al centro di colloquio Urso con Commissario Ue Trasporti

Automotive al centro di colloquio Urso con Commissario Ue TrasportiRoma, 17 dic. (askanews) – Le proposte di revisione contenute nel documento (non paper) italiano relativo al settore automotive europeo sono state al centro del confronto telefonico odierno tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il commissario europeo per i Trasporti sostenibili e il Turismo, Apostolos Tzitzikostas. Lo riferisce il Mimit con un comunicato.


Secondo il Mimit, il non paper, promosso da Italia e Repubblica Ceca e presentato da Urso in occasione del Consiglio Competitività dello scorso 28 novembre, ha già riscosso un’ampia convergenza da parte dei vari Paesi Ue: l’obiettivo è riesaminare le modalità che accompagneranno il settore automotive verso gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2035, rendendoli sostenibili e realisticamente raggiungibili attraverso una tempestiva revisione del regolamento e avendo come bussola la competitività dell’industria europea. Il commissario Tzitzikostas ha confermato a Urso la sua piena disponibilità a dialogare sul tema con i governi e con le parti industriali. Il Commissario e il ministro, si legge, si sono poi dati appuntamento per il prossimo 21 gennaio a Strasburgo, a margine della riunione plenaria del Parlamento europeo.


Il colloquio odierno con Tzitzikostas segue di pochi giorni l’incontro avuto da Urso sulla politica industriale europea con il vicepresidente esecutivo della Commissione UE per la Prosperità e la Strategia Industriale, Stéphane Séjourné.

Renault 5 E-Tech Electric, la citycar dal design accattivante

Renault 5 E-Tech Electric, la citycar dal design accattivanteMilano, 13 dic. (askanews) – Mezzo secolo dopo il debutto della R5 venduta in 9 milioni di esemplari, arriva, anche in Italia, la nuova Renault 5 E-Tech, rigorosamente elettrica e prodotta interamente in Francia.


Costruita sulla piattaforma AmpR Small sviluppata dalla divisione elettrica Ampere, che sarà impiegata anche per la R4 e la Twingo, la R5 è prodotta nel centro ElectriCity nel nord della Francia, un ecosistema che raccoglie in un raggio di 300 km fornitori e le fabbriche di auto e batterie. Nel dettaglio la R5 viene assemblate nello stabilimento di Douai, che è stato uno dei siti di produzione della Renault 5 originale, le batterie a Ruitz, in attesa di passare nel 2025 alla produzione completa nella gigafactory di Douai (in partnership con Aesc), mentre il motore elettrico è realizzato a Cléon. Una sorta di metaverso industriale con tutti gli stabilimenti connessi che dovrebbe permettere di ridurre a 9 ore il tempo necessario per realizzare una Renault 5 e di abbattere i tempi per progettare e sviluppare nuovi modelli. La Renault 5 E-Tech Electric punta molto sul design, decisamente azzeccato, e si propone come citycar di segmento B (3,92 metri di lunghezza) adatta anche agli spostamenti di piccolo raggio, efficiente e piacevole da guidare, grazie a un diametro di sterzata contenuto (10 metri). Sul cofano spicca una finta presa d’aria con un indicatore con un 5 luminoso che indica la carica della batteria. Gli interni sono ben rifiniti con utilizzo di materiali riciclati (quasi il 90% del veicolo è riciclabile), l’abitabilità è buona, anche se un po’ sacrificata nella parte posteriore. Discreto il bagagliaio da 326 litri. Il cockpit è digitale, mentre al centro c’è lo schermo per l’infotainment. Il sistema operativo è l’OpenR Link con Google integrato e l’app Maps con il pratico eletric route planner (Erp) integrato e l’avatar Reno, una Losanga “umanoide” tridimensionale, che appare sullo schermo centrale per dare consigli (un po’ invadente, ma disattivabile). La R5 dispone della ricarica bidirezionale verso la rete o per alimentare dispositivi, della funzione Plug & Charge, che consente di accedere e avviare la vettura tramite smartphone, e la comoda ricarica plug and charge senza carte o abbonamenti tramite app MyRenault. Numerosi gli Adas per un livello 2 di guida autonoma. Le modalità di guida sono 4 (Comfort, Eco, Sport e Perso), mentre la leva del cambio a forma di rossetto personalizzabile è sul volante, come i controlli audio.


Due le versioni con batterie Nmc (nichel manganese cobalto) di diversa capienza. La più performante ha una batteria da 52 kW offre fino a 410 km di autonomia e ha una potenza di 150 CV per uno 0-100 km/h in 8 sec e una velocità limitata a 150 km/h. I consumi dichiarati sono di 14,9 kWh/100 km, ma nel test drive la media segnava 20 kWh. L’altra versione è dotata di batteria da 40 kWh e fino a 312 km di autonomia, ed è offerta con due livelli di potenza: 120 CV o 95 CV. Tre gli allestimenti: Evolution, Techno e una versione speciale Collection che si rinnoverà ogni anno: per il lancio sarà la Iconic Cinq. I prezzi partono da 27.900 euro per l’entry level Evolution con batteria da 40 kW fino, 34.900 della versione speciale Iconic cinq con batteria da 52 kW.


Nel 2025 sarà lanciata anche una versione estrema in omaggio alla R5 Turbo, la Renault 5 Turbo 3E con trazione posteriore e una potenza di 500 CV per uno 0-100 km/h in circa 3 secondi. L’annuncio arriva in occasione della messa in onda su Prime Video del documentario Anatomy of a come back, che racconta il rilancio di Renault grazie al piano Renaulution messo a punto dal Ceo Luca de Meo.

Auto, offensiva del Ppe perché industria Ue ritorni competitiva

Auto, offensiva del Ppe perché industria Ue ritorni competitivaBruxelles, 11 dic. (askanews) – Eliminare l’obbligo zero emissioni nette di CO2 previsto dal 2035 per tutti i nuovi veicoli immessi sul mercato europeo; anticipare di un anno, all’inizio del 2025, la revisione prevista per il regolamento Ue del 2019 che ha imposto quell’obbligo, in modo da modificare le norme già approvate e ristabilire il principio di neutralità tecnologica, che è stato compromesso con l’imposizione dell’elettrificazione dei veicoli e la messa al bando del motore a combustione interna. E nel frattempo, indicare soluzioni che permettano di evitare o ridurre le multe che diverse case automobilistiche dovrebbero pagare, per un totale complessivo stimato a 16 miliardi di euro, per non aver rispettato i target intermedi di riduzione delle emissioni, fissati per il 2025.


Sono, in buona sostanza, gli obiettivi della “posizione comune” che il Partito popolare europeo (Ppe) ha approvato e pubblicato oggi a Bruxelles, per “assicurare la competitività dell’industria del settore automotive”. La posizione comune ha un destinatario preciso: la nuova Commissione europea di Ursula von der Leyen, che annunciato l’intenzione di aprire un “dialogo strutturato” con l’industria dell’auto fin dai primi mesi del suo mandato. Il Gruppo Ppe al Parlamento europeo, si legge nel documento, “sostiene la proposta della presidente della Commissione di aprire un dialogo strategico sul futuro del settore automobilistico, un processo che sarà guidato personalmente dalla presidente stessa e al quale dovranno partecipare le parti interessate del settore automobilistico, i rappresentanti del Parlamento europeo, della Commissione europea e del Consiglio dell’Ue. Il Gruppo Ppe chiede che, come risultato di questo dialogo, venga definita una strategia europea olistica che aiuti il settore a gestire le varie sfide e riveda il quadro normativo europeo applicabile”.


“Il Ppe – ha affermato in una nota l’europarlamentare di Forza Italia Letizia Moratti – può ora dettare alla Commissione le linee guida per una riforma che sia sostenibile in chiave economica, sociale e ambientale. Di fronte alla grave crisi del settore automobilistico in Europa servono risposte chiare e immediate”. Le domande più urgenti alla Commissione riguardano l’anticipo della revisione delle norme sull’azzeramento delle emissioni al 2035 e l’annullamento delle multe per gli obiettivi mancati nel 2025. “La Commissione europea deve anticipare al 2025 la revisione prevista per il Regolamento Ue 2019/631, al fine di correggere la messa al bando dei veicoli a combustione interna e fornire al settore certezza giuridica e sicurezza di pianificazione il più presto possibile possibile”, si legge nella posizione comune del Ppe.


E’ curioso come il documento chieda di fornire “certezza giuridica” e “sicurezza di pianificazione” nello stesso testo in cui “detta la linea” per cambiare la legislazione già adottata e gli obiettivi obbligatori che miravano, appunto, a indicare la strada e dare certezza agli investitori e all’industria. Il Ppe chiede di rivedere anche gli obiettivi di riduzione delle emissioni già fissati per i veicoli pesanti e i rimorchi (Regolamento Ue 2019/1242). “Entro la fine del 2026, la Commissione dovrebbe rivedere il Regolamento 2019/1242 e adeguare gli obiettivi per i veicoli pesanti e i rimorchi in modo da alleggerire gli oneri per le aziende a media capitalizzazione e adottare un approccio tecnologicamente neutrale, riconoscendo il ruolo dei carburanti alternativi”, si legge nella posizione comune.


E soprattutto, il Ppe insiste sulla necessità di evitare le sanzioni per l’industria per i risultati che non saranno raggiunti l’anno prossimo: “Il mercato delle vendite di auto elettriche non si sta sviluppando come previsto. I dati sulle vendite sono in ritardo rispetto alle aspettative e i produttori rischiano di non raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni fissato per il 2025, con conseguenti potenziali multe miliardarie. Nell’attuale crisi – sottolinea la posizione comune dei Popolari -, i produttori hanno bisogno dei loro profitti per gestire la trasformazione. La Commissione europea dovrebbe effettuare un’analisi della situazione attuale e degli sviluppi previsti nel riesame del 2025, per poi decidere quali misure sono necessarie per mantenere la competitività dei produttori”. Il regolamento Ue richiede che le emissioni medie annuali di CO2 del parco veicoli di autovetture e furgoni nuovi siano ridotte complessivamente del 15% per il periodo 2025-2029. Ogni anno la Commissione europea, con un “atto di esecuzione”, stabilisce la media delle emissioni di CO2 e l’obiettivo specifico di riduzione per le emissioni di ciascun costruttore. I costruttori che sforano il proprio obiettivo specifico dovranno versare una multa pari a 95 euro per grammo al chilometro di emissioni in eccesso, moltiplicato per ciascun veicolo di nuova immatricolazione. Secondo l’Acea, l’Associazione europea dell’industria dell’auto, allo stato attuale si possono prevedere multe pari a circa 16 miliardi di euro per i mancati obiettivi del 2025. Il Ppe chiede “misure di alleggerimento” delle sanzioni, che dovrebbero includere in particolare una valutazione di conformità basata su una media triennale, invece che annuale (riferita al solo 2025), e l’adeguamento del metodo di calcolo delle multe per tenere conto dell’insieme delle auto prodotte e non solo di quelle immatricolate da ciascun costruttore nell’anno considerato. Inoltre, “queste misure dovrebbero tenere conto degli sforzi e degli investimenti che le aziende hanno già compiuto”. Ma “se le sanzioni sono inevitabili, allora dovranno essere reinvestite nel settore automobilistico europeo per scopi specifici (ad esempio per la realizzazione di infrastrutture, programmi di incentivi, digitalizzazione) invece che andare nel bilancio generale dell’Ue”, argomenta il Ppe. Quanto alla “neutralità tecnologica” (un concetto che sta particolarmente a cuore al governo italiano che punta a sviluppare la filiera dei biocarburanti), il documento del Ppe chiede che che nella sua revisione anticipata del Regolamento Ue 2019/631, la Commissione “reintroduca l’approccio tecnologicamente neutrale e riconosca il ruolo di tutte le tecnologie nel raggiungimento delle riduzioni di CO2. La revisione dovrebbe riconoscere il ruolo dei carburanti alternativi, compresi i carburanti elettronici, i biocarburanti, i carburanti rinnovabili o sintetici, e prevedendo esenzioni esplicite”. Va detto anche che la posizione comune dei Popolari non è affatto contro il processo di elettrificazione della mobilità su strada, ma chiede anzi di accelerarlo con la semplificazione dei processi di autorizzazione per le colonnine di ricarica dei veicoli elettrici e incentivi finanziari per la loro installazione. D’altra parte, il Ppe chiede di aumentare l’ambizione del regolamento Afir per lo sviluppo e il dispiegamento delle infrastrutture per la ricarica elettrica e i carburanti alternativi (idrogeno, biocarburanti e carburanti sintetici). Il settore automotive, ha ricordato Moratti nella sua nota “da oltre 150 anni è un pilastro fondamentale dell’economia europea, anche guardando alla componentistica e a tutte le industrie, a partire da quelle di piccole dimensioni”; in tutta la filiera “vale quasi 14 milioni di posti lavoro e contribuisce al 7% del Pil dell’Ue”. Ma, ha sottolineato, nonostante gli sforzi fatti, riguardo allo sviluppo delle auto elettriche “il mercato non è ancora pronto: mancano le infrastrutture e i prezzi sono troppo alti per il consumatore medio. Al momento le auto elettriche si presentano come un bene di lusso riservato ancora a pochi”. Ma; conclude Moratti, “comprarle non deve essere un obbligo con una scadenza temporale”. (fonte immagine: EPP Group).

Tesla in rally (+4%) stabilisce nuovo massimo a Wall Street

Tesla in rally (+4%) stabilisce nuovo massimo a Wall StreetRoma, 11 dic. (askanews) – Ancora rialzi e nuovo record in Borsa per Tesla, la casa statunitense di auto elettriche guidata da Elon Musk. Nel corso della seduta a Wall Street – il titolo è quotato sul Nasdaq – le azioni Tesla hanno segnato un picco di 417,76 dollari, superando il massimo precedente (410 dollari) che risaliva al novembre del 2021.


Da diverse settimane il titolo Tesla è stato proiettato al rialzo, dopo il trionfo alle elezioni presidenziali di Donald Trump, accompagnato da una maggioranza assoluta al Congresso. Musk è stato tra i più ferventi e attivi sostenitori, nel panorama imprenditoriale Usa, del presidente eletto. La nuova impennata di Tesla, che a meno di tre ore da fine sessione guadagna oltre il 4%, ha contribuito oggi a spingere l’intero indice Nasdaq a nuovi massimi, sopra la soglia dei 20.000 punti.

Aston Martin Valhalla, l’hypercar da oltre 1000 CV derivata dalla F1

Aston Martin Valhalla, l’hypercar da oltre 1000 CV derivata dalla F1Milano, 11 dic. (askanews) – Aston Martin presenta Valhalla, l’hypercar sviluppata con il contributo di Adrian Newey che ha lasciato la Red Bull per diventare azionista della casa con il 2,5% e Managing technical partner del team di F1.


La Valhalla è spinta da un motore ibrido plug-in (Phev) da 1079 CV e 1100 Nm composto da un V8 biturbo da 4,0 litri in posizione centrale da 828 CV abbinato a tre motori elettrici che erogano altri 251 CV. La velocità massima è “limitata” a 350 km/h, mentre lo scatto da 0 a 100 km/h avviene in 2,5 secondi. I due motori elettrici sull’asse anteriore aiutano nella trazione, migliorano le prestazioni e permettono la guida in elettrico con frenata rigenerativa. La trasmissione ibrida a doppia frizione a 8 marce incorpora un e-motor e un differenziale posteriore elettronico. L’aerodinamica attiva raggiunge oltre 600 kg di downforce da 240 km/h a 350 km/h L’inizio della produzione, limitata a 999 esemplari, è previsto per il secondo trimestre del 2025.


“Abbiamo imparato a pensare in modo nuovo sviluppando l’hypercar per eccellenza, l’Aston Martin Valkyrie, e lavorando con Adrian Newey. Queste conoscenze e il nuovo approccio ci hanno permesso di costruire partendo dai punti di forza dei nostri successi passati e di posizionare Aston Martin come azienda leader nella tecnologia, nelle prestazioni e nell’esperienza per i nostri clienti”, ha detto il Ceo Adrian Hallmark.

Auto, Kallenius (Mercedes) rileva la presidenza di Acea da gennaio

Auto, Kallenius (Mercedes) rileva la presidenza di Acea da gennaioRoma, 11 dic. (askanews) – L’associazione che raggruppa le case automobilistiche europee (Acea), dove è appena entrato il gruppo Stellantis, ha annunciato un avvicendamento ai vertici: Ola Källenius, presidente del Cda del gruppo Mercedes-Benz, rileverà la presidenza dal 1 gennaio, quando scadrà il mandato di Luca de Meo, amministratore delegato di Renault.


Con un comunicato, l’associazione riferisce anche di aver approvato l’entrata di Stellantis dal 1 gennaio del prossimo anno. Il presidente della Acea dura in carico un anno, rinnovabile una sola volta. “L’ingresso di Stellantis è un segnale che l’industria dell’auto è più forte quando parla con un’unica voce – ha commentato De Meo -. Le case automobilistiche europee stanno fronteggiando una crisi di competitività senza precedenti, mentre devono anche gestire una transizione verso la decarbonizzazione molto impegnativa. In questo momento, l’unità è di primaria importanza”.


Per parte sua Källenius ha affermato che sotto la sua presidenza si focalizzerà sul miglioramento delle condizioni regolamentari e degli obiettivi per l’industria dell’auto, puntando a un quadro internazionale “libero, equo e basato sulle regole”. (fonte immagine: ACEA).

Auto, De Meo (Acea): l’Ue ascolti di più l’industria europea

Auto, De Meo (Acea): l’Ue ascolti di più l’industria europeaBruxelles, 10 dic. (askanews) – L’Ue deve coinvolgere di più, con un ruolo più attivo, il settore dell’automotive quando elabora i suoi regolamenti sulla transizione verde che hanno un grande impatto su questa industria, e se è nel suo ruolo fissare degli obiettivi politici a lungo termine, come l’auto a zero emissioni di CO2 dal 2035, deve però ascoltare l’industria stessa, le soluzioni concrete che propone, riguardo al percorso per arrivare a quegli obiettivi.


Lo ha detto oggi a Bruxelles Luca De Meo, il presidente uscente dell’Acea, l’Associazione europea degli industriali dell’automotive, durante una conferenza stampa in occasione della fine del suo mandato, e in previsione dell’”Automotive Industrial Action Plan” che la nuova Commissione europea ha annunciato presenterà nei prossimi mesi. De Meo ha anche sottolineato l’urgenza di trovare una soluzione praticabile per evitare le multe previste nei confronti dei costruttori d’auto che non rispetteranno gli obiettivi di riduzione delle emissioni del 2025, per un ammontare totale stimato a 16 miliardi di euro, denaro che le società devono già mettere in conto nei piani di bilancio all’inizio di quest’anno, e che andrebbe sottratto agli ingenti investimenti che il settore sta facendo e che ha bisogno di fare per la transizione all’elettrico.


In passato, ha detto De Meo, “siamo stati molto chiari sul fatto che l’industria automobilistica europea stava perdendo terreno da 20 anni nella competizione globale, mentre allo stesso tempo stava affrontando la sua più profonda trasformazione di sempre con il passaggio ai veicoli elettrici, imposto dalla regolamentazione Ue. Un approccio normativo che ci mette in qualche modo in svantaggio, perché ci mancano la coerenza e l’approccio olistico che sia la Cina che gli Stati Uniti sono stati in grado di fornire”. “Sottolineiamo – ha continuato il presidente dell’Acea – che abbiamo bisogno di uno scambio costruttivo tra le autorità pubbliche e tutte le parti interessate e l’industria per trovare soluzioni; e sottolineo la parola soluzioni, per preservare un settore che è anche fondamentale per l’Europa stessa”.


“In realtà una parte del problema deriva dal fatto che inizialmente non si è più ascoltato” il settore automotive “per molti anni; quindi bisogna fare in modo che torni al centro della discussione, e questo è stato uno dei nostri obiettivi chiave degli ultimi due anni”. E oggi, ha avvertito De Meo, “l’Europa è sul punto di spararsi sui piedi, con 16 miliardi di euro di multe che incombono su un’industria che sta investendo oltre 250 miliardi nella transizione energetica, 16 miliardi che saranno dirottati da ulteriori investimenti nell’innovazione e nella transizione energetica”, mentre la normativa Ue “non ha fornito le condizioni di mercato necessarie come infrastrutture di ricarica, sistemi di incentivi stabili”.

MiMo: attesi 200mila visitatori al Milano Monza Motor Show

MiMo: attesi 200mila visitatori al Milano Monza Motor ShowMilano, 10 dic. (askanews) – Il MiMo Milano Monza Motor Show torna per la sua 4ª edizione dal 27 al 29 giugno 2025, confermando l’ingresso gratuito e l’esposizione open-air, capisaldi di un evento che unisce emozione e innovazione tra Milano e Monza e per il quale sono attesi oltre 200mila visitatori da tutta Italia.


Davanti alla Stazione Centrale di Milano, in piazza Duca D’Aosta, i visitatori troveranno un focus dedicato alla sostenibilità e alla sicurezza stradale, temi chiave per il settore automotive, che saranno esplorati durante MiMo dalle principali case automobilistiche che presenteranno modelli e tecnologie pensate per una mobilità più sicura e rispettosa dell’ambiente.  Con MiMo all’Autodromo Nazionale di Monza si vivranno le emozioni della pista e dell’Anello di Alta velocità con un programma ricco di attività adrenaliniche per il pubblico in tribuna, che potrà anche testare tutti i nuovi modelli più tecnologici e sostenibili delle case automobilistiche ai test drive.


Due location, Milano e Monza, e due inaugurazioni dinamiche di MiMo con la Journalist&Premiere Parade. Venerdì 27 giugno saranno i rappresentanti delle case e i giornalisti a dare il via ufficiale a Mimo 2025 con la Journalist&Premiere Parade, la sfilata delle novità di prodotto dei brand che unirà Milano e Monza. “Anche nel 2025 il format di Mimo si confermerà innovativo con la doppia inaugurazione dinamica degli ultimi modelli delle case automobilistiche che sfileranno tra Milano e Monza. Non mancheranno appuntamenti imperdibili quali le Pagani da pista e la gara tra le monoposto a guida autonoma di Indy Autonomous Challengee molto altro che verrà comunicato a breve”, ha detto Andrea Levy, presidente Mimo, Milano Monza Motor Show.