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Nuova Bmw Serie 1, ancora più sportiva e motori solo termici

Nuova Bmw Serie 1, ancora più sportiva e motori solo termiciMilano, 4 ott. (askanews) – La Bmw Serie 1 si rinnova con la 4° generazione dal lancio nel 2004. Un modello apprezzato e venduto in 3 milioni di esemplari, l’80% in Europa di cui il 15% in Italia, secondo mercato dopo la Germania. “One like no one”, il claim del lancio della prima serie, modello di accesso al mondo Bmw, che ebbe subito successo grazie a linee azzeccate e alla trazione posteriore, caratteristica rara nelle compatte e molto amata dai clienti più sportivi.


E infatti la nuova generazione punta a esaltare il carattere sportivo della Serie 1 che già dalla scorsa generazione è a trazione anteriore. Grande lavoro è stato fatto infatti su sterzo, assetto con una scocca rinforzata e barre di torsione anteriori e posteriori, e freni con la versione top di gamma M135 xDrive che monta le pinze dalla M3 e dischi in carbonio. Gli allestimenti sportivi sono tre: si parte dall’M Sport Design che offre solo i contenuti estetici targati M, l’M Sport che introduce gli elementi tecnici e le sospensioni adattive come optional e infine l’MSport Pro della l’M135 xDrive con i settaggi ancora più sportivi. Le dimensioni della nuova Serie 1 sono sostanzialmente invariate mentre il design è caratterizzato dalla pulizie delle linee, con un frontale piatto e più basso rispetto alla versione precedente. Nuovi i gruppi ottici anteriori a led di serie e nuova calandra con barre verticali e diagonali, con al centro un elemento che contiene i sensori di assistenza alla guida. Al posteriore spiccano i fari che si estendono fino alle sezioni laterali e uno spoiler generoso. Come optional sono disponibili il tetto con verniciatura a contrasto o panoramico.


Gli interni sono interamente leather free, incluso il volante. Il design è minimal, i tassi fisici sono quasi assenti, scompare anche la rotella sulla console centrale per gestire le varie funzioni, ora tutte touch sullo schermo principale o attivabili con l’assistente vocale. L’abitacolo è confortevole e spazioso, con un discreto bagagliaio (380-1.200 litri con sedili abbassati). L’infotainment è gestito dal nuovo sistema operativo 9 su base Android open source, aperto ad app e servizi di terzi, con la possibilità di abbonamenti per gaming e streaming. Come optional è disponibile il Bmw Live Cockpit Professional con l’head-up display e realtà aumentata. Focus sulla sicurezza con Adas per una guida autonoma di livello 2, molto efficace, e assistenza al parcheggio anche da remoto tramite smartphone. La gamma di motorizzazioni è composta da 4 versioni benzina e 2 diesel, mentre non sono previste plug-in o elettriche. I benzina partono dal 3 cilindri da 122 CV della Bmw 116 che in versione mild hybrid a 48v alimenta anche la 120, ai 4 cilindri sempre mild hybrid della 123 xDrive (218 CV) e M135 xDrive (300 CV), che si caratterizza per i 4 scarichi posteriori. I diesel sono entrambi 4 cilindri, in versione mild hybrid nella 120d da 163 CV. Contenuti i consumi pari, secondo la casa, a circa 20 km con un litro. Il cambio per tutte le versioni è lo Steptronic a 7 rapporti a doppia frizione. Abbiamo provato l’M135 xDrive per un centinaio di chilometri nei dintorni di Varese. La vettura è caratterizzata dal look sportivo del pacchetto M e dai quattro scarichi al posteriore. La Bmw M135 è ben bilanciata e l’assetto in modalità Sport Plus diventa decisamente corsaiolo. La trazione integrale intelligente aiuta a gestire i 300 CV di potenza che spingono la Serie 1 da 0-100 in 4,9 secondi mentre la velocità è limitata a 250 km/h. La Serie 1 è prodotta nello stabilimento Bmw di Lipsia che si caratterizza per una elevata sostenibilità. I prezzi partono da 34.400 euro della 116 da 122 CV fino ai 60.300 della M135 xDrive nell’allestimento più completo M Technology II.

Dazi Ue su auto elettriche cinesi,Stati membri non si oppongono

Dazi Ue su auto elettriche cinesi,Stati membri non si oppongonoBruxelles, 4 ott. (askanews) – Il Comitato di difesa commerciale dell’Ue, in cui sono presenti e votano i rappresentanti degli Stati membri, non ha raggiunto la maggioranza qualificata, oggi a Bruxelles, né a favore né contro la proposta della Commissione europea di confermare per cinque anni i nuovi dazi sulle auto eletriche a batteria cinesi.


Ora sta alla Commissione europea procedere come ritiene più oppurtuno: l’Esecutivo Ue può adottare la decisione oppure modificarla e sottoporla di nuovo al voto degli Stati membri. Dieci Stati membri hanno votato a favore, tra cui l’Italia, cinque contro e 12 si sono astenuti. Si sa che la Germania era contraria ai dazi, e forti perplessità erano state espresse recentemente anche dal governo spagnolo. I dazi definitivi, in aggiunta a quelli del 10% già applicati, sono diversi a seconda dei diversi costrutturi cinesi, e possono arrivare fino al 35,3%.


Il sostanziale via libera degli Stati membri, vista la mancanza di maggioranza qualificata contraria, mette ora la Commissione in una posizione di forza nel negoziato in corso con Pechino e con le aziende cinesi produttrici, per cercare di arrivare a un possibile accordo che eviti l’imposizione dei nuovi dazi definitivi per cinque anni, ma riesca comunque a compensare o far cessare il danno all’industria dell’Ue provocato dalle importazioni di auto elettriche pesantemente sussidiate dalla Cina. Un accordo, tra l’altro, eviterebbe uno scontro duro con Pechino e anche possibili rappresaglie commerciali cinesi su altri prodotti europei. C’è ancora tempo, fino alla fine di ottobre per condurre a termine il negoziato.


“La proposta della Commissione europea di imporre dazi compensativi definitivi sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria (Bev) dalla Cina ha ottenuto oggi il supporto necessario dagli Stati membri dell’Ue per l’adozione dei dazi”, dopo la conclusione dell’indagine anti-sovvenzioni, scrive l’Esecutivo comunitario in una nota pubblicata subito dopo il voto. “Parallelamente – continua la nota -, l’Ue e la Cina continuano a lavorare duramente per esplorare una soluzione alternativa che dovrebbe essere pienamente compatibile con il Wto (l’Organizzazione mondiale del Commercio, ndr), adeguata ad affrontare le sovvenzioni pregiudizievoli individuate dall’indagine della Commissione”, una soluzione alternativa che dovrebbe essere, puntualizza la nota di Bruxelles, “monitorabile e applicabile”.


“Un regolamento di esecuzione della Commissione che includa le conclusioni definitive dell’indagine”, e quindi anche le decisioni sui dazi, “deve essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Ue entro il 30 ottobre 2024”, ricorda infine l’Esecutivo comunitario nella nota.

Hyundai e Kia con Samsung per sviluppo Software Designed Vehicles

Hyundai e Kia con Samsung per sviluppo Software Designed VehiclesMilano, 3 ott. (askanews) – Hyundai e Kia hanno annunciato una partnership tecnologica strategica con Samsung per migliorare l’integrazione tra Software-Defined Vehicles (Sdv) e smartphone, con l’obiettivo di assicurarsi una posizione di leadership nell’ecosistema dei servizi di mobilità.


In base all’accordo, Hyundai e Kia svilupperanno una tecnologia per collegare organicamente gli Sdv e l’ecosistema degli smartphone utilizzando “SmartThings” di Samsung Electronics. Integrandosi con la piattaforma globale dell’Internet of Things (IoT), le due aziende mirano ad arricchire le esperienze di mobilità dei clienti, collegando l’intero processo di utilizzo del veicolo agli smartphone e accelerando la transizione verso i veri Sdv. Hyundai e Kia, insieme a 42dot il centro software globale di Hyundai, puntano a introdurre nuovi servizi, condividendo le interfacce di programmazione delle applicazioni (Api) dei dati del veicolo e i kit di sviluppo software (Sdk) con vari partner commerciali, tra cui Samsung Electronics, attraverso il sistema di infotainment di prossima generazione basato su un ecosistema aperto.


Hyundai e Kia intendono infine organizzare la “2025 Developer Conference” nella prima metà del prossimo anno e annunciare i piani per la creazione di un SDK, grazie al quale gli sviluppatori esterni potranno partecipare direttamente e sviluppare “killer app” e un mercato di app per veicoli Sdv.

Renault amplia partnership con Suez nell’economia circolare

Renault amplia partnership con Suez nell’economia circolareMilano, 3 ott. (askanews) – Renault e Suez, partner storici per il riciclo dei rifiuti metallici e la valorizzazione dei veicoli a fine vita, consolidano ulteriormente la loro a sostegno della transizione ecologica del settore auto.


Nel dettaglio Suez rileverà il 20% di The Future is Neutral, azienda attiva nell’economia circolare dell’industria automotive creata da Renault che manterrà l’80%. The Future is Neutral può contare su 140 milioni di euro di risorse fornite dai due azionisti per finanziare la crescita. “L’ingresso di Suez in The Future Is Neutral è un’ulteriore prova della validità del modello che abbiamo realizzato. I nostri investimenti congiunti ci permetteranno di accelerare il processo per raggiungere il nostro obiettivo: offrire una piattaforma aperta di economia circolare in grado di rispondere alle esigenze di tutto il settore auto”, ha dichiarato Luca de Meo, Ceo del gruppo Renault.


“Garantire gli approvvigionamenti di materie prime seconde sarà una sfida fondamentale per il settore automobilistico nei prossimi anni. Le nostre competenze a livello di riciclo e valorizzazione dei rifiuti ci consentiranno di sostenere la trasformazione del settore verso una maggiore circolarità e di ridurne la dipendenza dalle materie prime vergini”, ha spiegato Sabrina Soussan, Ceo di Suez.

Stellantis: produzione 9 mesi in profondo rosso, Melfi più colpita

Stellantis: produzione 9 mesi in profondo rosso, Melfi più colpitaMilano, 2 ott. (askanews) – Nei primi 9 mesi la produzione di Stellantis (-31,7% a 387mila unità) ha registrato flessioni in tutti gli impianti con percentuali fra -48% di Cassino e -70% di Maserati Modena. “E’ profondo rosso per la produzione Stellantis con tutti gli stabilimenti in negativo, una situazione che non si era mai vista prima. Si allontana il target di 1 milione di veicoli al 2030, per raggiungerlo la produzione dovrebbe raddoppiare”, ha detto il segretario generale della Fim-Cisl Ferdinando Uliano durante la presentazione del report sulla produzione Stellantis nei primi 9 mesi del 2024. Per l’intero anno Fim-Cisl stima una produzione di 500mila veicoli, in calo rispetto ai 751mila (+9,6%) del 2023.


A Mirafiori, si legge nel report la flessione nei nove mesi è del -68,4% a 22.240 unità (-86% sul 2019), il 90% rappresentato da 500 bev e il resto da Maserati GranTurismo e GranCabrio anche elettriche. Nello stabilimento è stata prolungata la cassa fino al 4 novembre. “La situazione è in peggioramento e per i prossimi mesi non si vedono segnali di miglioramento”, si legge nel report. A fine 2025 è confermato l’avvio della produzione della 500 ibrida. Nel sito Maserati di Modena, il calo della produzione è del 76% a 220 auto e fino a fine anno è prevista l’utilizzo di contratti di solidarietà intorno al 40%.


A Cassino il calo è del 47,7% a 19.710 unità con la produzione organizzata su un solo turno per i 2.580 addetti (4.500 nel 2017). La produzione è rappresentata per il 20% da Alfa Romeo Giulia, il 53% dall’Alfa Romeo Stelvio e il 27% dalla nuova Maserati Grecale anche full electric. Allo stabilimento è stata assegnata la futura piattaforma Stla Large per i nuovi modelli Alfa Romeo Stelvio e Giulia nella seconda metà del 2025 e all’inizio del 2026, mentre il terzo modello Alfa Romeo verrà prodotto dal 2027. Lo stabilimento campano di Pomigliano che da solo pesa per il 59% della produzione italiana e che nel I semestre era in positivo, ha registrato nei 9 mesi un calo del -5,5% a 141.290. Fiat Panda, che sarà prodotta almeno fino al 2029, con 110.900 unità cresce con un +17% rispetto ai nove mesi del 2023, mentre sulla linea dell’Alfa Romeo Tonale e del Dodge Hornet si registra un calo del -45%. La produzione di Panda, su cui si regge lo stabilimento, potrebbe essere minacciata dall’avvio della produzione della nuova Panda nello stabilimento serbo di Kragujevac.


Fortemente negativo il bilancio di Melfi: -61,9% a 54mila auto con quasi 90mila unità perse in 1 anno. E’ lo stabilimento che perde la maggior quantità di auto. Il 34% della produzione è rappresentato da 500X la cui produzione è terminata, il 28% da Jeep Renegade e il 38% da Jeep Compass. A Melfi sarà introdotta la piattaforma Stla Medium per la produzione di 5 modelli. Nel 1° trimestre 2025 partirà la produzione della prima vettura full-electric DS, poi a seguire entro il 2026, verranno lanciate le altre quattro: due Jeep, una DS e una Lancia. Uno dei due modelli Jeep sarà la Jeep Compass ibrida. Anche i quattro modelli previsti inizialmente nella sola versione full-electric avranno la possibilità di essere prodotti anche nelle versioni ibride. La produzione stimata a regime dei 5 modelli sarà di circa 260 mila vetture anno, che secondo la direzione aziendale, spiega la Fim, dovrebbe saturare l’impianto. Ad Atessa lo stabilimento dei veicoli commerciali che insieme a Pomigliano era in positivo nel I semestre, la flessione nei nove mesi è stata del 10,2% a 149.900 unità. “Siamo molto preoccupati per la sospensione del terzo turno e gli impatti che potrebbe determinare lo stabilimento polacco, anche se abbiamo avuto notizie che anche a Gliwice (l’altro hub europeo di lcv in Polonia) hanno ridotto a due turni la produzione. “Per noi, lo stabilimento abruzzese deve continuare a mantenere la leadership nei veicoli commerciali all’interno del gruppo Stellantis”, si legge nel report Fim-Cisl.

Stellantis, Fim: crolla produzione 9 mesi, -31,7% a 387mila unità

Stellantis, Fim: crolla produzione 9 mesi, -31,7% a 387mila unitàMilano, 2 ott. (askanews) – E’ “profondo rosso” per la produzione Stellantis in Italia che nei primi 9 mesi del 2024 è diminuita del -31% a 387.600 veicoli, con un -40,7% per le auto a 237.700 unità e -10,2% Lcv a 149.900. In rosso anche la produzione a Pomigliano (-5,5%) e Atessa (-10,2%), gli unici due impianti in positivo nel I semestre. Emerge dal report di Fim-Cisl sulla produzione Stellantis in Italia nel terzo trimestre 2024.


La flessione della produzione negli stabilimenti oscilla dal -47% di Cassino al -75,8% di Maserati Modena. Con questo trend la Fim-Cisl prevede una produzione 2024 inferiore ai 500mila veicoli, con le auto sotto le 300mila unità, rispetto ai 751mila del 2023. “E’ una situazione che non si era mai vista prima. Tutti gli stabilimenti anche Pomigliano e Atessa sono in negativo. Si allontana il target di produzione di 1 milione di veicoli al 2030 anche rispetto allo produzione del 2023”. Ha detto il segretario generale della Fim-Cisl Ferdinando Uliano durante la presentazione del report.


Per evidenziare la crisi del settore “abbiamo proclamato lo sciopero di 8 ore il 18 ottobre. Bisogna dare una svegliata al governo italiano e a livello europeo, è un’iniziativa importante e forte per il rilancio di un settore strategico”, ha concluso Uliano.

Ferrari spegne impianto trigenerazione e punta sulle rinnovabili

Ferrari spegne impianto trigenerazione e punta sulle rinnovabiliMilano, 1 ott. (askanews) – Ferrari ha spento l’impianto di trigenerazione nello stabilimento di Maranello per proseguire nella sostituzione di una quota significativa di gas metano con fonti energetiche rinnovabili. L’approvvigionamento di energia elettrica continuerà ad essere garantito infatti, tra le diverse soluzioni, anche dal raddoppio degli impianti fotovoltaici installati, con l’obiettivo di raggiungiungere al 2030 circa 10 megawatt di picco (MWp) a partire dai 5 MWp attuali.


Lo spegnimento del trigeneratore alimentato a gas, che dal 2009 ha generato energia elettrica, termica e frigorifera, è avvenuto con un anticipo di tre mesi rispetto a quanto precedentemente programmato. In coerenza con il piano di decarbonizzazione annunciato al Capital Markets Day nel 2022, assicurerà una riduzione annua del 60% delle emissioni di CO2 di Scopo 1 e 2 e del 70% del consumo di gas metano rispetto ai livelli precedenti. Il trigeneratore, che fino al 2022 ha prodotto a pieno regime circa 120 GWh/anno di elettricità grazie a due motori endotermici a gas metano, è stato un esempio di tecnologia ad alta efficienza (Cogenerazione ad Alto Rendimento), che nel corso degli anni ha ottenuto riconoscimenti dal Gestore Servizi Energetici (GSE) sotto forma di certificati bianchi, attestando il conseguimento di risparmi energetici.


Attualmente la quota di energia rinnovabile autoprodotta nello stabilimento e la fornitura mediante PPA (Power Purchase Agreement) da fonti rinnovabili coprono nel complesso circa il 40% del fabbisogno della sede di Maranello. La restante parte viene alimentata dalla rete, attraverso l’acquisto di sola energia con garanzia di origine da fonte rinnovabile. Per supportare questo cambiamento nel mix energetico, Ferrari ha adottato le tecnologie più avanzate. Ad esempio, è stata rafforzata l’infrastruttura elettrica generale degli impianti di Maranello, con la completa ristrutturazione della sottostazione elettrica e l’installazione di tre nuovi trasformatori da 40 MVA ciascuno.


Il consumo totale di energia all’interno del Gruppo per il 2023 è stato di 1.520 TJ, con una diminuzione del 4% rispetto al 2022 all’interno di un percorso di continua innovazione tecnologica e di processo per l’approvvigionamento e l’efficienza energetica. “Oggi, 30 settembre, è una data storica per il nostro viaggio verso la carbon neutrality al 2030. Abbiamo spento il trigeneratore, non useremo più gas per produrre elettricità in questo impianto ma energia elettrica da fonti rinnovabili. Questo è un altro importante tassello dopo l’installazione dell’impianto a fuel cell, i nuovi edifici con massima efficienza energetica e le soluzioni per l’efficientamento energetico nei processi produttivi. Sono orgoglioso di lavorare insieme a un team così impegnato nel percorso verso la carbon neutrality”, ha detto il Ceo di Ferrari, Benedetto Vigna.

Moto, Ancma: vendite settembre +1,7% a 27.576 unità, male l’elettrico

Moto, Ancma: vendite settembre +1,7% a 27.576 unità, male l’elettricoMilano, 1 ott. (askanews) – A poco più di un mese dall’apertura di Eicma, il più importante evento fieristico internazionale del settore, il mercato italiano di moto, scooter e ciclomotori dimostra ancora la sua tenuta. I dati sulle immatricolazioni di settembre, diffuso da Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), segnano infatti una crescita nella domanda dell’1,7% a 27.576 unità rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.


Un risultato che Mariano Roman, presidente dell’associazione dei costruttori e distributori, giudica “positivo e incoraggiante, soprattutto se si considera il confronto con un settembre 2023, che chiudeva con un solido +21%. Questa tendenza è un’ulteriore conferma del ruolo e della rilevanza delle due ruote in un momento molto sfidante per l’industria della mobilità”. A settembre, sono gli scooter a segnare la migliore performance con un incremento del 3,79% e 14.772 veicoli targati; meno entusiasmante invece il mercato moto che, con 11.127 unità registrate, si ferma a -0,73%, mentre raggiungono la parità i ciclomotori (+0,36%), che mettono in strada 1.677 mezzi.


Nei primi 9 mesi le vendite sono aumentate del 5,05%, targando 300.343 veicoli. La spinta al mercato viene innanzitutto dalle moto, che crescono del 7,17% e immatricolano 131.950 unità; seguono gli scooter con un incremento del 4,36% e 153.890 mezzi targati; unico segmento negativo è quello dei ciclomotori, che lasciano sul terreno 5,36 punti percentuali pari a 14.503 unità. Ancora opaco l’andamento del mercato a zero emissioni. Le due ruote elettriche chiudono infatti in negativo anche il nono mese dell’anno (-23,25%), immatricolando 789 veicoli. In linea il cumulato annuo, che registra una perdita a doppia cifra (-21,99%) pari a 8.098 unità.

Auto, Anfia: taglia stime mercato 2024 da 1,62 a 1,55 mln di auto

Auto, Anfia: taglia stime mercato 2024 da 1,62 a 1,55 mln di autoMilano, 1 ott. (askanews) – Dopo i cali di agosto (-13,4%) e settembre -10,7%, Anfia rivede al ribasso le previsioni 2024 di immatricolazioni di auto da 1,62 milioni di unità a 1,55 milioni (circa -0,8% rispetto al 2023).


“L’andamento negativo del mercato si affianca ad una situazione industriale che diventa sempre più critica”, afferma il presidente Roberto Vavassori di Anfia. “Accogliamo con favore la proposta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso di anticipare al 2025 le clausole di revisione dei target CO2 sia dei veicoli leggeri che dei veicoli pesanti e di adottare un piano europeo automotive, ma la filiera italiana necessita anche di interventi immediati”.


“C’è urgente bisogno di definire misure straordinarie di supporto alle politiche passive del lavoro perché gli strumenti ordinari non sono più sufficienti per molte aziende della filiera, con il concreto rischio di perdita di posti di lavoro. E’ necessario, inoltre, far partire entro inizio 2025 le misure prioritarie identificate e condivise da imprese, sindacati e territori al Tavolo automotive per ridurre i gap di competitività delle produzioni nazionali”.

Auto, Unrae: a settembre bene bev, urgente rifinanziare incentivi

Auto, Unrae: a settembre bene bev, urgente rifinanziare incentiviMilano, 1 ott. (askanews) – A fronte di un mercato in calo del 10,7% a settembre, crescono le vendite vetture elettriche, grazie soprattutto al contributo degli incentivi. Le Bev (Battery Electric Vehicles), rileva l’Unrae, crescono del 29%, raggiungendo una quota di mercato del 5,2%: +1,5 punti percentuali rispetto ad agosto. Le Phev (plug-in) rimangono sostanzialmente stabili al 3,4%, portando la quota totale delle Ecv all’8,6% (+1,0 p.p. su settembre 2023).


“I risultati di settembre, con un secondo calo consecutivo delle immatricolazioni, ma una forte crescita delle Bev, evidenziano l’urgente necessità di rifinanziare gli incentivi per la fascia di autovetture con emissioni 0-20 g/Km di CO2, rendendo immediatamente disponibili i 240 milioni di euro di fondi residui degli incentivi 2024”, afferma Michele Crisci, presidente di Unrae. In merito invece alla richiesta all’Ue del governo italiano di anticipare al 2025 la revisione delle modalità che dovrebbero condurre allo stop dei motori termici entro il 2035, secondo Crisci “è fondamentale definire al più presto sia la strategia europea per il settore automotive nel suo complesso, sia quella che il Governo italiano intende adottare per accompagnare la transizione con un piano di sostegno pluriennale, per dare certezze a consumatori e imprese nelle loro scelte di acquisto”.


“Bisogna partire subito – prosegue Crisci – a lavorare su un tema rilevante che solleviamo da anni: la necessità di una riforma fiscale per le auto aziendali, chiedendo che detraibilità dell’Iva e deducibilità dei costi siano parametrate alle emissioni di CO2 e il periodo di ammortamento sia ridotto a 3 anni”. “Nel piano di sostegno alla domanda per il triennio 2025-2027 – conclude Crisci – chiediamo al Governo interventi mirati, tra cui il ripristino dei 250 milioni di euro, parte del miliardo originariamente previsto per il 2025, che sono stati stornati per il Decreto Coesione. Altro punto nodale è la rimozione del price cap per le auto della fascia 0-20 g/Km o, almeno, la sua equiparazione a quello della fascia 21-60 g/Km”.